Anno II n. 2 - Tropea Informa
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Anno II n. 2 - Tropea Informa
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Vibo Valentian.n.1/14 1/14del del01/07/2014 01/07/2014 Direttore Responsabile: Francesco Barritta · n. 2016 del Trib. didi Vibo Valentia Direttore responsabile: Francesco Barritta Foto di Saverio Caracciolo MICHELE ADILARDI, INCONTRIAMO IL INCONTRIAMO IL UN TROPEANO SINDACO SINDACO RODOLICO A NEW YORK RODOLICO pag. 2 - marzo/aprile 2016 cultura OMAGGIO A DUE GRANDI: ANTONIO SPOSARO E MELO TEDESCO di Alfonso Del Vecchio “Tropea nei colori di Melo Tedesco” (un lungo viaggio artistico, umano, religioso) è il titolo di un libro di Nuove Edizioni Barbaro di tredici anni fa. Un’opera compiuta insieme da Antonio Sposaro e Melo Tedesco. Presso la casa editrice sono rimaste in giacenza circa 180 copie in procinto di essere eliminate. Mi sono permesso di suggerire al Sindaco di Tropea l’acquisto delle copie residue, quale omaggio a due personaggi che hanno creato una vicenda del tutto originale esaltando Tropea nella storia, nella scrittura, nella pittura, nel mito, o meglio la scrittura e la pittura nel mito. Una simbiosi che è pure un’ardua impresa dalla bellezza unica. In quest’opera la scrittura di Antonio Sposaro ed i suoi commenti alle vicende storiche cittadine raggiungono la stessa mitica presenza, la stessa potenza evocativa dell’immagine, tanto che sovente è la parola a farsi protagonista. C’è nel testo di Sposaro, condannato alla I Tropea nforma sintesi per esigenze tipografiche e di spazio, una risposta dal respiro concettuale vasto. Senza far torto alla storia di Tropea ricca di astrazioni ed interrogativi, Sposaro lancia il suo “la” da impagabile direttore d’orchestra e lascia consapevolmente che il pennello di Melo Tedesco dia libera interpretazione ad una sinfonia di colori e di immagini, cogliendo con la sua pittura, come sempre avviene nei veri artisti, la causa e l’effetto. Sposaro e Tedesco, in un divertissement per dirlo alla francese, giocano una simpatica partita a spirale, ad elica, compendiandosi l’un l’altro. Si intersecano l’inappagato desiderio di Sposaro a tenere fermo il timone della ricerca e della conoscenza storica e l’irrefrenabile fascino dell’immagine di Tedesco che vuole correre libero verso cieli infiniti o verso profondità abissali che rimangono ugualmente il metro attraverso cui si misurano i sogni e le fantasie Sposaro e Tedesco compiono insieme un viaggio, una esplorazione, una erranza, un’avventura. Si immergono a volo nei paesaggi terrestri e marini della nostra Tropea e si scambiano vorticosamente, si offrono vicendevolmente, la loro poesia. Due universi sensibili che si incrociano sulle due rotte più erratiche dell’immaginario: la scrittura poesia e la pittura. Sposaro in quest’opera non parla soltan- www.tropeainforma.it to delle mura, non cita fatti d’armi e bastioni, parla dell’uomo, della sua gente, del suo cuore, della sua anima. Il volume è la rappresentazione visiva di un lungo viaggio come metafora della vita. Ed il viaggio di Melo Tedesco è la vicenda della sua anima. Tedesco si è calato nel mito di Ulisse, nel suo peregrinare, consapevole che sarebbe ritornato nella sua Tropea, dopo una storia personale che oggi appare collettiva: la patria abbandonata e ritrovata quale finalità ultima del suo percorso artistico. In questo testo Tropea è www.facebook.com/tropeainforma Penelope, una sposa fedele, per Tedesco come per Sposaro. Oriente in Occidente è il titolo di un’opera bellissima di Melo Tedesco che evoca le donne di Tahiti di Gaugin ed è prova dello spazio sconfinato in cui si muove l’artista, anche se nelle sue tele c’è l’ossessione Tropea, mosso da un amore sconfinato per essa. Tedesco dipinge scorci ed ambienti di Tropea: la rupe, le vinee, il centro storico, le chiese, i palazzi, le ombre con una visione architettonica tipica di un sensibile urbanista. Nelle tele di Tedesco ci sono sempre in lontananza i colori tenui del glicine, la solarità di Bali, il rosso dei papaveri a riprova che il paesaggio e le sue figure non sono mai astrazioni, soprattutto l’analisi delle sue figure ci porta ad un pittore socialmente impegnato. Cosa sono i suoi carrettieri, i suoi contadini, i suoi lattai, la sua Gloria, mitica figura tropeana banditrice di pesci, le raccoglitrici di cipolle, se non le figure tipiche dell’emarginazione sociale all’interno della realtà meridionale degli ultimi due dopoguerra? Potremmo parlare dell’epopea e della pittura degli esclusi! C’è nella fatica artistica di Melo Tedesco una ricerca prepotente appassionata di spiritualità. Alla fine, infatti, del suo percorso artistico Melo Tedesco si accorge che la sua ricerca di coniugare mito e storia non basta a placare la sua an- I Tropea nforma pag. 3 - marzo/aprile 2016 sia, il suo presente tumultuoso e caotico e finisce per approdare ad una esplosione di potente religiosità e la sua pittura finale interpreta il “cammino di Dio attraverso il suo mondo” così come definisce la storia il grande pensatore Herder. Le ultime sue tele raccontano: Tropea pane di vita, Tropea martirio di un uomo inquieto ed errante, Tropea il suo Golgota, Tropea la sua Crocifissione, Tropea la sua Deposizione. In sintesi Tropea è il suo epilogo. Siamo alla pittura che interpreta il mistero ed il miracolo. Siamo al grande salto. Tropea mito – natura non basta più a Melo Tedesco. Egli si sente appagato quando i due termini mito e storia trovano la sintesi in un atto di fede, che concilia passato e presente. E qui Melo Tedesco dipinge una storia vera, la storia dell’uomo: l’Incarnazione, la vita e la morte dell’Uomo Assoluto, il Cristo. storia di Michele Adilardi, un giovanissimo tropeano che, da qualche anno, si sta facendo valere negli Stati Uniti, con una brillante carriera che lo ha portato a diventare, in breve tempo, dirigente all’interno di una importante società che si occupa della gestione di strutture alberghiere di lusso in tutto il mondo. Nato a Tropea il 16 maggio 1989, Michele si diploma al Liceo Scientifico “Fratelli Vianeo” di Tropea nel luglio 2008. Con il diploma in tasca, parte per Washington DC per seguire i corsi presso l’International Language Institute (ILI). Conclusa la formazione linguistica, sostiene e supera il SAT’s & Toefl, cioè il test della maturità americana, per il quale Michele aveva iniziato a studiare già dall’anno prima. Dopo aver superato una serie di esami, nel dicembre 2008, trasferitosi a New York, il giovanissimo tropeano si iscrive alla American Language Communication Center, dove segue i corsi intensivi di “Business English”. Comtropeani fuori piuti da poco i 20 anni, a Michele capita una di quelle cose che ti cambiano la vita: vince la Green Card Lottery, che gli consente di rimanere negli States. Così, dal 2011 si trasferisce ad Orlando, in Florida, dove lavora per 6 mesi, e subito di Giuseppe Meligrana dopo torna a New York, che negli ultimi 5 La storia che vi raccontiamo questa volta anni è divenuta la sua “base”, visti i numeroè davvero molto singolare. Si tratta della si viaggi in giro per il mondo, che lo portano MICHELE ADILARDI, UN TROPEANO A NEW YORK R A P P R E S E N TA N Z E P E R R I C O N S U L E N Z A E S T R A T E G I E P E R C A N T I N E , R I S T O R A N T I , B A R , H O T E L C o n t a t t i : + 3 9 3 4 8 7 7 5 3 3 8 5 - + 3 9 0 9 6 8 2 6 0 1 6 - p a s q u a l e p e r r i 4 @ g m a i l . c o m - w w w. p e r r i r a p p r e s e n t a n z e . c o m pag. 4 - marzo/aprile 2016 a visitare circa 40 paesi ogni anno. I viaggi, per intenderci, lo tengono occupato circa 200 giorni su 365! Come tutti i ragazzi che cercano la propria fortuna all’estero, all’inizio avrai dovuto avere a che fare con la lingua. Dopo la scuola frequentata in Italia eri già sufficientemente preparato prima di partire o hai dovuto faticare per recuperare questo “gap”? Io conoscevo già l’inglese, grazie alle mie docenti Rina Barillaro, presso cui andavo il pomeriggio a lezioni private, e Gina Rovito, la mia docente del liceo. Nonostante ciò, ho dovuto studiare duramente per preparare l’esame della maturità a Washington DC. Come mai hai scelto proprio Washington? Ho scelto Washingon DC per due motivi: innanzitutto perché potevo contare sull’appoggio della famiglia dello scrittore Giuseppe Berto, precisamente di sua figlia Antonia, che col marito Phillip Smith, mi hanno aiutato molto. E poi perché volevo sostenere gli esami di lingua per poter frequentare l’università americana. Si dice che l’università in America sia molto selettiva ed esclusiva... Io ho fatto domanda alle 10 migliori università americane. Per far ciò ho dovuto sostenere ulteriori esami in lingua, anche di italiano e francese, oltre che di storia ame- I Tropea nforma ricana. E così, nel luglio 2009, quando nel frattempo mi ero già trasferito a New York, sono stato preso dalla American University di Washington DC, che è molto rinomata. Considerati i costi dell’università americana, a New York avevo comunque chiesto un prestito per la frequenza dell’università ad una banca che però intanto era fallita, per via della crisi del 2008. Perciò sono tornato in Italia, dove sono stato assunto per il periodo estivo da Meeting Point Calabria. E così il tuo “sogno americano” sembrava quasi al capolinea, ma poi cosa è successo? Mentre ero in Italia mi è arrivata la notizia da Washington di essere tra i 250 italiani selezionati per la Lotteria della Green www.twitter.com/Tropeainforma Card, che equivale a una sorta del nostro permesso di soggiorno, solo che vale sia per lavoro che per studio. Si tratta di una cosa che non capita a tutti, ma che mi ha cambiato completamente la vita! Da lì ho intrapreso una serie di azioni burocratiche per poter tornare stabilmente in America. Sembra facile, ma per i successivi passaggi ci sono voluti in tutto due anni, tra ulteriori esami, colloqui con il console a Napoli e così via. E nel frattempo sei riuscito a trovare lavoro? Sì, ma non è stato tutto semplicissimo: nel gennaio 2010 sono tornato in America, per convalidare la Green Card, e mi sono trasferito a New York, grazie all’aiuto degli amici Alessandra Dini e del professor Enrico Arbarello, che mi hanno letteralmente aperto le porte della loro casa. In quei due mesi, grazie all’esperienza maturata in Italia alla Meeting Point, ho cercato su Google gli uffici americani e ci sono andato con il curriculum in mano. Ho chiesto di poter fare esperienza per due tre mesi, anche a titolo gratuito, in attesa che i miei documenti fossero pronti. Dopo una serie di giri, per farla breve, ho ottenuto l’opportunità di fare questa esperienza presso Kuoni/ Allied Tpro, che è un diretto concorrente di Meeting Point! Per questo devo ringraziare una ragazza italiana, Simona Fargnoli, Progettazione e realizzazione piscine da sogno... Ricadi-Capo Vaticano (VV) | tel. 0963.66.38.80 | www.eurotecnicapiscine.it condividi con #tropeainforma che mi ha fornito i contatti e segnalato il mio curriculum all’ufficio Risorse Umane. E qui ho realizzato che è vero ciò che si dice: questa è la patria delle opportunità, in cui viene data importanza al merito: dopo solo un mese di lavoro alla Kuoni, mi è stata offerta una posizione lavorativa con loro ma, avendo già un impegno di lavoro con Meeting Point in Italia, sono tornato in Calabria per l’estate 2010. L’aver rifiutato una proposta in America per mantenere fede ai tuoi impegni in Italia è stato un errore? Non proprio, perché a novembre di quell’anno mi ha contattato l’ufficio di New York della Kuoni e mi ha offerto una posizione a tempo pieno per i loro uffici di Orlando in Florida, dove ho lavorato per il 2011. Ma dopo soli sette mesi, un cliente della Kuoni, la Starwood Hotels and Resorts, dopo avermi conosciuto, mi ha offerto un lavoro per Le Parker Meridien di New York, dove ho iniziato a lavorare nel 2012 come International Sales Manager, per sviluppare relazioni estere con Medio Oriente, Russia, Scandinavia e Benelux. Insomma, nel giro di poco tempo hai inanellato una serie incredibile di lavori, incarichi ed esperienze. E poi? Da lì ho iniziato a viaggiare tantissimo e a visitare paesi come l’Arabia Saudita, il Kuwait, il Qatar e la Russia. I Tropea nforma Dopo due anni, siamo arrivati nel 2014, sono stato promosso al ruolo di Director of International Sales per sei hotel a Boston, ma ho gestito questo ruolo, per il quale ho iniziato a viaggiare per circa 200 giorni all’anno in giro per il mondo, sempre da New York. Lo so che sembra strano, ma nel mio lavoro io rappresento il volto della società nel mondo e, spesso, mi trovo a tu per tu con dirigenti di altre società e devo convincerli a scegliere i nostri hotel anziché quelli della concorrenza. Raccontaci un aneddoto per farci capire ciò che fai. Per spiegare il mio lavoro in breve posso portare l’esempio della società A. S. Roma, che quando viene in visita a Boston sceglie uno dei nostri hotel, prenotando circa 70 camere. Sarebbero dovuti andare in un’altra città e in altri hotel, ma grazie alla mia “italianità”, sono riuscito a convincere i loro manager a scegliere i nostri hotel di Boston. Ma la Roma non è l’unica società italiana con cui ho avuto a che fare: tra i vari clienti che ho seguito in giro per il mondo, oltre a grandi case farmaceutiche, ho avuto il piacere di fare contratti corporativi anche per la San Paolo, la Eni e la Fiat, JP Morgans, BNP Paribas, oltre alle ambasciate, ai consolati e ai clienti americani express platinum. Come detto prima, in qualità di Brand Ambassador, sono stato la loro fac- pag. 5 - marzo/aprile 2016 cia per il Nord America con i clienti esteri. Ma non è finita qui, giusto? Dopo quasi due anni, qualche settimana fa sono stato contattato per una posizione come Director of Luxury Leisure & Industry Sales presso Omni Berkshire Place di New York, che in Europa sono parte del gruppo hotel di Lusso Kempinsky. Loro, oltre a un progresso di carriera, mi consentiranno di aver un mio team e, quindi, di avere più tempo libero su New York e viaggiar un po’ meno. Mentre andiamo in stampa, tu probabilmente avrai già lasciato il vecchio lavoro e avrai iniziato il nuovo. Ma per il futuro, hai un sogno nel cassetto? Sì, da circa tre mesi sto seguendo i corsi di Interior Design al New York Institute of Arts and Design, perché trovo che questo ramo di studi si allinei molto con gli hotel di lusso ed eventualmente non escluderei un cambio di carriera nei prossimi anni. La cosa più affascinante degli Stati Uniti e di New York in particolare sono le opportunità che ti si presentano e se si ha davvero voglia di lavorare, tutti ce la possono fare. In Italia posso esser visto come l’eccezione, ma qui è la pura normalità: se si ha voglia di “crescere professionalmente e affermarsi”. Cosa è cambiato per te e per la tua vita da quando sei partito? Non mi sarei mai aspettato di vivere pag. 6 - marzo/aprile 2016 dall’altra parte del mondo e molte volte sembra tutto così strano... NY è una città che ami o odi, io personalmente ne sono innamorato. Inoltre, dal marzo del 2015 ho la cittadinanza americana. Anche se non è cambiato molto, ho acquisito il diritto di voto, e questo mi emoziona (ndr. Michele è un “democrat” entusiasta e ci ha confidato che voterà per Hillary Clinton alle prossime elezioni). La cittadinanza, alla fine, è un qualcosa in più. Se vado in Israele, ad esempio, preferisco mostrare il passaporto americano, mentre in altri paesi è meglio quello Italiano. Da quando abbiamo iniziato a chiacchierare citi spesso Israele, come mai? Perché una città che potrei considerare dopo New York è proprio Tel Aviv. Lì io trovo le stesse vibrazioni e la stessa cultura cosmopolita di New York, ma la cosa fantastica è che si trova sul mar Mediterraneo, con la nostra cultura, i nostri sapori, il nostro clima… Michele, alla fine sembra che anche tu sia alla ricerca di un’ideale New York sul Mediterraneo… Se potessi portare qualcosa con te dalla Calabria, oltre a quel tavolino di legno massello e ferro battuto che hai in bella mostra nel tuo soggiorno e a quella gigantografia del mare della nostra costa, cosa porteresti in America? NYC è una città molto “transient”, cioè I Tropea nforma [email protected] dove si corre a ritmi frenetici e, molte volte, ci si dimentica delle cose importanti. Quando si vive in una cittadina come Tropea, invece, è possibile dedicare più tempo a quelle cose. In generale, porterei in America i valori di famiglia con i quali sono cresciuto, che trovo più forti in Italia che qui. Ovviamente non tutti, ma credo che in Italia, vivendo in ambienti più piccoli, ci si riesce a vedere di più e a trascorrere più tempo in famiglia. Mi ritengo fortunato ad avere “the best of both world” e devo dire che qui a NY sono riuscito a crearmi un bel giro di amici da tutto il mondo, che considero la mia seconda famiglia. Tutto ciò è stato possibile soltanto grazie ai miei genitori, che non potrò mai ringraziare abbastanza. Per loro, c’è sempre un posto nel mio cuore, in qualunque parte del mondo mi trovi. E dal “nuovo mondo”, cosa porteresti in Italia? Da un punto di vista professionale, essendo un mercato molto più libero, sarebbe bello portare la loro cultura lavorativa all’interno del sistema italiano, che trovo molto complicato. Il modo di pensare e di lavorare in US è molto più pratico, mentre in Italia è molto teorico. Cosa consiglieresti a un giovane concittadino tropeano che ha il sogno di fare esperienze di lavoro all’estero? Credi in te stesso, non aver paura e con- vinciti che da ogni esperienza si può soltanto imparare… Di recente uno dei miei più stretti amici, con il quale sono cresciuto a Tropea, Vincenzo Russo, si è trasferito a NY. Ritrovarci dopo quasi sette anni è stato davvero incredibile. Proprio qualche giorno fa, chiacchierando al telefono per scambiarci gli auguri di Pasqua, ho sentito Vincenzo entusiasta, pieno di energie e felice per l’esperienza che sta facendo qui a NYC. Consiglio a tutti di provare a fare un’esperienza all’estero, si ha soltanto da imparare e rubar con gli occhi… arte SAVERIO MUSCIA di Ilaria Giuliano Per la nostra rubrica sull’aspetto artistico e creativo di Ricadi, abbiamo incontrato un altro protagonista del mondo dell’arte. Una persona che, come ogni bravo artista appassionato, riesce ad esprimere con il suo estro e con la sua creatività tutta la sua passione e il suo punto di vista del mondo: Saverio Muscia. Originario di Tropea, classe 1949, Muscia vive da tanti anni a Santa Domenica con la sua famiglia. Frequenta per un po’ di tempo l’istituto d’arte a Vibo Valentia, per poi lasciare look fashion. capelli. estetica. stylist. make-up OFFERTA SPECIALE OFFICINE h a i r b e a u t y d a l 2 0 0 4 i n s i e m e ® * 6 TRATTAMENTI CORPO: 270,00 €.......................................... € 210,* 10 TRATTAMENTI CORPO: 450,00 €.......................................... € 250,+ OMAGGIO N. 2 BENDAGGI RIDUCENTI * 14 TRATTAMENTI CORPO: 630,00 €.......................................... € 350,+ OMAGGIO N. 1 MANICURE, PIEGA E TAGLIO viaromacentodiciannovesantadomenicadiricadi telefono: 0963.669826-347.6660224 I Tropea nforma visita anche www.drapiainforma.it e continuare a nutrire e coltivare la sua vena artistica da autodidatta. C’è da dire che Saverio Muscia proviene da una famiglia di artigiani, falegnami, e quindi sin da piccolo ha potuto subito mettere in pratica il suo talento naturale, riuscendo a modellare un materiale come il legno secondo il proprio sentimento artistico. il librarsi nell’aria di uccelli, il pesce che va controcorrente, senza seguire la massa, per seguire e proteggere i propri ideali. Insomma, tutte allegorie, se così vogliamo definirle, della nostra vita. Ed è proprio questo che si apprezza nelle sue sculture: l’artista riesce, in modo diretto, a spiegare e raccontare il concetto di libertà. Si allontana dalle linee rigide e classiche della scultura, fino a incamminarsi su un percorso dinamico, in movimento. Le opere di Saverio Muscia non si fermano mai. L’opera scolpita racconta una storia da cui si trae e si approfondisce un pensiero: l’uomo non si ferma mai, è attivo, mobile e fattivo, sempre pronto a esprimere il senso della natura umana, la ricerca della libertà. Saverio Muscia partecipa, da tanti anni, a diverse manifestazioni artistiche, a eventi come biennali presso Lamezia Terme, Monterosso Calabro e Siderno. Inoltre, ha esposto le sue opere anche a eventi culturali e artistici, quali mostre a Tropea oppure fiere a Roma, nella provincia di Napoli, partecipando anche ad esposizioni in altre città d’Italia, come Trento e Piano di Sorrento. Un artista a tutto tondo e un artigiano restauratore molto umile e “ligio” al dovere di esprimere prontamente il suo ardore per l’arte, preparato e risoluto a rinnovarsi e sperimentare, con Stocco di Mammola Restauratore di professione e pittore “per un momento di relax”, come mette in chiaro lui stesso, utilizza nei suoi dipinti non solo colori a tempera, ma anche vari materiali e tessuti come jeans, esprime il suo massimo trasporto artistico nella scultura. Per realizzare sculture usa diversi materiali, come il gesso, l’argilla, il ferro, ecc. Tuttavia, il materiale che predilige in assoluto è sicuramente il legno, dal quale riesce a realizzare vere e proprie “storie di vita”. Ad esempio scene di vita contadina, pag. 7 - marzo/aprile 2016 dal 1987 gli Artigiani della Qualità Vendita Ingrosso e Dettaglio Su richiesta consegna a domicilio Per acquistare lo Stocco fresco di Mammola vieni a trovarci ogni Mercoledì presso “Parcheggi Rocca Nettuno” a Tropea Punto vendita: Svincolo S.G.C (Uscita Mammola) MAMMOLA (RC) 100% alta Qualità l’intento di accrescere e “sfamare” la sua passione per l’arte. Alla fine della nostra chiacchierata con un così bravo esponente dell’arte, di cui Ricadi si avvale, gli chiediamo un monito e un appello alle generazioni di giovani per spronarli a seguire i propri sogni. “Avere il coraggio di nutrire e coltivare le proprie passioni, secondo la propria personalità e indole - ci risponde in modo convinto - non copiare nessuno, ma essere sempre pronti a imparare dagli altri, per essere stimolati. L’importante è seguire qualcosa che esce da noi stessi, e non le mode del momento. E, infine, non pensare al successo immediato che deve arrivare e all’aspetto esclusivamente economico. Bisogna fare ciò che si sente, rispettare il proprio essere”. D’altronde, l’arte è sentimento. E con le sue meravigliose opere, Saverio Muscia rappresenta appieno questa concezione di vita. I Tropea nforma pag. 8 - marzo/aprile 2016 libri di Francesco Apriceno Nell’ampio e variegato repertorio di tanti escursionisti stranieri, che soprattutto a partire dal Settecento percorsero la nostra penisola e le isole adiacenti, in particolare la Sicilia, è caduto nell’oblio il diario di Henry Gally Knight, registrato in The Normans in Sicily: being a Sequel to “An architectural tour in Normandy”, pubblicato a Londra, per i tipi di John Murray, nel 1838. Tra la folta schiera dei viaggiatori del Grand Tour vi fu, infatti, Henry Gally Knight (1786-1846), studioso inglese di arte e architettura medievali, politico, poeta, poligrafo e viaggiatore. L’illustre viaggiatore visitò la Sicilia per due mesi, dal 24 agosto sino il 27 ottobre del 1836; eccetto una breve ma significativa escursione in Calabria dal 3 al 7 settembre, il cui racconto viene pubblicato nelle lingue inglese, francese e tedesca, e – per la prima volta – nella traduzione italiana di Massimiliano Benincasa. Quelli del Gally Knight sono appunti di estremo interesse che, editi da Meligrana Editore, curati da Nicola D’Agostino e introdotti da Pietro De Leo, delineano un inusuale e significativo ritratto della Calabria di indubbio valore storico e artistico-monumentale, arricchendo così le annotazioni odeporiche vergate dai suoi contemporanei in un frangente nodale per la storia europea e del nostro Paese, avviato – non senza contrasti e dilemmi – a raggiungere l’Unità: un sogno non ancora profondamente raggiunto, nonostante il www.tropeainforma.it legame istituzionale, ritoccato e rivisto nel corso dei secoli. religione DON GIUSEPPE FLORIO di Francesco Barritta Dopo aver trattato, nei numeri precedenti, delle parrocchie ricadenti nel territorio di Tropea, ci proponiamo di occuparci dei sacerdoti tropeani che compiono il loro servizio fuori dalla città. Iniziamo con don Giuseppe Florio, sacerdote dell’Arcipretura di Parghelia. Nato a Tropea, in provincia di Vibo Valentia e Diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea il 12 maggio del 1951, compie gli studi nel Pontificio Seminario “San Pio X” di Catanzaro, completandoli a Messina presso l’Università Pontificia Salesiana Istituto Teologico “San Tommaso”, dove ha conseguito il baccalaureato e la licenza in Sacra Teologia Catechetica. Ordinato sacerdote il 27 dicembre 1975, incardinato nella nostra Diocesi, è stato docente di Religione cattolica presso l’Istituto di Istruzione Superiore di Tropea. Grazie a questa sua attività professionale, pur trovandosi a Parghelia per trent’anni, è PRESENTA QUESTO COUPON ALLA CASSA E RICEVERAI UNO SCONTO DEL 10% SULLA NUOVA COLLEZIONE PRIMAVERA-ESTATE 2016 www.facebook.com/tropeainforma I Tropea nforma pag. 9 - marzo/aprile 2016 LETTERA APERTA AI CITTADINI Amici Concittadini, a seguito di alcune inesatte notizie di stampa, mi corre l’obbligo precisare che L’Amministrazione Comunale ha ritenuto di rinnovare la collaborazione con Viaggiart, piattaforma web e mobile di promozione turistica, stante il successo registrato nel corso dell’anno 2015, con le invasioni digitali svoltesi per la prima volta a Tropea. L’evento di caratura nazionale è stato tra i meglio riusciti di tutta la Calabria. L’evento, senza scopo di lucro, è stato organizzato da un gruppo di giovani volontari che hanno “fatto rete” per promuovere la propria città a costo zero. “Discovering Tropea” ha coinvolto diverse guide e studiosi locali, nonché le scuole primarie e secondarie di Tropea. La sinergia che si è creata tra tanti cittadini di Tropea (senza distinzione di età e di partito politico) ha indotto l’Amministrazione Comunale a dare il giusto supporto alle iniziative previste per il 2016 che interesseranno il Museo Diocesano e la Cappella dei Nobili. “Invadi Tropea” è stata una delle invasioni più seguite e condivise sui social, con centinaia di migliaia di utenti raggiunti in tutto il mondo e con la partecipazione di chi si trovava anche lontano da casa. Va pure messo in evidenza che Viaggiart premiata per due anni consecutivi come migliore start-up turistica d’Italia è un’idea nata e sviluppata da due tecnici calabresi della nostra UNICAL. Con il rinnovo accennato dei servizi Viaggiart, Tropea avrà diversi strumenti di promozione digitale a disposizione. Oltre ai servizi già esistenti, infatti, saranno realizzati degli itinerari personalizzati sull’app di vario genere: gastronomia, storia, cultura, chiese, spiagge, ecc. La promozione si servirà dell’agenzia di stampa ANSA, non solo a livello nazionale ma su un network internazionale. Grazie al rinnovo dell’Amministrazione Comunale sono state inserite tutte le strutture ricettive, i ristoranti e tutte le attività turistiche di Tropea. Saranno, inoltre, promossi gli eventi culturali della Città. Sarà realizzato un e-book (in italiano ed inglese) sui beni culturali e sulla storia di Tropea e lo strumento digitale sarà fruibile gratuitamente non solo per i viaggiatori ma anche per le scuole di Tropea e dintorni. Come si può facilmente dedurre si tratta di una vetrina essenziale ed importante per Tropea ed il suo comprensorio. Grazie alla presenza sull’app e sul portale i luoghi d’interesse della nostra cittadina sono valorizzati e portati a conoscenza dei turisti e dei locali. Regioni turisticamente attrezzate come il Piemonte, la Valle d’Aosta, la Puglia, l’Umbria hanno da tempo sposato il sistema Viaggiart, come del resto hanno fatto diversi quotidiani nazionali: la Repubblica, Il Corriere della Sera, ecc. Un ringraziamento a Dario Godano che ha realizzato gratuitamente le schede dei beni culturali che permettono all’utente di raggiungere il luogo prescelto con un semplice clik sul telefonino. Viaggiart, che si avvale d’importanti partnership (Ansa, Tim, Federculture, Assoturismo, Confesercenti, i maggiori aeroporti italiani), è diventato ormai uno strumento indispensabile per pianificare un viaggio nella nostra Italia. Al di là di ogni critica gratuita ed ingiusta, l’Amministrazione Comunale si è mossa per offrire, pur nella limitatezza dei mezzi, uno strumento utile ed importante a tutti coloro che vivono, lavorano ed operano nel campo turistico. IL SINDACO DI TROPEA (Dott. Giuseppe Rodolico) pag. 10 - marzo/aprile 2016 sempre stato impegnato a Tropea nel formare generazioni di giovani al 1975 fino al 2011. Parroco di Parghelia e Fitili, Canonico Arcidiacono del capitolo della Cattedrale di Tropea, ricopre anche l’incarico di Arciprete Vicario zonale di Tropea. Nella Diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea è membro del Consiglio presbiterale, Consigliere dell’Istituto diocesano per il sostentamento del clero, e Consigliere del Collegio dei Consultori. È inoltre Padre Spirituale del “Pontificio Seminario san Pio X di Catanzaro” dal 2008, oltre ad essere Commendatore e assistente spirituale della delegazione vibonese dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme (OESSG), che annovera come Grande ufficiale il vescovo della Diocesi mons. Luigi Renzo e che ha come scopo quello di contribuire economicamente al sostegno di varie attività cristiane in Terra Santa. Da laureato in Catechetica, don Giuseppe Florio è convinto che nel mondo delle comunicazioni il primo compito del pastore di anime sia quello della ‘rievangelizzazione’, cioè saper comunicare il vangelo in modo nuovo. Per raggiungere questo obiettivo è necessario che il sacerdote sia incarnato nella realtà in cui vive. La parrocchia di Parghelia, per antichissima tradizione, mantiene ancora il titolo di I Tropea nforma Arcipretura, grazie anche agli incarichi che don Giuseppe Florio aveva svolto negli ultimi anni come arciprete vicario zonale. Un tempo, l’Arcipretura si strutturava in una collegiata, con vari sacerdoti e un arciprete che esercitava un ruolo di moderatore. Oggi, a livello territoriale, a differenza delle altre parrocchie del territorio, quella di Parghelia mantiene una struttura leggermente più complessa. Oltre alla parrocchia di Sant’Andrea Apostolo e al santuario diocesano della Madonna di Portosalvo, con le due rispettive chiese nel comune capoluogo di Parghelia, infatti, vi è anche la parrocchia di San Gerolamo Dottore nella frazione collinare di Fitili. Inoltre l’Arcipretura di Parghelia forma unità pastorale con la parrocchia di Zaccanopoli, amministrata dal reverendo sacerdote don Giuseppe Vitaliano. Il progetto delle unità pastorali, cioè parrocchie che insieme condividono il lavoro pastorale con uno o più sacerdoti, è stato portato avanti con forza dal vescovo a conclusione della visita pastorale in Diocesi, in base alla convinzione che i tempi siano maturi per una condivisione e un lavoro in sinergia che crei ponti tra le comunità laddove prima c’era il rischio di isolamento, e al contempo di crescita spirituale e culturale. Nella realtà pargheliese, tutto ciò si traduce nelle attività svolte da vari gruppi che animano la comunità cristiana. A causa della mancanza di strutture, tutte queste attività vengono svolte dentro i locali attigui alla chiesa di Sant’Andrea Apostolo. Tra questi gruppi vi è innanzitutto l’Azione cattolica adulti, che viene formata durante l’anno, grazie anche alla collaborazione della professoressa Rosa Bagnato, come animatrice. Sotto la guida di don Florio, la formazione avviene ogni sabato: dopo la recita dei vespri, il gruppo riflette, attualizzando il vangelo della domenica. Assieme al Consiglio Pastorale, il gruppo degli adulti è attento alle povertà presen- www.twitter.com/Tropeainforma ti in parrocchia, garantendo il sostegno necessario come Caritas, ed è impegnato nelle visite agli ammalati, specialmente nei momenti forti dell’anno liturgico, cioè la Quaresima e l’Avvento. L’altro gruppo parrocchiale è quello dei catechisti, che si riunisce il giovedì alle 17 e il venerdì alle 16.30. La parrocchia ha optato, nel cammino dell’iniziazione cristiana, per il metodo catecumenale, che prevede la compresenza di genitori e ragazzi nelle attività di formazione cristiana. I catechisti sono impegnati nel rinnovamento della catechesi per una formazione umano-cristiana con tre gruppi di età eterogenea: uno per l’accoglienza, uno per l’eucaristia e uno per la confermazione e la mistagogia (in cui il ragazzo inizia a comprendere i segni sacramentali e i gesti con i loro significati). Un altro gruppo che funziona molto bene è quello dei ministranti, anche perché don Florio coinvolge continuamente i ragazzi durante le sue omelie e li rende partecipi e protagonisti dei messaggi del vangelo, consentendo loro di divenire esempio per i tanti giovani del territorio che vivono senza slancio la loro fede. Il gruppo dei ministranti, seguito dagli animatori Pasquale e Gabriele Vallone, si riunisce la domenica prima della messa ed è composto da circa 15 ragazzi e ragazze compresi dai 9 anni in su, con bimbi della scuola elementare accanto a ragazzi universitari o già laureati, a dimostrazione di come l’attaccamento alla comunità e la formazione consentano loro di vivere quotidianamente il messaggio di Cristo. Infine vi è il gruppo del coro parrocchiale, diretto dal maestro Pasquale Lorenzo, che si riunisce in tempi stabiliti per le prove ed è composto da circa 30 elementi, che durante le funzioni religiose anima con spirito cristiano le liturgie. Come si è visto, l’Arcipretura di Parghelia, pur essendo un piccolo centro, è organizzato in maniera armoniosa ed esemplare. Prima le attività dei gruppi si svolgevano nella casa delle suore di carità, dove venivano sovente organizzati anche momenti di accoglienza (ad esempio con i migranti) e di aggregazione, che si concludevano con momenti di preghiera e pranzi sociali. La casa delle suore era anche centro per attività formative per la zona pastorale di Tropea, con i corsi in preparazione al matrimonio e alla cresima, ma da un anno a questa parte è chiusa e la parrocchia è priva di locali. Per questo motivo sarebbe auspicabile che la casa delle suore fosse affidata alla Parrocchia o alla Diocesi,per poter svolgere non I Tropea nforma condividi con #tropeainforma solo attività parrocchiali ma anche sociali e culturali. A parte questi gruppi fissi, vi sono poi le spontanee adesioni al comitato per la realizzazione della festa solenne in onore della Madonna di Portosalvo, protettrice di Parghelia, che si tiene la seconda domenica di agosto, oltre alle attività culturali portate avanti assieme alla Pro loco presieduta da Tommaso Belvedere – e spesso con la partecipazione del sindaco Maria Luisa Brosio - per la festa del 30 novembre dedicata al patrono Sant’Andrea Apostolo, con il tradizionale lancio delle castagne dal campanile della chiesa madre. Questa festa rimane unica nel suo genere ed è molto apprezzata, richiamando a Parghelia molta gente anche dai paesi limitrofi. Tra le attività culturali della parrocchia, portate avanti nel trentennale lavoro di don Florio, oltre alla formazione culturale della comunità attraverso l’annuncio della parola, meritorie sono le azioni concrete, come quelle relative al restauro delle chiese ricadenti nell’Arcipretura o alla realizzazione – in itinere - di un piccolo museo parrocchiale, con antichi arredi, paramenti e opere e oggetti d’arte appartenuti al santuario e alle chiese pargheliesi. Vi è poi la realizzazione di un progetto per un organo liturgico in occasione del centenario della consacrazione della chiesa del Santuario di Portosalvo, e pag. 11 - marzo/aprile 2016 poi all’apertura a fini di studio degli archivi del fondo parrocchiale, frequentati assiduamente dai cultori di storia del territorio. Grazie al professore di lettere Luciano Meligrana e al professore Francesco Campennì (dell’Università della Calabria), ad esempio, l’archivio parrocchiale è stato oggetto di approfonditi studi, i cui frutti sono stati in parte riversati in diverse pubblicazioni. Una delle attività che negli anni è stata molto apprezzata dalle famiglie del territorio, anche tropeano, è quella delle colonie estive, che si tenevano nel mese di luglio, per andare incontro alle necessità di alcune famiglie con lavoratori stagionali, e che tanto beneficio ha dato ai giovani che vi hanno preso parte. L’arciprete spera che queste attività, nonostante il momento di crisi, possano riprendere, magari grazie alla collaborazione dell’amministrazione comunale. La comunità di Parghelia, insomma, rappresenta un modello positivo e virtuoso, che offre ad ogni suo membro la possibilità di partecipare e di realizzare la propria vocazione. sport CRESCERE NELLO SPORT di Antonio La Rosa Fin dal I sec d.C., il latino Giovenale, autore della celebre frase ‘mens sana in corpore sano’, aveva ben inteso che un individuo sia un’unità promiscua di corpo e mente: perciò, è vantaggioso che importanti doti intellettuali trovino giusta dimora in un corpo sano e attivo. Ciò, prima di ogni cosa, è garantito dallo sport. Ma perché, oggi, lo sport è legato quasi indissolubilmente alla parola ‘calcio’? A tal proposito, per conoscere un’altra faccia delle disparate attività sportive, sottovalutata e per molti ignota, abbiamo intervistato il maestro Antonio La Torre, che si impegna da molti anni nella promozione di una nobile disciplina, annoverata fra le importanti arti marziali, e lo fa anche grazie all’attività svolta nella propria scuola di karate “Tropheum Karate”. Sappiamo che Lei, fin da precoce età, ha cominciato a praticare questo sport entusiasmante. Come è nata la sua passione per il karate e quali sono state le più emozionanti soddisfazioni raggiunte? È proprio così. Fin da piccolo, in modo naturale, spontaneo, ebbi la percezione che in me fosse presente una particolare voglia innata per le arti marziali, che si è progressivamente sviluppata per via degli stimoli ricevuti da diversi film, fortemente in voga alla mia epoca, del quasi leggendario Bruce Lee. Da lì, ebbi la fortuna di giungere a Milano e di approcciarmi, di conseguenza, a questa affascinante disciplina sportiva, soprattutto grazie all’aiuto e al sostegno, fino al raggiungimento di vari titoli, del mio caro maestro Stefano. Nell’arco della mia vita, poi, spinto dall’impellente passione e dal vivace desiderio di praticare questa attività, ho disputato numerose gare a livello agonistico: tra le tante cose, sono stato campione a livello lombardo e ho conseguito altri importanti titoli in Lombardia, dove, in effetti, si è sostanzialmente articolata la mia emozionante carriera di karateka; infine, in procinto di prepararmi alla disputa delle gare mondiali a Pechino, ebbi un fatale problema fisico, che mi precluse la strada dell’ambita gloria. Ahimè, fu la cosa che mai avrei voluto vivere: in effetti, quello si profilava come l’anno propizio, che mi avrebbe potuto offrire il frutto proibito, della piena realizzazione, che per molto tempo il mio animo aveva cercato di pregustare. Tuttavia, come è tipico di un convinto pag. 12 - marzo/aprile 2016 animo sportivo, non mi sono dato per vinto: dopo essermi riabilitato, mi sono attivamente impegnato nella promozione del karate FIJKAM (vale a dire, riconosciuto dalla Federazione Judo Lotta Karate Arti Marziali), sia a livello agonistico che amatoriale. Come mai, oggi, il karate è poco conosciuto nel nostro territorio? Sicuramente le pubblicità, le rappresentazioni cinematografiche e le opinioni comuni - nate nel secolo scorso - hanno contribuito a dare adito a un’interpretazione erronea di questa nobile disciplina, in particolare nel nostro territorio. Questa visione distorta della natura originaria delle arti marziali genera l’inesatta definizione del karate come ‘calci e pugni’ fini a se stessi. In realtà, oggi, non è affatto così. Le regole e le norme sono cambiate, garantiscono un maggiore controllo e una più sana prevenzione dei danni arrecabili e abbinano, a tutto ciò, delle caratteristiche nuove di questa precisa attività, che non si configura, quindi, come botte da strada gratuite e scaturite da smodata aggressività, ma come una pratica sportiva figlia del controllo e del rispetto verso l’avversario. È notorio che il karate, da sempre, rappresenti un’efficace arma per la difesa personale. Ciò potrebbe essere un incentivo per la pratica dello sport da parte del genere femminile? A tal proposito, il karate si rivela uno sport ad hoc: infatti, con tutte le violenze, le ripetute aggressioni e le diverse forme di bullismo cui è esposto il genere femminile, le arti marziali in generale si rivelano un ausilio di non poco conto per la difesa contro ogni forma di prevaricazione fisica. Tuttavia, non è detto che questa disciplina debba semplicemente adempire questo obiettivo, giacché è possibile, con costanza e determinazione, giungere a praticare questa attività atletica anche a livello agonistico. I Tropea nforma Quale funzione ricopre, questa disciplina sportiva, nella formazione di ogni atleta. Può aiutare nella costruzione della propria personalità? Certamente, il karate influisce parecchio nella definizione e nella formazione della personalità di ognuno. La peculiarità di questa disciplina è l’attuazione di un duplice lavoro, improntato a fornire una formazione non semplicemente strutturale e tecnica, ma anche e soprattutto mentale. Seguendo questa via, si può pervenire a un sano equilibrio psicofisico, garante di una corretta postura e di un’adeguata muscolatura, cui si aggiungono importanti valori sportivi, all’insegna del rispetto del prossimo, della reciproca condivisione, dell’accettazione della sconfitta come di una gratificante vittoria e della maturazione di una sana coscienza, che antepone i rapporti umani a quelli esclusivamente legati alla competizione sportiva. [email protected] Un individuo che si accinge a praticare questo sport, potrebbe essere favorito da una particolare predisposizione caratteriale? Insomma, una persona timida, per esempio, potrebbe avere vantaggi nei confronti di una persona sicura di sé, o viceversa? Sì. Le arti marziali, in se stesse, riescono a infonderti una dirompente carica emotiva interiore, che ti spinge a uscire fuori dai tuoi limiti e a travalicare particolari inibizioni naturali; con un lavoro assiduo e propedeutico, questa attività educativa ti permette di raccogliere ciò che di buono hai seminato. Pertanto, questo, è un buon modo per riconoscere i propri limiti e strumenti, ma anche per superare una naturale predisposizione ad essere schivo e introverso. In poche parole, si tratta di crescere nello sport. integrazione ILSE BREEMERSCH DAL BELGIO di Bettina Rayer Il controllo, inoltre, è uno degli aspetti educativi più significativi del karate: perciò, l’importanza di esprimere tutta la potenza delle tecniche acquisite non è assolutamente interpretabile come dimostrazione di violenza, ma come studio razionale di tutte le potenzialità dell’individuo, che ha come traguardo l’autocontrollo e l’equilibrio dialettico corpo/mente. Tali obbiettivi sono la base di un continuo perfezionamento, per fare del karateka un cittadino responsabile. Proprio in un momento molto drammatico per il Belgio, a causa dei tragici episodi di terrorismo avvenuti a Bruxelles, in questo numero, per la consueta rubrica “Integrazione” - con la quale conosciamo i tanti stranieri che a Tropea si sono trasferiti - incontriamo un cittadina proveniente da lì: Ilse Breemersch. Ilse è nata in Belgio dove ha vissuto fino a 23 anni, in un piccolo paese delle Fiandre Occidentali, Kemmel, vicino al confine con la Francia. Dopo il liceo ha preso il diploma Isef (triennale) e ha seguito un anno di lingue (Francese – Tedesco – Italiano – Spagnolo) al CLT di Lovanio. È sposata dal 2005 con un tropeano ed è mamma di 2 figli maschi (10 e 8 anni). Ilse, quando hai deciso esattamente di trasferirti da Kemmel a Tropea? Sono arrivata a Tropea nel maggio 1998 come animatrice all’hotel Rocca Nettuno. Dopo un paio di estati nell’animazione, ho deciso di rimanere qui tutto l’anno e nel marzo 2003 sono passata alla Meeting Point. Prima come assistente per i clienti in loco, dopo all’ufficio traffico e escursioni. Dall’estate 2013 mi occupo anche della gestione di tutto lo staff assistenti. Quali sono le maggiori differenze che, dopo tutti questi anni, hai notato tra la mentalità belga e quella italiana, calabre- visita anche www.ricadinforma.it se in particolare? Sicuramente la mentalità calabrese è più aperta, qui si vive molto “alla giornata”; invece quella belga è più “ognuno per sé” e tutto è un continuo “programmare tutto”. Entrambe hanno comunque i loro vantaggi e svantaggi. È stato facile integrarti nel contesto sociale e lavorativo tropeano? Integrarmi è stato abbastanza facile, anche perché sono passati un paio di anni prima di trasferirmi del tutto. E a questo punto già conoscevo tante persone e loro conoscevano me. Poi sul piano lavorativo non ho avuto difficoltà: all’epoca alla Meeting Point eravamo pochi e quasi tutti stranieri. Anno dopo anno siamo cresciuti e sono entrate persone locali. Ti sei sentita sempre accolta o hai notato qualche volta una certa diffidenza? Sì, mi sono sentita subito accolta perché, come detto, i tropeani hanno una mentalità molto aperta. I Tropea nforma Cosa ti piace di più di Tropea e dei suoi abitanti? Tropea è meravigliosa già solo per la sua posizione sul mare. Gli abitanti sono molto accoglienti soprattutto nei confronti degli stranieri. Qual è la cosa che dal Belgio porteresti a Tropea per migliorare la città? E quale invece da Tropea alla tua città belga? Dal Belgio porterei a Tropea l’attenzione che lì c’è in ogni piccolo paese o grande città per rendere più vivibile il posto. Per esempio aree verdi e parco giochi per i bambini, campetti polivalenti, aree picnic, per non parlare delle strade ben mantenute. Qui abbiamo la fortuna di avere un clima che ci permette di vivere all’aria aperta quasi tutto l’anno ma non ci sono spazi dove portare i bambini o dove incontrarsi tra grandi. Anche nelle scuole, la ricreazione la fanno in classe, da noi era impensabile, ci portavano fuori anche per 5 minuti. Da Tropea invece porterei l’accoglienza e la gentilezza della gente. Secondo te, cosa è cambiato in meglio e cosa in peggio a Tropea in tutti questi anni? Purtroppo, per me Tropea è rimasta ferma. Se pensiamo a scuole, servizi, strade… siamo sempre allo stesso punto. Tropea ha tutte le qualità per essere una perla ma non vengono sfruttate. Tutti i cittadini potrebbero stare bene, ma prima devono capire che tutti devono collaborare per rendere Tropea veramente una perla. È facile dare la colpa agli altri. Prima di fare questo, ognuno di noi dovrebbe guardare se stesso e chiedersi: cosa sto facendo io per migliorare la situazione? Quali consigli ti sentiresti di dare a una persona straniera che sta per trasferirsi a Tropea? pag. 13 - marzo/aprile 2016 Credo che l’adattamento graduale, cominciando dall’estate è la miglior cosa. Ovviamente se una persona pensa di trasferirsi qui è importante anche che conosca la città durante l’inverno. cultura LE ONDE MEDITERRANEE di Caterina Sorbilli Onde Mediterranee, lo storico premio internazionale di poesia che ha sede a Tropea, giunge quest’anno alla XIII edizione. Quella del 2016 è una manifestazione che vuole continuare nel solco della tradizione, seguendo i successi delle edizioni precedenti. Il concorso, ideato e curato dal professor Pasquale De Luca, poeta e scrittore, si articola in sei sezioni denominate onde, di cui la prima si suddivide in tre settori, per cui complessivamente comprende ben otto sezioni: Onda prima – poesia inedita per alunni di scuola elementare, di scuola media inferiore e di scuola media superiore; Onda seconda – poesia inedita in lingua italiana, per adulti; Onda terza – poesia inedita in vernacolo (tutti i dialetti d’Italia); Onda quarta – poesia edita in lingua italiana; Onda quinta – poesia inedita in lingua straniera (Europa e tutti i Paesi del mondo); Onda sesta – poesia inedita in lingua italiana, per adulti, e per alunni di ogni ordine di scuola, con tema specifico: I valori della donazione e della vita. Anche quest’anno infatti è stata prevista una sezione a tema specifico appunto l’Onda sesta – AVIS. Poesia per la vita, che si avvale della collaborazione dell’AVIS Comunale di Tropea, il cui presidente, la sig.ra Caterina Forelli, attivamente coinvolta nella sensibilizzazione verso un tema di enorme importanza, è direttamente impegnata nella donazione e nell’azione sociale. A questa sezione possono partecipare anche gli alunni delle scuole di ogni ordine e grado senza al- pag. 14 - marzo/aprile 2016 cun limite di età e, solo per loro, senza quota di partecipazione. Ciò per stimolare fra i giovani studenti un momento di riflessione sull’importanza del dono del proprio sangue utile per salvare un’altra vita umana. In sintesi: la vita dalla vita, la vita per amore della vita. Durante la manifestazione, con riferimento a quelle passate, sarà conferito un riconoscimento particolare ad una personalità locale che con la sua opera ha dato onore e lustro alla città di Tropea. Con l’occasione sarà allestita anche una esposizione di opere d’arte, che sarà curata dalla pittrice Silvana Dell’Ordine, direttore artistico dell’Associazione. Gli autori, che di anno in anno partecipano sempre più numerosi da ogni regione d’Italia e da diversi Paesi del mondo, ormai sanno bene di partecipare ad un concorso caratterizzato da serietà organizzativa, da impegno nella ricerca della qualità, da continuità e costanza e che riceve gli apprezzamenti della stampa, del pubblico, dei critici. Il termine ultimo per l’invio delle poesie è scaduto il 21 marzo scorso, ora è partita la macchina organizzativa per l’evento finale, con la premiazione dei migliori componimenti. “Entusiastica – commenta soddisfatto De Luca - è stata la partecipazione degli alunni delle scuole specialmente di quelle di Tropea, che hanno risposto molto positivamente all’invito”. La Commissione esaminatrice, già costituita, i cui nomi saranno resi noti durante la manifestazione di premiazione di sabato 28 maggio, è formata da persone di comprovate virtù morali e di alto profilo culturale (magistratura, poesia, letteratura, editoria, giornalismo). Essa, con estrema riservatezza e in piena autonomia, sta lavorando sulle opere pervenute a concorso numerosissime e provenienti dagli amanti della poesia in maniera individuale ed associativa come quella dimostrata da svariate Istituzioni scolastiche. “I vincitori di ogni singola sezione – spiega ancora De Luca - saranno avvisati tempestivamente con ogni mezzo disponibile non appena la Commissione avrà ultimato i suoi lavori: come sempre verranno premiati i primi tre autori con il punteggio più elevato per ogni sezione in cui è articolato il concorso”. Gli organizzatori, pienamente soddisfatti per la partecipazione sempre più numerosa e qualificata, sono da tempo al lavoro per una dignitosa accoglienza dei poeti che, anche da molto lontano, verranno nella nostra città a ritirare il premio ad essi assegnato. Essi confidano in una sentita partecipazione I Tropea nforma degli Enti Pubblici, delle Associazioni e di chi li rappresenta, dei cittadini tutti per rendere il Premio un punto fermo di alto prestigio nel panorama culturale della nostra terra. “Lunga vita alla Poesia! - esclama ancora De Luca – e che il premio internazionale di poesia “Tropea: Onde Mediterranee” possa diventare uno strumento di diffusione e di conoscenza della poesia con la fisicità dei suoi cultori e degli autori, con l’obiettivo di far apprezzare e amare la poesia, anche fuori dalle mura ristrette della scuola”. È proprio per questo che, anche quest’anno e pur con le note ristrettezze economiche, verrà pubblicata una pregevole antologia con tutte le opere partecipanti, edita da Meligrana editore. Per motivi logistici, nel momento in cui andiamo in stampa il luogo della premiazione non è stato ancora deciso, ma vi sapremo aggiornare con maggiori dettagli in merito attraverso il nostro sito web e i con i social di Tropeainforma su Facebook e Twitter. Siamo comunque convinti che la manifestazione avrà un alto profilo organizzativo, visto che l’aspetto logistico sarà curato dalla Thoth di Mario Vallone. “Bravissime presentatrici – promette De Luca - saranno chiamate a condurre l’intera manifestazione e le liriche saranno declamate da giovani attori tropeani che, con la loro voce, esalteranno la bellezza delle opere premiate” intervista FILIPPO ACCORINTI di Francesco Apriceno Incontriamo e chiacchieriamo con un giovane batterista tropeano, Filippo Accorinti, che sta compiendo un bel percorso nel complesso panorama musicale, al di fuori della propria realtà d’origine. Diversi anni fa, trovatosi a scegliere quale sarebbe stato il suo futuro, ha puntato tutto sulla musica, sorprendendo tutti coloro che non la ritengono una strada facile per far carriera e non vedono concreti e adeguati sbocchi lavorativi. Per questo motivo abbiamo rivolto qualche domanda a questo giovane e talentuoso musicista tropeano che ci ha illustrato le tappe fondamentali della sua crescita artistica tra la Calabria e Roma. Come ti sei avvicinato alla batteria? Qual è stato il tuo percorso di studi? Mi sono avvicinato alla batteria all’età di sei anni quando ne chiesi una in regalo a mia www.tropeainforma.it zia, posso quindi dire di avere inizialmente assecondato un mio interesse. Ho intrapreso gli studi a livello professionale soltanto dopo diversi anni per motivi che spiegherò successivamente. I miei primi insegnanti sono stati Francesco Scopelliti e Massimo Russo. Dal 2009 al 2013 ho studiato batteria presso il Saint Louis College Of Music di Roma con Claudio Mastracci, Francesco Basile, Davide Piscopo e Daniele Pomo per quanto riguarda la batteria ed Emanuele Friello, Andrea Vena, Emilio Merone, Roberto Ruggeri, Claudio Ricci, Dario Zeno e Stefania Del Prete per quanto riguarda i laboratori di musica d’insieme, armonia, solfeggio e pianoforte. Da tre anni proseguo i miei studi con il grande Maurizio Dei Lazzaretti, a mio parere uno dei migliori turnisti a livello internazionale che ha di recente concluso la sua sedicesima partecipazione al Festival di Sanremo. Quando hai deciso che saresti stato disposto a rischiare tutto per cercare di “trasformare” il tuo sogno nella tua professione? Non credo ci sia stato un vero e proprio momento che abbia fatto da spartiacque, questa decisione è stata presa nel momento in cui ho avuto la consapevolezza che la voglia di suonare sovrastasse i dubbi e le insicurezze tipici dei momenti in cui ci si ritrova a fare scelte di vita decisive per il proprio www.facebook.com/tropeainforma futuro. Raccontaci del percorso fatto nella tua cittadina d’origine per coltivare la tua passione. Hai incontrato degli ostacoli? L’ostacolo più grande è stato rappresentato dalla ricerca di un insegnante con il quale iniziare a studiare dal momento che la mia cittadina e i paesi limitrofi non disponevano di strutture adibite allo studio della musica. Inoltre i miei genitori, per via di impegni lavorativi, non avevano la possibilità di accompagnarmi altrove, quindi soltanto in un secondo momento ho iniziato a spostarmi autonomamente e ad intraprendere gli studi con gli insegnati citati inizialmente a Vibo Valentia per poi arrivare a Roma. Contemporaneamente a tutto ciò sono stato membro di diverse band e tribute band pop-rock e di musica leggera. Qual è la tua situazione lavorativa attuale? Hai qualche collaborazione con altri artisti? Da sei anni svolgo attività didattica presso la scuola di musica Amadeus che ha sede a Tropea, fondata dal maestro Carmelo Di Renzo, e da due anni all’Accademia Music & Art Santa Venere che ha sede a Porto Salvo fondata dal maestro Enzo Mundo. A tal proposito colgo l’occasione per salutare e ringraziare entrambi i direttori per l’impegno e la passione dimostrati in questi anni. Attualmente lavoro come turnista in collaborazione con Enzo Principe, cantante napoletano con il quale ho il piacere di riproporre i successi del repertorio di Claudio Baglioni nei teatri e nelle piazze, sia in Italia che all’estero insieme a musicisti meravigliosi che saluto. Da diversi anni faccio parte della Wizdom Drum Band, una Drum Line fondata dal maestro Massimo Russo e composta da percussionisti e batteristi calabresi con i quali ho avuto modo di esibirmi in Festival e manifestazioni di rilievo fino a toccare città come Parigi. Credi che per intraprendere il percorso I Tropea nforma pag. 15 - marzo/aprile 2016 che hai scelto di seguire siano necessari dei prerequisiti? Penso che il talento sia l’aspetto che maggiormente faccia la differenza in ogni settore, ma nonostante ciò considero di pari importanza l’amore per ciò che si fa e l’umiltà. Se il tutto poi è accompagnato da grande forza di volontà, determinazione ed impegno le soddisfazioni non tarderanno ad arrivare. alla musica e a quelli che come te ne fanno il cardine della propria vita? Il consiglio che sento di dare è quello di credere fortemente in ciò che si fa senza farsi condizionare dai pareri altrui specialmente se si pensa che siano d’intralcio, trovare un insegnante adeguato non solo musicalmente, ma anche umanamente in modo che il suo modo di vivere la musica possa rispecchiare il vostro. In aggiunta a tutto ciò è importante suonare tanto, e in caso se ne avesse l’opportunità, farlo con musicisti competenti. Ci sono delle persone che vorresti ringraziare? Assolutamente sì, primi tra tutti i miei genitori per avere sempre creduto in me anche nei momenti in cui a farlo erano in pochi, la mia famiglia ed il mio amico Giuseppe Chiapparo il quale mi ha aiutato molto durante i miei studi a Roma, i direttori delle scuole e voi di Tropeainforma per questa piacevole chiacchierata. Quali progetti hai per il futuro? Pensi di poterli realizzare nella tua cittadina d’origine? In prospettiva del futuro il mio obbiettivo è continuare a vivere di musica svolgendo la mia attività. Per raggiungere questo scopo ritengo indispensabili tre requisiti: studio, tenacia ed ambizione sempre umilmente e nel rispetto del prossimo dal momento che il livello di preparazione dei musicisti e dei batteristi nel mio caso è sempre più alto. Penso che nel sud Italia realizzarsi in quest’ambito sia sempre più complicato sia per mancanza di opportunità sia perché spesso quella del musicista non viene considerata come una vera e propria professione scuola svolta con passione e sacrificio. È un dato di fatto nonostante questo che diversi musicidi Giuseppe Borello sti calabresi collaborino con artisti famosi sia in Italia che all’estero. Non tutti lo sanno, ma a Tropea è presenQuale consiglio o incoraggiamento date una istituzione scolastica nuova, erede resti ai giovani del luogo che si avvicinano del vecchio Centro Territoriale Permanente (CTP). Si tratta del Centro Provinciale per l’Istruzione degli Adulti di Vibo Valentia (CPIA), che continua ad operare anche sul nostro territorio attraverso la rete territoriale di Tropea, con il compito di innalzare i livelli di istruzione della popolazione adulta. L’istituzione, ufficialmente avviata con il decreto emanato il 16 febbraio 2015 dal Direttore Generale dell’Ufficio Scolastico Regionale della Calabria Diego Bouché, è operativa dall’anno scolastico in corso. Il responsabile del CPIA è il dirigente scolastico Pasquale Barbuto (già alla guida dell’Istituto IL CPIA A TROPEA pag. 16 - marzo/aprile 2016 comprensivo “P.E. Murmura” di Vibo Valentia). Dopo una fase di riorganizzazione, il CPIA ha intrapreso la strada giusta per realizzare nuovi assetti didattico-organizzativi e rispondere ad una sempre più diversificata e complessa domanda di istruzione e formazione proveniente da parte di soggetti “deboli”. Ciò avviene attraverso l’offerta di percorsi di istruzione e formazione mirati ad accrescerne le competenze per consentire l’acquisizione di profili professionali qualificati e qualificanti al fine di una maggiore occupabilità ed inclusività sociale della popolazione adulta. Come detto, il CPIA di Vibo Valentia costituisce una tipologia di istituzione scolastica autonoma, articolata in reti territoriali di servizio dotati di un proprio organico. Il CPIA, che ha sede a Vibo Valentia, costituisce l’unità centrale ed amministrativa, che gestisce il personale scolastico anche reti territoriali, gli ex CTP di Tropea e di Vibo Valentia, cui è associata anche la Sede Carceraria. Il CPIA organizza a Tropea i percorsi di istruzione per livelli di apprendimento, in una dimensione integrata di interazione “reticolare” con il territorio, che esprime e richiede specifici bisogni formativi. Tutti i CPIA, all’interno delle reti per l’apprendimento permanente, hanno la funzione di realizzare una nuova offerta formativa, in raccordo con le autonomie locali, il mondo del lavoro e delle professioni e tenendo conto dei particolari bisogni dell’utenza – popolazione adulta, stranieri e NEET. I nuovi percorsi di istruzione degli adulti sono riorganizzati in: percorsi di primo livello, finalizzati al conseguimento del titolo conclusivo del primo ciclo (con l’esame di Stato per la licenza di Scuola secondaria di I grado); al conseguimento delle competenze di base connesse all’obbligo di istruzione; percorsi di alfabetizzazione e apprendimento della lingua italiana per il livello A2 (secondo il quadro europeo di riferimento). Queste tipologie sono tutte erogate a Tropea, mentre i percorsi di secondo livello, finalizzati al conseguimento del diploma di istruzione tecnica, professionale e artistica, vengono realizzati nelle istituzioni scolastiche di secondo grado che stipuleranno appositi accordi di rete con i CPIA. La progettazione per unità di apprendimento dei percorsi di primo e secondo livello rappresenta il riferimento necessario per il riconoscimento dei crediti e la personalizzazione del percorso attraverso la stipula del “Patto formativo individuale”, nel quale I Tropea nforma vengono riconosciuti saperi e competenze formali, non formali e informali dell’adulto. Nel riconoscimento e nella valorizzazione del patrimonio culturale e professionale della persona, come nell’importanza assegnata alla sua storia individuale, risiedono gli elementi innovativi del nuovo sistema dell’Istruzione degli adulti (IDA), in piena e coerente sintonia con le politiche nazionali dell’apprendimento permanente introdotte nel comma 51 dell’articolo 4 della Legge 92/2012. Non solo: la definizione del “Patto formativo” è assegnata ad una Commissione composta da docenti del primo e del secondo livello che, in base alle indicazioni europee sulla convalida dell’apprendimento non formale e informale e come previsto dal D.lgs. 13/2013, attiva su richiesta dell’adulto un percorso articolato in tre fasi: quella di identificazione, quella di valutazione e quella di attestazione per la definizione del “Patto formativo individuale”. Grazie a questo “Patto formativo”, viene formalizzato un percorso di studio personalizzato. Al riconoscimento dei crediti si aggiungono attività di accoglienza e di orientamento e la possibilità della fruizione a distanza per una quota pari al 20% del monte ore complessivo. Oltre al responsabile Barbuto, l’organigramma del CPIA di Vibo Valentia si compone del Direttore dei Servizi Generali e Amministrativi Filippo Giurlanda, di due coordinatori di rete territoriale, con la professoressa Maria Francesca Tulino incaricata per quella di Tropea, e dell’animatore digitale, nuova figura rivestita dal professor Giusep- www.twitter.com/Tropeainforma pe Borello (già coordinatore del CTP), che si occupa di sviluppare il Piano Nazionale Scuola Digitale necessario per traghettare l’istituzione scolastica verso gli standard didattici basati sulle nuove tecnologie e metodologie che ne fanno uso. Per contattare il CPIA è possibile usare la posta ordinaria all’indirizzo seguente: Centro Provinciale per l’Istruzione degli Adulti di Vibo Valentia, Via Giustino Fortunato s.n.c. – 89900 Vibo Valentia (VV). Per contattare telefonicamente gli uffici, è attivo il numero di telefono (+39) 0963 42002, mentre via posta elettronica certificata (PEC), l’indirizzo vvmm04300g@pec. istruzione.it e via posta elettronica dell’organizzazione istituzionale (PEO) l’indirizzo [email protected]. A Tropea, il CPIA opera ancora provvisoriamente presso la vecchia sede del CTP, cioè nei locali di palazzo Collareto Galli messi a disposizione dalla dirigente scolastica dell’Istituto comprensivo di Tropea, la professoressa Tiziana Furlano, assieme a un laboratorio di informatica all’avanguardia, dotato di postazioni portatili su cui sono installati software di ultima generazione. L’auspicio è che questa nuova istituzione possa presto ottenere, grazie alla sensibilità degli amministratori, una sede indipendente e idonea sul territorio comunale cittadino, dove poter erogare corsi destinati agli adulti per il raggiungimento delle certificazioni condividi con #tropeainforma (scolastiche e linguistiche) e, perché no, vista la presenza di molti immigrati sul territorio ma soprattutto in virtù della vocazione turistica del comprensorio, possa avviare nuovi corsi e aprire sempre più a lavoratori stranieri e turisti che vogliano imparare l’italiano e certificare le loro conoscenze linguistiche. I Tropea nforma ta un eroe, salvando il suo corpo e la sua anima. Ma il giovane inglese ha un animo inquieto, in perenne fuga, da se stesso in primis, dal suo paese, dalla guerra, da chi lo cerca e lo ama, dal destino, dalla vita più che dalla morte. libri di Francesco Barone L’opera prima di Il Grande è un romanzo di ambientazione storica in cui le vicende dei protagonisti si intrecciano in un periodo compreso tra gli eventi conclusivi del secondo conflitto mondiale e la fine degli anni ‘90. I giovani personaggi del passato interagiscono quindi con quelli del presente, chiamati a portare a termine una questione lasciata in sospeso. La storia trova spazio tra l’Italia di ieri e di oggi e l’Inghilterra, terra d’origine dei due personaggi protagonisti, George e Charlie. È infatti in Campania, nel 1943, che George conosce Elisa, a causa di una terribile coincidenza. Lei è bellissima mentre lui è un soldato inglese sbarcato da poco sulle coste italiane per svolgere una missione. Il loro incontro avviene in una mattinata di mercato e di grande trambusto, nel cuore di una cittadina come tante del meridione d’Italia. Lui, tutt’altro che coraggioso, arriva a compiere un gesto estremo per strapparla da un destino forse peggiore della morte. Agli occhi di Elisa, George diven- La storia dei due si intreccia con quella di Charlie, compagno di guerra di George, che nonostante la sregolatezza che lo contraddistingue, si consacra con assoluta dedizione alla ricerca dell’amico “scomparso”. A unire i destini dei tre protagonisti è una promessa, che li obbliga ad allontanarsi e a rincorrersi in quella che diventa la loro “terra dei sogni proibiti”. Una luna candida e immobile vigila sui tre giovani, li guida, indica loro la strada da seguire, nonostante l’agire umano sia crudele e nefasto. “Nella terra dei sogni proibiti” è un libro che, attraverso la caratterizzazione dei suoi tre protagonisti, offre al lettore una serie di spunti per riflettere sulla pag. 17 - marzo/aprile 2016 condizione umana. George, ad esempio, giunge a rinnegare se stesso e la vita per non mettere a repentaglio quella del suo nuovo amore, mentre la bella Elisa rischia la vita e rinuncia addirittura all’amore per il bel soldato inglese pur di proteggere ciò che di più sacro la vita le ha donato. Ma a ben vedere è il personaggio di Charlie a stupire. È lui, forse, il vero protagonista della vicenda, capace di sprofondare in una condizione misera, sia dal punto di vista morale che spirituale, per poi tentare a tutti i costi di ricostruire un puzzle molto complicato. Charlie è una figura umana che Il Grande, nonostante alla sua prima esperienza di narratore, descrive con maestria, conferendole profondità e spessore e rendendolo la figura chiave della vicenda in più occasioni. Un uomo che rischia di sprofondare nei suoi vizi, ma che riesce a innescare un cambiamento volto non solo alla redenzione personale, ma anche alla salvezza di George e di Elisa. Per questi motivi, il giovanissimo autore Antonio Il Grande sorprende ed affascina con il suo esordio letterario, breve e intenso, passionale e cruento. L’autore tropeano, classe ‘97, frequenta il Liceo Classico cittadino e il Conservatorio “F. Torrefranca” di Vibo Valentia. Proprio questa sua seconda passione per la musica lo ha visto vincitore di una prestigiosa borsa di studio, grazie alla quale ha preso parte a un corso di autore musicale tenuto dal maestro Mogol presso il Centro Europeo Toscolano. Nonostante i mille impegni di giovane musicista e di studente (in estate conseguirà il Diploma di maturità classica), Antonio trova anche il tempo di collaboratore con la nostra testata giornalistica, e per questo lo ringraziamo. A lui esprimiamo i più sinceri auguri per un futuro ricco di soddisfazioni, mentre invitiamo tutti i nostri lettori a correre nelle librerie o nelle edicole di Tropea per acquistare una copia di questo bel romanzo! ambiente I RONDONI STANNO SCOMPARENDO? di Alfonso Del Vecchio Le rondini sono state sempre un elemento caratterizzante del cielo di Tropea. È commovente il ricordo della fanciullezza quando milioni di queste creature all’inizio della primavera fissavano l’appuntamento a I Tropea nforma pag. 18 - marzo/aprile 2016 Tipico della costruzione tropeana sono un’ infinità di fori a forma quadrata che stratificano a varie altezze delle pareti perimetrali esterne degli edifici e che costituiscono per ogni specie di volatili formidabili rifugi naturali, tanto che non è raro trovare anche in pieno inverno piccoli passeri ancora non soccombenti alla rigidità del clima. In buona sostanza l’attenuata presenza dei rondoni ha prodotto un mutamento di un fragile equilibrio di un sistema che aveva retto per secoli. A farne le spese rimane sempre l’uomo che ha perso da tempo la capacità di osservare e di ascoltare quei gridii continui ed ossessivi che duravano tutto il giorno fino a quando i cieli ed i luoghi venivano lasciati ai colleghi notturni: i pipistrelli. [email protected] innegabilmente come parte integrante del presente della cittadina. La parola ‘burgu’, ad esempio, richiama alla mente epoche remote, medioevali, ma anche la società e l’economia otto-novecentesca che mutano, si modernizzano, si evolvono a pari passo con i tempi. L’antico ‘burgu’ tropeano si trova incastonato tra la scalinata che conduce al lungomare antistante la chiesa di Santa Maria dell’Isola, largo Villetta, le antiche mura cittadine e il corso Vittorio Emanuele II. Proprio all’imbocco della stessa Via Umberto I era anticamente presente un modesto tempietto con tre croci, che andarono distrutte a causa di un terremoto e di ripetute alluvioni. eventi IL 3 MAGGIO SI RIPETE LA FESTA DE “I TRI DA CRUCI” Tropea ed iniziavano i loro volteggi nei larghi, nelle piazzette, ma specialmente negli affacci che guardavano verso il mare. Bastava spostarsi in qualche cittadina vicina è già lo spettacolo era più contenuto, meno eclatante di quello tropeano. Evidentemente le rondini ed i rondoni, nel dialetto tropeano appellati “landuni”, sono uccelli dotati di notevole intelligenza se, al pari dei nostri ospiti turisti, ancor prima di loro, avevano scoperto la mitezza del clima ed una particolare caratteristica che faceva risparmiare a loro tempo e fatica perché a Tropea trovavano centinaia di nidi naturali pronti alla bisogna. Il cielo di Tropea, infatti, è per loro un eccezionale terreno esclusivo di caccia. Il rondone ha un modo di volare superbo ed una capacità di cambiare improvvisamente direzione sfrecciando da un vicolo all’altro e da ogni parte e fendendo l’aria alla caccia di insetti. È stato calcolato che un rondone è capace di ingurgitare nell’arco di una giornata circa 20.000 insetti. Non a caso negli ultimi anni Tropea, con la progressiva scomparsa delle rondini, ha subito la crescita esponenziale delle zanzare e la proliferazione dei colombacci. Il rondone a differenza degli altri uccelli non ama cimentarsi nella costruzione del nido ma predilige le cavità naturali o artificiali. di Antonio La Rosa La cittadina di Tropea è ricca depositaria di una lunga e preziosa storia: oltre ai portici, agli antichi palazzi nobiliari, alle chiese e alle sue strade, anche il linguaggio, gli usi, le Una di queste si salvò ed è oggi consertradizioni e i costumi comunemente usati sono profondamente intrisi di un’inconfon- vata nella chiesa San Michele, sita a pochi passi dal noto quartiere cittadino. dibile storia e di un’inveterata tradizione. Per commemorare le antiche croci perOgni parola dunque evoca qualcosa di antico e lontano, che tuttavia si configura dute, i tropeani pensarono di istituire una visita anche www.drapiainforma.it festa popolare, destinata a divenire la festa tropeana più sentita ed amata: “I tri da cruci”. Anche quest’anno il 3 maggio ‘u burgu’ si tinge di mille colori, si veste di innumerevoli “rumori polifonici” e dà vita a una generale frenesia, all’insegna della festa e dell’ilarità condivisa. La ricorrenza, nel corso degli anni, si è inoltre caricata di significati e simboli del tutto nuovi, improntati a esorcizzare e a ridicolizzare il tremendo pericolo turco, che tormentò a lungo quasi l’intera Penisola. Molti eccentrici miti e altre tristi verità concernenti la dominazione saracena trovano così una forte eco nella radicata festa popolare. Un susseguirsi di giochi tipici, di particolari “gare dei mangiatori” e di agoni simpatici e peculiari concorrono a rendere la ricorrenza più emozionante e briosa. Tra i tanti, si ricorda la danza del “camiuzzu i focu’” che prevede la presenza di una sagoma raffigurante l’antico nemico che balla, spara, si muove e agonizza all’incessante ritmo della caricatumbula; o, ancora, l’incendio delle navi, il volo della colomba e fantastici giochi pirotecnici. Il comitato, appositamente costituito, e la Pro Loco di Tropea si occupano dell’organizzazione dell’evento che riprende anche i giochi tipici dei festeggiamenti popolari, come la gara delle pignatte, quella dei sacchi o della pasta ‘avvruscenti’ - per rinnovare e rendere la festa de “I tri da Cruci”sempre più bella ed entusiasmante. attività commerciali RAPPRESENTANZE PERRI di Bettina Rayer Rappresentanze Perri è un’agenzia di I Tropea nforma pag. 19 - marzo/aprile 2016 commercio che opera nel settore vinicolo con un approccio consulenziale che orienta il posizionamento dei clienti/partner selezionati sulla base di valori che privilegiano sempre più la qualità, la valorizzazione del territorio, le filiere produttive etiche. Dal 1992 opera per la promozione di brand e cantine, favorendone la commercializzazione nelle catene della ristorazione, dei bar, delle enoteche specializzate, degli alberghi e della grande distribuzione. Oggi si occupa di consulenza strategica per le imprese che hanno una propensione all’innovazione e all’adozione di soluzioni adeguate ai cambiamenti e alle tendenze di mercato. L’agenzia dispone di un team di persone specializzate, in formazione continua, e di un network di consulenti e di expertise di livello nazionale ed internazionale. Tra le aziende per le quali la Rappresentanza Perri svolge attività di consulenza troviamo oggi realtà che guardano al terroir e alle produzioni di nicchia della Calabria: Cantine Benvenuto. Una giovane azienda fondata dall’agronomo e sommelier Giovanni Celeste Benvenuto. Il suo slogan è: “la fortuna assiste gli audaci”, motto che l’ha spinto a tornare in Calabria dall’Abruzzo e di riscoprire il territorio e il paesaggio incontaminato di Francavilla Angitola, affacciato sul Golfo di Sant’Eufemia; Donnici ’99. Rappresenta una realtà sorta su un importante fondo agricolo, appartenente ad una illustre famiglia calabrese. La costruzione dei vigneti, a partire dai vecchi impianti, e lo studio delle aree più vocate ha rappresentato il primo importante tassello di sviluppo da parte dell’azienda. Le scelte praticate, in ordine a vitigni e sistemi di allevamento, hanno determinato le nuove linee di produzione di vini dotati di una specifica personalità. Cantina Val di Neto. Un’azienda nata nel 1999 ad opera di Nicola Cappa, su una superficie di grandi dimensioni il cui obbiettivo primario è quello di produrre vini dal sapore tipico, legati all’antico territorio del Marchesato di Crotone, nel rispetto delle tradizioni e della storia che hanno fortemente caratterizzato dall’epoca della Magna Graecia un tratto di costa calabrese tra i più belli e suggestivi. TROPEAINFORMA Bimestrale gratuito di informazione indipendente Autorizzazione dei Tribunale di Vibo Valentia n. 1/2014 dell’1 luglio 2014 Anno 2 - n. 2- marzo/aprile 2016 Chiuso in redazione il 5 aprile 2016 Tiratura uscita: 3000 copie [email protected] | www.tropeainforma.it Direttore responsabile: Francesco Barritta Direttore editoriale: Giuseppe Meligrana Tropeainforma è un progetto di: Francesco Barritta, Fabrizio Giuliano, Giuseppe Meligrana e Fabio Muzzupappa Proprietà letteraria riservata. È vietata la copia totale o parziale di foto o articoli pubblicati sul bimestrale senza citarne l’autore e la fonte. La collaborazione è da intendersi a titolo gratuito e a scopo divulgativo. U.C.A.S. di F. Curcio & Co. 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