volersi-bene_quaderno

Transcript

volersi-bene_quaderno
quaderno operativo
INTRODUZIONE
IL LEONE EMIL CARIÈ (Prendersi cura)
DENTRO UNA BOCCA (Entriamo in una bocca)
DENTI BESTIALI (Denti, bocche, ventose)
CON UNO SPAZZOLINO TRA I DENTI
SOGNI DOLCI (Basta un poco di zucchero)
PAROLE IN VIAGGIO (Divertischeda)
CHE GUSTO IL DENTIFRICIO! (Spremi informazioni dal tubetto)
RITRATTI ANIMATI (Sorrisi dipinti)
Fra parentesi i capitoli del libretto Volersi bene e voler bene, cui fanno riferimento le schede.
Legenda
ATTIVITÀ
DA SVOLGERE A
SCUOLA
ATTIVITÀ
DA SVOLGERE
A CASA
3
4
6
8
10
12
14
16
18
Il Quaderno operativo è uno strumento per continuare la riflessione sul prendersi
cura del sé e degli altri in modo ludico e interattivo, all’interno di un contesto educativo scolastico e famigliare. Si rivolge ai bambini dai 5 anni in su, ed è pensato
per essere utilizzato anche insieme agli adulti. Le schede e le attività proposte infatti possono essere usate sia dai genitori che dagli insegnanti per accompagnare
il bambino in questo percorso di conoscenza. La finalità del quaderno è quella di
aiutare il bambino a imparare a volersi bene e a voler bene dando spunti e suggerimenti per il confronto in classe e a casa. Rapportarsi con i pari infatti è importante
quanto con la propria famiglia, che da sempre costituisce lo specchio dal quale
attingere le conoscenze del proprio “io”. Quante volte i bambini si saranno sentiti
dire che assomigliano al papà piuttosto che alla nonna, quante espressioni riflesse
avranno percepito e quanti piccoli gesti del prendersi cura quotidiano avranno
interiorizzato. È in ambito famigliare che i bambini si riconoscono nelle fasi evolutive della propria crescita condividendo i gesti quotidiani della cura e il nostro
quaderno non poteva certo esimersi dall’includere anche la casa, “oltre la scuola”,
in questo cammino di conoscenza.
3
C’era una volta un leone di nome Emil. Viveva in una bellissima caverna, circondata
da una natura straordinaria. Era il primogenito del Re ed era destinato a governare, un giorno, su tutti gli animali della foresta. Aveva numerosi servitori: iene
di compagnia, pinguini camerieri (arrivati direttamente dal Polo come regalo di
compleanno), elefanti giocolieri, scimmie e babbuini come buffoni e saltimbanchi,
tutti pronti a eseguire ogni suo comando.
Quando Emil diceva “Voglio che tutte le mie iene di compagnia si mettano a ridere!”, tutte le iene ridevano e quando diceva “Voglio che tutti i miei elefanti saltino,
le mie scimmie si abbraccino e i miei babbuini urlino!”, gli elefanti saltavano, le
scimmie si abbracciavano strette strette e i babbuini urlavano forte. Abituato a comandare e troppo viziato, Emil era diventato capriccioso, sempre di cattivo umore
e a niente servivano gli sforzi dei suoi servitori per farlo diventare più allegro. Con
quel suo modo di fare, non aveva amici: i principi e le principesse leoni e i duchi
e le duchesse leopardo dei regni vicini si stancavano della sua triste compagnia.
Emil, poi, faceva infuriare il Re e la Regina perché non voleva mai fare il bagno, non
si spazzolava il pelo, mangiava assai poco e non gli piaceva niente. Apprezzava
solo le buone torte che il cuoco Ippo gli preparava ogni giorno per metterlo di
buon umore: 100 bignè di banana, 15 torte al cioccolato e 150 gelatine di frutta non
mancavano mai sulla tavola di Emil, accompagnate da bibite dolci.
Un giorno il nostro principe si alzò con una grande stanchezza addosso e, soprattutto, con un gran mal di denti. Il Re e la Regina fecero chiamare i dottori animali
più bravi di tutti i regni per capire che cosa avesse.
In tanti arrivarono alla grotta: l’infermiera Giraffa e il Dott. Formichiere, il Dott.
Rinoceronte e la Dott.ssa Zebra. Dopo averlo visitato, all’unisono comunicarono
il loro responso: “Il Principe è stanco perché non assume abbastanza minerali e
vitamine”.
“Vitamine e minerali? Ma che cosa sono?”, chiesero il Re e la Regina.
“Sono delle sostanze presenti nella frutta e nella verdura che aiutano il nostro corpo a funzionare bene!”, risposero i dottori.
Ma nessuno riusciva ad avvicinarsi a Emil per esplorare la sua bocca dolorante.
Intervenne prontamente il Dott. Filli, un saggio dentista specializzato nella cura
dei denti dei coccodrilli che abitavano il fiume. Si introdusse nella bocca del leoncino, cominciò l’esplorazione e dopo vari “Ohh”, “Ma guarda”, “Non è possibile”,
Filli comunicò il suo verdetto: “Emil ha dei denti cariati, le gengive tutte arrossate e
anche l’alito è sgradevole!” e scherzosamente lo soprannominò Emil Cariè. Furono
4
così portati alla caverna enormi cesti di frutti buonissimi e ortaggi colorati, per
combattere la stanchezza, e fu spiegato ad Emil Cariè e ai suoi genitori che, se
voleva stare bene, doveva mangiarne un po’ ogni giorno. Il Dott. Filli diede poi le
sue indicazioni per migliorare l’igiene della bocca. Messi in pratica tutti i preziosi
consigli degli animali dottori nel giro di pochi giorni la stanchezza e il mal di denti
passarono e tornò sul suo musetto il buon umore. Con il buon umore tornarono a
trovarlo anche i principini e le principesse leone e i duchi e le duchesse leopardo
dei regni vicini, e insieme si divertirono un mondo a preparare merende di frutta e
a prendersi cura del proprio pelo e della propria bocca. E le iene dame di compagnia, i pinguini camerieri, le scimmie giocoliere, i babbuini saltimbanchi, che fine
avevano fatto? Quando tornarono alla caverna a lavorare, dopo una settimana di
ferie al mare, furono coinvolti nei nuovi giochi e attività di Emil.
Perché Emil fu soprannominato Cariè?
Secondo voi, quali sono le regole
che il Dott. Filli diede a Emil?
Disegna il leone Emil Cariè!
Commenta la fiaba e fai un disegno con le azioni che Emil deve compiere per
stare meglio.
5
La bocca è formata da una grande cavità chiusa sul davanti dalle labbra. Dietro le
labbra ci sono i denti che servono per masticare i cibi. Sul pavimento della bocca
c’è la lingua, un organo formato da un muscolo dotato di grande mobilità, che
prende parte sia alla digestione dei cibi sia all’articolazione della parola. Il soffitto
della bocca è formato dal palato, davanti si trova il palato duro contro il quale si
appoggia la lingua per articolare le parole e rimescolare i pezzetti di cibo, dietro vi
è il palato molle. Se spalanchi la bocca, nella zona del palato molle, puoi vedere il
velopendulo, una parte molle e rosea. Ovunque vediamo la saliva, prodotta dalle
ghiandole salivari, che lubrifica e protegge la bocca da corpuscoli abrasivi e da
eccessi di batteri e di acidità. La bocca si utilizza per masticare i cibi, per percepire
i sapori, per parlare e per respirare. Nella bocca comincia la digestione e risiede
anche il senso del gusto che ci permette di distinguere i sapori. Le labbra, i denti, il
palato duro e la lingua prendono parte a un’altra importante funzione, l’articolazione delle parole e dei suoni. I muscoli facciali sono i responsabili di tutte le espressioni che facciamo con il nostro volto. Sono inseriti nella pelle e la loro funzione è
di consentire alla bocca svariati movimenti ed espressioni: ci sono muscoli che aiutano a masticare e a soffiare, altri che permettono di suonare il flauto o di emettere
le consonanti, altri ancora permettono di sorridere. All’interno della bocca puoi
osservare i denti, ognuno dei quali ha una sua forma e una sua specifica funzione.
Gli uomini sono onnivori e per questo hanno bisogno di diversi tipi di denti. I
carnivori hanno bisogno di denti affilati per infilzare e strappare il cibo, mentre gli
erbivori hanno bisogno di denti più piatti per sminuzzare e macinare. Per tagliare
e strappare gli alimenti ti servono i denti davanti, incisivi e canini, mentre per triturare il cibo durante la masticazione intervengono i denti posteriori come i molari.
Attività
• Puoi giocare in coppia al MIMO. Scegli un cartoncino e leggi l’espressione
indicata. Prova a riprodurla e fai indovinare al compagno.
• Emettidelleparoleeosservaqualipartidellaboccasonocoinvolte.
• Osservaisorrisidichitistavicino.Possiamosorrideresenzamostrareinostri
denti? Cosa succede?
6
SORRISO
BRONCIO
FELICITÀ
PAURA
RIDERE
DISGUSTO
NOIA
DERIDERE
TRISTEZZA
RABBIA
SORPRESA
CATTIVERIA
Gli animali, come tutti gli esseri viventi, hanno bisogno di alimentarsi per vivere.
Si possono distinguere tre tipi di animali, a seconda della loro alimentazione:
erbivori, carnivori e onnivori.
Gli animali che mangiano
soltanto vegetali si
chiamano erbivori.
Alcuni mammiferi, come
le giraffe, gli elefanti,
le zebre, l’orso panda,
le mucche, i cavalli,
i conigli, i cervi e le
pecore, sono erbivori.
Alcuni insetti, come le
termiti, si nutrono solo di
vegetali. Le api, le farfalle,
i pipistrelli e i colibrì
succhiano il nettare
dei fiori. Gli erbivori
hanno denti o becchi
robusti per strappare e
triturare foglie ed erbe,
sminuzzare radici e rami,
rompere gusci e semi.
8
Gli animali che si
nutrono di carne si
chiamano carnivori.
Molti carnivori sono
predatori; cioè vanno
a caccia delle prede di
cui si cibano. I leoni, i
leopardi, le tigri, i lupi,
i pescecani, le aquile
e i ragni sono animali
carnivori.
I carnivori hanno denti
o becchi appuntiti,
taglianti e lunghi per
strappare la carne; molti
carnivori sono dotati
di artigli per ferire e
uccidere la preda.
Gli animali che si nutrono
sia di piante sia di altri
animali si chiamano
onnivori. I topi, l’orso
bruno, l’orso grigio e le
formiche sono animali
onnivori.
Gli onnivori hanno
denti o becchi di vario
tipo, adatti a mordere,
strappare, rompere,
masticare.
Gli uccelli si sono adattati ai cibi più disparati: ci sono uccelli carnivori, uccelli granivori e uccelli con alimentazione mista. Ma anche all’interno di queste tre grandi
categorie esiste un’incredibile varietà di regimi. Ci sono varie tipologie di becco,
che mostrano diversi adattamenti da parte dei pennuti, avvenuti soprattutto per
potersi procurare il cibo in base alle proprie abitudini alimentari. Per questo motivo, per esempio, i predatori hanno becchi ricurvi per strappare la carne delle
carcasse delle loro prede, i colibrì hanno becchi lunghi e affusolati per arrivare
al nettare presente nella parte più nascosta dei fiori, mentre le spatole hanno un
becco con una forma che permette di filtrare l’acqua, procurandosi cibo.
Collega ogni specie all’immagine giusta
I rapaci notturni e diurni
hanno un becco adunco
per cacciare piccole
prede.
I passeriformi insettivori
hanno un becco sottile e
appuntito per catturare
larve e insetti.
I passeriformi granivori
hanno un becco grande
e massiccio per spezzare
i semi.
Identifica gli animali in base alla loro dentatura.
Cerca altre immagini di animali che conosci: ritaglia o disegna le loro dentature.
9
Un salto nel tempo
Avere denti bianchi che diano luce al sorriso è stata quasi sempre l’aspirazione
di tutti, fin dall’antichità. Gli archeologi hanno trovato tracce dell’antenato dello
spazzolino da denti addirittura tremila anni prima di Cristo. Un bastoncino da
masticare, ridotto in sottili fibre, serviva bene per asportare i resti di cibo tra dente
e dente. Un oggetto semplice ed efficace, tanto che ancor oggi si trovano in commercio ramoscelli di Salvadora Persica, quali sostituti dello spazzolino.
Il primo spazzolino come lo conosciamo noi fece la sua comparsa alla corte di
Francia circa 400 anni fa, riscuotendo da subito un enorme successo.
Molte persone appartenenti ai ceti più ricchi iniziarono a portarlo appeso al collo
come un pendaglio di collana. Naturalmente, essendo diventato un oggetto di
gran lusso, aveva il manico d’oro e d’argento ornato da pietre preziose.
Da circa 80 anni gli spazzolini vengono invece realizzati in plastica con setole sintetiche, di nylon e questo ne ha fatto per nostra fortuna degli oggetti economici,
accessibili a tutte le tasche. Non abbiamo davvero più scuse per non usarli dopo
ogni pasto!
Strategie per un buon spazzolamento
Lo spazzolino, con la sua azione di strofinamento, toglie la placca diventando così
il principale strumento per la prevenzione della carie, una degenerazione della
superficie dei denti causata dai batteri presenti nella bocca.
Ritaglia le tessere del Memory e gioca.
10
RITAGLIA LE TESSERE
LUNGO LA LINEA
TRATTEGGIATA
E GIOCA CON IL TUO
MEMORY
PER UN’ACCURATA IGIENE
ORALE
LE 11 REGOLE
PER I DENTI
SANI
SPAZZOLA
ACCURATAMENTE
LA TUA LINGUA
NON DIMENTICARE
FILO INTERDENTALE
LIMITA CARAMELLE
E DOLCI COME FINE PASTO
O SPUNTINI
E LAVA I DENTI
ACCURATAMENTE DOPO
AVERLI CONSUMATI
LATTE E LATTICINI SONO
UN TOCCASANA
SCEGLIERE ALIMENTI
FRESCHI
FA BENE ALLA SALUTE
ANCHE DEI DENTI
È OPPORTUNA UNA VISITA
DAL DENTISTA
LAVA I DENTI ALMENO
DUE VOLTE AL GIORNO
FATTI CONSIGLIARE
UN BUON DENTIFRICIO
DAL TUO DENTISTA
E COLLUTTORIO
BEVI MOLTA ACQUA
AIUTA LA PULIZIA
DI BOCCA E DENTI
PER I DENTI IN OGNI FASE
DELLA VITA
LA GOMMA DA MASTICARE
VA USATA IN EMERGENZA
E NON SOSTITUISCE
SPAZZOLINO
E DENTIFRICIO
ALMENO UNA VOLTA
L’ANNO
LO SPAZZOLINO
VA CAMBIATO OGNI 2 MESI
O SE SI PRESENTA
MOLTO USURATO
O
EG
N
SA
LE
Le 11 regole
per i denti
sani
Limita caramelle
e dolci come fine
pasto o spuntini
e lava i denti
accuratamente dopo
averli consumati.
Per un’accurata
igiene orale
lava i denti almeno
due volte al giorno.
Latte e latticini sono
un toccasana per
i denti in ogni fase
della vita.
Fatti consigliare
un buon
dentifricio
dal tuo dentista.
La gomma da
masticare va usata
in emergenza
e non sostituisce
spazzolino
e dentifricio.
Spazzola
accuratamente
la tua lingua.
Scegliere alimenti
freschi fa bene
alla salute anche
dei denti.
Non dimenticare
filo interdentale
e colluttorio.
È opportuna una
visita dal dentista
almeno una volta
l’anno.
Bevi molta acqua
aiuta la pulizia di
bocca e denti.
Lo spazzolino
va cambiato ogni
2 mesi o se si
presenta molto
usurato.
1
NT
DE
ER
EP
GO
RE
N
SA
LE
1
N
DE
Mangiare è considerato uno dei piaceri della vita, ma “mangiare bene” non significa solo saziarsi. Consumare cibi buoni e di qualità in un ambiente amichevole,
mangiare un po’ di tutto ma in quantità adeguate è infatti altrettanto importante.
Non esistono cibi “proibiti” e neppure cibi “miracolosi”: una dieta bilanciata,
combinata a uno stile di vita attivo che preveda la pratica quotidiana di attività
fisica, aiuta a mantenere un peso corporeo adeguato, permettendo una crescita
più armoniosa da un punto di vista fisico e più serena da un punto di vista psicologico.
Per la nostra salute una regola fondamentale è quella di avere una dieta variata,
una buona igiene e una corretta cura dei denti.
Non tutti i cibi sono adatti alla salute dei denti, ma con qualche accortezza possiamo consumarli ugualmente.
Pulirsi regolarmente e correttamente i denti ogni giorno è l’unico modo per mantenere la bocca in buona salute. I denti andrebbero lavati dopo ogni pasto: con lo
spazzolamento dei denti si asporta la placca batterica, responsabile dell’insorgere
della carie. Se non si può procedere a una pulizia adeguata (per esempio quando
si mangia fuori casa) può essere sufficiente rimuovere i grossi residui alimentari e
masticare un chewing-gum senza zucchero. La pulizia dei denti prima di coricarsi
alla sera è uno dei capisaldi dell’igiene orale: durante la notte, infatti, la riduzione
della secrezione salivare e dei movimenti di guance e lingua favoriscono lo sviluppo dei batteri e l’accumulo della placca.
Fai il Memory.
12
La proposta di partenza è molto semplice. Si arricchirà strada facendo grazie al
grado di coinvolgimento dei bambini e all’intervento dell’insegnante che guiderà
il viaggio tra le parole facilitando e incoraggiando le domande (quelle impertinenti
comprese) e favorendo ipotesi, ragionamenti, scoperte…
L’obiettivo della proposta fatta ai ragazzi non è una sorta di verifica nascosta, perché si lavorerà sui vuoti e non sui pieni: si comincia dalle parole che si ricordano
più facilmente, ma si procede proponendone e incontrandone altre che a queste
possono essere collegate per diverse ragioni.
La parola tridente non ha nulla a che vedere con i nomi dei nostri denti, con processi di masticazione o di cura della nostra dentatura. Si riferisce generalmente
a un attrezzo d’uso comune, che ha però una forma caratteristica: tre punte, tre
denti. Quindi è una parola che potremo tenere nella nostra lista più generale,
mentre non la inseriremo in quella dove collochiamo le parole che hanno un riferimento esplicito e denotativamente preciso alla bocca e ai denti che contiene e
alla loro funzione. Una parola come colorificio potrà invece essere collocata senza
alcuna difficoltà nella lista delle parole non pertinenti pur avendo una certa assonanza con dentifricio.
Per quello che ci proponiamo non è necessario entrare più in dettaglio sull’origine
delle parole e sulla scienza che le studia, l’etimologia appunto.
Come si può immaginare, il viaggio tra le parole potrà estendersi su una molteplicità di significati, più o meno collegati o collegabili. Si potranno anche scoprire
parole che acquistano significati denotativi diversi a seconda dei contesti in cui
vengono usate: es. colletto è il nome di una parte del dente ma può denotare
anche una parte-componente specifica di una camicia. Per questa ragione si fornisce un semplice insieme di parole per dare inizio al gioco cominciando a raccogliere parole ascoltate, ricordate, intese solo in parte e a sceglierne altre per
considerarne i collegamenti possibili o improbabili e a disporle opportunamente
in liste che sceglieremo insieme ai ragazzi. La proposta può essere fatta dando
una lista di tre parole, ciascuna delle quali si presta a essere collocata in una lista specifica (vedi pagina a fianco). Queste poche parole, messe in relazione per
valutarne collegamenti possibili, alle quali si aggiungeranno quelle, pertinenti o
meno, che l’insegnante riterrà di suggerire, di sollecitare o di raccogliere, verranno
rapidamente moltiplicate anche perché entreranno in campo i comportamenti, le
azioni, gli strumenti, consentendo di proseguire il gioco fino a quando lo si riterrà
divertente. Del resto un bel gioco dura o può durare anche poco.
14
Sa di fragola o di che? Spesso i dentifrici per i bambini presenti sul mercato esagerano con dolcificanti e coloranti, puntando per la vendita sul gusto e l’aspetto.
In realtà il dentifricio non deve essere confuso con una caramella o qualcosa di
buono da mangiare. Il prodotto giusto deve essere scelto in maniera consapevole,
leggendo con attenzione le informazioni riportate sulla confezione. Una cosa a
cui prestare attenzione, per esempio, è il contenuto in fluoro, fondamentale per
la salute dei denti.
Altro elemento importante da tenere in considerazione sono i coloranti. Guardate
in etichetta tra gli ingredienti, si riconoscono perché indicati con CI e un numero,
un buon dentifricio non dovrebbe contenerne.
Infine occhio alla scadenza, il dentifricio si conserva normalmente per 12 mesi
dopo l’apertura.
Di cosa è fatto?
Generalmente un tubetto di dentifricio oggi è preparato principalmente con abrasivi, sostanze ad azione umettante, una piccola parte di detergenti e infine una lunga
serie di ingredienti con proprietà varie: addensanti, coloranti e aromatizzanti.
Vediamo più nel dettaglio di cosa si tratta.
Abrasivi. La funzione degli abrasivi è quella di rimuovere macchie o particelle di
cibo, non servono a sbiancare, ma aiutano a rimuovere le sostanze che causano
l’ingiallimento dello smalto.
Umettanti. Gli umettanti svolgono un ruolo centrale: non solo impediscono l’essiccazione del prodotto e contribuiscono a conservarlo, ma partecipano attivamente a renderlo gradevole.
Detergenti. Queste sostanze sono necessarie nei dentifrici in quanto dotate di
proprietà detergenti e schiumogene.
Addensanti. Gli addensanti consentono una buona applicazione sullo spazzolino
e una buona stendibilità.
Conservanti. I conservanti sono una famiglia di sostanze che, come si indovina dal
nome, garantiscono la conservazione del prodotto.
Aromatizzanti. Si tratta di essenze che rendono gradevole il gusto del dentifricio.
È grazie agli aromi che lavarsi i denti non è solo un dovere, ma diventa spesso un
piacere.
16
Osserva il tubetto
• Qualisonoicoloripredominanti?
• Cisonodisegnioimmaginichetipiacciono?
• Cisonodellescrittechetiincuriosiscono?Perché?
Cerca l’etichetta del dentifricio che hai a casa e compila la scheda
• Nomedelprodotto
• Validitàsuccessivaall’apertura
• Nomedelproduttore
• Pesonetto
• Quantisonogliingredienti
• Qualèilprimoingredientechecompareinetichetta?
• Dosiconsigliateoprecauzionid’uso
17
I sorrisi sono parte integrante della storia dell’arte, sorrisi di tutti i tipi sono stati
impressi sulle tele o scolpiti nei visi delle statue. Ognuno diverso, con le proprie
caratteristiche, ma tutti accomunati per essere non facilmente codificabili da chi
li osserva. Ogni sorriso racchiude un’emozione o una peculiarità del personaggio:
gioia, complicità, felicità, seduzione, astuzia…
Il più famoso resta senz’altro il sorriso enigmatico della Gioconda, la Monna Lisa
dipinta da Leonardo da Vinci che nei secoli ha affascinato appassionati d’arte e
semplici turisti. Esso però non è certamente il primo. Alla fine del VI secolo a.C.,
lo scultore etrusco Vulca ci regala una scultura in terracotta dipinta che raffigura
Apollo. La statua, collocata in un tempio presso Veio, raffigura un uomo, un dio,
che sorride poco prima di andare in guerra, e dietro quell’espressione si cela il
senso di invincibilità che spesso accompagna i giovani. A metà appare invece
il sorriso realizzato da Adolfo Wildt nella Maschera dell’idiota, quasi una felicità
rimasta sospesa.
Nel Ritratto di fanciullo con pupazzetto, del pittore Giovanni Francesco Caroto, il
ragazzo con i capelli rossi sorride e sembra burlarsi di noi, mentre mostra con
fierezza il suo “autoritratto” che altro non è se non uno scarabocchio.
Anche tu lo puoi fare
Realizza un ritratto che comunichi con un sorriso uno stato d’animo, poi attribuiscigli un titolo. Creando più opere potrai disporre di una vera “galleria d’arte” con
un ricco ventaglio di emozioni.
Ecco come dare espressione ai visi:
• sceglideiritrattisorridentichetipiacciono(puoiscaricareimmaginidainternet o prenderle da un giornale, attingere all’album di famiglia o usare riproduzioni di quadri;
• fotocopialipiùvolteingrandendoli;
• conunamatitatracciadellelineeverticalieorizzontalieottieniunagrigliache
suddivide gli elementi del viso (fronte, occhi, naso, bocca e mento) in modo
regolare;
• ritagliaiparticolarichepreferisciecreaunnuovoritrattoperlatuagalleria.
18
Progettazione a cura di Luisella Michieli, Elisabetta Sarti, Piero Sacchetto
In collaborazione con Anna Dondi
Ideazione e coordinamento Marisa Strozzi Responsabile progetti educativi
ed educazione al consumo consapevole Coop Adriatica
Grafica Lizart comunicazione visiva
Illustrazioni Ivana Stoyanova
Stampa MIG – Moderna Industrie Grafiche, Bologna, ottobre 2015