A.C.Quatremère de Quincy Dizionario storico di architettura, 1832

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A.C.Quatremère de Quincy Dizionario storico di architettura, 1832
RESTAURO ARCHITETTONICO E RESTAURO SCULTOREO A
CONFRONTO
A.C.Quatremère de Quincy
Dizionario storico di architettura, 1832
RESTAURARE o RISTAURARE
Si è del pari appropriata la parola restaurare, e l’idea non meno che il lavoro e
le operazioni che esprime, all’architettura antica e ad una quantità de’ suoi
monumenti. Quanto a quest’arte ed a’ suoi lavori, bisogna confessare che le
difficoltà e gli inconvenienti relativi ai processi della restaurazione sono
di minor conseguenza[…]. L’architettura in fatti si compone necessariamente
nelle sue opere, di parti similari che possono, mediante una esatta osservanza
delle misure, essere identicamente copiate o riprodotte. L’ingegno non entra
in una simile operazione, la quale può ridursi al più semplice meccanismo.
[…] Simili addizioni possono farsi ad un fabbricato mezzo rovinato senza
recare alla parte conservata la menoma alterazione.
[…] Quanti monumenti antichi sarebbonsi conservati se qualcuno si fosse
presa la cura di rimettere al loro posto i materiali caduti, o soltanto di sostituire
una pietra ad un’altra pietra.
IL RESTAURO ARCHEOLOGICO A ROMA
•
ESEMPI DI REIMPIEGO DI EDIFICI ROMANI NEL VI-VII-VIII SEC.
- Tempio di Antonino e Faustina (141 d.c.) trasformato nella chiesa di S.
Lorenzo in Miranda nel VII/VIII sec.
- Tempio di Romolo (inizio IV sec.) trasformato nella chiesa dei SS Cosma e
Damiano
- Tempio di Vesta trasformato in chiesa in epoca medioevale
- Pantheon, trasformato in chiesa sotto Bonifacio IV
•
ESEMPIO DI REIMPIEGO DI EDIFICI ROMANI NEL XVI SEC.
- Terme di Diocleziano (295-305 d.c.) trasformate nella chiesa di S.M. degli
Angeli da Michelangelo (poi rimaneggiata dal Vanvitelli,1749)
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IL VIAGGIO A ROMA
MICHEL DE MONTAIGNE ( Journal de voyage en Italie, 1580)
“di Roma antica non si vede altro che il cielo sotto cui era un tempo adagiata
e il luogo dove sorgeva”
“è facile vedere che parecchie strade sono a più di trenta piedi di profondità
sotto il livello di quelle attuali”
WOLFGANG GOETHE (Italienische Reise,1786-1788)
Mi trovo qui da sette giorni e a poco poco si va formando nel mio spirito l’idea
generale della città. (…)Confessiamo tuttavia che è un lavoro ingrato e triste
questo voler dissotterrare Roma antica dalla moderna (…), si trovano tracce
di una magnificenza e d’una distruzione che oltrepassano entrambe la nostra
immaginazione. Quello che i barbari hanno lasciato in piedi, hanno devastato
gli architetti della Roma moderna. (…) Riesce difficile all’osservatore il
discernere come Roma sia succeduta a Roma, e non soltanto la nuova sopra
l’antica, ma le varie epoche dell’antica e della nuova l’una sull’altra”
ROVINE DELLE TERME ANTONINIANE
ROVINE DELLA VILLA ADRIANA A TIVOLI
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AVANZI DEL FORO DI NERVA
PIRAMIDE CESTIA
FORO ROMANO E CAMPO VACCINO: operazioni sistematiche di scavo (Fea, 1803)
ARCO DI SETTIMIO SEVERO:
operazioni di scavo con
demolizione delle botteghe
addossate alle volte laterali,
cerchiatura di due colonne
(Camporesi, 1804)
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ARCO DI COSTANTINO: operazioni di scavo e interventi alla copertura (1805)
I RESTAURI DEL PANTHEON
• Trasformato in chiesa sotto Bonifacio IV nel 608 (S. Maria dei Martiri)
• Spogliato del rivestimento in bronzo della travatura del portico (Urbano VII)
• Reintegrazione del peristilio (Urbano VIII e Alessandro III)
• Restauro di liberazione sotto la direzione di Valadier e Fea
• Soppressione nel 1883 delle due torri campanarie del Bernini
A.C.Quatremère de Quincy
Dizionario storico di architettura, 1832
“Laonde si è veduto il Pantheon di Roma restaurato nel peristilio mediante il
ricollocamento di una colonna di granito all’angolo e col ristabilimento della
trabeazione in questa parte senza che il rimanente abbia sofferto per tale
operazione il minimo danno in sé ed in quanto all’opinione il più leggiero
discapito”
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IL RESTAURO DEL TEMPIO DI VESTA
• Restauri di liberazione dalla chiesa e restituzione secondo i modelli
vitruviani per i templi circolari
GIUSEPPE VALADIER
“tolsi tanto i muri frapposti quanto quelli delle inutili separazioni a
camerette fra le celle ed alcune delle colonne medesime; riposi a
piombo le colonne che erano in maggior pericolo, feci lo scoprimento
dell’ossatura della gradinata, procurai lo scolo delle acque e provvidi a
quanto fu necessario e opportuno alla stabilità e al decoro del
monumento”
Raccolta delle più insigni fabbriche di Roma antica, 1810-1826
I RESTAURI AL COLOSSEO
G. Antonio Guattani
Roma antica, 1795
“Quale altra mole teatrale vi poté essere più macchinosa di questa? E
quale vi è ora più superba e imponente rovina? (…) Il pittoresco che il
tempo nel distruggerla vi ha insensibilmente introdotto l’ha resa poi sì
vaga e interessante che si giunge da molti a non desiderarne il restauro.
(…) Potrebbero contentarsi le età future di vederlo nello stato presente”
• Intervento di consolidamento dello STERN, lato est (1807)
• Intervento di restauro analogico di VALADIER, lato ovest (1821)
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IL RESTAURO DELL’ARCO DI TITO
I CRITERI DEL RESTAURO ARCHITETTONICO PER QUATREMERE
A.C.Quatremère de Quincy
Dizionario storico di architettura, 1832
A.C.Quatremère de Quincy
Dizionario storico di architettura, 1832
“Quello che viene da qui proposto è messo in pratica a Roma da poco
tempo rispetto al famoso arco trionfale di Tito, il quale è stato
felicemente sgombrato da tutto quanto ne riempiva l’insieme ed anche
restaurato nelle parti mutilate, precisamente nel modo e nella misura
che abbiamo indicato”
• “la misura delle restaurazioni deve dipendere dal maggior o minore
interesse” che si associa ad una architettura antica e “dal grado di
deterioramento in cui si trova il monumento”
•“riportare insieme le parti mancanti, lasciare nella massa i (…)
dettagli, di maniera che l’osservatore possa distinguere l’opera antica e
quella riportata”
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GIUSEPPE VALADIER
Narrazione artistica dell’operato finora nel ristauro dell’arco di Tito, 1821
•“Mia intenzione è soltanto di mostrarvi come un monumento sì pregevole per
ogni riguardo corresse gran pericolo in tempi barbari di esser distrutto. (…) ora
chi è che non veda come le sovraccennate devastazioni sì imprudenti non
dovessero mancare di produrre lo scollegamento dell’edificio ed annientare
la resistenza dei piedritti alla spinta dell’arco”.
•“Io non mancai di prendere tutte le nozioni possibili di cui il defunto Cavaliere
(Stern) si era servito pe’ i disegni di questo riattamento, procurai di attivare
maggiormente le cose incamminate e mi occupai con tutta la diligenza dovuta
alla principal cosa, che era quella di togliere il difetto che si trovava nel
monumento per poi restituire tutto al suo posto”
•“Il sollevare con viti e altre macchine cognite non bastava a richiamare li pezzi
laterali al suo posto ed a piombo. Quindi è che per ben ricommettere e
ripristinare l’opera sì degna non restava altro modo che questo da me tenuto di
scomporre l’arco diligentemente sino alle due terze parti(…) e ricomporne i
pezzi come erano al suo sesto; operazione che si chiama ristaurare e non
edificare”.
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LE CRITICHE ALL’INTERVENTO DI VALADIER
CARDINAL PACCA (Lettera del 5 novembre 1821)
“dopo molti reclami invece di far ciocché poteva servire alla conservazione del
monumento, si è intrapreso il lavoro di scomporlo quasi, e di ricomporlo di nuovo
che si poteva allor dire l’arco di Pio e non di Tito e che intanto quel lavoro aveva
cagionati dei danni ai bassi rilievi, rompendo varie cose che non v’era rimedio al
mal fatto”
STENDHAL (Passeggiate romane, 1829)
Dei monumenti l’arco di Tito “è il più antico di quelli che si vedono a Roma; ed
era anche il più elegante fino al fatale momento in cui fu rifatto dal Valadier.
Questo sciagurato architetto, romano di nascita, nonostante il nome francese,
invece di puntellare l’arco (…) con armature in ferro o con un arco rampante di
mattoni, l’ha rifatto. (…) Dell’arco di Tito non ci resta dunque che una copia”
“il frammento ha in sé una forza evocativa maggiore del tutto, non richiede la
reintegrazione (…)non è affatto necessario, anzi è estremamente dannoso,
ricostruire l’integrità di un’opera”
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