quaderno scolastico n. 1 distribuzione gratuita
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quaderno scolastico n. 1 Mensile dell’Istituto Statale d’Istruzione Secondaria Superiore Ignazio Silone di San Ferdinando di Puglia distribuzione gratuita/ diffusione interna gennaio/ febbraio 2009 1° di copertina/ A Il Quaderno del Silone IL Questa pubblicazione è uno dei tanti tasselli del mosaico che la comunità scolastica del “Silone” sta componendo ormai da venticinque anni. Tanto è il tempo trascorso dal conseguimento dell’autonomia dall’ITC “Dante Alighieri” di Cerignola, evento che nel corso di questo anno scolastico sarà adeguatamente ricordato e “celebrato” per un bilancio del passato e soprattutto per una indicazione del futuro. Il giornale, dunque. Cresciuto negli ultimi mesi come “luogo” di informazione, discussione e dibattito fra docenti, studenti, genitori, operatori della scuola, ha già la necessità di cambiare, adeguarsi alle esigenze emerse, promuovere nuova partecipazione, diventare uno strumento dinamico e adeguato a rappresentare l’attuale realtà educativa e scolastica, con le sue grandi risorse ed i suoi altrettanto grossi problemi. Da questo numero cambia il formato per renderlo più leggibile, soprattutto agli studenti. L’idea di “quaderno”, inteso come oggetto personale, vuole esprimere il concetto di partecipazione: lo studente è parte dell’Istituto e può trovare all’interno della rivista notizie che lo riguardano e che lui stesso può scrivere. Inoltre la rivista presenterà ad ogni numero una copertina diversa (su cartoncini ruvidi come quelli di una volta): la caratterizzazione avverrà attraverso la composizione tipografica di una frase o di un aforisma di importanti personalità culturali del passato; per questo numero è stata scelta una frase di Ignazio Silone: “L’uomo non esiste veramente che nella lotta contro i propri limiti”. Oltre a rappresentare un augurio per tutti gli studenti, è un omaggio al personaggio da cui l’Istituto ha preso e portato il nome per questi primi venticinque anni, nel momento in cui è già stata avviata la procedura per il cambio della denominazione intitolandolo a Michele Dell’Aquila. Ma di questo si parlerà nei prossimi quaderni. Carmine Gissi Ci metto la firma Il concorso di moda riservato alle classi terze della Scuola Secondaria di 1° grado, organizzato dal corso di Abbigliamento e Moda dell’I.I.S.S. “I.Silone” di San Ferdinando, giunge quest’anno alla terza edizione; il progetto mira a realizzare un valido collegamento fra l’Istituto Silone e le Scuole Medie del territorio. Il periodo della Moda preso in considerazione quest’anno è quello degli anni “60, un periodo indimenticabile sia per le grandi trasformazioni sociali e culturali, sia per le innovazioni apportate dai creatori di Moda, che diventavano veri e propri Maestri di stile. Gli alunni della Scuola Media “Giovanni XXIII” di San Ferdinando, insieme a quelli della “G.Pascoli” di Margherita, della “G. Garibaldi” di Trinitapoli, della “Padre Pio” e della “Paolillo” di Cerignola hanno dato spazio alla fantasia e alla creatività, per realizzare i loro disegni, che sono stati infine sottoposti al giudizio della commissione di docenti esperti. Pubblichiamo l’elenco degli alunni che hanno superato la selezione. Scuola media “Giovanni XXIII”: Cannone Lucia, Ricco Marika, Anzivino Francesco, Ferrara Valentina, De Facentis Brigida, Cellamare Angela, Di Lollo Raffaella, D’Alessandro Sabrina, Di Terlizzi Saverio, Sciancalepore Natalia, Caprioli Raffaella, Frontino Assunta, Todisco Silvana, Bruno Michele, Torraco Rosa, Romano Gianluca e Spagnoletti Giulia. Scuola media “G.Pascoli”: Gorgoglione Grazia, De Pietro Ilaria, Rapi Chiara, Zupa Antonella e Di Pace Anna Paola. Scuola media “G.Garibaldi”: Minervino Rosaria, Giovino Valerio, Esposito Loreta, Capodivento Cosima e Robles Lucia. Scuola media “P.Pio”: Macchiarulo Manuela, Pilato Valeria, Russo Anna Anita, De Laurentis Luana e Fallone Francesca. Scuola media “Paolillo”: Lionetti Francesco, La Dogana Federica, Massaro Angelica, Raffaeli Nadia, Tesse Giuseppina, Ferri Alessia, Marciano Michele e Pugliese Ripalta. Fra tutti i progetti selezionati saranno premiati i modelli più rappresentativi dello stile Anni “60; tali modelli saranno realizzati e presentati nel corso della serata finale, in programma nel mese di febbraio. Durante questa serata-evento, oltre alla premiazione dei vincitori, i presenti avranno l’opportunità di assistere ad una sfilata di moda presentata dalle alunne del corso di Abbigliamento e Moda. Piero Ingravalle La moda passa, lo stile resta. (Coco Chanel) Col sole in testa IMPIANTO FOTOVOLTAICO Risparmiare energia, promuovere l’uso delle energie rinnovabili, sensibilizzare i più giovani alle tematiche ambientali, sono gli obiettivi e i meriti della Dirigenza dell’Istituto “Ignazio Silone” per aver avuto la possibilità di installare sui tetti dell’istituto il primo impianto fotovoltaico pubblico del Comune di San Ferdinando di Puglia. L’impianto permetterà di evitare l’immissione nell’ambiente di circa 26 tonnellate di anidride carbonica all’anno, che moltiplicata per la durata prevista di funzionamento (25-30 anni), dà 780 tonnellate di anidride carbonica in meno nell’aria. L’impianto realizzato, sviluppa una potenza di 48,96 KWp, è costituito da 288 moduli fotovoltaici in silicio monocristallino di potenza unitaria pari a 170W. I vari moduli sono collegati in serie tra loro a gruppi di 12 unità, in modo da realizzare 24 stringhe separate che a loro volta sono raggruppate in parallelo e convogliate su cassetta detta String Box. I moduli orientati verso Sud, risultano inclinati rispetto al piano orizzontale di 32°, e alla latitudine in cui è situato l’edificio, produrranno una radiazione solare media giornaliera su una superficie di 1m² pari a 4,83 KWh/m/giorno (1762,95 KWh/m²/anno). L’energia prodotta sarà autoconsumata nel corso dell’anno, l’eventuale eccedenza è immessa in rete in regime di cessione. I dati principali (Potenza attiva istantanea, energia prodotta e CO2 non emessa in atmosfera) verranno visualizzati direttamente su un display a righe di led posto nei pressi dell’ingresso dell’edificio. La produzione di energia elettrica attesa dall’impianto è stimata in 62.534,52 KWh per il primo anno, per gli anni successivi è prevedibile una riduzione progressiva del rendimento per invecchiamento dei moduli FV, con una produzione stimata per una durata di 25 anni. Lo sfruttamento dell’energia solare, soprattutto per quanto riguarda la produzione di elettricità, è limitato principalmente dal costo elevato degli impianti e dalla burocrazia ancora troppo lenta e scoraggiante per l’ottenimento delle autorizzazioni necessarie. A partire dagli anni ’80 fino alla prima metà degli anni ’90, si è assistito a una fase di grandi investimenti e alla realizzazione di diverse centrali fotovoltaiche tra cui quella di Serre da 3,3MW di potenza, una delle più grandi al mondo. Tuttavia, dalla metà degli anni ’90 il settore del solare in Italia, nel suo complesso, ha vissuto una forte contrazione o meglio un mancato svilup- Mettete dei fiori nei vostri cannoni po, in palese controtendenza con il resto del Mondo. Un ridimensionamento provocato dal generale disinteresse nei confronti delle fonti rinnovabili e dello sviluppo sostenibile. Per lo sviluppo del Fotovoltaico le politiche Nazionali sono importanti, ma gli Enti Locali possono fare la differenza. L’investimento capitale è quello che spesso frena l’acquisto, anche se significherebbe, in effetti comprare l’energia che consumeremo in futuro a prezzi bloccati. Aspetto da non sottovalutare di questi tempi. La crisi finanziaria e i redditi delle famiglie, sempre più in sofferenza, rendono l’acquisto di un impianto fotovoltaico più difficile, proprio quando la sua diffusione sta registrando un’esplosione anche nel nostro Paese. A subire uno stallo potrebbero essere proprio gli impianti per piccole utenze inseriti nell’edilizia urbana. Oggi abbiamo un ottimo sistema incentivante per il FV, forse il più vantaggioso al Mondo, e sarebbe un peccato incagliarsi sulle disponibilità economiche necessarie per l’investimento iniziale. Qualche soluzione ideata a livello comunale, ma anche regionale si rende necessaria a beneficio del cittadino, delle piccole imprese e anche per lo stesso ente locale. Ad esempio, in provincia di Catanzaro, 3 Comuni, Olivadi, San Vito sullo Ionio e Cenadi, installeranno oltre 300 impianti. Il progetto si chiama “Sole-Ambiente-Risparmio”. Per i cittadini la realizzazione degli impianti sarà a costo zero, grazie a un accordo concluso dai Comuni con la banca locale. L’istituto finanzierà totalmente il costo e l’installazione dei sistemi FV applicando un tasso fisso del 5,90%. Il mutuo sarà per un massimo di 14 anni con rate semestrali pagate mediante gli accrediti della tariffa incentivante. Cosa ci si aspetta per il futuro? La ricerca pubblica è un aspetto della crescita del settore della ricerca, ma molto ci si aspetta anche dall’industria e dal settore privato. Un circolo virtuoso che necessita di supporto continuativo ed equilibrato al settore commerciale fino a che i costi non siano tali da permettere l’eliminazione di incentivi e promuovere lo sviluppo di tecnologie trasportabili a livello industriale. Nicola Digennaro Riportiamo molto volentieri il testo di una canzone contro la guerra, segnalato alla nostra redazione da Teresa Palombella, alunna della Vª AM; si tratta della storica “C’era un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones”, cantata da Gianni Morandi nel 1966, in piena guerra del Vietnam. La canzone incappò nella scure della censura televisiva italiana, per i versi “mi han detto va nel Vietnam e spara ai Vietcong”, e un po’ per tutta l’atmosfera antiamericana che vi si leggeva. Vi fu persino un’interrogazione parlamentare che venne notificata all’autore, Franco Migliacci: ci si chiedeva infatti come “si permettesse ad un autore di musica leggera di criticare la politica estera di un Paese amico come gli Stati Uniti….” C’era un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones girava il mondo, veniva da gli Stati Uniti d’America. Non era bello ma accanto a sé aveva mille donne se cantava “Help” e “Ticket to ride” o “Lady Jane” o “Yesterday”. Cantava “Viva la libertà” ma ricevette una lettera, la sua chitarra mi regalò fu richiamato in America. Stop! coi Rolling Stones! Stop! coi Beatles. Stop! Gli han detto vai nel Vietnam e spara ai Vietcong... C’era un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones girava il mondo, ma poi finì a far la guerra nel Vietnam. Capelli lunghi non porta più, non suona la chitarra ma uno strumento che sempre dà la stessa nota ratatata. Non ha più amici, non ha più fans, vede la gente cadere giù: nel suo paese non tornerà adesso è morto nel Vietnam. Stop! coi Rolling Stones! Stop coi Beatles. Stop! Nel petto un cuore più non ha ma due medaglie o tre... Ta ta ta ta ta… Continuate a segnalarci le vostre canzoni contro la guerra: le più belle saranno pubblicate nei prossimi numeri. Gomorra UNA SCELTA CORAGGIOSA Nelle ultime settimane sui giornali di tutta Italia si legge “Saviano eroe”, “Saviano sta pensando di lasciare l’ Italia”, “Saviano non un eroe ma un uomo che ha fatto il suo dovere”. Roberto Saviano è un ragazzo normalissimo di 28 anni che ha scritto un libro, non un semplice libro, che gli ha causato molti problemi, ma a lui non interessa; vuole che tutta l’Italia e il mondo debbano sapere che cosa sia la malavita campana, “La Camorra”. Il libro si intitola “Gomorra”. Gomorra potrebbe derivare dalla parola Camorra, come molti credono, ma chi sa cosa sia Gomorra capisce al volo dalla copertina di cosa parli il libro; infatti, Gomorra è una delle due città distrutte da Dio, quindi Gomorra sta per Napoli città distrutta, dalla droga, dal traffico illecito, insomma dalla Camorra. Saviano ha raccontato tutto, ma proprio tutto di quello che sapeva. Ha fatto arrestare più di duecento persone, tra cui Schiavone detto : “Sandokan” boss dei Casalesi (Casal di Principe), uno dei più pericolosi, e prendere un boss non è cosa da niente, soprattutto uno che ha così tanti soldi da farsi costruire una villa identica a quella di Tony Montana, personaggio del film “Scarface”, interpretato da Al Pacino, una villa di quelle costa troppi soldi, troppi soldi guadagnati con la morte di altrettante persone. Saviano non ha avuto paura di denunciare tutto, anche se sapeva a cosa andava incontro; infatti, ha ricevuto più di una minaccia di morte da parte della Camorra. Ovviamente ha paura, perché ricevere una minaccia di quel genere non può far piacere a nessuno, comunque non si è pentito di quello che ha fatto. Infatti ha detto: “Io vado via dall’Italia per non essere ucciso, ma voi italiani che sapete, denunciate tutto perché se io da solo ne ho fatti arrestare duecento, pensate se parlate tutti, quanti potranno essere arrestati, pertanto fatelo, perché è giusto cosi”. Io credo che Saviano non sia un eroe, ma solo un uomo semplice che ha fatto il suo dovere, ed è quello che dovremmo fare tutti noi, però se continuiamo a stare zitti è logico che queste persone come lui siano chiamate eroi. Mattia Diego Calorio, classe 2^ T Pubblicità provocatoria Una scelta consapevole ALLORA FUNZIONA? DOPO LA SCUOLA MEDIA Il mese scorso nel “SILONE NEWS” sono state pubblicate delle foto che hanno suscitato un certo interesse da parte dei nostri lettori. Le opinioni sono state tante, positive e negative. Ma non è il bilancio dei voti che stiamo valutando ora. Il vero intento è quello di informarvi che la pubblicità provocatoria, tra l’altro collocata nella prima pagina del giornalino e non tanto compresa, ha funzionato al 100%. Perché? È semplice! Perché il suo vero scopo non è pubblicizzare l’oggetto ma suscitare l’interesse del pubblico, indipendentemente dal fatto che il suo giudizio sia positivo o negativo. Le foto dovevano solamente far parlare di sé. Ed è proprio questo che hanno fatto. Le polemiche sullo scopo di quelle immagini sono state tante. Qualcuno ha chiamato le foto-provocatrici “divertenti”, altri le hanno considerate di cattivo gusto e controproducenti per l’immagine stessa dell’Istituto in quanto sembra che dichiarino: “al Silone crescono solo i pomodori” e non gli alunni. In molti hanno cercato di capire come potesse c’entrare lo shampoo o lo yogurt con la scuola o cosa volessero rappresentare la pasta e il Martini. Sicuramente la foto che ha suscitato più interesse è proprio quella dell’ultima pagina. Sarà per lo slogan? Chissà! Indipendentemente dal giudizio da voi espresso possiamo congratularci comunque per il risultato raggiunto: l’agenzia pubblicitaria ha fatto un buon lavoro, il giornalino suscita attenzione e fa parlare di sé e alla redazione arrivano sempre più articoli di argomenti diversi facendo aumentare il numero dei giovani giornalisti del Silone. Allora non rimane altro da dire che: ”Scriveteci ancora e sfogliate il “SILONE NEWS” perché vi farà parlare e riflettere”. La scelta della scuola media superiore (o, come si dice ora in modo più complicato, della scuola secondaria di secondo grado) è una decisione sofferta che spesso mette in crisi lo studente interessato e la sua famiglia. Certo, la scelta è importante e va valutata bene, analizzando almeno alcuni aspetti della situazione: 1. le tendenze personali, le competenze già acquisite, i gusti e le preferenze dello studente; 2. le tipologie di scuole presenti sul territorio in cui si risiede (senza farsi troppo influenzare dalle voci che circolano: molte scuole hanno una “fama” migliore o peggiore di altre, ma il mondo cambia e... anche i professori e i presidi!) 3. le prospettive future di lavoro. Alina Pastukh, classe 5^ BP Il punto 3, in teoria, dovrebbe essere quello che conduce alla decisione finale, ma, ahinoi, è quello più controverso. Se uno ha il papà dentista o commercialista e vuole proseguire la professione paterna, beh, allora la scelta è più facile (se non altro, si ritrova lo studio già avviato!). Ma, con i tempi che corrono, normalmente la scuola frequentata e il diploma conseguito non garantiscono più che chi abbia studiato da ragioniere poi lo faccia veramente o che chi ha frequentato l’Istituto agrario vada a lavorare in un’azienda agricola... Oggi un diploma (qualsiasi) è richiesto anche per fare il commesso in un supermercato o l’impiegato generico in un ufficio. Il mondo del lavoro e le sue leggi cambiano rapidamente e ancora cambieranno nell’arco di tempo in cui arriverete a diplomarvi. Ciò che è certo oggi non lo sarà domani. Questo non perché il mondo si sia messo a girare più velocemente, ma perché il libero mercato, lasciato troppo libero, genera confusione, incertezza, insicurezza. Ma anche perché la tecnologia si evolve rapidamente e genera necessità, servizi e posti di lavoro nuovi e diversi. Quindi dovrete essere pronti ad una certa elasticità e flessibilità nel vostro futuro. Iniziando già da ora a pensare che la scelta della scuola superiore non influenzerà del tutto la vostra vita futura e non determinerà in modo definitivo il vostro destino. Ripensamenti, passaggi, cambiamenti di percorso saranno sempre possibili. Quello che vi resterà d’importante, in ogni caso, sarà l’aver vissuto un’esperienza scolastica positiva e valida: ciò, naturalmente, dipende per un 50% dalla scuola, ma per l’altro 50% solo da voi, dal vostro impegno e dal vostro entusiasmo nell’apprendere. Nella scelta della scuola superiore, comunque, non siete soli: ci sono i vostri genitori, i vostri insegnanti; inoltre il nostro Istituto ha attivato dei mini laboratori i quali hanno dato la possibilità di fare una scelta consapevole facendovi riscoprire le vostre attitudini. Maria Colasanto Quale programmazione per gli alunni diversamente abili Nelle classi in cui si registra la presenza di un alunno diversamente abile, prima o poi arriva il momento in cui l’insegnante di sostegno si sente rivolgere da un alunno la fatidica domanda: “Professore, ma ….. avrà lo stesso Diploma che avremo noi?” oppure “… i suoi voti valgono quanto i nostri?”. Quasi contemporaneamente l’insegnante di sostegno in questione è avvicinato dal collega curricolare, che gli chiede, più o meno velatamente: “… ma come mi devo ‘regolare’ quando devo valutarlo?”. Per trovare risposte chiare e concrete a domande di questo genere non abbiamo bisogno di inventarci niente: è sufficiente attenersi alla vigente legislazione relativa all’integrazione scolastica. L’art. 16 della Legge 104/92 e l’art. 4 dell’O.M. 128/99 spiegano molto chiaramente che gli alunni diversamente abili che si iscrivono alla scuola media superiore possono percorrere fondamentalmente due curricoli: - la programmazione della classe (altrimenti detta programmazione paritaria), che riguarda, di norma, gli alunni con minorazioni fisiche e sensoriali; tale percorso formativo prevede almeno il raggiungimento degli obiettivi minimi, è accompagnato da una valutazione identica a quella degli altri alunni e si conclude naturalmente con il conseguimento del Diploma (valido a tutti gli effetti di legge); - la programmazione “differenziata”, che porta infine ad ottenere un Attestato di credito formativo (ai sensi dell’art. 13, comma 2, del DPR 23 luglio 1998, n.323) che certifichi le conoscenze, le competenze e le capacità acquisite dall’alunno; questo percorso riguarda, di norma, alunni con ritardo mentale particolarmente grave. La valutazione di chi segue questo tipo di programmazione è espressa con voti che si riferiscono unicamente allo svolgimento di un PEI differenziato nei contenuti e non ai programmi ministeriali (art. 16 comma 3 OM 90 21/5/01). Nella strada che porta alla scelta del percorso scolastico possiamo individuare due nodi cruciali: - Chi ha la facoltà di fare questa scelta? Ancora una volta la legislazione ci viene in aiuto, togliendoci da ogni impaccio: secondo il comma 2 dell’art. 12 della Legge n. 104 del 1992, il PEI (Piano educativo individualizzato) è redatto congiuntamente dagli operatori sanitari individuati dalla ASL e dal personale insegnante curricolare e di sostegno della scuola, in collaborazione con i genitori. Come si giunge a decidere quale programmazione seguirà l’alunno diversamente abile? Inizialmente è indispensabile un periodo di osservazione, durante il quale l’insegnante di sostegno raccoglie anche il materiale diagnostico (messo a disposizione dalla scuola), si confronta con i colleghi curricolari e prende contatti con la famiglia e la ASL; successivamente il Consiglio di Classe si riunisce per verbalizzare il risultato delle osservazioni effettuate e per esprimere il parere sul percorso educativo. Infine il Consiglio di classe si incontra con la famiglia e la ASL per confrontarsi e decidere in via definitiva il tipo di percorso. Qualora si intenda adottare una programmazione differenziata, sarà necessario ottenere un formale assenso da parte dei genitori dell’alunno. (art. 15 comma 5 OM 90/01). Ovviamente, la scelta del percorso formativo sarà tanto più oculata, quanto più sarà condita dal buon senso; un carissimo collega toscano un giorno fece questa arguta osservazione: “In una scuola sempre meno interessata a verificare i reali apprendimenti degli alunni e sempre più incline al condono verso le preparazioni lacunose, andare a fare gli integerrimi proprio con i diversamente abili non ci pare proprio il caso”; credo sia molto difficile non essere d’accordo con lui… Potremmo anche generalizzare, affermando che gli alunni diversamente abili dovrebbero seguire la programmazione della classe ogni volta che dimostrino di essere in grado di utilizzare proficuamente le lezioni curricolari; d’altra parte occorre ribadire che la scelta di un percorso differenziato ha profonde ripercussioni sul futuro dell’alunno, per cui sarebbe auspicabile un ricorso ad essa solo nei casi in cui Per sentirsi sempre persona nella dignità di ogni individuo (Anonimo) sussista un’oggettiva impossibilità a decidere e a procedere altrimenti. Tutti gli operatori scolastici, dai docenti agli alunni, dai collaboratori scolastici al personale amministrativo, dovrebbero comunque ricordare che, a prescindere dalla programmazione seguita, l’alunno diversamente abile mantiene il “diritto” all’integrazione; per chi segue un percorso differenziato spesso diventa più difficile mantenere punti di contatto con il contesto scolastico e sentirsi quindi “integrato”, ma questa incresciosa situazione va assolutamente evitata, per non aggiungere al danno (quello psichico) la beffa (quella di sentirsi emarginato). Rino Mutarelli Rino Mutarelli Per te Sono nata per vivere, Fammi respirare. Io vivo per crescere, Lasciami capire. Cerco per nascondere – Mi devo preservare. Lotto per esistere – No, non ti stupire – Lotto per evadere, Per essere qualcuno. Io devo vincere! Mi fermerà nessuno. Io devo vincere Battaglia con me stessa, Battaglia con l’esterno. Devo diventare La parte del tuo cuore Per cogliermi riflessa Nello sguardo eterno Dei dolci occhi tuoi. Son nata per amare E tu sei il bersaglio. (TiNa) La letturite acuta Con grande esultanza vi informo che il “morbo della letturite acuta” si sta diffondendo a macchia d’olio nel nostro istituto. La biblioteca comincia ad assomigliare sempre di più al “luogo dell’accoglienza ”importantissimo luogo della comunicazione, dello scambio ed anche soprattutto dell’informazione. A questo proposito è doveroso rimarcare l’opera di illuminati insegnanti, i quali dall’inizio dell’anno scolastico collaborano col personale bibliotecario per suscitare e mantenere negli alunni l’abitudine ed il piacere di leggere, di imparare, di utilizzare la biblioteca in modo che diventino acquisizioni durature. Lo fanno organizzando, rendendo accessibili e promovendo l’uso dei libri e degli altri strumenti multimediali a disposizione,ottimizzando, così, le risorse offerte dalla scuola. Fortunatamente si è instaurata anche una positiva relazione ed un buon rapporto di comunicazione tra i ragazzi ed il personale della biblioteca per poter consigliare loro delle letture utili sia per approfondimento personale che per le ricerche scolastiche. Ciò che ci interessa,infatti è aiutare il ragazzo nella scelta, suggerirgli possibili percorsi di lettura, perché sappia trovare ciò che gli piace e gli serve.Allo stesso tempo, aperti anche ai suggerimenti più svariati degli alunni, si è cercato di dotare la biblioteca di testi scelti da loro stessi e che spaziano dagli ultimi successi editoriali e per quanto riguarda i DVD, anche dagli ultimi film musicali e di impegno sociale, a libri che trattano di temi scottanti, sociali e religiosi. Una parola va spesa sull’acquisto del materiale destinato alla biblioteca, in quanto il World Wide Web ha modificato le modalità con le quali questo servizio viene offerto; ecco che tramite siti come IBS.it, si possono prenotare in modo consapevole testi e DVD, leggendo in rete il contenuto dei libri o dei film da acquistare ed i relativi commenti, usufruendo Twilight ROMANZO DELL’ANNO Dopo Federico Moccia che ha saputo conquistare l’interesse degl’adolescenti della nuova generazione, esordendo con l’ormai famoso romanzo 3MSC (3 tre metri sopra il cielo) e che ha pubblicato successivamente “Ho voglia di te”, “Scusa ma ti chiamo Amore”, “La passeggiata” e “Cercasi disperatamente Niki”; una nuova scrittrice sta riscuotendo un grande successo con la pubblicazione del romanzo “Twilight” da cui è stato tratto l’omonimo film, uscito in programmazione nelle sale cinematografiche italiane a novembre 2008. Si tratta di Stephanie Meyer, nata nel 1973 e che vive in Arizona. Il romanzo narra di Bella Swan una giovane studentessa che frequenta il 3° anno delle superiori, che per amore nei confronti della madre si trasferisce a Forks dove vivrà con il padre; li si anche di occasioni interessanti. Infine nella prospettiva di una auspicata ristrutturazione del salone adibito a biblioteca,un altro veicolo di comunicazione e come attività di promozione dei libri,utile ai ragazzi potrebbe essere la bacheca con la “TOP TEN” dei libri più prestati, sull’esempio degli espositori dei “libri più venduti”, come si trovano nelle librerie o negli autogrill.Potremmo costruirla in modo tale da renderla più informativa: sotto le immagini di copertina metteremo brevi descrizioni del libro, per fornire un’indicazione di massima ai lettori. Ed ora passiamo a fornire qualche numero: l’anno scolastico 2007/2008 ha visto lo scambio di ben 275 libri, quest’anno in corso, invece, a tutt’oggi, cioè febbraio 2009 gli scambi sono stati già circa 400! Vedremo a fine anno se i nostri sforzi saranno ulteriormente premiati. Ragazzi, dipende da voi, accorrete numerosi! Maria Teresa Stella imbatterà in Edward Cullen un ragazzo algido e impenetrabile, talmente bello da sembrare quasi irreale. Tra i 2 nasce un’amicizia che presto si trasforma in una attrazione travolgente, tuttavia Edward nasconde un segreto che Bella è intenzionata a svelare. È un vampiro. La vita di Bella prende una piega inaspettata e pericolosa. È una storia che si legge “davvero” tutta d’un fiato, perché trascina chi la legge nel vortice sensuale e avventuroso di un amore proibito. Personalmente ho impiegato due giorni per leggerla. Dopo il grande successo internazionale riscosso, la Meyer ha pubblicato anche il seguito della storia con altri tre romanzi : “New Moon”, “Eclipse”, e “Breaking Dawn”. La saga di Stephanie Meyer è stata definita come la migliore dell’anno, perciò un consiglio: lasciatevi trasportare da questo vortice. Valentina Lucia Mavellia, classe 5^BP Learning object LE NUOVE FRONTIERE DELLA DIDATTICA Il corso PON “Tecniche e metodologie di didattica multimediale” è giunto ormai alla conclusione. I diciotto docenti partecipanti, assistiti dal tutor, Prof. Pietro Samarelli, hanno potuto cimentarsi negli ultimi due mesi nell’uso della lavagna interattiva e del software necessario alla “costruzione” di Unità di apprendimento interattive. Le lezioni sono state magistralmente tenute dal Prof. Antonio Dantini e dal Prof. Giovanni Monda, quest’ultimo in qualità di docente esterno. Proprio all’Ingegner Monda, docente universitario di Informatica e consulente della casa editrice “Garamond” per la didattica digitale, abbiamo rivolto alcune domande: Per cominciare, professor Monda, ci spiega cos’è una Lavagna Interattiva? La lavagna interattiva multimediale è un dispositivo elettronico avente le dimensioni di una tradizionale lavagna didattica, sul quale è possibile scrivere/ disegnare usando dei pennarelli virtuali. Tipicamente è collegata ad un personal computer, del quale riproduce lo schermo. Permette quindi di mantenere il classico paradigma didattico centrato sulla lavagna, estendendolo con l’integrazione di multimedia, l’accesso ad internet e la possibilità di usare softwa- re didattico in modo condiviso. Uno dei tanti vantaggi che offre la L.I.M (Lavagna Interattiva Multimediale) è quello di poter registrare la lezione in tempo reale, mentre il docente spiega. Successivamente il file prodotto e salvato in formato .avi, potrà essere riprodotto su qualsiasi computer o addirittura vederlo in TV tramite un apposito lettore DVD. Cos’è invece un L.O.? Intuitivamente possiamo dire che un L.O. (learning object) é una risorsa didattica “modulare” erogabile a distanza, utilizzabile su più piattaforme ed in diversi formati con la possibilità, una volta archiviato l’oggetto di apprendimento, di riusarlo all’infinito, con enorme risparmio di tempo e di denaro. Organizzando opportunamente sequenze di vari LO si giunge ad un percorso formativo “personalizzato”. Il LO deve essere costruito per aiutare chi apprende, a raggiungere specifici obiettivi didattici. Perché è così convinto che la lavagna interattiva si diffonderà nelle scuole italiane? L’uso intelligente della LIM permette di rendere il processo di apprendimento accattivante e specialmente operativo, interattivo, pluridisciplinare e coinvolgente, consentendo di conservare in archivio il prodotto delle lezioni. Non si tratta però di una bacchetta magica: l’insegnante deve avere le idee chiare sugli obiettivi didattici; ma, come strumento di lavoro, di motivazione e di aggregazione, la LIM può essere davvero molto interessante! Quante scuole la stanno già utilizzando? Considerando solo le scuole che hanno preso parte ai vari progetti ministeriali, come DiGi Scuola e Innovascuola, nel Sud Italia superano le 2000 unità. Di quali strumenti deve attrezzarsi la scuola per usare questa lavagna in classe? Come le dicevo prima, per utilizzare la LIM, abbiamo bisogno di un videoproiettore, di un PC e… di un docente che la sappia usare! Professor Monda, lei sa molto bene che molti docenti hanno una sorta di idiosincrasia nei confronti dell’informatica: l’uso della lavagna interattiva richiede competenze particolari? Nessuna competenza particolare viene richiesta per il suo utilizzo, bastano solo poche ore di pratica per acquisire una certa padronanza! Alcuni, però, ritengono che “foglio e penna” siano insostituibili: non crede che la lavagna interattiva possa finire per oscurare il lavoro e la stessa figura dell’insegnante in classe? Ogni oggetto ha la sua importanza nella giusta collocazione. La lava- Musica e ambiente Come molti di noi hanno potuto constatare durante il trascorrere degli anni, la nostra scuola si è ripetutamente impegnata in progetti volti alla salvaguardia dell’ambiente e in particolar modo alla valorizzazione del nostro territorio fino a prendere parte ad iniziative ben più ampie. È questo il caso della giornata organizzata da Legambiente che ha voluto pronunciare un “no” secco al nucleare, spiegandone le motivazioni. Il 2 gennaio 2009, dopo tanti festeggiamenti, molti ragazzi e docenti del nostro Istituto hanno deciso di partecipare attivamente a questa giornata, con la speranza di trascorrere un anno sereno in un territorio pulito e lontano dai rischi che comporterebbe la presenza di centrali nucleari. La peculiarità di questa serata è stata la miscela di informazione e divertimento che ha reso molto più interessante, soprattutto per i ragazzi, un momento di riflessione sui pro e i contro dell’energia nucleare. Dopo aver ascoltato le opinioni in merito a questo tipo di fonte energetica dei vari esponenti della Legambiente, la serata ha preso un andamento più vivace, grazie anche all’intervento musicale di alcuni gruppi rock composti, per la maggior parte da nostri coetanei e da alcuni studenti del Silone. Ad aprire le danze sono stati i Metamorphosys, di cui fanno parte i nostri Lattanzio Savino di 2 C e Sciotti Salvatore di 2 B: con la loro simpatia hanno divertito tutti i presenti. A seguire si sono esibiti altri gruppi come i Con 92, gli Heart Sickness, gna è uno strumento che si sposa magnificamente con il nuovo modo di fare didattica, coinvolgendo in modo determinante i ragazzi, che vedono questo oggetto come parte integrante del loro mondo! Non credo che la LIM possa oscurare in un certo qual modo la figura dell’insegnante, anzi penso che la professionalità e le competenze del docente possano essere messe in risalto da questa nuova tecnologia dando sfogo a tutte le sue conoscenze tecnico-professionali mettendole al servizio degli studenti. Obiettivamente, quale limite riconosce alla lavagna interattiva? Come tutti gli oggetti elettronici va usato con cura e salvaguardato da atti vandalici, pena il non funzionamento della stessa! (Lezioni di Scienze e di Matematica con la Lavagna Interattiva). Rino Mutarelli i Suspiria di cui fanno parte Napoletano Raffaella di 4 L alla chitarra e la sottoscritta alla voce. Dopo una piccola pausa hanno suonato i Salvadors con il nostro Salvatore Caprioli di 2 B alla batteria. Poi è stato il momento dei Geologica con il nostro ex alunno Paolo Dicorato e infine dei Moon Eclipse con un altro diplomato Silone, Francesco Capacchione, alla batteria. Insomma, è stata una serata esplosiva in cui tutti si sono divertiti tantissimo; si spera ora che se ne organizzeranno altre al più presto. Emanuela Dassisti, classe 4^ L L’èrve da Madön IL SAPORE DEL PASSATO Qualche anno fa, fui incuriosito da un’erbetta molto profumata che cresce spontanea lungo i tratturi della nostra campagna. Chiesi a molti contadini se la conoscessero e se sapessero indicarmi il nome, ma nessuno sapeva darne il nome paesano. Qualche mese più tardi, parlando con un vecchio contadino (Giuseppe Terlizzi) mi disse che era “l’érve da Madön”. Incuriosito da quel nome ne chiesi la spiegazione. Mi disse che secondo la credenza popolare la Madonna fece il bucato dei panni di Gesù Cristo e li mise a sciorinare su un piccolo cespuglio d’erba che, da quel momento, divenne profumata. Successivamente, grazie al mio amico Prof. Nicola Di Gennaro, scoprii che si trattava della mentuccia (calamintha nepeta). Mi raccontò ancora Giuseppe Terlizzi, che quest’erba cresceva spontanea vent’anni fa, nei pressi della cisterna in un suo mandorleto e vicino c’era anche una pianta di erba dei lumini. Questo nome sì melodioso, riportò alla mia mente ricordi scomparsi da molti anni, immagini, ambienti, persone, profumi oramai completamente dimenticati. Una lampada ad olio accesa davanti al quadro di S. Antonio che mia nonna esponeva in casa nella sua camera da letto. Una stanza con la volta a botte illuminata di sera da questa piccola lampada che proiettava sulle pareti lunghe ombre danzanti come fantasmi minacciosi che mi intimorivano. Questo quadro, in un periodo dell’anno, veniva traslato di casa in casa, nel vicinato e le signore vi si riunivano intorno per recitare il rosario. Per gli uomini, la breve processione era anche una buona occasione per parlare della campagna e magari per ricucire qualche vecchia ruggine. Io ho vissuto la mia infanzia in città e la casa dei nonni era per me un castello pieno di misteri. La grotta era immensa perché si estendeva anche sotto le abitazioni dei vicini; si componeva di stanze e corridoi che io esploravo illuminando il mio cammino con una lampada in argilla alimentata ad olio, lo stoppino era ricavato da un pezzo di straccio imbevuto di olio che fuoriusciva da una estremità ”a lucernèdde”. Il piano terra dell’abitazione, era diviso in tre ambienti: l’ingresso, in cui vi era l’accesso alla grotta, il caminetto (u fucareil) e il pozzo. Nonna in questa stanza faceva la salsa, la marmellata, le alici sotto sale, macellava le galline ed i conigli che allevava sul terrazzo. Dalla stanza d’ingresso si poteva accedere alla stalla situata sulla destra o al fienile sulla sinistra, dove mio nonno conservava la paglia ed il fieno per il cavallo “Stelluccio”. Al primo piano vi era l’abitazione dei nonni e sul terrazzo vi erano due stanzette (cammarèdde); nella prima stanzetta nonna conservava le provviste alimentari della famiglia, nell’altra vi era il pollaio, quest’ultima aveva sulla parte anteriore una voliera in cui le galline razzolavano durante il giorno. La voliera aveva la rete a maglie larghe ed i passeri e… probabilmente anche qualche topo, ne approfittavano per entrare e mangiare il pastone a base di crusca (a canighie) che nonna preparava per le galline. Quando andavo sul terrazzo i passeri che si trovavano all’interno della voliera, alla mia vista, volavano in modo disordinato in tutte le direzioni in preda al panico, per poi uscire come dei proiettili dai fori della rete. Mia nonna sorrideva e quando preparava il pastone per le galline aggiungeva sempre un pugno in più per i passeri e diceva “a casa maie onna mangè pour i passaredde”. Questo castello delle meraviglie era per me come un’arca di Noè in cui vi era autonomia alimentare per mesi. Quanti ricordi di vita novecentesca! Rovistavo sempre nei cassetti dei pochi mobili antichi che i nonni avevano al piano terra perché per me cittadino ogni oggetto era fonte di curiosità. In uno di questi cassetti la nonna conservava dei fiori secchi e dei pezzetti di legno con un piccolo foro centrale che ricavava dalle canne ancora verdi per poterle facilmente intagliare. Era l’occorrente per realizzare la lampada votiva a San Antonio. Nonna aveva una piccola ciotola in argilla che riempiva quasi completamente di acqua, poi versava nella ciotola dell’olio di oliva per uno spessore di circa un dito, ungeva la barchetta di canna ed il fiore secco con l’olio, poneva il fiore sulla stessa in corrispondenza del foro, poi poggiava il tutto sull’olio e con un fiammifero accendeva l’estremità del fiore che era diventato lo stoppino di una lampada ad olio. Tutto questo mi era apparso nella mente come il panorama che si può ammirare da una finestra che si affaccia sulla valle. Giuseppe Terlizzi, citando l’erba dei lumini, aveva aperto per me questa finestra, solleticando anche la curiosità che ha motivato la mia ricerca dei fiori secchi che facevano parte del tesoro dei ricordi. Ho cercato a lungo la pianta dei lumini, ma da noi è estinta, nessuno ne ha memoria. Pochissime persone anziane ricordavano i fiori secchi usati come lumini dai nostri nonni. In questi giorni, dopo circa sei anni di ricerca, grazie all’ amico Donato Conversano, ho ricevuto da una signora molto anziana di Calmiera (Lecce) i fiori dell’erba dei lumini. Il suo nome italiano è Cimiciotta greca o Luminia, mentre quello scientifico è ballota acetabulosa. Non sono ancora riuscito a procurarmi la pianta, ma manipolando il fiore, ho scoperto che lo stoppino è la parte secca del calice che porta incastrato nel suo interno il seme. Con delicatezza, ne ho seminato qualcuno e mi auguro che, sebbene vecchi di circa vent’anni, siano ancora fertili in modo da trapiantarne le piantine nel giardino della nostra scuola. Chissà che ogni scolaro possa accendere il suo lumino votivo! Giuseppe Russo Experiencia de intercultura AFS/Intercultura es una organizacion que realiza intercambios de estudiantes alrededor del mundo. Yo he tenido la oportunidad de venir con AFS por 2 meses a Italia. Vivo con la familia Perchiazzo en San Ferdinando di Puglia y voy a la escuela Ignazio Silone. Convivo con un papa (Cosimo) una mama (Cinzia) y una hermana (Rosy) hospitante. En dos meses he aprendido a hablar italiano y a entender un poco el dialecto que para mi es algo inusual porque en mi pais no existen dialectos. Cuando uno se introduce en una cultura diversa a la suya hay que ser bastante abierto y cauteloso a la misma vez por que siempre te enfrentas a deciciones dia a dia donde solo tu tienes que decidir que hacer. Para una adolecente de 16 anos de un pequeno pais de centroamerica es impactante venir a un pais con tanta riqueza historica, cultural, artistica, etc. Ademas de aprender un poco de hisotria y cultura del pais he aprendido de los italiano que son personas muy amables y tiene muy buena voluntad. Despues de un tiempo de estar aqui en Italia, me he acostumbrado a un tipo de comida diversa a la mia, basada en la pasta, mientras que la dieta de mi pais se basa en el arroz y diversas verduras. Diferentes formas de ver la vida, diferentes prioriedades, sin embargo me doy cuenta que aunque son dos paises completamente separados en si las personas tienden a ser un poco parecidas. Esta experiencia es un desafio para uno, porque es entrar en una cultura nueva, un idioma nuevo, una esculea, familia y amigos nuevos... pero definitivamente vale la pena porque lo ayuda a uno a crecer y aprender, se lo recomiendo a todos! L’ospite della Costa Rica LA MIA AMICA MARISOL Amo viaggiare … Spesso tanto con la fantasia, non potendolo fare quando e come vorrei … Ma ancora per poco. Intanto, dal momento che i miei genitori sono disposti ad ospitare gente, approfitto per fare esperienze di scambi culturali al fine di imparare a convivere per mesi con persone di lingue e culture tanto diverse dalle mie poiché a volte non è un’impresa così facile. È la seconda volta che ospito una ragazza straniera . Amo le lingue e poiché quest’anno studio spagnolo ho desiderato tanto avere un’amica, che parlasse questa lingua e mi raccontasse le sue abitudini, tanto diverse dalle mie. Marisol Guzman è arrivata in 2/12/08 dalla Costa Rica (America Centrale) e i due mesi che ha trascorso qui sono passati molto velocemente… È una ragazza fantastica! Intelligente, matura per la sua età e poi ha tante qualità. Studia tanto, rispetta le regole della sua scuola privata (i suoi insegnanti sono Frati Francescani) e si comporta come una normale teenager con tanti sogni e aspirazioni per il futuro. Fa sport e frequenta la scuola di canto e musica; sa suonare la chitarra ed ha anche una dolcissima voce… Da lei sto imparando molto soprattutto perché dice che nel suo paese non si da molta importanza alla cura esteriore poiché c’è gente che come lei può permettersi di vivere una vita “normale” ma c’è chi vive ancora di stenti… È impressionante come abbia imparato bene l’italiano, nonostante siano passati solo 40 giorni dal suo arrivo ...È precoce ma con le aspirazioni che ha, non c’è da meravigliarsi. Quando a volte faccio alcune domande sul suo paese, sui modi di fare, le abitudini, lei mi dice sempre che tutto è molto diverso da qui e a volte mi chiedo come possano esistere differenze così grandi tra i popoli… Il suo paese, ad esempio, non possiede un esercito in quanto reputano la difesa inutile così come la guerra… Vivere queste esperienze è fantastico, soprattutto quando le differenze si annullano e si diventa tutti parte dello stesso mondo… Grazie Marì … Rosy Perchiazzo 3^ A/L L’ospite dall’Australia CHIACCHIERANDO CON JAIMEE Mi chiamo Vanessa e frequento la 1°L. Quest’anno ho deciso di prendermi l’impegno di ospitare a casa mia una ragazza australiana. Non c’era giorno che non pensassi a come sarebbero stati i giorni insieme a lei. Il 28 Dicembre Jaimee (così si chiama) è venuta a casa e io ero eccitatissima. Il giorno dopo la mia classe ha organizzato una festa di benvenuto in suo onore. Tutti quanti hanno voluto subito parlare con lei dimenticando che Jaimee parlava solo inglese. Quindi la conversazione lasciava alquanto a desiderare. Per fare la mini-intervista, che segue ho dovuto tradurre tutto. Vanessa: “Jaimee ti piace stare in Italia?” Jaimee: “Si tantissimo.” V: “Toglimi una curiosità perché hai scelto di visitare proprio l’Italia?” J: “Ho voluto visitare l’Italia perché mio nonno abitava a Sondrio, vicino Milano, ma poi si è trasferito in Australia. Lì è nato mio padre, ecco perché ho un cognome Italiano, Pilatti.” V: “Raccontami com’è l’Australia.” J: “L’Australia è bellissima e a differenza dell’Italia lì fa sempre caldo, infatti noi festeggiamo il Natale in spiaggia, perché da noi a Dicembre è piena estate. Ci sono molti ragazzi e ragazze che praticano il surf ma a me non piace.” V: “Com’è organizzata la scuola in Australia?” J: “Io ho finito la scuola. Le elementari sono divise dalle medie che sono unite alle superiori. Possiamo scegliere 5 materie e ogni dieci settimane di scuola abbiamo due settimane di vacanze.” Questo è più o meno quello che sono riuscita a capire. Jaimee ha portato in dono alla nostra scuola la bandiera Australiana. Sono sicura che questo contatto con una cultura diciamo “diversa” dalla nostra, mi aiuterà tantissimo. Grazie a Jaimee potrò perfezionare il mio inglese e lei ha potuto imparare qualcosa in Italiano. Vanessa 1^ L Jaimee Pilatti DALL’AUSTRALIA A SAN FERDINANDO Hello, my name is Jaimee Pilatti, I am 17 years old and come from Australia. I have come to Italy- San Ferdinando to learn about and live in your culture for three months. Here I am living with the Logoluso family and attending school with my host sister Vanessa in the class 1 L.. My Italian is not very good but everyone at school and home has been very patient while teaching me about the language and the culture. So far during my time at school I have found Italian schooling much more difficult and different compared to school in Australia. I have really enjoyed my staying in Italy so far as I have made a lot of new friends and everyone has made me feel extremely welcome. I am sure that I will enjoy the rest of my staying here. Redazione/ Istituto Statale d’Istruzione Secondaria Superiore Ignazio Silone Via Gramsci, c.n. 71046 S. Ferdinando di Puglia (Bt) t. +39 0883 621066 f. +39 0883 621414 www.istitutosilone.it [email protected] Responsabile/ Carmine Gissi, Dirigente scolastico Docenti referenti/ Nicola Garbetta Federica Paradiso Rino Mutarelli Collaborazioni degli studenti, dei docenti e dei genitori dell’Istituto “Ignazio Silone”