Cisl: «Le Uti? Nozze con i fichi secchi»
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Cisl: «Le Uti? Nozze con i fichi secchi»
Mercoledì 18 Gennaio 2017 IL SINDACATO DENUNCIA CHE LE UNIONI TERRITORIALI NON RIESCONO A TROVARE PERSONALE. SOLO UDINE È QUASI A POSTO Cisl: «Le Uti? Nozze con i fichi secchi» Perazzoni: «I Comuni sotto organico non hanno personale da dare». Cinquanta dipendenti dalla Provincia, ma nel 2018 La partenza delle uti annaspa non solo per la contrarietà politica di molti Comuni, ma anche per «difficoltà operative», a partire dal reperimento del personale che al momento è quasi completato solo per l’Uti del Friuli Centrale, grazie però alla presenza del Comune di Udine che ha garantito la gran parte della forza lavoro: 224 dipendenti sui 260 attualmente in forza all’Unione territoriale, che ha 30 posti ancora vacanti. Uti senza personale. A dirlo è Maurizio Perazzoni, dirigente regionale della Cisl Funzione pubblica: «L’attuazione della riforma si sta rivelando molto più problematica di quello che ci si aspettava. Oltre alla resistenza dei sindaci ora si manifestano difficoltà operative nel reperimento del personale. Stiamo facendo il matrimonio con i fichi secchi: i Comuni già sono sotto organico del 70%, se poi devono conferire dipendenti all’Uti la cosa diventa molto problematica». Risultato: le Uti non riescono a reperire il personale. Il caso Bertiolo. A detta di Perazzoni, proprio problemi di personale sarebbero alla base dell’intenzione del Comune di Bertiolo di uscire dall’Uti: «L’Uti ha chiesto a Bertiolo 1-2 dipendenti. Il Comune ne ha in tutto 5. La risposta è stata: usciamo». Il caso Udine. «L’unica Uti ben attrezzata – prosegue Perazzoni – è quella del Friuli centrale, ma perché c’è il Comune di Udine che la sostiene». Al momento in forza a questa Uti ci sono 258 dipendenti più 2 dirigenti. In tutto 260. Però di questi ben 222, più i due dirigenti, quindi l’86%, sono transitati dal Comune di Udine. Solo 36 i dipendenti ceduti dagli altri Comuni dell’Unione territoriale. Per cui ci sono ancora 30 posti da ricoprire. Dal Comune di Udine, con il primo luglio è passato all’Uti il personale dei servizi Pianificazione territoriale, Protezione civile, Progetti di finanziamento europeo, programmazione, gestione, fabbisogno di beni e servizi. A gennaio sono transitati Personale, Polizia municipale, Attività produttive, Servizi tributari e informatici. Si aspetta personale dalle Province. Per questo l’avvio delle Uti dovrà per forza attendere la chiusura delle Province. La Regione, infatti, intende destinare alle Unioni il personale cosiddetto «di staff» delle Province, quando queste verranno chiuse. «Il personale di staff – spiega Perazzoni – è quello che non è legato a specifici servizi già trasferiti alla Regione. Stiamo parlando di impiegati della ragioneria, dell’ufficio personale, dell’ufficio di segreteria. Nel complesso si tratta di 211 dipendenti di tutte e quattro le province che verranno trasferiti alle Uti: 90 adesso, 70 entro ottobre 2017, 50 circa nel maggio 2018». Quelli del 2018 sono tutti della Provincia di Udine, che in quella data chiuderà. Fino ad allora le Uti udinesi non avranno, quindi, personale supplementare. Proprio la scorsa settimana, l’assessore Panontin ha incontrato i dipendenti provinciali di Udine e Gorizia per illustrare le modalità di passaggio. Saranno i dipendenti stessi a scegliere dove vogliono essere trasferiti. «Su come poi potranno essere effettivamente collocati io ho qualche dubbio – afferma Perazzoni –: se ad esempio un’Uti ha bisogno di un ingegnere e invece riceve un ragioniere come lo utilizzerà?». Proteste a Udine. I Vigili. A Udine, in ogni, caso il passaggio del personale all’Uti sta destando mugugni e preoccupazioni. Il caso più eclatante è quello della Polizia municipale. Gli ufficiali del comando udinese, infatti, hanno inviato una lettera al prefetto Zappalorto, al sindaco Honsell, al segretario generale del Comune Cipriano, e al dirigente ad interim Uti della Polizia locale, Fantini, in cui lamentano l’assenza di un dirigente comandante, ma anche dubbi operativi sull’impiego del personale sul territorio dell’Uti. Ad esempio, gli addetti della Polizia locale di Udine potranno operare anche nel territorio degli altri comuni dell’Uti? E quelli degli altri Comuni a Udine? Di qui la critica per «la mancanza di preventive valutazioni/decisioni politiche». «I problemi non mancano – afferma Perazzoni – perché gli agenti di polizia assegnati all’Uti non hanno tutti le stesse caratteristiche. Ad esempio: quelli di Udine sono armati, quelli di Pozzuolo no. Come si fa ad utilizzarli negli stessi servizi? Oppure: come organizzare i turni notturni se alcuni Comuni non hanno i finanziamenti per essi? Sarà un mezzo disastro». Ancora niente contratto. Tuttavia, al di là della questione della Polizia municipale, la Cisl lamenta che in tutti i settori non c’è chiarezza. A partire dal fatto che, afferma Giovanni Di Matola, della Cisl Funzione pubblica di Udine, «ad oggi i dipendenti transitati all’Uti del Friuli Centrale, sia quelli di Udine che quelli degli altri Comuni, hanno solo ricevuto una lettera di cessazione di contratto con l’ente locale di appartenenza, ma non hanno ancora sottoscritto un nuovo contratto con l’Uti stessa». Ciò, afferma Di Matola, può avere ripercussioni sullo stipendio: «La retribuzione tabellare resta uguale, tuttavia le indennità previste dal contratto con il Comune, se non c’è la trattativa sul fondo salariale accessorio dell’Uti, non si possono assegnare». «Ad oggi – conclude Di Matola – il sindacato non ha avuto ancora alcun rapporto istituzionale con l’Uti. Per questo a breve, in forma unitaria, faremo una richiesta d’incontro su questi temi». Stefano Damiani