quaderno scolastico n. 1 distribuzione gratuita

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quaderno scolastico n. 1 distribuzione gratuita
quaderno scolastico n. 1
Mensile dell’Istituto Statale
d’Istruzione Secondaria
Superiore Ignazio Silone
di San Ferdinando di Puglia
distribuzione gratuita/
diffusione interna
gennaio/ febbraio 2009
1° di copertina/ A
Il Quaderno del Silone
IL
Questa pubblicazione è uno dei tanti
tasselli del mosaico che la comunità
scolastica del “Silone” sta componendo
ormai da venticinque anni.
Tanto è il tempo trascorso dal conseguimento dell’autonomia dall’ITC “Dante
Alighieri” di Cerignola, evento che nel
corso di questo anno scolastico sarà
adeguatamente ricordato e “celebrato”
per un bilancio del passato e soprattutto per una indicazione del futuro.
Il giornale, dunque.
Cresciuto negli ultimi mesi come
“luogo” di informazione, discussione e
dibattito fra docenti, studenti, genitori, operatori della scuola, ha già la
necessità di cambiare, adeguarsi alle
esigenze emerse, promuovere nuova
partecipazione, diventare uno strumento dinamico e adeguato a rappresentare l’attuale realtà educativa e
scolastica, con le sue grandi risorse ed
i suoi altrettanto grossi problemi.
Da questo numero cambia il formato
per renderlo più leggibile, soprattutto
agli studenti.
L’idea di “quaderno”, inteso come oggetto personale, vuole esprimere il concetto di partecipazione: lo studente è parte dell’Istituto e può trovare all’interno
della rivista notizie che lo riguardano e
che lui stesso può scrivere.
Inoltre la rivista presenterà ad ogni numero una copertina diversa (su cartoncini ruvidi come quelli di una volta): la
caratterizzazione avverrà attraverso la
composizione tipografica di una frase o
di un aforisma di importanti personalità culturali del passato; per questo numero è stata scelta una frase di Ignazio
Silone: “L’uomo non esiste veramente
che nella lotta contro i propri limiti”.
Oltre a rappresentare un augurio per
tutti gli studenti, è un omaggio al
personaggio da cui l’Istituto ha preso e
portato il nome per questi primi venticinque anni, nel momento in cui è già
stata avviata la procedura per il cambio della denominazione intitolandolo
a Michele Dell’Aquila. Ma di questo si
parlerà nei prossimi quaderni.
Carmine Gissi
Ci metto
la firma
Il concorso di moda riservato alle classi
terze della Scuola Secondaria di 1° grado,
organizzato dal corso di Abbigliamento e Moda dell’I.I.S.S. “I.Silone” di San
Ferdinando, giunge quest’anno alla terza
edizione; il progetto mira a realizzare un
valido collegamento fra l’Istituto Silone
e le Scuole Medie del territorio.
Il periodo della Moda preso in considerazione quest’anno è quello degli anni
“60, un periodo indimenticabile sia per
le grandi trasformazioni sociali e culturali, sia per le innovazioni apportate dai
creatori di Moda, che diventavano veri e
propri Maestri di stile.
Gli alunni della Scuola Media “Giovanni
XXIII” di San Ferdinando, insieme a quelli
della “G.Pascoli” di Margherita, della “G.
Garibaldi” di Trinitapoli, della “Padre Pio”
e della “Paolillo” di Cerignola hanno dato
spazio alla fantasia e alla creatività, per
realizzare i loro disegni, che sono stati
infine sottoposti al giudizio della commissione di docenti esperti.
Pubblichiamo l’elenco degli alunni che
hanno superato la selezione.
Scuola media “Giovanni XXIII”: Cannone
Lucia, Ricco Marika, Anzivino Francesco, Ferrara Valentina, De Facentis
Brigida, Cellamare Angela, Di Lollo Raffaella, D’Alessandro Sabrina, Di Terlizzi
Saverio, Sciancalepore Natalia, Caprioli
Raffaella, Frontino Assunta, Todisco
Silvana, Bruno Michele, Torraco Rosa,
Romano Gianluca e Spagnoletti Giulia.
Scuola media “G.Pascoli”: Gorgoglione
Grazia, De Pietro Ilaria, Rapi Chiara,
Zupa Antonella e Di Pace Anna Paola.
Scuola media “G.Garibaldi”: Minervino
Rosaria, Giovino Valerio, Esposito Loreta, Capodivento Cosima e Robles Lucia.
Scuola media “P.Pio”: Macchiarulo Manuela, Pilato Valeria, Russo Anna Anita,
De Laurentis Luana e Fallone Francesca.
Scuola media “Paolillo”: Lionetti Francesco, La Dogana Federica, Massaro
Angelica, Raffaeli Nadia, Tesse Giuseppina, Ferri Alessia, Marciano Michele e
Pugliese Ripalta.
Fra tutti i progetti selezionati saranno
premiati i modelli più rappresentativi
dello stile Anni “60; tali modelli saranno
realizzati e presentati nel corso della serata finale, in programma nel mese di febbraio. Durante questa serata-evento, oltre
alla premiazione dei vincitori, i presenti
avranno l’opportunità di assistere ad una
sfilata di moda presentata dalle alunne
del corso di Abbigliamento e Moda.
Piero Ingravalle
La moda
passa,
lo stile
resta.
(Coco Chanel)
Col sole in testa
IMPIANTO FOTOVOLTAICO
Risparmiare energia, promuovere l’uso
delle energie rinnovabili, sensibilizzare
i più giovani alle tematiche ambientali,
sono gli obiettivi e i meriti della Dirigenza dell’Istituto “Ignazio Silone” per
aver avuto la possibilità di installare sui
tetti dell’istituto il primo impianto fotovoltaico pubblico del Comune di San
Ferdinando di Puglia.
L’impianto permetterà di evitare l’immissione nell’ambiente di circa 26 tonnellate di anidride carbonica all’anno,
che moltiplicata per la durata prevista
di funzionamento (25-30 anni), dà 780
tonnellate di anidride carbonica in
meno nell’aria. L’impianto realizzato,
sviluppa una potenza di 48,96 KWp, è
costituito da 288 moduli fotovoltaici
in silicio monocristallino di potenza unitaria pari a 170W. I vari moduli
sono collegati in serie tra loro a gruppi
di 12 unità, in modo da realizzare 24
stringhe separate che a loro volta sono
raggruppate in parallelo e convogliate
su cassetta detta String Box. I moduli
orientati verso Sud, risultano inclinati
rispetto al piano orizzontale di 32°, e
alla latitudine in cui è situato l’edificio, produrranno una radiazione solare
media giornaliera su una superficie di
1m² pari a 4,83 KWh/m/giorno (1762,95
KWh/m²/anno). L’energia prodotta
sarà autoconsumata nel corso dell’anno,
l’eventuale eccedenza è immessa in rete
in regime di cessione. I dati principali
(Potenza attiva istantanea, energia prodotta e CO2 non emessa in atmosfera)
verranno visualizzati direttamente su
un display a righe di led posto nei pressi dell’ingresso dell’edificio. La produzione di energia elettrica attesa dall’impianto è stimata in 62.534,52 KWh per
il primo anno, per gli anni successivi è
prevedibile una riduzione progressiva
del rendimento per invecchiamento dei
moduli FV, con una produzione stimata
per una durata di 25 anni.
Lo sfruttamento dell’energia solare, soprattutto per quanto riguarda la produzione di elettricità, è limitato principalmente dal costo elevato degli impianti
e dalla burocrazia ancora troppo lenta
e scoraggiante per l’ottenimento delle
autorizzazioni necessarie.
A partire dagli anni ’80 fino alla prima
metà degli anni ’90, si è assistito a una
fase di grandi investimenti e alla realizzazione di diverse centrali fotovoltaiche tra cui quella di Serre da 3,3MW di
potenza, una delle più grandi al mondo.
Tuttavia, dalla metà degli anni ’90 il
settore del solare in Italia, nel suo complesso, ha vissuto una forte contrazione o meglio un mancato svilup-
Mettete dei fiori
nei vostri
cannoni
po, in palese controtendenza con
il resto del Mondo. Un ridimensionamento provocato dal generale
disinteresse nei confronti delle
fonti rinnovabili e dello sviluppo
sostenibile.
Per lo sviluppo del Fotovoltaico le
politiche Nazionali sono importanti, ma gli Enti Locali possono
fare la differenza. L’investimento
capitale è quello che spesso frena
l’acquisto, anche se significherebbe, in effetti comprare l’energia che
consumeremo in futuro a prezzi
bloccati. Aspetto da non sottovalutare di questi tempi. La crisi finanziaria e i redditi delle famiglie,
sempre più in sofferenza, rendono
l’acquisto di un impianto fotovoltaico più difficile, proprio quando
la sua diffusione sta registrando
un’esplosione anche nel nostro
Paese. A subire uno stallo potrebbero essere proprio gli impianti per
piccole utenze inseriti nell’edilizia
urbana. Oggi abbiamo un ottimo
sistema incentivante per il FV, forse
il più vantaggioso al Mondo, e
sarebbe un peccato incagliarsi sulle
disponibilità economiche necessarie per l’investimento iniziale.
Qualche soluzione ideata a livello
comunale, ma anche regionale si
rende necessaria a beneficio del
cittadino, delle piccole imprese e
anche per lo stesso ente locale.
Ad esempio, in provincia di Catanzaro, 3 Comuni, Olivadi, San Vito
sullo Ionio e Cenadi, installeranno
oltre 300 impianti. Il progetto si
chiama “Sole-Ambiente-Risparmio”.
Per i cittadini la realizzazione
degli impianti sarà a costo zero,
grazie a un accordo concluso dai
Comuni con la banca locale. L’istituto finanzierà totalmente il costo
e l’installazione dei sistemi FV applicando un tasso fisso del 5,90%.
Il mutuo sarà per un massimo di
14 anni con rate semestrali pagate
mediante gli accrediti della tariffa
incentivante.
Cosa ci si aspetta per il futuro? La
ricerca pubblica è un aspetto della
crescita del settore della ricerca, ma molto ci si aspetta anche
dall’industria e dal settore privato.
Un circolo virtuoso che necessita di supporto continuativo ed
equilibrato al settore commerciale
fino a che i costi non siano tali
da permettere l’eliminazione di
incentivi e promuovere lo sviluppo
di tecnologie trasportabili a livello
industriale.
Nicola Digennaro
Riportiamo molto volentieri il testo di
una canzone contro la guerra, segnalato
alla nostra redazione da Teresa Palombella, alunna della Vª AM; si tratta della
storica “C’era un ragazzo che come me
amava i Beatles e i Rolling Stones”,
cantata da Gianni Morandi nel 1966, in
piena guerra del Vietnam.
La canzone incappò nella scure della
censura televisiva italiana, per i versi
“mi han detto va nel Vietnam e spara ai
Vietcong”, e un po’ per tutta l’atmosfera
antiamericana che vi si leggeva. Vi fu
persino un’interrogazione parlamentare
che venne notificata all’autore, Franco
Migliacci: ci si chiedeva infatti come
“si permettesse ad un autore di musica
leggera di criticare la politica estera di
un Paese amico come gli Stati Uniti….”
C’era un ragazzo
che come me
amava i Beatles
e i Rolling Stones
girava il mondo,
veniva da
gli Stati Uniti d’America.
Non era bello
ma accanto a sé
aveva mille donne se
cantava “Help” e “Ticket to ride”
o “Lady Jane” o “Yesterday”.
Cantava “Viva la libertà”
ma ricevette una lettera,
la sua chitarra mi regalò
fu richiamato in America.
Stop! coi Rolling Stones!
Stop! coi Beatles. Stop!
Gli han detto vai nel Vietnam
e spara ai Vietcong...
C’era un ragazzo
che come me
amava i Beatles
e i Rolling Stones
girava il mondo,
ma poi finì
a far la guerra nel Vietnam.
Capelli lunghi non porta più,
non suona la chitarra ma
uno strumento che sempre dà
la stessa nota ratatata.
Non ha più amici, non ha più fans,
vede la gente cadere giù:
nel suo paese non tornerà
adesso è morto nel Vietnam.
Stop! coi Rolling Stones!
Stop coi Beatles. Stop!
Nel petto un cuore più non ha
ma due medaglie o tre...
Ta ta ta ta ta…
Continuate a segnalarci le vostre canzoni contro la guerra: le più belle saranno
pubblicate nei prossimi numeri.
Gomorra
UNA SCELTA CORAGGIOSA
Nelle ultime settimane sui giornali di
tutta Italia si legge “Saviano eroe”, “Saviano sta pensando di lasciare l’ Italia”,
“Saviano non un eroe ma un uomo che
ha fatto il suo dovere”.
Roberto Saviano è un ragazzo normalissimo di 28 anni che ha scritto un libro,
non un semplice libro, che gli ha causato molti problemi, ma a lui non interessa; vuole che tutta l’Italia e il mondo
debbano sapere che cosa sia la malavita
campana, “La Camorra”.
Il libro si intitola “Gomorra”. Gomorra
potrebbe derivare dalla parola Camorra,
come molti credono, ma chi sa cosa sia
Gomorra capisce al volo dalla copertina
di cosa parli il libro; infatti, Gomorra
è una delle due città distrutte da Dio,
quindi Gomorra sta per Napoli città distrutta, dalla droga, dal traffico illecito,
insomma dalla Camorra.
Saviano ha raccontato tutto, ma proprio tutto di quello che sapeva.
Ha fatto arrestare più di duecento persone, tra cui Schiavone detto : “Sandokan” boss dei Casalesi (Casal di Principe), uno dei più pericolosi, e prendere
un boss non è cosa da niente, soprattutto uno che ha così tanti soldi da
farsi costruire una villa identica a quella
di Tony Montana, personaggio del film
“Scarface”, interpretato da Al Pacino,
una villa di quelle costa troppi soldi,
troppi soldi guadagnati con la morte di
altrettante persone.
Saviano non ha avuto paura di denunciare tutto, anche se sapeva a cosa andava
incontro; infatti, ha ricevuto più di una
minaccia di morte da parte della Camorra. Ovviamente ha paura, perché ricevere
una minaccia di quel genere non può far
piacere a nessuno, comunque non si è
pentito di quello che ha fatto.
Infatti ha detto: “Io vado via dall’Italia
per non essere ucciso, ma voi italiani
che sapete, denunciate tutto perché se
io da solo ne ho fatti arrestare duecento, pensate se parlate tutti, quanti potranno essere arrestati, pertanto fatelo,
perché è giusto cosi”.
Io credo che Saviano non sia un eroe,
ma solo un uomo semplice che ha fatto
il suo dovere, ed è quello che dovremmo
fare tutti noi, però se continuiamo a
stare zitti è logico che queste persone
come lui siano chiamate eroi.
Mattia Diego Calorio, classe 2^ T
Pubblicità
provocatoria
Una scelta
consapevole
ALLORA FUNZIONA?
DOPO LA SCUOLA MEDIA
Il mese scorso nel “SILONE NEWS” sono
state pubblicate delle foto che hanno
suscitato un certo interesse da parte
dei nostri lettori. Le opinioni sono state
tante, positive e negative. Ma non è il bilancio dei voti che stiamo valutando ora.
Il vero intento è quello di informarvi che
la pubblicità provocatoria, tra l’altro collocata nella prima pagina del giornalino
e non tanto compresa, ha funzionato al
100%. Perché? È semplice! Perché il suo
vero scopo non è pubblicizzare l’oggetto
ma suscitare l’interesse del pubblico,
indipendentemente dal fatto che il suo
giudizio sia positivo o negativo. Le foto
dovevano solamente far parlare di sé.
Ed è proprio questo che hanno fatto.
Le polemiche sullo scopo di quelle immagini sono state tante. Qualcuno ha
chiamato le foto-provocatrici “divertenti”, altri le hanno considerate di cattivo
gusto e controproducenti per l’immagine stessa dell’Istituto in quanto sembra
che dichiarino: “al Silone crescono solo
i pomodori” e non gli alunni. In molti
hanno cercato di capire come potesse
c’entrare lo shampoo o lo yogurt con la
scuola o cosa volessero rappresentare la
pasta e il Martini. Sicuramente la foto
che ha suscitato più interesse è proprio
quella dell’ultima pagina. Sarà per lo
slogan? Chissà!
Indipendentemente dal giudizio da
voi espresso possiamo congratularci
comunque per il risultato raggiunto:
l’agenzia pubblicitaria ha fatto un buon
lavoro, il giornalino suscita attenzione
e fa parlare di sé e alla redazione arrivano sempre più articoli di argomenti
diversi facendo aumentare il numero
dei giovani giornalisti del Silone. Allora
non rimane altro da dire che: ”Scriveteci ancora e sfogliate il “SILONE NEWS”
perché vi farà parlare e riflettere”.
La scelta della scuola media superiore (o, come si dice ora in modo
più complicato, della scuola secondaria di secondo grado) è una
decisione sofferta che spesso mette
in crisi lo studente interessato e la
sua famiglia.
Certo, la scelta è importante e va
valutata bene, analizzando almeno
alcuni aspetti della situazione:
1. le tendenze personali, le competenze già acquisite, i gusti e le
preferenze dello studente;
2. le tipologie di scuole presenti
sul territorio in cui si risiede (senza
farsi troppo influenzare dalle voci
che circolano: molte scuole hanno
una “fama” migliore o peggiore di
altre, ma il mondo cambia e... anche i professori e i presidi!)
3. le prospettive future di lavoro.
Alina Pastukh, classe 5^ BP
Il punto 3, in teoria, dovrebbe essere quello che conduce alla decisione finale, ma, ahinoi, è quello più
controverso.
Se uno ha il papà dentista o commercialista e vuole proseguire la
professione paterna, beh, allora la
scelta è più facile (se non altro, si
ritrova lo studio già avviato!).
Ma, con i tempi che corrono, normalmente la scuola frequentata e
il diploma conseguito non garantiscono più che chi abbia studiato
da ragioniere poi lo faccia veramente o che chi ha frequentato
l’Istituto agrario vada a lavorare in
un’azienda agricola...
Oggi un diploma (qualsiasi) è richiesto anche per fare il commesso
in un supermercato o l’impiegato
generico in un ufficio.
Il mondo del lavoro e le sue leggi
cambiano rapidamente e ancora
cambieranno nell’arco di tempo in
cui arriverete a diplomarvi.
Ciò che è certo oggi non lo sarà
domani. Questo non perché il
mondo si sia messo a girare più
velocemente, ma perché il libero
mercato, lasciato troppo libero,
genera confusione, incertezza,
insicurezza. Ma anche perché la
tecnologia si evolve rapidamente e
genera necessità, servizi e posti di
lavoro nuovi e diversi.
Quindi dovrete essere pronti ad
una certa elasticità e flessibilità
nel vostro futuro.
Iniziando già da ora a pensare che
la scelta della scuola superiore non
influenzerà del tutto la vostra vita
futura e non determinerà in modo
definitivo il vostro destino.
Ripensamenti, passaggi, cambiamenti
di percorso saranno sempre possibili.
Quello che vi resterà d’importante, in ogni caso, sarà l’aver vissuto
un’esperienza scolastica positiva e
valida: ciò, naturalmente, dipende
per un 50% dalla scuola, ma per
l’altro 50% solo da voi, dal vostro
impegno e dal vostro entusiasmo
nell’apprendere.
Nella scelta della scuola superiore,
comunque, non siete soli:
ci sono i vostri genitori, i vostri insegnanti; inoltre il nostro
Istituto ha attivato dei mini
laboratori i quali hanno dato la
possibilità di fare una scelta consapevole facendovi riscoprire le
vostre attitudini.
Maria Colasanto
Quale programmazione
per gli alunni diversamente abili
Nelle classi in cui si registra la presenza
di un alunno diversamente abile, prima
o poi arriva il momento in cui l’insegnante di sostegno si sente rivolgere da
un alunno la fatidica domanda: “Professore, ma ….. avrà lo stesso Diploma che avremo noi?” oppure “… i suoi
voti valgono quanto i nostri?”. Quasi
contemporaneamente l’insegnante di
sostegno in questione è avvicinato dal
collega curricolare, che gli chiede, più
o meno velatamente: “… ma come mi
devo ‘regolare’ quando devo valutarlo?”.
Per trovare risposte chiare e concrete a
domande di questo genere non abbiamo bisogno di inventarci niente: è sufficiente attenersi alla vigente legislazione
relativa all’integrazione scolastica.
L’art. 16 della Legge 104/92 e l’art. 4
dell’O.M. 128/99 spiegano molto chiaramente che gli alunni diversamente abili
che si iscrivono alla scuola media superiore possono percorrere fondamentalmente due curricoli:
- la programmazione della classe (altrimenti detta programmazione paritaria), che riguarda, di norma, gli alunni
con minorazioni fisiche e sensoriali;
tale percorso formativo prevede almeno
il raggiungimento degli obiettivi minimi, è accompagnato da una valutazione
identica a quella degli altri alunni e si
conclude naturalmente con il conseguimento del Diploma (valido a tutti gli
effetti di legge);
- la programmazione “differenziata”,
che porta infine ad ottenere un Attestato di credito formativo (ai sensi
dell’art. 13, comma 2, del DPR 23 luglio
1998, n.323) che certifichi le conoscenze,
le competenze e le capacità acquisite
dall’alunno; questo percorso riguarda, di
norma, alunni con ritardo mentale particolarmente grave. La valutazione di
chi segue questo tipo di programmazione è espressa con voti che si riferiscono
unicamente allo svolgimento di un PEI
differenziato nei contenuti e non ai
programmi ministeriali (art. 16 comma
3 OM 90 21/5/01).
Nella strada che porta alla scelta del
percorso scolastico possiamo individuare due nodi cruciali:
- Chi ha la facoltà di fare questa scelta?
Ancora una volta la legislazione ci
viene in aiuto, togliendoci da ogni
impaccio: secondo il comma 2 dell’art.
12 della Legge n. 104 del 1992, il PEI
(Piano educativo individualizzato) è
redatto congiuntamente dagli operatori sanitari individuati dalla ASL e dal
personale insegnante curricolare e di
sostegno della scuola, in collaborazione con i genitori.
Come si giunge a decidere quale
programmazione seguirà l’alunno
diversamente abile? Inizialmente è
indispensabile un periodo di osservazione, durante il quale l’insegnante di
sostegno raccoglie anche il materiale
diagnostico (messo a disposizione dalla
scuola), si confronta con i colleghi curricolari e prende contatti con la famiglia
e la ASL; successivamente il Consiglio
di Classe si riunisce per verbalizzare il
risultato delle osservazioni effettuate
e per esprimere il parere sul percorso
educativo. Infine il Consiglio di classe
si incontra con la famiglia e la ASL per
confrontarsi e decidere in via definitiva
il tipo di percorso. Qualora si intenda
adottare una programmazione differenziata, sarà necessario ottenere un
formale assenso da parte dei genitori
dell’alunno. (art. 15 comma 5 OM 90/01).
Ovviamente, la scelta del percorso formativo sarà tanto più oculata, quanto
più sarà condita dal buon senso; un
carissimo collega toscano un giorno
fece questa arguta osservazione: “In
una scuola sempre meno interessata
a verificare i reali apprendimenti degli
alunni e sempre più incline al condono
verso le preparazioni lacunose, andare a fare gli integerrimi proprio con i
diversamente abili non ci pare proprio il
caso”; credo sia molto difficile non essere d’accordo con lui… Potremmo anche
generalizzare, affermando che gli alunni
diversamente abili dovrebbero seguire
la programmazione della classe ogni
volta che dimostrino di essere in grado
di utilizzare proficuamente le lezioni
curricolari; d’altra parte occorre ribadire
che la scelta di un percorso differenziato ha profonde ripercussioni sul futuro
dell’alunno, per cui sarebbe auspicabile
un ricorso ad essa solo nei casi in cui
Per sentirsi
sempre
persona
nella dignità
di ogni
individuo
(Anonimo)
sussista un’oggettiva impossibilità a
decidere e a procedere altrimenti. Tutti
gli operatori scolastici, dai docenti agli
alunni, dai collaboratori scolastici al
personale amministrativo, dovrebbero
comunque ricordare che, a prescindere
dalla programmazione seguita, l’alunno
diversamente abile mantiene il “diritto”
all’integrazione; per chi segue un percorso differenziato spesso diventa più
difficile mantenere punti di contatto con
il contesto scolastico e sentirsi quindi
“integrato”, ma questa incresciosa situazione va assolutamente evitata, per non
aggiungere al danno (quello psichico) la
beffa (quella di sentirsi emarginato).
Rino Mutarelli
Rino Mutarelli
Per te
Sono nata per vivere,
Fammi respirare.
Io vivo per crescere,
Lasciami capire.
Cerco per nascondere –
Mi devo preservare.
Lotto per esistere –
No, non ti stupire –
Lotto per evadere,
Per essere qualcuno.
Io devo vincere!
Mi fermerà nessuno.
Io devo vincere
Battaglia con me stessa,
Battaglia con l’esterno.
Devo diventare
La parte del tuo cuore
Per cogliermi riflessa
Nello sguardo eterno
Dei dolci occhi tuoi.
Son nata per amare
E tu sei il bersaglio.
(TiNa)
La letturite
acuta
Con grande esultanza vi informo
che il “morbo della letturite acuta”
si sta diffondendo a macchia d’olio
nel nostro istituto.
La biblioteca comincia ad assomigliare sempre di più al “luogo
dell’accoglienza ”importantissimo
luogo della comunicazione, dello scambio ed anche soprattutto
dell’informazione. A questo proposito è doveroso rimarcare l’opera
di illuminati insegnanti, i quali
dall’inizio dell’anno scolastico collaborano col personale bibliotecario
per suscitare e mantenere negli
alunni l’abitudine ed il piacere di
leggere, di imparare, di utilizzare
la biblioteca in modo che diventino acquisizioni durature. Lo fanno
organizzando, rendendo accessibili e promovendo l’uso dei libri e
degli altri strumenti multimediali
a disposizione,ottimizzando, così,
le risorse offerte dalla scuola.
Fortunatamente si è instaurata
anche una positiva relazione ed
un buon rapporto di comunicazione tra i ragazzi ed il personale
della biblioteca per poter consigliare loro delle letture utili sia
per approfondimento personale
che per le ricerche scolastiche. Ciò
che ci interessa,infatti è aiutare
il ragazzo nella scelta, suggerirgli
possibili percorsi di lettura, perché
sappia trovare ciò che gli piace e
gli serve.Allo stesso tempo, aperti
anche ai suggerimenti più svariati
degli alunni, si è cercato di dotare
la biblioteca di testi scelti da loro
stessi e che spaziano dagli ultimi
successi editoriali e per quanto
riguarda i DVD, anche dagli ultimi
film musicali e di impegno sociale,
a libri che trattano di temi scottanti, sociali e religiosi. Una parola
va spesa sull’acquisto del materiale
destinato alla biblioteca, in quanto
il World Wide Web ha modificato le
modalità con le quali questo servizio viene offerto; ecco che tramite
siti come IBS.it, si possono prenotare in modo consapevole testi e
DVD, leggendo in rete il contenuto
dei libri o dei film da acquistare
ed i relativi commenti, usufruendo
Twilight
ROMANZO DELL’ANNO
Dopo Federico Moccia che ha saputo
conquistare l’interesse degl’adolescenti
della nuova generazione, esordendo con
l’ormai famoso romanzo 3MSC (3 tre
metri sopra il cielo) e che ha pubblicato
successivamente “Ho voglia di te”, “Scusa ma ti chiamo Amore”, “La passeggiata” e “Cercasi disperatamente Niki”;
una nuova scrittrice sta riscuotendo un
grande successo con la pubblicazione
del romanzo “Twilight” da cui è stato
tratto l’omonimo film, uscito in programmazione nelle sale cinematografiche italiane a novembre 2008.
Si tratta di Stephanie Meyer, nata nel
1973 e che vive in Arizona.
Il romanzo narra di Bella Swan una
giovane studentessa che frequenta il
3° anno delle superiori, che per amore
nei confronti della madre si trasferisce
a Forks dove vivrà con il padre; li si
anche di occasioni interessanti.
Infine nella prospettiva di una auspicata ristrutturazione del salone
adibito a biblioteca,un altro veicolo di comunicazione e come attività di promozione dei libri,utile ai
ragazzi potrebbe essere la bacheca
con la “TOP TEN” dei libri più prestati, sull’esempio degli espositori
dei “libri più venduti”, come si trovano nelle librerie o negli autogrill.Potremmo costruirla in modo
tale da renderla più informativa:
sotto le immagini di copertina
metteremo brevi descrizioni del
libro, per fornire un’indicazione di
massima ai lettori. Ed ora passiamo a fornire qualche numero: l’anno scolastico 2007/2008 ha visto lo
scambio di ben 275 libri, quest’anno in corso, invece, a tutt’oggi,
cioè febbraio 2009 gli scambi sono
stati già circa 400! Vedremo a fine
anno se i nostri sforzi saranno
ulteriormente premiati. Ragazzi,
dipende da voi,
accorrete numerosi!
Maria Teresa Stella
imbatterà in Edward Cullen un ragazzo
algido e impenetrabile, talmente bello
da sembrare quasi irreale. Tra i 2 nasce
un’amicizia che presto si trasforma in
una attrazione travolgente, tuttavia
Edward nasconde un segreto che Bella è
intenzionata a svelare. È un vampiro.
La vita di Bella prende una piega inaspettata e pericolosa.
È una storia che si legge “davvero” tutta d’un fiato, perché trascina chi la legge nel vortice sensuale e avventuroso
di un amore proibito. Personalmente
ho impiegato due giorni per leggerla.
Dopo il grande successo internazionale riscosso, la Meyer ha pubblicato
anche il seguito della storia con altri
tre romanzi : “New Moon”, “Eclipse”, e
“Breaking Dawn”.
La saga di Stephanie Meyer è stata definita come la migliore dell’anno, perciò
un consiglio: lasciatevi trasportare da
questo vortice.
Valentina Lucia Mavellia, classe 5^BP
Learning object
LE NUOVE FRONTIERE DELLA DIDATTICA
Il corso PON “Tecniche e metodologie di
didattica multimediale” è giunto ormai alla conclusione. I diciotto docenti
partecipanti, assistiti dal tutor, Prof.
Pietro Samarelli, hanno potuto cimentarsi negli ultimi due mesi nell’uso
della lavagna interattiva e del software
necessario alla “costruzione” di Unità di
apprendimento interattive.
Le lezioni sono state magistralmente
tenute dal Prof. Antonio Dantini e dal
Prof. Giovanni Monda, quest’ultimo
in qualità di docente esterno. Proprio
all’Ingegner Monda, docente universitario di Informatica e consulente
della casa editrice “Garamond” per la
didattica digitale, abbiamo rivolto
alcune domande:
Per cominciare, professor Monda, ci spiega
cos’è una Lavagna Interattiva?
La lavagna interattiva multimediale
è un dispositivo elettronico avente le
dimensioni di una tradizionale lavagna
didattica, sul quale è possibile scrivere/
disegnare usando dei pennarelli virtuali.
Tipicamente è collegata ad un personal
computer, del quale riproduce lo schermo. Permette quindi di mantenere il
classico paradigma didattico centrato
sulla lavagna, estendendolo con l’integrazione di multimedia, l’accesso ad
internet e la possibilità di usare softwa-
re didattico in modo condiviso. Uno dei
tanti vantaggi che offre la L.I.M (Lavagna Interattiva Multimediale) è quello
di poter registrare la lezione in tempo
reale, mentre il docente spiega. Successivamente il file prodotto e salvato in
formato .avi, potrà essere riprodotto su
qualsiasi computer o addirittura vederlo
in TV tramite un apposito lettore DVD.
Cos’è invece un L.O.?
Intuitivamente possiamo dire che un
L.O. (learning object) é una risorsa
didattica “modulare” erogabile a distanza, utilizzabile su più piattaforme
ed in diversi formati con la possibilità,
una volta archiviato l’oggetto di apprendimento, di riusarlo all’infinito,
con enorme risparmio di tempo e di
denaro. Organizzando opportunamente sequenze di vari LO si giunge ad un
percorso formativo “personalizzato”.
Il LO deve essere costruito per aiutare
chi apprende, a raggiungere specifici
obiettivi didattici.
Perché è così convinto che la lavagna interattiva si diffonderà nelle scuole italiane?
L’uso intelligente della LIM permette di
rendere il processo di apprendimento
accattivante e specialmente
operativo, interattivo, pluridisciplinare e coinvolgente, consentendo di conservare in archivio il prodotto delle
lezioni. Non si tratta però di una
bacchetta magica: l’insegnante
deve avere le idee chiare sugli
obiettivi didattici; ma, come strumento di lavoro, di motivazione e
di aggregazione, la LIM può essere
davvero molto interessante!
Quante scuole la stanno già utilizzando?
Considerando solo le scuole che
hanno preso parte ai vari progetti
ministeriali, come DiGi Scuola e Innovascuola, nel Sud Italia superano
le 2000 unità.
Di quali strumenti deve attrezzarsi la
scuola per usare questa lavagna in classe?
Come le dicevo prima, per utilizzare la LIM, abbiamo bisogno di un
videoproiettore, di un PC e… di un
docente che la sappia usare!
Professor Monda, lei sa molto bene che
molti docenti hanno una sorta di idiosincrasia nei confronti dell’informatica:
l’uso della lavagna interattiva richiede
competenze particolari?
Nessuna competenza particolare
viene richiesta per il suo utilizzo,
bastano solo poche ore di pratica
per acquisire una certa padronanza!
Alcuni, però, ritengono che “foglio e
penna” siano insostituibili: non crede
che la lavagna interattiva possa finire
per oscurare il lavoro e la stessa figura
dell’insegnante in classe?
Ogni oggetto ha la sua importanza
nella giusta collocazione. La lava-
Musica
e ambiente
Come molti di noi hanno potuto constatare durante il trascorrere degli anni, la
nostra scuola si è ripetutamente impegnata in progetti volti alla salvaguardia
dell’ambiente e in particolar modo alla
valorizzazione del nostro territorio fino
a prendere parte ad iniziative ben più
ampie. È questo il caso della giornata
organizzata da Legambiente che ha voluto pronunciare un “no” secco al nucleare,
spiegandone le motivazioni. Il 2 gennaio
2009, dopo tanti festeggiamenti, molti ragazzi e docenti del nostro Istituto
hanno deciso di partecipare attivamente
a questa giornata, con la speranza di trascorrere un anno sereno in un territorio
pulito e lontano dai rischi che comporterebbe la presenza di centrali nucleari.
La peculiarità di questa serata è stata la
miscela di informazione e divertimento
che ha reso molto più interessante, soprattutto per i ragazzi, un momento di
riflessione sui pro e i contro dell’energia
nucleare. Dopo aver ascoltato le opinioni
in merito a questo tipo di fonte energetica dei vari esponenti della Legambiente, la serata ha preso un andamento
più vivace, grazie anche all’intervento
musicale di alcuni gruppi rock composti,
per la maggior parte da nostri coetanei
e da alcuni studenti del Silone. Ad aprire
le danze sono stati i Metamorphosys, di
cui fanno parte i nostri Lattanzio Savino di 2 C e Sciotti Salvatore di 2 B: con
la loro simpatia hanno divertito tutti i
presenti. A seguire si sono esibiti altri
gruppi come i Con 92, gli Heart Sickness,
gna è uno strumento che si sposa
magnificamente con il nuovo modo
di fare didattica, coinvolgendo in
modo determinante i ragazzi, che
vedono questo oggetto come parte
integrante del loro mondo! Non
credo che la LIM possa oscurare
in un certo qual modo la figura
dell’insegnante, anzi penso che la
professionalità e le competenze del
docente possano essere messe in
risalto da questa nuova tecnologia
dando sfogo a tutte le sue conoscenze tecnico-professionali mettendole al servizio degli studenti.
Obiettivamente, quale limite riconosce
alla lavagna interattiva?
Come tutti gli oggetti elettronici
va usato con cura e salvaguardato
da atti vandalici, pena il non funzionamento della stessa!
(Lezioni di Scienze e di Matematica
con la Lavagna Interattiva).
Rino Mutarelli
i Suspiria di cui fanno parte Napoletano
Raffaella di 4 L alla chitarra e la sottoscritta alla voce. Dopo una piccola pausa
hanno suonato i Salvadors con il nostro
Salvatore Caprioli di 2 B alla batteria.
Poi è stato il momento dei Geologica
con il nostro ex alunno Paolo Dicorato
e infine dei Moon Eclipse con un altro
diplomato Silone, Francesco Capacchione, alla batteria.
Insomma, è stata una serata esplosiva
in cui tutti si sono divertiti tantissimo;
si spera ora che se ne organizzeranno
altre al più presto.
Emanuela Dassisti, classe 4^ L
L’èrve da Madön
IL SAPORE DEL PASSATO
Qualche anno fa, fui incuriosito da
un’erbetta molto profumata che cresce
spontanea lungo i tratturi della nostra
campagna. Chiesi a molti contadini se
la conoscessero e se sapessero indicarmi il nome, ma nessuno sapeva darne
il nome paesano. Qualche mese più
tardi, parlando con un vecchio contadino (Giuseppe Terlizzi) mi disse che
era “l’érve da Madön”. Incuriosito da
quel nome ne chiesi la spiegazione. Mi
disse che secondo la credenza popolare
la Madonna fece il bucato dei panni di
Gesù Cristo e li mise a sciorinare su un
piccolo cespuglio d’erba che, da quel
momento, divenne profumata. Successivamente, grazie al mio amico Prof.
Nicola Di Gennaro, scoprii che si trattava della mentuccia (calamintha nepeta).
Mi raccontò ancora Giuseppe Terlizzi,
che quest’erba cresceva spontanea
vent’anni fa, nei pressi della cisterna in
un suo mandorleto e vicino c’era anche
una pianta di erba dei lumini.
Questo nome sì melodioso, riportò alla
mia mente ricordi scomparsi da molti
anni, immagini, ambienti, persone, profumi oramai completamente dimenticati.
Una lampada ad olio accesa davanti al
quadro di S. Antonio che mia nonna
esponeva in casa nella sua camera da
letto. Una stanza con la volta a botte
illuminata di sera da questa piccola
lampada che proiettava sulle pareti
lunghe ombre danzanti come fantasmi
minacciosi che mi intimorivano.
Questo quadro, in un periodo dell’anno,
veniva traslato di casa in casa, nel vicinato e le signore vi si riunivano intorno per
recitare il rosario. Per gli uomini, la breve
processione era anche una buona occasione per parlare della campagna e magari per ricucire qualche vecchia ruggine.
Io ho vissuto la mia infanzia in città e
la casa dei nonni era per me un castello
pieno di misteri.
La grotta era immensa perché si
estendeva anche sotto le abitazioni
dei vicini; si componeva di stanze e
corridoi che io esploravo illuminando
il mio cammino con una lampada in
argilla alimentata ad olio, lo stoppino
era ricavato da un pezzo di straccio
imbevuto di olio che fuoriusciva da
una estremità ”a lucernèdde”.
Il piano terra dell’abitazione, era diviso in tre ambienti: l’ingresso, in cui vi
era l’accesso alla grotta, il caminetto
(u fucareil) e il pozzo. Nonna in questa
stanza faceva la salsa, la marmellata, le
alici sotto sale, macellava le galline ed i
conigli che allevava sul terrazzo.
Dalla stanza d’ingresso si poteva accedere alla stalla situata sulla destra o al
fienile sulla sinistra, dove mio nonno
conservava la paglia ed il fieno per il
cavallo “Stelluccio”.
Al primo piano vi era l’abitazione dei
nonni e sul terrazzo vi erano due stanzette (cammarèdde); nella prima stanzetta nonna conservava le provviste alimentari della famiglia, nell’altra vi era
il pollaio, quest’ultima aveva sulla parte
anteriore una voliera in cui le galline
razzolavano durante il giorno.
La voliera aveva la rete a maglie larghe
ed i passeri e… probabilmente anche
qualche topo, ne approfittavano per
entrare e mangiare il pastone a base di
crusca (a canighie) che nonna preparava
per le galline. Quando andavo sul terrazzo i passeri che si trovavano all’interno della voliera, alla mia vista, volavano
in modo disordinato in tutte le direzioni in preda al panico, per poi uscire
come dei proiettili dai fori della rete.
Mia nonna sorrideva e quando preparava il pastone per le galline aggiungeva
sempre un pugno in più per i passeri e
diceva “a casa maie onna mangè pour i
passaredde”. Questo castello delle meraviglie era per me come un’arca di Noè
in cui vi era autonomia alimentare per
mesi. Quanti ricordi di vita novecentesca!
Rovistavo sempre nei cassetti dei pochi
mobili antichi che i nonni avevano al
piano terra perché per me cittadino
ogni oggetto era fonte di curiosità. In
uno di questi cassetti la nonna conservava dei fiori secchi e dei pezzetti
di legno con un piccolo foro centrale
che ricavava dalle canne ancora verdi
per poterle facilmente intagliare. Era
l’occorrente per realizzare la lampada
votiva a San Antonio. Nonna aveva una
piccola ciotola in argilla che riempiva
quasi completamente di acqua, poi
versava nella ciotola dell’olio di oliva per
uno spessore di circa un dito, ungeva la
barchetta di canna ed il fiore secco con
l’olio, poneva il fiore sulla stessa in corrispondenza del foro, poi poggiava il tutto
sull’olio e con un fiammifero accendeva
l’estremità del fiore che era diventato lo
stoppino di una lampada ad olio.
Tutto questo mi era apparso nella mente come il panorama che si può ammirare da una finestra che si affaccia sulla
valle. Giuseppe Terlizzi, citando l’erba
dei lumini, aveva aperto per me questa
finestra, solleticando anche la curiosità
che ha motivato la mia ricerca dei fiori
secchi che facevano parte del tesoro dei
ricordi. Ho cercato a lungo la pianta dei
lumini, ma da noi è estinta, nessuno ne
ha memoria. Pochissime persone anziane ricordavano i fiori secchi usati come
lumini dai nostri nonni.
In questi giorni, dopo circa sei anni
di ricerca, grazie all’ amico Donato
Conversano, ho ricevuto da una signora molto anziana di Calmiera (Lecce) i
fiori dell’erba dei lumini. Il suo nome
italiano è Cimiciotta greca o Luminia,
mentre quello scientifico è ballota
acetabulosa. Non sono ancora riuscito
a procurarmi la pianta, ma manipolando il fiore, ho scoperto che lo stoppino
è la parte secca del calice che porta
incastrato nel suo interno il seme.
Con delicatezza, ne ho seminato qualcuno e mi auguro che, sebbene vecchi
di circa vent’anni, siano ancora fertili
in modo da trapiantarne le piantine
nel giardino della nostra scuola.
Chissà che ogni scolaro possa accendere
il suo lumino votivo!
Giuseppe Russo
Experiencia
de intercultura
AFS/Intercultura es una organizacion
que realiza intercambios de estudiantes
alrededor del mundo. Yo he tenido la
oportunidad de venir con AFS por 2 meses a Italia. Vivo con la familia Perchiazzo en San Ferdinando di Puglia y voy a
la escuela Ignazio Silone. Convivo con
un papa (Cosimo) una mama (Cinzia) y
una hermana (Rosy) hospitante. En dos
meses he aprendido a hablar italiano y
a entender un poco el dialecto que para
mi es algo inusual porque en mi pais no
existen dialectos.
Cuando uno se introduce en una cultura
diversa a la suya hay que ser bastante
abierto y cauteloso a la misma vez por
que siempre te enfrentas a deciciones
dia a dia donde solo tu tienes que decidir que hacer. Para una adolecente de
16 anos de un pequeno pais de centroamerica es impactante venir a un pais
con tanta riqueza historica, cultural, artistica, etc. Ademas de aprender un poco
de hisotria y cultura del pais he aprendido de los italiano que son personas muy
amables y tiene muy buena voluntad.
Despues de un tiempo de estar aqui en
Italia, me he acostumbrado a un tipo de
comida diversa a la mia, basada en la
pasta, mientras que la dieta de mi pais
se basa en el arroz y diversas verduras.
Diferentes formas de ver la vida, diferentes prioriedades, sin embargo me
doy cuenta que aunque son dos paises
completamente separados en si las personas tienden a ser un poco parecidas.
Esta experiencia es un desafio para uno,
porque es entrar en una cultura nueva,
un idioma nuevo, una esculea, familia y
amigos nuevos... pero definitivamente
vale la pena porque lo ayuda a uno a crecer y aprender, se lo recomiendo a todos!
L’ospite della Costa Rica
LA MIA AMICA MARISOL
Amo viaggiare … Spesso tanto con la
fantasia, non potendolo fare quando
e come vorrei … Ma ancora per poco.
Intanto, dal momento che i miei
genitori sono disposti ad ospitare
gente, approfitto per fare esperienze
di scambi culturali al fine di imparare
a convivere per mesi con persone di
lingue e culture tanto diverse dalle
mie poiché a volte non è un’impresa
così facile.
È la seconda volta che ospito una
ragazza straniera .
Amo le lingue e poiché quest’anno
studio spagnolo ho desiderato tanto
avere un’amica, che parlasse questa
lingua e mi raccontasse le sue abitudini, tanto diverse dalle mie.
Marisol Guzman è arrivata in 2/12/08
dalla Costa Rica (America Centrale) e
i due mesi che ha trascorso qui sono
passati molto velocemente…
È una ragazza fantastica! Intelligente, matura per la sua età e poi ha
tante qualità.
Studia tanto, rispetta le regole della
sua scuola privata (i suoi insegnanti
sono Frati Francescani) e si comporta
come una normale teenager con tanti
sogni e aspirazioni per il futuro. Fa
sport e frequenta la scuola di canto e
musica; sa suonare la chitarra ed ha
anche una dolcissima voce…
Da lei sto imparando molto soprattutto perché dice che nel suo paese
non si da molta importanza alla
cura esteriore poiché c’è gente che
come lei può permettersi di vivere
una vita “normale” ma c’è chi vive
ancora di stenti…
È impressionante come abbia imparato bene l’italiano, nonostante siano
passati solo 40 giorni dal suo arrivo
...È precoce ma con le aspirazioni che
ha, non c’è da meravigliarsi.
Quando a volte faccio alcune domande sul suo paese, sui modi di fare, le
abitudini, lei mi dice sempre che tutto è molto diverso da qui e a volte mi
chiedo come possano esistere differenze così grandi tra i popoli… Il suo
paese, ad esempio, non possiede un
esercito in quanto reputano la difesa
inutile così come la guerra…
Vivere queste esperienze è fantastico, soprattutto quando le differenze
si annullano e si diventa tutti parte
dello stesso mondo… Grazie Marì …
Rosy Perchiazzo 3^ A/L
L’ospite dall’Australia
CHIACCHIERANDO CON JAIMEE
Mi chiamo Vanessa e frequento la 1°L.
Quest’anno ho deciso di prendermi
l’impegno di ospitare a casa mia una
ragazza australiana. Non c’era giorno
che non pensassi a come sarebbero stati i giorni insieme a lei. Il 28
Dicembre Jaimee (così si chiama) è
venuta a casa e io ero eccitatissima.
Il giorno dopo la mia classe ha organizzato una festa di benvenuto in suo
onore. Tutti quanti hanno voluto subito parlare con lei dimenticando che
Jaimee parlava solo inglese. Quindi
la conversazione lasciava alquanto a
desiderare. Per fare la mini-intervista,
che segue ho dovuto tradurre tutto.
Vanessa: “Jaimee ti piace stare in Italia?”
Jaimee: “Si tantissimo.”
V: “Toglimi una curiosità perché hai
scelto di visitare proprio l’Italia?”
J: “Ho voluto visitare l’Italia perché
mio nonno abitava a Sondrio, vicino
Milano, ma poi si è trasferito in Australia. Lì è nato mio padre, ecco perché ho un cognome Italiano, Pilatti.”
V: “Raccontami com’è l’Australia.”
J: “L’Australia è bellissima e a differenza
dell’Italia lì fa sempre caldo, infatti noi
festeggiamo il Natale in spiaggia, perché da noi a Dicembre è piena estate.
Ci sono molti ragazzi e ragazze che
praticano il surf ma a me non piace.”
V: “Com’è organizzata la scuola in
Australia?”
J: “Io ho finito la scuola.
Le elementari sono divise dalle medie
che sono unite alle superiori. Possiamo scegliere 5 materie e ogni dieci
settimane di scuola abbiamo due
settimane di vacanze.”
Questo è più o meno quello che sono
riuscita a capire. Jaimee ha portato
in dono alla nostra scuola la bandiera
Australiana. Sono sicura che questo
contatto con una cultura diciamo
“diversa” dalla nostra, mi aiuterà tantissimo. Grazie a Jaimee potrò perfezionare il mio inglese e lei ha potuto
imparare qualcosa in Italiano.
Vanessa 1^ L
Jaimee Pilatti
DALL’AUSTRALIA
A SAN FERDINANDO
Hello, my name is Jaimee Pilatti,
I am 17 years old and come from
Australia. I have come to Italy- San
Ferdinando to learn about and live
in your culture for three months.
Here I am living with the Logoluso family and attending school
with my host sister Vanessa in the
class 1 L.. My Italian is not very
good but everyone at school and
home has been very patient while
teaching me about the language
and the culture. So far during my
time at school I have found Italian
schooling much more difficult and
different compared to school in
Australia.
I have really enjoyed my staying
in Italy so far as I have made a lot
of new friends and everyone has
made me feel extremely welcome.
I am sure that I will enjoy the rest
of my staying here.
Redazione/
Istituto Statale d’Istruzione
Secondaria Superiore
Ignazio Silone
Via Gramsci, c.n.
71046 S. Ferdinando di Puglia (Bt)
t. +39 0883 621066
f. +39 0883 621414
www.istitutosilone.it
[email protected]
Responsabile/
Carmine Gissi, Dirigente scolastico
Docenti referenti/
Nicola Garbetta
Federica Paradiso
Rino Mutarelli
Collaborazioni degli studenti,
dei docenti e dei genitori
dell’Istituto “Ignazio Silone”