primum non nocere… - Il trapianto di rene da donatore vivente
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primum non nocere… - Il trapianto di rene da donatore vivente
La sicurezza del donatore Jacopo Romagnoli Diapositiva 1 LA SICUREZZA DEL DONATORE Jacopo Romagnoli U.O. Chirurgia Generale e Trapianti d’Organo Policlinico Gemelli Università Cattolica del Sacro Cuore ROMA Corso di formazione “IL TRAPIANTO DI RENE DA DONATORE VIVENTE” Diapositiva 2 “PRIMUM NON NOCERE…” Questo è il principio che dobbiamo tenere presente sempre nella nostra pratica medica, in particolare nella gestione del donatore vivente, il quale, mi preme ricordare, è un paziente anomalo in quanto “sano” in partenza. Ippocrate (Kos 460 a.C. circa – Larissa, 377 a.C.) Diapositiva 3 Come garantiresicurezza Vi sono alcuni presupposti necessari per poter garantire sicurezza al processo che • Selezione severa porta alla scelta del donatore. • Studio approfondito e meticoloso del donatore • Approvazione solo in presenza di condizioni pressochè perfette • Consolidata esperienza di ottima prognosi per il donatore • Vincolo etico al rispetto delle regole Diapositiva 4 Nel 2004 nel contesto del Forum di Amsterdam chirurghi e medici dei Prior to donation, the live kidney donor must receive: trapianti di tutto il mondo si sono riuniti • a complete medical and psychosocial evaluation ed hanno elaborato delle linee guida che • appropriate informed consent • aiutano ad orientarsi nel processo di be capable of understanding the information to make a voluntary decision. All donors should have standard tests performed to assure donor safety. selezione del donatore vivente e contribuiscono a garantire sicurezza a tale processo. Diapositiva 5 L’insufficiente numero di donatori cadavere e i migliori risultati del trapianto da vivente nel medio-lungo RISCHI della NEFRECTOMIA periodo ci spingono a considerare quest’ultima soluzione terapeutica come quella attualmente più vantaggiosa per il paziente in attesa di trapianto renale. Tuttavia, è necessario valutare attentamente quali sono i rischi cui va incontro chi dona, in particolare quelli legati al danno funzionale derivante dalla perdita di un rene e quelli strettamente chirurgici dell’intervento di nefrectomia, che in parte dipendono dal tipo di tecnica utilizzata. Diapositiva 6 Rischi per il Donatore La mortalità per nefrectomia nel donatore di rene è piuttosto bassa, • Morte (0.03 % dei casi) intorno allo 0.03%, le complicanze post- • Complicanze post-operatorie (circa 5%) operatorie incidono invece per il 5% • Complicanze a lungo termine - incremento della creatinina - proteinuria circa, le complicanze a lungo termine comprendono l’aumento della creatinina, la comparsa di proteinuria e - ipertensione arteriosa - trauma, malattia rene residuo RISCHI DELLA NEFRECTOMIA A LUNGO TERMINE: MORTALITA’ l’ipertensione arteriosa. Diapositiva 7 Questo studio su più di 80000 donatori di rene ha paragonato il rischio di morte di 80347 donatori viventi questo campione rispetto a una coorte di soggetti simili per età e fattori di rischio presi dalla popolazione generale. L’analisi dei dati conferma che il rischio di morte del donatore di rene è sovrapponibile a quello della media della popolazione generale di pari età. Survival of 3698 Kidney Donors and Controls from the General Population Diapositiva 8 Tali dati sono confermati anche dai risultati di questo studio effettuato su più di 3500 pazienti. Ibrahim HN et al. N Engl J Med 2009;360:459-469 Diapositiva 9 RISCHI NEFRECTOMIA NEL LUNGO TERMINE • 62 uomini nefrectomizzati (2°Guerra Mondiale) Follow-Up a 45 anni Mortalità e prevalenza ipertensione non diversa da controlli. Narkun-Burgess DM et al. Forty-five year follow-up after uninephrectomy. Kidney Int 1993 May;43(5):1110-5 • Nefrectomie per varie cause: Perdita immediata 17.1 ml/min GFR e in seguito 5 ml/min ogni decade. Proteinuria incremento 76 mg/die Incremento Press Diastolica 1 mmHg ogni decade Kasiske BL et al. Long-term effects of reduced renal mass in humans. Kidney Int. 1995 Sep;48(3):814-9. Gentile concessione Prof. Paolo Rigotti, Università di Padova Studi con follow-up a lungo termine condotti su pazienti nefrectomizzati hanno dimostrato come i rischi connessi con l’intervento di nefrectomia siano nella maggior parte dei casi trascurabili. Diapositiva 10 Funzione Renale Questo grafico illustra i valori di filtrato glomerulare al di sotto dei quali è sconsigliabile procedere alla donazione di • La definizione di GFR “normale” cambia in funzione dell’età • Dopo i 40 aa GFR si riduce di circa 1ml/min/1.73m2/anno rene. Il rispetto dei valori minimi per età rappresentati dalla linea rossa, ci consente di scartare quei donatori che a seguito di nefrectomia non potrebbero verosimilmente godere di una funzione renale residua adeguata. Pazienti con valori di GFR al di sotto della linea rossa dovrebbero esser dovrebbero essere considerati non idonei. Analogamente, il riscontro in un potenziale donatore di ipertensione arteriosa non in trattamento è da considerarsi controindicazione alla donazione. Mentre l’ ipertensione lieve, ben controllata dall’uso di un solo farmaco, non deve essere considerata una controindicazione assoluta. Un riscontro di proteinuria maggiore di 300 mg/24 ore è invece un criterio di esclusione assoluto. Diapositiva 11 Anatomia Vascolare La valutazione del rischio comprende anche un accurato studio di imaging Ricovero • Angio-TC oppure • Angio-RM preoperatorio. La valutazione della anatomia renale dovrebbe iniziare con una ecografia renale per lo studio dell’anatomia vascolare e del drenaggio urinario è indispensabile effettuare una Angio TC (o Angio RM). La presenza di arterie multiple o anomalie vascolari può rendere più difficoltosa la procedura ma non controindica in modo assoluto la donazione, ciascun caso deve essere valutato singolarmente. Diapositiva 12 RENE Destro o Sinistro? La studio morfologico dei reni, insieme allo studio funzionale mediante scintigrafia renale perfusionale, fornisce gli elementi • Il rene migliore va lasciato al donatore necessari per effettuare la scelta del rene • Valutare l’anatomia e la funzione renale da prelevare. separate • Prelevare il rene a minor rischio chirurgico • A parità anatomo-funzionale preferire il sinistro In generale vale la regola che il rene dotato di funzione escretrice migliore va lasciato al donatore. A parità di condizioni viene preferito il rene sinistro perché dotato di vasi più lunghi. Diapositiva 13 TECNICA CHIRURGICA Diapositiva 14 Nel complesso l’incidenza di complicanze post-operatorie dopo nefrectomia del donatore è assai bassa, nella maggior parte dei casi ben inferiore al 5%. Diapositiva 15 Tecniche di Nefrectomia del Donatore • Lombotomica • Laparoscopica - Transperitoneale - Retroperitoneale Lo sviluppo di nuove tecniche sempre meno invasive ha interessato anche lì’intervento di nefrectomia per donazione di rene, offrendo così al donatore garanzie di risultati sempre migliori. • Minincisione • Robotica Diapositiva 16 Open live donor nephrectomy 1954 Ma facciamo un passo indietro nella storia di questo intervento, che inizia nel 1954 a Boston. Diapositiva 17 Primo Trapianto di Rene da Donatore Vivente Joseph Murray eseguì nel dicembre di quell’anno il primo trapianto di rene da The Herrick Twins donatore vivente tra 2 gemelli identici coronato da successo, l’accesso chirurgico fu quello lombotomico. Joseph Murray Diapositiva 18 Nefrectomia a cielo aperto Oggi sono disponibili varie tecniche chirurgiche, la scelta dipende • Scelta del chirurgo, a seconda dell’esperienza • Quando la laparoscopica è essenzialmente dall’esperienza del chirurgo operatore, in alcuni centri per controindicata (grave mancanza di esperienza in chirurgia obesità, aderenze da mininvasiva si continua ad utilizzare la pregressa chirurgia, arterie renali multiple ) tecnica a cielo aperto. Esistono poi situazioni in cui l’intervento mininvasivo è controindicato e allora si ricorre a questa tecnica “antica” ma ancora efficace e sicura. Diapositiva 19 Svantaggi Gli svantaggi della tecnica open sono però numerosi, particolarmente dal punto di • Dolore vista del risultato estetico e del dolore. La • Lunga degenza post-op lombotomia è sicuramente un taglio molto • Recupero più lento doloroso, comporta una degenza • Lombocele prolungata ed espone ad un rischio di • Cicatrice chirurgica ernia postoperatoria maggiore. antiestetica QUALI SONO LE PREOCCUPAZIONI DEL DONATORE? Diapositiva 20 La risposta alle giustificate preoccupazioni del donatore riguardo ai Fallimento del rene rimanente Grandezza ed aspetto della cicatrice risultati estetici, al dolore percepito, alla durata della convalescenza viene dall’adozione di una tecnica chirurgica di Dolore post-operatorio tipo mininvasivo. Durata della convalescenza PRELIEVO DEL RENE CON MINI-INCISIONE Via di accesso extraperitoneale Diapositiva 21 Il prelievo con mini-incisione può avvenire attraverso un accesso sottocostale, pararettale o lombare Il vantaggio dell’accesso retroperitoneale è quello di evitare l’apertura del peritoneo, riducendo quindi il rischio di danni a carico di milza e anse intestinali, e quello di futura occlusione intestinale da aderenze. Diapositiva 22 Tuttavia numerosi recenti studi dimostrano come dal confronto tra miniincisione e laparoscopia emerga una • Analgesia requirement lower for LDN • No differences in blood loss, hospital stay, donor complications, ureteric complications sovrapponibilità di risultato in termini di funzione renale, complicanze, degenza e perdite ematiche, mentre la tecnica laparoscopica si dimostra superiore perché consente un minor consumo di Transplant International, 2009 analgesici, in quanto caratterizzata da minore dolore sulla ferita. PRELIEVO DI RENE DA DONATORE VIVENTE Tecnica laparoscopica hand-assisted Diapositiva 23 Il notevole vantaggio della laparoscopia, al di là dei già citati vantaggi estetici, di analgesia e velocità di recupero postoperatorio, è quello di operare in un campo chirurgico visualmente magnificato. L’immagine ingrandita proiettata sul monitor consente una maggiore accuratezza chirurgica , un più preciso ed efficace controllo di ogni dettaglio tecnico, una dissezione e demolizione tissutale ridotte ai minimi termini. Diapositiva 24 PRELIEVO DI RENE DA DONATORE VIVENTE Tecnica laparoscopica hand-assisted Esistono una tecnica laparoscopica pura e una cosiddetta Hand-Assisted, che prevede l’introduzione della mano dell’operatore attraverso la medesima miniincisione utilizzata per l’estrazione del rene. La tecnica Hand Assisted conferisce all’intervento una notevole sicurezza, maggiore rispetto all’intervento in laparoscopia pura, in virtù della possibilità di controllo diretto, manuale di una eventuale complicanza emorragica, nonché di una più agevole riparazione di eventuali lacerazioni tissutali. Diapositiva 25 COMPLICANZE Diapositiva 26 Mortalità Lombotomica-0.03% Najarian et al Lancet 1992;340:807 Laparoscopica-0.03% • Matas et al Am J Transpl 2003;3:830 • Segev JAMA 2010 Gli studi disponibili riguardo alla mortalità connessa con il tipo di tecnica chirurgica dimostrano un rischio del tutto sovrapponibile tra tecnica open e laparoscopica. Il rischio di morte è largamente inferiore a quello di un banale Appendicectomia-0.07-0.31% Blomqvist PG et al Ann Surg2001;233:455 intervento di appendicectomia. Diapositiva 27 Lombocele Non c’è dubbio che la tecnica open predisponga ad una maggiore incidenza Lombotomia (open) – 6% Handschin et al Brit J Surg 2003;90:1323 Open Hand assisted Lap Pura di ernie postoperatorie rispetto alle tecniche mininvasive. 0.2% 0.5% 0.1% Matas et al Am J Trans 2003;3:830 Gentile concessione Prof. Nizam Mamode, Guy’s Hospital, Londra Diapositiva 28 Esiste ormai un ampia letteratura riguardante i rischi della nefrectomia nel donatore vivente in rapporto alla tecnica mininvasiva utilizzata, questa recente review confronta l’incidenza di complicanze nella tecnica laparoscopica • • • • 37 peerreviewedstudies 9000 pts 6734 LDN 2562 HALDN pura rispetto alla Hand assisted. Diapositiva 29 Quello che emerge da questa analisi è che allo stato attuale non ci sono evidenze che giustifichino l’uso preferenziale di una tecnica laparoscopica rispetto all’altra . I dati dimostrano tuttavia un trend verso una maggiore incidenza di complicanze intraoperatorie nella laparoscopica pura (es. conversione ad intervento open per sanguinamento), mentre la Hand assisted sembra caratterizzarsi per una maggiore incidenza di complicanze postoperatorie minori (es. Infezioni della ferita). ConversionedaLaparoscopica a cieloaperto Incidenza 13% Odland et al Surgery 1999;126:603 Incidenza<2% Jacobs et al J Urol 2004;171:47 Incidenza 1% Chandak NDT 2009 Diapositiva 30 L’incidenza di tutte le complicanze, e quindi anche della conversione a cielo aperto si riduce nel tempo, con l’acquisizione di esperienza da parte del chirurgo operatore Le perdite ematiche sono più contenute con la tecnica laparoscopica rispetto alla tecnica open, così pure la necessità di trasfusioni. Il sanguinamento derivante dalla dissezione o da malfunzionamento della suturatrice vascolare è più comune invece nella tecnica laparoscopica pura. Diapositiva 31 Questo studio su dati provenienti dal registro nazionale inglese conferma la UKT registry data sicurezza della donazione laparoscopica ed il suo vantaggio rispetto alla 2509 pazienti • • • • Complicanze più frequenti nel gruppo open 1-2% maggiori 14% minori Embolia polmonare 0.02% PRELIEVO DI RENE DA DONATORE VIVENTE TECNICA LAPAROSCOPICA nefrectomia open in termini di complicanze. Diapositiva 32 I fattori legati alla tecnica laparoscopica che possono incidere sul successo del PROBLEMATICHE PER IL RICEVENTE Qualità del rene trapiantato •Durata ischemia calda •Lunghezza dei vasi •Lunghezza e scheletrizzazione uretere •Effetto dello pneumoperitoneo sul flusso renale •Maggiore allogenicità (up-regolazione di MHC classe II in seguito ad ischemia) •Risultati del trapianto paragonabili alle tecniche open Gentile concessione Prof. Paolo Rigotti, Università di Padova trapianto sono l’ischemia calda, che in particolar modo nella laparoscopica pura tende ad essere più lunga, e comunque deve essere mantenuta entro i 6 minuti, pena una ritardata ripresa del graft. La lunghezza dei vasi è un altro fattore importante, la suturatrice tende a “mangiare” alcuni millimetri di vaso, talora utili per effettuare una anastomosi arteriosa in maggiore sicurezza. Lo pneumoperitoneo deve essere mantenuto su bassi valori (< 16 mm Hg) per ridurre il rischio di riduzione del flusso ematico al livello della corticale renale. L’ischemia determina una up-regolazione delle molecole di classe II e di conseguenza una maggiore allogenicità del graft. Nonostante tutti questi fattori, i risultati del trapianto restano comunque paragonabili a quelli ottenuti con il prelievo open tradizionale. Diapositiva 33 Difficoltà della Laparoscopia Come tutte le tecniche innovative, la laparoscopia richiede un training specifico e non è facile fare training su un paziente • Richiede training specifico • All’inizio tempi operatori e ischemia calda più lunghi • Più impegnativa nel donatore con elevato BMI così “delicato” come il donatore vivente. Il rene da prelevare, a differenza di un rene affetto da tumore o da altra patologia, deve essere trattato con delicatezza, la sua integrità anatomica deve essere preservata al massimo in funzione del trapianto nel ricevente. Nella fase iniziale della curva di apprendimento i tempi operatori e quelli di ischemia calda sono più lunghi, ma con l’acquisizione progressiva di esperienza tendono naturalmente a ridursi Nel donatore sovrappeso aumentano le difficoltà della procedura e quindi i rischi. Il donatore ideale dovrebbe avere un BMI < 30. E’ consigliabile avviare i pazienti con BMI > 30 ad un programma dietetico finalizzato alla riduzione del peso. Diapositiva 34 Iniziare profilassi anti-TVP in preoperatorio Studio della coagulazione L’intervento di nefrectomia con tecnica laparoscopica è reso possibile dalla realizzazione di sofisticate apparecchiature ad alta tecnologia come monitor HD, bisturi ad ultrasuoni e altri strumenti operatori appositamente realizzati per questo tipo di chirurgia miniivasiva. Vi è un aumentato rischio di TVP. La profilassi inizia nel preoperatorio con uno studio accurato del rischio trombotico e continua durante l’intervento con l’ utilizzo dispositivi di sistemi quali ad esempio la compressione meccanica alternata a flusso d’aria degli arti inferiori. Nel postoperatorio è fortemente consigliata la somministrazione di eparina a basso peso molecolare sottocute, tale regime deve essere mantenuto per almeno 10 gg dall’intervento. Diapositiva 35 Hand Assisted Il fondamentale vantaggio della tecnica Hand-assisted risiede nella maggiore • Tempi operatori e ischemia calda più brevi • Minore sanguinamento intraoperatorio • Curva di apprendimento più breve • Stessi risultati estetici sicurezza legata alla presenza della mano dell’operatore all’interno dell’addome, di fondamentale importanza in caso di sanguinamento. Inoltre, questo rende l’intervento più facile, e quindi più rapido, abbreviando tra l’altro la curva di apprendimento e facilitando il training. Dal punto di vista estetico non vi è alcuna differenza con la tecnica laparoscopica pura in quanto l’incisione usata per introdurre la mano nella Hand assisted è la stessa che nella tecnica pura viene utilizzata per estrarre il rene. Diapositiva 36 RischinelLungoTermine RISCHI DELLA NEFRECTOMIA A LUNGO TERMINE: INSUFFICIENZA RENALE CRONICA Diapositiva 37 Il rischio per il donatore di sviluppare insufficienza renale nel lungo termine è estremamente basso, complessivamente stimabile tra lo 0.2% e lo 0.5%. ESRD: 0.2-0.5% IPERTENSIONE META ANALISI E REVIEW • 48 studi condotti in 28 paesi • 5145 donatori viventi di rene • Potenziale incremento PA di circa 5 mm Hg nei 510 anni successivi alla nefrectomia, rispetto a quanto avviene con l’invecchiamento fisiologico Boudville N et al. Meta-Analysis: Risk for Hypertension in Living Kidney Donors Ann Intern Med 2006; 145: • Rischio aumentato in Afroamericani, ispanici e obesi Lentine LK, et al. Racial Variation in Medical Outcomes among Living Kidney Donors NEJM 2010 Aug 19;363(8):724-32. Nogueira J, et al. A study of renal outcomes in obese living kidneydonors. Transplantation 2010; 90:993–999. PROTEINURIA Diapositiva 38 La maggior parte degli studi sul rischio ipertensivo nel donatore è di tipo retrospettivo, tuttavia dai risultati disponibili si evince che il rischio del donatore di diventare iperteso è contenuto, tuttavia dall’analisi della letteratura emergono alcuni potenziali fattori di rischio quali l’etnia (afroamericana e ispanica) e l’ obesità. Diapositiva 39 Studi di lungo termine come la presente review e metanalisi, confermano il mantenimento di una buona funzione renale residua nel donatore. E’ comune osservare nel tempo un minimo incremento nella proteinuria. Un • 5048 donatori • Proteinuria media 7 anni post donazione : 154mg/24 hr iniziale riduzione del GFR non é generalmente seguita da un deterioramento della funzione renale. Diapositiva 40 Conclusioni • Il trapianto di rene da donatore vivente è la migliore opzione per la maggior parte dei pazienti con insufficienza renale cronica allo stadio terminale • I risultati in termini di sopravvivenza e di impatto sulla salute del donatore si sono dimostrati finora eccellenti • Tali risultati derivano da uno screening accurato e meticoloso del donatore Diapositiva 41 Conclusioni • Le tecniche chirurgiche mininvasive oggi disponibili sono sicure e hanno dato un impulso positivoall’attività di trapianto da donatore vivente. • Non vi sono dati in letteratura che promuovano l’utlizzo di una tecnica mininvasiva rispetto ad un altra • La tecnica laparoscopica offre maggiori vantaggi in termini di risultato estetico e di minor dolore