la mafia uccide solo d`estate

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la mafia uccide solo d`estate
Gli alunni della classe 3I hanno rielaborato i contenuti del film
rispondendo alle domande guida con un LAVORO DI GRUPPO. Ecco
le loro produzioni:
Il film ci è piaciuto molto perché è riuscito a raccontare in modo leggero un argomento serio
senza rendere l’atmosfera cupa e violenta. Il bambino cresciuto a Palermo ha vissuto quel
periodo con molta paura ma non si è mai nascosto e ha voluto conoscere i fatti per
contrastarli con determinazione, dimostrando che la prepotenza dei mafiosi non serve a
niente.
LISA, MARIANA, MARTINA, LEONARDO D., CLASSE 3I
La vita di Arturo si intreccia con la mafia fin da quando i suoi genitori lo stavano per
concepire. L’inizio del film ci mostra che proprio in quel momento ci fu una sparatoria e poi
i delitti continuarono per parecchi anni, mentre Arturo frequentava la scuola elementare.
Giulio Andreotti divenne il suo idolo perché condividevano le stesse idee sulla mafia, ma
anche sull’amore. Arturo si dichiara alla sua compagna di classe Flora proprio in un cimitero,
come Andreotti aveva suggerito. Ci ha colpito il fatto che gli abitanti di Palermo di fronte ai
primi omicidi non reagiscono e stanno a guardare in silenzio. Soltanto dopo le stragi di
Capaci e via D’Amelio iniziano una grande protesta scendendo per le strade e schierandosi
contro “Cosa Nostra”.
LEONARDO B., GIORGIA, KATIA, KAWTAR, ELISABETTA CLASSE 3I
Arturo rimane affascinato dal personaggio politico rappresentato da Giulio Andreotti, perché
secondo lui è un uomo molto saggio, ma soprattutto perché in televisione pronuncia proprio
le parole che lui ha bisogno di sentire, non sapendo come dichiararsi a Flora... Il
coronamento del loro sogno d’amore avviene dopo parecchi anni, quando si ritrovano ad
organizzare la campagna elettorale di Salvo Lima. Finalmente costruiscono una famiglia e
mostrando le targhe e le lapidi di Palermo insegnano al figlio il rispetto per chi ha
combattuto e ha perso la vita per un mondo libero dalla mafia.
MICHELE, MARICLA, SARA, ALESSANDRO, CLASSE 3I
Ho notato che la gente di Palermo non parlava perché aveva paura di essere colpita, temeva
il peggio per i propri familiari e rimaneva chiusa in casa. Inoltre non si sentiva protetta dallo
Stato, nonostante le belle parole di Giulio Andreotti che cercava di tranquillizzare i cittadini.
Solo dopo alcuni anni di uccisioni inspiegabili si comincia a denunciare apertamente ciò che
accadeva e a protestare in piazza. Il film è molto bello e ti invoglia ad aspettare il finale,
anche per sapere cosa succede tra i due ragazzi.
FEHD, MAXIM, PIETRO, LORENZO, FRANCESCO CLASSE 3I
Arturo, il protagonista, è un bambino con molte qualità: fin da piccolo ama scrivere e lo
dimostra vincendo un concorso a scuola che gli avrebbe permesso di avere a disposizione per
un mese uno spazio sul giornale di Palermo, il cui direttore è proprio il padre di Flora, la
ragazzina di cui è innamorato. Arturo approfitta dell’occasione per andare a intervistare il
giudice Dalla Chiesa, ma ci rimane molto male, perché dopo qualche settimana il giudice
viene ucciso. Il giorno in cui Flora doveva partire per la Svizzera Arturo le lascia un
messaggio disegnato sul marciapiede, ma prima che Flora riesca a leggerlo, una bomba
esplode e muore un magistrato. La cosa che mi è sembrata più strana è che l’idolo del
ragazzo non fosse un calciatore, ma il Presidente del Consiglio di allora. Nel finale Arturo
educa suo figlio a non ignorare i fatti accaduti e lancia un messaggio a tutti affinchè non si
commettano gli errori del passato. Secondo me “La mafia uccide solo d’estate” si può
considerare un film educativo.
TOMMASO, FEDERICO, FABIO, CLASSE 3I
Ecco alcune riflessioni degli alunni di III H:
Questo film mi ha molto colpito perché fa comprendere quanto e in che modo la mafia agisca
e influenzi la vita quotidiana della città di Palermo e la vita dei suoi abitanti, anche dei più
giovani come nel caso del protagonista, Arturo.
Nella storia si mescolano momenti drammatici come omicidi, stragi e violenze, e momenti
più ironici come alcuni episodi della vita di Arturo. Questo aspetto serve per rendere
accattivante e anche curiosa la pellicola che però resta sempre molto legata alla cronaca reale
di quanto è successo nel capoluogo siciliano a partire dai primi anni Settanta.Ma a mio
parere queste situazioni parallele riflettono l’esperienza comune della vita di tutti i giorni nel
contesto palermitano e forse anche di tutti noi. Oltre agli avvenimenti più importanti di
questi ultimi anni in Sicilia, il film mette in evidenza figure-simbolo che hanno lottato contro
la mafia ed alcune volte ne sono state vittime, come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, e
sicuramente rende omaggio alla loro memoria.
Alla fine, secondo me, il messaggio conclusivo di “La mafia uccide solo d’estate” è però di
speranza per le nuove generazioni, se riusciranno a non dimenticare quanto accaduto.
MARTIN COLLEONI III H
Le scene, che mi sono particolarmente piaciute, sono state quelle che si riferivano agli anni
‘80/’90, alla mafia, alla famosa tragedia di Capaci, ai funerali dei grandi personaggi; mi è
piaciuta la cura data ai tanti dettagli per ricostruire quegli anni, lo spazio dato alle tante
immagini d’epoca e ai filmati autentici di quegli avvenimenti.
Se dovessi dare un voto al film, darei 9 principalmente perché, nonostante l'argomento
MAFIA non sia semplice da trattare, è stato reso facile, piacevole con scene e dialoghi
comici, e nello stesso tempo anche 'impegnati '. Chi guarda questo film riesce bene a capire
la mafia palermitana, ' Casa nostra ', la cattiveria e la crudeltà delle persone nei confronti
altrui, la situazione politica... Lo consiglio a tutti anche perché al suo interno sono presenti
scene significative.
MARTA FERRARI
CLASSE III H
Ho riflettuto molto su questo lungometraggio, che mi ha fatto capire molte cose riguardanti
in particolare “Cosa Nostra”. Avevamo già affrontato il tema della mafia in altre occasioni
(particolarmente significativo l’incontro con la signora Tina Montinaro, vedova del
caposcorta di Giovanni Falcone, morto il 23 maggio 1992), ma non avevo mai visto quanti
davvero avevano perso la vita ad opera di “Cosa Nostra” e quanto brutale sia questa
organizzazione.
Infatti la scena che mi ha maggiormente colpito è quando un mafioso, visto che il suo amico
(sempre di “Cosa Nostra”) si era innamorato di una donna dai genitori divorziati (e ciò era
vietato per la mafia) propone di uccidere alla ragazza il padre, in modo che risultasse figlia di
una madre vedova e non di due che hanno divorziato.
LUDOVICO III H
Il film ‘La mafia uccide solo d’estate’ mi ha saputo davvero coinvolgere: in particolare una
aspetto molto positivo, che ho apprezzato nel film, è stata l’ironia, con cui i temi della mafia
sono stati trattati. Pertanto, pur essendo un argomento critico e drammatico, è risultato essere
un film simpatico e a tratti comico. Grazie a ciò sono riuscita a seguire con più attenzione e
ad avvicinarmi nel modo più semplice al grosso problema della mafia. La storia di Arturo,
che sin da piccolo ha inseguito i suoi sogni, ovvero quello di fare il giornalista e il suo amore
per Flora, penso sia un altro importante insegnamento per noi giovani, ovvero non
“arrendersi mai”. Infine ho apprezzato che a scuola ci sia stata data la possibilità di
approfondire questo argomento attraverso un film e quindi attraverso questo tipo di ‘lezione
alternativa’.
FACCHIN CARLOTTA CLASSE 3 H
La scena, che più mi ha colpito e in cui più mi sono spaventata, è stata quando, alla mattina
presto, dopo che Flora aveva preparato la valigia e mentre stava per uscire dalla stanza con
tranquillità, scoppia una bomba, che fa saltare in aria il giudice Rocco Chinnici, illustre
magistrato, fondatore del “pool antimafia”, in cui operarono anche Falcone e Borsellino. La
storia dei due ragazzi si intreccia con i grandi personaggi del tempo. Sinceramente credo che
sia il punto che più ha fatto sobbalzare dalla paura tutti noi ragazzi…
VIGATO GAIA III H
Arturo con Rocco Chinnici
Questo film non solo mi ha fatto cambiare prospettiva sulla mafia, che può essere eliminata
solo se tutti ci mettiamo d'impegno, ma anche mi ha fatto capire che essa può colpire tutti, a
partire dai bambini, che per me sono persone 'innocenti'.
LISA CERUTI III H
Arturo con Boris Giuliani, capo della Squadra Mobile di Palermo,
assassinato da cosa nostra
La parte che mi ha commosso di più è la fine,
quando Arturo, ormai papà, rivisita tutti i
luoghi dove sono morti gli eroi che hanno
cercato di fermare la mafia, assieme al
piccolo figlio, trasmettendo la sua passione.
YU CHRISTINE III H