testo narrativo - “Einaudi”, Rimini

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testo narrativo - “Einaudi”, Rimini
ANALISI DEGLI ELEMENTI DEL TESTO NARRATIVO
Elementi narratologici:
 il rapporto e la distinzione tra la fabula (o storia) - intesa come insieme degli avvenimenti
susseguentisi secondo il normale ordine cronologico - e l’intreccio (o discorso), cioè
l’organizzazione data dal narratore a tali avvenimenti;
 lo schema narrativo, che nei romanzi tradizionali è pressoché fisso, con situazione iniziale di
equilibrio (detta esordio) che viene turbata (per esempio, l’intervento dei bravi per mandare a
monte il matriìmonio di Renzo e Lucia ne I Promessi Sposi), varie peripezie, in un crescendo di
tensione che raggiunge il massimo (detto Spannung, per esempio, sempre ne I Promessi Sposi, il
rapimento di Lucia), fino alla conclusione che ristabilisce un equilibrio (detto scioglimento, non
necessariamente positivo);
 l’articolazione del racconto in sequenze, cioè in segmenti narrativi di contenuto unitario e di
senso compiuto. Si distinguono le sequenze della fabula, cioè le singole parti o porzioni di cui
essa è composta, dalle sequenze dell’intreccio, che contengono elementi in aggiunta o anche
insignificanti ai fini della fabula, ma significativi nelle intenzioni dell’autore. Le sequenze,
inoltre, possono avere carattere dinamico, quando “movimentano” la narrazione, o statico,
quando non si riferiscono ad avvenimenti ma “si soffermano” per descrivere o dare spiegazioni
o argomentare, esprimere riflessioni ecc.
personaggi: reali o immaginari, “a piatto”, “a tutto tondo” ecc.; in base al ruolo svolto nelle
vicende si distinguono
 il protagonista, cioè la figura principale, al centro dell’azione,
 l’antagonista, cioè colui che contrasta l’azione del protagonista,
 l’oggetto, cioè il personaggio oggetto dell’interesse del protagonista,
 l’aiutante, colui che agevola il protagonista o l’antagonista,
 le figure secondarie e le comparse.
L’insieme delle relazioni esistenti tra i personaggi può dar luogo a un “sistema dei personaggi” nel
quale ciascuno non ha significato per sé, ma in relazione agli altri.
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tempo: bisogna distinguere fra
o tempo della storia, in cui si svolgono i fatti narrati (che, se nel testo vi sono sufficienti
indicazioni, si può calcolare),
o e tempo del discorso, che è il tempo presentato dal narratore (per esempio…).
I rapporti fra tempo della storia e tempo del discorso variano per ordine e durata:
o l’ordine di successione degli avvenimenti nel discorso può coincidere o meno con
quello della storia: quando non coincide si hanno fenomeni di
 anticipazioni (prolessi: per esempio….)
 o di ritorni indietro (flash-back o analessi: per esempio il racconto della vita della
Monaca di Monza ne I Promessi Sposi);
o la durata degli avvenimenti può coincidere in intreccio e fabula, oppure variare, con
rallentamenti o accelerazioni del tempo narrativo rispetto a quello reale (velocità
narrativa), o sospensioni (ellissi narrativa: per esempio….);
spazio: la rappresentazione dello spazio può assumere valore oggettivo (come in …) o
simbolico (come in …); può servire da sfondo alla storia oppure interferire con essa (per
esempio …) o addirittura avere un ruolo determinante (in …) ; può essere unitaria nel corso
della narrazione, oppure variare;
invenzione e realtà: si intende il rapporto creato dall’autore tra la sua invenzione artistica e
l’esperienza reale, che può esprimersi in modi diversi, per esempio come:
o rispecchiamento realistico di situazioni vere (per esempio in …),
o deformazione grottesca o caricaturale (vedi …),
o invenzione di mondi fantastici o inverosimili (come in …) ecc.
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narratore: cioè la voce cui è affidata la funzione di narrare la storia, può essere
o assente dalla storia (come ne I Promessi Sposi); questo tipo di racconto è detto
“eterodiegetico”;
o presente come personaggio della vicenda (protagonista, come nelle Ultime lettere di
Jacopo Ortis o nella Coscienza di Zeno o nel Fu Mattia Pascal; oppure non protagonista
come il giovane Adso nel Nome della rosa); questo tipo di racconto è detto
“omodiegetico”.
Può essere inoltre:
o esterno al racconto e onnisciente, in quanto conosce tutto della materia narrata, i suoi
precedenti, i suoi sviluppi ecc. e ed è in grado di giudicare da un punto di vista superiore
(come nel caso de I Promessi Sposi);
o interno al racconto e calato in tanti punti di vista e livelli di conoscenza dei fatti quanti
sono i personaggi (come nel caso de I Malavoglia);
punto di vista: o focalizzazione, è la prospettiva scelta dal narratore per raccontare una storia
ed esprime il suo livello di conoscenza delle vicende narrate. Può essere di tre tipi:
o focalizzazione zero: il narratore (onnisciente) conosce tutta la storia, lo sviluppo delle
vicende, gli stati d’animo dei personaggi, esprime giudizi ecc. (come ne I Promessi
Sposi);
o focalizzazione interna: il narratore riferisce quanto apprende dai suoi personaggi e
quindi costruisce la storia a poco a poco attraverso i punti di vista di uno o più
personaggi (come ne I Malavoglia);
o focalizzazione esterna: il narratore ignora aspetti fondamentali della vicenda e si
“eclissa”, limitandosi a registrare ciò che oggettivamente vede, senza manifestare giudizi
o commenti (come nel romanzo giallo);
tecniche narrative: per esprimere voce e pensieri dei personaggi sono utilizzate varie tecniche:
o discorso diretto (o “scena” o “citazione”), tipico della focalizzazione esterna, è
introdotto di solito da un verbo dichiarativo;
o nel discorso diretto libero, invece, è omesso il verbo dichiarativo e le parole dei
personaggi sono riferite direttamente come in un testo teatrale
o il discorso indiretto è quello in cui il narratore riferisce discorsi e pensieri dei
personaggi dal suo punto di vista; è introdotto da un verbo dichiarativo + la
congiunzione subordinante; è tipico della focalizzazione zero con narratore onnisciente;
o nel discorso indiretto libero sono omessi verbi dichiarativi e congiunzioni subordinanti
e discorsi e pensieri dei personaggi sono inseriti nella narrazione e si confondono con
quelli del narratore; è tipico della focalizzazione interna.
Vi sono poi due tecniche tipiche delle narrazioni novecentesche:
o il monologo interiore, con cui un personaggio esprime i suoi pensieri, a voce alta o
mentalmente, senza riorganizzarli in sequenze temporali o logiche;
o il flusso di coscienza, in cui pensieri, idee, ricordi, associazioni mentali sono riportati
così come si presentano, senza alcuna rielaborazione razionale.
usi linguistici e stilistici: l’autore, in base alle sue personali opzioni ideologiche ed estetiche e
all’ambientazione del testo, alla caratterizzazione culturale e sociale dei personaggi, al contesto
storico, sceglie il registro linguistico e stilistico (tra formale o addirittura aulico, medio e
informale: cfr. A3) e di conseguenza può variare nelle scelte sintattiche (ad esempio, uso dei
tempi verbali, costruzione del periodo a prevalenza paratattica o ipotattica ecc.), nelle scelte
lessicali (uso di arcaismi o tecnicismi, di termini dialettali ecc.) e nell’uso delle figure retoriche
(cfr, supra).
OPERAZIONI DI ANALISI NARRATOLOGICA
Fabula
e  Riassumi in poche parole la fabula e l’intreccio, evidenziando eventuali
intreccio
differenze e discordanze.
Schema
 Identifica nel testo i principali elementi dello schema narrativo tradizionale.
narrativo
 Se la narrazione non corrisponde allo schema tradizionale, descrivi la
particolare modalità utilizzata dall’autore.
Sequenze
 Identifica le sequenze, distinguendo le sequenze della fabula da quelle
dell’intreccio.
 Identifica la tipologia delle sequenze.
PERSONAGGI
Personaggi  Identifica i ruoli dei personaggi principali.
 Descrivi sinteticamente la caratterizzazione (fisica, psicologica, ideologica,
sociale, culturale ecc.) dei personaggi.
 Riconosci personaggi “a piatto” o “a tutto tondo”.
 Prova a ricostruire nel testo narrativo analizzato un “sistema dei personaggi”.
TEMPO, SPAZIO, INVENZIONE E REALTÀ
tempo
 Indica quale rapporto vi sia tra il tempo della fabula e il tempo
dell’intreccio.
 Descrivi l’ordine di successione degli avvenimenti.
 Indica eventuali prolessi o flash-back o ellissi narrative.
 Indica la durata degli avvenimenti e la loro velocità.
spazio
 In quale spazio è ambientata l’opera narrativa? In quale rapporto sta
l’ambientazione con la vicenda narrata?
invenzione e realtà
 Definisci il rapporto tra invenzione e realtà (realistico, grottesco,
caricaturale, fantastico ecc.).
NARRATORE, PUNTO DI VISTA, TECNICHE NARRATIVE, USI LINGUISTICI E
STILISTICI
Narratore
 Definisci se il narratore è interno o esterno.
Punto di vista
 Definisci il tipo di focalizzazione nel testo narrativo analizzato.
Tecniche narrative
 Riconosci nel testo analizzato una o più tecniche del discorso.
Usi linguistici e stilistici
 Analizza le scelte sintattiche, lessicali, retoriche dell’autore.
LABORATORIO
Testi letterari in prosa
Come testo letterario in prosa proponiamo, per primo, una novella di Boccaccio, cui segue, dopo la
serie di quesiti, un esempio di svolgimento.
ACPr (=Analisi e Commento di testo letterario in Prosa) 1
Giovanni Boccaccio, La novella di Simona e Pasquino
1. Comprensione complessiva
Sintetizza in due righe il tema dominante della novella.
2. Analisi del testo e interpretazione
2.1 La rappresentazione dell’amore tra Simona e Pasquino rispetta il codice cortese? Quali
innovazioni vi sono introdotte da Boccaccio?
2.2 Qual è la posizione ideologica di Boccaccio nei confronti della classe sociale cui appartengono i
due protagonisti della novella?
2.3 Chi narra la storia? Quali registri linguistici sono adottati?
2.2 Quale valore assumono i verbi sollicitare e filare più volte utilizzati?
2. Approfondimento
Approfondisci il significato della sequenza narrativa con il colloquio tra il giudice e Simona e il
“sopralluogo” nel giardino dove era morto Pasquino.
SVOLGIMENTO
1.Comprensione complessiva
È questo l’unico caso in cui Boccaccio, per dimostrare che la forza naturale dell’amore può agire in
qualsiasi ambiente, rappresenta in termini tragici la passione di due giovani del “popolo minuto”.
2. Analisi del testo e interpretazione
2.1 Boccaccio, raccogliendo e ampliando il codice fissato da Andrea Cappellano, ammette che la
qualità dell’amore di Simona e Pasquino non sia inferiore a quella dell’amore tra personaggi
socialmente elevati: tuttavia propone il loro esempio come insolito (e la novella resta nel
Decameron isolata), sottintendendo tacitamente che la povertà per lo più impedisca quella piena
disponibilità di ogni energia fisica e morale che è condizione necessaria della passione. La novella
rivela con chiarezza la posizione ideologica dell’autore. L’amore e il destino tragico sottraggono i
due giovani, e soprattutto Simona che è il personaggio di maggior rilievo, alla loro condizione
sociale, esaltandone la vitalità e i sentimenti, e quindi “nobilitandoli”; Boccaccio, così
immaginando, mette in atto uno dei princìpi più importanti della sua dottrina d’amore: l’eguaglianza
degli esseri umani in ciò che è bisogno naturale (cfr. Ghismunda e il suo discorso al padre).
2.2 Questo principio egualitario nelle cose d’amore non modifica tuttavia la sua visione e la sua
valutazione della gerarchia sociale: per il ceto a cui Simona e Pasquino appartengono Boccaccio
non ha nessuna simpatia, e lo dimostra rappresentando i loro amici e compagni in modo da metterne
in luce la rozzezza, la volgarità, la potenziale violenza e contrapponendo al loro amore l’amorazzo
dello Stramba e della Lagina.
2.3 La storia degli innamorati è raccontata dalla narratrice con le sue parole: ciò permette all’autore
di usare un linguaggio che passa dal registro discorsivo e dimesso (i progetti per la merenda) a una
tonalità più alta e commossa nella perorazione finale (“O felici anime…”).
2.4 Il verbo sollicitare si riferisce inizialmente al lavoro di Simona, alla lana filata che Pasquino,
innamorato, più spesso a lei che alle altre lavoranti richiedeva, e diventa metafora erotica; tutto il
passo che precede va riletto in questa luce: il filare (e l’espressione torna in poche righe cinque
volte), l’avvolgersi della lana sul fuso indicano contemporaneamente i fili d’amore, gli
avvolgimenti del sentimento.
(da R. Ceserani – L. De Federicis, Il materiale e l’immaginario, 1, Loescher 1991, p.1027-29)
3. Approfondimento
Interessa la situazione comunicativa che vede di fronte l’umile Simona e il giudice, e l’incapacità di
Simona di rendere la propria versione dei fatti in maniera comprensibile: inferiore socialmente e
culturalmente all’interlocutore, Simona non riesce a produrre il discorso formale che ci si attende da
lei; in altre parole, il linguaggio fallisce nella sua funzione di sostituto simbolico dell’esperienza.
Condotta sul luogo della disgrazia, Simona riproduce i gesti che non è capace di significare
verbalmente, e muore come Pasquino: il Boccaccio ha colto in atto quello che oggi i linguisti
chiamano codice ristretto (cioè competenza linguistica limitata, tipica dei ceti scarsamente istruiti),
e ne fa il motivo della morte della protagonista femminile, perché i limiti della comunicazione
verbale di Simona sono la causa diretta della sua morte.
(da F. Bruni, Boccaccio. L’invenzione della letteratura mezzana, Bologna, Il Mulino 1990, p.38587)
ACPr2
Giovanni Boccaccio, Cisti fornaio
1. Comprensione complessiva
Riassumi il contenuto della novella con un testo che costituisca un’espansione della rubrica di
Boccaccio “Cisti fornaio con una sola parola fa raveder messer Geri Spina d’una sua trascurata
domana”.
2. Analisi del testo e interpretazione
2.1 Da quali elementi emerge la descrizione del personaggio di Cisti? Psicologici o materiali?
2.2 Ricerca nel testo le parole con le quali viene qualificato il lavoro di Cisti: quale valutazione del
lavoro manuale ne emerge?
2.3 Quale rapporto Cisti mostra di avere con il suo lavoro? Lo ama? Intende abbandonarlo, essendo
divenuto ricco?
2.4 In che cosa consiste la cortesia con la quale Cisti utilizza la sua ricchezza?
2.5 Quali categorie sociali sono riconoscibili in questa novella? La loro gerarchia è rappresentata
come rigida o come passibile di mutamenti e mobilità?
2.6 Analizza il sistema dei personaggi di questa novella, costituito da tre livelli sociali: quale
sistema di alleanze si crea al suo interno?
2.7 Analizza i livelli di comprensione del motto di Cisti da parte dei vari personaggi: quale tipo di
comunicazione realizzano?
3. Approfondimento
3.1 Confronta questa novella con altre, eventualmente da te lette, della sesta giornata (Forese e
Giotto, Guido Cavalcanti ecc.) mettendo in evidenza affinità e diversità (per esempio riguardo al
contenuto del motto, ai ceti sociali rappresentati ecc.).
3.2 In questa novella è tratteggiata con grande precisione la topografia del centro di Firenze nel
Trecento: utilizzando una cartina della città, confrontala con quella attuale.
ACPr3
Giovanni Boccaccio, Lisabetta da Messina
1. Comprensione complessiva
Riassumi il contenuto della novella con un testo che costituisca un’espansione della rubrica di
Boccaccio “I fratelli d’Ellisabetta………………………………”.
2. Analisi del testo e interpretazione
2.1 Attraverso quali espedienti narrativi (personaggi, blocchi narrativi ecc.) si esprime la
contrapposizione tra “amore” e “ragion di mercatura”? Vi è possibilità di incontro, confronto e
compromesso tra le logiche che sottendono ai due elementi?
2.2 Perché, secondo te, Boccaccio non riferisce mai le parole di Lisabetta? Perché anche i fratelli
appaiono muti o assai parchi di parole? Come si spiega l’assenza di dialoghi nella novella?
2.3 Come è rappresentato il personaggio di Lorenzo? Da quale punto di vista sono fornite
informazioni su di lui?
2.4 Puoi affermare che Lisabetta, benché vittima, sia in realtà la vera vincitrice della novella? In che
cosa consiste la sua vittoria? Quale messaggio ideologico di Boccaccio se ne può ricavare?
3. Approfondimento
3.1 Sviluppa un confronto tra la rappresentazione dell’amore in questa novella e altre da te
eventualmente lette (per esempio quella di Tancredi e Ghismunda, la novelletta
dell’introduzione alla IV giornata ecc.).
3.2 Secondo alcuni critici la novella può essere interpretata in chiave psicanalitica: per esempio
l’opposizione dei fratelli all’amore di Lisabetta potrebbe adombrare un rapporto incestuoso, la
testa che la donna nasconde nel vaso rappresenterebbe la proiezione di un figlio mancato
protetto in un grembo materno e che si sviluppa rigogliosamente nella pianta di basilico ecc.
Vuoi approfondire questi suggerimenti, argomentando tale tesi interpretativa?
ACPr4
Niccolò Machiavelli, lettera a Francesco Vettori del 10 dicembre 1513
1. Comprensione complessiva
Riassumi il contenuto della lettera in non più di dieci, quindici righe.
2. Analisi del testo
2. 1 Analizza la lettera di Machiavelli a Francesco Vettori dal punto di vista formale, individuando:
 le tipiche espressioni dello stile epistolare;
 le figure retoriche utilizzate, quali ad esempio metafore, similitudini, iperboli;
 le citazioni dai classici;
i diversi registri linguistici utilizzati, ad esempio, quello quotidiano, quello aulico, quello
comico, quello tragico.
2.2 C’è contrapposizione tra le attività svolte durante il giorno e quelle serali? E tra lo spazio dove
si svolgono le attività diurne e quello delle attività serali?
2.3 Quale rapporto di Machiavelli con i classici emerge dal testo? Lo scrittore attribuisce il
medesimo valore alla lettura dei poeti e a quella degli storici?
2.4 Machiavelli si rifugia nel passato per evadere dal presente o per indagare storicamente sulla
storia degli antichi per capire la contemporaneità?
2. 5 Al momento della stesura della lettera quale rapporto ha Machiavelli con l’esperienza politica e
quale vorrebbe avere?
3. Approfondimento
3.1 Inquadra l’idea di Fortuna che emerge da questa lettera con quella espressa da Machiavelli in
altri testi e dalla cultura rinascimentale in genere.
3. 2 Quale concezione dello Stato e della pubblica amministrazione esprime Machiavelli con la sua
scelta di collaborare con i Medici dopo essere stato segretario della repubblica fiorentina?
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ACPr5
Galileo Galilei, da Il Saggiatore, a cura di L. Sosio, Milano, Feltrinelli, 1965, p.38
1.Comprensione complessiva
Sintetizza in non più di cinque righe il concetto essenziale del testo.
2. Analisi del testo
2.1 Analizza il testo dal punto di vista linguistico e stilistico:
 per quanto riguarda la struttura sintattica del periodo, predomina la coordinazione o la
subordinazione?
 per quanto riguarda il lessico, prevale una terminologia tecnico-scientifica oppure no? Come
definiresti il registro linguistico di Galilei?
 sono utilizzate delle figure retoriche?
2.2 Quali tipi di filosofia (cioè di sistema conoscitivo dell’“universo”) Galilei, polemizzando con
l’interlocutore, contrappone tra di loro?
2.3 Quale funzione Galilei attribuisce alle figure geometriche e alla matematica?
2.4 Quale risulta da questo passo la posizione di Galilei nei confronti delle possibilità conoscitive
del razionalismo?
3. Approfondimento
Ricollega la tesi espressa da Galilei in questo passo alla sua più generale concezione di metodo.
ACPr6
Carlo Goldoni, Il Mondo e il Teatro, da Prefazione dell’autore alla prima raccolta delle sue
Commedie
1. Comprensione complessiva
Esprimi in una breve frase il concetto essenziale espresso da Goldoni in questo passo.
2. Analisi del testo
2. 1 Quale rapporto Goldoni dimostra di avere con la tradizione teatrale scritta?
2. 2 Quali insegnamenti Goldoni ricava dal libro del Mondo e da quello del Teatro?
2. 3 In che modo l’insistenza sull’esperienza diretta della realtà e della pratica teatrale rientra nella
mentalità illuminista?
3. Approfondimento
Verifica la messa in pratica delle dichiarazioni di Goldoni nelle sue commedie, facendo riferimento
esplicito a quelle a te note.
ACPr7
Giacomo Leopardi, “Entrate in un giardino ...”, Zibaldone di pensieri, 19-22 aprile 1826
1. Comprensione complessiva
Esegui il riassunto del passo leopardiano in non più di tre righe.
2. Analisi e interpretazione del testo
2.1Analizza il testo dal punto di vista lessicale distinguendo le parole con valenza positiva,
esprimenti piacevoli sensazioni o impressioni, da quelle con valenza negativa, esprimenti
“souffrance”.
2.2 Spiega, alla luce di questo passo, il concetto di “pessimismo cosmico” (secondo una consueta
definizione critica).
3. Approfondimento
3.1Confronta l’elenco dei mali del giardino con quello dei mali che affliggono l’uomo nel Dialogo
della Natura e di un Islandese.
3.2 Confronta la rappresentazione e il significato del giardino in questo passo leopardiano con altri
giardini della tradizione letteraria italiana: per esempio, il giardino di Venere nelle Stanze di
Poliziano, di Alcina nell’Orlando Furioso, di Armida nella Gerusalemme Liberata, quello del tatto
nell’Adone di Marino.
3.3 Il giardino leopardiano può essere accostato all’Eden biblico? Il male per Leopardi è causato
dalla colpa dell’uomo come nella tradizione giudaico-cristiana?
ACPr8
Alessandro Manzoni, Promessi Sposi cap. 5 (Il palazzotto di don Rodrigo)
1. Comprensione complessiva
Riassumi il contenuto del passo in non più di cinque rigle.
2. Analisi e interpretazione
2.1 Rintraccia le immagini relative alla descrizione del paesaggio. Hanno funzione simbolica?
2.2 Rintraccia le espressioni relative alla descrizione degli abitanti e delle loro suppellettili,
soffermandoti in particolare sulle connotazioni psicologiche.
2.3 Rintraccia infine le espressioni relative alla descrizione del palazzo (in particolare le finestre
rade, piccole, le inferriate e i “due grandi avvoltoi”). Ti pare che il narratore attraverso la
rappresentazione del “palazzotto” ci voglia fornire anche un ritratto di don Rodrigo?
2.4 Analizza il linguaggio: soffermati sui diminutivi e gli aggettivi (per esempio, “piccola capitale
del suo piccolo regno”) e spiega quale impressione e quale giudizio vogliano suggerire al lettore.
2.5 In questo passo compare il narratore di primo grado, l’anonimo: quale funzione assume qui in
particolare e nel romanzo in generale?
3.Approfondimento
Inquadra il passo nel contesto dell’opera.
ACPr9
Giovanni Verga, I Malavoglia, cap. XV (l’autoesclusione del vinto)
1. Comprensione complessiva
Riassumi il contenuto informativo del testo in 15-20 righe.
2. Analisi del testo e interpretazione
2. 1 ‘Ntoni dal carcere ritorna alla casa del nespolo “tanto …mutato” (riga 3), in uno stato pietoso: è
mutato solo nell’aspetto fisico o anche interiormente? Motiva la tua risposta.
2. 2 “Anch’io allora non sapevo nulla, e qui non volevo starci, ma ora che so ogni cosa devo
andarmene” afferma ‘Ntoni (righe 63-64): spiega il significato di questa battuta, dopo aver chiarito
quale lezione di vita ha appreso il personaggio.
2. 3 “Gli altri …capivano che egli faceva bene a dir così (rr. 22-23): perché l’estraneità di ‘Ntoni
appare una necessità anche per i membri della sua famiglia?
2. 4 “Soltanto il mare gli brontolava la solita storia lì sotto, in mezzo ai fariglioni, perché il mare
non ha paese nemmeno lui” (rr. 73-74): indica quale figura retorica viene impiegata e a quale scopo.
Quale rapporto lega il personaggio e il paesaggio? Quale valore simbolico assume il mare?
2. 5 Perché, a tuo parere, l’autore, nel finale de I Malavoglia, insiste in modo tanto consapevole
sulla figura di ‘Ntoni?
3. Approfondimento
3. 1 Confronta ‘Ntoni con altri “esclusi” verghiani (Rosso Malpelo, la Lupa ecc.).
3. 2 Confronta la pagina conclusiva de I Malavoglia con quella de I Promessi Sposi, a proposito di:
 differenza tra il reiterato “ho imparato” di Renzo e il “so” di ‘Ntoni;
 analogie e differenze tra Renzo e ‘Ntoni come vittime della Storia;
 indagine sulle rispettive scelte di tecnica narrativa.
ACPr10
Gabriele D’Annunzio, L’attesa di Andrea Sperelli, Il Piacere, Libro I
1. Comprensione del testo
Riassumi il contenuto del testo in non più di 10 righe.
2. Analisi del testo e interpretazione
2.1 Analizza il primo paragrafo: quale figura retorica riconosci nell’incipit? Quale effetto produce
l’uso dell’imperfetto? L’accenno al clima primaverile pur nella stagione invernale quale valore
simbolico può assumere?
2.2 Quale ruolo assume nella vicenda narrativa il passaggio dallo spazio aperto di Roma al chiuso
delle stanze della dimora patrizia di Andrea Sperelli? Ti pare che alla lunga esse producano un
senso di claustrofobia?
2..3 Analizza la descrizione dell’arredamento: come riflette il gusto e gli ideali estetici del
protagonista del romanzo e di D’Annunzio stesso?
2.4 Analizza le tecniche narrative: che tipi di narratore e di focalizzazione sono qui utilizzati?
Rimangono costanti per tutto il brano? Riconosci un flashback? Dove è utilizzato il discorso
indiretto e dove il discorso indiretto libero?
3. Approfondimento
Il motivo del fuoco, riconoscibile in questo passo, è centrale in tutta la produzione dannunziana:
motiva la sua importanza alla luce di altre letture.
ACPr11
Italo Svevo, La “Prefazione “ della La coscienza di Zeno
1. Comprensione del testo
Elenca le microsequenze in cui si articola la Prefazione.
2.Analisi del testo
2.1 Quali informazioni apprendiamo dalla lettura del testo riguardo alla figura di Zeno (età
approssimativa, condizioni di salute, terapia, vita precedente, carattere ecc.)?
2.2 Quali caratteristiche psicologiche connotano il personaggio del dottore?
2.3 Svevo non ha dato al personaggio del dottore un nome definito: formula delle ipotesi su tale
scelta.
2.4 Quali elementi del discorso del dottore inducono una preventiva diffidenza del lettore nei
confronti del narratore, ma anche nei confronti del dottore? Quali effetti produce il distanziamento
che ne deriva tra lettore e materia del romanzo durante tutta la lettura?
3. Approfondimento
Secondo lo psicoanalista Cesare Musatti (Svevo e la psicoanalisi, in “Belfagor”, XXIX, 1974, 2, pp.
129-144), nella figura del dottor S. ha trovato espressione la profonda ambivalenza di Svevo verso
la psicoanalisi e verso Freud, identificato con il dottor S. in base a una forma di transfert negativo.
Motiva e commenta questo giudizio alla luce delle conoscenze biografiche di Svevo in tuo possesso
e del contenuto complessivo della Coscienza di Zeno.
ACPr12
Luigi Pirandello, Una giornata, da Novelle per un anno
1.Comprensione complessiva
Riassumi il contenuto informativo del testo in non più di dieci dieci righe.
2. Analisi e interpretazione del testo
2. 1. Quale equazione puoi rilevare tra il tempo del titolo e il tempo narrato nella novella?
2. 2. A che cosa possono essere accostati (e di che cosa possono essere simbolo) l’essere “buttato
fuori” (riga 1), la “violenza patita” (riga 4), la “espulsione” (righe 10 e 20)?
2. 3. In quali passi della novella il narratore esprime dubbi sulla realtà che sta vivendo?
2. 4. Qual è il “torto” di cui il protagonista si dichiara colpevole nel nono paragrafo (righe 31-50)?
2. 5. In quali passi della novella riconosci il tipico motivo pirandelliano della “forma”, cioè del
ruolo, dell’apparenza esterna imposta agli individui dalla convivenza umana?
2. 6. Quale valore simbolico pensi di poter dare agli oggetti che il protagonista trova in tasca
(paragrafo 12, righe 66-88)?
2. 7. Quale valore simbolico pensi di poter dare allo “specchio” (riga 139)? In quale famosa opera
pirandelliana questo oggetto assume un ruolo importante?
2. 8. Quale idea di tempo è offerta dall’immagine degli “occhi ... da bambino” che guardano il “viso
da vecchio” (righe 141-143)?
2. 9. Individua nella novella le parole (sostantivi, aggettivi, avverbi, verbi ecc.) appartenenti all’area
semantica del tempo. Quale funzione narrativa e ideologica svolgono nei punti del testo in cui sono
collocate?
3. Approfondimenti
3. 1. Come si collega la rappresentazione del tempo in questa novella con altri fenomeni culturali in
atto nel primo Novecento? A quale idea tradizionale di tempo si contrappone e si sostituisce?
3. 2. Come si inserisce questa novella (composta nel settembre del 1935) nell’ultima fase di
produzione letteraria di Pirandello?
3. 3. Può questa novella considerarsi una metafora della biografia di Pirandello e una sorta di suo
testamento ideale?
ACPr13
Cesare Pavese, La casa in collina (“Niente è accaduto. Sono a casa da sei mesi … e si dimentica di
uscire più.)
1. Comprensione del testo
Suddividi in sequenze e riassumi il brano in non più di 15 righe.
2 Analisi del testo e interpretazione
2.1. Qual è l’atteggiamento dello scrittore nei confronti della morte?
2.2 Traccia i caratteri essenziali del personaggio di Corrado.
2.3 Spiega e commenta il seguente passo: “Questa guerra ci brucia le case. Ci semina di morti
fucilati piazze e strade. Ci caccia come lepri di rifugio in rifugio. Finirà per costringerci a
combattere anche noi, per strapparci un consenso attivo”.
2.4 Ti sembra che Pavese sia un fanatico della guerra? Perché dice che “verrà un giorno che
nessuno sarà fuori della guerra … E allora forse avremo la pace”?
3. Approfondimento
Collega questo passo con altri romanzi di Pavese da te eventualmente letti. In mancanza di tali
letture, confrontalo con testi di altri scrittori contemporanei o non, nei quali ricorre lo stesso tema
dell’esperienza della guerra e della Resistenza.
ACPr14
Primo Levi, Il disgelo, La tregua, Einaudi 1963 (“Nei primi giorni del gennaio 1945… portare la
notizia ai compagni”.)
1. Comprensione del testo
2 Analisi del testo e interpretazione
2.1Ricava un’interpretazione del significato di questo passo e del messaggio che l’autore vuol
trasmettere dall’analisi delle scelte linguistiche e stilistiche:
 uso di un lessico caratterizzato da una certa patina letteraria;
 scelta di connettivi che segnalano razionali rapporti di causa-effetto;
 la frequenza di forme con in- privativo;
 metafore tratte dal linguaggio di scienziato (quale Levi era in effetti);
 anafore;
 abbondanza di sinonimi;
 polisindeto e asindeto;
 uso di termini con valenza religiosa.
3. Approfondimento
3.1 Confronta questa pagina, iniziale de La tregua, con quella finale di Se questo è un uomo,
rispetto al quale costituisce elemento di collegamento.
3.2 Approfondisci uno dei temi toccati da Levi in questo passo, per esempio il tema della vergogna,
ponendolo a confronto con un’opera successiva, I sommersi e i salvati, pubblicata nel 1986.
ACPr15
Umberto Eco, L’arrivo all’abbazia, Il nome della rosa, (“Era una bella mattina … la sommità del
monte”.)
1. Comprensione complessiva
Riassumi il contenuto del brano in non più di dieci righe.
2. Analisi del testo e interpretazione
2.1Quali elementi del linguaggio del narratore riproducono la cultura di un monaco del tardo
Medioevo?
2.2Quale significato assume la contrapposizione tra la chiarezza dei segni riferiti alle cose
“prossime” e l’oscurità di quelli delle “cose ultime”? puoi riconoscervi la contrapposizione tra
razionalismo e misticismo?
2.3In quali passi del testo puoi riconoscere il rimando a generi della contemporanea letteratura
d’intrattenimento (poliziesco, “horror” ecc.)?
2.4Quale registro linguistico è adottato dall’autore? Come è ottenuta una patina d’arcaismo?
3. Approfondimento
Quali elementi del romanzo di Umberto Eco, riconoscibili anche in questo passo, possono essere
accostati al gusto postmoderno (cfr. B4, laboratorio)? Quali sono, tuttavia, le principali differenze
rispetto agli altri scrittori postmoderni (specialmente americani)?
Testi non letterari
ACTNL (=Analisi e Commento di testi Non Letterari) 1
Italo Calvino, L’antilingua, in "Il Giorno", 3 febbraio 1965, poi in Una pietra sopra, Einaudi,
Torino, 1980
1. Comprensione generale
Quale fu l’occasione per Calvino di scrivere questo articolo?
2. Analisi e interpretazione
2.1Quali sono le principali obiezioni di Calvino a Pasolini?
2.2 Analizza il primo paragrafo nel quale nel quale l’autore trascrive un discorso in gergo
burocratico.
3. Approfondimento
Il neologismo inventato da Calvino, “antilingua”, può essere considerato sinonimo di
“burocratese”? Vale ancora oggi la sua ironica critica? Illustra la tua risposta con esempi tratti
dall’odierno linguaggio.
Esempio di svolgimento
1.
Intervenendo nel dibattito suscitato dalle tesi di Pasolini sul “nuovo italiano”, Italo Calvino scrisse
sul quotidiano "Il Giorno", nel febbraio 1965, un articolo che è rimasto famoso, di cui il passo sopra
riprodotto costituisce la prima parte.
2.
2.1Calvino obietta che in pericolo […] è […] la funzionalità della lingua, la sua capacità di
comunicare in modo semplice ed efficace: nell’amministrazione, nella politica, nei giornali, si è
diffuso uno stile inutilmente complicato, artificioso e astratto, incapace di nominare le cose
direttamente, che lui definisce l’antilingua. Se la diffusione di termini tecnici si innesta su questa
base, non farà che peggiorare ulteriormente la capacità comunicativa dell’italiano.
2.2 Nel primo paragrafo Calvino dà un brillante saggio di trascrizione di un discorso elementare ma
efficace in un gergo burocratico, imitando alla perfezione abitudini linguistiche purtroppo ancora
assai diffuse. Alcuni procedimenti di trascrizione sono:
- introduzione di inutili tecnicismi (“stufa” > “impianto termico”);
- scelta dei termini più generici e astratti (“bottiglieria” > “esercizio”);
- sostituzione di un verbo concreto con un verbo “vuoto” più un nome astratto (“ho preso”
> “aver effettuato l’asportazione”).
(G. Armellini, A. Colombo, La letteratura italiana, Novecento, Antologia, Zanichelli, Bologna,
1999, p. 8. 103)
3.
Calvino aveva ragione a temere il dilagare dell’“antilingua”, del “burocratese” come modello
trainante che promuove forme neutre e distanti dall’uso corrente. Al burocrate ottemperare pare più
appropriato di rispettare, diniego di rifiuto, condizione ostativa di impedimento. È caratteristica
dell’uomo di scrivania il buttarsi, quando può, sui termini più complicati. Non si fugge “in
automobile” ma “a bordo di”, non esistono tipi e problemi ma soltanto tipologie e problematiche.
Tra fare ed effettuare o eseguire (nella vetrina di un bar della mia città ci sta scritto “Si eseguono
panini”!), tra marcia indietro e retromarcia, tra andare e recarsi, tra arrivare e pervenire, tra lode
ed encomio, tra parlare e interloquire, la scelta cade regolarmente sulla seconda delle due
possibilità. Esondare sembra più appropriato di straripare, farmaco di medicina, terapia più
prestigioso di cura, sedativo o analgesico più efficaci di calmante. Il burocrate tende al lessico
paludato, sopra le righe. Obliteratrice guarda come a un parente povero la macchinetta per
annullare il biglietto.
È il doppio binario sul quale corre la nostra oggi. Da un lato ha largo corso un più libero italiano
familiare, dall’altro preme un italiano succubo di un modello ufficiale, un tipo di linguaggio al
quale i francesi hanno affibbiato l’etichetta di langue de bois “lingua di legno”.
(G.L. Beccaria, Per difesa e per amore. La lingua italiana oggi, Garzanti, Milano, 2006, p. 20)
ACTNL 2
Gli Ossi di Montale secondo Contini
“Il mondo di Ossi di seppia è un mondo negativo……………………………
……………….sillaba soprannumeraria).
G. Contini, Letteratura dell’Italia unita, 1861-1968, Firenze, Sansoni, 1968, pp. 813-14
in Ceserani 5, 788
1.Comprensione generale
Qual è il concetto essenziale espresso da Gianfranco Contini in questo passo?
2.Analisi e interpretazione
1.1 Riconosci nel testo i riferimenti a specifiche poesie di Montale.
1.2 Riconosci gli elementi di confronto istituito da Contini tra Montale e gli altri poeti citati
(Leopardi, Pascoli, Gozzano).
1.3 Analizza il linguaggio utilizzato dal critico, riguardo a
1.4 struttura sintattica: paratassi o ipotassi? uso dei connettivi ecc.
1.5 lessico: è facile e riconoscibile a tuo parere (tenendo anche conto del fatto che il saggio da cui è
tratto il brano era destinato prevalentemente alla scuola)?
3.Approfondimento
Condividi la posizione critica di Contini? Argomenta la tua risposta.
ACTNL 3
Un lead famoso
La sera del 9 ottobre 1963 una frana piombò sulla diga del Vajont, provocando la tracimazione di
una massa d’acqua che distrusse interi paesi delle province di Belluno e Udine. I morti furono 1989.
arrivato a Belluno, dove si erano riuniti inviati di tutti i giornali, Giampaolo Pansa proseguì èrima
con mezzi di fortuna quindi a piedi, nella valle del Piave, devastata dalla spaventosa ondata di
piena. La sera inviò un servizio, pubblicato in prima pagina, datato Longarone, centoquaranta righe
di stampa, suddivise in diciotto capoversi.
(Alberto Papuzzi, Professione giornalista, Donzelli editore, Roma, 2003, p. 96)
Il lead
“Scrivo da un paese che non esiste più: spazzato in pochi istanti da una gigantesca valanga d’acqua,
massi e terra piombata dalla diga del Vajont. Circa tremila persone vengono date per morte o per
disperse senza speranza; sino a questa sera erano stati recuperati cinquecentotrenta cadaveri. I feriti
ricoverati a Belluno, ad Auronzo e a Piave sono quasi duecento”.
Giampaolo Pansa, “La Stampa” dell’11 ottobre 1963
1.Comprensione generale
Quale?
2.Analisi e interpretazione
2.1 Analizza il lead di Pansa ricercando in esso elementi tipici della scrittura giornalistica (cfr. C p.
00):
 corrisponde ai requisiti di sinteticità?
 vi sono contenute le 5W?
 vi riconosci delle figure retoriche?
2.2 Quali sono a tuo parere le ragioni per cui questo lead è tanto famoso ed è portato a esempio nei
manuali di scrittura giornalistica?
3.Approfondimento
Confronta il lead di Pansa con quelli di articoli recenti relativi a eventi luttuosi (come per esempio,
uno tsunami) e rileva differenze di stile.
ACTNL 4
Il discorso di Mario Luzi senatore a vita
“Signor Presidente, Onorevoli Colleghi, sento di dovere un ringraziamento dal profondo del
cuore a quanti, e sono molti, si sono adoperati per questa nomina che mi onora superlativamente.
[…]
No, non è un abbaglio, devo convincermi, e dunque io siedo veramente dove hanno seduto
Manzoni, Carducci, Montale, ma anche Garibaldi, Verdi, Verga.
La storia dell’Italia è salita fin qua, e addirittura qua è stata fatta. Il che è avvenuto non
infrequentemente. L’istituzione ha un grande prestigio e ha, allo stesso tempo, una parte incisiva e
determinante nella vita politica nazionale. Mi permetto di insistere su questo vocabolo che voglio
sia inteso nella pienezza che le aspirazioni tribolate e appassionate delle vicende risorgimentali e
postrisorgimentali gli hanno dato, senza diminuzioni palesi o surrettizie.
Non sono un uomo di parte, né di partito e spero neppure di partito preso. Sono qui, suppongo,
aldilà dei miei meriiti, non dico a rappresentare, ma almeno a significare un lato della nostra realtà
troppo spesso trascurato e maltrattato, quando dovrebbe essere privilegiato e sostenuto in tutte le
sue manifestazioni di splendore e di bisogno. È il settore, mi dispiace chiamarlo così, della cultura,
dell’arte, della loro storia, dei loro documenti e monumenti, della loro attualità.
Non sono un uomo di parte, dicevo, sono però un uomo di pace e tutto quanto si fa per
promuoverne e assecondarne il processo e la durata lo considero sacrosanto, inclusa qualche
inopportunità, qualche errore controproducente perdonabile con la buona fede.
Non devo dire molto di più su me stesso se non confermarmi nell’atavico sentimento comune a
tutti gli uomini della mia generazione e delle antecedenti alla mia che l’Italia è un grande paese in
fieri, come le sue cattedrali. Lo è secolarmente, non discende da una potestà di fatto come altre
nazioni europee, viene da lontani movimenti sussultori fino alla vulcanicità dell’Otto e del
Novecento. La nazione si unisce e ascende a se stessa, la sanzione di quella ascesa è lo stato, per il
quale penso si debbano avere, data la nostra storia, speciali riguardi. Revolution e amelioration
possono equamente curarlo, ma tradirlo e spregiarlo non dovrebbe essere consentito a nessuno.
Con questi pensieri e convincimenti mi associo a questo illustre consesso”.
“La Repubblica” del 2 marzo 2005
1.Comprensione generale
Sintetizza in una breve frase, anche nominale, i concetti essenziali espressi in ciascun paragrafo del
discorso pronunciato dal poeta Mario Luzi nell’ottobre del 2004 in occasione della sua nomina a
senatore a vita da parte del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi.
2.Analisi e interpretazione
2.1 Analizza il linguaggio utilizzato per questo discorso: ritieni che presenti le caratteristiche tipiche
dell’oralità o che assomigli piuttosto a un testo scritto? In tal caso a quale genere e modello di
scrittura lo avvicineresti?
2.2 Che tipo di lessico è utilizzato? Vi noti ascendenze letterarie? Vi si riconoscono dei
colloquialismi?
2.3Riconosci figure retoriche?
2.4Come interpreti la scelta di nominare Manzoni, Carducci, Montale, e Garibaldi, Verdi, Verga? In
base a quali criteri sono associati i due gruppi di nomi?
2.5 Pensi che nel penultimo paragrafo dedicato all’Italia come nazione Luzi abbia inteso trasmettere
anche un messaggio di attualità poltica? Se sì, quale?
3.Approfondimento
Collega il contenuto di questo discorso alla vita e all’opera di Mario Luzi.