Ernesto Bonino - Ricordando il Trio Lescano

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Ernesto Bonino - Ricordando il Trio Lescano
http://www.trio-lescano.it/
Biografie dei cantanti che hanno collaborato
col Trio Lescano
di
Alessandro Rigacci
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Ernesto Bonino
Vero nome: Ernesto Pietro Bonino
Torino, 16 Gennaio 1922 - Milano, 29 Aprile 2008
Ultimo di cinque figli, rimase orfano di padre in tenera età per cui, finite le
scuole elementari, fu costretto a impiegarsi nel negozio di primizie materno per
provvedere al sostentamento della famiglia. Parallelamente, un po’ per vocazione e un
po’ per necessità, iniziò a cantare nei locali della sua città. Nel 1940 si arruolò
volontario nei Battaglioni G.I.L., partecipando alla Marcia della Giovinezza e
dilettandosi ad esibirsi negli spettacoli allestiti per le Forze Armate. Le cronache
dell’epoca riportarono che era eccelso sia nel canto che nelle imitazioni di Totò, dei De
Rege e di Caterinetta Lescano.
Fu durante una di queste rappresentazioni, allestita per l’occasione al Carignano
di Torino in favore delle famiglie dei richiamati, che venne notato dal M° Carlo Alberto
Prato. Dopo avergli impartito alcune lezioni di canto, il grande talent scout torinese gli
fece fare un’audizione e lo spinse poi a debuttare, il 5 gennaio 1941, durante un
Concerto Cora dove, accompagnato dall’orchestra Semprini, intonò Tango argentino.
Passato nella formazione di Pippo Barzizza e successivamente in quella di Carlo Zeme,
in breve tempo divenne uno degli interpreti più apprezzati ed amati dal grande
pubblico, cogliendo una serie di successi con motivi come Se fossi milionario (1941),
La Paloma (1941, con il Duo Fiorenza), Macariolita (1941), La famiglia canterina
(1941, con il Trio Lescano), Vieni sul mar (1941, assieme a Lina Termini), Non passa
più (1942), A zonzo (1942), Violette nei capelli (1942, con Dea Garbaccio), Maria
Gilberta (1942), Musica maestro (1942), Genovesina (1942, accompagnato dal Trio
Aurora) e Il giovanotto matto (1943, prima composizione di un giovanissimo Lelio
Luttazzi). Quest’ultimo brano si prestava più degli altri al suo stile swing, caratterizzato
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da un gusto spiccato per i ritmi d’Oltreoceano, con un’impostazione naturale da
crooner.
In questi anni imbastì anche una chiacchierata relazione sentimentale con la
collega Silvana Fioresi, con la quale interpretò alcuni fortunati motivetti che divennero
popolarissimi, come Il valzer degli ambulanti (1941), Rosabella del Molise (1942),
Bionda, mia bella bionda (1942), Il valzer di ogni bambina (1943) e Ti comprerò
l’armonica (1943). Nella stagione 1942/3, la sua celebrità fu tale da potergli
petermettere di rinunciare allo stipendio fisso dell’EIAR, per seguire in tournée il
maestro Alberto Semprini e la sua orchestra ritmo-sinfonica, patrocinata dalla Casa
Cora. Scritturato per l’enorme cifra di 1.750 lire al giorno, tali esibizioni riscontrarono
un successo che rasentava il fanatismo. Gli autori Frati e Boratti gli dedicarono
addirittura un'intera canzone, menzionandolo nel titolo e concedendogli con ciò un
privilegio che prima di lui era spettato solo ad Alberto Rabagliati e a Natalino Otto; il
motivo, intitolato Lei tifa per Bonino, venne poi inciso da Sergio Lulli con l'orchestra
Di Ceglie, ma ottenne una modesta popolarità.
Alternando l’attività di cantante a quella di attore, incise nuovi brani fra i quali
Bellezza mia (1943), Bambola (1944), Black & Johnny (1945), e prese parte anche ad
alcune riviste come Un mondo di armonie (1942), Canzonette che passione! (1943) e Il
conte dei sospiri (1945) di Dino Gelich. Nell’immediato dopoguerra, nonostante la
diminuita popolarità, continuò a mietere successi, interpretando motivi come Conosci
mia cugina? (1946), A quindici anni (1946), Vado a spasso (1946), L’Apaka (1947).
Nel gennaio del 1947 firmò un contratto (originariamente cinematografico) milionario
per affrontare una tournée in Perù, dove rimase per quasi due anni, raggiungendo anche
lì una vasta notorietà.
Sulla scia di tale successo, si spostò poi in tutto il Sud ed il Centro America,
raccogliendo ampi consensi in Argentina, Cile, Brasile, Venezuela e Messico; giunto a
Cuba, conquistò il pubblico dell’Avana intonando Chinito chinita, in compagnia di
Tina De Mola. Venne allora ribattezzato “Mister Swing” e si esibì al fianco di valenti
musicisti come Osvaldo Farres, Carlos Amador, Ernesto Lecuona ed Augustin Lara.
Nel 1952 si trasferì negli Stati Uniti, cantando per cinque anni nei più rinomati night
club di New York, Chicago e Miami, al fianco di artisti internazionali come Duke
Ellington, Josephine Baker, Daisy Ammon. Nel 1955 sposò a New York Roz Vallero,
attrice e ballerina, dalla quale ebbe, il 1° febbraio 1957, il figlio Steve, oggi apprezzato
cantante e compositore.
Tornò in Italia stabilmente solo nel 1958, anche se tre anni prima era stato
chiamato da Garinei e Giovannini per partecipare alla rivista La Granduchessa e i
camerieri, al fianco di Wanda Osiris, Mario Riva e Riccardo Billi: fu all’interno di tale
rivista che lanciò il motivo Baby, kiss me. Nonostante il lungo periodo d’assenza, trovò
nel pubblico italiano ancora una calda accoglienza. Partecipò a numerose trasmissioni
radiofoniche come Maestro per favore (1961), Nate ieri (1962), arrivando persino ad
avere una rubrica personale, intitolata Bentornato Ernesto Bonino! (1959). Nel 1960
presentando il motivo Giulietta, conquistò il terzo posto al Festival della Canzone
Italiana di New York, salendo sul podio assieme a due “mostri sacri” dell’epoca quali
Johnny Dorelli e Claudio Villa e tagliando fuori artisti famosissimi come Nilla Pizzi,
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Gino Latilla e Miranda Martino. Nel 1962 prese parte al Festival della Canzone Italiana
di Sanremo, presentando, in coppia con Sergio Bruni, il brano Gondolì Gondolà,
piazzatosi al terzo posto nella classifica finale. In seguito intraprese, assieme a Renato
Carosone, autore del pezzo sanremese, una fortunata tournée in tutta Europa.
Successivamente venne pian piano messo in disparte delle nuove tendenze
musicali che avevano ormai occupato il panorama musicale italiano; continuò tuttavia a
partecipare a programmi radiofonici e televisivi come Milleluci (1974), Onda libera
(1976), Toh! Chi si risente... (1979), Cari amici vicini e lontani (1984). Nel 1982 formò
insieme a Nicola Arigliano, Claudio Celli, Wilma De Angelis e Cocky Mazzetti, il
gruppo vocale “Gli Oldies”, con il quale rinnovò la sua popolarità, prendendo parte a
numerose trasmissioni televisive e tornando, dopo quasi vent’anni, in sala d’incisione
per dar vita all’LP Questi pazzi pazzi Oldies.
Nonostante il buon esito delle loro esibizioni, il quintetto si sciolse dopo appena
un anno a causa delle molteplici divergenze sorte tra i suoi componenti. Nel 1986 un
delicato intervento alle corde vocali lo costrinse ad un ritiro forzato; aprì quindi una
serie di attività commerciali che però non ebbero fortuna. Ridotto quasi sul lastrico,
dopo un disperato appello apparso su tutti i quotidiani nel marzo del 2000, il 7
Dicembre dello stesso anno ottenne l’assegno vitalizio Bacchelli. Il 29 aprile 2003,
sopraggiunti anche problemi di salute, si ritirò nella casa di riposo per artisti “Giuseppe
Verdi” di Milano. Omaggiato e ricordato più Oltreoceano che in patria, riuscì per tutta
la vita a tener nascosto il suo più grande difetto: la balbuzie.
Bibliografia:
● Sergio Valeri, Ernesto Bonino, «Il Canzoniere della Radio», n. 21, 1° Ottobre 1941, pp. 3-4.
● Pietro Osso, Ernesto Bonino, in Interviste ai divi della Radio, Milano, Casa Editrice “Albore”,
Novembre 1941, p. 5.
● Voce Ernesto Bonino di G. Baldazzi, Il Dizionario della Canzone Italiana, a cura di Gino Castaldo,
Curcio Editore, 1990.
● E. Dalla Noce, Solo me ne vo per la città, Ferrara Editore, 1997.
● Augusto Pozzoli, Il cantante di Mille lire al mese: aiutatemi, ho una pensione da fame, «Il Corriere
della Sera», 14 marzo 2000, pag. 47.
● Ernesto Bonino, voce dell’Enciclopedia della Radio, a cura di P. Ortoleva e B. Scaramucci,
Garzanti Editore, 2003.
● Giacomo Pellicciotti, Addio al cantante Ernesto Bonino, fu il Mister Swing italiano, «La
Repubblica», 30 aprile 2008, pag. 57, sez. Spettacoli.