Leggi l`articolo (free!) - Rivista di Studi Italiani

Transcript

Leggi l`articolo (free!) - Rivista di Studi Italiani
Vincenzo Binetti
289
BART VAN DEN BOSSCHE
NULLA È VERAMENTE ACCADUTO .
STRATEGIE DISCORSIVE DEL MITO NELL OPERA DI CESARE PAVESE
Leuven-Firenze: Leuven University Press-Franco Cesati Editore, 2001. 449
pp.
l volume di Van Den Bossche affronta, attraverso un approfondita ed
accurata indagine critico-teorica, la funzionalità semantica e concettuale
del mito nell opera di Cesare Pavese seguendo, come suggerisce lo stesso
autore nell introduzione, la duplice linea direttrice di una ricognizione
discorsivo-semiotica e di un analisi discorsivo-enunciativa della poetica (p.
23). Se il mito è infatti un significante polisemico (p. 12) che percorre e
definisce in maniera fondamentale e problematica l intera produzione
letteraria e culturale di questo scrittore, allora non si può prescindere, sempre
secondo Van Den Bossche, da una interrogazione sul potenziale mitopoetico
dei singoli testi (p. 22) pavesiani e da una loro necessaria
contestualizzazione all interno di un più ampio dibattito politico-culturale.
In questo avvincente volume che si presenta suddiviso in sette capitoli ed
una breve conclusione
l autore evidenzia quindi, seguendo un ordine
rigorosamente cronologico, una serie di strategie discorsive del mito
rispetto a quelli che costituiscono i momenti più emblematici e significativi
della produzione letteraria e culturale pavesiana.
Partendo dall analisi dell elaborazione poetica di Pavese tra gli anni 30 e
40 e soffermandosi in particolare sulla dimensione epica che caratterizza
lo stile di Lavorare stanca, Van Den Bossche individua in linea di massima
nella dinamica esistente tra stilizzazione epica e mito un primo e non
trascurabile fattore suscettibile di connotare la scenografia poetica [...] in
senso latamente mitico (p. 35). All interno della produzione di questo
periodo esistono comunque delle diversificazioni e delle trasformazioni
specifiche che l autore identifica in una serie di momenti rappresentativi del
percorso pavesiano, come ad esempio nelle poesie del confino dove si
verifica un processo di ulteriore soggettivizzazione del discorso poetico a cui
si associa la comparsa di una vistosa scenografia del ricordo e
dell immaginazione (p. 71) e che si traduce poi nelle ultime poesie in un
discorso mitico, evocativo e sentimentale , condizionato dalla presenza
dominante di un io poetante fortemente lirico.
Nel secondo capitolo Van Den Bossche individua nei saggi sulla letteratura
americana un interessante laboratorio di ricerca per quanto concerne il
discorso sul mito anche perché l importanza del selvaggio moderno e
dell istintivo-primordiale all interno dei testi presi in esame diventa
elemento costitutivo della possibile messa a fuoco dell economia espressiva
e della sedimentazione culturale [...] del primitivo (p. 89). Nello stesso
Vincenzo Binetti
290
capitolo l autore si sofferma ad analizzare in maniera dettagliata il diario
pavesiano all interno del quale avverte
individuandone già i segnali
anticipatori nelle pagine del Secretum
una tensione problematica tra
necessità e progettualità di tipo estetico e bisogno di giustificazione storica ;
se infatti è possibile segnalare ne Il mestiere di vivere una strategia di
delucidazione retrospettiva, tesa a chiarire a posteriori una dimensione
incontrollabile del fare (p. 137), allora risulta senz altro utile identificare
allo stesso tempo attraverso specifici riferimenti ad elaborazioni critiche di
carattere antropologico, filosofico e religioso quelle dinamiche discorsive
che definiscono appunto la tensione di fondo tra tale strategia retrospettiva
ed una più ampia definizione del divenire storico.
Il capitolo terzo affronta l evolversi della scrittura prosastica in Pavese in
un periodo di tempo che va dal 1936 al 1941 e che vede lo scrittore
impegnato nella stesura di diciassette racconti e quattro romanzi brevi (Il
carcere, Paesi tuoi, La bella estate e La spiaggia). Attraverso un indagine
dettagliata di questi testi Van Den Bossche indica oltre ad una serie di
importanti simbologie discorsive di fondo anche la presenza di una
scenografia letteraria improntata all analisi introspettiva (p. 167) che,
basandosi su di una ricostruzione mnemonica ed una problematica
confessione dell io narrante, spinge necessariamente quest ultimo a ritrovarsi
succube di una coazione a ripetere una esperienza traumatica del passato
(p. 166).
Il capitolo quarto rappresenta indubbiamente il momento teorico e
concettuale più importante ed impegnativo del lavoro di Van Den Bossche
proprio perché in questo ambito l autore riesce a mettere a fuoco, anche
attraverso l analisi delle riflessioni diaristiche pavesiane a partire dai primi
anni 40, la problematicità di fondo del concetto di mito e quindi la sua
necessaria inafferrabilità. Partendo ancora una volta dal riconoscimento di
un imprescindibile complessità ossimorica insita nel rapporto dinamico tra
memoria e destino, tra unicità assoluta e contingenza storica, l autore
riconosce il carattere di transitorietà del mito pavesiano che proprio in
quanto non luogo diventa alla fine tutto e niente: condizione necessaria per
la vita della coscienza e luogo inospitale che costringe ad un perenne andare
oltre (p. 229).
Nel quinto e nel sesto capitolo l autore si sofferma rispettivamente su Feria
d agosto e i Dialoghi con Leucò, due testi questi dotati di una loro peculiare
originalità e sicuramente essenziali per quanto concerne la riflessione
pavesiana sul mito. In Feria d agosto, infatti, Van den Bossche si ripropone
di indagare le dinamiche di fondo che caratterizzano questo testo e cioè la
polifonia discorsiva e la narratività interna , per arrivare poi ad
identificare nel racconto La vigna il punto d arrivo dell intera elaborazione
narrativo-saggistico della raccolta proprio perché, come sottolinea
Strategie discorsive del mito nell opera di Cesare Pavese
291
giustamente l autore con un richiamo emblematico e significativo al titolo
stesso del suo volume
[l] evocazione della scomparsa del tempo e
l indentificazione tra l uomo e il ragazzo [...] esprimono in nuce anche la
dinamica paradossale e elusiva implicita nell esperienza di quel nulla che si
manifesta come un abolizione del tempo e come un attimo assoluto (p. 280).
Nei Dialoghi con Leucò l autore esamina invece le strategie di riscrittura
della mitologia greca (p. 304) e la tensione dinamica che si stabilisce in
questo testo tra il bisogno di rappresentare il mito greco attraverso una serie
di strategie discorsive che lo possano rendere il più possibile familiare ed
accessibile ed il riconoscimento allo stesso tempo della sua inevitabile
discontinuità o distanza .
Nell ultimo capitolo Van Den Bossche inserisce infine gli ultimi anni della
produzione letteraria pavesiana che comprendono tra l altro la stesura dei
romanzi La casa in collina, Il diavolo sulle colline, Tra donne sole e La luna
e i falò all interno del dibattito politico-culturale che caratterizza l Italia
nell immediato dopoguerra. La riflessione teorica di questo periodo ritorna
ancora una volta necessariamente sul bisogno di relazionare l astoricità e
l atemporalità del mito con la contingenza storica del reale, un processo in
continua trasformazione metamorfica che trova la sua essenza concettuale
nella sospensione problematica del non finito e nell apparente
contraddittorietà di una rappresentazione costantemente in fieri. Ed è infatti
proprio negli ultimi romanzi che Pavese rappresenta anche attraverso le
vicende narrativo-esistenziali dei suoi personaggi la potenzialità dirompente
del mito, di un nulla cioè che è allo stesso tempo tutto e niente , ma che
permette, come nel caso di Anguilla ne La luna e i falò, di tornare a
qualcosa da cui lo stesso atto del ritorno lo separerà per sempre, ansioso di
trovare qualcosa che non sa più di sapere, ma che, nell atto di portarlo a
consapevolezza, già non gli appartiene più (p. 428).
Il volume di Van Den Bossche costituisce indubbiamente un contributo
fondamentale nell ambito degli studi su Cesare Pavese ed anche e soprattutto
un indispensabile strumento d indagine critica che permette di chiarire ed
approfondire ulteriormente il complesso e problematico rapporto tra la
poetica pavesiana e le elaborazioni teoriche sul concetto di mito.
VINCENZO BINETTI
University of Michigan,
Ann Arbor, Michigan