La denuncia: a Milano si vendono uteri in affitto
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La denuncia: a Milano si vendono uteri in affitto
L'ASSOCIAZIONE ESPOSTO IN PROCURA DI PRO VITA SULL'«INCONTRO PROMOZIONALE): La denuncia: a Milano si vendono uteri in affitto - MILANO- ARRIVA in procura e in parlamento la denuncia dell'associazione Pro Vita: sostiene d'aver documentato una riunione «carbonara», che si sarebbe tenuta a Milano il 23 settembre, a scopo reclutamento di clienti alla «maternità in affitto» per conto di una clinica americana. La onlus ha presentato un esposto alla Procura di Milano, denunciando un'altra associazione che avrebbe organizzato l'incontro e un medico americano, fondatore di una «fertility clinic» di Las Vegas, che ne avrebbe proposto i servizi - la «gravidanza surrogata», cioè l'utero in affitto - a italiani; così «realizzando di fatto e cantra legem nel nostro Paese la maternità in conto terzi», vietata dalla legge 40. Ad annunciarlo è stata Francesca Poleggi, direttore editoriale del sito «Notizie Pro Vita», ieri durante una conferenza al Senato, organizzata da alcuni onorevoli del Ned e di Forza Italia - tra cui l'ex governatore lombardo Roberto Formigoni, Maurizio Gasparri e Carlo Giovanardi. Poleggi ha ripetuto quanto pubblicato sul suo sito all'indomani della presunta riunione, in una sala affittata nel centro di Milano: «Un medico americano e un'intermediaria italiana organizzavano la vendita di bambini attraverso il meccanismo dell'utero in affitto». Violando uno dei paletti sopravvissuti, tra quelli fissati nel 2004 dalla legge sulla procreazione medicalmente assistita del governo Berlusconi II: vietati «qualsiasi forma di maternità surrogata» e anche «l'organizzazione, la pubblicizzazione e qualsiasi tipo di preparazione alla ven- BIOETICA dita di gameti». La fecondazione eterologa, sdoganata quest'anno dalla Corte Costituzionale (che negli anni ha smontato molti pezzi della legge 40), in Italia prevede donazioni di ovuli e sperma totalmente gratuiti. NOTIZIEPROVITA.IT ha pubblicato informazioni riferite da due suoi «inviati speciali», che si sarebbero finti coppia gay, facendosi invitare all'«incontro esclusivo» col dottor S. D. A loro, e a «diverse coppie» - di uomini ed etera - «e un single» sarebbe stata illustrata la procedura, coi prezzi: «da 5 a 1 Ornila dollari per gli ovuli», «da 15 a 30 mila la madre surrogata» (diversa, come sempre avviene, dalla donatrice degli ovociti), «10 mila per un esame dell'embrione», «per eliminare bambini potenzialmente affetti da malattie ereditarie, e del sesso non gradito», altri «2-5 mila per un esame del feto alla decima settimana (se andasse male potrà essere abortito»). «In totale - concludono i Pro Vita - si va da 75 mila a 120 mila dollari» inclusi «gli avvocati» per assistere i clienti «dalla stesura dei contratti con la venditrice di ovuli e la "gestante"» fino al momento più delicato, cioè «il rimpatrio» che secondo gli attivisti sarebbe stato presentato come «una formalità: "Basta rientrare facendo scalo in un altro Paese europeo", e lì «ufficializzare presso le autorità che si sta rientrando col proprio figlio di pochi giorni o settimane. Il successivo passaggio all'Italia non darà nessun problema». Almeno sull'ultimo punto, più di un genitore gay avrebbe dei dubbi. Gì. Bo.