Riccardo Cassin... un mito lungo un secolo

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Riccardo Cassin... un mito lungo un secolo
Riccardo Cassin, una vita secolare e leggendaria, raccontata alla SEM
VENERDÌ 27 NOVEMBRE 2009 - ORE 21.00
CAI SEM - VIA VOLTA, 22 - MILANO
“E’ andato avanti…”, sulla vetta più alta in assoluto, dopo aver raggiunto il traguardo del secolo: un’età
nobile, quella dei cento anni… Sotto i suoi scarponi, migliaia di chilometri, percorsi in oltre 60 anni di attività
alpinistica: una vita che ha il sapore del mito e della leggenda…
E come si potrebbe descriverla diversamente, la sua vita, con un “attivo” di
circa 2.500 cime conquistate, molte delle quali ancora inviolate. Le sue
imprese si perdono davvero nel mito e nella leggenda. Nemmeno l’età
avanzata era riuscita a fermarlo: alla ragguardevole età di 85 anni, è salito
lungo la via “Luna Nascente” in Val di Mello.
Dalle Dolomiti alle Alpi, dai massicci del Nepal all’Alaska. Ha viaggiato il
mondo in compagnia dell’istinto di misurarsi con l’altitudine, la fatica, il
coraggio e il piacere di portare a termine ognuna delle sue innumerevoli
imprese.
Nato da una famiglia di umili origini, dovette subire la scomparsa del padre
Valentino, costretto ad emigrare in Canada e deceduto in un incidente in
miniera nel 1913, quando Riccardo aveva solo 29 anni. Rimasto orfano,
crebbe lungo le rive del Tagliamento, mentre imperversava la prima Guerra Mondiale. Nel 1926 si trasferì a
Lecco, dove tornò a “fare a botte con la vita” nei panni di pugile, per poi trasformarsi in alpinista negli anni
’30: la sua palestra erano le guglie delle Grigne. Ed ecco che Cassin esce dalla crisalide del giovane
immigrato friulano in cerca di fortuna e spiega finalmente le ali di alpinista delle grandi “prime”: fra queste, la
nord-est del Badile, la Ovest di Lavaredo e la Walker alle Grandes Jorassess.
La sua vita multiforme ci mostrerà, nei decenni, un Cassin partigiano, ma anche un alpinista pluripremiato
con le medaglie d’oro del regime fascista ed un efficiente capo spedizione del Gasherbrum IV, del McKinley
e del Lhotse. Era il “capocordata” che voleva sempre stare davanti, conquistandosi questo diritto col non
sbagliare mai l'obiettivo e col credere sempre nel gruppo, nella forza del fare le cose insieme...
Il libro scritto per celebrare il suo centesimo compleanno (Riccardo Cassin, cento volti di un grande
alpinista) racconta del marito, del papà, del nonno e dell’operaio che ha costruito l’officina dove ha imparato
l’arte del fabbro… ma anche dell’imprenditore, che ha saputo creare un’azienda dal nulla. In esso si
raccontano anche le sue vittorie, alcune nate e rese grandi proprio dalle personali sconfitte… come
l’ingiustizia dell’esclusione dall’avventura del K2, e la sua capacità di andare oltre, superarla e di far valere
la sua forza. Nel volume c’è tutto Cassin, insomma… con tutta la caparbietà - ma anche il coraggio positivo
- con cui ha saputo affrontare la vita e la sua lunghissima e luminosa stagione di alpinista. Quello che ha
reso ardua l’impresa della stesura del libro era che su di lui e sulle sue imprese alpinistiche (e non solo)
esistevano già interi volumi, capitoli di opere storiche, centinaia e centinaia di articoli di periodici e
quotidiani, in tutte le lingue del mondo…non era affatto facile celebrarne il centenario proponendo qualcosa
di nuovo… Ebbene, se non lo scritto, poteva essere nuova almeno la veste con cui lo si intendeva proporre:
ed ecco così nascere l’idea di un’antologia che raccontasse Riccardo, le sue vittorie e il suo ruolo nel
romanzo della montagna, attraverso la lente di 100 autori diversi. La cernita non è stata facile, perché la
mole del materiale era enorme: alcune scelte si sono rese obbligate dagli eventi che raccontavano, altre si
sono imposte per curiosità, altre ancora erano necessarie per aiutare a ricostruire la vita stessa di Riccardo.
Alcuni brani sono pubblicati per la prima volta, molti sono sconosciuti o dimenticati e le fotografie, quasi tutte
storiche, ci accompagnano sulle pareti. Grazie a questa pluralità è uscito un quadro unico, ritratto vivo di un
campione che ha sempre condiviso le proprie avventure e le proprie emozioni con gli amici. Da parte sua,
Riccardo Cassin ha impresso sulle rocce delle montagne del mondo la storia dell’alpinismo moderno:
poteva realmente essere un ottimo solista, ma ha preferito essere un grande “direttore di orchestra”. Da
vero capocordata…
Il racconto della vita di questo straordinario alpinista, reso attraverso alcune testimonianze ed una breve
“rivisitazione” del volume scritto per celebrare il suo “secolare” compleanno, sarà il tema di una serata
organizzata dalla Commissione Scientifica Culturale SEM.
Dolores De Felice e Alessandro Gogna
www.caisem.org/
Layout: Vinicio Vatteroni – [email protected]