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L A
S C H E D A
P E R
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l catetere vescicale è un tubicino
che collega la vescica con l’esterno e permette di svuotarla dell’urina. Talvolta l’utilizzo del catetere
per lunghi periodi può creare disagi,
soprattutto se è stato inserito inaspettatamente, come avviene in caso
di ritenzione acuta (cioè quando diventa impossibile eliminare l’urina
per le vie normali). E’ quanto accade,
per esempio, quando la prostata si ingrossa.
In altri casi, però, si arriva al catetere
dopo lunghi periodi di perdita involontaria dell’urina (incontinenza) o
dopo numerosi, anche se saltuari, episodi di ritenzione: il catetere può allora essere una soluzione accettabile,
perché migliora le condizioni igieniche e l’autonomia della persona.
Bisogna comunque imparare alcune
norme di comportamento utili per
evitare indesiderati inconvenienti.
Il più temibile e il più frequente di
questi è senz’altro l ’infezione delle
vie urinarie, particolarmente grave
I
I L
P A Z I E N T E
L
ottare contro
l’incontinenza
PORTARE UN CATETERE PERMANENTE NON E’ CERTO
PIACEVOLE, MA IN ALCUNI CASI AIUTA A MIGLIORARE
LA QUALITA’ DELLA VITA.
soprattutto negli anziani e nei diabetici. Per impedire che si verifichi è necessario:
● lavarsi accuratamente le mani prima di toccare il catetere;
● lasciare al medico o all’infermiera
il compito di inserire il catetere e
di praticare eventuali lavaggi interni
del tubo;
● utilizzare preferibilmente un sistema a circuito chiuso, in cui cioè,
non sia necessario staccare il tubo
dalla sacca di raccolta. Se ciò fosse
necessario, è comunque opportuno
disinfettare tutta la zona e il tubo di
gomma con un tampone di garza o di
cotone idrofilo imbevuto di disinfettante iodato (tipo Betadine soluzione
o Braunol);
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Ecco
come applicare
un catetere
a condom
Srotolare
per due centimentri
il preservativo,
in modo che
il punto di inserzione
del tubo di plastica
non sia a contatto
con la punta del pene
(figura 1).
Procedere quindi
srotolando la pellicola
per altri due centimetri.
Applicare circa un grammo
di mastice adesivo
(acquistabile in farmacia)
e stenderlo con un dito
su tutta la circonferenza.
Applicare il condom
fino alla base del pene,
e tagliare con una forbice
la parte di pellicola che avanza,
in modo che non stringa
e non dia fastidio
(figura 3).
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● mantenere sempre il sacchetto di
raccolta a un livello più basso della
vescica, in modo che l’urina non vi
rientri dopo essere stata espulsa.
● se è necessario ottenere un campione di urina da far esaminare bisogna usare una siringa sterile e pungere, dopo averla disinfettata, la parte di catetere più vicina alla sacca di
raccolta;
Bisogna poi evitare l’ostruzione del
tubicino in gomma, che provocherebbe un arresto del flusso urinario, a
sua volta causa di dolori alla vescica,
spiacevoli fuoriuscite di urina dai lati
del catetere e infezioni. Per ovviare a
tale inconveniente basta:
● sincerarsi che il catetere e il tubo
che lo collega alla sacca non presentino ripiegature;
● svuotare con regolarità i sacchetti
di raccolta delle urine e mantenerli al
di sotto del livello della vescica;
● avvisare il medico o l’infermiera se
la quantità di liquido nel sacchetto diminuisce, se le urine diventano torbide o se compaiono coaguli di sangue
o di pus.
Normalmente i cateteri vanno sostituiti ogni 20 giorni circa.
E’ bene ricordare che esistono strumenti per raccogliere le urine senza
introdurre il tubo all’interno della vescica.
Per gli uomini, è possibile ricorrere ai
condom (vedi le figure in questa pagina), sorta di preservativi con annesso tubo e sacchetto, particolarmente
utilizzati in caso di incontinenza notturna.
Esistono poi sacchetti adesivi applicabili direttamente ai genitali esterni
della donna, ma sono molto più difficili da mettere e non garantiscono
sempre una tenuta stagna. In alternativa si può ricorrere a pannoloni, o
pannoloni-mutandina, e alle traverse salvamaterasso.
Esistono sacche di raccolta che
possono essere fissate alla coscia o
alla gamba, in modo da permettere
una normale vita di relazione.
Possono essere svuotate e disinfettate facilmente.
Queste informazioni le sono fornite dal suo medico di fiducia e dalla rivista Occhio Clinico