cannes - Cinematografo
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RdC_Cover5_2016_copertina 29/04/16 11:10 Pagina 1 MENSILE n.5 Maggio 2016 € 3,50 s p e c i a l e nouvelle cannes n. 5 maggio 2016 autori, scoperte, rising star. Tutto sulla 69a edizione fuoco e fiamme alla maRVel al via la fase 3 con captain america: civil War e sorprese per gli X-Men Il regista spagnolo torna sulla Croisette e punta alla Palma LA MIA JULIETA PEDRO ALMODÓVAR RITROVA PASSO E INCANTO CON DUE MAGNIFICHE PROTAGONISTE Poste Italiane SpA - Sped. in Abb. Post. - D.I. 353/2003 (conv. in L. 27.02.2004, n° 46), art. 1, comma 1, DCB Milano rivista del cinematografo fondazione ente™ dello spettacolo CHILI è la più ampia videoteca on line con tutte le Prime Visioni, migliaia di film anche in HD+ e le più belle Serie TV, da vedere dove e quando vuoi. Registrati gratuitamente su www.chili.TV, avrai subito un film in omaggio. doppia cinematografo istituzionale_STAR WARS.indd 8-9 SMARTTVTV SMART BLURAY SMART TV BLURAY BLURAY PCPC TABLET PC TABLET SMARTPHONE SMARTKEY KEY TABLET SMARTPHONE SMARTPHONE SMART KINDLE SMART KEY KINDLE AND KINDLE ANDR DLE TE KEY GRANDE CINEMA E GRANDI DOCUMENTARI TARGATI I WONDER PICTURES E UNIPOL BIOGRAFILM COLLECTION STORIA, ATTUALITÀ E I RITRATTI DI INDIMENTICABILI ICONE MUSICALI: TUTTO QUESTO A MAGGIO SU CHILI ANDROID KINDLE ANDROID www.chili.tv IOS WIN8 IOS ANDROID IOS WIN8 WIN8 22/04/2016 18:09:44 scritto e diretto da CONCEPT BY Caterina Carone IN COLLABORAZIONE CON IN COLLABORAZIONE CON RdC_maggio_2016_RdC_ 29/04/16 11:02 Pagina 5 Punti di vista nuova serie - anno 86 n. 5 maggio 2016 In copertina pedro almodóvar, regista di Julieta Seguici anche su facebook Cinematografo.it EnteSpettacolo TWITTeR @cinematografoIT YoUTUbe buone notizie dal Quirinale EnteSpettacolo DIrETTorE rESponSabIlE Ivan Maffeis CaporEDaTTorE Marina Sanna rEDazIonE Gianluca arnone, federico Pontiggia, Valerio Sammarco ConTaTTI [email protected] arT DIrECTor alessandro Palmieri Hanno collaboRaTo angela bosetto, orio Caldiron, Gianluigi Ceccarelli, bruno Fornara, Giuseppe Gariazzo, Gianfrancesco Iacono, Marco letizia, Massimo Monteleone, Franco Montini, luca pellegrini, Manuela pinetti, Emanuele rauco, Guido rovatti, Marco Spagnoli, Chiara Supplizi ReGISTRaZIone al TRIbUnale DI RoMa n. 380 del 25 luglio 1986 Iscrizione al r.o.C. n. 15183 del 21/05/2007 STaMPa Varigrafica - Via Cassia km 36,300 zona Ind. Settevene - 01036 nepi (VT) Finita di stampare nel mese di aprile 2016 MaRkeTInG e aDVeRTISInG Eureka! S.r.l. - Via l. Soderini, 47 - 20146 Milano Tel. 02-83427030 Fax: 02-83427032 Cell. 335-5428.710 e-mail: [email protected] DISTRIbUToRe eSclUSIVo ME.pE. Milano abbonaMenTI abbonaMEnTo pEr l’ITalIa (10 numeri) 30,00 euro abbonaMEnTo pEr l’ESTEro (10 numeri) 110 euro C/C 80950827 - Intestato a Fondazione Ente dello Spettacolo PeR abbonaRSI [email protected] Tel. 06.96.519.200 PRoPRIeTa’ eD eDIToRe prESIDEnTE Davide Milani DIrETTorE antonio Urrata uFFICIo STaMpa [email protected] CoMunICazIonE E SVIluppo franco conta - [email protected] CoorDInaMEnTo SEGrETErIa Marisa Meoni - [email protected] Roberto Santarelli - [email protected] Mattarella ai David di Donatello In occasione del ricevimento in cui il presidente della repubblica festeggia i candidati ai David di Donatello, il Capo dello Stato Sergio Mattarella ha invitato ad “intensificare il confronto, già in corso, tra le istituzioni e i protagonisti del settore per giungere presto a un esito positivo e concreto. Il riferimento è al disegno di legge di riforma del settore cinematografico approvato dal governo ad inizio anno che inizia il proprio iter parlamentare in questi giorni. Significativo che un tale monito arrivi dalla più alta carica dello Stato: un ottimo viatico. la legge vigente è sostanzialmente quella in vigore dal 1949 (salvo lievi correzioni). nella stessa occasione il ministro della cultura Dario Franceschini ha presentato gli aspetti salienti del ddl: “norme che aumentano e stabilizzano le risorse per il sostegno alla nostra cinematografia” ispirate “al modello francese, per cui chi utilizza i contenuti cinematografici contribuirà al loro finanziamento”. Il testo prevede un Fondo di 400 milioni di euro all’anno finanziato dagli introiti erariali già derivanti dalle attività di programmazione e trasmissione televisiva del cinema. Gli incentivi fiscali e i contributi per il settore saranno automatici (niente più commissioni ministeriali) calcolati secondo parametri oggettivi (risultati economici, artistici e di diffusione). Il 15% del fondo sarà per opere prime e seconde, incentivi per autori giovani, start up e per riattivare sale chiuse o aprire nuove sale. Sarà varato un piano nazionale per la digitalizzazione del patrimonio cinematografico, si rinnova il riconoscimento del ruolo delle film commission. Migliora il credito di imposta a favore dell’intero sistema, dalla produzione alle sale. Il provvedimento è il primo e decisivo passo verso la legge di sistema da tempo attesa. E’ apprezzabile perché riconosce valore e potenzialità dell’industria audiovisiva italiana. ora non resta che seguire l’iter parlamentare e la fase di decretazione perché il ddl non venga stravolto ma se possibile ottimizzato. Che al parlamento il coraggio non manchi: auguri a tutti noi. David punto e a capo a sorpresa Perfetti sconosciuti di paolo Genovese ha vinto il miglior film ai David 2016, in un’edizione che verrà ricordata per la rivincita dei generi. Sette i premi per Lo chiamavano Jeeg Robot di Mainetti, sei quelli ottenuti dal fantasy di Garrone Il racconto dei racconti. DIReZIone e aMMInISTRaZIone Via aurelia, 468 - 00165 roma Tel. 06.96.519.200 - Fax 06.96.519.220 [email protected] associato all’uSpI unione Stampa - periodica Italiana Iniziativa realizzata con il contributo della Direzione Generale Cinema - Ministero dei beni e delle attività Culturali e del Turismo la testata fruisce dei contributi statali diretti di cui alla legge 7 agosto 1990, n. 250 maggio 2016 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 5 SHO La bussola del cinema A compass, a complete guide to the public services and funding schemes offered by the Italian State and Regions for film production and distribution. An easy map to choose the best way to shoot your film in Italy. www.bussoladelcinema.com [email protected] TING IN Italian Film Commissions Highly Skilled Professionals Exclusive Facilities Extraordinary Locations Funds and Tax Credit www.italianfilmcommissions.it [email protected] RdC_maggio_2016_RdC_ 29/04/16 11:02 Pagina 7 sommario Maggio 2016 8 In vetrina News e tendenze: Ang Lee sperimenta 12 brividi di genere Viaggio nel mondo di Armando Crispino 14 capolavori di carta Le grandi sceneggiature: Se7en di Andrew Kevin Walker 16 Puglia mon amour Lecce e Bari in Festival: bilanci e previsioni 18 18 coVeR SToRY Quel genio di Pedro Almodóvar ci racconta la sua Julieta. Un dramma sulla maternità: “Un soggetto che mi appassiona moltissimo” julieta 44 24 cannes69 Si apre il sipario sulla Croisette: a caccia di sorprese. 28 Italiani? Nessuno in gara, molti comunque 30 Gli esordienti 32 I ventuno per la Palma 38 Elle Fanning, rising star 40 Kore-eda, un certo sguardo 42 A lezione da Friedkin marvel, apocalypse now 44 Doppietta Marvel 52 Captain America e X-Men: la primavera del cinefumetto 48 Spiare John le carré 24 glenn ford il top sulla croisette Il romanziere riletto dalle donne. Ci provano Susanne Bier (The Night Manager) e Susanna White (Il traditore tipo) 52 Ritratti Giù il cappello: Glenn Ford 55 I film del mese 48 Recensioni, anteprime, colpi di fulmine elizabeth debicki in the night manager 72 Dvd, blu-ray & Serie Tv Steve Jobs e The Hateful Eight. Su Netflix c’è Marseille 76 depardieu seriale 78 borsa del cinema 80 libri 82 colonne sonore maggio 2016 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 7 RdC_maggio_2016_RdC_ 29/04/16 11:02 Pagina 8 a cura di gianluca arnone Ultimissime dal pianeta cinema: news e tendenze full immersion Il nuovo film di ang lee offre un’esperienza di visione mai sperimentata prima 8 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo maggio 2016 RdC_maggio_2016_RdC_ 29/04/16 11:02 Pagina 9 N on sappiamo ancora se il nuovo film di Ang Lee cambierà la storia del cinema, ma ha tutta l’aria di volerci provare. Meriterebbe un plauso solo per questo Billy Lynn’s Long Halftime Walk, war-movie su un gruppo di eroi della guerra irachena richiamati in patria per un tour celebrativo. Dovrebbe uscire negli States l’11 novembre, per il Veterans Day ma il condizionale è d’obbligo: pure se dovesse arrivare nei cinema, come verrà proiettato? Il regista taiwanese, ormai di casa a Hollywood, si è spinto là dove non sono arrivati neppure pionieri digitali come James Cameron e Robert Zemeckis. Il film è stato realizzato donando alle immagini un nitore e un realismo mai visto finora. Lee ha combinato il 3D di ultima generazione al 4k, che quadruplica i pixel sullo schermo migliorandone la definizione. E già qui sorgono i problemi, perché la maggior parte dei proiettori 3D in dotazione nelle sale non supporta il 4K, già raro per i proiettori 2D. Ma per Billy Lynn non ci si è fermati a questo: Ang Lee ha girato a 120 fotogrammi al secondo, cinque volte il normale standard cinematografico di 24 f/sec. Se il 3D con il 4K è raro, la loro combinazione con una frequenza di fotogrammi più alta è al momento inesistente. Non ci sono sale attrezzate. Non ancora. Una è stata approntata per il footage di 11 minuti proiettato durante il NAB di Las Vegas lo scorso aprile e il risultato ha lasciato tutti di sasso: l’effetto combinato delle tre tecniche “immersive” sembra avere risolto una volta per tutti i problemi legati alla distorsione delle immagini in 3D quando c’è troppo movimento e quelli relativi alla percezione del film come se fosse un TV show HD (il difetto de Lo Hobbit di Jackson). La fluidità e il nitore garantiti da questo formato avvicinano l’esperienza di visione alla realtà virtuale, tanto che agli spettatori del NAB pareva di essere finiti dentro la battaglia. Il pioniere di questa rivoluzione è l’artista visuale Douglas Trumbull, che ha speso anni alla ricerca di qualcosa di nuovo: “Non posso descrivere - ha detto - fino a che punto si è stimolati, quale eccitazione e vividezza visiva! Non sembra tv. Sembra un nuovo medium con tutti i problemi risolti”. Bisogna capire quanto ci crederà il mercato e chi pagherà per attrezzare (nuovamente) le sale. Anche i sogni, prima o poi, devono fare i conti con la realtà. J maggio 2016 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 9 RdC_maggio_2016_RdC_ 29/04/16 11:02 Pagina 10 inVetrinaNews Che succede in città? Eventi speciali, digitali, on stage e live: tutto quello che non puoi e non devi perdere il cartellone Where to Invade Next Michael Moore fa visita ad una serie di nazioni per prenderne spunto e migliorare le prospettive degli USA. 9-11 maggio distribuito da Nexo Digital e Good Films. La diva fragile In sala 4 capolavori restaurati con Gene Tierney The Boy and the Beast Dopo Wolf Children, il nuovo film di animazione di Mamoru Hosoda, incentrato su un bambino e una strana creatura. Il 10 e 11 maggio in sala con Lucky Red. La fanciulla del West Scritto da Puccini, è considerato il primo “spaghetti western” della storia dell’opera. Col soprano olandese Eva-Maria Westbroek. Il 10 maggio in sala con 01. Queen a Night in Bohemia La strepitosa performance del gruppo all’Hammersmith Odeon di Londra, del 24 dicembre 1975 (la prima con Bohemian Rhapsody). 16-18 maggio in sala. Da Monet a Matisse La mostra della Royal Academy of Arts: dalle ninfee di Monet al Murnau Garden di Kandinskij, i giardini per i pittori moderni. 24 e 25 Maggio, Nexo Digital. 10 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo maggio 2016 Arriva nelle sale, giovedì 26 maggio, la rassegna La diva fragile: quattro film restaurati dedicati a Gene Tierney, bellissima indimenticabile attrice americana degli anni ’40 e ’50. Distribuiti nella versione restaurata in digitale da lab 80, Il cielo può attendere di Ernst lubitsch, un film realizzato nel 1943 che ancora oggi sa trascinare gli spettatori tra accadimenti inaspettati e momenti di grande ilarità; Il fantasma e la signora Muir di Joseph l. Mankiewicz del 1947; Vertigine di otto preminger del 1944; e Femmina folle di John M. Stahl del 1945. una raccolta di titoli che usciranno nelle sale italiane sia in forma di rassegna che proiettati singolarmente. “Con la riedizione in digitale di quattro film interpretati da Gene Tierney – spiega angelo Signorelli di lab 80 film – riprende un progetto che fino a una decina di anni fa costituiva l’asse portante della nostra attività di distribuzione. per il “rientro in società” abbiamo scelto quattro film interpretati da una grande attrice, quattro film che portano la firma di registi importanti, che hanno riservato a Gene Tierney ruoli tra loro differenti e distanti, ma tutti di rara intensità e di innegabile fascino. una gioia per gli occhi e un doveroso omaggio a un’attrice da riscoprire. assolutamente”. PO8649S_A_210x285_Cinematografo_1Maggio16.indd 1 23/03/16 09:49 RdC_maggio_2016_RdC_ 29/04/16 11:02 Pagina 12 brividi di genere I feSTIVal a cura di Massimo Monteleone agenda del mese: gli appuntamenti da non perdere fIlM feSTIVal – 1 fUTURe feSTIVal InTeRnaZIonale DI cIneMa, anIMaZIone e nUoVe TecnoloGIe località bologna, Italia Periodo 3-8 maggio Tel. (051) 2960672 Web futurefilmfestival.org Mail [email protected] Resp. Giulietta Fara, oscar Cosulich Del cIneMa 2 feSTIVal SPaGnolo località roma-Milano-Trieste, Italia Periodo 5-10 , 27-29, 30-31 maggio Tel. (06) 6864395 Web cinemaspagna.org Mail [email protected] Resp. Iris Martìn-peralta, Federico Sartori 3 MaSTeR of HoRRoR cIneVaSIonI località bologna, Italia Periodo 9-14 maggio Tel. (051) 6269021 Web cinevasioni.it Mail [email protected] Resp. Filippo Vendemmiati De canneS 4 feSTIVal località Cannes, Francia Crispino: regista di culto con il pallino per la suspense di Giuseppe Gariazzo ARMANDO CRISPINO è stato un viaggiatore nei generi del cinema italiano. In una filmografia che comprende otto titoli e che si concentra in dieci anni scarsi, tra il 1966 e il 1975, la suspense e il brivido occupano un posto di rilievo, pur se limitati a due opere, però quelle per le quali il regista (1924-2003) è ancora oggi ricordato, divenute nel corso degli anni oggetto di culto e di edizioni in dvd prima all’estero che in Italia (dove sono in uscita all’interno di una collana dedicata ai maestri dell’horror italiano). Si tratta de L’etrusco uccide ancora (1972) e di Macchie solari (1975). Tra quello che abitualmente si vede e ciò che è negato allo sguardo, nascosto sotto la superficie della terra o dietro le quinte di un palcoscenico, si avventura l’occhio curioso e geometrico di Crispino nella creazione de L’etrusco uccide ancora, giallothriller con punte horror ambientato a Spoleto durante lo svolgimento del Festival dei Due Mondi dove si succedono omicidi ispirati al dio etrusco della morte. un film ad alta tensione che fu campione d’incassi nel 1972/’73 con oltre un miliardo di lire nelle sole città capozona. È invece in una roma di ferragosto deserta colpita da morti violente che il cinema di Crispino, con Macchie solari, disegna inquietanti allucinazioni, marcando una vicinanza più stretta con l’horror. un obitorio, cadaveri e autopsie, influssi meteorologici, visioni in cui il confine tra realtà e immaginazione sfuma sono gli elementi di un film davvero sorprendente. Gli imperdibili L’ETRUSCO UCCIDE ANCORA (1972) MACCHIE SOLARI (1975) Brividi a Spoleto fra musica e tombe antiche. 12 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo maggio 2016 Tensione horror in un film adorato da Tarantino. FRANKENSTEIN ALL’ITALIANA (1975) Erotismo e parodia nell’ultimo film di Crispino. Periodo 11-22 maggio Tel. (0033-1) 53596100 (riferimento a parigi) Web festival-cannes.fr Mail [email protected] Resp. Thierry Fremaux Del cIneMa 5 feSTa bUlGaRo località roma, Italia Periodo 19-22 maggio Tel. (06) 3312704 Web festacinemabulgaro.com Mail [email protected] Resp. Yana Jakovleva 6 bellaRIa fIlM feSTIVal località bellaria Igea Marina (rn), Italia Periodo 27-29 maggio Tel. (0541) 343891 Web bellariafilmfestival.org Mail [email protected] Resp. Simone bruscia 7 TellURIDe MoUnTaInfIlM feSTIVal località Telluride (Colorado), uSa Periodo 27-30 maggio Tel. (001-970) 7284123 Web mountainfilm.org Mail [email protected] Resp. David Holbrooke Porsche consiglia Porsche consiglia Per realizzare i vostri desideri, scegliete Porsche Financial Services Italia. Porsche Italia Spa, Padova corso Stati Uniti 35, Telefono 049 8292911. www.porsche.it Dominare la strada è una tradizione di famiglia. Nuova Porsche 718 Boxster. La leggenda è tornata. Un motore centrale ancora più potente. Un nuovo assetto per avere un controllo totale della strada. Maggiore efficienza nei consumi e il mito 718 alle spalle. L’unica cosa che manca è la vostra prossima destinazione. Dati riferiti ai modelli 718. Consumi ciclo combinato: da 8,1 a 6,9 l/100km. Emissioni di CO2: 184-158 g/km RdC_maggio_2016_RdC_ 29/04/16 11:02 Pagina 14 capolavoridicarta Tff 33 Dietro ogni grande film c’è una magnifica sceneggiatura lo script perfetto in 5 atti. lo racconta andrew kevin walker, autore del thriller diventato cult se7en di Guido Rovatti 14 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo maggio 2016 RdC_maggio_2016_RdC_ 29/04/16 11:02 Pagina 15 ANDREW KEVIN Walker (ideatore e sceneggiatore di Seven) si era da poco trasferito da una piccola cittadina a new York: per lui quello fu uno vero shock culturale. rimase a new York dall‘86 al ‘91 (all’epoca new York era al culmine di svariati fenomeni sociali, tra cui il dilagare del traffico della cocaina). Seven nasce - come lui stesso ha affermato - dalla sua reazione al vivere nella Grande Mela: aveva settato la sua mente su quella di John Doe (il serial killer). a new York si poteva camminare a lungo e vedere un peccato capitale dietro ogni angolo: Walker si domandò come avrebbe potuto reagire una mente eccessivamente sovra-sensibile a tutta quella illegalità. prima dell’idea sul movente (legato ai 7 peccati capitali) Walker stesso ha ammesso che non sapeva neanche nominarli a memoria tutti e 7, e che credeva (erroneamente) fossero scritti nella bibbia. Il detective Somerset (Morgan Freeman) nel corso della storia effettua numerose ricerche in libreria: queste sono le stesse che fece Walker per scrivere la storia. Somerset ed il suo pessimismo riflettono quello che era lo stato d’animo di Walker quando viveva a new York, non sapeva se restare o andarsene, e a volte pensava avrebbe potuto trovarsi un lavoro in un negozio di VHS ed essere più felice. Quando la new line acquistò la sceneggiatura, Walker temeva che il finale sarebbe stato modificato, la produzione infatti chiese inizialmente la scrittura di un finale alternativo: venne fuori un finale alla Batman, dove il buono e il cattivo si scontrano in una chiesa. David Fincher (il regista) insieme a pitt, Freeman e Spacey, lottò per salvare il finale originale. Fortunatamente il finale rimase inalterato. 1. incidente scatenante: In una città piovosa, decadente e non meglio identificata, il detective (a 7 giorni dalla pensione) William Somerset (Freeman) viene affiancato dal giovane e ambizioso David Mills (pitt). Dopo aver investigato la morte di un obeso, scoprono che questa è avvenuta costringendo la vittima ad ingurgitare cibo fino a scoppiare. Gwyneth Paltrow e Brad Pitt (anche nella pagina accanto) in Seven di David Fincher 2. lock-in (snodo critico) Mills investiga ad un caso dove di fianco al corpo della vittima viene rinvenuta la scritta: “avidità”. Contemporaneamente Somerset scopre la scritta “gola” dietro al frigo nella cucina (teatro del precedente omicidio): si tratta di un omicida seriale legato ai sette peccati capitali. A New York si poteva camminare a lungo e vedere un peccato capitale dietro ogni angolo 3. primo punto culminante Somerset usa un contatto FbI per avere la lista di persone che hanno preso a noleggio libri collegati al tema dei sette peccati capitali. la lista conduce i detective ad un tale di nome John Doe. Giunti presso l’abitazione di Doe, questi spara a Mills, per poi graziarlo. 4. punto culminante principale rinvenute le vittime “lussuria” e “Superbia”, Somerset decide di rimanere in servizio per aiutare Mills. Doe - sorprendentemente si costituisce. propone di non invocare l’infermità mentale e di confessare la piena colpevolezza, a patto che i due detective lo accompagnino dove troveranno i cadaveri di “Invidia” e “Ira”. I detective accettano. 5. svolta dell’ultimo atto: Quando i 3 arrivano sul posto un fattorino consegna una scatola. Somerset apre la scatola per poi richiuderla subito per l’orrore, Doe informa Mills di essere stato colpevole di “Invidia” e di aver provato a fare il marito con sua moglie (incinta) e di aver preso un souvenir come ricordo: “la sua bella testa”. ora spetta solo a Mills decidere se trasformarsi o no in “Ira” (e uccidere Doe) completando il disegno del serial killer. Mills spara alla testa di Doe: il disegno è compiuto. Curiosità: la produzione tenne nascosta la partecipazione di Kevin Spacey, e per aumentare ulteriormente il mistero attorno alla figura del serial killer, Spacey non è nemmeno menzionato nei titoli di testa. maggio 2016 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 15 RdC_maggio_2016_RdC_ 29/04/16 11:02 Pagina 16 in tour CONTROCAMPO PUGLIESE La regione si conferma terra di cinema mentre cala il sipario sulle sue due principali kermesse, il Bif&st e il Festival di Lecce: ecco che cosa ci hanno lasciato bif&st, la svolta mancata? di emanuele rauco 16 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo maggio 2016 RdC_maggio_2016_RdC_ 29/04/16 11:03 Pagina 17 P iù che a una svolta, il 7° Bif&st si è trovato a un impasse. Non solo perché ha dovuto affrontare a pochi mesi dall’avvio la morte del presidente Ettore Scola, ma perché è incappato in scelte editoriali che ne hanno impoverito l’identità. Quasi interamente consacrato a Marcello Mastroianni e alle retrospettive, il festival 2016 si è trovato incapace di muoversi tra il peso del nostro passato e la ricerca di espressive vie presenti. Il motto delle prime edizioni - Per il cinema italiano - sembra diventato ode al cinema italiano che fu. Non condivisibile l’eliminazione di Panorama Internazionale, sostituta da Nuove Proposte, sezione dedicata a opere italiane inedite che si affianca alla rassegna dei film migliori della stagione e a quella delle opere prime e seconde. Tre sezioni per il cinema italiano. Ma la qualità? Dalla selezione, solo un film emerge, quello di Gianclaudio Cappai, regista di Senza lasciare traccia. Gli altri nel migliore dei casi piacevoli (La notte è piccola per noi di Lazotti; My Father Jack di Zangardi; L’Universale di Micali). Metà della sezione al limite del presentabile. Se scovare presente e futuro è impresa difficile nella marea di proposte, che almeno il Bif&st diventi appuntamento importante di studio e riflessione sul passato, sulla storia e sulla grandezza del cinema nostrano: perché non farne un luogo come Il cinema ritrovato di Bologna ma concentrato sulla nostra storia? J lecce, bella retrospettiva di luca pellegrini I l 17° Festival del Cinema Europeo di Lecce ha reso omaggio a due autori polacchi diversissimi tra loro, uniti però da una comune matrice: l’insondabile presenza dell’anima umana. Krzystozf Zanussi, la cui formazione cattolica si presenta all’apice della modernità con un sentimento sempre colto nel dubbio e nella dinamica della ricerca; Andrzej Zuławski - scomparso nel febbraio scorso - il cui cinema, “tessuto di lirismo e dramma, coinvolge la capacità vertiginosa di attraversamento dei territori bui dell’animo e della sessualità in ogni sua forma, come lineamento profondo e rivelatore della natura umana” (Cristina Soldano, co-direttrice del Festival insieme a Alberto La Monica). Dei due è stata organizzata una bella ed esauriente retrospettiva e sono stati presentati i loro due ultimi lavori: Corpo estraneo di Zanussi - a maggio nei cinema - e Cosmos di Zuławski, accorata denuncia il primo, contro il cinismo che segna oggi lavoro e amore nella Polonia economicamente rampante e politicamente attraversata da fobie, sciarada di parole e visioni come un assurdo mosaico naturale e spirituale il secondo. Due attori, poi, a rappresentare la varietà del cinema italiano: Elio Germano e Christian De Sica. Il primo ha appena finito di girare con Gianni Amelio La tentazione di essere felici, il secondo dice “Basta film con Neri Parenti, il prossimo vorrei fosse diretto da Fausto Brizzi”. Il Premio Mario Verdone è stato assegnato a Short skin di Duccio Chiarini. Commovente la mostra fotografica dedicata a “Monica Vitti, l’avventura di una grande attrice”. J maggio 2016 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 17 RdC_maggio_2016_RdC_ 29/04/16 11:03 Pagina 18 cover story un dramma venato di suspense. la prima volta per pedro almodóvar, che abbandona il melò e torna in concorso a cannes con due magnifiche attrici QUEL TRENO DEL di Marina Sanna RdC_maggio_2016_RdC_ 29/04/16 11:03 Pagina 19 DESIDERIO maggio 2016 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 19 RdC_maggio_2016_RdC_ 29/04/16 11:03 Pagina 20 cover story le origini edro almodóvar è un grande regista di melodrammi. Forse il più grande. I suoi film (oltre 20) sono vasi di pandora che sprigionano forze primordiali, stordiscono lo spettatore, lo risucchiano in un’altra dimensione: quella del suo cinema, in cui la sospensione dell’incredulità va a braccetto con la fatalità. Che ti fa perdere le persone amate e ritrovare qualcun altro: ti fa sognare che un uomo incontrato in treno possa cambiare il tuo destino. Chi lo ama, sa che i suoi personaggi vibrano di vita propria, ti accompagnano per strada ed entrano in casa con te. Ti ritrovi a pensare a loro, quando meno te lo aspetti. Sono unici come la Jasmine di Woody allen o rossella di Via col vento. le sue protagoniste sono abbaglianti, forti, fragili, bellissime: adriana ugarte prima ed Emma Suarez dopo, due donne diverse per interpretare la stessa Julieta, in uscita nelle sale il 26 maggio e in concorso al festival di Cannes, in cui almodóvar ritrova quell’universo femminile che ha tanto indagato nel corso della sua carriera (Tutto su mia madre, Parla con lei, Volver), con nuova sensibilità e pudore. Forse perché c’è il dramma, senza il melò, quello di una madre prima di tutto. la sua casa di produzione, a Madrid, ha una grande cucina in cui ogni tanto compare qualcuno, saluta, si prende un caffè o cucina qualcosa. Dall’olio di oliva all’orologio tondo, messo un po’ di sghembo, la scritta “El Deseo” campeggia ovunque. lo studio di pedro è pieno di immagini delle sue attrici, una magnifica penelope Cruz bionda, poster, oggetti diligentemente ordinati. Sprizza vitalità: non facciamo in tempo a sederci che le parole sgorgano come un ruscello in piena. Impossibile resistere al suo sguardo, occhi scuri profondi come pozzi artesiani. Si capisce che lavorare con lui dev’essere un atto di completa sottomissione. Emma Suarez ha detto che è valsa la pena di vivere quell’inferno dopo aver visto il film. “per Julieta – racconta almodóvar - non volevo attrici con cui avevo già lavorato. abbiamo fatto molti provini. la Suarez l’ho presa al primo colpo. E adriana ugarte era la più convincente per la parte della giovane protagonista”. Qual è il metodo almodóvar? la voce. per me è fondamentale. Suggerisco il tono per ogni frase. ai miei attori racconto i personaggi ma correggo sempre la pronuncia anche in spagnolo. Sono convinto che il modo di dire le cose determini una precisa espressione del viso. proviamo moltissimo e all’inizio può sembrare una specie di dittatura. Devo ammettere che forse lo è (ride). Il mistero che aleggia su Julieta è un omaggio alla scrittrice canadese alice Munroe, In fuga, o P 20 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo maggio 2016 RdC_maggio_2016_RdC_ 29/04/16 11:03 Pagina 21 “LA VOCE PER ME è FONDAMENTALE. SUGGERISCO IL TONO PER OGNI FRASE. AI MIEI ATTORI RACCONTO I PERSONAGGI MA CORREGGO SEMPRE LA PRONUNCIA, ANCHE IN SPAGNOLO” un’idea di Pedro almodóvar? appartiene a me, qualcosa della Munroe incomincia a fare capolino dopo 20 minuti con la scena del treno. Il cuore che palpita e si intravede all’inizio è al centro di tutta la storia. In alcuni momenti può sembrare un thriller, quando vediamo Julieta investigare, cercare. Credo però sia un film drammatico, quasi austero. è un film, ancora, sulla difficoltà di essere madre. lo accosterebbe idealmente a qualcuno dei suoi precedenti? È un soggetto drammatico che mi appassiona moltissimo. In questo caso però racconto una maternità ferita, il dolore della perdita e le relazioni all’interno della famiglia. non è parente di Volver o di Tutto su mia madre, o ancora di Il fiore del mio se- greto. È più vicino a Parla con lei, perché nelle opere che ho citato le donne sono forti, combattono con coraggio le difficoltà che si trovano davanti. Julieta è più debole, continua a vivere, ma alla fine fa qualcosa che è una sorta di suicidio. È un personaggio che mi commuove tanto, quasi religioso: dedica la sua esistenza al culto dell’immagine della figlia. la sua assenza le riempie la vita e la distrugge allo stesso tempo. la mancanza di umorismo è un’esperienza nuova per me. Juliet a a vent’anni e dopo cinquantenne. Scegliere due attrici diverse e scambiarle con un’ellissi è geniale e rischioso. che somiglianza cercava? Mi sono giocato tutto con quella carta. Ma finché non ho visto il film non potevo sapere se era la maggio 2016 Adriana Ugarte, nella pagina accanto dall'alto Pedro Almodóvar, Daniel Grao, Emma Suarez e la Ugarte rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 21 RdC_maggio_2016_RdC_ 29/04/16 11:03 Pagina 22 cover story mossa vincente. È una questione di stile. Ci sono autori che hanno preso decisioni molto più radicali di me. buñuel per esempio in L’oggetto oscuro del desiderio, ha usato due donne molto differenti per la protagonista: angela Molina furiosa, appassionata, e Carol bouquet fredda e raggelata. Certo buñuel è un regista surrealista quindi aveva grandissima libertà narrativa. Volevo soprattutto evitare il trucco dell’invecchiamento, un compromesso che posso accettare a teatro e non al cinema. Secondo lei è possibile cancellare una persona dalla propria vita per senso di colpa o disperazione? Sì, ed è una tragedia per la persona abbandonata. per Julieta è il lutto più grande. Credo che un distacco così brutale sia più facile in una famiglia anglosassone o canadese, come nel racconto di alice Munroe. nella nostra cultura mediterranea è una perdita inaccettabile. la musica. Sono più di vent’anni che lavora con alberto Iglesias, eppure qui c’è qualcosa di diverso. Sì, ed è stato un processo faticosissimo. Quando alberto ha visto Julieta la prima volta ha pensato che non avesse bisogno di nessun commento musicale. Mentre io lo volevo, anche per unire i salti temporali. abbiamo incominciato ad agosto, non sono un compositore, però sono sempre presente. nei primi tre mesi tutti gli schemi che mi proponeva non funzionavano. ogni giorno gli dicevo no e lui si rimetteva al lavoro. a ottobre, per casualità, gli ho portato una colonna sonora di un giapponese che mi piace molto, Toru Takemitsu. È stato l’autore di Ran di akira Kurosawa, alberto lo conosceva bene e ha scoperto che il riferimento era Mahler e da qui la scintilla. C’è un momento in Julieta che ricorda Morte a Venezia. alberto non è solo generoso, è una persona preziosa: un artista senza ego. ogni dettaglio, dai colori agli oggetti agli interni delle case, è studiato per farci capire lo stato d’animo dei personaggi. la felicità prima, l’attesa e l’assenza dopo… è una scelta narrativa o è così anche per almodóvar? Entrambe le cose. penso di essere rigoroso per quanto attiene alla storia, c’è sempre un riferimento narrativo, però so anche di avere un carattere capriccioso. ad esempio il verde: era importante che fosse “sporco” per indicare lo stato d’anima di Julieta. alla scenografia lavoro direttamente portando sedie, mobili, oggetti vari. a volte ancor prima che l’equipe si installi, per ogni singola scena. Sono come un pittore, a tre dimensioni. Faccio molte prove per il fondo, perché la parete è sempre inquadrata. poi aggiungo le attrici con i vestiti e i mobili. Sono un incubo per i miei collaboratori. Cambio tutto continuamente. I suoi personaggi, proprio dai primi film agli ultimi, sembrano avere due facce, tanto che non si riesce a districarne le due parti… la duplicità è un argomento che mi affascina. nella scena del treno Julieta non solo conosce l’amore fisico, concepisce la vita. E allo stesso tempo entra in contatto con il lutto, e Xoan prima di incontrarla è seduto sulla poltrona che prima aveva occupato un morto. È una specie di presagio, di predestinazione. D’altronde, il piacere e il dolore, la vita e la morte, i grandi temi della nostra vita si mescolano sempre: l’amore e la disperazione vanno di pari passo e sono inseparabili. Julieta scrive, una lunga confessione, ad antia. Tutto ciò che non le ha detto: a incominciare dall’incontro con il padre. non è un caso che avvenga proprio su un treno… per me significa casualità, rischio, avventura. Da bambino c’era solo un treno che passava nel mio paese, molto lento. E per me rappresentava la libertà di andarmene, sapevo fin dall’inizio che se c’era un futuro era fuori da quel posto. e quando ha preso finalmente il treno? Quando me ne sono andato avevo 17 anni. Ero minorenne. allora era necessario rendersi indipendente. non esiste un altro cineasta con la sua capacità parodistica di combinare amore & morte. non gli piacerebbe fare un melò sull’immortalità? Un Nosferatu by almodóvar come sarebbe? coppola ci ha provato.... l’idea mi attrae molto. Sto aspettando che passi la moda, oltre a Nosferatu di Murnau penso anche a Solo gli amanti sopravvivono di Jim Jarmusch, un bellissimo adattamento. per me il vampiro è una figura più cinematografica che letteraria. Ho già qualche idea in proposito. J Emma Suarez con Blanca Pares. Sotto la Ugarte con Daniel Grao © Paramount UNA STRAORDINARIA STORIA VERA! GUARDALO SU CHILI UN CAST STELLARE IN UN GRANDE THRILLER FINANZIARIO CHILI: la tua videoteca online quando e dove vuoi. Per sempre, senza abbonamento. Disponibile su Smart TV, PC, Tablet e Smartphone. Compatibile con Chromecast. Registrati gratuitamente su www.chili. tv, avrai subito un film in omaggio. 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Immaginarne il criterio però è diventato talmente semplice ormai, che la lineup di Cannes 2016 era stata da più parti rivelata un mese prima della conferenza stampa ufficiale. Sorprenderci non è mai stato il mestiere di Fremaux, direttore quanto mai abitudinario nella scelta degli autori: può cambiare la sezione, i nomi che girano invece sempre quelli sono. D RdC_maggio_2016_RdC_ 29/04/16 11:05 Pagina 25 RdC_maggio_2016_RdC_ 29/04/16 11:12 Pagina 26 Cannes 69 In quest’ottica va letta la promozione dell’affezionatissimo filippino Brillante Mendoza (Ma’ Rosa) in concorso, lui che lo scorso anno era stato “relegato” in Un Certain Regard, e di contro la retrocessione (parola ingrata e fuorviante, ma tant’è) del giapponese Kore-eda dalla competizione dello scorso anno all’Un Certain Regard di questa edizione (con After the Storm). Qualcuno accetta di buon grado, qualcun altro no. L’assenza dell’aficionado Bellocchio – poi preso alla Quinzaine - si spiega forse così? Vai a saperlo. Tolto lui, il classico gran mix à la Fremaux c’è tutto, scontato come il sole in pieno agosto. A contendersi la Palma, la solita corazzata degli Autori, formata secondo Manuale Cencelli dei festival: ai vecchi e immancabili maestri Al- modóvar, Dardenne, Loach e Assayas rispondono i nuovi, gli enfant prodige e terrible Xavier Dolan e Nicolas Winding Refn, nomi di culto ormai tra i giovani cinefili. Tra i fedelissimi non poteva mancare Sean Penn, che torna in concorso come regista quindici anni dopo La promessa con The Last Face, interpretato al fianco dall’ex Charlize Theron, a garanzia di un red carpet salivare. Confermando la linea degli ultimi anni Fremaux ha puntato molto sui film americani (e sulle loro star): solo in competizione tre titoli, anche se Jim Jarmusch (Paterson), altro habituè della kermesse, è il più europeo tra gli yankee, e Jeff Nichols (Loving) un indipendente di talento. Non inganni il titolo invece nell’American Honey di Andrea Arnold, l’altra inglese in concor- Il direttore Thierry Fremaux. Sopra a sinistra George Clooney e Julia Roberts in Money Monster e il regista Nicolas Winding Refn. Nella pagina precedente Il Grande Gigante Gentile di Spielberg RdC_maggio_2016_RdC_ 29/04/16 11:05 Pagina 27 Resta una monotonia di fondo, di geneRe e Razziale: l’85% dei Registi sono maschi e bianchi so con il redivivo Ken Loach (I, Daniel Blake). La voce grossa la fanno al solito i cugini d’Oltralpe: dei 20 titoli in competizione, 10 sono produzioni o co-produzioni francesi. Ma Thierry Fremaux, memore forse di alcune “sviste” dello scorso anno, quando si fece scippare ad esempio Desplechin dalla Quinzaine, si è concesso anche qualche divagazione coraggiosa. Riporta in gara la radicalità di Bruno Dumont (Ma Loute). Oltre al solito Assayas, punta su un nome nuovo del cinema francese, Alain Guiraudie (Rester Vertical), di fatto promuovendolo dopo avergli fatto fare tre anni fa Un Certain Regard con lo sconvolgente Lo sconosciuto del lago (che vinse). L’attrice e regista Nicole Garcia invece, in gara con Mal de pierres, rientra nel novero delle fedelissime del direttore, visto che lei in concorso c’era già stata con L’avversario (2002) e Quello che gli uomini non dicono (2006). Il fatto poi che abbia messo due film rumeni in competizione, Sieranevada di Cristian Puiu e Bacalaureat di Cristian Mungiu, ci rincuora sull’alibi meritocratico. Rafforzato dalla prima volta in gara della giovane tedesca Marin Ade (Toni Erdmann) e di Kleber Mendonça Filho (Aquarius), veterano del cinema brasiliano praticamente sconosciuto da noi. Con più coraggio avrebbe potuto riservare lo slot del concorso ad almeno una delle sette opere prime in cartellone quest’anno. Ha preferito invece destinarle tutte a Un Certain Regard, sezione che si preannuncia interessante vetrina di nuovi talenti. Resta una monotonia di fondo, di genere e razziale: l’85% dei registi sono maschi e bianchi. Per Thierry Fremaux però conta non chi i film li fa, ma quello che esprimono. Almeno in questo frangente. J maggio 2016 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 27 RdC_maggio_2016_RdC_ 29/04/16 11:05 Pagina 28 Cannes 69 Eppur ci siamo Mastandrea e Bejo in Fai bei sogni ITALIA IN FIORE Paolo Virzì sul set de La pazza gioia Riccardo Scamarcio è Pericle il nero ll’annuncio della selezione ufficiale di cannes 2016 c’è stato più di qualche timido mugugno: “nessun italiano in gara per la Palma!”. come se il fatto che l’anno scorso ce ne fossero stati tre dovesse per forza di cose essere un “modello” da replicare ogni volta. È andata così, pazienza. Vedremo buoni (se non ottimi) film di altri paesi. Per quanto riguarda i film nostrani, nessuna paura, basterà cercarli al di fuori del concorso. e, addirittura, la truppa italiana è più numerosa del solito. in un certain Regard c’è Pericle il nero di stefano mordini, progetto che inizialmente avrebbe dovuto realizzare abel ferrara, poi francesco Patierno. tratto dal romanzo di giuseppe ferrandino e incentrato su Pericle scalzone (scamarcio), che di mestiere fa “il culo alla gente” per conto di don luigi, boss della camorra emigrato in belgio. sempre A 28 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo maggio 2016 Nessuno per la Palma, ma ben cinque azzurri tra Un Certain Regard (Mordini), Semaine (Comodin) e Quinzaine (Bellocchio, Virzì e Giovannesi) di Valerio Sammarco nella selezione ufficiale, come special screening, troviamo L’ultima spiaggia del greco thanos anastopoulos e dell’italiano davide del degan: un anno trascorso su una spiaggia di trieste, dove un muro separa ancora oggi gli uomini dalle donne. Riflessione tra il serio e il divertito su separazione e confini, identità e generazioni. alla semaine de la critique incuriosisce il nuovo lavoro del classe ‘82 alessandro comodin (L’estate di Giacomo), I tempi felici verranno presto, girato in Piemonte e ambientato in una foresta che custodisce una storia di tempi andati. lupi affamati, ragazzi scomparsi, leggende tramandate e dimenticate. misteri. la scorpacciata azzurra, infine, sarà alla Quinzaine des Réalisateurs: l’apertura è affidata a marco bellocchio (che torna alla Quinzaine 30 anni dopo Diavolo in corpo) con Fai bei sogni, tratto dal romanzo di massimo gramellini e interpretato da Valerio mastandrea, bérénice bejo e fabrizio gifuni: un segreto celato in una busta per quarant’anni, il dover affrontare un grande dolore, il timore di vivere, la difficoltà di accettare la realtà. Realtà difficile da affrontare anche per i protagonisti di Fiore, nuovo film di claudio giovannesi, ambientato in un carcere minorile, dove daphne (scoccia) e Josh (algeri) si innamorano l’una dell’altro. ma maschi e femmine non si possono incontrare: la loro è una relazione fatta di sguardi, da una cella all’altra, lettere clandestine e brevi conversazioni attraverso le sbarre. nel cast, anche qui, Valerio mastandrea, nei panni del padre della ragazza. e poi c’è Paolo Virzì, con La pazza gioia, storia al femminile con Valeria bruni tedeschi e micaela Ramazzotti: “È un grande piacere, specie la collocazione nella sezione più scapigliata e meno pomposa. siamo emozionati di mostrare la nostra storia di follia, di ribellione alle regole, di amicizia curativa tra due donne dalla vita complicata. Quel poco che conosco del festival di cannes, avendolo frequentato finora solo da spettatore, o per incontri di lavoro, è che sembra una messinscena perfetta per dare ad un cineasta la sensazione strepitosa di essere, almeno per qualche giorno, al centro del mondo”. a prescindere da quale sia la sezione che ospita il film: conta esserci, con la giusta gioia. J Thanos Anastopoulos e Davide Del Degan, registi de L'ultima spiaggia. In alto Fiore di Claudio Giovannesi PRESENTS IN PARTNERSHIP WITH VATICAN TELEVISION CENTRE ITALIAN TREASURES GROUNDBREAKING ART MOVIES, BLOCKBUSTERS IN ITALIAN CINEMAS A MULTI-DIMENSIONAL AND MULTI-SENSORY JOURNEY INTO ITALIAN BEAUTIES CAPTURED AS NEVER BEFORE CURRENTLY IN CINEMAS WORLDWIDE INTERNATIONAL SALES NEXO DIGITAL nexodigitalmedia.com RdC_maggio_2016_RdC_ 29/04/16 11:05 Pagina 30 Cannes 69 Saranno famosi i ritiene siano i grandi nomi a portare prestigio ai festival garantendo sulla loro vitalità. ci si dimentica che per diventare grandi quei nomi son dovuti passare dalla vetrina dei festival. l’appeal di cannes dipende certo dalla fama dei suoi ospiti, ma se la manifestazione fosse solo un ritrovo di vecchi e osannati filmaker sarebbe senza futuro. ecco perché nel cercare un delicato equilibro tra arte e mercato, cannes non può sottovalutare l’attività di scouting, decisiva per misurare lo stato di salute nel lungo periodo. in quest’ottica un riconoscimento come la camera d’or ha un significato più alto del valore che gli può essere riconosciuto all’interno del tradizionale palmarès. sono 18 le opere prime che quest’anno si sfideranno, in calo S rispetto alle 26 della scorsa edizione, ma con una presenza più forte nella selezione ufficiale: 7 solo in un certain regard contro le 3 del 2015, quando in concorso c’era però un certo lászló nemes e il suo Figlio di Saul. Quanti esordienti di quest’anno diventeranno autori domani? difficile dirlo. dall’anno della sua istituzione, 1981, la camera d’or ha lanciato nel panorama internazionale appena una decina di registi, tra cui Jarmusch, Panahi, Kawase e Porumboiu, ma è dal 2008, con la vittoria di Hunger di mcQueen, che non riesce a scovare un fuoriclasse. ci riprova puntando su europa, medio ed estremo oriente. tra i nomi caldeggiati la francese stéphanie di giusto che con La danseuse (ucR) porta sul grande schermo la vita di loïe fuller, stella dei cabaret parigini della belle Époque. La tortue rouge (ucR) di michael dudok de Wit è invece la prima animazione realizzata dallo studio ghibli fuori dal giappone. Quasi interamente muto, è la storia di un naufrago e del suo incredibile incontro con una tartaruga rossa. nel segno dell’animazione anche l’esordio di claude barras con Ma vie de courgette (Quinzaine), scritto da céline sciamma (Tomboy, Diamante nero). diversa la cifra di The Transfiguration di michael o’shea (ucR) vampire-movie newyorkese. È una forma di vampirismo anche speculare sul passato, come fanno molte delle opere proposte, dall’argentino La larga noche de Francisco Sanctis al finlandese Juho Kuosmanen passando dal rumeno Caini (tutti in ucR) curioso, per chi dovrebbe guardare al futuro. J BUONA LA PRIMA? di Federico Pontiggia Al prestigio di un festival non bastano nomi altisonanti, serve anche la classe dei perfetti sconosciuti. Tutti gli esordienti da tenere d’occhio quest’anno di Gianluca Arnone 30 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo maggio 2016 © 20th Fox L’INDIMENTICABILE INTERPRETAZIONE CHE HA REGALATO L’OSCAR A LEONARDO DI CAPRIO GUARDALO SU CHILI CHILI: la tua videoteca online quando e dove vuoi. Per sempre, senza abbonamento. Disponibile su Smart TV, PC, Tablet e Smartphone. Compatibile con Chromecast. Registrati gratuitamente su www.chili. tv, avrai subito un film in omaggio. SMARTTV TV SMART BLURAY SMART TV BLURAY PC BLURAY PC TABLET PC TABLET doppia cinematografo istituzionale_STAR WARS.indd 4 www.chili.tv SMARTPHONE SMARTKEY KEY KINDLEKEY TABLET SMARTPHONE SMART SMARTPHONE SMART KINDLE ANDROID KINDLE ANDROID IOS WIN8 IOS ANDROID IOS WIN8 WIN8 22/04/2016 18:08:21 RdC_maggio_2016_RdC_ 29/04/16 11:05 Pagina 32 Cannes 69 verso la Palma n outsider a cura di Gianluca Arnone, Marina Sanna, Valerio Sammarco Xavier Dolan non si può più nascondere. Dopo Mommy, Premio della giuria nel 2014 (exaequo con “papa” Godard), l’asticella si alza e la Palma non è più solo un miraggio. Anche perché il giovane talento canadese (27 anni, uno in più di Steven Soderbergh quando qui trionfò nel 1989 con Sesso, bugie e videotape) può contare stavolta su un cast che schiera Marion Cotillard, Lea Seydoux e Vincent Cassel, ovvero la massima potenza di fuoco di cui è capace oggi lo star system d’Oltralpe. Tratto dall’omonima pièce di Jean-Luc Lagarce, Juste la fin du monde è incentrato su uno scrittore che torna a casa per annunciare ai parenti più stretti la sua imminente morte. JUSTE LA FIN DU MONDE AMERICAN HONEY AQUARIUS THE HANDMAIDEN Dopo Stoker, deludente parentesi USA, Park Chan-wook è voluto tornare in patria per girare il suo nuovo film, tratto sì da un romanzo inglese di successo, Ladra di Sarah Waters, ma trasposto nella Corea degli anni ’30, durante la dominazione giapponese. La protagonista è una giovane donna convinta da un truffatore a frodare una ricca ereditiera, una collezionista di libri erotici. La ragazza però si innamorerà della sua vittima. Nel cast Ha Jungwoo, Kim Min-Hee e Jo Jin-woong. Amazon detiene i diritti dell’opera per il Nord-America. 32 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo maggio 2016 andrea arnold deve tutto a cannes. la filmaker britannica, che è stata in giuria sulla croisette nel 2012, ha conquistato fama internazionale grazie al doppio Premio della giuria qui ottenuto con Red Road (2006) e Fish Tank (2009). il suo ultimo lavoro, che è anche il primo realizzato negli states, è un road movie in cui un gruppo di giovani attraversa il paese per vendere sottoscrizioni per un magazine e combinando pasticci di ogni tipo. con sasha lane, Riley Keough e l’imprevedibile shia labeouf. Classe ’68, ex critico passato alla regia, Kleber Mendonça Filho è un nome noto in Sudamerica dove tra corti e doc, ha collezionato qualcosa come 120 premi. Aquarius è il suo secondo lungometraggio di finzione dopo l’acclamato Neighboring Sounds, presentato nel 2012 alla Quinzaine e divenuto uno dei film brasiliani più acclamati degli ultimi anni. Il suo nuovo lavoro viene descritto come un dramma pieno di suspense, con Sonia Braga che interpreta Clara, giornalista musicale, vedova e in pensione, che vive in un vecchio palazzo di Recife a rischio demolizione. E possiede il dono di viaggiare nel tempo. RdC_maggio_2016_RdC_ 29/04/16 11:05 Pagina 33 n passioni d’autore JULIETA RESTER VERTICAL Balzato agli onori della cronaca grazie a Lo sconosciuto del lago, scabroso thriller omo ambientato in una spiaggia per scambisti, premio per la regia Un Certain regard nel 2013, il francese Alain Guiraudie viene “promosso” in concorso con un lavoro dalla cifra più intimista, incentrato su un regista che deve accudire da solo il figlio nato da poco. Julieta sta per lasciare definitivamente Madrid per il Portogallo con il suo compagno, Lorenzo. Fanno un brindisi al futuro che li aspetta, due persone mature consapevoli che invecchieranno insieme. Poi, il colpo di scena: incontra una ragazza, Bea, l’ex migliore amica della figlia Antia, che non vede da molti anni. Impazzita per una ferita che credeva rimarginata, Julieta torna nell’appartamento e decide di non partire più, senza dire nulla a Lorenzo. Pedro Almodóvar lascia il melò per un dramma palpitante con sfumature di thriller. E due attrici che puntano alla Palma. THE LAST FACE non deve essere stato un periodo facile per sean Penn, finito sotto i riflettori per un incontro avvenuto con il narcotrafficante messicano el chapo che doveva restare segreto. Prima ancora c’era stata la rottura con charlize theron, brusco epilogo di una relazione troppo bella e paparazzata per durare. ed è proprio lei la protagonista dell'ultimo lavoro dietro la mdp di Penn, qui di nuovo in gara per la regia dopo La promessa e il corale 11 settembre 2001. lei, attivista di stanza in liberia, incontra un medico sul campo (Javier bardem) che ne metterà in crisi le convinzioni. anche adèle exarchopoulos, Jean Reno e Jared harris nel cast. I, DANIEL BLAKE Vedovo a 59 anni, un falegname che si è appena ripreso da un attacco di cuore vive ormai grazie all’aiuto economico dell’assicurazione sanitaria. Con la crisi però le regole cambiano, e chi vuole usufruire oggi dei sussidi sociali deve sottoporsi ai nuovi test di non idoneità al lavoro. Per Daniel Blake, questo il nome dell’invalido, sarà solo l’inizio di un calvario. Il solito arrabbiatissimo Ken Loach torna in gara a Cannes con una commedia molto amara sull’odierno Stato sociale inglese. O su quello che ne rimane. Fremaux lo ha definito il Loach “più toccante” da molti anni a questa parte. maggio 2016 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 33 RdC_maggio_2016_RdC_ 29/04/16 11:05 Pagina 34 Cannes 69 n questioni di stile TONI ERDMANN PATERSON l’eclettico e spesso indiscutibile Jim Jarmusch torna in gara a cannes (dove è presente anche nei midnight screenings con Gimme Danger) tre anni dopo il bellissimo Only Lovers Left Alive: stavolta niente vampiri (almeno crediamo…), il regista di Broken Flowers e Dead Man ci porta a Paterson, nel new Jersey, per Per la prima volta a Cannes, la tedesca Maren Ade è al terzo film dopo The Forest for the Trees (2003) ed Everyone Else (2009, in concorso a Berlino dove ottenne il Gran Premio della Giuria e l’Orso d’Argento per la migliore attrice). Sandra Hüller è Ines, e lavora a Bucarest. Un giorno arriva il padre sotto mentite spoglie. L’uomo, convinto che la figlia abbia perso la gioia di vivere, si trasforma in Toni Erdmann: cambia aspetto e inizia a tormentarla con scherzi e battute. THE NEON DEMON seguire le traiettorie urbane e di senso di un autista di autobus nonché poeta, interpretato da adam driver, nomen omen… nel cast anche l’attrice iraniana golshifteh farahani (About Elly). MA’ ROSA solamente un anno più tardi rispetto al commovente Taklub, il filippino brillante mendoza abbandona un certain Regard e torna in concorso, dal quale mancava dal 2009, quando con Kinatay vinse il Premio alla Regia. il nuovo film racconta ancora di una donna, Rosa (Jaclyn Jose): madre di tre figli, ha un piccolo negozio nella baraccopoli di manila. Per sbarcare il lunario, però, insieme al marito, Rosa vende anche sostanze stupefacenti. fino a quando non saranno arrestati dalla polizia. La bellissima Elle Fanning arriva a Los Angeles con il sogno (e la certezza) di diventare una top model. Consapevole del suo dono, manda in visibilio fotografi, stilisti, registi, seduce uomini e donne senza fare troppi compromessi. Il futuro è ai suoi piedi ma siamo in un horror-drama, nell’aria c’è odore di sangue. Se qualcuno s’innamora 34 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo maggio 2016 tanto da volerla morta, c’è chi sarebbe ben felice di sbranarla per farla sparire per sempre. Dopo Only God Forgives Nicolas Winding Refn fa un salto supersonico, la strada è la stessa ma qui siamo oltre il migliore dei Lynch. Torbido e sensuale, ipnotico ed esaltante come la sua acerba e fatalmente ingenua protagonista. RdC_maggio_2016_RdC_ 29/04/16 11:05 Pagina 35 n eccentrici umorali PERSONAL SHOPPER MAL DE PIERRES ELLE Paul Verhoeven torna in concorso 23 anni dopo Basic Instinct. E lo fa con un altro film “scandalo”: protagonista è Isabelle Huppert, che interpreta Michelle, ad di una società di videogame. Aggredita da uno sconosciuto dentro casa, la donna si impegna a far sì che questo evento non modifichi la sua vita di tutti i giorni. Il rapporto glaciale con la madre, il padre in carcere per omicidio, un figlio viziato e immaturo. Senza contare che il violentatore tornerà per continuare il “lavoro”. E Michelle comincia a seguirlo a sua volta, dando inizio a un “gioco” a dir poco pericoloso. LOVING Non una semplice storia d’amore, come suggerirebbe il titolo ma quella vera di Mildred Loving, donna nera, e Richard Loving, uomo bianco, che nella Virginia del 1958 furono condannati e imprigionati per un anno per essersi sposati. Il matrimonio infatti violava The Racial Integrity del 1924, che proibiva l’unione tra razze diverse. La Corte Suprema dichiarò poi che la decisione era incostituzionale e mise fine alle limitazioni per i matrimoni misti. Il regista Jeff Nichols ritrova l’attore feticcio Michael Shannon e torna in Concorso a Cannes. Nel cast anche Joel Edgerton. due anni dopo Sils Maria olivier assayas gareggia nuovamente per la Palma. e dirige ancora una volta Kristen stewart. È maureen, giovane americana che a Parigi lavora come personal shopper di Kyra, una celebrità. ma il vero talento di maureen non è questo… la ragazza, infatti, proprio come il fratello gemello lewis, morto da poco, riesce a comunicare con gli spiriti. e le sue giornate cambieranno quando comincerà a ricevere messaggi ambigui da una fonte sconosciuta. nel cast sigrid bouaziz, lars eidinger, nora Von Waldstätten e anders danielsen lie. Ottavo lungometraggio di Nicole Garcia, che adatta il romanzo dell’italiana Milena Agus, ambientato dopo la Seconda Guerra Mondiale e incentrato su una donna prigioniera di un matrimonio senza amore (e dell’amore per un altro uomo). Protagonisti Marion Cotillard (in gara anche con Juste la fin du monde), lo spagnolo Alex Brendemühl e Louis Garrel. Per Nicola Garcia, che ha scritto la sceneggiatura insieme al sodale Jacques Fieschi, è la terza volta in concorso a Cannes dopo L’avversario (2002) e Quello che gli uomini non dicono (2006). THE SALESMAN Dopo la parentesi francese (Le passé), Asghar Farhadi torna a girare un film nella sua terra, l’Iran. E si concentra di nuovo su una coppia, Emad e Rana, costretti a lasciare la propria casa a causa dei lavori in corso nell’edificio accanto al loro. Decidono di trasferirsi in un nuovo appartamento nel centro di Teheran, ma un incidente legato al precedente inquilino cambierà la loro vita. maggio 2016 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 35 RdC_maggio_2016_RdC_ 29/04/16 11:05 Pagina 36 Cannes 69 n legami di sangue MA LOUTE Bruno Dumont, uno che da sempre ci ha abituati a film estremi, sembra aver preso altre direzioni, cosa già chiara con la sorprendente miniserie P’tit Quinquin. Torna in gara 10 anni dopo Flandres (Gran Premio della Giuria) con una commedia in costume: estate 1910, sulla Channel Coast avvengono misteriose sparizioni. E un’insolita storia d’amore, tra un giovane raccoglitore di ostriche e la figlia dei borghesi Van Peterhem, creerà ulteriore confusione. Con Fabrice Luchini, Juliette Binoche e Valeria Bruni Tedeschi. LA FILLE INCONNUE BACALAUREAT SIERANEVADA Dopo il Premio Un Certain Regard per The Death of Mr Lazarescu, Cristi Puiu tenta la fortuna in competizione con Sieranevada, opera di circa tre ore il cui personaggio principale, Larry (Mimi Branescu), è un neurologo che assiste con sua moglie alla veglia funebre di suo padre, ma vede il triste evento turbato dall’arrivo di un visitatore inaspettato che interesserà tutti i presenti. Sceneggiato da Puiu e filmato da Barbu Balasoiu, è coprodotto da Mandragora (Romania) con Alcatraz Film (Francia). Al contrario del precedente lavoro del regista, Aurora, si tratta di un film molto dialogato. 36 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo maggio 2016 Jenny, che lavora a medicina generale, si sente in colpa per non aver accettato il caso di una giovane che è stata trovata morta poco dopo. non solo, l’identità della ragazza è sconosciuta anche alla polizia, così Jenny decide di iniziare a indagare per conto suo. e scoprirà ben altre verità. i fratelli dardenne, ormai presenze fisse sulla croisette, proseguono il loro cammino di ricerca sul malessere della società contemporanea. tra gli attori il fedele fabrizio Rongione e adèle haenel (nella foto). Cristian Mungiu da Cannes non torna mai a mani vuote: Palma d’oro nel 2007 per 4 mesi, 3 settimane, 2 giorni e premio della miglior sceneggiatura nel 2012 per Oltre le colline. C’è molta attesa dunque attorno al suo nuovo film, titolo internazionale Graduation, che racconta la storia di un padre, Romeo (Adrian Titieni), e del rapporto con sua figlia Eliza (Maria Dragus): il primo sta invecchiando, la seconda sta crescendo. Presentato dal suo distributore estero, Wild Bunch, come “uno studio di portata universale sull’indefinitezza del ruolo di genitore, la relatività della verità e l’ambiguità dei compromessi”. RdC_maggio_2016_RdC_ 29/04/16 11:05 Pagina 38 Cannes 69 è nata una star ELLE FANNING Regina delle passerelle in The Neon Demon, darà filo da torcere a tutte le sue rivali 38 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo maggio 2016 A tre anni faceva la controfigura della sorella Dakota in I Am Sam con Sean Penn. Quindici anni e venti film dopo è l’irresistibile protagonista di The Neon Demon di Nicolas Winding Refn. La trasformazione della diciottenne Elle Fanning è stupefacente: dall’incedere alla mimica, lo sguardo perversamente innocente e l’assoluta naturalezza con cui abbatte ogni ostacolo di quel mondo diabolico e vampirizzante, fanno presagire che farà mangiare la polvere non solo alle sue coetanee. Certo Winding Refn l’ha presa e plasmata a suo modo ma dietro c’era un grande potenziale. Anzi, un talento enorme che è già stato scoperto: 8 film in produzione tra il 2016 e il ‘17. Tra cui A Storm in the Stars di Haifa Al-Mansour (la regista della Bicicletta verde) in cui sarà Mary Shelley. M.S. RdC_maggio_2016_RdC_ 29/04/16 11:05 Pagina 40 Cannes 69 Il maestro giapponese IL CERCHIO DI KORE-EDA Con After the Storm, in Un Certain Regard, conferma temi e cifra stilistica: indagine sulla famiglia ed eleganza minimalista di Bruno Fornara 40 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo maggio 2016 RdC_maggio_2016_RdC_ 29/04/16 11:05 Pagina 41 I FIlM PIù RECENTI dI KoRE-EdA (cognome) hirokazu sono arrivati in italia con felice riscontro di quel pubblico che sa cercare e trovare i buoni film. classe 1962, nato a tokyo, Kore-eda è l’erede della tradizione classica del cinema giapponese, con un lavoro di preziosa attualizzazione all’oggi. Parliamo della tradizione che deriva da uno degli autori più amati, ozu Yasujiro. di ozu, Kore-eda rielabora e aggiorna la linea del cinema del quotidiano, del familiare, degli interni di piccole case. degli interni di anime e corpi. e di ozu adotta la silenziosa lezione di un lavoro di messinscena fondato su un umile disegno d’inquadrature e sguardi nobilmente misurati e trattenuti. Father and Son, premiato a cannes nel 2013 con il premio della giuria, è già il sedicesimo titolo nella filmografia di Kore-eda, compresi i primi documentari. una famiglia, padre madre figlio. una perturbazione. la telefonata dall’ospedale dove è nato Keita: c’è stato uno scambio di neonati. un’altra coppia, in condizioni economiche di molto inferiori, sta crescendo il loro figlio ‘giusto’. che fare? il cinema di Kore-eda introduce dilemmi decisivi dentro il cerchio familiare consolidato, si nutre di commozione, semplicità, profondità e dubbi, cresce in parallelo alla consapevolezza dei personaggi. come per ozu, così in Kore-eda, temi e racconti ritornano: già in Still Walking (2006) era stato affrontato il tema di una riunificazione familiare e, come in Father and Son, erano un bagno generale di famiglia e il rito del cibo in comune a sancire la ricomposizione. Kore-eda: “nel corso della giornata, apparentemente tranquilla come un mare piatto, la marea sale e scende, e piccole onde increspano costantemente la superficie. contemplo quelle piccole onde che riemergono nel corso di una vita. non ci sono tempeste. mi concentro sulle premonizioni e sui riverberi dell’esistenza, perché sono convinto che sia lì che si nasconde l’essenza della vita”. ecco il nocciolo della visione che Kore-eda ha del mondo familiare e del mondo di fuori. il tempo passa, passano tanti treni come in ozu, la natura muore e rivive, l’immutabilità si conserva dentro i cambiamenti e le rinascite. tutto mostrato con un’eleganza minimalista: la cifra di Kore-eda. in Little Sister (2014) è la morte del padre, altro tema che viene da ozu, a ricomporre la famiglia. il padre si era rifatto altrove un’altra famiglia. le sue figlie vanno al funerale, conoscono la bambina sorellastra e se la portano con loro. “la sincerità è quello che conta”, dice una delle protagoniste, frase che può essere considerata come il nocciolo evidente di tutto Kore-eda. le tre sorelle diventano quattro sotto il segno di quel sentire che i giapponesi chiamano “mono no aware” e che indica l’essere coscienti della precarietà e della impermanenza delle cose, il godere di un momento e il sapere che se ne andrà. l’ultimo film di Kore-eda, presentato a cannes, è After the Storm. ci vuole una tempesta per riportare tutto sui binari. Protagonista è Ryota, fallito come scrittore, come marito e come padre. sta quasi fallendo anche nel suo nuovo mestiere di detective privato e butta via i soldi nel gioco d’azzardo. Poi, in una notte buia e tempestosa, trova il modo di riprendere i contatti con la ex moglie e il figlio. la sua vecchia e saggia madre tiene sul balcone una pianta che non fa fiori né frutti. la sua ex moglie conserva in una scatoletta il cordone ombelicale del figlio. Ryota è come quella pianta: deve riattaccare il cordone ombelicale con i suoi. J maggio 2016 Father and Son, accanto una scena di Little Sister. A sinistra dall'alto: After the Storm e Father and Son È l’erede della tradizione classica, con un lavoro di preziosa attualizzazione all’oggi rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 41 RdC_maggio_2016_RdC_ 29/04/16 11:05 Pagina 42 Cannes 69 masterclass IERI, OGGI E FRIEDKIN “Sul cinema si è abbattuto uno tsunami”: da Lucca alla Croisette, parla il maestro del genere. Che guarda al futuro: The Winter of Frankie Machine e la serie di Vivere e morire a Los Angeles di Federico Pontiggia 42 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo maggio 2016 Protagonista al Lucca Film Festival, a breve il raddoppio a Cannes: dopo Martin Scorsese, Nanni Moretti, Wong Kar-wai, Quentin Tarantino, Marco Bellocchio, Philip Kaufman e Jacques Audiard, anche William Friedkin avrà la sua Masterclass sulla Croisette. L’autore de L’esorcista, Il braccio violento della legge e Vivere e morire a Los Angeles sarà protagonista il 18 maggio: “Ci sono enormi cambiamenti in arrivo per la produzione, più di quanti abbia mai potuto sperimentare in oltre cinquanta anni di carriera”. RdC_maggio_2016_RdC_ 29/04/16 11:05 Pagina 43 “Non vedo molti film contemporanei, mi piacciono i Coen, i vostri Sorrentino e Garrone. Ma questo è un periodo pericoloso per il cinema mondiale: mai visto cambiamenti così epocali, uno tsunami vero e proprio. I film oggi si vedono sull’iPhone: ma come puoi vedere Lawrence d’Arabia su un telefonino?”. “Che farò? Non lo so, davvero. Troppo spesso si parla di ciò che non si realizzerà, e – fortunatamente - viceversa. Ma posso dirvi che Don Winslow sta scrivendo per me la sceneggiatura da un suo romanzo, The Winter of Frankie Machine. Non dico altro, ma ci spero, così com’è stato per Killer Joe”. “L’America è ossessionata dal “next”, la prossima cosa. Ora c’è Donald Trump, un imbonitore, un venditore di se stesso e nient’altro. Se dovesse diventare presidente? Mi sparo. Il fenomeno Trump non lo capisco, anzi, non lo voglio nemmeno capire: del resto, perché dovrei?”. “Ma gli inseguimenti di Buster Keaton li avevate visti? Quelli de Il braccio violento della legge e Vivere e morire a Los Angeles, di cui ora potrei girare una serie tv, non sono nulla in confronto. Del resto, nemmeno il cinema europeo ha saputo rimpiazzare Scola, Bertolucci, Fellini o Rosi: quegli autori, quei film non ci sono più”. “Non ho mai inteso L’esorcista come un film horror. Mi sono basato su un caso vero del 1949: ci fecero un articolo in prima pagina sul Washington Post, mica carta straccia; è ancora oggi interessante, cercatelo. Il cinema di paura è basato su quella che chiamo sicura oscurità: proviamo terrore, ma siamo al sicuro”. maggio 2016 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 43 RdC_maggio_2016_RdC_ 29/04/16 11:05 Pagina 44 resa dei conti TUTTI CONTRO Che succede ai supereori? Dopo Batman v Superman, alla Marvel. Senza dimenticare il sorprendente finale di Angela Bosetto 44 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo maggio 2016 RdC_maggio_2016_RdC_ 29/04/16 11:05 Pagina 45 TUTTI (DC Comics), ecco la guerra fratricida interna di X-Men: Apocalisse maggio 2016 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 45 RdC_maggio_2016_RdC_ 29/04/16 11:05 Pagina 46 resa dei conti LA PRIMA PARTE DEL 2016 scorre nel segno della lotta (potenzialmente) fratricida. concluso il turno della dc comics (Batman v Superman), adesso tocca alla rivale marvel, che scatena ben due guerre civili: Captain America: Civil War di anthony e Joe Russo e X-Men: Apocalisse di bryan singer. È curioso però come un tale spiegamento di forze sia a sua volta un conflitto interno fra i marvel studios e la 20th century fox, detentrice dei diritti dei mutanti e per nulla intenzionata a cederli, al contrario della columbia, che ha appena restituito quelli di spider-man alla “casa delle idee”, permettendo così il sospirato ingresso dell’uomo Ragno (il quale, dopo tobey maguire e andrew garfield, ha ora il volto di tom holland) nell’universo cinematografico degli avengers. il film dei fratelli Russo debutterà in italia il 4 maggio (il 6 negli usa), mentre quello di singer il 18 maggio (il 27 in patria). non occorre essere esperti di marketing per capire che si tratta di uscite un po’ troppo vicine per due blockbuster che devono garantire stabile egemonia d’incasso per almeno un mese. nel 2014 Captain America: The Winter Soldier arrivò in tutto il mondo a fine marzo (negli stati uniti a inizio aprile), racco- Due blockbuster fatti uscire a distanza (troppo?) ravvicinata. Effetto boomerang? 46 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo maggio 2016 gliendo 714 milioni di dollari e lasciando campo libero a X-Men – Giorni di un futuro passato (che sarebbe invece giunto a quota 748) da metà maggio in poi. non è chiaro perché stavolta le due major non abbiano stabilito un simile accordo, nel reciproco interesse di entrambe le pellicole, ma è probabile che la fox sia divenuta più agguerrita dopo il flop di Fantastic 4 (2015), un disastro che l’ha praticamente obbligata a rendere i diritti dei Fantastici Quattro alla marvel. trattandosi di un universo fumettistico condiviso, è però normale che si debba scendere a compromessi. un caso emblematico è quello dei gemelli mutanti scarlet Witch e Quicksilver: lei, interpretata da elizabeth olsen, è stata concessa ai Vendicatori, mentre lui è rimasto esclusiva degli Xmen con il volto di evan Peters (l’altro Quicksilver, aaron taylor-Johnson, è uscito dai giochi in Avengers: Age of Ultron, 2015). Quindi scarlet si schiererà a fianco di captain america/chris evans (insieme a bucky/sebastian stan, occhio di falco/Jeremy Renner, falcon/anthony mackie e ant-man/Paul Rudd) contro la fazione di iron man/Robert downey Jr. (che comprende Vedova nera/scarlett Johansson, War machine/don cheadle, Pantera nera/chadwick boseman e Visione/Paul bettany), mentre Quicksilver scenderà in campo con gli allievi del Professor X/James mcavoy (tra cui spiccano mystica/Jennifer lawrence, bestia/nicholas hoult, nightcrawler/Kodi smit-mcPhee, Jean grey/sophie turner e ciclope/tye sheridan) per fronteggiare la minaccia di apocalisse/oscar isaac e dei suoi quattro cavalieri (magneto/michael fassbender, Psylocke/olivia munn, tempesta/alexandra shipp e angelo/ben hardy). in fondo l’unica guerra che i produttori di cinecomic non devono mai rischiare è un’altra: quella con i fan. J RdC_maggio_2016_RdC_ 29/04/16 11:05 Pagina 47 Spider-Man in Captain America. A sinistra una scena di X-Men: Apocalisse. Nella pagina accanto, dall'alto: Michael Fassbender in X-Men, Captain America e Hugh Jackman in X-Men Il mago Benedict Cumberbatch darà vita al prossimo superhero Marvel: Dottor Strange Arriverà solo a novembre, ma l’attesa per il prossimo membro degli Avengers è già alla stelle. A trasformare Doctor Strange da progetto ad alto rischio (lo Stregone Supremo Stephen Strange, che si muove in un multiverso sovrannaturale, fatto di magia mistica e poteri psichici, è tanto complesso da gestire sul grande schermo senza cadere nel ridicolo, quanto poco noto a chi non legge fumetti) a cinecomic imperdibile è stata la scelta del protagonista Benedict Cumberbatch, lo Sherlock Holmes televisivo, la cui combinazione fra carisma recitativo e aderenza fisica al personaggio (è quasi identico) ha convinto anche i più scettici a dare al film una chance. Ma Cumberbatch non è il solo passato da Sherlock alla Marvel. In Captain America: Civil War viene introdotto anche l’alleato di Pantera Nera Everett Ross, a cui dà il volto Martin Freeman, alias John Watson. E la possibilità che in futuro i due si incontrino all’interno dell’Universo Marvel è tutt’altro che vaga. A.B. aprile 2016 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 47 RdC_maggio_2016_RdC_ 29/04/16 11:05 Pagina 48 quote rosa 48 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo maggio 2016 RdC_maggio_2016_RdC_ 29/04/16 11:05 Pagina 49 CUORE DI SPIA di angela bosetto Prima era solo appannaggio degli uomini, oggi la nuova spy story profuma di donna: come cambia John le carré riletto da susanne bier e susanna White… onostante la penna di John le carré, maestro dello spy thriller, abbia dato vita a personaggi femminili complessi e sfuggenti, sinora erano stati sempre uomini a curare le trasposizioni dei suoi romanzi. l’unica eccezione era avvenuta a livello di sceneggiatura nel bellissimo La talpa (2011, regia di tomas alfredson), il cui copione (candidato all’oscar) portava la firma di Peter straughan e della moglie bridget o’connor. oggi le cose cambiano: all’elenco composto, fra gli altri, da martin Ritt (La spia che venne dal freddo, 1965), sidney lumet (Chiamata per il morto, 1966), frank Pierson (Lo specchio delle spie, 1969), george Roy hill (La tamburina, 1984), fred schepisi (La casa Russia, 1990), John boorman (Il sarto di Panama, 2001), fernando meirelles (The Constant Gardener, 2005) e anton corbijn (La spia, 2014), si sono aggiunte due registe. la prima è la danese susanne bier (oscar 2011 per In un mondo migliore), autrice della miniserie The Night Manager (liberamente basata su Il direttore di notte e in onda su sky atlantic), mentre la seconda è la britannica susanna White, nel cui curriculum spiccano sia due splendidi adattamenti letterari targati bbc (Jane Eyre, 2006 e Parade’s End, 2012) sia l’intransigente racconto di guerra Generation Kill (2008). ora firma Il traditore tipo (in italia il 5 maggio), N maggio 2016 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 49 RdC_maggio_2016_RdC_ 29/04/16 11:05 Pagina 50 quote rosa Damien Lewis, Ewan Mc Gregor e Naomie Harris in Il traditore tipo di Susanna White (accanto nella foto). Sotto a sinistra la regista Susanne Bier ed Elizabeth Debicki con Tom Hiddleston in The Night Manager tratto dell’omonimo romanzo sceneggiato da hossein amini, nel quale una coppia (ewan mcgregor e naomie harris) precipita nel pericoloso mondo dello spionaggio internazionale dopo aver incrociato la propria strada con quella di un riciclatore di denaro sporco (stellan skarsgård) in cerca di asilo politico. tuttavia, per quanto riguarda l’approccio registico a una materia considerata “maschile”, le due hanno posizioni opposte. la White segue la scuola Kathryn bigelow: si definisce “a director”, ama le sequenze d’azione e sostiene che chi dirige debba votarsi alla fedeltà della storia, preoccupandosi di garantire ritmo, riprese, direzione attoriale e messa in scena impeccabili, non di rielaborarla in base alla propria identità di genere. al contrario, la bier ritiene che raccontare attraverso un’ottica e una sensibilità femminili non sia solo dovere di ogni donna dietro la macchina da presa, ma l’unico modo per rendere certe trame più moderne e appetibili. Per avere un esempio basta leggere Il direttore di notte e confrontarlo con la serie. lo sceneggiatore david farr si è occupato dell’attualizzazione temporale (il post guerra fredda diventa la Primavera araba), ma susanne ha contribuito a cambiare diverse carte in tavola, dall’impostare come un duello psicologico fra fascinosi maschi alfa lo scontro d’ideali fra l’ex soldato Jonathan Pine (tom hiddleston) e il mercante d’armi Richard Roper (hugh 50 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo maggio 2016 laurie) al privare di cinismo la relazione clandestina fra il primo e la donna del secondo (Jed/elizabeth debicki), rendendola invece un amore impossibile, sino alla trasformazione dell’agente dei servizi segreti leonard burr in una donna per di più incinta (olivia colman). “avevo paura che le carré si sarebbe arrabbiato” spiega la bier. “invece mi ha detto: “se scrivessi e am- bientassi il libro al giorno d’oggi, farei la stessa cosa perché in tal modo il personaggio di burr avrebbe più senso”. ci sono così tanti protagonisti maschili in attesa di un cambio di sesso: mi chiedo chi potrebbe essere il prossimo…”. considerato che susanne ha affermato di essere disponibile per un eventuale film di 007, che sia arrivato il momento di Jamie bond? J L’una segue la scuola Bigelow e mette al primo posto il film, l’altra crede all’eccezionalità del femminile RdC_maggio_2016_RdC_ 29/04/16 11:05 Pagina 52 RITRATTI di Orio Caldiron Il volto imbronciato, la virilità discreta, il tratto sornione: “La cosa più ridicola che potrei fare sarebbe recitare Shakespeare” GLENN FORD 52 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo maggio 2016 RdC_maggio_2016_RdC_ 29/04/16 11:05 Pagina 53 G Glenn Ford con Rita Hayworth in Gli amori di Carmen. In apertura nel ritratto di Marco Letizia glenn ford non si considera un attore in grado di interpretare personaggi sempre diversi ma si limita a essere se stesso. “la cosa più ridicola che potrei fare sarebbe recitare shakespeare”, diceva. era nato a sainte-christine, canada, il 1° maggio 1916, morirà a beverly hills il 30 agosto 2006. soltanto a trent’anni, dopo una decina di titoli qualsiasi, la grande occasione gliela offre Rita hayworth che lo vuole accanto a sé in Gilda (1946) di charles Vidor. l’abbagliante sex appeal dell’attrice lascia il segno nell’immaginario del nostro tempo, mentre assicura la notorietà al suo partner. Peccato che la magia non si ripeta in Gli amori di Carmen (1948) ancora di Vidor, né in Trinidad (1952) di Vincent sherman, due dei film in cui all’epoca fanno coppia. il volto imbronciato, la virilità discreta, il tratto sornione – un occhio da gatto e l’altro da volpe – lo rendono perfetto per l’universo più ombre che luci del noir. l’ingegnere minerario di Il cerchio si chiude (1947) di Richard Wallace sta per cadere nella trappola della dark lady di turno quando scende la notte nel cielo dei bar, ma una sterzata del destino gli evita il peggio. la tenacia è il distintivo dell’agente del fisco di Mani lorde (1949) di Joseph h. lewis che indaga sul re delle scommesse immergendosi, tra inganni e ricatti, nel cupo mondo della malavita, raccontato con scorci documentaristici e onirici. il sergente di Il grande caldo (1953) di fritz lang è il classico poliziotto onesto nella città corrotta. Quando gli ammazzano la moglie sembra cercare la vendetta privata, lasciando affiorare per un momento il suo lato oscuro, segnato dalle pulsioni di morte. sono innumerevoli i western che attraversa al galoppo, inseguito dalla sua fama di pistolero. il bottegaio di La pistola sepolta (1956) di Russell Rouse è costretto a misurarsi con l’aggressivo broderick crawford, riuscendo a vincere il duello e a seppellire il killer che è in lui. Quel treno per Yuma (1957) di delmer daves scandisce con singolare verità psicologica il rapporto tra lo spavaldo bandito e il colono che gli ha salvato la vita e lo scorta verso la prigione. l’esperto mercante di bestiame di Cowboy (1958), ancora di daves, si scontra con l’imbranato Jack lemmon nel lungo viaggio verso il messico. finale all’insegna dell’amicizia virile con i due che si divertono a sparare agli scarafaggi sulla tappezzeria dell’albergo. si destreggia anche nei ruoli brillanti, grazie alla sua ironia. Angeli con la pistola (1961) di frank capra è la bonaria parodia del gangster-movie in cui incarna un memorabile dave lo sciccoso. Una fidanzata per papà (1963) di Vincente minnelli è una piacevole commedia per famiglie dove il piccolo Ron howard gli ruba la scena. si congeda dal cinema con Superman (1978) di Richard donner nel ruolo del padre adottivo del supereroe. sposatosi quattro volte, il figlio Peter gli dedica una bella biografia rievocando la passione dell’attore per il cinema americano di una volta. J SONO INNUMEREVOLI I WESTERN CHE ATTRAVERSA AL GALOPPO, INSEGUITO DALLA SUA FAMA DI PISTOLERO maggio 2016 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 53 RdC_maggio_2016_RdC_ 29/04/16 11:07 Pagina 55 I Top 5 56 al Cinema HHHHH OTTIMO HHHH BUONO HHH SUFFICIENTE HH MEDIOCRE H SCARSO AL DI LÀ DELLE MONTAGNE 60 58 IL TRADITORE TIPO WILDE SALOME 62 63 VIAGGIO DA PAURA 69 NOW YOU SEE ME 2 TUTTI VOGLIONO QUALCOSA 63 SAINT AMOUR 66 61 ROBINSON CRUSOE 56 Al di là delle montagne 58 Captain America: Civil War 58 Il traditore tipo 60 Wilde Salome 61 La sposa bambina 61 Robinson Crusoe 62 Tutti vogliono qualcosa 63 Viaggio da paura 65 Saint Amour 66 Florida 69 Preview n El Clan n Now You See Me 2 n Io prima di te n The Conjuring 2 – L’evocazione n Angry Birds – Il film n Warcraft – L’inizio FLORIDA maggio 2016 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 55 RdC_maggio_2016_RdC_ 29/04/16 11:07 Pagina 56 i film del mese Un triangolo attraverso il quale raccontare un paese: ricordi, presente e futuro in tre “aspect ratio” differenti RdC_maggio_2016_RdC_ 29/04/16 11:07 Pagina 57 AL dI Là dELLE MoNTAGNE Il “C’era una volta in Cina” di Jia Zhangke. Magniloquente epopea, riflessione su tempo e immagine: imperdibile In sala Regia Jia Zhangke Con Zhao Tao, Zhang Yi Genere Drammatico (131’) F enyang, 1999. Un ballo di gruppo per salutare il nuovo millennio. Un triangolo emotivo per separarsi dalla giovinezza. Tao è corteggiata dagli amici d’infanzia Zhang e Liangzi: uno, destinato a un avvenire di ricchezza, è il classico yuppie; l’altro, taciturno, lavora in miniera. La scelta della ragazza determinerà il futuro di tutti, compreso quello del figlio venturo, Dollar. È un’epopea, un “C’era una volta in Cina” di rara “ potenza emotiva, un mélo pop irresistibile, il film di Jia Zhangke: la partenza è da brividi, con il formato dello schermo a 1.33 in cui, “stringendosi” come in un quadro, il “terzetto” balla sulle note di Go West. Ma la portata dell’opera si svela più tardi: quando i tre si dividono e una dissolvenza introduce (di nuovo) il film. Lo schermo si allarga a 1.85, Mountains May Depart: è il 20 14, Tao e Zhang li abbiamo lasciati sposati e genitori, Liangzi partito. ora è padre, ma un tumore lo spinge a tornare sui suoi passi. Questa è la fase più dolente dell’operazione voluta dal regista, che ci riporta a quando Tao si lasciò sedurre dalla scelta più “semplice”, che invece l’ha portata a essere sola. L’ormai ex marito vive a Shanghai. E Dollar è con lui: i soldi possono tutto. La morte del padre di Tao le regala qualche giorno di maternità perduta: per comprendere, ancora di più, che quel bambino non è stato (e mai sarà) “suo”. Di nuovo dettagli (l’invito al matrimonio rimasto a casa di Liangzi) e ancore sonore (Take Care della popstar Sally Yeh) il puntello con cui Jia ci aiuta a percorrere una storia che riflette (come da titolo internazionale) su solidità e caducità delle nostre certezze. Delle nostre rad ici. Melbourne, Australia, 2025. Dollar è cresciuto. L’orizzonte visivo si estende (aspect ratio 2.39, un panoramico di rara bellezza, con passaggio al digitale), quasi a dirci che l’inadeguatezza del ragazzo è la stessa del cineasta nel dover “ingabbiare” un periodo ancora ignoto, non “incorniciabile”. Una riflessione su passato, presente e futuro (delle immagini), ma anche sulla libertà. In nome della quale Zhang ha preferito enormi vetrate vista oceano, con intorno il nulla. Vuoto che agita l’inquietudine di Dollar, gradasso nel dire a tutti di non avere una madre, poi bisognoso di un appiglio, quello della professoressa che tenta di ridestare la memoria dei figli della Cina. “Nome”, “cognome”: da questi provare a risalire a un ricordo. Un sapore, un profumo, una melodia: Take Care. Un mazzo di chiavi al collo, per riaprire serrature del passato. Raggiungere ora le montagne perdute sarebbe una forzatura, difficile riassaporarne l’atmosfera, rievocarne il nome un dovere. perché lì c’è ancora Tao, la neve, il fiume Giallo. E un ballo che prometteva grandi cose. Capolavoro, inspiegabilmente ignorato dal palmarès di Cannes 2015. VALERIo SAMMARCo maggio 2016 J rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 57 RdC_maggio_2016_RdC_ 29/04/16 11:07 Pagina 58 i film del mese IL TRAdIToRE TIPo Un Le Carré minore: nostalgia di Hitchcock Hossein Amini, regia di Susanna White, inquadra una coppia inglese, lui professore (Ewan McGregor) e lei avvocato (Naomie Harris), in vacanza a Marrakech: non è un idillio, il loro, ma l’imprevisto – un intrigo internazionale con mafia russa e servizi segreti britannici – cambierà le carte. Se Damian Lewis, agente dell’MI6, non fa male, il padre padrone della scena è il mammasantissima del riciclaggio Stellan Skarsgård: al suo cospetto l’inerte e mal pettinato McGregor addirittura sparisce. Ma ad affossare Il traditore tipo è un riferimento interfilmico: vi chiederete, una coppia di turisti, Marrakech, spionaggio internazionale, dove l’avevamo già visto? L’uomo che sapeva troppo, regia di Alfred Hitchcock, anno di grazia 1956 (e 1934). Bei tempi andati. FEdERICo PoNTIGGIA NON TUTTI I lE CARRé vengono col buco. ovvero, per una Talpa (Tomas Alfredson, 2011) straordinariamente riuscita, tocca ciucciarsi potature cinematografiche mediocri, The Costant Gardener (Fernando Meirelles, 2005), o adattamenti irrisolti, A Most Wanted Man (Anton Corbjin, 2014): Il traditore tipo ingrossa e vieppiù debilita le fila di quest’ultimi, complice un materiale di partenza, il libro del 2010, già non eccelso. Sceneggiatura di J In sala Regia Susanna White Con Ewan McGregor, Stellan Skarsgård Genere Thriller (107’) CAPTAIN AMERICA: A CIVILWAR Gli Avengers battagliano tra loro: vince la noia In sala Regia Anthony e Joe Russo Con Chris Evans, Robert Downey Jr. Genere Commedia (146’) ARRIvATO 10 ANNI DOpO il primo Civil War a fumetti, il film che doveva sbertucciare la Justice League Dc è una mezza sòla. per carità, sempre meno pasticciato di BatmanvSuperman, ma da casa Marvel era lecito aspettarsi di più. Invece il terzo Captain America è solo logico e soporifero. L’impressione è che tutte queste primedonne mascherate finiscano per pestarsi i piedi a vicenda, oscurandosi l’un l’altra invece che esaltarsi. In assenza di un nemico vero il villain è solo un misero preteso (Daniel 58 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo maggio 2016 Bruhl) - i nostri battagliano tra loro, con il risultato che 1) non si sa per chi tifare e 2) si sa già che nessuno si farà male davvero. L’estensione del dominio della lotta a tarallucci e vino. Troppo serioso per essere comico ma non abbastanza per essere tragico, al di sotto degli standard coreografici Marvel, A Civil War è in linea purtroppo con il refrain politico di casa post 11/9: personaggi alle prese con rovelli morali e problemi di responsabilità. Iron-Man si è intristito, la Romanoff ha messo la testa a posto. Tra i nuovi, Spider-Man versione bamboccione (Tom Holland) perde la sfida con pantera Nera (Chadwick Boseman), un solitario elegante ed elusivo. Speriamo non ne facciano un altro Steve Rogers. GIANLUCA ARNoNE J RdC_maggio_2016_RdC_ 29/04/16 11:07 Pagina 60 i film del mese WILdE SALoME Al Pacino insegue un’ossessione e, con Jessica Chastain, ci va molto vicino. Applausi In uscita Regia Al pacino Con Al pacino, Jessica Chastain Genere Docufiction (88’) pROBABIlMENTE Al pacino non poteva scegliere storia più esemplare della Salome – quella di o. Wilde – per raccontare un’ossessione. La tensione dell’artista verso la bellezza non è un rovello diverso da quello che dovette consumare la figlia di Erode, schiantata dal rifiuto di Giovanni Battista. Wilde Salome è un’opera narcisista. L’artista vacilla, forse cade, nel tentativo di afferrare la propria illusione. Ma siccome la perfezione non è di questo mondo e pacino fortunatamente lo sa, il docu-film non ha nulla di pretenzioso. operazione stranamente leggera su questioni importanti. Merito di un approccio che si barcamena tra la 60 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo maggio 2016 passione e il distacco. Al pacino vuole fare un film. però non vuole fare veramente un film. Vuol fare un film sul suo mettere in scena la Salomè di Wilde trasformandolo in un reading, ovvero eliminando l’artificio scenico a favore della “parola”. Ma non desidera (solo) realizzare una rappresentazione teatrale quanto filmare questo desiderio. Il work in progress (che non si esaurisce nemmeno nel finale) è figura di uno scarto continuo tra l’azione e l’intenzione del regista, che arriva a confondere gli stessi attori (su cui spicca una bravissima, sensuale, Jessica Chastain). Cos’è un desiderio, un’ossessione, se non la misura della distanza tra l’intenzione e l’azione? Ciò che accomuna pacino e Wilde, Salomè ed Erode è il tarlo che vivifica e corrode. Insieme, indissolubilmente. Non diversamente da Riccardo III, anche questo terzo lavoro di pacino è insieme teorico e intimo, spocchioso e umile, furioso e controllato. profondo, perché tocca i nodi dell’arte e della politica, dell’amore e della violenza. E leggero, condotto sul filo di un’inconsapevole follia. Ed è in definitiva un ritratto sincero dell’uomo e dell’artista pacino: un monumento alla loro confusione, uno scherzo semiserio, il tentativo di un’agiografia al contrario: all’artista che fallì due volte, come regista cinematografico e come regista teatrale. Riuscendo, non si sa come, a farci innamorare di entrambi. GIANLUCA ARNoNE J Ritratto sincero dell’uomo e dell’artista, sorta di agiografia al contrario RdC_maggio_2016_RdC_ 29/04/16 11:07 Pagina 61 RoBINSoN CRUSoE dal romanzo di dafoe una versione “solo” per bambini TRA lE CINE-vERSIONI di Robinson Crusoe, quella animata dei belgi Ben Stassen e Vincent Kesteloot (già artefici di Sammy 2) è rigorosamente per bambini, tanto è spensierata e volutamente infedele. Dal libro di pennuto parlante Martedì. Suo è il punto di vista sulla vicenda, lui il perno dell’alleanza con Robinson, lui ancora il baricentro morale, un concentrato di fedeltà, spirito di solidarietà e sete di conoscenza, che lo spinge a proiettarsi oltre un’oasi incontaminata in mezzo al mare. E se i gatti prendono il posto dei cannibali del romanzo, l’operazione ne mette tra parentesi gli incisi più diff icili (la questione della Fede, l’esaltazione della cultura borghese, la fiducia nella missione civilizzatrice degli inglesi) per lasciarsi andare a una baraonda coloratissima di corse, fughe e capitomboli. Nel tentativo di cavalcare l’onda zoofila dell’animazione americana (da Madagascar a Zootropolis) senza averne però il tratto (piacevole ma sostanzialmente anonimo) o la sensibilità. Dafoe, capostipite del romanzo di avventura, sopravvivono i nomi, i pirati, il pappagallo e poco altro. Robinson è l’ospite inatteso tanto dell’isola quanto del film, mentre le star sono gli animali, a partire dal GIANLUCA ARNoNE film di denuncia sociale; l’andamento semidocumentaristico di determinate sequenze, peraltro, è bilanciato da un buon comparto tecnico in cui spicca la bellissima fotografia che regala scorci dell’affascinante paesaggio yemenita, diviso fra i quadri urbani della capitale Sana’a (amata, a suo tempo, anche da pasolini) e quelli agricoli delle sue colline con vista sul deserto. Schematica ma coerente, e nonostante qualche ingenuità registica e recitativa, l’accusa lanciata da Al-Salami contro la pratica delle spose bambine e dell’infanzia violata, riesce a superare la giustificazione del film “necessario” per divenire opera filmica, magari acerba e irrisolta, ma degna di rispetto sotto il profilo cinematografico. J In sala Regia Ben Stassen, Vincent Kesteloot Genere Animazione (90’) LA SPoSA BAMBINA Un film di denuncia dalla prima regista yemenita della storia In uscita Regia Khadija Al-Salami Con Reham Mohammed Genere Drammatico (96’) NEllO yEMEN dei nostri giorni, Nojoom è una bambina di dieci anni che il padre, a causa delle ristrettezze economiche in cui versa l’intera famiglia, dona in sposa a un uomo maturo. La volontà della bambina, tuttavia, e l’urgenza di riaffermare i propri diritti come persona, riusciranno a farle ottenere il divorzio nonostante la giovanissima età. Scritto e diretto da Khadija Al-Salami, prima donna yemenita a stare dietro la mdp, La sposa bambina ha tutte le caratteristiche, tra pregi e difetti, del GIANFRANCESCo IACoNo maggio 2016 J rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 61 RdC_maggio_2016_RdC_ 29/04/16 11:07 Pagina 62 i film del mese CoLPo dI FULMINE TUTTI VoGLIoNo qUALCoSA HHHHH Come Richard Linklater nessuno mai: ritorno al college, benvenuto alla vita Anteprima Regia Richard Linklater Con Blake Jenner, Tyler Hoechlin Genere Commedia (116’) ON è commerciale, bensì spirituale: un “sequel spirituale” a Dazed and Confused, la teencomedy di Richard Linklater, anno di grazia e high-school N 62 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo maggio 2016 1993. 23 anni dopo, le lancette hanno fatto il giro, anzi, il decennio: non più i ‘70s, ma gli ‘80s, con un pezzo dei Van Halen, Everybody Wants Some, a far da titolo. Tutti vogliono qualcosa, Linklater, innanzitutto, vuole la buona musica, dai Blondie ai Dire Straits. E un mucchio, moderatamente, selvaggio: agosto 1980, vacanze agli sgoccioli, il semestre incombente, un piccolo college del Texas, un lanciatore, Jack (Blake Jenner, pulitino), che bussa alla porta, e trova la sua squadra. Baseball. ovvero, bevute, feste e ragazze, ragazze, ancora ragazze: da Jenner a Tyler Hoechlin, che fa il gallo del pollaio McReynolds, fino al più bravo di tutti, l’ironico Glen powell nei panni del kerouac-style Finnegan, gli attori sono assai in parte, lo Zeitgeist pervade lo schermo, la nostalgia si fa canaglissima, gli echi di American Graffiti e Animal House prendono gli occhi e, sì, i cuori. Troppo maschio, il film? Forse, anzi, sì: e allora? Linklater, divertito e divertente, scuote la noia di dosso al genere, e realizza un instant-cult o instant-classic fate voi: Tutti vogliono qualcosa, ma in pochi sanno che cosa. Lui lo sa: operazione cinefila e meta- RdC_maggio_2016_RdC_ 29/04/16 11:07 Pagina 63 In uscita VIAGGIo dA PAURA Tre giovani sulla strada da Abu dhabi a Beirut: commedia acuta cinematografica, ti riporta negli anni ’80 come sulla luna, nel senso che lo fa realmente e, insieme, immaginificamente. Insomma, un’impresa, che nulla lascia inesplorato: competizione e maschi alpha, sport, (senso del) gruppo e “del doman non v’è certezza”, corteggiamento e cotta, e di tutto di più, dalla disco al club punk, dal bar Urban Cowboy al materasso ad acqua a rischio esplosione. per capire quanto sia difficile un film così, pensate alle porcherie infilate nel serbatoio teen stelle & strisce e scongelate il pomeriggio televisivo, ritornate con la memoria ai Che ne sarà di noi del cinemino nostro e, sì, ditelo: Come Richard Linklater nessuno mai. FEdERICo PoNTIGGIA J OMAR, RAMI E jAy, tre giovani e un lungo viaggio in auto da Abu Dhabi sino a Beirut per rendere omaggio alla tomba di un amico comune. Questa la premessa, di per sé esile e non troppo originale, su cui poggia un frizzante roadmovie arabo incentrato sulle peripezie affrontate dal gruppo di amici lungo il percorso. Tra fermi di polizia, avventure sentimentali e persino un coinvolgimento diretto nella guerra civile siriana, i tre protagonisti raggiungeranno la loro meta agognata e, si spera, anche l’età adulta. Diretto dal giovane Alì Mostafa, Viaggio da Paura (in originale From A to B), e nonostante l’orribile titolo italiano, vanta due innegabili pregi: una regia accorta e padrona del mezzo (notevoli, per una commedia di questo tipo, determinate scene risolte tutte in piano-sequenza), e un approccio morbido, ma non privo di ironico criticismo, alla fondamentale unità del mondo arabo e, allo stesso tempo, alle peculiarità di ogni singola nazione che rendono la realtà, dinanzi allo sguardo spesso superficiale di noi “occidentali”, molto più sfaccettata di quanto possa sembrare in apparenza; che sia infine una commedia spensierata a battere su questo punto, è di per sé un elemento su cui sarebbe bene riflettere. GIANFRANCESCo IACoNo J Regia Alì Mostafa Con Fahad Albutairi, Shadi Alfons Genere Commedia (108’) maggio 2016 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 63 LEONE F ILM GR OUP E RAI CINE MA P RES ENTA NO È arrogante, ribelle, affascinante… e non ha niente da perdere CONCEPT BY BRADLEY COOPER È ADAM JONES SIENNA MILLER OMAR SY DANIEL BRÜHL MATTHEW RHYS RICCARDO SCAMARCIO CON UMA THURMAN E EMMA THOMPSON DAL 19 MAGGIO IN VENDITA IN E PRODOTTO IN GERMANIA ccia ato 2015 e immagini, la proiezione in pubblico, nti leggi civili o penali. 06287 06287 SEGUICI SU 01 distribution 3881781660 RdC_maggio_2016_RdC_ 29/04/16 11:07 Pagina 65 i film del mese SAINT AMoUR Road movie e umorismo garbato, ancora una volta nel segno di delépine e Kervern Anteprima Regia Benoît Delépine e Gustave Kervern Con Gérard Depardieu, Benoît poelvoorde Genere Commedia (101’) GERARD DEpARDIEU è Jean, un ruvido ma cordiale allevatore alle prese con il già maturo figlio Bruno (Benoît poelvoorde), pasticcione inconcludente con una certa propensione all’alcol e allo spleen esistenziale. Nel tentativo di scuotere Bruno e di rinsaldare i legami familiari, Jean decide di portare con sé il figlio in un viaggio on the road attraverso la Francia, lungo un’ideale route des vins che congiunge il più vitale Midi con il grigio e serioso nord del paese. Scarrozzati ai quattro angoli della Francia da Mike, giovane tassista parigino con la puzza sotto il naso, padre e figlio affrontano una serie di episodi grotteschi scanditi dagli incontri, sempre diversi, con il gentil sesso: tra cameriere ossessionate dal deficit nazionale e insospettabili ninfomani, sino all’incontro con una misteriosa ragazza dai capelli rossi che li sorprenderà con una richiesta molto particolare, Jean, Bruno e Mike avranno modo di ripensare la propria vita e di accettare ciò che ogni nuovo giorno porta con sé. Meditazione stralunata sull’imprevedibilità del quotidiano, sul vagabondaggio come occasione di apertura verso l’altro, in perenne bilico tra il dolce e l’amaro, la commedia firmata e diretta dal duo Benoît Delépine e Gustave Kervern può contare su un cast in gran forma, specialmente su di un Depardieu misurato, nonostante la mole fisica ormai debordante, e su di una sceneggiatura atipica che riesce, proprio e nonostante l’evidente disorganicità degli episodi, a trovare un assetto stabile che permette di seguire con coerenza il percorso individuale dei singoli personaggi e il loro progressivo affiatamento man mano che i chilometri, e i litri di vino, vengono macinati. Saint Amour, in sostanza, è un film dotato di un umorismo garbato, mai invadente, forse a volte leggermente sottotono, e tuttavia in grado di insinuare, scena dopo scena, il sospetto che a volte siano sufficienti anche tocchi delicati e poco clamore per riflettere sui piccoli e grandi casi della vita. GIANFRANCESCo IACoNo J Cast in gran forma, Depardieu misurato nonostante la mole debordante maggio 2016 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 65 RdC_maggio_2016_RdC_ 29/04/16 11:07 Pagina 66 i film del mese FLoRIdA I ricordi che svaniscono e quello che ci ostiniamo a non lasciar andare via. Toccante In sala Regia philippe Le Guay Con Jean Rochefort, Sandrine Kiberlain Genere Drammatico (110’) ClAUDE lhERMINIER ha poco più di 80 anni. Ma non ha ancora perso charme e presenza. Elegante nel suo completo di lino, lo incontriamo a bordo di un aereo diretto in Florida. A Miami, per la precisione: l’uomo ha deciso di andare a trovare la figlia più giovane, Alice, sposata con un americano e ormai trasferitasi lì. Ma torniamo un attimo indietro, alle settimane precedenti il viaggio: Claude è nella sua casa immersa nel verde, sullo specchio del bagno appunta brevi promemoria per non dimenticare le cose, in più ogni giorno rende la vita impossibile alla signora che si occupa di lui. Sì, perché Claude ormai ha difficoltà 66 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo maggio 2016 a ricordare, ma non ha dimenticato come si fa a stare sempre al centro dell’attenzione. Lo sa bene Carole, la figlia più grande, madre single di un ragazzo di 20 anni che, oltre a doversi preoccupare del lavoro e della sua vita sentimentale, è l’unica rimasta a prendersi cura del padre. E Claude fa di tutto per non passare inosservato (finge cadute, nasconde l’orologio e poi sostiene gli si sia stato rubato), soprattutto si impegna a non ricordare ciò che potrebbe farlo smettere di andare avanti. Dopo Molière in bicicletta philippe Le Guay si concentra sull’incapacità di razionalizzare il dolore (o sulla volontà di opporsi ad esso con tutte le forze): Claude – che Rochefort interpreta con la solita, incredibile maestria – è un uomo che deve fare i conti con continui vuoti di memoria, che ogni giorno si sveglia e come prima cosa vorrebbe sentire la figlia ormai lontana, dicendo a tutti che Alice tornerà presto a trovarlo, perché tra poco è il suo compleanno. È un incessante andirivieni tra i ricordi (quelli veri) e il presente (quello spesso immaginato) di Claude, che la figlia Carole cerca di accudire come meglio può. Ma è nell’assenza di Alice, nell’ostinazione a voler bere solo il succo con le arance della Florida, nel non voler ricordare che cosa accadde realmente alla figlia che comprendiamo fino in fondo quest’uomo. Un film su quello che resta. E sull’impossibilità di dimenticare chi non c’è più. VALERIo SAMMARCo Incredibile Rochefort, altra grande interpretazione per l’attore 86enne J IL CINEMA DI TV2000 Per scoprire scoprirelalaprogrammazione programmazione www.tv2000.it/docfilm www.tv2000.it/docfilm Canale28 Sky140 TivùSat18 Se Se ci ci credi, credi,lalavedi. vedi. Canale28 Sky140 TivùSat18/tv2000docfilm RdC_maggio_2016_RdC_ 29/04/16 11:07 Pagina 69 i film del mese preview a cura di Manuela Pinetti EL CLAN Io PRIMA dI TE NoW YoU SEE ME 2 lA NORMAlITà della violenza nell’Argentina degli anni ottanta attraverso la ricostruzione della storia della famiglia puccio, benestante e borghese, che normale lo era soltanto in apparenza. omicidi, rapimenti e ricatti erano azioni che compivano abitualmente, proprio come l’andare a messa ogni domenica. Grande successo di pubblico in patria, Leone d’Argento per la miglior regia a Venezia 72. J wIll (Sam Claflin, Finnick odair di Hunger Games) è giovane, ricco, attraente, intelligente. Entro sei mesi praticherà l’eutanasia: tetraplegico dopo un incidente, non vuole più vivere. La sua quotidianità è travolta dalla briosa Louise (Emilia Clarke, Daenerys Targaryen di Game of Thrones), la nuova badante. Romanticismo ad alto tasso drammatico dall’omonimo romanzo di Jojo Moyes, anche sceneggiatrice. J I qUATTRO CAvAlIERI (Jesse Eisenberg, Woody Harrelson, Dave Franco, Lizzy Caplan) sono costretti a inventare un nuovo spettacolo di magia, ovvero una truffa, ma più spettacolare e pericolosa delle precedenti. Un anno dopo aver incantato il pubblico distribuendo denaro rubato ai ricchi, la vera sfida arriverà da un giovane genio del computer assetato di vendetta. Sequel di Now You See Me - I maghi del crimine ( 2013). J Regia pablo Trapero Con Guillermo Francella, peter Lanzani Regia Thea Sharrock Con Emilia Clarke, Sam Claflin Regia Jon M. Chu Con Jesse Eisenberg, Daniel Radcliffe THE CoNJURING 2 L’EVoCAZIoNE ANGRY BIRdS - IL FILM WARCRAFT - L’INIZIo ED E lORRAINE wARREN, investigatori del paranormale e demonologi, tornano sul grande schermo. Il caso stavolta è quello noto come poltergeist di Enfield, dal nome della cittadina vicino Londra in cui nel 1977 una famiglia con quattro bambini si ritrovò con la casa infestata da presenze sovrannaturali. A dirigere e co-scrivere c’è James Wan, regista già del primo film e creatore della saga horror di Saw. J ANChE GlI UCCEllI si arrabbiano. Stufo di essere preso in giro, l’uccello Red prima diventa molto irascibile, poi viene spedito a un corso per controllare la rabbia. Qui incontra Chuck e Bomb, uccelli pure loro ma con altri problemi personali da risolvere. Insieme dovranno scoprire cosa c’è dietro l’arrivo dei Maiali (ovviamente verdi) a Bird Island. Basato sulla celebre – e omonima serie di videogiochi. J AzEROTh è un pianeta simile alla Terra: molta acqua, qualche continente emerso, tante specie viventi diverse. È un regno pacifico, e quando dal nulla appaiono gli orchi, in fuga dal loro pianeta ormai invivibile, gli abitanti di Azeroth sembrano soccombere a questa invasione violenta. Adattamento cinematografico di Warcraft: Orcs & Humans, primo videogioco – datato 1994 - della saga di Warcraft. J Regia James Wan Con patrick Wilson, Vera Farmiga Regia Clay Kaytis, Fergal Reilly Con le voci di Jason Sudeikis, Josh Gad Regia Duncan Jones Con Ben Foster, Toby Kebbell maggio 2016 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 69 RdC_maggio_2016_RdC_ 29/04/16 11:07 Pagina 71 Dvd /// Blu-ray /// SerieTv /// Borsa del cinema /// Libri /// Colonne sonore tele in queSto numero Dio esiste e vive a Bruxelles e Steve Jobs in homevideo. Romero e pietrangeli da sfogliare Su Netflix arriva Marseille. MacFarlane in Italia con il dissacrante Bordertown A CURA DI Valerio Sammarco l’ultimo Tarantino arriva in salotto. Da non perdere RdC_maggio_2016_RdC_ 29/04/16 11:07 Pagina 72 TElECOMANDO /// Dvd e Blu-ray ///-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- SteVe JobS In Blu-ray, Dvd e vOD il grande ritratto firmato Aaron Sorkin e Danny Boyle iscutere Steve jobs? Si può. Senza apologia o critica fine a se stessa, ma concentrandosi su tre momenti topici della sua carriera, tutti alla vigilia di tre importanti lanci commerciali, il 1984 (prima del flop Macintosh), il 1988 (prima del flop NeXT), il 1998 (prima dell’incredibile successo dell’iMac): nel dietro le quinte di quei velocissimi e al tempo stesso interminabili minuti, ci avviciniamo sempre di più alla controversa figura di jobs, maniaco del controllo e della perfezione, costretto ad improbabili incontri negli attimi precedenti le presentazioni dei prodotti e incapace di gestire il suo rapporto con la figlia lisa, nata nel ’78 ma che riconobbe solo nel 1986. è questa la scommessa vinta da Aaron Sorkin, che dopo il Mark zuckerberg di The Social Network si concentra sul guru della Apple. Copione a prova di bomba, che Danny Boyle sapientemente riesce a trasformare in appassionante racconto filmico. Anche grazie allo straordinario Michael Fassbender e alla grande spalla fornitagli da Kate winslet (Golden Globe), bravissima e al limite del riconoscibile nei panni dell’assistente, marketing executive joanna hoffman. Un film che non ha ottenuto quello che meritava, né in termini di pubblico né in termini di riconoscimenti. l’occasione per recuperare è data dall’arrivo (il 25 maggio) in Blu-ray, Dvd e vOD (on Demand): oltre al film, attenzione ai contenuti speciali, dove è disponibile “Dentro jobs: il making of del film”, poi il commento del regista, dello sceneggiatore e del montatore (Elliot Graham). D DiStr. UNIvERSAl pICTURES h.E. 72 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo maggio 2016 RdC_maggio_2016_RdC_ 29/04/16 11:07 Pagina 73 ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Laclasse deiclassici a cura di Bruno Fornara Il testamento del mostro Perfect Day Riuscito dramedy firmato dal regista Fernando león de Aranoa, ora disponibile in homevideo (anche in Blu-ray) dal 3 maggio. Ambientato nei Balcani, nel 1995: la guerra dovrebbe essere finita, ma c’è ancora tantissimo lavoro da fare. Mambru e B, due veterani del soccorso umanitario, solcano le strade della Bosnia cercando di mettere pezze qua e là. l’arrivo della francesina Sophie, novizia della missione, dell’aiuto interprete Damir e l’improvvisata della bella Katja, una vecchia fiamma di Mambru, adesso fidanzato, infoltiscono il gruppo e complicano le cose. Con Benicio Del Toro, Tim Robbins, Olga Kurylenko, Melanie Thierry, Fedja Stukan, Eldar Residovic, Sergi lópez. Making of negli extra. dISTR. CG ENTERTAINMENT La grande scommessa One Chance Sette opere di misericordia Scene eliminate Quotazioni: il casting - Il grande salto: Adam McKay - Eroi improbabili: i personaggi de La grande scommessa - Il castello di carte: l’ascesa della caduta Realismo: ricreare un’epoca. Questi gli interessanti extra che arricchiscono il bel film di McKay, vincitore dell’oscar per la miglior sceneggiatura non originale e incentrato sull’unico uomo che, nel 2005, aveva p revisto l’imminente crollo del mercato immobiliare USA. Grande cast. Atteso sugli schermi italiani per anni, One Chance (2013) uscirà invece Direct to Video. Diretto da David Frankel (Il diavolo veste Prada), il film racconta la vera storia di paul potts (James Corden), timido commesso vittima di bullismo che aspira a diventare un cantante d’opera. Dopo essere stato scelto da Simon Cowell per “Britain’s Got Talent”, paul diventa immediatamente una star di YouTube. Da recuperare. Recentemente in sala con i gemelli De Serio vengono recuperati anche in Dvd: il loro precedente film, ambientato a Torino, segue le vicende di Lumita (olimpia Melinte), immigrata romena. La ragazza vive grazie al borseggio, ma deve dare tutti i suoi guadagni a coloro che la obbligano a rubare. Fino a quando non incontra Antonio (Herlitzka), anziano e malato, che vive in condizioni di precariet à. La ragazza inizia a spiarne le mosse. dISTR. UNIVERSAL pICTURES H.E. dISTR. BIM Jean Renoir realizzò il film per le sale e per la tv. Sul set adottò il sistema televisivo, con più cineprese: “Lavoravo con tre o quattro macchine da presa. Gli attori erano entusiasti, consideravano la mia proposta come una rivincita sul crudele ‘stop’ del regista. Jean-Louis Barrault interpretò quel duplice ruolo, quasi fosse un ballerino. per operare la trasformazione da Jekyll a Hyde non ricorse a nessun trucco. Si accontentò di una dentiera e di una parrucca irsuta”. “È uno dei film maledetti di Renoir – disse François Truffaut –. L’espressione di cui si fa abuso, ‘dirigere gli attori’, prende qui il suo senso reale, quando Barrault, irriconoscibile in un ruolo quasi danzato, aggredisce freneticamente i passanti per la via. Animare un essere umano inventato, chiedergli di scivolare, anziché camminare, dotarlo di una gesticolazione immaginata, caricarlo di una brutalità astratta e delirante, ecco un sogno d’artista, un sogno di cineasta”. Regia Jean Renoir Con J-L. Barrault, B. Margollé Genere Noir (Francia, 1959) distr. Sinister Film dISTR. CG ENTERTAINMENT maggio 2016 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 73 RdC_maggio_2016_RdC_ 29/04/16 11:07 Pagina 74 l /// Dvd e Blu-ray ///-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- TElECOMANDO i o di e Irrational Man proprio in concomitanza con l’apertura del Festival di Cannes (11 maggio) – dove sarà presente con il nuovo Café Society – Woody Allen arriva nei nostri salotti con il precedente Irrational Man: in Blu-ray e Dvd la dark comedy interpretata da Joaquin phoenix e Emma Stone, già apprezzata dal pubblico italiano (al box office oltre 5 milioni di euro). Negli extra “on the Red Carpet: Los Angeles ”, “Film premiere” e photo Gallery. dISTR. WARNER BRoS. H.E. True Detective 2 n e n Dalla Louisiana alla California. La seconda stagione di True Detective è disponibile (anche in Blu-ray) dal 25 maggio. Gli 8 episodi della serie oltre a numerosi contenuti speciali, tra cui “La realizzazione del Massacro di Vinci”: approfondimento di 20 minuti sulla realizzazione di una delle scene chiave del quarto episodio; “per saperne di più su True Detective”: le interviste al cast e al produttore esecutivo Scott Stephens; “La California di True Detective”: riprese aeree degli incredibili paesaggi, con la colonna sonora di T Bone Burnett; “Commenti audio”: con gli attori (Farrell, Vaughn, McAdams, Kitsch), il produttore esecutivo e con il creatore della serie, produttore esecutivo, sceneggiatore Nic pizzolatto. dISTR. WARNER BRoS. H.E. 74 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo maggio 2016 The Hateful Eight Anche in Blu-ray limited Edition l’ultimo Tarantino. Con molti extra È disponibile dal 26 maggio – in Blu-ray Standard e Limited Edition e in Dvd – l’ultima fatica di Quentin Tarantino. Concepito e realizzato nel “glorioso Ultra panavision 70”, The Hateful Eight arriva arricchito da interessanti extra: featurette, 70mm worldwide, B-Roll e musiche da oscar, approfondimento sulla colonna sonora firmata dal nostro Ennio Morricone, premiato dall’Academy. Qualche anno dopo la Guerra civile, una diligenza corre attraverso il Wyoming innevato. I passeggeri, il cacciatore di taglie John Ruth (Kurt Russell) e la donna che ha catturato, Daisy Domergue (Jennifer Jason Leigh), sono diretti verso la città di Red Rock dove Ruth consegnerà Domergue nelle mani della giustizia. Lungo la strada incontrano due sconosciuti: il maggiore Marquis Warren (Samuel L. Jackson), spietato cacciatore di taglie, e Chris Mannix (Walton Goggins), un rinnegato del Sud che sostiene di essere il nuovo sceriffo della città. A causa di una bufera di neve, Ruth, Domergue, Warren e Mannix cercano rifugio nell’emporio di Minnie. Quando arrivano, non trovano la proprietaria, ma quattro facce sconosciute. Bob (Demian Bichir) che si occupa del rifugio mentre Minnie è in visita alla madre; oswaldo Mobray (Tim Roth), il Boia di Red Rock; il mandriano Joe Gage (Michael Madsen) e il Generale confederato Sanford Smithers (Bruce Dern). Mentre infuria la tempesta, i nostri otto viaggiatori scopriranno che forse nessuno di loro riuscirà mai ad arrivare a Red Rock. dISTR. 01 DISTRIBUTIoN RdC_maggio_2016_RdC_ 29/04/16 11:07 Pagina 75 ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Dio esiste e vive a Bruxelles Interviste e non solo nei contenuti speciali Tra i casi cinematografici della scorsa stagione, il film del visionario Jaco Van Dormael arriva in Blu-ray e Dvd dal 19 maggio. Appartamento tre camere con cucina e lavanderia, senza una porta di entrata e di uscita. Non è facile essere la figlia di Dio. Ea, 11 anni, lo sa bene: suo padre è odioso e antipatico e passa le giornate a rendere miserabile l’esistenza degli uomini. Come risolvere questa situazione? Dopo l’ennesimo litigio, Ea scende tra gli uomini per scrivere un “nuovo” Nuovo Testamento che ci permetta di cercare la nostra felicità. prima di andarsene, però, usa il computer del padre per liberarci dalla più grande delle nostre paure inviando a ciascun essere umano un sms con la data della propria morte. Negli extra: interviste ai protagonisti, il doppiaggio – Frankie hi-nrg mc e il tour promozionale (Bologna e Roma). dISTR. KoCH MEDIA Creed Il rilancio della saga di Rocky. Con Michael B. Jordan e Sly “Un passo alla volta, un pugno alla volta, una ripresa alla volta”. Rocky Balboa è tornato. Stavolta nelle vesti di allenatore: per provare a trasformare il talento grezzo di Adonis Johnson in qualcosa di più. Ma, per il ragazzo, convincere il vecchio campione di philadelphia a prendersi cura di lui non è così semplice: dirgli di essere il figlio biologico di Apollo Creed, antico rivale sul ring e grande amico nella vita, non basta. Servirà, invece, fargli capire che anche lui è nato per combattere. A metà strada tra operazione nostalgia e rilancio di una tra le saghe cinematografiche più amate, quella di Rocky, il film di Ryan Coogler arriva in homevideo dall’11 maggio (Dvd e Blu-ray), con interessanti contenuti speciali: oltre alle scene eliminate, “Becoming Adonis”, per scoprire come Michael B. Jordan si è preparato per le scene di allenamento e i combattimenti; “Know the past, own the Future”: Il cast e la troupe parlano delle sfide affrontate nel costruire la serie di Rocky. dISTR. WARNER BRoS. H.E. maggio 2016 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 75 RdC_maggio_2016_RdC_ 29/04/16 11:07 Pagina 76 TElECOMANDO /// Serie Tv ///-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- ------- Marseille [netflix] Dal 5 maggio l’attesa serie con Gérard Depardieu. Ispirata a House of Cards A pertamente ispirata al serial cult House of Cards, arriva finalmente su Netflix (dal 5 maggio) Marseille. Ambientata naturalmente nell’antica città portuale francese, la serie segna il debutto di Netflix nella produzione e realizzazione di un format europeo. Otto puntate incentrate sulla figura di Robert Taro, interpretato da Gérard Depardieu, piccolo schermo 76 sindaco di Marsiglia da ormai vent’anni. Prima delle elezioni, ormai alle porte, Taro vuole lasciare un segno importante della sua gloriosa amministrazione: costruire un casinò nel centro storico della città. E per far sì che il progetto venga accettato è disposto a tutto. Ma deve guardarsi dall’ambizione di Lucas Barrès (Benoit Magimel), suo successore designato, giovane leader già in odore di successo politico. E proprio per questo, capace anche di mettere il bastone tra le ruote al sindaco in carica, figura che i signorotti dell’economia cittadina non vedono l’ora di levarsi di torno. Ed in una città così passionale come Marsiglia, la lotta per il potere, crediamo, non farà prigionieri. a cura di Federico pontiggia bordertown Gary cooper rock ‘n’ roll! fox animation Studio universal Studio universal Dal 4 maggio ogni mercoledì alle 22.50, la serie animata di Seth MacFarlane: formato bifamiliare, registro graffiante. A 55 anni dalla morte, il lunedì alle 21:15: Sogno di prigioniero, Desiderio, Per chi suona la campana, Maschere e pugnali, Cordura. Gli States ’50-’60, da American Graffiti di lucas ad Animal House di landis: ogni martedì alle 21.15, nostalgia canaglia! rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo maggio 2016 RdC_maggio_2016_RdC_ 29/04/16 11:07 Pagina 77 ------ ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ wORlDwIDE Tornare alle proprie Radici Su History Channel il remake della celebre miniserie del 1977. Con Laurence Fishburne nei panni di Alex Haley, autore del romanzo a cura di Angela Bosetto Preacher (Première: 22 maggio) AMC, atto I. per anni i fan dello scandaloso fumetto di Garth Ennis e Steve Dillon hanno chiesto un adattamento, ma questo lo aspettano sul piede di guerra, delusi dal casting dei protagonisti (il predicatore texano jesse Custer ha la faccia del britannico Dominic Cooper e la bionda Tulip O’hare quella dell’etiope Ruth Negga) e dai primi trailer ufficiali. Sarà riuscito Seth Rogen a gestire l’incandescente, violentissima e blasfema materia di base senza buttarla sulla blanda comicità demenziale? Feed the Beast (Première: 31 maggio) Roots (Première: 30 maggio) Debutterà su History Channel in occasione del Memorial Day il remake della celebre miniserie del 1977, basata sul romanzo Radici di Alex Haley. È Laurence Fishburne a dare volto allo scrittore, che ha impiegato dodici anni per ricostruire la storia dei propri antenati, a partire dall’avo Kunta Kinte (Malachi Kirby), nato nel 1750 in Gambia e rapito adolescente per essere venduto in America come schiavo. La vicenda pro- segue con sua figlia, la ribelle Kizzy (Anika Noni Rose), e il figlio di lei George (Regé-Jean page), futuro padre di Tom (Sedale Threatt Jr.), primo della famiglia a riottenere la libertà. Nel cast anche Forest Whitaker, Anna paquin, Jonathan Rhys Myers e Matthew Goode, mentre a dirigere i quattro episodi sono Bruce Beresford, Thomas Carter, phillip Noyce e Mario Van peebles. AMC, atto II. Dopo The Killing (poi ceduta a Netflix), è giunto il momento per la rete di rifare un’altra serie danese. la scelta è caduta su Bankerot di Kim Fupz Aakeson e Malene Blenkov, affidata negli USA a Clyde phillips, produttore di Dexter e Nurse Jackie. Tocca a David Schwimmer e jim Sturgess interpretare Tommy Moran e Dion patras, due amici che decidono di aprire un ristorante insieme a New york. Tra mafia, problemi personali e guai con la legge il loro rapporto sarà messo a dura prova. maggio 2016 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 77 RdC_maggio_2016_RdC_ 29/04/16 11:07 Pagina 78 TElECOMANDO /// Borsa del cinema ///------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ HoLLYWooD (RE)MADE IN CHINA di Franco Montini l’aumento esponenziale delle sale, il sestuplicarsi dei biglietti venduti. Gli States guardano sempre più a quel mercato F ast and Furious 7 ha incassato 370 milioni di dollari in Cina: una ventina di milioni in più di quanto il film ha rastrellato negli Usa. Un’eccezione? Neppure per sogno, anche l’incasso di Terminator: Genysis, tanto per citare un altro esempio, è stato maggiore in Cina che negli Stati Uniti: 110 milioni di dollari contro 89. In altri casi il confronto è nettamente a favore degli introiti americani, ma comunque per la produzione di Hollywood la Cina è diventata il maggior mercato straniero, capace di produrre incassi che spesso superano il totale degli introiti derivati dai merca- 78 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo maggio 2016 ti europei nel loro insieme. Tanto per citare qualche caso eclatante in Cina Avengers: Age of Ultron ha totalizzato 223 milioni di dollari; Jurassic World 216; Mission Impossibile Rogue Nation 132. Mentre per quanto riguarda la produzione nazionale, il pubblico cinese privilegia la commedia, il campione d’incassi del 2015 è risultato Monster Hunt di Jing Boran, che ha rastrellato 372 milioni di dollari, per ciò che riguarda il cinema Usa le preferenze vanno ai fantasy d’azione, ricchi di effetti speciali, basati su trame piuttosto semplici ed elementari. Invece, alme- no per il momento, non ha ancora sfondato l’animazione ed anche i blockbuster molto apprezzati internazionalmente come Minions e Inside Out hanno ottenuto nel mercato cinese un’accoglienza di pubblico inferiore alle attese. Insomma esattamente il contrario di quanto accade in Italia, dove l’animazione Usa funziona alla grande, mentre i fantasy con supereroi & Co. ottengono nel nostro paese esiti decisamente inferiori rispetto agli incassi degli altri mercati europei delle stesse dimensioni. Complessivamente i film stranieri distribuiti nel mercato cinese nel 2015 hanno fruttato 2,6 mi- RdC_maggio_2016_RdC_ 29/04/16 11:07 Pagina 79 ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Surfing liardi di dollari, contro i 4,5 miliardi della produzione nazionale. Il risultato dei film stranieri è clamoroso, se si pensa che la distribuzione di film stranieri è soggetta a quote e consente di far arrivare in sala non più di 34 titoli ogni anno. Il mercato cinematografico cinese è in una fase di rapidissima e incalzante crescita; in soli cinque anni, dal 2010 al 2015, il numero dei biglietti venduti è aumentato di quasi sei volte: da 286 milioni a 1.260 milioni. In soli due anni, dal 2013 al 2015, la frequenza al cinema per abitante si è raddoppiata: da 0,45 volte all’anno a 0,90. Solo nel 2015 sono stati realizzati 1200 nuovi cinema per un totale di oltre 8mila nuovi schermi. Complessivamente oggi in Cina sono attivi 31mila schermi. Di fronte a questi numeri si capisce benissimo perché Hollywood guardi sempre più spesso alla Cina e la produzione degli studios si stia orientando, come in parte già accaduto, a realizzare film prevedendo anche la realizzazione di una seconda versione corretta, destinata al mercato cinese con l’inserimento di personaggi e attori orientali. Il rischio è che l’esplosione di questo nuovo enorme mercato spinga le grandi case di produzione ad investire sempre più su pochi film di grande impatto spettacolare a danno del cinema d’autore. Se negli ultimi tempi ad Hollywood si riciclano le stesse idee e latitano i film di qualità, forse non è solo responsabilità di una crisi creativa, quanto delle politiche di investimento determinate da inedite opportunità di nuovi, grandi guadagni. @Marco_Spagnoli Viatico per la celebrità Bello o brutto conta poco: “purché se ne parli” A giudicare dal moltiplicarsi degli account di attori, attrici, registi e talent su Instagram e Twitter, ma anche su social considerati più ‘tradizionali’ come Facebook, il mondo dell’entertainment si sta trasferendo nel reame digitale allo scopo più o meno dichiarato di creare nuove sinergie e possibilità e, al tempo stesso, tagliare i ponti con i vecchi sistemi di comunicazione, stabilendo una differente modalità di interagire con il pubblico attraverso i Social Media. Tutto, dunque, sembra cercare una nuova linfa in Internet dove ogni gesto, azione e immagine può determinare una reazione immediata, un test, una risposta del pubblico reale e potenziale in maniera concreta. Se non c’è dubbio che la ‘mala gestione’ di un account pubblico di una celebrità non possa fare altro che danneggiarne l’immagine e la carriera, difficile dire se il tam tam del web possa o meno compromettere l’esito di un film: nel caso dell’ultimo Batman v Superman, a dispetto di una qualità quantomeno discutibile, gli incassi domestici statunitensi hanno, comunque, sfondato il tetto dei 300 milioni di dollari. Il clamore, per quanto negativo, non si tradurrebbe, quindi, mai in qualcosa di realmente dannoso per un prodotto. A conferma del celebre motto del press agent italiano Enrico lucherini “purché se ne parli” in grado di ribaltare la cauta visione protezionistica della hollywood degli anni ‘50, raccontata anche nel film dei fratelli Coen, Ave Cesare. Ad ulteriore riprova dei benefici derivati dallo sparigliare le carte, il libro Kardashian Dynasty del giornalista investigativo Ian halperin racconta che i celebri video hard di Kim Kardashian e paris hilton sarebbero stati deliberatamente fatti arrivare su Internet per creare una scorciatoia verso la celebrità per due ragazze di scarso talento. Un’ipotesi inquietante, smentita dalle dirette interessate, che, però, hanno invece goduto di benefici concreti ed oggi hanno due account Twitter rispettivamente di 32 e 13 milioni di follower in grado di raggiungere (da sole) un pubblico enorme. paris hilton e Kim Kardashian NON SOLO “CRISI CREATIVA”, MA INVESTIMENTI DETERMINATI DA OPPORTUNITÀ DI NUOVI GUADAGNI maggio 2016 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 79 RdC_maggio_2016_RdC_ 29/04/16 11:08 Pagina 80 TElECOMANDO /// libri ///------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ Romero da paura L’omaggio del Lucca Film Festival al grande regista horror. Poi un secolo di cortometraggi e Larraín Il regista George A. Romero Il padre degli zombie Claudio Bartolini (a cura di) George A. Romero. Appunti sull’autore Nato in occasione della retrospettiva con cui il Lucca Film Festival 2016 ha omaggiato il padre cinematografico dei morti viventi, questo volumetto analizza i vari aspetti della carriera, della poetica e dell’universo di Romero attraverso una serie di saggi tema- 80 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo maggio 2016 tici firmati da diversi autori, con prefazione di Mauro Gervasini e postfazione di Roy Menarini. Si va dalla metafora sociale rappresentata dagli zombi (Gianluca pelleschi) all’attacco del regista contro le regole di Hollywood (Giona A. Nazzaro), dal rapporto con l’Italia (Davide pulici) a quello con la critica (Raffaele Meale). Assumetelo quale antidoto alla sciatteria ripetitiva di The Talking Dead (Romero cit.) e, come ama ripetere zio George ai suoi fan, “Stay Scared!” (Bietti, pagg. 114, € 12,00) ANGELA BoSETTo Amore corto Sergio Arecco Il cinema breve. da Walt disney a david Bowie Non di solo lungometraggio vive il cinema, con il corto come la mettiamo? Studioso e saggista di comprovata perizia, Sergio Arecco firma il Dizionario del cortometraggio 1928-2015. Commenta Goffredo Fofi, “È un dono senza pari”. oltre 200 corto e mediometraggi con- templati, che possono essere “concentrazione, divagazione, episodio, appunto, colpo d’occhio”, è un volume poderoso e insieme lieve, per come sa raccontare questi “fratelli minori” con competenza, interesse e appetito. Dal waltdisneyano Steamboat Willie al Blackstar di David Bowie, passando per il Van Gogh di Resnais e Non cadranno foglie stasera di Tarkovskij, un carrellata dotta e ghiotta: imperdibile, perché Godzilla non ha ragione, “size does not matter”. (Cineteca di Bologna, pagg. 496, € 20,00) FEdERICo PoNTIGGIA RdC_maggio_2016_RdC_ 29/04/16 11:08 Pagina 81 --------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Hanno scoperto Pablo! Juri Saitta Il cinema di Pablo Larraín Una prima monografia. Arriva al momento giusto, al giro di boa della vita e della carriera. perché sono 40 anni ad agosto. E perché Hollywood si è accorta di lui, affidandogli il biopic su Jacqueline Kennedy (portman). Con una manciata di film, da Tony Manero all’ultimo lacerante El Club, si è ritagliato uno spazio importante nel panorama internazionale, rinnovando, anzi trascendendo, la tradizione latina del cinema di impegno politico a favore di una forma virulenta e allucinatoria di denuncia storico-sociale. L’autore ripercorre le tappe con una ricognizione filmografica lineare, attenta ai motivi tematici, culturali e stilistici di un’opera destinata ancora a sorprendere e turbare. (Il Foglio, pagg. 141, € 12,00) GIANLUCA ARNoNE Nessuno come Hayao Matteo Boscarol I mondi di Miyazaki. Percorsi filosofici negli universi dell’artista giapponese Nonostante l’annuncio del suo ritiro come regista e animatore, risalente al 2013, Miyazaki rimane tuttora, il tramite più immediato per accedere al mondo del cinema e della cultura giapponesi. A partire dall’ultimo lavoro, Si alza il vento, con le critiche che ha sollevato, i saggi di Luigi Abiusi, Alberto Brodesco, Marco Casolino, Andrea Fontana, Marcello Ghilardi, Massimo Soumaré e Roberto Terrosi ripercorrono la carriera del maestro nipponico creando connessioni e aprendo piste interpretative. Di certo la sua leggerezza narrativa, l’antimilitarismo e la dimensione sacrale della natura, la scelta di protagoniste indipendenti e creative sono la sua cifra stilistica, il suo modo di illuminare i sogni e donarci speranza. (Mimesis, pagg. 122, € 12,00) Gattopardo lui le conosceva bene le figure femminili nel cinema di pietrangeli. Da Irene Galter alla Sandrelli, icone tragiche di Chiara Supplizi CHIARA SUPPLIZI Stefania Sandrelli in Io la conoscevo bene Kinski segreto Stefano Loparco Klaus Kinski. del Paganini e dei capricci Di Klaus Kinski si conoscono gli amori e odi viscerali, le crisi creative, gli eccessi, le avventure rocamboleschee le superbe performance attoriali. Lasciando ampio spazio alle testimonianze di chi – da Tatti Sanguineti e George Hilton a Debora Caprioglio – ha intrecciato un legame con l’attore polacco, il libro ne segue le vicende biografiche, la carriera folgorante e la capacità di ammaliare il mondo del cinema. Fino ad arrivare al 1987, quando Kinski, da sempre soggiogato dalla figura di Niccolò paganini, decide di raccontarsi nell’autobiografico film-testamento Kinski Paganini. Un progetto ostracizzato da distributori e critica e sconosciuto al grande pubblico su cui il libro getta una nuova luce, a volte sinistra. (Il Foglio, pagg. 180, € 15,00) CHIARA SUPPLIZI piera Detassis, Emiliano Morreale, Mario Sesti (a cura di) antonio Pietrangeli. il regista che amava le donne Centro Sperimentale di Cinematografia/ Istituto luceCinecittà/Edizioni Sabinae pagg. 224 €€20,00 In un’Italia che, dopo la caduta del fascismo, si ritrova a dover fare i conti con i rapidi e violenti cambiamenti imposti dal boom economico e con lo sgretolarsi dei valori tradizionali, il cinema di Antonio pietrangeli mescola con leggerezza l’urgenza morale del neorealismo e lo sguardo ironico della commedia all’italiana. I suoi personaggi femminili, intenti a trovare la propria collocazione all’interno di una società estranea e di città in sinistra espansione, si rivelano icone tragiche, schiacciate dalla vita, perdenti nel confronto con la modernità. Da Irene Galter, la timida ragazza di provincia de Il sole negli occhi (1953) ad Adriana, l’aspirante attrice interpretata da Stefania Sandrelli in Io la conoscevo bene (1965), le sue protagoniste scontano sulla propria pelle le illusorie promesse del mondo contemporaneo e i pericoli di una libertà che sono incapaci di gestire. Mentre, smarrite e svagate, si lasciano sedurre da incontri, scontri e tradimenti, rimangono intrappolate in un universo di solitudini. I curatori, con il supporto di studiosi italiani e internazionali, ritraggono con precisione uno dei maestri del cinema italiano – penalizzato da una prematura scomparsa, avvenuta per un incidente sul set a soli 49 anni –, il suo stile inconfondibile, il rapporto con gli attori, la precisione maniacale e la “smania” di conoscere, progettare, raccontare. RdC_maggio_2016_RdC_ 29/04/16 11:08 Pagina 82 TElECOMANDO /// Colonne sonore ///-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- ‘80 VoGLIA dI SEqUEL Tutti vogliono qualcosa. A cominciare dalla (buona) musica: per il “sequel spirituale” a Dazed and Confused, Richard Linklater ha spostato avanti le lancette, dai ’70 agli ’80, mantenendo intatto il gusto sonoro. A partire dal pezzo dei Van Halen che dà il titolo al film, Everybody Wants Some!!, passando per The Knack (My Sharona), Cheap Trick (I Want You To Want Me), Blondie (Heart Of Glass) e Dire Straits (Hand In Hand), si “cerca – dice Linklater - di catturare la straordinaria varietà dell’offerta musicale del periodo”. SpOSTARE lE MONTAGNE: SI pUò Il cammino dello score di Mountains May Depart, affidato al musicista di osaka Yoshihiro Hanno, è lento, dolente, procede di pari passo col film nella mera contemplazione del tempo che passa, sugli effetti che produce, interiormente ed esteriormente, su cose e persone. Nel film rimbomba in testa e in coda la Go West dei pet Shop Boys, così allusiva fin dal titolo nelle trasformazioni che coinvolgeranno la società cinese di fine anni Novanta; ma nel mezzo, Hanno affonda archi e piano come una lama nel cuore, dal main theme in due parti passando per le intimistiche due parti di The River, affidate unicamente a un arpeggio di chitarra. Future dilata il tema tuffandolo in un silenzio rimbombante, con accenni di rumori industriali a formare una parvenza di base ritmica; Sad Strings ne è il contraltare emotivo, giocato tutto su archi e risacca del mare. Una dicotomia tra cuore e testa insanabile, che torna nel dittico 24 City per poi esplodere nel lirismo dei quattro movimenti di Platform: il primo scivola sperimentale in mille rivoli dissonanti di piano, il secondo strazia il cuore come il miglior Hisaishi, il terzo riporta in scena il lirismo degli archi, che nella fluviale Variation sono un fiume in piena, che trascina via i dialoghi dei personaggi, dispersi nel tempo e nel ricordo. GIANLUIGI CECCARELLI 82 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo maggio 2016 F.P. neRissimo Tre anni dopo l’ottimo Still Smiling, Teho Teardo e Blixa Bargeld raddoppiano: un disco di canzoni nuove, cantate in tedesco, inglese e italiano. Nerissimo certifica la bontà di un sodalizio affascinante, sintetico e sinestetico. Musica per gli occhi. F.P. SUoNALA ANCoRA, PAoLo La domanda s’è fatta largo, alla 60esima edizione dei David di Donatello: ma Youth è un film o un album discografico? Non per togliere qualcosa al direttore d’orchestra paolo Sorrentino né tantomeno al suo alter ego Michael Caine, figuriamoci, ma la pulce a scorgere il palmares salta, ehm, all’orecchio: Youth aveva ben 14 candidature, ne ha concretizzate solo due. E per che cosa? per la col onna sonora di David Lang e la canzone originale Simple Song #3, musica e testi di Lang, interprete Sumi Jo. Morale? A risentirci. F.P.