Le famiglie patchwork: matrimoni misti e

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Le famiglie patchwork: matrimoni misti e
La mediazione
familiare con le
coppie miste e
straniere:
un’indagine
esplorativa
Il mediatore familiare e la
genitorialità interculturale
Risultati di un’indagine
svolta
con questionari e
interviste a mediatori
familiari
Dottoressa Alessandra Bongiana
Associazione GeA
Il matrimonio è la dimensione paradigmatica della
stare nella differenza.
Le coppie miste vivono nelle differenze e coltivano
una differenza.
(Tognetti Bordogna 1996)
Sono caratterizzate da una sorta di migrazione
congiunta, ossia di attraversamento del territorio di
appartenenza al fine di stabilirie un legame con
l’altro.
(Gozzoli e Regalia, 2005)
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3 su 4 vedono lo sposo italiano e la sposa
straniera.
Gli uomini preferiscono donne provenienti dal
continente europeo (Romania, Ucraina).
Le donne sposano per lo più uomini provenienti dal
continente africano.
Nel nord e centro Italia le unioni miste
costituiscono una realtà significativa, nel sud Italia
non ancora.
Unioni caratterizzate da asimmetrie: di età
(mediamente lo sposo ha 8-10 anni di più della
sposa) e di istruzione (donne straniere mediamente
più istruite dei loro compagni italiani)
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Le unioni miste rappresentano gli indicatori più
significativi di integrazione delle comunità
immigrate nei paesi di destinazione.
Sono il terreno di incontro/scontro della diversità
in tutte le sue declinazioni: culturale, etnica,
linguistica, religiosa, politica, di classe, di
reddito, di livello culturale...
La coppia diventa una sorta di laboratorio di
costruzione di nuovi significati, linguaggi,
modalità di interazione
e decodificazione di
vissuti lontani.
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Per i soggetti individualisti (cultura
dell’identity) il confine tra il dentro (il noi) e il
fuori (il contesto familiare e sociale) della
relazione è chiaro, definito e connotato da
valori quali la riservatezza e l’intimità.
Nella cultura collettivistica (We identity) le
esigenze del gruppo di appartenenza
sovrastano le aspirazioni individuali.
La famiglia è per il soggetto/il soggetto è per
la famiglia
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Posizioni diverse nella concezione della
distribuzione del potere.
In una cultura collettivistica verrà privilegiata
la dimensione gerarchica e verticale del
potere.
In una cultura individualistica, dove viene
enfatizzata la libertà e l’unicità della persona,
è favorita una posizione di egualitarismo.
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Matrimonio
Matrimonio
Matrimonio
Matrimonio
Matrimonio
Matrimonio
Matrimonio
di convenienza
facilitatore
riparatore
elettivo
intellettuale
d‘agenzia
per motivi culturali
(Tognetti Bordogna 1994)
“Orfani psicosociali”
 scelta della diversità come terreno su cui
ricominciare.
 Storie di tagli emotivi e/o deprivazioni
affettive.
 Mancanza o rifiuto dei modelli familiari ai
quali rifarsi.
 Obiettivo: darsi mutuo sostegno rispondendo
l’uno all’altro ai bisogni fin’ora insoddisfatti.
“Matrimoni di tipo adottivo”
 Persone che vivono in uno stato di
dipendenza emotiva con la propria famiglia
d’origine scelgono partner che si sono
allontanate dalla loro famiglia e cultura.
 Non sono in grado di proteggersi e
vengono assorbite e inglobate dalla famiglia
del partner indifferenziato.
 Sbilanciamento di coppia, la diversità
dell’uno viene appiattito sulla cultura
dell’altro.
Teoria dello scambio
Rapporto di reciprocitàche garantisce ad entrambe
i partner vantaggi e benefici a fronte di una
vicendevole soddisfazione dei bisogni
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Patto di convenienza: il legame di coppia appare
strumentale per la conquista di obiettivi
individuali specifici, senza eccessivo
coinvolgimento emotivo nel rapporto di coppia.
Patti consolatori: il legame sembra essere la
risposta alla solitudine, alla marginalità sociale e
alla lontananza fisica o emotiva dal sistema
familiare di appartenenza.

Patti integrativi: i due partner hanno
raggiunto l’individuazione personale e il
riconoscimento sociale, il legame sembra
finalizzato ad allargare il proprio sé ad una
esperienza di complementarietà e non di
asservimento.
(Gozzoli Regalia, 2005)
“Cultura come contenitore, come pelle dello
psichismo umano”
Come non può esistere un contenuto senza
contenitore, così non può esistere un
funzionamento mentale al di fuori di una cultura, in
questo senso la cultura struttura il funzionamento
psichico, la nostra percezione del mondo, la nostra
capacità di adattarci; non è soltanto un insieme di
valori, ma è ciò che informa la nostra capacità di
pensare, percepire il mondo, sentire
emozionalmente, in modo diverso rispetto a
persone che appartengono a culture diverse.
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Risponde a domande del tipo “chi sono io?”, “chi
sono gli altri?”, “chi è una donna?”, “chi è un
bambino?”, “chi è un genitore?”,”chi è un figlio?”
La cultura vissuta è un processo in continua
evoluzione e per mantenersi elastica ha bisogno di
un continuo rispecchiamento con il gruppo di
appartenenza. Questo processo di scambio e
rispecchiamento costante viene interrotto dalla
migrazione, con l’effetto di rendere a volte più
rigido il quadro di riferimento interno.
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Aree indagate:
Tipologia di utenza (coppie miste e straniere)
Provenienze
Argomenti ricorrenti e conflittuali trattati nel
percorso di mediazione familiare
Difficoltà attribuibili e/o amplificate dal
differente contesto geografico-culturale di
provenienza dei genitori.
Difficoltà del mediatore.
Questionari inviati dall’Associazione GeA a MF.
I dati si basano sulla rielaborazione di 33 questionari.
 Interviste con “operatori esperti”:
 Dottoressa Madoni referente ASSI (Attivtà Socio
Sanitarie Integrate) ASL Milano
 Dottoressa Dorigotti (presidente), Dottoressa
Gamberoni (Mediatrice familiare) di ALFID
(Associazione Laica Famiglie In Difficoltà) di Trento,
Aicha Mesrar (Mediatrice linguistico culturale
CINFORMI Provincia di Trento)
 Dottoressa Ribaudo Consultorio Familiare Decanale
Buzzetti (Milano) e Padre Kolbe (Milano)

Percentuali coppie miste e straniere in mediazione
≤ 5%
≤ 10%
≤ 25%
3%
9%
18%
70%
≤ 50%
Provenienze
2%
8%
32%
18%
Est Europa
Sud America
Africa Sub Sahariana
paesi arabi
Asia
7%
Altro
33%
Argomenti
ricorrenti
conflittuali
Economico
15
14
Educativo
18
12
Fam. d'origine
11
12
Accordi di separazione
15
11
Ruolo genitoriale
20
16
Argomenti ricorrenti/conflittuali
coppie miste
25
20
15
ricorrenti
10
conflittuali
5
0
Economico
Educativo
Fam. d'origine
Accordi di
separazione
Ruolo genitoriale
Argomenti
ricorrenti
conflittuali
Economico
9
7
Educativo
6
5
Fam. d'origine
5
3
Accordi di separaz.
11
7
Ruolo genitoriale
11
9
Argomenti ricorrenti/conflittuali
coppie straniere
12
10
8
ricorrenti
6
conflittuali
4
2
0
Economico
Educativo
Fam. d'origine
Accordi di separaz.
Ruolo genitoriale
Argomenti
conflittuali CS
conflittuali CM
Economico
7
14
Educativo
5
12
Fam. d'origine
3
12
Accordi di separaz.
7
11
Ruolo genitoriale
9
16
18
16
14
12
10
conflittuali CS
8
conflittuali CM
6
4
2
0
Economico
Educativo
Fam. d'origine
Accordi di separaz.
Ruolo genitoriale






Ruolo genitoriale;
Valori da trasmettere ai figli;
Genitore straniero più tradizionalista e timoroso di
perdersi e perdere la/il figlia/o nel contesto
italiano;
Problemi relativi alle relazioni con le famiglie
d’origine;
Isolamento culturale ed affettivo del genitore
straniero;
Codici comunicativi e linguaggio;
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
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
Differenze nelle aspettative relative al matrimonio,
alla coppia, alla famiglia;
Cambiamento dei ruoli genitoriali connessi al
contesto di accoglienza;
Riemergere di stereotipi;
Difficoltà connesse ad aspetti religiosi;
Importanza delle dinamiche economiche, delle
autonomie personali e delle competenze
genitoriali;
Scarsa conoscenza dei contesti di provenienza
20
diversa concezione del ruolo genitoriale
13
diversi modelli di riferimento e diversi stili educativi
18
codici comunicativi differenti
12
competenza linguistica
9
competenza
linguistica
Scarsa conoscenza
12%
dei contesti di
provenienza
28%
codici
comunicativi
differenti
17%
diversi modelli di
riferimento e
diversi stili
educativi
25%
diversa concezione
del ruolo
genitoriale
18%


Fragilità della coppia: andiamo a considerare la
motivazione all’unione oltre alle distanze culturali.
Ruolo genitoriale
Torniamo al concetto di cultura proposto da
Nathan:
Cultura come contenitore, come pelle dello
psichismo umano.
Risponde a domande del tipo “chi sono io?”, “chi
sono gli altri?”, “chi è una donna?”, “chi è un
bambino?”, “chi è un genitore?”,”chi è un figlio?”
Incontriamo una signora Nigeriana.
Al suo paese quando una donna partorisce è una
principessa, altri si occupano del bambino per darle modo di
riprendersi, il bambino le viene portato affinchè lo nutra, ma
le donne di famiglia si occupano di lei e della nuova
creatura.
Incontriamo una donna peruviana.
Si presenta dicendo che suo marito le rinfaccia di non
sapere fare la mamma. Lei chiederebbe il collegio per suo
figlio. Di fronte alle complessità e alle necessità educative
dei suoi tre figli nel contesto di accoglienza dice “io non sono
cresciuta in questo modo, se sapevo che era così non
facevo figli”
Incontriamo una mamma italiana e un papà egiziano, lei
non vuole lasciare il figlio di tre anni da lui a dormire perchè
dice che non lo cura, lui “ha il concetto del destino”.
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Matrimoni interreligiosi. La diversa fede è un
ulteriore elemento di complessità quando le
confessioni religiose non consentono queste unioni
(matrimoni islamo-cristiani).
Quale contesto di socializzazione proporre ai figli?
Spesso le questioni relative all’educazione ai valori
emergono con prepotenza durante la
preadolescenza e l’adolescenza.
Adolescenza: momento critico per molte famiglie.
Per i figli di coppie miste pensiamo a cosa succede
quando una persona proviene da un paese dove
“l’adolescenza non esiste”.
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Il contesto allargato del paese d’origine è
presente virtualmente, grazie alle nuove
modalità di comunicazione e ai social
network, i nonni e gli zii hanno la
possibilità di vedere come crescono i loro
nipoti e di giudicare.
Momento che può scatenare criticità:rientro
al paese d’origine (per vacanza).
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collettivismo vs individualismo
Gratitudine perpetua nei confronti dei propri
genitori. Le rimesse e i regali alla famiglia,
per alcune provenienze, si fanno anche
quando non ci sono reali necessità materiali.
Intrusione o rottura dei legami con la famiglia
del partner italiano.
Isolamento affettivo e culturale vissuto dal
genitore straniero.
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

Il concetto di famiglia che i due genitori hanno in
mente ha pochi elementi comuni.
Differiscono anche le aspettative riguardo ai figli.
Temi relativi alla gestione economica sono
correlati alle dinamiche di potere entro la
relazione e pertanto intrecciati con la cultura di
appartenenza. Aspettative diverse rispetto alla
gestione denaro.
Per la donna musulmana è scontato provvedere
alla gestione delle entrate e il fatto che, qual ora
guadagni dei soldi, possa tenerli per sé.
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
Quali lingue insegnare alla prole?
Rischio di cancellazione della cultura più debole.
Spesso le modalità di comunicazione (verbali e non
verbali) sono distanti e non vengono comprese.
Modalità di vivere e di esprimere la corporeità e la
sessualità.
Anche dove la competenza linguistica del genitore
straniero sembra buona spesso manca il lessico “del
cuore” connesso alla dimensione profonda della
persona.
Durante la separazione il genitore italiano abbandona la
sua funzione di mediatore linguistico culturale nei
confronti dell’altra/o.
Riemergono stereotipi.
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Il mediatore è spesso “di parte” (del genitore
italiano) perchè non si mette le “lenti giuste”
per leggere la realtà dei genitori che ha
davanti.
Introduzione della figura del mediatore
linguistico culturale nella stanza di mediazione.
Compito del mediatore è anche quello di
mettere sul tavolo le differenze di matrice
culturale inconciliabili.
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
Gli incidenti critici sono insiti nella dinamica
interculturale e si verificano in un rapporto
interpersonale fra soggetti culturalmente differenti.
Gli incidenti critici suscitano una reazione di
spaesamento o, ancor più, di frustrazione e di
rigetto, o in senso positivo, una sorpresa, una
fascinazione.
Lo choc culturale sorge in una situazione di
incomunicabilità e di incomprensione tra
esponenti di diverse culture piuttosto che in
occasione di un vero e proprio conflitto.
Stanza della preghiera in una piccola
abitazione di una famiglia magrebina nella
quale i bambini non possono entrare.
L’educatore incaricato di seguire i bambini
critica questa scelta.
Valore di riferimento dell’operatore è il
benessere dei bambini- valore di riferimento
della famiglia arabo musulmana è la
dimensione simbolico religiosa.
Coppia turca giovane e “integrata” nella quale
la moglie non mangia a tavola con il marito.
Le ospiti occidentali leggono questo
comportamento come segno di arretratezza
senza cercare di capire le motivazioni.
Nella mentalità occidentale lo spazio
domestico si organizza in relazione all’età e
alle funzioni; presso le società musulmane è
strutturato in rapporto ai sessi e alla
separazione sacro-profano.
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Il mediatore familaire non può conoscere tutte le
culture, ma può avere gli strumenti per scoprirle,
incarnate e vissute dai due genitori che ha davanti.
Coinvolgimento del mediatore linguistico culturale il
quale ha la capacità di stare tra i due mondi che
vengono in contatto e grazie alla sua formazione ed
esperienza di vita è in grado di leggere, interpretare e
rendere intellegibile il mondo dell’uno all’altro e
viceversa.
Attenzione costante a non “culturalizzare” tutto.
E’ sempre stimolante documentarsi e conoscere nuove
realtà (risposta di un mediatore al questionario).
Lui egiziano, lei italiana: si conoscono e si
innamorano in un paese mediorientale, entrambi
migranti e in qualche modo in fuga dal paese di
appartenenza.
Lei rimane incinta e dopo un breve tentativo di
stabilirsi in Egitto, la signora torna a partorire in
Italia e lui la segue.
Entrambi hanno storie personali complicate.
La crisi si evidenzia con la nascita del bambino. I
genitori si scontrano soprattutto sull’allevamento
del figlio ed i ruoli familiari.
Il primo problema che affrontano è la scelta
del nome, nè egiziano , nè italiano. L’uomo è
frustrato sul piano lavorativo (dove opera al
di sotto del suo livello di istruzione), cerca di
fare il marito occidentale (lavoro fuori e aiuto
in casa), ma è arrabbiato con la moglie che
lavora più di lui, si occupa poco direttamente
del figlio e lo educa in modo sbagliato.
Il papà si dice preoccupato del fallimento che
sta vivendo come padre e come marito
rispetto alla sua famiglia d‘origine alla quale
si è riavvicinato dopo la nascita del bambino.
Lui italiano, lei peruviana, si conoscono e si
innamorano in Perù. Lei decide di seguirlo in Italia
lasciando un buon lavoro presso una agenzia di
viaggi, convinta dalla prospettiva, sulla quale la
rassicura l’uomo, di trovare un buon lavoro anche
in Italia.
Dopo un anno dal suo arrivo e con una situazione
lavorativa ancora non soddisfacente, la signora
rimane incinta e vive con molta fatica la gravidanza
(al suo paese le avevano detto che non avrebbe
potuto avere figli).
I genitori riferiscono difficoltà precedenti al
momento di crisi e alla nascita della bambina
legate alla modalità di concepire la coppia.
Rispetto alla socializzazione il papà si sente
costantemente invaso nei suoi spazi personali da
amici e conoscenti della mamma.
La signora fatica ad andare d’accordo con la
famiglia del suo compagno, che secondo lui
stravede per lei, sentendosi spesso vittima di
stereotipi.
La signora riferisce di sentirsi a volte come
“prigioniera” in Italia, la bambina ha sancito la
permanenza del rapporto, che per lei era vissuto,
prima della gravidanza, come un “prova di
emigrazione”.
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Abdel Qader S. (2008), “Porto il velo, adoro i Queen.
Nuove italiane crescono” Sonzogno Editore
Andolfi M. (2003), “La mediazione culturale. Tra
l’estraneo e il familiare”, Franco Angeli, Milano.
Andolfi M. (a cura di) (2004) “Famiglie immigrate e
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Bertolani B. (2002); “Coppie miste a Reggio Emilia”
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Fenaroli P., Panari C., (2006) “Famiglie miste e
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 Gozzoli C., Regalia C., (2005) “Migrazione e
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di valorizzazione degli interventi e delle
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Assessorato alle politiche sociali CINFORMI
centro informativo per l’emigrazione.
Cohen-Emérique M. (1999) “Choc culturel, mèthod de
formation et outil de recherche” in J.Demorgon Em
Lipiansky (a cura di) “Guide de l’interculturel en formation”
Paris
Nathan T. (1996) Princìpi di etnopsicoanalisi, Torino,
Bollati Boringhieri, 1996
Nathan T.(1996),Medici e stregoni: manifesto per una
psicopatologia scientifica, il medico e il ciarlatano (con
Isabelle Stengers), Torino, Bollati Boringhieri
Tognetti Bordogna M. (1994) “ Le famiglie patchwork:
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Società, 28,1-8.
Tognetti Bordogna M. (2001) “Legami familiari e
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