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DESENZANO DEL GARDA
Desenzano del Garda è una vivace cittadina affacciata su un ampio golfo all’estremità meridionale del lago
di Garda (Benacolo).
Duomo di Santa Maria Maddalena: La chiesa eretta in stile classico è dedicata a Santa Maria Maddalena. L’interno è a tre navate,
notevole per la sua semplice solennità classica, è uno degli esempi
più belli del tardo rinascimento. Nella Capella del sacramento è
conservata la stupenda tela “l’ultima cena”, eseguita Gian Battista
Tiepolo nel 1738.
Castello: Il castello è originario dell'alto medioevo. Nel Quattrocento venne ampliato e assolse la funzione di rifugio per la popolazione.
Dal 2007 è in opera il restauro, e la struttura ospita, nella stagione
estiva, spettacoli teatrali all'aperto.
Piazza Malvezzi: La piazza risale al Cinquecento, opera dell'architetto Giulio Todeschini.
Porto vecchio: Il porto vecchio fu costruito durante la Repubblica di Venezia.
Dal 2002 nell'area retrostante le piscine comunali è stato ricavato il Parco del Laghetto, che da allora è il
principale parco cittadino. Oltre ad un percorso salute, che si sviluppa lungo i sentieri del parco, sono presenti due campi da basket e una pista di pattinaggio in cemento, oltre a uno skate park e un campetto da
calcio in terra. Caratteristico del parco è il laghetto artificiale, che si trova al centro e che gli dà il nome.
SIRMIONE
Il suo centro sorge su una penisola che divide il basso Lago di Garda.
La principale industria della cittadina è il turismo sia per la presenza di vestigia romane e medioevali sia per
le acque termali.
Il borgo medievale di Sirmione lungo la penisola Benacese è di piccole dimensioni, con le sue stradine ad
andamento irregolare, ai piedi della rocca Scaligera e attorno alla chiesa di Santa Maria Maggiore. Caratteristico il doppio portico costruito dagli Scaligeri come passaggio obbligato per l’uscita dal borgo murato.
Chiesa di Sant'Anna: È un piccolo edificio ecclesiale che sorge nei pressi del castello scaligero. Dedicata alla madre della Madonna, fu costruita nel Quattrocento al servizio della guarnigione veneta posta a difesa
della rocca. All'interno sono presenti affreschi votivi del Cinquecento e un dipinto su pietra raffigurante
la Madonna e uno stemma degli Scaligeri.
Chiesa di Santa Maria Maggiore: La chiesa di santa Maria della Neve, detta anche santa Maria Maggiore, è
la parrocchiale di Sirmione. Fu edificata nel Quattrocento sopra i resti della chiesa di san Martino in castro
dalla quale proviene parte del materiale utilizzato nella costruzione.
La facciata settentrionale poggia sull'antico muro che cingeva la cittadina. La facciata d'ingresso è decorata
in terracotta ed è caratterizzata da un portico a cinque arcate, in origine facente parte del cimitero come
dimostrano alcune tombe poste sul pavimento dello stesso.
L'interno è a un'unica navata e presenta cinque altari.
L'edificio originale, in stile romanico, fu ricostruito e sopraelevato attorno al 1320. Il campanile fu eretto
nel 1070 mantenendo lo stesso stile della chiesa. All'interno gli affreschi delle tre absidi risalgono al XII secolo, mentre quelli alle pareti sono del Cinquecento.
Castello scaligero: Il castello scaligero è una rocca a guardia dell'unico punto d'accesso meridionale al centro storico. Fu costruita dagli Scaligeri, da cui prese il nome, durante
il XIII e il XIV secolo.
Circondato dalle acque del Lago di Garda, è difeso da tre torri e
dal maschio, alto quarantasette metri. Ad oriente del castello è presente la darsena fortificata per il rifugio della flotta.
Le merlature della rocca sono a coda di rondine, mentre quelle della
darsena sono a punta di lancia.
Grotte di Catullo: Con il termine "Grotte di Catullo" si identifica
una domus romana edificata tra la fine del I secolo a.C. e il I secolo d.C. sulla punta della penisola di Sirmione. Il complesso archeologico, studiato dall'inizio dell'Ottocento e riportato alla luce in più fasi, è
la testimonianza più importante del periodo romano nel territorio
comunale ed è considerato l'esempio più rilevante di villa romana presente nell'Italia settentrionale.
Torre di San Martino della battaglia: La torre di San Martino venne
costruita, in stile Neo-gotico, tra il 1880 e il 1893.
I progettisti furono l'architetto Frizzoni di Bergamo, gli ingegneri Luigi Fattori
di Solferino, Monterumici di Treviso e Cavalieri di Bologna. Dalla cima della
torre di San Martino è possibile ammirare un bel panorama che spazia dal
basso lago di Garda (si riconoscono distintamente i paesi di Sirmione, Desenzano, Peschiera, Lazise, Bardolino e Garda) a tutta la Valle del Mincio fino a
Valeggio. Sulla sommità della torre è stato installato un faro che di notte
emette una luce tricolore.
Interno: Si sale in cima alla torre, alta 74 metri, percorrendo una rampa a piano inclinato a spirale. Nell'ingresso vi è la statua in bronzo di Vittorio Emanuele II. Le pareti sono dipinte dal pittore Vittorio Bressanin
di Venezia. Salendo per la grande rampa si giunge, via via, a sale disposte l'una sopra l'altra e dedicate ad
alcuni episodi delle guerre risorgimentali.
Il Museo: Costruito nel 1939 su progetto di Antonio Lechi - si trova accanto alla torre e qui vengono conservati i cimeli di una della più sanguinose battaglie.
Scrisse un testimone: “Poiché nella notte del 24 nessuno provvide a raccogliere i feriti, molti dei quali perirono in abbandono dissanguati, fra orribili sofferenze, all’alba del giorno seguente quella striscia di terreno,
già verdeggiante e ridente di colture, presentava uno spettacolo raccapricciante cosparso di 40.000 corpi
umani stroncati, mutilati, doloranti”.
L'Ossario: Nel bel parco che circonda la Torre di San
Martino vi è un “Ossario” che conserva le spoglie di ben
2.619 soldati italiani e austriaci.
Alla fine della battaglia si contarono 39.000 uomini fuori
combattimento, 11.000 morti, 23.000 feriti, e altri deceduti a seguito delle ferite riportate.
La vista di una immensa parete di teschi umani è davvero
impressionante e fa capire quanto la guerra sia stata
atroce e sanguinosa. L'Ossario è ospitato nella cappella
gentilizia dei conti Treccani.
La Storia della battaglia di San Martino e Solferino: La Battaglia di San Martino e Solferino fu combattuta
durante la Seconda Guerra d’Indipendenza il 24 giugno 1859. A fianco degli Italiani combattevano i Francesi
e di fronte avevano gli Austriaci.
La battaglia, che fu una delle più sanguinose che si ricordino nell'ottocento europeo: si sviluppò in due episodi tra loro separati conclusi con la vittoria degli eserciti francesi e italiani.
Il mattino del 23 giugno, infatti, le armate dell'invasore austriaco che si erano già ritirate e accampate nel
Quadrilatero (Peschiera, Mantova, Legnago, Verona), ripassarono il Mincio per contrattaccare lungo la linea
del fiume Chiese. Mentre a nord, sui colli di San Martino, le truppe piemontesi impegnavano l'ala destra
austriaca in uno scontro che si sarebbe concluso vittoriosamente nel tardo pomeriggio, a sud i francesi guidati da Napoleone III, venivano in contatto con il grosso delle truppe nemiche poco prima delle sei del mattino a Solferino.
La nascita della Croce Rossa: Gli scontri, violentissimi e estremamente cruenti, si protrassero sino al primo pomeriggio, quando, pressato
su tre fronti, Francesco Giuseppe batté la ritirata, lasciando sul terreno quasi un quarto dei propri soldati e tra questi anche molti ufficiali.
Jean-Henry Dunant (nato a Heiden in Svizzera cantone San Gallo), visitando la sera stessa il campo di battaglia fra i lamenti dei moribondi,
vide i corpi calpestati ed i feriti affidati alla pietà delle popolazioni,
più che agli insufficienti servizi sanitari militari. Le donne abitanti i
dintorni del campo di battaglia, si erano spontaneamente attivate nel
gesto generoso che non discriminavano sulla nazionalità dei feriti,
aiutandoli. Dunant, colpito da tanto coraggio e pietà iniziò ad idealizzare i principi che portarono alla nascita della Croce Rossa che valse
al suo fondatore il primo Premio Nobel per la Pace.
POZZOLENGO: Il “castello”, inteso come borgo, si possono apprezzare le particolari torri di forma cilindrica. In particolare, una di queste, fin dal quindicesimo secolo adibita a torre campanaria, è perfettamente
conservata, ma appare in discreto stato di conservazione anche la cinta muraria. Merita una visita anche la
chiesa di San Lorenzo.
CASTELLARO LAGUSELLO: Il borgo
sorge su una piccola collina affacciata
ad un lago a forma di cuore.
Il lago ed il castello, risalente al 1100
1200, danno il nome al piccolo borgo
che fa parte dell'associazione de I
borghi più belli d'Italia.
Dal 2011 la località Fondo Tacoli di
Castellaro Lagusello, essendo uno dei
111 siti archeologici palafitticoli localizzati sulle Alpi e nelle aree contigue, è entrata a far parte dei Patrimoni dell'umanità dell'UNESCO all'interno del sito sovranazionale denominato Antichi insediamenti sulle Alpi.
La costruzione del borgo fortificato si fa risalire all'XI-XII secolo, ma è in un documento di Papa Eugenio
III del 1145, nel quale si riporta l'elenco delle pievi dipendenti dalla diocesi di Verona, che viene citata per la
prima volta la plebem de Castellaro.
Il nome di Castellaro Lagusello deriva da "castellaro" (recinto fortificato) e "lagusello" (laghetto).
Castello, Chiesa di san Nicola di Bari e Oratorio di San Giuseppe
Lasciate ogni preoccupazione, o voi che entrate ...
Chi arriva qui, abbandonando il lago di Garda, entra in un´altra dimensione, quieta e bucolica; si immerge in
atmosfere virgiliane, dove la visione dei canneti cancella finalmente le brutture del paesaggio padano. Qui
perché il borgo fortificato di Castellaro che si specchia nel suo laghetto a forma di cuore, è stato prima dimenticato e, successivamente è stato oggetto di attente cure da parte dell´amministrazione. Così, si sono
salvate le antiche mura guelfe, la pavimentazione in pietre di fiume, i sassi a vista della canonica e delle case. Si entra nel piccolo borgo dal lato settentrionale attraverso un´ampia porta che era dotata fino al Settecento di un ponte levatoio. Un´alta torre quadrata, detta dell´orologio, sovrasta la porta a sua protezione.
Subito s´incontra, inoltrandosi fra le rustiche case, la chiesa barocca dedicata a San Nicola in cui è custodita una Madonna in legno del Quattrocento.
Attraverso i vicoletti laterali in cui regna un silenzio dimenticato, rotto solo
dallo zampettare delle galline nei cortili, si giunge alla piazzetta terminale
su cui si affaccia l´ottocentesca villa Arrighi, che ingloba un fortilizio padronale con mura di cinta a merli guelfi, dalle quali si gode una bella vista sul
lago e la campagna circostante. La villa è la trasformazione del preesistente
castello feudale e incorpora la chiesetta gentilizia di San Giuseppe che, ultimata nel 1737, conserva alcuni dipinti del Seicento. La chiesa si apre
sull´esterno, sulla piazzetta dalla quale si accede allo specchio d´acqua
scendendo una breve scalinata. Le barche di legno ormeggiate vicino alla
riva aggiungono incanto all´idillio di questo luogo. Mirabile è anche la visione da sud del borgo, che abbraccia la cinta muraria risalente all´XI secolo
(coeva all´antico castello e un tempo scandita da nove torri), il laghetto ornato di canne palustri e la rigogliosa natura intorno.
Monzambano: È abitata fin dall'età del bronzo come testimoniano i ritrovamenti di un villaggio palafitticolo in località Fondo Tacoli di Castellaro Lagusello nella frazione di Castellaro Lagusello. Monzambano faceva parte almeno
dal 1199, con Ponti, Peschiera e Valeggio, del sistema difensivo Veronese ad est, costituito da castrum posti in posizioni
tattiche per preservare i confini Scaligeri. Quando Verona nel
1495 fini sotto l'influenza Veneziana, anche Monzambano ne
segui le sorti, come si può vedere dal leone alato di San Marco nella torre del castello, di origini Scaligere
Canale Virgilio: Il canale Virgilio è un'opera irrigua dei Consorzi Destra Mincio e Medio Mantovano (ora Consorzio di
Bonifica Alta e Media Pianura Mantovana).
Ha origine da una deviazione del flusso del fiume Mincio in
corrispondenza della diga di Salionze (a circa metà strada
tra Peschiera del Garda e Valeggio sul Mincio). Scorre inizialmente alla destra idrografica del fiume per poi allontanarsi,
riducendosi progressivamente di dimensioni. La sua lunghezza è di circa 18,5 km.
Costruito tra l'ottobre del 1930 e il maggio del 1932 (come riporta una incisione di epoca fascista, parzialmente scalpellata, posta sull'edificio regolatore). L'opera coinvolse numerosa manovalanza (come riportano le fonte orali della zona, lo scavo è avvenuto senza ausilio di mezzi meccanici) presenta alcune opere di
discreto impegno come il ponte a Monzambano e l'attraversamento del Ponte visconteo a Borghetto di Valeggio sul Mincio.