Vetrata Maddalena

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Vetrata Maddalena
QUADERNO N. 9
BASILICA DI SAN FRANCESCO IN ASSISI
Restauro della vetrata della Maddalena
BASILICA OF ST FRANCIS IN ASSISI
Restoration of the Magdalene stained glass window
Cristo Redentore
Madonna con Bambino
Noli Me Tangere
Cena in Betania
Christ the Redeemer
Virgin with Child
Noli Me Tangere
Supper in Betania
La Maddalena nel deserto
Cristo appare alla
Maddalena come ortolano
Mary Magdalene in the
desert
Apparition of Christ as gardener to Mary Magdalene
S. Maria Maddalena
St Mary Magdalene
S. Maria di Cleofe
La Maddalena riceve
una veste dall’Angelo
St Mary of Cleofe
Mary Magdalene receives a
cloak from the Angel
S. Maria di Salomè
Seppellimento
della Maddalena
St Mary of Salomè
Burial of Mary Magdalene
Cristo difende la
Maddalena dalle accuse
di Marta
Christ defends Mary
Magdalene from Marth's
accusations
Resurrezione di Lazzaro
Resurrection of Lazarus
Incontro alle porte
di Betania
Meeting at the Betania
gates
Cristo appare
alle tre Marie
Cena in casa di
Simone Fariseo
Apparition of Christ to the
three Marys
Supper at the house of Simon Pharisee
Schema iconografico della vetrata (evidenziata la “luce” restaurata)
Iconographic scheme of the stained glass window (the restored section is highlighted)
L
a ricollocazione della quarta “luce” della vetrata della Cappella della Maddalena dopo il restauro
presso i laboratori del nostro Istituto, a meno di due anni da quando sono stati ricollocati i frammenti
della Vela di Cimabue, crollata in seguito al terremoto del 26 settembre 1997, mi sollecita a fare un paio
di brevi considerazioni.
La prima è che, ancora una volta, viene confermato nei fatti il legame fra l’Istituto centrale del restauro
(ora Istituto Superiore per la conservazione e il restauro) e la Basilica di S. Francesco in Assisi: un legame che ha inizio al momento stesso della creazione dell’Istituto e che si è poi protratto nel tempo senza
subire mai soste, se mai intensificandosi, come è successo appunto in seguito al sisma del ’97.
La seconda è che questa attività non si è limitata a prendersi cura delle opere per le quali la Basilica
è nota in tutto il mondo, voglio dire i grandi cicli di pittura murale che, con Giotto, Simone Martini,
Pietro Lorenzetti, dà origine alla pittura moderna d’Occidente. Come è noto, infatti, l’Istituto ha operato su ogni tipo di manufatto: dai dipinti su tela e tavola, ai tessuti, ai metalli, ai cuoi, ai dipinti murali
staccati , ai manufatti su carta e pergamena, ogni volta mettendo a punto metodi e tecniche innovative, rispondendo così in pieno ad uno dei suoi più importanti compiti istituzionali, quello a carattere
normativo.
E appunto in questo consiste il valore del cantiere pilota, per di più a carattere didattico, messo in
opera su una delle vetrate più significative di quello che rappresenta il più imponente complesso di
vetrate antiche del nostro Paese: con l’auspicio che i risultati ottenuti possano facilitare il reperimento
delle risorse necessarie ad estendere l’intervento non solo alle altre “luci” di questa vetrata ma anche,
come è stato reiteratamente richiesto, a tutte le altre vetrate della Basilica.
I
feel bound to make two brief observations now that the fourth section of the stained glass window in
the Magdalene Chapel of St Francis’ Basilica has been returned to its original location after being restored in the laboratories of our Institute. And it is worth remembering that this took place less than two
years after the Institute re-assembled the fragments of the “Vela di Cimabue” which collapsed during the
earthquake on 26 September 1997.
The first observation is that the link between the Central Institute for Restoration (now the Higher Institute for Conservation and Restoration) and the Basilica of St Francis in Assisi has been confirmed once
again. It is a tie that began way back when the Institute was founded and which has endured without
interruption – rather, it has strengthened over time, especially in the aftermath of the 1997 earthquake.
The second observation is that this activity goes far beyond taking care of the works for which the Basilica is renowned throughout the world – by this I mean the great cycles of wall paintings by artists such
as Giotto, Simone Martini and Pietro Lorenzetti whose example led the way to modern painting in the
West.
As we know, the Institute has dealt with all types of artworks: paintings on canvas and wood panels,
fabrics, metal objects, leather, detached wall paintings, paper and parchment items. In every case, the
Institute has devised innovative methods and techniques, thereby fully exercising one of its main institutional responsibilities, that of establishing norms and good practices.
This represents the chief value of the pilot worksite, along with its clear teaching purpose, set up to restore one stained glass window out of what is the most imposing group of ancient windows in Italy. I trust
that the results achieved will help towards finding the resources required to take action not only on the
other sections of the same window but also, as has been requested many times, on all the other stained
glass windows in the Basilica.
Caterina Bon Valsassina
Direttore Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro
Director of the Higher Institute for Conservation and Restoration
NUOVA LUCE NELLE VETRATE NELLA CAPPELLA GIOTTESCA DELLA MADDALENA IN ASSISI
NEW SECTION OF STAINED GLASS WINDOW IN THE GIOTTO-STYLE MAGDALENE CHAPEL IN ASSISI
D
opo circa un anno di intenso studio e lavoro tornano a splendere, nella loro interezza, le vetrate
della Cappella della Maddalena nella Basilica inferiore di San Francesco in Assisi. Un grazie sincero e
riconoscente va in primo luogo ai Responsabili dell’Istituto Centrale del Restauro, che hanno coordinato l’impegno dei restauratori, fotografi, disegnatori, chimici e fisici.
Nella imminenza dell’8° centenario dell’approvazione della Regola francescana e della sicura presenza
di Giotto in Assisi (7° centenario), cogliamo in questo compimento restaurativo un nuovo motivo per
gioire di tanta attenzione che si è aggiunta a quella della Comunità francescana del Sacro Convento.
Due anni or sono, infatti, tramite la Tecnireco, i Francescani si adoperarono per un intervento di restauro e di conservazione di tutta la Cappella giottesca, compresa la parte lapidea.
La nostra gioia e la nostra gratitudine è motivata anche da un fatto continuamente presente nel grande complesso monumentale di San Francesco: la via della bellezza è cammino verso la verità e la bontà dell’esistenza. Un impatto formidabile per chi, in Assisi, viene per crescere e rendersi più cosciente
dei vari motivi per vivere; per una cultura che è apertura, relazione, dialogo, gioiosa esperienza dell’incontro.
A
fter about a year of study and hard work, the stained glass windows of the Magdalene chapel in the
Lower Basilica of St Francis in Assisi return to their original splendour in their entirety. First and foremost, our sincere thanks go to the staff of the Central Institute for Restoration who coordinated the work
of restorers, photographers, draftsmen, chemists and physicists.
For the forthcoming 8th centenary of the Franciscan Rule and the certain presence of Giotto in Assisi
(7th centenary), we take the occasion of this restoration to give thanks for so much attention that has
been given to the Franciscan community of the Holy Convent. Two years ago, through the Tecnireco firm,
the Franciscans undertook a restoration and conservation project for the entire Giotto-style chapel, including the stonework.
Our joy and gratitude is also motivated by something that is continuously present in the great monumental complex of St Francis: the path of beauty leads towards truth and the goodness of existence. A
powerful message for those who come to Assisi to grow spiritually and to become more aware of the reasons for living; through a culture that is open to relations, dialogue and the joyful experience of meeting.
P. Vincenzo Coli
Custode
Custodian
L’impegno dell’Istituto
Centrale del Restauro per le
vetrate della Basilica
Sebbene l’Istituto centrale del restauro non abbia dedicato alle vetrate della Basilica di San Francesco la
cura ininterrotta riservata, fin dalla sua creazione, ai
grandi cicli di dipinti murali, ciononostante l’attenzione nei confronti di questa classe di manufatti, piuttosto rara in Italia e che proprio nella Basilica realizza il
complesso più rilevante, sia per quantità che per qualità, nel nostro Paese, è abbastanza antica, tanto da
avere potuto dare origine ad episodi in diverso modo
significativi.
Il primo risale a circa 20 anni fa, quando, nell’ambito di una ricognizione per via campionaria delle
decorazioni pittoriche murali della Basilica da poco
restaurate1), ho ritenuto opportuno che si profittasse
dell’occasione (in particolare la disponibilità di ponteggi mobili) per procedere a qualche “assaggio” su
alcune vetrate della Basilica Superiore – naturalmente
non a caso, ma alla luce di considerazioni a carattere ambientale, e in particolare in relazione al tipo di
esposizione.
Fallito sostanzialmente l’obiettivo principale dell’operazione, che era quello di trovare uno sponsor che si
impegnasse a garantire almeno a cadenza annuale il
controllo e la eventuale manutenzione delle decorazioni murali della Basilica (e, ovviamente, si prendesse
cura anche dell’edificio e delle altre decorazioni), non
mi restava che tentare di convincere i responsabili
ministeriali che quel tipo di operazione era pur sem1) G. BASILE, Per la prevenzione. Controllo e manutenzione di
decorazioni pittoriche in S. Francesco ad Assisi, Roma, 1989;
Work undertaken by the
Central Institute for
Restoration (ICR) in the Basilica
of St Francis, Assisi
Since its foundation, the ICR has devoted most of its
efforts to the major cycles of wall paintings in the Basilica of St Francis while paying slightly less attention to
the Basilica’s stained glass windows. However, the ICR’s
commitment goes back quite a time, and a number
of important projects have been carried out over the
years, especially since stained glass windows are quite
rare in Italy, and the Basilica has the most significant
examples in terms of quantity and quality.
The first project dates back to about twenty years ago.
As part of an inspection of the Basilica’s wall paintings
(which had recently been restored 1), I decided to take
advantage of the occasion (while movable scaffold
towers were available) to have a “look” at some of the
stained glass in the Upper Basilica – clearly not at random, but taking into account environmental factors
such as location and exposure to the elements.
Unfortunately, the main objective of the operation was
not achieved, that of finding a sponsor who would
undertake to provide for check-ups and maintenance
of the Basilica’s wall paintings at least one a year (and
clearly, to take care of the building and other decorative
features at the same time, including the stained glass
windows).
At that point, the only choice I had was to convince
the ministerial powers that such an operation could
always be considered under the heading of “restoration”
1) G. BASILE, Check-ups and maintenance of wall paintings in the
Basilica of St Francis, Assisi, Rome, 1989.
pre rubricabile sotto la denominazione di “restauro” e
che pertanto non avrebbero commesso nessun abuso
assegnando, anno dopo anno, all’Istituto le ridottissime risorse necessarie a noleggiare per un mese un
ponteggio da montare in corrispondenza di un singolo complesso decorativo e a rimborsare le spese di
missione ai restauratori dell’Istituto che vi avrebbero
lavorato.
Si era cominciato così dalla Cappella di S. Martino,
cercando di conciliare l’esigenza di intervenire sui
complessi restaurati per primi con l’opportunità di
procedere secondo un programma funzionale anche
dal punto di vista logistico e in quell’occasione, anche
per sottolineare nei fatti la necessità di un approccio
non limitato ad una particolare tipologia di manufatti, le stesse restauratrici che avevano eseguito i saggi
due anni prima (Roberta Bollati e Elisabeth Huber)
effettuarono una serie di osservazioni, indagini e saggi operativi allo scopo di dare una prima definizione
dello stato di conservazione della vetrata e di mettere
a punto in maniera generale metodi e tecniche di intervento, che avrebbero inoltre consentito di fare una
previsione di massima ma realistica dei tempi e delle
risorse necessarie al restauro dell’intera vetrata.
Contestualmente (e sempre in parallelo con la concomitante attività di monitoraggio ambientale delle due
Basiliche e della Tomba del Santo) venivano effettuate
rilevazioni microclimatiche nell’intercapedine tra la
superficie della vetrata e la controvetrata messa in
opera (qui come sulle altre vetrate) agli inizi degli anni
’702) .
2) G. BASILE – S. MASSA, Controllo ambientale e fruizione:
S. Francesco in Assisi, in “Atti 49° Congresso nazionale ATI”, Perugia, 1994, vol. IV, pp. 93-98; G. BASILE-S. MASSA, Esperienze di
so they would not be risking anything by assigning to
the Institute, year by year, the small amounts required
to rent scaffolding for a month – to be erected in front
of a single decorative feature – and to refund the mission expenses for the Institute’s restorers who would
carry out the work.
Accordingly, work began on St Martin’s Chapel, attempting to reconcile the need to take action first of all
on restored areas with the opportunity to undertake
a programme that was feasible in terms of logistics.
To emphasise the need for an approach that was not
limited to a particular type of artwork, the same restorers who had worked on the stained glass window two
years previously (Roberta Bollati and Elisabeth Huber)
carried out inspections and took samples in order to get
a preliminary idea of the window’s state of conservation, and to establish in principle the general methods
and techniques to be used. This would also enable us
to make a realistic estimate of the time and resources
required for the restoration of the whole window.
At the same time (and alongside monitoring the environment in the two Basilicas and the saint’s tomb),
microclimatic checks were carried out in the air gap
between the stained glass itself and the double glazing
which had been put in place (here, as with the other
windows) in the early 1970s 2).
2) G. BASILE – S. MASSA, Controllo ambientale e fruizione: San
Francesco in Assisi, in “Proceedings of 49th national congress
ATI”, Perugia, 1994, vol. IV, pp. 93-98; G. BASILE-S. MASSA, Esperienze di prevenzione precedenti al sisma del 26.9.’97 e proposte
per il futuro, in Il cantiere pittorico della Basilica Superiore di S.
Francesco in Assisi, Proceedings edited by G. Basile, Assisi, 2001,
pp. 435-446
Nel caso delle vetrate, a differenza che per i dipinti
murali già quasi tutti restaurati nel corso di una ventennale campagna di interventi da parte dell’Istituto
centrale del restauro e della competente Soprintendenza umbra, l’obiettivo era, evidentemente, quello
di riuscire a restaurarle, e pareva che la cosa potesse
andare a buon fine perché proprio in quegli anni a
cavallo tra gli ’80 e i ’90 si era accentuato l’interesse
per quei tipi di manufatto ritenuti tradizionalmente
“minori” (o “applicati” o “industriali”) e pertanto – si
sosteneva- non passibili di restauro secondo i principi
ormai consolidati per le opere d’arte “maggiori”, tanto
da porsi la necessità di mettere a punto tante specifiche “carte del restauro” (per gli strumenti musicali, per
i tessuti, per i mobili e, appunto, auspice in particolare
il Corpus Vitrearum Medii Aevi, per le vetrate).
Non ritenendo sufficiente effettuare una mera contestazione a livello metodologico generale l’Istituto volle
incrementare la propria attività in quel campo per
potere offrire esempi concreti di restauro di vetrate
realizzati alla luce della teoria e della prassi ereditate
da Cesare Brandi e comunemente impiegate per tutti
gli altri tipi di manufatti artistici.
A metà degli anni ’90 vennero pertanto recuperati,
restaurati e poi adeguatamente conservati dentro appositi contenitori parecchi frammenti di vetrate di varia epoca e provenienza conservati nei magazzini del
Museo-Tesoro della Basilica. Inoltre, fu restaurato un
antello quattrocentesco raffigurante la Madonna con
due aggiunte decorative ottocentesche, poi esposto in
museo con un sistema di illuminazione che scattava
prevenzione precedenti al sisma del 26.9.’97 e proposte per il futuro, in Il cantiere pittorico della Basilica Superiore di S. Francesco in
Assisi, Atti a cura di G. Basile, Assisi, 2001, pp. 435-446
Unlike the wall paintings (nearly all restored over a
period of twenty years by the ICR and the Umbrian
Superintendence), the aim with the stained glass windows was clearly to carry out full restoration. And this
did indeed seem possible since at that time (late 1980s,
early ’90s) there was growing interest in artefacts which
were traditionally considered “minor” (“applied” or “industrial”) and therefore – it was felt – not subject to the
consolidated principles of restoration for “major” works
of art. This led to the publication of specific restoration
manuals (for musical instruments, fabrics, furnishings
and, in particular, the “Corpus Vitrearum Medii Aevi”,
for stained glass windows).
Since it was not worth contesting the methodology
in general terms, the Institute decided to increase its
activity in that field in order to put forward tangible
examples of stained glass restored according to Cesare
Brandi’s theories and practice, widely employed for all
other types of artworks.
Therefore, in the mid-1990s, numerous fragments of
stained glass from various periods and sources, kept in
the storerooms of the Basilica’s Museum-Treasury, were
recovered, restored and suitably packed away in special
containers. In addition, a 15th century work depicting
the Virgin with two 19th century decorative additions,
was restored and put on display in the museum (with
a special lighting system that switched on only when
visitors approached the work and which could be adjusted to highlight the oldest parts).
Moreover, the aftermath of the earthquake on 26 September 2007 revealed a completely unexpected aspect
– on close examination, none of the stained glass windows in the Upper Basilica were found to be damaged
or even to have suffered micro-lesions.
While the scaffolding was available, a full inspection of
solo quando il visitatore si avvicinava all’opera e che
poteva essere parzializzato in modo da evidenziare la
parte più antica o quelle più recenti.
Il sisma del 26 settembre 2007 servì a mettere in rilievo caratteristiche assolutamente imprevedibili, dato
che ad una meticolosa ricognizione delle vetrate della
Baslica Superiore risultò che nessuna ne era uscita
danneggiata e neppure microlesionata.
Potendo fruire dei ponteggi, venne eseguita una ricognizione completa delle vetrate , documentandone
in altrettante tavole grafiche i materiali impiegati, lo
stato di conservazione, i restauri “pregressi”, cioè tutto
quello che può servire sapere prima di intraprendere
un intervento di restauro3) .
Anche stavolta, però, la realtà non ha corrisposto alle
aspettative, nonostante che a sostegno della ipotesi
ricorrente di imminenti soluzioni positive fosse stato
organizzato presso il Sacro Convento ad Assisi perfino
un Seminario specialistico sui problemi conservativi e
di restauro delle vetrate4).
Non si riuscì, infatti, a farle diventare oggetto di intervento in occasione dell’attività di conservazione
e restauro rivolta all’edificio e ai suoi dipinti murali
danneggiati dal terremoto, né si è riusciti finora a trovare il mitico sponsor disposto ad accollarsi l’onere
pesantissimo di restaurare il più importante complesso di vetrate in Italia.
Sicchè ancora una volta l’Istituto si è trovato a dove-
the stained glass windows was carried out, and graphic
documents were prepared showing the materials used,
the state of conservation and previous restoration work
– in other words, all the information required to undertake a full restoration programme 3).
However, this time too, the actual outcome did not live
up to our expectations, in spite of the fact that a specialised seminar on preserving and restoring stained glass
windows 4) was held at the Sacred Convent in Assisi, on
the assumption that the outcome would be positive.
Unfortunately, it was not possible to include the stained
glass windows as part of the conservation and restoration of the building and its wall paintings damaged by
the earthquake, nor was it possible to find a sponsor
prepared to take on the heavy cost of restoring the most
important series of stained glass windows in Italy.
3) M. ANGELINI-R. BOLLATI, Le vetrate della Basilica Superiore:
ricognizione dello stato di conservazione e proposta per una documentazione organica, in Restauri in S. Francesco ad Assisi. Il cantiere dell’Utopia, a cura di G. Basile, Perugia, 2007, pp. 213-222
3) M. ANGELINI-R. BOLLATI, Le vetrate della Basilica Superiore:
ricognizione dello stato di conservazione e proposta per una documentazione organica, in Restauri in S. Francesco ad Assisi. Il cantiere dell’Utopia, edited by G. Basile, Perugia, 2007, pp. 213-222
4) Il seminario era presieduto da Enrico Castelnuovo, ma non è
stato possibile finora pubblicarne gli atti.
4) To date, it has not been possible to publish the proceedings of
this seminar chaired by Enrico Castelnuovo.
Once again, the task fell to the Institute, within the
limits of its competence and resources, of assisting the
organisations who were formally required to prevent
further deterioration, by making available a complete
example of how to proceed, not only in terms of methodology but also scientifically and technically, for the
benefit of whoever was responsible for restoring this
and other stained glass windows in the Basilica. The
model included a study of the interactions between the
windows and their surroundings prepared by the Institute’s physics laboratory.
re surrogare , nei limiti delle sue competenze e delle
risorse assegnategli, gli enti cui tocca per legge di occuparsi di prevenire l’ulteriore progredire del degrado,
mettendo a disposizione di chi si troverà ad intervenire sulle restanti zone della vetrata, nonché sulle altre
vetrate della Basilica,un esempio completo di come
procedere sia a livello metodologico che scientifico
e tecnico, ivi compreso – ma stavolta con intervento
diretto del laboratorio di Fisica dell’Istituto - lo studio
delle interazioni manufatto-ambiente.
Giuseppe Basile
F i g . 2 - L a s t re d i
Perspex posizionate
provvisoriamente al
posto dei pannelli
rimossi.
Temporary Perspex
sheets replacing
panels removed for
restoration
Fig. 1 - Smontaggio di un pannello
Dismantling a panel
Fig. 3 - Sezione stratigrafica di un frammento di vetro viola
ottenuto alternando strati di color porpora e strati di vetro blu.
Cross-section of violet glass fragment obtained by alternating
layers of purple and blue glass
Fig. 4 - Particolare in cui si evidenzia la grisaglia utilizzata in due
diluizioni diverse (una più chiara e una più scura) sulla superficie
interna delle lastrine
Detail showing grisaille used in two different dilutions (one clearer,
the other darker) on the internal surface of the glass pieces
Fig. 6 - In
alcune zone
la gr isaglia
è stata stesa
anche sulla
superficie
esterna per
rafforzare il
disegno.
In some areas, the grisaille was
also applied
on the external surface to
reinforce the
outline
Fig. 5 - Particolare effetto decorativo ottenuto rimovendo parte
della grisaglia già stesa.
Detail of decorative feature obtained by removing part of the
grisaille previously applied
Fig. 7 - Particolare dei piombi originali e della loro saldatura
Detail of original leading and the joints
10
Fig. 8 - Corrosione per punti sulla superficie esterna delle
lastrine
Spotted corrosion on the external surface of the glass pieces
Fig. 9 - Strati alterati bruni presenti sulle superfici interne delle
lastrine e localizzati in prossimità dei piombi
Fig. 10 - Alterazione nerastra presente su entrambe le superfici
delle lastrine collocate nella parte bassa della vetrata
Altered brown layers on the internal surface of the glass pieces,
adjacent to the leading
Blackish alteration on both surfaces of the glass pieces, from the
lower part of the window
Fig. 12 - Depositi presenti sulla superficie interna delle lastrine
Deposits on the internal surface of the glass pieces
Fig. 11 - Piombi di
riparazione inseriti
per risarcire lastrine
fratturate
Leading used to
repair broken glass
pieces
11
Fig. 13 - Rimozione dei piombi di riparazione
Removal of leading used for repairs
Fig. 15 - Lastrine estratte dal reticolo dei piombi e posizionate
sullo schema del pannello
Glass pieces extracted from the leading and positioned on the
restoration panel
12
Fig. 14 - Rimozione di residui di mastice applicati in precedenti
restauri
Removing traces of putty applied during previous restoration
work
Fig. 16 - Pannello con lastrine in parte estratte
Panel with extracted glass pieces in position
Fig. 17 - Ricomposizione di una
lastrina fratturata
con l’ausilio di un
nastro adesivo
trasparente
Repairing a broken piece using
transparent adhesive tape
Fig. 18 - Integrazione di una lacuna presente in una lastrina con
resina colorata
Filling in a lacuna on a glass piece using coloured resin
Fig. 19 - Tassello di pulitura
Implement for cleaning
Fig. 20 - Telai di rinforzo (indicati dalle frecce rosse) realizzati in
acciaio inossidabile e posizionati secondo le linee principali del
reticolo dei piombi
Reinforcing frame (shown by red arrows) in stainless steel, positioned according to the pattern of the leading
13
Figg. 21 e 22 - Quarta luce della vetrata prima e dopo il
restauro
Fourth section of the stained glass window, before and after
restoration
Figg. 23 e 24 - Cena
in casa di Simone
Fariseo prima e dopo
il restauro
14
“Supper at the house
of Simon the Pharisee”,
before and after restoration
Fig. 25 - Veduta della vetrata dall’esterno con la controvetrata
di protezione
View of window from outside, with double glazing protection
Fig. 26 - Veduta della vetrata dall’interno
View of stained glass windows
15
Indagini, restauro
e ricollocazione
SURVEYS RESTORATION
AND RELOCATION
Nell’ottobre del 2007 una delle “luci” (la quarta) della
vetrata della cappella della Maddalena è stata smontata e portata nei laboratori dell’Istituto Superiore per
la Conservazione ed il Restauro (ISCR) di Roma, per
esservi sottoposta ad interventi di conservazione e restauro, accompagnati dalle necessarie indagini scientifiche e da una sitematica documentazione grafica e
fotografica a carattere digitale.
Le “luci” della Vetrata sono complessivamente quattro
ed ognuna è costituita da sei pannelli; in alto è presente un grande rosone e altre piccole finestre. Nel 1970 a
protezione delle vetrate originali è stata posizionata
una controvetrata.
Il lavoro ha richiesto un anno di tempo e la collaborazione di diverse professionalità, sia interne che
esterne all’Istituto: restauratori, fotografi, disegnatori,
chimici, fisici , storici dell’arte.
In October 2007, one of the “sections” (the fourth) of
the stained glass window in the Magdalene chapel was
dismantled and taken to the laboratories of the Higher
Institute for Conservation and Restoration (ISCR) in
Rome, to undergo conservation and restoration, together with scientific surveys and systematic graphic
and photographic documentation using digital equipment.
The “sections” of the stained glass window are four in
all, and each one is made up of six panels; above, there
is a large rose window and other smaller ones. In 1970,
double glazing was installed to protect the stained
glass.
The work took a year with the collaboration of various
experts from the Institute and externally: restorers,
photographers, draughtsmen, chemists, physicists, art
historians.
Interventi preliminari
I sei pannelli sono stati rimossi dopo aver smontato la
controvetrata con l’ausilio di un ponteggio collocato
sia all’interno che all’esterno della cappella e al loro
posto sono stati posizionati pannelli di Perspex sui
quali erano stati riprodotti con tecnica fotografica i
singoli riquadri. In laboratorio sono poi stati rimossi
i telai .
Preliminary interventions
The six panels were removed after dismantling the
double glazing, using scaffolding erected inside and
outside the chapel. The glass was replaced with temporary Perspex panels on which the individual scenes were reproduced photographically. Once in the laboratory,
the frames were removed.
Tecniche di produzione
Nei pannelli sono presenti vetri caratterizzati dai seguenti colori: verde- sia chiaro che scuro-, blu, giallo
in diverse tonalità, rosso e viola oltre a vetro incolore.
I vetri sono stati colorati mediante l’aggiunta di ossidi
16
Production techniques
A few glass colors were used for the panels: bright green,
dark green, blue, various tones of yellow, red and violet.
Usually, to obtain the colors, metallic oxides were added to the melting glass, except for the red glass obtained by a flashing process. A thin coat of colored glass
metallici alla miscela vetrificabile. Il vetro rosso è stato
preparato interponendo un sottile strato rosso tra due
strati incolore (vetro incamiciato) mentre quello viola
alternando due strati di color porpora a due strati di
vetro blu. Questa tecnica era comunemente usata
nelle vetrate medievali nord europee per ampliare la
gamma cromatica.
I pezzi di vetro sagomati secondo il disegno della
vetrata sono stati tagliati da lastre di diversi colori e
rifiniti con il grisatoio. La pittura dei singoli pezzi per
tracciare linee, contorni e ombreggiature è stata effettuata con la grisaglia, materiale costituito da vetro
bassofondente e particelle di ossidi coloranti di ferro o
rame, stemperati in un medium legante. È stata usata
con diverse diluizioni: una per linee scure, un’altrapiù chiara- per le ombreggiature. Particolari effetti
decorativi sono stati ottenuti eliminando in parte la
grisaglia già stesa che, solitamente, è stata applicata
sulla parte interna delle lastrine, anche se talvolta il
disegno è rafforzato anche dall’esterno.
La grisaglia è stata fissata alla lastrina di vetro mediante successiva cottura.
La maggior parte dei piombi in opera erano originali
e prodotti colando il piombo fuso in uno stampo; essi
circondano ogni pezzo di vetro formando una sorta di
reticolo, i cui incroci sono stati saldati con lo stagno.
Deterioramento.
Le lastrine di vetro e il reticolo di piombi si presentavano in condizioni relativamente buone, almeno ad
una prima osservazione. I vetri posizionati nella parte
superiore mostravano, tuttavia, una corrosione per
punti nella superficie esterna e sottili strati brunastri
sulla superficie interna, soprattutto vicino ai piombi. Le lastre collocate nella parte bassa della vetrata
is applied on a base colorless glass. Also, the violet was
made by alternating strata of purple and blue glass.
Additionally, clear, colorless glass was used.
The glass pieces were cut from different colors sheets
of glass, and often the edges were refined by grozing.
The pieces obtained in this way were then painted
with grisaille, using different brushes. It consists in a
painting made of fine glass powder, colored by iron or
copper oxides, diluted in a medium and fixed onto the
glass, after drying, by a firing process. This grisaille was
applied using two different dilutions: one for very dark
lines, the other for shadows. Some of the decorative frames were achieved by scratching off part of the grisaille
before firing. The grisaille is mostly applied onto the
inner surface of the glass, but some of the drawings are
reinforced on the external side as well.
Most of the original lead cames were rather well preserved. They were produced by casting the molten metal
into moulds. Each glass piece was surrounded by a lead
came and all the joints of the lead structure were then
soldered on both sides of the panel.
Deterioration
The stained glass window and the original lead matrix seemed to be in relatively good condition. The
glass surfaces of the upper panels show little corrosion
pits on the outside, and thin black corrosion stains
on the interior surface, especially near the cames. In
contrast, the bottom half of the lower panel is almost
entirely blackened by glass weathering on both sides.
The conservation of the grisaille, on the other hand, is
reasonably good. There are only little points where one
can notice some loss, seemingly due to abrasion during
previous restoration work. Both the glass and grisaille
surfaces are covered with a layer of deposits.
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presentavano invece una alterazione brunastra sia
sulla superficie esterna che interna. In buono stato
di conservazione appariva la grisaglia, con mancanze
limitate riconducibili probabilmente a precedenti
interventi di restauro. Piuttosto estesa la presenza di
piombi di riparazione, collocati per risarcire lastrine
di vetro fratturate, che rendevano difficoltosa la lettura del disegno.
Infine, sulle superfici interne ed esterne dei vetri erano presenti depositi superficiali ben aderenti.
Analisi chimiche
Le analisi chimiche sono state condotte con lo scopo
di caratterizzare i vetri e le grisaglie oltre che identificare i processi di alterazione.
A tale scopo, dalle lastrine sono stati prelevati piccoli
frammenti analizzati mediante microscopia ottica e
microscopia elettronica a scansione con microanalisi
a raggi X sia a dispersione di energia che di lunghezza
d’onda.
I depositi superficiali sono stati studiati mediante
diffrazione di raggi X: tali analisi hanno consentito di
mettere a punto il metodo di pulitura più idoneo.
Composizione del vetro
I risultati delle analisi dimostrano che i vetri sono di
tipo silico-potassico-calcico ottenuti fondendo miscele di silice e ceneri di piante continentali. Questo tipo
di vetro è caratteristico della produzione del centro
Europa tra il XII e il XV secolo. Solo il vetro verde scuro
ha una composizione diversa con una concentrazione
elevata di piombo, che ne aumenta la stabilità chimica.
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During previous repairs most of fractured glass pieces
were mended with strips of lead covering the glass
fracture, and their ends soldered to the adjacent cames,
disfiguring the design.
Analytical investigations
The aim of the analyses was to get information on the
nature and composition of the glass and the grisaille,
to identify their weathering phenomena.
Optical microscopy, scanning electron microscopy and
X-ray microanalysis were used to investigate small
fragments sampled from broken glass pieces.
Furthermore some deposits, both on the inner and the
outside face of the window, were analyzed by X-ray
diffraction in order to guide the choice of the cleaning
method and products to be used.
Glass composition
The glasses were obtained by melting silica and continental plant ash producing a ‘potash-lime-silica glass’.
This is typical of central Europe glassmaking between
the 12th and 15th centuries.
An exception was a dark green glass containing a very
high concentration of lead.
The specific technique used to realize red and violet
glass (incamiciato or layered glass) was commonly
employed in northern Europe stained glass windows to
widen the range of colors.
Grisaille composition
The grisailles result to be heterogeneous, being made
of a scarce glassy phase and red pigment particles. The
red pigment is made of iron oxide (probably hematite)
particles.
Composizione delle grisaglie
Le grisaglie sono risultate molto eterogenee, costituite
da scarsa fase vetrosa e da particelle di pigmento rosso, a base di ossido di ferro, probabilmente ematite.
Alterazione del vetro
Le composizioni dei vetri analizzati sono classificabili come poco durevoli, soprattutto per la modesta
quantità di silice. Tutti i frammenti presentano quindi
evidenti fenomeni di alterazione (opacizzazione, imbrunimento, corrosione per punti) più evidenti sulla
superficie esterna e nei pannelli localizzati nella parte
bassa della vetrata. Solo il vetro verde scuro si presenta in condizioni migliori, essendo costituito da un
vetro con una maggiore stabilità chimica.
Negli strati di vetro alterati, formati da materiale poroso e fragile, sono presenti sali formatesi per interazione con l’ambiente esterno mescolati a residui
provenienti da trattamenti precedenti. Strati alterati
sono presenti anche sotto le grisaglie, indebolendone
l’adesione.
Il restauro
Dopo lo smontaggio, i singoli pannelli vetrari sono
stati numerati in maniera da poterli identificare facilmente all’interno della finestra e per poter iniziare
la documentazione grafica. Questa è stata realizzata
usando il software AutoCAD, ed aveva lo scopo di sviluppare cinque tematiche: materiali costitutivi, tecniche esecutive, indagini diagnostiche, interventi precedenti e stato di conservazione, intervento di restauro.
Come prima fase, dai singoli pannelli sono stati rimossi i telai in ferro preesistenti mediante la semplice
apertura delle legature metalliche e sono stati eliminati i piombi di restauro tagliando o dissaldando il
Glass weathering
Due to the low silica and high modifiers contents, the
potash-lime-silica glass of the investigated stained
window can be classified as low-durable. All the glass
pieces exhibit marked surface weathering phenomena
(opacification , darkening, micro pitting) which are
more evident on the outside surface and in the lower
panel. Only the green lead glass pieces are better preserved. This difference is due to the different chemical
durability of the two types of glass.
Salts and materials coming from the environment or
used in previous restoration work have infiltrated the
porous weathered glass layers. These layers often extend
under the paintwork affecting its stability.
Restoration
The first step was to number the panels, to identify
them within the window and begin the process of
graphic documentation using the software AutoCAD.
Graphic documentation was carried out to illustrate
and develop five main themes: materials and technology, diagnostic investigations, previous intervention,
condition, and treatment.
The intervention began by removing the supporting
iron frame, detaching its metal ties and removing the
mending leads by cutting or de-soldering them.
Mortar and mastic from previous interventions were
carefully removed on both sides of the panels .
The chemical cleaning was performed with a chelating
agent able to transform the concretions into more soluble complexes. This was then followed by mechanical
cleaning using the scalpel under a magnifying lens. At
the end of the cleaning process, in order to remove the
residues of the solution left on the surface, an extraction poultice was applied on the treated areas.
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piombo stesso.
Residui di malta e i mastici applicati in precedenti interventi sono stati rimossi da entrambe le superfici.
La pulitura chimica è stata eseguita con un agente
chelante, cioè capace di trasformare le concrezioni in
complessi più solubili. Successivamente la pulitura è
stata rifinita con l’ausilio di bisturi e lente d’ingrandimento. Allo scopo di rimuovere ogni residuo di
sostanze chimiche, la pulitura è stata completata con
impacchi estrattivi di acqua e polpa di carta, applicati
nelle aree interessate.
Per alcuni pannelli è stato necessario aprire il reticolo
di piombi onde eliminare le parti deteriorati e di restauro (piombi di riparazione) e per poter estrarre le
lastrine che non potevano essere incollate ed integrate
correttamente in situ.
Prima di procedere all’incollaggio con una resina
epossidica fluida, i vetri fratturati sono stati accostati
coll’ausilio di nastro adesivo trasparente. Parti mancanti e fratture che non combaciavano bene sono state integrate con resina epossidica colorata, in modo
da restituire unità ottica alle lastrine. Le lacune sono
state colmate con resina epossidica opportunamente
colorata, dopo aver sigillato le parti mancanti con lastre di cera.
In interventi di restauro precedenti, molte lastrine trasparenti del bordo perimetrale erano state sostituite e,
allo stato attuale, si presentavano plurifratturate e lacunose, perchè spesso troppo sottili. Per questo motivo è stato scelto di sostituirle con lastrine vitree nuove
con colore e spessore più vicini a quelli originali. Tutte
le lastrine inserite durante l’intervento sono state contrassegnate con l’indicazione dell’anno (2008) inciso
con una punta diamantata.
Il reticolo dei piombi originale è stato conservato il
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With some panels it was necessary to open the lead
matrix to eliminate the deteriorated cames, parts of the
mending leads, and extract the broken glass pieces that
could not be properly glued in situ.
Fractures were joined with a self-adhesive tape before
proceeding gluing with a fluid epoxy resin. Missing
parts and larger cracks needed an integration of colored epoxy to reconstruct an optical unity. The lacunae
were temporary sealed with wax sheets and filled with
the appropriate colored fluid resin.
Many border glass pieces were replaced in past restorations. As they were generally too thin, they often had
missing areas and diffused fragmentation. For this reason, we preferred their total replacement with a more
suitable glass that had color and thickness comparable
to the original. All new pieces introduced in the present
restoration were marked ‘2008’ with a diamond drill.
The original lead came was saved except for sections
which were too deteriorated or warped. If a segment of
lead from the outside perimeter was replaced, we used
a lead came reinforced with a core of steel. A lead-tin
alloy was employed for soldering any open joints of
the lead work. A traditional putty was used, made of
powder calcium carbonate and linseed oil, to seal the
space between the glass elements and the lead cames.
This operation was carried out on the outer surface,
and only if locally required on the inner one.
The six iron supporting frames we found in situ were
not reused because of their excessive weight and diffused corrosion. New supporting structures were made
out of stainless steel bars following the main lines of
the lead-work, avoiding interferences in the drawing as
it was before.
Regarding the reinstallation of the stained glass window, we used the original mounting system. But first,
più possibile, ad eccezione di poche sezioni troppo
deformate o deteriorate. Per la sostituzione di parti
del reticolo perimetrale sono stati usati piombi avente
un’anima rinforzata d’acciaio. Per saldare tutti i giunti
aperti è stata usata una lega stagno-piombo e per sigillare gli spazi tra il vetro e le alette del piombo è stato
utilizzato un mastice tradizionale, composto di carbonato di calcio ed olio di lino, applicato sulla superficie
esterna e solo in alcune aree di quella interna.
Si è scelto di non riusare i vecchi telai in ferro che
rinforzavano i pannelli, perchè giudicati eccessivamente pesanti e corrosi. Sono stati quindi realizzati
nuovi telai in acciaio inossidabile che seguono le linee
principali del reticolo di piombi senza tagliare le scene
come i telai precedenti.
Per rimontare i pannelli vetrari nel vano della finestra
è stato usato il sistema di montaggio originale. Prima
del montaggio i residui elementi in ferro sono stati
puliti, trattati con un inibitore di corrosione e antiossidante e, infine, verniciati.
the original structural iron elements fixed to the stone
frame were cleaned, treated with a rust inhibitor, an
antioxidant, and protected by a varnish.
Authors: Bollati Roberta, Huber Elisabeth, Prunas Maria
Elisabetta, Santopadre Paola, Verità Marco
Project director: Dott. Giuseppe Basile
ICSR restorers: Roberta Bollati, Elisabeth Huber, Maria
Elisabetta Prunas in collaboration with Marina Angelini from
the “Soprintendenza Archeologica di Roma”. The students of
the ISCR: Emiliano Catalli, Domizia Colonnello, Massimiliano
Massera, Maura Mereu, Monica Pastorelli, Elena Raimondi,
Laura Rivaroli.
Private restorers: Giulia Barella and Manuela Moraldi
ISCR physicist: Dott. Carlo Cacace
ISCR chemist: Dott.ssa Paola Santopadre
Chemist from the “Stazione Sperimentale per il Vetro”, Dott.
Marco Verità, , Venice.
ISCR photographer: Angelo Rubino.
Documentation Department of the ISCR: Maria Antonietta
Gorini and Sergio Tagliacozzi
ISCR draftsman: Eugenio Criscuolo
Stainless steel supporting frames realized by Studio Forme,
Rome, Italy
Roberta Bollati, Elisabeth Huber,
Maria Elisabetta Prunas, Paola Santopadre, Marco Verità
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LA CAPPELLA
THE CHAPEL
La cappella venne dedicata dal committente Tebaldo
Pontano, vescovo di Assisi dal 1296 al 1329, a S. Maria
Maddalena, cioè alla Maria di Magdala dei Vangeli ma
con tutte le trasformazioni subite nel Medioevo alla
luce di leggende allora largamente circolanti e raccolte
nella Leggenda Aurea di Jacopo da Varazze.
Le cappelle laterali della Basilica Inferiore furono
costruite negli ultimissimi anni del Duecento per
rispondere al desiderio di alcune potenti casate di
disporre di cappelle gentilizie accanto alla tomba del
Santo, a quel tempo ancora nella collocazione originaria all’incrocio del transetto con l’unica navata della
Basilica Sepolcrale.
Per potere mettere in comunicazione le cappelle con
la navata si rese necessario l’abbattimento della muratura perimetrale in corrispondenza della zona centrale di ognuna di esse, distruggendo, di conseguenza,
buona parte delle 4 scene della vita del Santo (e delle
4 scene del Nuovo testamento a riscontro nella parete
di fronte) che il grande Maestro anonimo, chiamato
dagli storici dell’arte, appunto in quanto autore del
primo ciclo figurativo monumentale di pittura murale
in Basilica, “Maestro di S. Francesco”, aveva dipinto
circa quarant’anni prima.
Proprio allo stile di questo artista viene solitamente
accostato lo stile del maestro vetraio che, a cavallo tra
la fine del sec. XIII e i primissimi del XIV, rappresentò
scene della vita e della leggenda della Maddalena,
talora ibridandola con quella di S. Maria Egiziaca,
oltre alle immagini “iconiche” del Redentore, e delle
sorellastre della Madonna S. Maria di Cleofa e S. Maria
Salome.
La cappella venne poi dipinta a fresco, sempre con
The chapel was dedicated by the Tebaldo Pontano,
bishop of Assisi from 1296 to 1329, to St Mary Magdalene, that is the Mary Magdala of the gospels but with all
the transformations undergone in the Middle Ages in
the light of legends widely circulating at the time, and
collected in the Leggenda Aurea by Jacopo da Varazze.
The side chapels of the Lower Basilica were built in the
late 13th century for wealthy local families so that their
chapels could be near the Saint’s tomb, at that time still
in its original position where the transept crosses the
single nave of the Sepulchre Basilica.
To allow the chapels to communicate with the nave,
the perimeter wall corresponding to the central part of
each chapel had to be demolished, thereby destroying
much of the four scenes of the Saint’s life (and the four
scenes from the New Testament on the facing wall)
which an anonymous maestro had painted about forty
years earlier. Since he is the author of the first cycle of
figurative wall paintings in the Basilica, he is referred
to as the great “Maestro di San Francesco” by art historians. This artist’s style is reflected in the style of the
master glass painter who, in the late 13th and early
14th centuries, depicted scenes from the life and legend
of Magdalene, sometimes combining them with Santa
Maria Egiziaca, as well as “iconic” images of the Redeemer, and the Virgin Mary’s half-sisters Santa Maria di
Cleofa and Santa Maria Salome.
The chapel was then painted with frescoes, again with
Stories of Magdalene, by a great painter who some say
might be Giotto or one of his pupils strongly influenced
by Giotto’s art, as shown by some close resemblances to
works in the Scrovegni chapel (Resurrection of Lazarus, “Noli me tangere”) which Giotto painted between
Storie della Maddalena, da un pittore grandissimo,
che alcuni identificano nello stesso Giotto, altri in
qualcuno dei suoi più grandi allievi, e comunque con
legami strettissimi con l’arte di Giotto, come dimostrano alcune desunzioni quasi letterali dalla Cappella
Scrovegni (Resurrezione di Lazzaro, Noli me tangere),
da lui dipinta tra il 1303 ed il 1305.
I sostenitori della autografia di Giotto ritengono di
avere trovato un sostegno in un documento del 4 gennaio 1309 del notaio Giovanni Alberti da Assisi, rinvenuto nell’Archivio comunale di Bevagna, nel quale
il pittore Palmerino di Guido restituisce un prestito a
nome proprio e di “Giotto di Bondone da Firenze”1).
1303 and 1305.
Giotto’s authorship has gained credibility from a document dated 4 January 1309 drawn up notary Giovanni
Alberti da Assisi, found in the municipal archives of
Bevagna, in which the painter Palmerino di Guido
pays back a loan in his own name and in the name of
“Giotto di Bondone” from Florence 1).
1) “ …Iolus Iuntarelli, per se et suos heredes, fecit finem et refutationem …Palmerino Guidi, stipulanti pro se et Iocto Bondoni de
Florentia, de L libris denariorum cortonensium , quos sibi dare et
solvere tenebantur causa mutui …”
( Atto notaio Iohannes Alberti de Assisio, Bevagna, Arch. Comun.,
busta 14c, fasc. E, f. 13 v. )
1) “ …Iolus Iuntarelli, per se et suos heredes, fecit finem et refutationem …Palmerino Guidi, stipulanti pro se et Iocto Bondoni de
Florentia, de L libris denariorum cortonensium , quos sibi dare et
solvere tenebantur causa mutui …”
(Deed drawn up by notary Iohannes Alberti de Assisio, Bevagna
municipal archives, envelope 14c, file E, sheet 13 v. )
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MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITA’ CULTURALI/ MINISTRY FOR CULTURAL HERITAGE
ISTITUTO SUPERIORE PER LA CONSERVAZIONE E IL RESTAURO
HIGHER INSTITUTE FOR CONSERVATION AND RESTORATION
Caterina Bon Valsassina
Direttore/ Director
GRUPPO DI PROGETTAZIONE
Giuseppe Basile Coordinamento e progettazione complessiva degli
interventi/ Coordination and overall project planning
Roberta Bollati Coordinamento e progettazione per gli interventi
di restauro; preposto alla sicurezza/ Coordination and planning of
restoration; responsible for security
Elisabeth Huber Coordinamento e progettazione per gli interventi
di restauro; Vice preposto alla sicurezza/Coordination and planning
of restoration; deputy for security
Rita Batacchi Progettazione delle opere di accantieramento/ Planning the worksite
Rocco D’Urso Progettazione delle opere provvisionali/ Planning
provisional works
Carlo Cacace per il rilevamento microclimatico in situ/ for microclimatic measurements in situ
Angelo Rubino per il rilievo e la documentazione fotografica/ for
surveys and photographic documentation
Maria Antonietta Gorini per la documentazione grafica/ for graphic
documentation
Sergio Tagliacozzi per la documentazione grafica/ for graphic documentation
Eugenio Criscuolo per l’assistenza tecnica meccanica/ for mechanical and technical assistance
Allievi/Students
Emiliano Catalli, Domizia Colonnello, Massimiliano Massera,
Maura Mereu, Monica Pastorelli, Elena Raimondi, Laura Rivaroli
UFFICIO DIREZIONE DEI LAVORI
Giuseppe Basile Direzione lavori/ Works director
COLLABORATORI ESTERNI
Direttori Operativi
Bollati Roberta per gli interventi conservativi e di restauro e la didattica/ for conservation and restoration, and didactics
Elisabeth Huber per gli interventi conservativi e di restauro e la didattica/ for conservation and restoration, and didactics
Maria Elisabetta Prunas per gli interventi conservativi e di restauro
e la didattica/ for conservation and restoration, and didactics
Rita Batacchi per le opere di servizio e di accantieramento/ for services and worksite
Rocco D’Urso per le opere di servizio e di accantieramento e per
la sicurezza in fase di esecuzione/ for services and worksite, and for
security during execution
Paola Santopadre per la caratterizzazione dei materiali costitutivi/
for documenting constituent materials
Giuseppe Guida per la caratterizzazione dei materiali costitutivi/ for
documenting constituent materials
Marina Angelini Soprintendenza archeologica di Roma-interventi
conservativi e di restauro/ Archaeological superintendence, Rome
- conservation and restoration
Marco Verità Stazione sperimentale del vetro, Murano - analisi
campioni di vetro con mappature degli elementi/ Glass workshops,
Murano, analysing glass samples and mapping elements
Giulia Barella, Manuela Moraldi interventi conservativi e di restauro/ conservation and restoration
Studio Forme snc – Roma realizzazione nuovi telai/ producing new
canvases
Sergio Fusetti – Tecnireco, Assisi smontaggio e rimontaggio “luce”
vetrata - copia 1:1 “luce” vetrata/ dismantling/assembling glass “section”, with copy 1:1
Marilena Bertozzi – Artmediastudio, Firenze documentario/ documentary
Resurrezione di Lazzaro prima e dopo il restauro
Resurrection of Lazarus before and after restoration
SACRO CONVENTO DI S. FRANCESCO IN ASSISI / HOLY CONVENT OF ST FRANCIS IN ASSISI
ISTITUTO SUPERIORE PER LA CONSERVAZIONE E IL RESTAURO / HIGHER INSTITUTE FOR CONSERVATION AND RESTORATION
a cura di / edited by Giuseppe Basile
Assisi, Dicembre / December 2008
SACRO CONVENTO DI SAN FRANCESCO IN ASSISI - Piazza S. Francesco, 2 - 06081 ASSISI (PG) - Tel. (075) 819001 - fax (075) 816187
Grafica: VIGNATI
Stampa: TIPOGRAFIA METASTASIO - ASSISI