progetto terdoppio
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progetto terdoppio
Provincia Di Pavia Comune Di Dorno RIQUALIFICAZIONE AMBIENTALE E FRUITIVA DEL TERDOPPIO LOMELLINO IN COMUNE DI DORNO Lineamenti progettuali Maggio 2005 Premesse La porzione di Terdoppio lomellino che scorre in comune di D'orno è uno dei principali elementi di pregio naturalistico e geomorfologico della nostra pianura esterni al Parco del Ticino. Un corpo unico boscato di più- di dieci ettari, lo sviluppo a meandri di un corso d'acqua che con le sue dinamiche ha modellato il territorio incidendovi una valle, fenomeni di risorgenza che formano habitat altrove scomparsi, ampie radure arborate e cespugliate, tanche e morte, un'agricoltura che, dove presente, non ha assunto le forme intensive che ormai la caratterizzano diffusamente. In un periodo in cui i beni ambientali sono sempre più rari e quindi preziosi il valore di quest'area, così cara alla comunità locale, ha assunto un rilievo che travalica i limiti comunali. Infatti, non solo l'Amministrazione di Dorno ne ha previsto nel P.R.G. una particolare salvaguardia, ma il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale l'ha ricompresa nelle Aree di elevato contenuto naturalistico. Le norme, tuttavia, possono solo- vietare o disciplinare le attività e i comportamenti passibili di arrecare gravi pregiudizi all'ambiente, ma di per sé non sono in grado di promuoverne la corretta conservazione, la valorizzazione, la conoscenza e l'utilizzo diffuso. Per questo Provincia di Pavia e Comune di Dorno vorrebbero associare alle azioni normative e regolamentari che da sempre contraddistinguono l'operato delle pubbliche amministrazioni una serie di interventi diretti per il miglioramento ambientale e fruitivo di questa parte di territorio. Per poter realizzare questi interventi e perché questi abbiano effettivamente gli esiti desiderati, tuttavia, hanno bisogno di essere condivisi ed aiutati. In primo luogo dai titolari dei terreni ricomprasi nell'area interessata dal progetto., agricoltori e privati, che devono essere disponibili a consentirne l'utilizzo sottoscrivendo apposite convenzioni; dalle associazioni presenti a livello locale e provinciale, ciascuna con le proprie prerogative, che devono affiancare gli enti pubblici nella gestione e nella sorveglianza dell'area; dai fruitori, che devono improntare le modalità della loro frequentazione al rispetto dei valori naturalistici presenti e delle esigenze delle altre categorie; dalle istituzioni scolastiche, che devono promuovere presso le nuove generazioni la conoscenza degli elementi di pregio del proprio territorio; dalla comunità intera, soggetti economici e famiglie, che deve avere coscienza di essere depositaria di beni preziosi e sempre più rari che appartengono a tutti e al cui destino, pur in misura diversa, tutti possono e devono concorrere. Nel nostro Paese non è facile comprendere che un bene collettivo rappresenti una parte della ricchezza di ciascun cittadino; spesso la cosa pubblica, ancor più quando costituita da elementi via via più lontani dalla nostra quotidianità come fiumi, piante ed animali, è considerata appartenere a nessuno. Ma il territorio che si sviluppa anche al di fuori delle mura domestiche, del perimetro condominiale, dell'abitato e dell'urbanizzato rappresenta la "grande casa" che condividiamo con la natura e con la straordinaria varietà di forme di vita che la compongono. Non riconoscerne il valore e vederla sempre più spoglia ci rende tutti ogni giorno più poveri. II Torrente Terdoppio lomellino Il Torrente Terdoppio era un corso d'acqua di origine prealpina che attraversava le province di Novara e Pavia e con uno sviluppo di circa 90 km confluiva in Po a sud di Zinasco. La sua continuità fu interrotta artificialmente in epoca medioevale, quando per esigenze di approvvigionamento irriguo le sue acque furono intercettate poco a sud di Novara e quindi deviate verso la valle del Ticino. Da questo intervento si generò un nuovo assetto del Torrente, che oggi può essere suddiviso in due porzioni distinte, Terdoppio novarese e Terdoppio lomellino. Il primo nasce dal gruppo delle Prealpi compreso tra il lago Maggiore e il lago d'Orta, scorre nella pianura novarese e confluisce in Ticino poco prima di Vigevano. Il Terdoppio lomellino, anticamente unito al tratto di monte, prende invece origine da diversi corpi idrici minori che nella porzione più meridionale della provincia di Novara confluiscono nel Torrente Refreddo. Quest'ultimo entra in provincia di Pavia e all'altezza di Gravellona Lomellina cambia il suo nome in Terdoppio. Da qui incrementa la sua portata grazie all'apporto di risorgive, colature e scaricatori di corsi d'acqua a uso irriguo, percorre tutta la Lomellina orientale con andamento subparallelo al Ticino e confluisce in Po in comune di Sommo. Attualmente tra i due tratti di Torrente non esiste più una connessione diretta, sebbene acque provenienti dalla porzione novarese giungano comunque al Terdoppio lomellino per mezzo di corpi idrici minori; in condizioni ordinarie il loro contributo è molto modesto ma in occasione di forti precipitazioni nel sottobacino piemontese la loro influenza sulle portate in transito nel tratto pavese sono assai rilevanti, specialmente negli ultimi anni. Il Terdoppio lomellino è un importante componente dell’idrografia della provincia di Pavia. E’ un corso d'acqua naturale che per estese porzioni del suo sviluppo è stato ampiamente modificato dall'uomo; questa artificializzazione non ha riguardato solamente la morfologia dell'alveo e delle sponde, ma si è estesa anche al regime idrologico, che oggi è solo parzialmente dipendente dagli eventi naturali che interessano il comprensorio direttamente drenato. Oltre alle acque provenienti dal sottobacino novarese in occasione delle.' piene, infatti, attraverso gli scaricatori del Naviglio Langosco e del Subdiramatore Pavia del Canale Cavour il Terdoppio lomellino può ricevere rilevanti volumi d'acqua indipendentemente dalle condizioni di piovosità dei territori attraversati; questi apporti, inoltre, provengono da altri ambitii idrografici, in particolare dal Ticino e dal complesso Po-Dora Baltea. Il Torrente, infine, è interessato da un gran numero di rilevanti derivazioni irrigue, tanto che in coincidenza con le punte di fabbisogno agricolo le sue portate si annullano e ricostituiscono varie volte lungo il suo sviluppo. Gli interventi umani finalizzati all'uso irriguo delle acque del Terdoppio hanno determinato nel tempo anche profonde alterazioni del suo profilo di fondo, per la realizzazione delle numerose opere trasversali necessarie alla derivazione per caduta. In pratica, l'attuale assetto del Torrente è quello, di un corso d'acqua composto da una serie di tronconi ricompresi tra due chiuse successive. La presenza dei salti artificiali di fondo ha poi determinato diffuse riduzioni della pendenza naturale dell'alveo, anche se in parte compensate da rettifiche del suo tracciato. A queste alterazioni, già di per sé gravemente penalizzanti l'assetto ecologico del corso d'acqua, vanno aggiunti gli impatti determinati sia dal recapito di apporti inquinanti sia dalle manovre delle numerose chiuse a paratoie mobili. Le frequenti regolazioni di queste opere, infatti, sono dettate essenzialmente dalle esigenze irrigue e non tengono in alcun conto le esigenze ambientali. Ciò determina numerose e sensibili variazioni delle portate, dei livelli idrometrici e della velocità di corrente nei tratti di Terdoppio interessati dalle chiuse, pregiudicando un assetto stabile del corso d'acqua e delle sponde e causando profonde alterazioni dei principali fattori che condizionano la sua ecologia. In merito alle alterazioni della qualità delle acque, il Terdoppio è il recettore dei reflui, depurati o meno, degli abitati di Gambolò, Tromello, Alagna, Garlasco, Dorno e Zinasco, oltre che di agglomerati minori; notevoli anche gli apporti diffusi e puntuali di potenziali inquinanti di origine agricola e zootecnica e estremamente significativa è stagionalmente la presenza di solidi sospesi. Nonostante ciò gli esiti dei monitoraggi svolti sistematicamente da più di un decennio non evidenziano gravissime compromissioni idroqualitative, così che il Torrente conserva una sostanziale compatibilità potenziale con l'uso desiderato più esigente, cioè la tutela della vita acquatica. Riguardo alle principali caratteristiche di interesse ambientale, il corso del Terdoppio può essere schematicamente suddiviso in quattro porzioni abbastanza differenziate. Nella prima porzione, dall'origine fino alla confluenza del Cavo Barbassa, alla frazione Casoni della Baita di Vigevano, il corso d'acqua ha l'assetto tipico della roggia di pianura, contraddistinto dalla regolarità dell'alveo completamente artificializzato e dalla conseguente monotonia ambientale. Segue un tratto, esteso sino alla chiusa di Batterra in comune di Garlasco, in cui il Torrente, acquisite le dimensioni e le caratteristiche del fiume di pianura, accanto a scarsi elementi di naturalità dell'alveo e delle sponde mostra ampissime porzioni pesantemente alterate dagli interventi antropici; qui risultano evidenti gli impatti dovuti alle rettifiche, alla presenza delle chiuse, all'artificializzazione del regime idrologico, alla devegetazione delle sponde ed all'uso agricolo intensivo delle superfici attraversate. Tolte poche eccezioni, il Torrente è pressochè privo di fascia riparlale e di una seppur modesta golena ed è stato in gran parte irrigidito ed arginato da interventi abusivi attuati dai frontisti; questi ultimi, nel corso di decenni, ne hanno "protetto" le sponde riversandovi enormi quantitativi di materiali di risulta, in prevalenza inerti da demolizione, tanto da poter affermare che per lunghi tratti le rive del Terdoppio altro non sono che un'unica continua distesa di rifiuti speciali solo parzialmente mascherati dalla vegetazione erbacea ed arbustiva. Un terzo tratto, dalla chiusa di Batterra a quella di Cascina Zainera in comune di Zinasco, è quello naturalisticamente più interessante, con l'alveo che incide sensibilmente la pianura e forma una valle; in questa porzione il corso d'acqua presenta il tipico andamento a meandri del fiume del piano, costituendone un esempio particolarmente significativo e di rilevante interesse paesaggistico. La vallata mostra ancora aree a vegetazione naturale e importante è il drenaggio di acque di falda operato dall'alveo. L'ambiente acquatico presenta un'ampia articolazione di microhabitat, assicurando al Torrente grandi potenzialità riguardo alla colonizzazione da parte di comunità animali e vegetali ampie e diversificate. L'ultima porzione, dalla chiusa della Zainera alla confluenza in Po, è caratterizzata dalla presenza di vere e proprie opere di arginatura, in gran parte finalizzate a contenere il rigurgito delle acque di piena del Po. In questo tratto il Torrente alterna tratti di alveo ad assetto naturale o paranaturale a situazioni di marcata artificializzazione della sua piccola golena, conservando comunque caratteristiche di potenziale pregio ambientale e paesaggistico. La comunità ittica del Terdoppio riflette quella più generale delle acque pavesi e annovera quasi tutte le specie presenti in provincia. Rispetto ad un passato anche recente, però, ha subito notevoli modificazioni sia nella composizione in specie sia nell'abbondanza complessiva, drasticamente ridotta. Da indagini condotte negli anni '70 e '80 del secolo scorso si riporta come allora nel Terdoppio lomellino fossero ancora abbondanti triotto, cavedano, alborella e barbo comune, ben rappresentati luccio, vairone, tinca, scardola, lasca, savetta, gobione, carpa, cobite comune, pesce gatto, anguilla, pesce persico e ghiozzo padano, presenti trota farlo, trota iridea, temolo, pigo, sanguinerola, carassio, persico sole e persico trota e rari storione cobice, trota marmorata, bottatrice e siluro. Ai giorni nostri nonostante il Torrente continui ad ospitare tutte queste specie va rilevato come nessuna di quelle autoctone possa più definirvisi abbondante. La presenza del temolo, storicamente significativa nel tratto di Dorno e Pieve Albignola, è oggi eccezionale e comunque frutto di ripopolamenti; altrettanto sporadiche le segnalazioni della trota marmorata e dello storione, quest'ultimo solo in prossimità della confluenza in Po; rilevante anche la diminuzione di tinca, lasca, savetta, anguilla e pesce gatto e significativa quella di luccio, alborella, vairone e pescee persico. Mantengono una discreta presenza la carpa, il triotto, la scardola e il gobione ed è frutto delle periodiche immissioni la diffusione della trota iridea. Tra le specie alloctone sono comparse sandra e cobite di stagno, è aumentata la presenza del siluro e si sono nettamente affermate rodeo amaro, pseudorasbora e "gardon". L'evoluzione recente del popolamento ittico del Terdoppio non è stata tuttavia diversa da quella registrata negli altri ambienti acquatici provinciali, che senza particolari eccezioni hanno condiviso e condividono una progressiva diminuzione della presenza di pesci. Le cause sono molteplici e note e consistono nella compromissione della funzionalità degli ecosistemi, nell'introduzione di numerose specie ittiche esotiche e nella prelazione diretta esercitata dai cormorani. Il tratto di Terdoppio interessato dagli interventi Il tratto di Terdoppio interessato dal programma di interventi è interamente ricompreso in comune di Dorno e si estende dal ponte della. S.P. 19 al ponte della S.P. 206, per uno sviluppo complessivo di circa 4 km (Figura 1). Appartiene alla porzione dì Torrente più significativa per gli aspetti morfologici e naturalistici, che va dalla chiusa di Batterra (Garlasco) alla chiusa della Zainera (Zinasco). Le aree prospicienti occupano un profondo solco vallivo e conservano marcate caratteristiche di naturalità, con estesi nuclei boscati. Questi ultimi, pur dominati dalle robinie, si compongono anche di farnie, ontani, salici, pioppi, sambuchi e biancospini. In sponda sinistra residuano due tanche originate da salti di meandro, la prima in fase di avanzato interrimento, la seconda ancora in continuità con il corso d'acqua. In sponda destra, all'interno del bosco che occupa la porzione più settentrionale dell'area, sono presenti due estese risorgenze drenate da altrettante aste che si sviluppano verso il Terdoppio, una delle quali interrata nella porzione terminale. Ampie zone in doppia sponda sono costituite da radure a vegetazione naturale erbacea. Gran parte delle superfici interessate dal progetto appartengono al demanio idrico, particolarmenteesteso in un'area caratterizzata da un'accentuata dinamica evolutiva del corso d'acqua. Per assicurare alle azioni programmate l'indispensabile continuità spaziale e per rendere praticabile l'obiettivo della riconnessione funzionale delle diverse unità ecosistemiche presenti nell'area il progetto dovrà tuttavia interessare anche terreni privati. Questi ultimi insistono sui Fogli 11, 13 e 18 del N.C.T. del comune di Dorno e sono caratterizzati da una marcata parcellizzazíone delle titolarità. Infatti, risultando per lo più costituiti da superfici improduttive, non hanno subito i processi di ricomposizione caratteristici delle zone ad agricoltura specializzata. Le attività presenti sono per io più rappresentate dall'impianto di pioppeti mentre le superfici cerealicole hanno un'incidenza assolutamente marginale nell'area vasta di riferimento, che, come detto, è dominata dall'assetto naturale o paranaturale. Figura 1 - Il tratto di Terdoppio interessato dagli interventi Azioni previste dal progetto Riqualificazione forestale generale, compresi gli ambienti umidi e le boscaglie • potenziamento delle presenze arboree e miglioramento delle unità esistenti verso associazioni forestali tipiche • controllo delle infestanti • impianti arboreo-arbustivi • governo delle fasce riparlali con prevalenti finalità di mantenimento o recupero della funzionalità idraulica dell'alveo e di riduzione del rischio (potature, eliminazione esemplari pericolanti, rimozione vegetazione igrofita sulle eventuali isole, creazione di fasce esondabili a vegetazione erbacea) Miglioramento delle potenzialità fruitive • realizzazione di un percorso ciclopedonale continuo costituito da una fascia inerbita di larghezza sufficiente à permetterne la manutenzione meccanica; • realizzazione di aree di sosta connesse al percorso principale e dotate di infrastrutture per la fruizione e la divulgazione (panchine e tavoli, bacheche, ecc.) Potenziamento della vocazione ittica e faunistica • realizzazione di habitat riproduttivi per le specie ittiche reofile • semina di miscugli per colture a perdere di interesse faunistico • realizzazione di punti per l'alimentazione della fauna selvatica Mantenimento e miglioramento della funzionalità ecologica • salvaguardia delle dinamiche evolutive naturali del Terdoppio • promozione dell'interconnessione ecologica di aree ad assetto naturale • conservazione o riattivazione degli ambienti umidi formatisi a seguito dei processi evolutivi naturali del Torrente Miglioramento della funzionalità idraulica • creazione di piste di servizio per i controlli e le manutenzioni dell'alveo e delle sponde • riprofilatura delle scarpate all'interno delle anse • rimozione di accumuli vegetali formatisi in alveo • eventuali ricarichi del piede delle sponde in presenza di erosioni localizzate Monitoraggi e analisi ambientali • qualità delle acque; • livelli idrometrici; • fauna di interesse conservazionistico; • evoluzione delle formazioni arboreo-arbustive