I RISCHI ATTUALI DELLA RETE INTERNET: LA
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I RISCHI ATTUALI DELLA RETE INTERNET: LA
I RISCHI ATTUALI DELLA RETE INTERNET: LA PEDOPORNOGRAFIA di Gabriella Argento Per pedofilia o abuso su minori s’intende qualsiasi atto che coinvolge un bambino in atti sessuali o che lo pone dinnanzi ad immagini di tali atti siano esse reali o virtuali. Più in generale la pedofilia costituisce un atteggiamento di interesse sessuale verso bambini ossia soggetti di età non matura alla vita sessuale, esercitata spesso da persone apparentemente normali, nello stile di vita e nei comportamenti, il più delle volte conoscenti del bambino o familiari oppure persone sconosciute incontrate occasionalmente anche a livello virtuale, ossia tramite rete internet. Rispetto a quest’ultimo punto una questione oggi molto diffusa è proprio quella della pedopornografia. La parola pedornografia indica la pornografia in cui sono rappresentati soggetti in età pre- puberale. Essa può inoltre essere di tipo virtuale intesa come rappresentazioni di immagini non associate a situazioni reali, aventi ad oggetto bambini ed adolescenti e realizzate attraverso tecniche di morfhing al fine di manipolare immagini e dare vita a creazioni virtuali. La pedopornografia costituisce a tutti gli effetti una forma di violazione dell’infanzia. L’attenzione rivolta a questa tematica è notevole e non è circoscritta solo all’ambito nazionale o europeo ma anche a livello internazionale. A partire dall’anno 2006 il “Centro nazionale per il contrasto per la pedopornografia sulla rete internet” ha ricavato un elenco dei siti pedopornografici inseriti della cosiddetta “black list”, che viene fornito agli internet service provider al fine di impedire la navigazione in tali siti. 1 Lo sviluppo esponenziale della pedopornografia registrato negli ultimi va indubbiamente individuato all’interno della rete internet. Il web oltre che essere un canale privilegiato per reclutare bambini, costituisce un campo consono a creare vere e proprie community in cui i soggetti che privilegiano materiale pornografico in genere possono confrontarsi, sostenersi e scambiarsi materiale. Le principali tecniche di adescamento sono il flaming e il grooming. Con il primo s’intende l’utilizzo di modalità scurrili e incisivi sui minori in rete, mentre il secondo indica le tecniche di adescamento di minori su internet oppure il fatto di osservare materiale pedopornografico anche senza scaricarlo oppure incitare un minore a posare in atteggiamenti sessualmente palesi dinnanzi una webcam. Il pedofilo on-line è quasi sempre di sesso maschile, ha un’età variabile tra i 20 e i 30 anni e si caratterizza per un’incapacità di interrompere i rapporti sessuali, malgrado la consapevolezza delle conseguenze alle quali va incontro. Egli inoltre, vive la sua condizione in modo egosintonico, nel senso che non c’è la percezione di essere affetto da una dipendenza e pertanto non ritiene opportuno ricorrere alle cure. Tra le spiegazioni maggiormente diffuse sul comportamento del pedofilo centrale è la teoria dell’abusato- abusatore. Secondo cui dietro le preferenze sessuali del pedofilo ci sono esperienze traumatiche, nel senso che egli ripete quanto ha subito come forma di vendetta: egli nel momento in cui mette in pratica tali comportamenti verso il bambino, da vittima diventa vincitore. Tuttavia questa teoria non ha carattere deterministico nel senso che non tutti i bambini vittime di abusi diventano pedofili, poiché la capacità di superare il trauma dipende da caratteristiche individuali oltre che di quelle sociali connesse all’ambiente in cui vive. 2 Dal punto di vista psicologico l’abuso è causa di un trauma, che spesso è difficile individuare, in quanto gli effetti sono complessi e sono a carico sfere, quali: psicologica, fisica e sociale. Sono frequenti paure, attacchi di panico, scarsa fiducia, basso livello di rispetto di sé e per la propria corporeità; inoltre è elevata la possibilità di diventare dipendenti da sostanze psicotrope e da alcol. Per quanto riguarda le conseguenze sociali, tra le vittime di abuso è frequente l’atteggiamento di diffidenza verso le altre persone ed un’eccessiva paura di perdere il proprio controllo nelle relazioni. Inoltre in età adulta è possibile che si manifestino difficoltà di tipo sessuale (problemi durante i rapporti, in quanto il partner può essere vissuto come l’abusatore e di conseguenza rifiutare tali rapporti, provare eccessivi dolori, avere difficoltà a raggiungere l’orgasmo, una ricerca incontrollata di rapporti, ecc.). Il tema dell’abuso è molto complesso poiché i suoi effetti contrassegnano il soggetto per tutta la vita. Per tale ragione oltre a interventi micro, di tipo individualizzati ed a carattere psicoterapeutici per la cura delle singole vittime, a livello macro necessita la diffusione di adeguati strumenti atti a riconoscere eventuali indicatori che potrebbero far pensare a tali episodi, da fornire a tutti gli operatori che si occupano di minori. Allo stesso tempo è fondamentale intervenire in chiave preventiva attraverso un sostegno adeguato alla genitorialità, come per esempio offrire dei percorsi di sostegno al fine contribuire a creare un ambiente relazionale adeguato ai minori, in cui fondamentali sarebbero la disponibilità e l’ascolto, specie quello delle emozioni. Indubbiamente validi sarebbero azioni finalizzate a sensibilizzare le comunità al tema dell’abuso e della pedopornografia, con lo scopo di accrescere la visibilità del fenomeno e l’intolleranza verso la produzione e/o diffusione del materiale pedopornografico in 3 genere e allo stesso tempo incrementare l’informazione sulle risorse del territorio presenti per aiutare e sostenere minori con problemi legati a traumi di abuso. Si rende necessario pertanto un lavoro di rete a 360° che coinvolga non solo i professionisti che operano nell’ambito socio- sanitario ed educativo a favore dell’infanzia (psicologi, assistenti sociali, medici, educatori, insegnanti ecc.), ma ogni singolo cittadino in quanto parte della comunità. Solo in questo modo sarà possibile contribuire alla realizzazione di fatto della tutela e del benessere dell’infanzia, e quindi delle generazioni future. BIBLIOGRAFIA Bisi R. (a cura di), Vittimologia, Dinamiche relazionali tra vittimizzazione e mediazione, FrancoAngeli, Milano, 2004. Cadoppi A. (a cura di),Commentario delle norme contro la violenza sessuale e contro la pedofilia, Cedam, Padova, 2006. Cifaldi G., Pedofilia tra devianza e criminalità, Milano, Giuffrè, 2004 4