l`itinerario poetico di montale
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l`itinerario poetico di montale
Eugenio Montale L'ITINERARIO POETICO DI MONTALE <OSSI DI SEPPIA)> Alla base di questa raccolta c'è il senso del vuoto che circonda la vita dell'uomo, la tragica constatazione del <<male di vivere> che si manifesta nelle dolorose esperienze della natura quali <jl rivo strozzato>, <d'incartocciarsi della foglia / riarsa>>, <<i1 cavallo stramazzato> (Spesso il male di vivere).Il paesaggio è quello brullo della Liguria, aspro, assolato, riarso, scabro, significativamente emblematico di un determinato stato d'animo (correlativo oggettivo).Il linguaggio è preso della quotidianità, ma non è privo di termini ricercati e aulici. Perché liscia e all'osso co. I ((t€ simbole Gloria r Per caf compo! pubblic Montal (mago) Ricordi, amori, incontri, <<occasionb> cioè della vita passata del poeta, si compongono sul filo della rievocazione rivelando significati nascosti. La tragsca consapevolezza della vita, contrassegnata da dolore, angoscia e solitudine, caratteizza anche questa fase poetica, in cui, tuttavia, si fanno strada l'attesa di un miracolo, I'ansia di una salvezza. Ed ecco schiudersi, (6eppure improbabilmente, il sospetto di un'eccezione significativo> (Contini), rappresentata da Cllzia (Irma Brandeis, studiosa americana con cui ebbe una relazione affettiva), figura salvifica, cui sono dedicati gran parte dei Mottetti (una sezione della raccolta). A questa donna lontana, che rivive nel ricordo del poeta, Montale esprime il suo doloroso senso del vuoto che circonda I'esistenza umana. Nelle <<Occasionb>, come negli <<Ossil> non mancano gli oggetti anche qui caricati di valori simbolici ma è taciuta l'<<occasionespinto> con il conseguente risultato di una poesia piú oscura. <<Non pensai - dice Montale in "Intenzíonf" del 1946 - a una lirica pura nel senso ch'ebbe poi anche da noi, a un gioco di suggestioni sonore; ma piuttosto a un frutto che dovesse contenere i suoi motivi senza riveiarli, o meglio senza spiattellarli. Ammesso che in arte esista una bilancia tra il di fuori e il di dentro, tra I'occasione e I'opera-oggetto bisognava esprimere I'oggetto e tacere l'occasione-spintar>. Infatti, se Montale negli <<Ossb> rende esplicito il rapporto tra stato d'animo e oggetto esterno, tra una determinata emozione e la realtà che assurge cosÍ a simbolo di una profonda pulsione, nelle <<Occasionb>, invece, tralascia di esprimere il rapporto, 1o stretto legame tra mondo esterno e interiorità; il lettore, pertanto, è chiamato a decifrare il senso attraverso I'oggetto stesso. Questo tacere <<1'occasione spinta> verso la poesia, per lasciare spazio solo all'oggetto-simbolo, contribuisce a rendere il signifrcato della lirica piú cifrato, difficile da cogliere. Scritta trall 1940 e il 1954, questa raccolta si apre con la serie <<Finisterre>. In questa fase Montale sembra farsi partecipe del dramma della società sconvolta dalla tragedia della guerra, ma, ancora una volta, gli eventi non sono che occasioni per un'ulteriore analisi della propriattagíca condizione esistenziale; da parte del poeta, si manifesta una disposizione religiosa che non approda, tuttavia, a una fede vera e propria. Come nelle <<Occasionil>, non manca la presenza femminile, otaChzia, cui il poeta aflida le sue speranze dí salvezz4 ora <<Ia volpe> (la scrittrice Maria Luisa Spaziani). autono LnM sima Non langt e asl È tur Prov t_ A1 èur Tra le ultime raccolte si distinguono Satura (1971) - di cui Xenia è la prima sezione dedicata alla moglie morta (Drusilla Tanzi) chiamata dal poeta <<Mosca>, con la quale egli tiene un tenero colloquio sull'eterno e sul divino - Diario del '71 e'72 (1973), Quaderno di quattro arlrni (1977) e Altri versi (1980). lln immutato pessimismo e LLna visione disperata e tragica della vita carattenzzano anche quest'ultima produzione. Vec tr Ci : Scelte tematiche e stilistico-espressive 259 SCELTE TEMATICHE E STILISTICO.ESPRESSIVE ' ,Nlootale si rifà alla poetica del Pascoli, dal quale riprese il linguaggio familiare e dimesso, del D'Annunzio e dei il <<correlativo oggettivo>): I'oggetto diventa simbolo della condizione umana di crep:! scolari; da Eliot attinse soffereîza. . 'i,^'lnre lolor. e di soffereîza' ,l,,itoeti definire Mezzi stilistici Per gli oggetti che il poeta rappresenta sono il lessico, la sintassi, la metrica, la trama irEn'lt s:o ,Il male di vivere, il male dell'esistenza, cui il poeta contrappone la <<divina Indifferenza>> (<'spesso vivere>..-). :[$ il male di vivereD...). i. La ricerca estenuante per trovare rLn varco vetso I'essenza delle óose, per <<scoprire uno sbaglio di j.l r aneilo i Natura / l'anello che non rlene>), cne tiene>, la ra rollura rottura oeua della carena catena causa-erreru causa-effetti (<I limoni>). \Q umonD). gh paesaggio aspro Liguria. Le cose, oggetti, simboli del <<male di vivere>. e assolato della 1I Ì", il dramma de77'incomunicabilità, della solitudine angosciosa (<Meriggiare...>). ',,. II trascorrere inesorabile del tempo che cancella il passato e il desiderio di far rivivere i ricordi lontani, i fantasmi dell'amore (<Non recidere, forbice>; <La casa dei doganieri))...). r:.. [.r: t" I ; i lIL LINGUAGGIO E IL LESSICO ,E nuoyo, spesso aspro, intonato al dramma dell'esistenza, alla fatica di vivere. ,,Montale cetcala parola essenziale, scabra, atta ad esprímere la sua angoscia esistenziale. Talvolta vocaboli speciJici, precisi (tramontana, scirocco, maestrale, martin pescatore, merlo, falco, ':,mescola tamerischi, limoni, magnolie, eucalipti-..) con parole letterarie o comuni, ma orchestrandoli lacacie, :'in accordi di suoni. Gli oggetti e le cose sono espressione di sentimento o <<simbolo>> di una r'specifica condizione esistenziale, e proprio da essi egli attinge <d'occasione) per fare emergere ,frammenti di ricordi. <<La scelta lessicale, in verità, ha un'importanza fondamentale negli Ossi di seppia (cosí come piú i..tardi, accentuata e consapevole, l'awà nelie Occasioni)>>. Si ha <<da una parte, una lingua piú co' 1une, piú quotidiana, appartenente alla sfera della comunicazione sociale; dall'altra, invece, il 'gusto della parola precisa ed aspra, delle voci estratte a volte dal dialetto e a volte dalle terminologie ,'tecniche, dal suono perentorio - che Montale mette in risalto evaloizza ricorrendo al gioco delle rime diffrcili e peregrine e ad altri artifici, quasi a comunicare la sensazione della eccezionalità e della intensità di queste rivelazioni -. Ed è proprio nel desiderio di questa precisione e di questa decisione che Montale rifugge, in genere, dal vago e dal generico, definendo con esattezza i propri oggettil>. (M. MnnrELLI, Eugenio Montale,Le Monnier, Firenze, 1983) LA SINTASSI Talvolta usa strutture ampie per esprimere il suo colloquio con le cose e con sé stesso. Nelle Occasioni Montale preferisce la paratassi (o coordinazione) perché le frasi sono poste sullo stesso piano, ognuna con il suo valore specifico;in tal modo un fatto è accostato a un altro (ben diversa è I'ipotassi che fa dipendere una frase dall'altra, un fatto dall'altro). IL VERSO E LA TRAMA FONICA Montale ricerca soprattutto la musicalità nel verso, il ritmo martellato, il fluire di suoni a volte aspri per intonarli alle <<cose>> che osserva o spia o ascolta. Latrama fonica è impostata su rime, a ss onan z e, co ns onan z e, allitt er a zi oni, on omat op e e, anàfor e. LA METRICA E quella tradizionale; spesso la piega alle sue esigenze razionali o poetiche usando versi impostati sulla tradizione con rime e assonanze. Eugenio Montale Spesso il Il male <male di vivere> che il poeta ha spesso incontrato è la sofferenza che è nelle co tutti del creato. Quel Kmale di vivere> non è presentato da Montale con e s pr e s s i oni Jil o s ofi che teologiche, ma con notazioni sulla realtà della vita e della morte (correlati e negli esseri vivere oggettivo/. ho incontrato Ln Mrrnrca: sono due quartine di endecasillabi tranne I'ultimo (un settenario doppio); rime incrociate (ABBA) nella I quartina; anomale nella ll quartina (CDDA); I'ultimo verso, di 14 sillabe, è ipermetro. Spesso il male di vivere ho incontrato: il male divivere..' Al male di vivere, che è universale, era il rivo strozzato che gorgoglia, era I'incartocciarsi della foglia riarsa, eral il cavallo stram azzato. Bene non seppi2, fuori del prodigio che schiude la divina Indifferenzai era la statua nella sonnolenza del meriggio, e la nuvola, e il falco alto levato. 1. era... era... era: il verbo, ripetuto per tre volte, introduce tre metafore: il rivo strozzato... I'incartocciarsi della foglia riarsa... il cavallo stramazzato. Sono tre forme del <<male di vivere>>, tre immagini di sofferenza che dalle cose si dilata all'animale e alI'uomo. tale oppone la divina lndifferenza. Nota il correlativo oggettivo: negli < getti>, <nelle cose>, è rappresentato senso doloroso della vita; il rivo to... I'incartocciarsi della foglia... il stramazzafo sono gli emblemi, dunque, una sofferta condizione esistenziale coinvolge gli esseri viventi e le cose (op. cit.) i mate. 2- Bene non seppi...: Che cosa fare di fronte a questo <<male di vivere>> cosmico? Restare indifferenti, dice il poeta, non partecipare al tragico dramma dell'esistenza (Bene non seppi... Indffirenza). Questa la scelta (il prodigio) dell'uomo saggio, il rifugio psicologico del poeta. Analisi del testo Nella vita, dice il poeta, domina il dolore. Intorno all'uomo le persone. è sofferenza: sofferenza nelle cose, negli animali, nel E il <male di L'unico rimedio al viyere>>, una concùiione pessimistica dell'esistenza che awicina Montale a Leopardi; <<male di yivere> è I'indifferenza, che è <<divina> perché ci consente di restare sermi e impffi sibili come gli dèi del mondo antico. Al di necessità dell'esistenza>, iI poeta contrappone <la sua scelta moralet questi il suo <<bene> di vivere, la sua Jilosojìa dellh vita. I'impassibilità, I'isolammto. Sono piú poesia Vediamola insieme. merita un'analisi approfondita. Questa <male vivere>, a questa <<fenea Facciamo l'analisi sotto I'aspetto... r SEMANTICO-CONTENUTISTICO . Nella prima strofa il poeta cerca di definire il <male di vivere> attraverso alcune immagini: sai individuare . . t . - 1 I <parole chiave> che lo evidmziano? Nella seconda stroît Montale esprime il suo modo di reagire al <male di vivere> mediante particolari espr sioni; cerca di indivuarle. La scelta morale del poeta ti sembra ottimistica o pessimistica? Attraverso quali immàgini significative esprimeresti il <male di vivere> oggi? Le immagiii delle due quartine sono accaratammte s:elte in modo da creare un contrasto semantico.' vediamolo; Vdlore semantico della I quartina: il <<male>> di vivere,' è reso con immagini simboliche tolte dalla realtò: il rivo strozzato / I'incartocciarsi della fodia I il cavallo stramazzato: spiegale. Yalore semantico della II quartina.'il <<bene>> di vivere,' è anch'esso espresso con imm agini embl ematiche frutto; di riflessioni e perciò in contrasto con le precedenti: la divina Indifferenza / Ia statua nella sonnoleîz'a meriggio / la nuvola... il falco alto levato. Come vedi, è evidente /a contrapposizione sia nel contenuto sia nelle immagini delle due quartine: prova spiegarla con parole tue. Spesso il male di vivere ho incontrato 169 .I,ESSICALE. Vi sono parole del linguaggio comune e altre di registro piú alto, letterario, che palesano una scelta sPecifica (come <riarsa> al posto, per esempio, di seccata, secca inariditz...): sottolinea quelle che ti brano fuori del linguaggio familiare. ,SINTATTICO. La struttura sintattica in complesso è facile. prima quartina: una principale e tre paratattiche (dalla prima delle quali dipende una relativa). Seconda quartina.' una reggente e una subordinata; tre coordinate alla reggente (sono ellittiche del verbo). METRICO. La poesia è composta di due strofe, ognuna di quattro versi: sono tutti endecasillabi? Vuoi provare a scomporre in sillabe I'ultimo verso? Lo puoi fare in due modi: o spezzandolo con una cesura in due emistichi (ne risulteranno due settenari) o isolando il quaternario (del meriggio) dall'endecasillabo. Com'è la rima? Ci sono rime interne? Assonanze? I quartina dominano suoni aspri di <<s, z> (spesso... strozzata..). Quale la loro funzione? Questi timbri aspri ti sembrano bme intonati al tema trattato? 1/ ritmo batte sonoro sulle vocali aperte. <à, ò> della I quartina (màúe... incontràto... ); si fa piú vario e pacato nella II quartina nella quale fa campeggiare anche vocali chiuse (séppi... prodÍgio... divína..J; segna I'accento ritmico sui versi. FONORITMICO. Specialmente nella FIGURATM. Ct sono varie metafore.' cercale e sottolineale. Ci sono anche due enjambements (della fogha / riarsa... nella sonnolenza / del meriggio/: essi hanno la funzione di allungare i.l <respiro> dell'endecasillabo e di impone alla voce anche una ((pausa espressivat determinata dalla virgola e dalla fine della frase cioè dalla pausa semantica. Qual è la dffirmza tra pausa semantica e pausa metrica? In questi due casi, la pausa semantica coincide con la <<pausa metrica> cioè con la pausa finale del verso? RETORICO O NOTA DI STILE. Confrontiamo la struttura sintattica delle due quartine e vediamo insieme i'uso dei tempi verbali. II II QUARTINA Spesso il male di vivere ho incontrato QUARTINA Bene non seppi... { ú à passato prossimo e si usa per gli awenimenti accaduti in un,tempo passato, ma non del tutto trascorso (infatti ha ancora legami col presente: il (male di vivere) è universale e continua a durare). è passato remoto Perché dal passato prossimo a quello remoto? Perché questo esprime azione momentanea, cioè un taglio netto tra il passato, doloroso, e il presente, momento in cui il poeta ha scoperto come evitare il dolore. E veniamo all' imperfetto; era... era,.. era.. I * era,.. (era)... (era)... t L'imperfetto si usa per gli awenimenti la cui durata si era, o si è (lo è ancora) protratta nel tempo (la ripetizione di era... era... era ha quindi lo scopo di esprimere I'ineluttabilità del male che pervade I'universo). 274 Eugenio Montale Cigola Ia caffucola del pozzo Qui simbolo e immagine si fondono mirabilmente: il secchio che porta su I'acqua dal' pozzo è come la memoria che fa affiorare ricordi lontani subito deformati e svanifi. L'acqua che vien su dal pozzo tra ìl cigolar della carrucola arriva alla luce e la rifleue, come uno specchio. Ed ecco nello specchio tremulo dell'acqua formarsi I'immagine àii:; una creatura cara. E un'illusione: come il poeta si china, il volto si dissolve e scompars:, Riprende il cigolío della ruota e il secchio ridiscende verso I'oscurità del fondo portando, con sé anche quel barlume di visione. Il tempo trascorre implacabilmente e il passato, non può ritornare.' questa la nota drammatica che si ripete anche in altre liriche di Montale. Ln MrrRtcA: versi endecasillabi (il settimo endecasillabo e diviso in due emistichi) con varieta di rime (i versi 1, 2, 5, 8 sono sciolti dalla rima). vis Cigolal la caffucola del pozzo, I'acqua sale alla luce e vi si fonde2. Trema un ricordo nel ricolmo secchio, nel puro cerchio un'immagine ride3. Accosto il volto a evanescenti labbria: si deforma il passato, si fa vecchio, appartiene ad un altro5... Ah, che già stride la ruota, ti ridona all'atro6 fondo, visione, una distanza cL divide. Una delle piú popolari poesie di Mon-,, tale è Cigola Ia carrucola del pozzo; e, lo e anzitutto per una precisa conci-"i, sione dell'immagine, pur nel suo vario,,: e completo articolarsi nel rapido giro, di dieci versi che nulla lasciano fuori di una complessa storia di ricordi tro-''' vati e ripersi. Ma lo è ancor piú per la miracolosa aderenza del simbolo alla,' cosa, per il tremore della gioia sfiora( ta e perduta, una condizione op. cit.) che, sembra poter superare (il nulla alle,,' un segreto. Al contrario, lo no. 3. un'immagine ride: appare un caro svanire delle care memorie [.."] provoca uno 5. appartiene a un altro: a quando il poeta vol- ll ri dis un moto di stupore e di dolore era giovane e quindi ben diverso. 6. atro: tenebroso, scuro. di rig do es m( Hir ma senza l'orgoglio di chi ha attinto 1. Crgola: Quell'accento tonico e rj.tmico to ridente. che batte sulla prima sillaba domina nel 4. evanescenti labbri: labbra che svaniscoappare chiara come riv , mie spalle> e che invece lo conferma;'. verso. 2. vi si fonde: specchio. I'iti ,,' solo,, che sanziona la definitiva lacerazione tra, noi e il nostro passato. (G. MnruAcoRDA, Montale,, La Nuova ltalia) ne oc ac fu, Analisi del testo Se si tenta di di, far rivivere il passato, si ha subito la sensazione i ricordi della memoria. che esso sia irrimediabilmente dissolto. Il tempo cancella anche es Nella lirica il poeta tenta di ricuperare per un attimo i pochi brandelli di felicità ormai tanto lontana, ma la sua delusione si fa amara. Il passato è spento per sempre: questo uno dei temi della poetica montaliana. Vediamo insieme alcuni particolari della lirica. r IL TEMA: il passato che non torna. Il poeta rievoca un volto: un attimo, e I'immagine apparsa nell'acqua del secchio si dissolve. r LA TRAMA. FOII-ICA. Tutta la tessitura sonora della lirica è dominata dai suoni liquidi delle consonantt r> in accordo con vocali chiuse e aperte; esse comunicano ai versi un ritmo piú sostenuto e sonoro: Cigola la carrucola delpozzo / l'acqtta sale alla luce e vi si fonde. / Trema un ricordo nel ricolmo secchio (nata I' allitter zzione ri c o r d o. . r i c o I m o > : s p i e g a I a) . <1, << . . Sottolinea i suoni della <l; r>. . Anche i suoni delle consonanti dentali <d, t> si fondono spesso con quellì liquidi della <cr> (trema... ilcordo...) rafforzandoli. . Nei primi sei versi la pausa metrica coincide con quella semantica: qual è la dffirenza tra pausa metrica pausa semantica? I FIGURE RETORICI{E. L'acqua si fonde... trema un ricordo....' sono metafore,' ce ne sono altre; sai inditrema un ricordo... un'immagine ride. è un chiasmo, cioè una simmetria incrociata (trema... ride,'un ricotdo." un'imm agrne): conosci qualche altro esempio? a isi I I cr c( I I cl e carle? . nc sl d A r( G rJ lr{on recidere, forbice, quel volto Non recidere, forbice, iquel volto che cancella ogni ricordo, anche quelli piú belli. poeta, Il amareggiato, vorrebbe che almeno <quel voltol caro rimanesse vivo nella memoria che gtà si è svuotata di tanti ricordi e persone conosciute. Ma come Ia vetta dell'acacia recisa getta nel primo fango di novembre il guscio vuoto della cicala, cosí il poeta teme che anche quel volto pos4a sparire dalla sua mente annebbiata dagli anni. E un mottetto incentrato sul tempo Ln MsrRrcA: due quartine ognuna di r::;sono tre endecasillabi e un settenario (i due settenari sono posti in posizione diversa); le rime irregolari (nota la rimalmezzo cala, cicala). Non recidere, forbicel, quel volto, memorra che si sfolla2, nella isolo tnon far del grande suo viso in ascolto la mta nebbia3 di sempre. , ', Un freddo caL#... Duro il colpo Non recidere, forbice... La forbice è l'oggetto simbolo che puo dissolvere i ricordi dalla <nebbio della memoria (la nebbia è la parola chiavel. belletta... Qlarola chiave della quartina) <E termine dantesco (lnf. svettas E l'acacra ferita da sé scrolla il guscio di cicala nella prima bellettaí di i t. Novembre. Noo recidere, forbice...: È un'invo cazioil poeta vorrebbe ,che almeno quel volto di donna non venis,'se cancellato dal tempo. Quel <<recidere>> i :: della forbice del tempo ha un valore psicoi.,logico: è dunque una metafora. 2. che si sfolla: che si va svuotando della : ,gonte che ha conosciuto. i,:3. Ia mia nebbia: con il passare degli anni i ne come una preghiera: Yll, 124), ricco di riferimenti all'accidia, ossia alla tristezza " amara e difficile" (secondo san Tommaso), che Montale riconosce come vizio proprio: "Fitti nel limo dicon: 'Tristi fummo / nell'aere dolce che dal sol s'allegra, / portando dentro accidioso fummo: I or @p. cit.) la memoria si indebolisce e i ricordi sr annebbiano. Il volto della donna dissolvendosi nella nebbia appare piú grande e sfocato. 4. Un freddo cala...: E il colpo freddo dell'accetta che fa cadere la vetta dell'acacia. 5. svetta: recide la vetta, la cima della pianta. 6. belletta: fangbigha, melma. ci attristiam ne la belletta negra'. / Quest'inno si gorgoglian ne la strozza I che dir no! posson con parola integra". E una condizione tipica dello spirito moderno e della poesia postromantica, q,uesto sentirsi come strangolati dalla tristezza e dal sentimento di perdita e di sconfitto. (F. Fgnrrr'r) Analisi del testo l._ :, La poesia è impostata sz due metafore ben distinte: c la prima è una invocazione del poeta aftìnché laforbice del tempo non cancelli dalla memoria il ricordo di un i volto caro, quello della donna amata, di Clizia; la seconda ritrae la realtà della vita: un colpo freddo recide Ia vetta dell'acacia che, feríta, abbandona nel fango ft:di novembre lnella prima belleffa di novembre/ il guscio vuoto della cicala, I n ii"îiioroto di quanto aveva auspicato nella prima metafora: come l'acacia scrolla via da sé il ',guscio di cicala, cosí laforbice del tempo spegnerà in lui anche l'immagine di quel volto caro. <tema centrale> esprime dunque il suo stato d'animo: il desiderio che il tempo non cancelli anche quellartgura ill tra lui cara. Ma vano è il suo desiderio: tutto è destinato a finire nella dimenticanza. ',È una concezione pessimistica che non possiamo sempre condividere perché, è risaputo, i ricordi piú cari della 'giovinezza riffiorano y'giovinezza ria spesso vivi 4ella mei*toria dei vecchi e Ii confortano dissolvmdo laloro tristezza. ,Vediamo I'analisi del testo poetico sul piano semantico, lessicale, fonometrico e retorico. i.- i. il"it^i"t \nalisi sul piano... SEMANTICO-CONTENUTISTICO. Sai individuare Ie <parole chiave> intorno a cui si articola il contmuto f,elle due strofe? :,' Il motivo della I quartina è impostato su uno stato d'animo che nasce dal ricordo e su un desiderio: spiegali. Il ' motivo della II quartina è ben diverso: aI desiderio submtra Ia realtà: quale? ' Nella II quartina íl poeta non dice espressammte che il volto della donna svanísce nella <nebbia> del tempo, i,aM ce lo fa intuire: in che modo? ,t C'è dunque un'analogia tra il <volto) e il <gascio di cicala>: quale? p E tra Ia <nebbia>, che spegne i ricordi, e la <belletta> in cui giace il guscio di cicala, c'è un punto dí contatto? Eugenio Montale r LESSICALE. C'è una sola parola del linguaggio arcaico: quale? . I verbi soio accuratamente scelti (recidere... sfolla. ..): vuoi completare? . Come (Jngaretti, anche Montale usa molte parole comuni, ma le adopera in modo nuovo; ad esempio, il v di solito è usato con riferimenti ambientali (la salasi sfolla),' in combinazione con <memoria> pff, acquista un valore metaforico e poetico fuori del comune. bo <sfollare> r FONOMETRICO. Due sono le strofe: di quanti versi è composta ogni strofa? Sono tuttì versi della rfes misura? Com'è la rima? . II settenario che chiude la I strofa rima con I'endecasillabo finale della II strofa: è una rima imperfa (assonanza); infatti i suoni vocalici delle stllabe Jinali sono uguali: quali sono? . Nella I quartina, in accordo con i suoni di vocali o, e chiuse e aperte (nón... quéI... vólto... sólo... memòria. quelli liquidi della r,l (recídere, fòrbice... quél vólto... sólo nélla, quali comunicano ai yersi un'armonica musicalità che fluisce via sonora,. Leggi la strofa: sfò11a...) campeggiano quello dolce della c e sfòlla... ascólto/ i voce alta. . Nella II quartina I'accmto ritmico batte soprattutto su vocali chiuse combinate con le dentali d, drúro... svétta... ferÍta... bellétta/; esse t (fréddo, rendono i versi piú compatti e snelli. 1-A M scop( r RETORICO- La poesia è ricca di rtgure retoriche; ne sai individuare alcune? INYITO AL CONFRONTO Cerca di stabilire un confronto /l'a Non recidere, forbice, quel volto e Cígola la camrcola del pozzo. Due sono i <temi> di ciascuna lirica: quali? Ví sono tra le due liriche delle analogie: impossibilità a recuperare il passato: esso non può piú ritornare. amarezzd per i ricordi perduti (un volto che la forbice cancella come I'accetta svetta I'acacia; un'immagine . . eil ch$ ride e subito svanisce...). lab eil Tu lat lar La poesia degli oggetti Nelle Occa sioni la riflessiòne esistenziale degli Ossi appare come ridotta, resa meno esplicita:' la parola poetica tende ad allontanarsi dal suo carattere meditativo e problematico, dalla sua diret'ta íntenogazione del <<male di vivero>, e si concentra tutta sugli oggetti, creando successioni di immagini dai rilievi nettissimi e quasi allucinati, awolgendosi intorno alle forme ed ai gesti con, una assoluta densità fonica, lessicale, sintattica (seguendo piú direttamente quella poaica degli', oggetti che giustifrca 1o stesso uso del termine occasione). Si sente qui qualcosa di tagliente, di splen-: dente, e insieme di oscuro: come suggerisce una citazione da Shakespeare che l'autore mette in epigrafe alla quarta parte, sembra di essere di fronte a una bellezza (sommersa nella neve>, a lul mondo che cerca di imporre una presenza viva ed essenziale in un oruzonte dominato dallo <<squal-' lore>. Nella sua assoluta concentrazione il dir.orro poetico si fa piú diffrcile, trova momenti' assai ardui e impenetrabilt: Le occasioni sembrano trasmettere un messaggio che non vuole farsi' decifrare, che vuole restare comunque nascosto. In questo esse si awicinano all'ermetismo, fino a presentarsi come l'esempio piú signifi.cativo della tendenza della poesia degli anni Trenta a chiudersi in sé stessa, a rifiutare una diretta comunicazione con il fascismo e con la sua pretesa di asservire la cultura. (G. Frn-noxr, Storia della letteratura italiana.Il Novecento, Einaudi, 1993) affi Ne ne 1. d ch'e r leir 2;. I una 3. 1 liet, 7,4. i nc( eío SOT 4. _ bòl esa fal Fo, u-n sg( att 'le bu 5. tu