tremila ostaggi in mano all`isis
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tremila ostaggi in mano all`isis
Anno V - Numero 189 - Sabato 6 agosto 2016 Direttore: Francesco Storace Roma, via Giovanni Paisiello n. 40 Calcio moderno L’intervento Terrorismo Il Milan adesso parla cinese Riforme: ecco perché vanno rigettate Espulso jihadista: stavolta a Caserta Colosimo a pag. 3 Palma a pag. 4 Fruch a pag. 10 IL CASO DELLE TELEFONATE TRA BUZZI E L’ASSESSORE MURARO: NON CI SARÀ RILEVANZA PENALE, MA QUELLA ETICA C’È TUTTA di Francesco Storace UGUALI guali. Uguali a chi li ha preceduti, prima, seconda e terza repubblica. La telefonata finita sulle pagine dei giornali fra Salvatore Buzzi e Paola Muraro non ha, secondo “fonti” della Procura di Roma, rilevanza penale. Lo avevamo dato per scontato anche prima, altrimenti il nome dell’Assessore all’Ambiente della Giunta Raggi sarebbe finito nell’inchiesta. Del resto – a parte me – Buzzi parlava praticamente con tutti. Non c’è da sorprendersi, quindi, se parlasse anche con la Muraro, all’epoca evidentemente qualcosa in più di una mera consulente dell’Azienda dei rifiuti romana. Il problema, quindi, non è la telefonata in sé. Il problema è che ti sei presentata come Cappuccetto Rosso (o Biancaneve, se preferite): il nuovo, il vergine da un sistema U Sindaco, anch’egli finito, come la Muraro, senza aver commesso alcun reato, nei brogliacci pubblicati dalla stampa e oggetto di un tale accanimento mediatico, che vedeva i 5Stelle in prima fila, da essere costretto alle dimissioni. O il tweet di Davide Barillari su Maurizio Venafro in cui, appena uscito il nome dell’ex capo di Gabinetto di Zingaretti nelle carte dell’inchiesta Mafia Capitale, il pentastellato chiedeva, al grido di “fuori la mafia dalla Regione”, le dimissioni di Zingaretti? Certo, che poi Venafro sia stato assolto “per non aver commesso il fatto” dev’essere un elemento secondario nella mistica grillina. E, forse, qualcuno pensa che abbiamo dimenticato la Taverna, Di Battista e Di Maio che, in Aula Giulio Cesare, leggevano stralci delle intercettazioni su Mafia Capitale? Non so se Paola Muraro possa essere o meno un buon assessore all’Ambiente. Di certo, alcune sue uscite sono state carognose (lo streaming con i dirigenti Ama e il mancato streaming con i sindacati) e intempestive (nei cumuli di rifiuti possono nascondersi le bombe). E le linee programmatiche della Giunta non lasciano ben sperare per il futuro della pulizia a Roma. Certo quel che c’è oggi in strada ha radici antiche che non possono essere addebitate a chi si è appena seduto in Campidoglio. Ma, magari piccola, però forse una piccola quota a chi, negli ultimi 12 anni in Ama c’era ed era pure importante… Grillini sempre più simili ai loro predecessori nel governo della città di Roma. Fanno le stesse cose ma pretendono impunità corrotto. E hai inalberato lo stendardo dell’”onestà” come palingenesi di Roma. I mali di Roma, secondo te, nascevano dalla (presunta) disonestà degli altri, dei lupi cattivi. Magari accompagnata da incapacità. Difficile dimenticare quello che la Raggi scriveva il 31 maggio sulla sua pagina facebook: “Quando il Pd governava decidevano Buzzi e Carminati. Lo dicono le carte della Procura. La cupola telefonava ad alcuni consiglieri del Pd e della destra chiedendo di portare in aula e di calendarizzare delibere fuori bilancio. Noi queste cose non ce le dimentichiamo”. Neanche noi, però, possiamo dimenticare che le telefonate Buzzi le faceva a tutti (comprese quelle per festeggiare la vittoria di Zingaretti contro di me alle Regionali). E le ha fatte anche alla Muraro. È ben nota la stima che ho avuto della Giunta Marino... Ma come dimenticare Mattia Stella, allora capo della segreteria dell’ex IL PADRE DEL PREMIER ELETTO “PER ACCLAMAZIONE” CAPO DEL CIRCOLO LOCALE LA GUERRA Dinasty Renzi a Rignano: Tiziano segretario di Robert Vignola l Partito Democratico a Rignano sull’Arno è un affare di famiglia. Citofonare, va da sé, famiglia Renzi. E se Matteo ha preso casa a Roma, dopo soli due anni di esilio alla guida del Pd locale torna Tiziano. Eletto I per acclamazione, senza inutili convenevoli. Il padre del presidente del consiglio Matteo Renzi si era dimesso dalla carica per le inchieste della magistratura sul fallimento della società Chil Post. Attualmente il Pd rignanese era coordinato da Antonio Ermini che era succeduto temporaneamente a Franco Bon- ciani, finito a sua volta al centro di alcune indagini.È dei giorni scorsi l’archiviazione dell’inchiesta da parte della Procura di Genova. Perciò è stato subito tempo di rimettere le cose al loro posto. A due anni di distanza dal doloroso abbandono, perciò, il Pd ha indicato Tiziano Renzi quale segretario, in attesa del congresso che dovrebbe tenersi, in contemporanea a quello nazionale, nel 2017. L’ufficialità è arrivata con una nota: “L’assemblea del Partito Democratico di Rignano, alla presenza del responsabile enti locali Stefano Bruzzesi, prendendo atto delle motivazioni della sentenza di archiviazione emessa dal gip di Genova, all’unanimità ha chiesto a Tiziano Renzi di riprendere il ruolo di segretario del partito rignanese, dal quale si era sospeso a causa dell’avviso di garanzia nel settembre del 2014”. “Tiziano Renzi – scrivono i dem – ha accettato con entusiasmo la proposta fatta dall’assemblea, indicando come primo obiettivo l’organizzazione della Festa dell’Unità”. Ma anche, manco a dirlo,la campagna referendaria del prossimo autunno. Altrimenti, a Rignano, toccherà trovar da fare a un altro Renzi. TREMILA OSTAGGI IN MANO ALL’ISIS Traboni a pag. 7 2 Sabato 6 agosto 2016 ATTUALITA’ ANCORA UNA VOLTA LE MOSSE DI RENZI SPIAZZANO ANCHE I SUOI PARLAMENTARI Nomine e stipendi, malessere dem Il partito perde pezzi in Vigilanza Rai. E anche Anzaldi attacca Campo Dall’Orto IL RETROSCENA La Berlinguer saluta (anche l’ipotesi Pd) l comitato per il No formato da dieci suoi parlamentari, lo strappo delle dimissioni della vigilanza Rai. Il Pd fa i conti con il “serrate le righe” ordinato dal premiersegretario. Che, cosa rara, al di là delle critiche più o meno sommesse (sempre numerose) stavolta ha fatto registrare abbandoni di poltrone e aperte contestazioni alla linea del partito. “Siamo alla vigilia di importanti appuntamenti istituzionali-politici come il referendum. Ho il fondato sospetto che questa accelerazione sia stata il frutto della volontà di avere tre tg con tre direttori tutti e tre rispondenti ad un’area governativa”, attaccava ancora ieri Michele Gotor, senatore della minoranza, dimessosi dalla commissione di vigilanza Rai. “Le nomine sono di competenza del direttore generale della Rai, non ho nulla da eccepire, non mi permetterei di farlo rispetto alla professionalità dei nomi scelti. Ci siamo dimessi perché abbiamo ritenuto molto grave che la commissione di vigilanza I Rai (che ha competenza per indicare una missione del servizio pubblico) si sia trovata di fronte ad un mezzo piano editoriale delle linee di indirizzo, dal mio punto di vista estremamente superficiali. È stato il combinato disposto tra un piano appena abbozzato e il blitz agostano di queste nomine a far capire che abbiamo rovesciato l’ordine dei fattori. Il piano editoriale diventa il pretesto per procedere a delle nomine che, secondo la mia valutazione e dell’altro collega dimessosi Fornaro, costituiscono un tentativo di normalizzare un servizio pubblico che per costituzione deve garantire il pluralismo politico-culturale”. Ma anche Michele Anzaldi ha una lettura assai critica, e arriva a puntare il dito contro Campo Dall’Orto con parole micidiali. “Non è mai successo che delle nomine venissero fatte così, interne e con il grado: è un trionfo, su questo, di Campo Dall’Orto. Campo Dall’Orto, di cui non penso bene, l’ha fatto per distogliere l’attenzione da delle cose scan- dalose: il loro stipendio. Non si parla più di uno stipendio faraonico di 650mila euro, sei volte quello del premier, e parliamo invece di una rotazione naturale con il vicedirettore che stava in quel giornale. Stiamo parlando di una cosa mai successa in Rai, dove sono sempre piovuti super direttori e super giornalisti dall’esterno, che magari non avevano mai fatto tv, con stipendi faraonici, e nessuno aveva mai detto niente”. “Io di Campo Dall’Orto” conclude Anzaldi nella sua intervista a Radio 24 “ero e sono un fan, però se a mio avviso lavori male, te lo dico: abbiamo assunto a stipendi faraonici, nel silenzio totale, troppi esterni senza le esperienze e i titoli necessari, calpestando le grandi specializzazioni interne, calpestando quelli che ci sono, usciti sui giornali, e che sono super pagati e non fanno nulla da anni. Perché l’informazione in Rai è troppo ridotta, abbiamo mandato via Porro, Ballarò, abbiamo mandato via troppe cose”. ualcosa s’era detto al riguardo di una discesa in politica di Bianca Berlinguer, come avversaria di Matteo Renzi al prossimo congresso del Pd. Invece la figlia del segretario più amato dai post-comunisti, nel suo saluto agli spettatori, ha più o meno indirettamente smentito l’ipotesi: lo ha fatto utilizzando i social media. “Ringrazio di cuore tutti coloro che, in queste ore, mi hanno comunicato nelle forme più diverse la loro solidarietà - scrive la giornalista - Non nego che questo sia per me un passaggio difficile della mia vita e della mia attività professionale e dunque sono grata a quanti vogliono farmi sentire la loro amicizia e la loro vicinanza”. “Grazie per non avermi fatto sentire sola - continua Berlinguer - tanto e tale è l’affetto che ho avvertito anche in settori dell’opinione pubblica lontanissimi da me sotto il profilo culturale e politico. Forse quello che, col tg3, abbiamo cercato di fare in questi anni, è riuscito a raggiungere tanti e a lasciare una traccia. Ovvero la capacità di ascoltare e di dare voce a tutto ciò che, sul piano politico, rappresentava una novità e manifestava un movimento. E, sul piano sociale, l’attenzione per chi fatica la vita e ha paura del futuro, per chi lamenta ingiustizie e domanda tutela. Comunque, non vado in pensione né cambio mestiere: chi mi ha seguito lo potrà fare ancora - se vorrà - nella prossima attività di informazione politica quotidiana che presto, prestissimo intraprenderò, ancora in Rai. Arrivederci e a risentirci, con affetto”. Evidentemente, non dentro il Pd. O, quanto meno, non ancora… R. V. Q L’IMMIGRAZIONE PORTA VENTI DI BUFERA CON ACCUSE TRA STATI. ROMA SI ACCONTENTA DELLE RASSICURAZIONI UE L’Europa freme, l’Italia tace numeri dicono di no, o quanto meno in tale misura vengono letti dagli eurocrati. La verità è che però c’è una bufera che si staglia sui cieli del continente, e particolarmente d’Italia, e quella bufera si chiama immigrazione. In particolare dopo i raid Usa anti Isis a Sirte, in Libia, e dopo che il governo italiano ha dato la disponibilità all’uso delle basi militari, l’Ue ha voluto far sentire la sua voce attraverso il commissario all’Immigrazione Dimitris Avramopoulos, che non a caso ha rilasciato un’intervista all’agenzia giornalistica Ansa: Con tante parole, tra cui “l’impegno nel continuare a supportare l’Italia offrendo sostegno con finanziamenti e risorse umane. Siamo pronti a rafforzare il nostro aiuto se richiesto, la Commissione europea monitora da vicino l’evoluzione della situazione nel Mediterraneo centrale”. I Segno che ci si attende un netto peggioramento della situazione: anche per questo motivo, infatti, le stesse fonti gettando acqua sul fuco e abbondano in rassicurazioni, sottolineando che secondo la por- tavoce della Commissione Ue per le politiche migratorie, Tove Ernst, “i migranti sbarcati in Italia sono stati circa 90mila, più o meno la stessa cifra dello scorso anno, in questo periodo. Quindi non ab- biamo visto cambiamenti degni di nota”. Solo che l’anno scorso fu un’ondata che si sperava di contenere quest’anno. E ciò non è avvenuto. In tutto questo, anche la polemica è migrante e travalica i confini di più Stati. L’Austria ha invocato un ‘piano B’ di fronte alla fragilità dell’intesa Ue-Turchia, la Bulgaria ha chiesto un rafforzamento delle attività di Frontex alla sua frontiera sempre con la Turchia, mentre gli “esperti” dell’Agenzia Ue andranno a rafforzare il confine tra Bulgaria e Serbia. Intanto Berlino ribadisce la sua fedeltà all’accordo raggiunto con Ankara. “Non c’è alcun motivo per pensare a un piano B”, ha affermato il ministro tedesco alla Cancelleria Peter Altmeier, mettendo un dito nell’occhio a Vienna, che nel frattempo ha intimato le autorità turche (che hanno tacciato gli austriaci addirittura di “razzismo”) di moderare il linguaggio. In tutto questo, dal governo italiano non si leva una sola voce. Come se il problema non fosse, anche e soprattutto, il nostro. R. V. Via Giovanni Paisiello n.40 00198 Roma Tel. 06 85357599 - 06 84082003 Fax 06 85357556 email: [email protected] Direttore responsabile Francesco Storace Amministratore Roberto Buonasorte Capo Redattore Igor Traboni Società editrice Amici del Giornale d’Italia Sito web www.ilgiornaleditalia.org Per la pubblicità Responsabile Marketing Daniele Belli tel. 335 6466624 - 06 37517187 mail: [email protected] -----------------Autorizzazione del Tribunale di Roma n° 286 del 19-10-2012 3 Sabato 6 agosto 2016 ATTUALITA’ SI CHIUDE DOPO 30 ANNI E 28 TROFEI LA GLORIOSA ERA BERLUSCONI Dopo l’Inter, anche il Milan ai cinesi Fininvest ha ceduto il 99,93% del capitale azionario per una cifra pari a 740 milioni (compresi i debiti) A guidare la cordata non solo imprenditori ma pure il governo che ha garantito grandi investimenti di Federico Colosimo volta epocale, adesso è ufficiale: il Milan diventa cinese. Dopo un lungo tira e molla, il colpo di scena. Fininvest ha ceduto il 99,93% del capitale azionario per una cifra pari a 740 milioni (compresi debiti per circa 220 milioni). Dopo 30 anni Silvio Berlusconi, che ha portato i rossoneri a diventare il club più vincente al mondo, è stato costretto a vendere un pezzo del suo cuore. Tutto fatto, con il closing dell’operazione previsto per la fine dell’anno. Il Milan viene rilevato dalla SinoEurope Investment Management Changxing, società veicolo di cui fanno parte, tra gli altri, Haixia Capital, il fondo di stato cinese per lo Sviluppo e gli Investimenti. Una mossa a sorpresa, perché ad acquistare il Diavolo non è stata la cordata orientale rappresentata dai manager Gancikoff e Galatioto. E neanche il gruppo Fosun che alle spalle ha pure il super procuratore portoghese Jorge Mendes. Ma un altro colosso rappresentato da Yonghong Li, l’unico S che non ha fatto troppe chiacchiere passando immediatamente ai fatti. Concludendo una operazione dalla portata gigantesca in gran segreto. Senza far filtrare nulla. Alla quale prenderanno parte non solo imprenditori, ma anche il governo cinese. Berlusconi ha ottenuto pure che fossero inserite nel contratto di vendita precise clausole che assicurassero gli investimenti necessari per riportare il Milan ad essere competitivo non solo in Italia ma anche in Europa. Con gli acquirenti che, si legge nell’accordo, “s’impegnano a compiere importanti interventi di ricapitalizzazione e rafforzamento patrimoniale e finanziario, per un ammontare complessivo di 350 milioni di euro nell’arco di tre anni, di cui 100 da versare al momento del closing. Ciò vuol dire che molto presto i rossoneri, con investimenti mirati e giocatori di prima fascia, torneranno alla ribalta. Presto, appunto. Ma (forse) non subito. Perché a quanto pare la cordata cinese inietterà immediatamente 15 milioni di caparra e altri 85 entro 35 giorni. Ma la speranza è che le risorse possano arrivare prima della fine del mercato. Fra poco più di tre settimane il calciomercato chiuderà i battenti e riaprirà solo il 1°gennaio 2017. Il Milan ha bisogno di calciatori eccellenti in difesa e a centrocampo per provare a competere per le prime posizioni. Non è escluso che i cinesi possano intervenire fin da subito, autorizzando operazioni ad oggi non previste. Dalle quali potrebbero trarre beneficio il tecnico Montella, i tifosi, ma anche la nuova proprietà. Che se il Milan dovesse tornare in Champions potrebbe subito vedere ripagato lo sforzo compiuto. Tant’è, nei prossimi tre anni i rossoneri potranno contare su un bel gruzzoletto di denaro da spendere sul mercato per tornare final- mente a fare la voce grossa dopo gli ultimi anni di magra. Grazie pure a Berlusconi, che s’è messo da parte garantendo al club un futuro radioso. Si chiude l’era Berlusconi, tra le più gloriose nel mondo del calcio. Caratterizzata da 28 trofei e vittorie incredibili (cinque le Champions League conquistate) che resteranno per sempre indelebili. RISCHIA DI SALTARE ANCHE IL CONTRIBUTO DELL’EX BANCO DI NAPOLI Mps, ancora nuvole all’orizzonte Anche gli enti dei consulenti del lavoro e degli psicologi pronti alla fuga. Siena sempre nel caos di Marco Zappa entre Mediobanca s’è detta pronta a sostenere la ricapitalizzazione del Monte dei Paschi, operazione che permetterebbe a Piazzetta Cuccia di mettere le mani sull’istituto di credito senese, Bankitalia, Consob e ministero dell’Economia, con quest’ultimo decisivo per il salvataggio del gruppo, rischiano un’azione di risarcimento che potrebbe sottrarre circa 700 milioni da destinare a Rocca Salimbeni. La notizia, lanciata dal Fatto Quotidiano, non fa dormire sonni tranquilli alla roccaforte della sinistra. A rischio contenzioso è una buona parte del contributo della Sga, “la bad bank nata sulle ceneri del Banco di Napoli”. Che vuole portare in tribunale, con 20 anni di ritardo, anche Viale XX Settembre per il “fallimento pilotato” dell’ex istituto partenopeo. M Per via di quell’operazione sospetta firmata dal governo Prodi (ministro dell’Economia era Azeglio Ciampi) nel 1996. Nel mirino criticità nei crediti del Banco e altre anomalie tutte da accertare. Un grattacapo, l’ennesimo per Mps. Che dovrebbe concludersi con un nulla di fatto, viste pure le contestazioni che riguardano episodi accaduti ormai troppo tempo fa. Ma che tornano attuali e soprattutto a cavalcare gli onori delle cronache. Indiscrezioni che non possono far felici una società quotata in Borsa che continua a navigare in acque pericolose ma certamente più tranquille da quando la Banca centrale europea ha dato il suo assenso al piano di salvataggio proposto dai vertici del gruppo toscano. Per un nuovo aumento di capitale da 5 miliardi che potrà essere realizzato, tra novembre e dicembre, solo se Siena riuscirà a smaltire i 9,2 miliardi di sofferenze. Quei crediti deteriorati, non performing loans (Npl), che hanno rischiato di affondare per sempre Rocca Salimbeni. Dopo il no delle Casse previdenziali al Fondo Atlante 2, che avrà un ruolo attivo e da protagonista nella cartolarizzazione delle sofferenze bancarie, a partire da quelle di Mps, altre nuvole all’orizzonte. Con l’Enpaci e l’Enpap, rispettivamente l’ente dei consulenti del lavoro e degli psicologi, che continuano a prendere tempo e hanno rinviato ogni decisione a settembre. Anche se appare difficilissimo che i due enti possano decidere di fornire il proprio apporto per correre in soccorso di Siena. Abbandonata, senza essere nemmeno sedotta. NEL TRIMESTRE APRILE-GIUGNO -0,4%. MAI COSÌ MALE DAL 2015 Industria, cala la produzione industriale Nessuna speranza di crescita con l’economia che rallenta ancora - Il crollo delle attività estrattive na crescita immaginaria, sbandierata a chiacchiere solo dai nostri governanti. Irreale. E una discesa libera verso il basso che viene invece palesata coi fatti dall’Istat. Che smentisce l’esecutivo e certifica che i numeri dell’industria italiana non sono positivi. Tutt’altro. In Italia la produzione industriale è calata a giugno dello 0,4% e dell’1,0% su base annua. Mai così male dal 2015, col Bel Paese che non avanza: arretra. Sono i numeri U impietosi fatti registrare da Palazzo Chigi, che paga a caro prezzo le sue inefficienti politiche. Nella media del trimestre aprile-giugno la produzione industriale ha dunque catalogato una flessione dello 0,4% rispetto al periodo compreso tra gennaio e marzo, che invece aveva riportato un aumento di pari entità sempre su base congiunturale. Le note dolenti sono caratterizzate dai beni intermedi (-1,1%), quelli di consumo (-1%) e dall’energia (-0,7%). Mentre i comparti che hanno prodotto la maggiore crescita a giugno sono quelli di elettronica, apparecchi elettromedicale e misurazione di orologi (+2,3%), della metallurgia, esclusi macchine e impianti (+1,4%) e dei prodotti chimici (+0,8%). Crollo del 19,2% per l’attività estrattiva. E del 7% per la produzione di prodotti farmaceutici. Male anche quelli petroliferi raffinati (-4,8%). Si tratta del primo dato negativo dal 2014, quando la produzione era scesa del -3,7%. Numeri che fanno suonare l’ennesimo campanello d’allarme a Palazzo Chigi, con i consumi che non ripartono e i prezzi in deflazione. E la situazione, catastrofica, destinata a ricadere ancora una volta sulle famiglie italiane e le imprese. Tra tagli degli acquisti e sforbiciate al personale per evitare di abbassare per sempre le serrande. L’economia rallenta ancora e l’Italia arranca. Anche la produzione industriale torna a calare. M.Z. 4 Sabato 6 agosto 2016 ATTUALITA’ L’INTERVENTO I pasticci “destituenti” di Renzi Q Una riforma scritta da un governo non eletto e approvata da un Parlamento eletto con legge dichiarata incostituzionale uesta riforma costituzionale, come ho avuto modo di argomentare più volte, è stata scritta ed approvata da un Parlamento (nel corso della corrente Legislatura, la XVIIesima) ‘eletto’ con legge elettorale dichiarata incostituzionale. E già. Proprio così. La Corte Costituzionale, con Sentenza n. 1/2014, ha dichiarato l’incostituzionalità del porcellum sia nella parte in cui questo non prevedeva la facoltà per l’elettore di esprimere preferenze per i candidati, sia nella parte in cui non era prevista una soglia minima di voti oltre la quale sarebbe dovuto scattare il premio di maggioranza. Ciò detto, il testo di revisione costituzionale è stato approvato grazie ad un numero di voti, necessari e sufficienti, provenienti soprattutto da quei deputati e senatori ‘eletti’ con quel premio di maggioranza che la Consulta ha dichiarato incostituzionale. E fosse solo questo! A dettare la riforma è stato addirittura il Governo, in aperto contrasto con ogni - anche minima - sensibilità costituzionale. Per carità, non è affatto vietato all’esecutivo presentare un ddl contenente una bozza di revisione costituzionale, però - giusto per ristabilire un po’ di verità - Piero Calamandrei (mica Ettore Rosato) diceva che il Presidente del consiglio dei ministri, durante le discussioni in materia di revisione costituzionale, non dovrebbe neppure essere presente in aula. Si chiama sensibilità costituzionale. Ma non è per tutti. Non a caso Rosato non è Cala- mandrei. Ma entriamo nel contenuto della riforma. Senato sì o Senato no? Nel dubbio, questo Parlamento ‘riformatore’ (privo di qualsiasi legittimazione politica) lo ha voluto mantenere, ma assegnando ad esso funzioni molto pasticciate e parecchio confuse. Ah, dimenticavo, i senatori non saranno eletti direttamente dal popolo bensì dai Consigli regionali in conformità alle scelte espresse dagli elettori in occasione del rinnovo dei consigli medesimi, quindi attraverso meccanismi previsti da una legge ad hoc (ancora da approvarsi). Ma non è finita qui. Il Senato non eletto continuerà, in una cornice ristretta e residuale in cui resterà salvo il bicameralismo paritario, ad esercitare le funzioni di adesso. Ma da non eletto! Vabbe’, direte voi, si tratta di dettagli. E mica tanto, vi rispondo io. La riforma introduce il bicameralismo differenziato, o ‘monocameralismo imperfetto’ come piace definirlo a me, in cui ad esercitare la funzione legislativa (cioè il potere di fare le leggi) sarà la sola Camera dei deputati (salvo le ipotesi di residualita’ del bicameralismo perfetto), alla quale (da sola) spetterà concedere e revocare la fiducia al Governo. E fin qui, più o meno, niente di male. Se non fosse che, insieme alla revisione costituzionale, v’è anche una legge elettorale a forte vocazione maggioritaria (l’Italicum) che assegna un consistente premio di maggioranza alla lista e non alla coalizione vincente, con la conseguenza che avremo: 1) una sola camera (la Camera dei deputati) che farà le leggi e che voterà la fiducia al Governo; 2) una maggioranza camerale mono-lista (e forse anche monocolore) che esprimerà la figura del Presidente del consiglio dei ministri; 3) con l’introduzione dell’istituto del ‘voto a data certa’, all’interno del combinato disposto riforma costituzionale-Italicum, si avrà un definitivo esautoramento del Parlamento, ridotto a ‘votamento’; 4) quella stessa maggioranza mono-camerale, mono-lista e forse anche mono-colore, che esprimerà il Presidente del consiglio e voterà la fiducia al Governo, e che approverà in silenzio e senza discussioni tutto quello che il Governo le sottoporrà, non sarà nemmeno espressione della maggioranza degli elettori, bensì di una minoranza diventata maggioranza solo grazie al premio (con o senza ballottaggio, a seconda della percentuale di voti ottenuta dalla lista vincente al primo turno). Con l’aggravante che più della metà dei deputati saranno nominati e non eletti direttamente dai cittadini (per effetto della previsione dei capolista bloccati). A proposito del combinato disposto riforma costituzionale-italicum, questo fa venir meno quei necessari pesi e contrappesi indispensabili affinché il sistema istituzionale continui a basarsi su criteri di equilibrio. Tanto più che, ad esempio, i 5 giudici della Corte Costituzionale eletti dal Parlamento saranno 3 di competenza della Camera (la cui maggioranza è mono-lista e forse anche monocolore) e 2 di competenza del nuovo Senato, quindi di quei 100 neo-senatori non eletti direttamente dal popolo. Insomma, questa riforma è un vero e proprio tentativo di Restaurazione. L’ennesimo ‘regalo’ della modernità Restauratrice... Avv. Giuseppe Palma autore del libro “FIGLI DESTITUENTI...” CLAMOROSA INIZIATIVA DELL’UGL SARDA Call center di Tiscali? Risponderà il Tribunale La Jenner srl, che gestisce il servizio, non paga gli stipendi e 13 lavoratori invece di andare in ferie mettono in piedi l’azione legale a storia della Tiscali diviene ogni giorno più travagliata dopo le vicende giudiziaria che hanno visto coinvolto il suo fondatore ed ex governatore della Regione sarda, l’imprenditore esponente del PD, Renato Soru. Basta accedere al sito internet ufficiale di Tiscali per apprendere che, al 31 dicembre 2015 si parla di un gruppo di undici società italiane e dieci straniere, per lo più tutte partecipate dalla capogruppo al 100%. Stranamente il sito è fermo al 31 dicembre 2015 e nulla si dice né della fusione con Aria Italia né delle varie società alle quali vengono appaltate e subappaltati i servizi che Tiscali presta al pubblico. La caratteristica comune di tali società è quella di avere sede in Sardegna, di non avere sito internet, di assumere sempre i medesimi lavoratori e, almeno per quanto riguarda Interline srl e Jennas srl, non pagare quanto dovuto agli sfortunati lavoratori. I quali, stanchi di non vedersi pagare lo stipendio, hanno deciso di dire basta e si sono affidati ai L legali nazionali del battagliero sindacato UGL Telecomunicazioni, gli avv.ti Romolo Reboa e Roberta Verginelli, ed il 4 Agosto hanno presentato tutti insieme i primi tredici ricorsi al Tribunale di Cagliari contro la Jennas srl Non solo, ma i lavoratori, stanchi di subire, hanno deciso di andare a fondo ed affidato agli stessi avvocati ulteriori tredici azioni contro la Interline srl per il mancato pagamento del TFR per forzate dimissioni provocate da una indagine della Guardia di Finanza e da un cambio di società nell’arco di 24 ore. Ma il mandato ai noti avvocati romani non finisce qui: essi devono svolgere indagini difensive sui nomi che stanno dietro a queste scatole cinesi e, dalle prime interviste, sono già emersi nominativi di baristi ed imbianchini improvvisamente soci (forse inconsapevoli?) di società di telecomunicazioni. “Credo che dall’azione giudiziaria che nasce dall’onestà e dal coraggio dei sindacalisti dell’UGL Comunicazioni emergeranno risvolti clamorosi per la Sardegna”, ha di- chiarato l’avv. Romolo Reboa, “e, comunque, valuteremo eventuali azioni contro la Tiscali, ex art. 1676 cc contro le società del gruppo Tiscali a tutela degli interessi degli sfortunati ed incolpevoli lavoratori”, ha concluso l’avv. Roberta Vergi- nelli, a conferma che sarà un’estate molto calda per le società fondate e/o eterodirette da Renato Soru. Per la voce dei lavoratori, ha parlato Barbara Marongiu, Ugl telecomunicazioni Sardegna: “Come preannunciato dall’Ugl, riteniamo op- portuno che le commesse rimangano pressi i call center sardi vista la grave crisi che colpisce l’intera isola. Mi auguro che il più grande competitore delle telecomunicazioni riveda i piani di assegnazione di alcune commesse”. 5 Sabato 6 agosto 2016 DA ROMA E DAL LAZIO UN’ALTRA SFORBICIATA AI SERVIZI PERIFERICI GESTITI DALLA ROMA TPL Bus col contagocce, ridotte cento linee Dalla commissione Trasporti: “E’ peggio dello scorso anno”. Atac conferma: “C’è stata una escalation” di Marco Compagnoni n’altra sforbiciata è stata applicata ai bus periferici gestiti dalla società Roma Tpl, i cui lavoratori hanno messo in campo diverse proteste per il ritardo degli stipendi e dei disservizi del servizio. Proprio nelle periferie dove i 5 Stelle, come ribadito dalla stessa Raggi nelle linee programmatiche, hanno sbandierato in campagna elettorale una maggiore attenzione e azione amministrativa. Ma i fatti sembrano dimostrare ben altro, almeno sin qui. Infatti dall’8 al 21 agosto il servizio sui bus periferici sarà colpito da una fase di riduzione. Quasi 100 linee. Un’emergenza trasporti, da mesi all’apice con la manutenzione dei mezzi e delle linee, che pende su migliaia di turisti, romani e pendolari. E non emergono segnali positivi dall’utenza. A partire dalla stazione Termini, dove anche ieri tantissime persone attendevano invano un bus sulle banchine. “Da oltre un’ora aspetto il bus”, era la critica di una cittadina ad un autista, che ha alzato le spalle: “Non so, non si tratta della mia linea”. Ma i guasti e le intere linee ferme per mancanza di vetture sono state oggetto di un’audizione in commissione Trasporti di Roma Capitale. “E’ peggio dello scorso anno”. E’ U l’allarme lanciato dal il presidente della commissione Enrico Stefano (M5S), in occasione dell’audizione dei vertici di Atac a via Capitan Bavastro. “È la prima estate in cui succede questo, sappiamo che l’età media degli autobus è molto avanzata, ma in una situazione così grave non ci eravamo mai arrivati”, ha continuato. Così le difficoltà dei trasporti aumentano anno dopo anno, lontane dai riflettori mediatici per l’emergenza rifiuti che sta coivolgendo anche l’amministrazione comunale. La conferma è arrivata anche dal dg di Atac, Rettighieri: “È vero, verissimo. Quest’anno c’è stata una escalation”. “Abbiamo mezzi con 700mila chilometri e ogni volta che si accende il condizionamento ovviamente il motore soffre. Comunque i mezzi con aria condizionata tra marzo e maggio sono stati tutti revisionati”, ha spiegato. Sì, ma sono tantissime le vetture che circolano prive dell’aria condizionata. Una condizione di trasporto non certamente gradevole vista l’afa che attanaglia da mesi la Città Eterna. “Inoltre la quasi totalità delle vetture riporta danni allo chassis a causa delle strade di Roma che sono quello che sono: più i bus sono lunghi e più si danneggiano, e quindi dobbiamo riportarli in officina”, ha spiegato ancora. Infine, ha concluso Rettighieri, “non sempre il ritardo dei mezzi è dovuto a guasti, ma è causato dal traffico e dall’assenza di preferenziali”. Senza dimenticare che “Atac soffre di una mancanza di flussi finanziari certi e costanti che ci impedisce di pagare i fornitori con una certa regolarità. È un problema grave già affrontato con la Giunta e che stiamo cercando di risolvere”. Le condizioni finanzierie sono disa- strose. I debiti nel 2016 ammontano a un miliardo e trecentomila euro. Un buco monstre, che corrisponde suppergiù alla cifra affidata senza gara dal 2011 al 2015 su cui è stata aperta un’inchiesta dalla Procura di Roma. Il defict era di 1,5 miliardi nel 2015, sceso grazie a “una riduzione di 100 milioni del debito con le banche e di altrettanti con i fornitori, passato da 420 a 320”, aveva precisato il direttore Rettighieri lo scorso aprile. Ma non è tutto oro quello che luccica: ballano 400 milioni di debiti verso il Comune da “regolarizzare attraverso un piano di rientro”. I DEMOCRATICI RIVENDICANO UN SEGGIO IN PIÙ, CHE SAREBBE QUELLO DI COZZOLI Pd chiede la conta dei voti I 5 Stelle ironizzano: “Si sono accorti di essere pochi” poche settimane dal congresso romano, che decreterà la fine del commissariamento dopo Mafia capitale, la federazione cittadina ha presentato nei giorni scorsi un ricorso al Tar del Lazio per chiedere il riconteggio A dei voti di preferenza nelle ultime elezioni amministrative a Roma che hanno portato alla vittoria di Virginia Raggi. Secondo i calcoli del commissario Matteo Orfini, contro cui sono volate accuse pesanti da diversi quadri e deputati, spetterebbe un seggio in più al proprio partito, perché “ci sono state irregolarità e incongruenze in 36 sezioni”. Dai 5 Stelle, che contano ben 29 consiglieri rispetto ai 7 dem, ironizzano: “Si sono accorti di essere pochi”, ha detto il capogruppo pentastellato Paolo Ferrara. Con tanto di chiosa: “Cercano altri metodi poco democratici per contare qualcosa nel cambiamento di Roma che il M5S sta già portando”. Il seggio rivendicato dai democratici è quello della Lista Marchini, con il quale è stato eletto Ignazio Cozzoli, ora passato nel gruppo misto. Al suo posto, qualora i giudici dovessero accettare il ricorso, entrerà Giulia Tempesta, ex consigliera comunale del Pd durante l’era Marino. ALTRA MOBILITAZIONE A LATINA DELL’UGL Aviointeriors:“Intervenga la Procura” ncora tensione tra i metalmeccanici della provincia di Latina. Anche ieri i lavoratori della Aviointeriors, una delle poche multinazionali attive sul territorio, hanno scioperato davanti la Direzione territoriale di Latina per denunciare la grave situazione dell’azienda di Tor Tre Ponti. “I lavoratori continuano ad essere sottoposti a pressioni per siglare l’accordo quadro sui tagli agli stipendi e ai trattamenti accessori che hanno invece bocciato nel referen- A dum”, ha spiegato il segretario provinciale dell’Ugl Metalmeccanici, Giuseppe Giaccherini, ricordando che “l’azienda sta tentando di spingere i dipendenti a siglare verbali di conciliazione individuali per bypassare gli esiti del referendum, diffondendo notizie false e tendenziose, e addirittura dichiarando che solo chi firmerà potrà andare in ferie”. Per questo, i lavoratori hanno chiesto alla Dtl di Latina di intervenire.“Faremo la stessa richiesta alla Direzione territoriale di Napoli dove dovrebbero essere depositati i verbali di conciliazione, al fine di evidenziare le irregolarità e chiedere gli opportuni controlli”, hanno promesso. La mobilitazione proseguirà anche la prossima settimana con nuovi sit-in di protesta per chiedere l’intervento di tutte le istituzioni coinvolte. Se tale situazione dovesse persistere, i lavoratori stanno valutando gli estremi per un esposto alla Procura della Repubblica. Il ricorso, datato 27 luglio, è stato presentato dai dem contro Roma Capitale e il sindaco Virginia Raggi. “Si ha motivo di ritenere che le operazioni di scrutinio siano state eseguite in modo non corretto e non conforme alla legge”, si legge nel documento. “I risultati elettorali presentano delle incongruenze e delle anomalie che inficiano la loro stessa attendibilità -prosegue ancora -. Infatti sulla base del conteggio delle schede e dei voti in esse espressi sono state irregolarmente individuate le cifre elettorali delle coalizioni, delle singole liste e dei singoli candidati al consiglio comunale, con conseguente altrettanto irregolare determinazione dei quozienti per l’assegnazione del numero dei consiglieri a ciascuna lista o a ciascun gruppo di liste collegate”. 6 Sabato 6 agosto 2016 DA ROMA E DAL LAZIO IERI UN ALTRO INCENDIO CHE HA MESSO IN PERICOLO UNA PALAZZINA IN VIA ARZANA Il Lazio continua a bruciare I residenti con secchi ed estintori sono dovuti scendere in strada per cercare di arginare le fiamme di Marco Compagnoni aura in una palazzina di via Arzana, minacciata dalle fiamme del maxi incendio che si è sviluppato ieri mattina in alcuni campi, non lontano da via della Pisana a Roma. Non sono mancati attimi di tensione. I residenti con secchi ed estintori sono dovuti scendere in strada per cercare di arginare le fiamme che metro dopo metro, dopo aver devastato una zona adibita a spazio pubblico, si stavano avvicinando all’edificio. Poco dopo, intorno alle 13 e 30, un veicolo dei vigilli del fuoco è giunto sul posto iniziando a domare le fiamme. I cittadini, però, hanno denunciato un presunto ritardo nei soccorsi, perché “l’allarme era stato dato attorno alle 12 e 30”. Nella palazzina vivono 19 famiglie, data in assegnazione da 4 anni dal Comune di Roma a nuclei con bambini e disabili. Un incendio di vaste proporzioni, con il fumo denso e scuro che era visibile a lunga distanza dal Raccordo anulare. Nella regione è scoppiata dunque una vera e propria emergenza sterpaglie. Non solo Roma, ma anche l’hinterland e le altre province del Lazio continuano a bruciare. Sono infatti 1320 gli incendi divampati lo scorso luglio. Le fiamme non hanno risparmiato boschi, sterpi e vegetazione a bordo strada richiedendo l’intervento massiccio dei vigili del fuoco e delle organizzazioni di volontariato di Protezione Civile: 6000 solamente quelli delle circa 2000 associazioni di Protezione Civile regionali. A detenere la maglia nera di questo mese di luglio è Roma e la P sua provincia dove, secondo i dati della sala operativa della Regione Lazio, sono divampati 760 incendi. A seguire Latina e la sua provincia (380) e a scendere Frosinone (85), Viterbo (90) e Rieti (5). Da Roma Nord a Roma Sud, passando per il versante orientale e quello occidentale tutta l’Urbe si è trovata alle prese con vaste colonne di fumo e fiamme che molte volte hanno fatto temere il peggio, lambendo pericolosamente abitazioni, aziende, magazzini ed esercizi commerciali. Per non parlare del blocco totale della Pontina per circa una settimana, con diversi incendi di vaste proporizioni che hanno paralizzato la circolazione sulla SR148 ANGUILLARA SABAZIA A 5 STELLE Via tre assessori, “ora si fa sul serio” I componenti della giunta rimettono le deleghe al sindaco a due mesi dall’insediamento ronti e via, ma la macchina amministrativa targata 5 Stelle si è fermata a due mesi dall’insediamento. E’ successo ad Anguillara Sabazia, dove sono scesi ben tre assessori. Il neo sindaco, Sabrina Anselmo, ha così dovuto correre P ai ripari, sulla quale sono piovute polemiche. Ad abbandonare la giunta pentastellata sono stati Giovanni Chiriatti (Aree periferiche e comitati di quartiere), Franca De Santis (Cultura) e Franco Bernardini (Centro Storico e Biblio- teca). Quest’ultimo era andato via a fine luglio spiegando adducendo motivi di tempo. “Il mio lavoro, quello che mi consente di pagare il mutuo, mantenere la famiglia, pagare le bollette e magari, ogni tanto, mangiarmi una pizza non posso assolutamente lasciarlo e quindi non posso dedicarmi all’impegno assessorile che richiede una dedizione totale”, aveva spiegato sbattendo la porta del Municipio. Si apre così la prima crisi amministrativa nella cittadina di oltre 19mila anime. Mentre gli altri due assessori, Chiriatti e De Santis, avrebbero consegnato le deleghe al sindaco per alcuni contrasti sulla linea politica. “Con l’assegnazione delle ultime deleghe la giunta è ora al completo e può cominciare il suo lavoro a pieno regime”, ha spiegato il primo cittadino, che ha ringraziato Chiriatti, De Santis, Bernardini per “l’impegno e il supporto dato fino a oggi”. Ma il sindaco ha già scelto i sostituti: Andrea Piccioni, Viviana Normando, Sara Galea, che “hanno accettato questa bella sfida”. Infine, Anselmo ha assicurato: “Ad Anguillara adesso si fa sul serio”. Nei primi due mesi? nei pressi della Tenuta di Castelporziano e la macchia mediterranea che costeggia la strada che dalla Capitale collega il Basso Lazio, con evidenti difficoltà per le imprese e gli automobilisti. Ad avere la peggio sono state nella maggior parte dei casi parchi, riserve naturali, aree verdi ed uliveti di Roma e provincia. Dal Parco delle Sabine, alla Riserva Naturale della Marcigliana, passando per il Parco del Pineto e l’area del Monte Tuscolo ai Castelli Romani. Ma l’immediato futuro non lascia affatto presagire un miglioramento. L’emergenza è continuata anche nella prima settimana di agosto in tutta la regione. INDISPENSABILE L’ESPERIENZA DEGLI ASSETTI OPERATIVI DEI CARABINIERI Terrorismo, l’Arma in campo esta alta la tensione a Roma per l’allarme terrorismo. Nel nuovo strumento operativo concepito dal questore di Roma risulta indispensabile il concorso degli assetti operativi antiterrorismo dispiegati dai carabinieri che sono impiegati lungo tutti i percorsi di maggior rischio, individuati durante le riunioni del comitato R provinciale per l’Ordine e la Sicurezza pubblica della Prefettura e che hanno portato al potenziamento dei livelli di presenza attiva delle forze dell’ordine nella Capitale. L’alta capacità operativa e il forte spirito di osservazione sono l’elemento distintivo delle API (Aliquote di Primo Intervento) sulla scorta delle innumerevoli espe- rienze maturate in tutti i teatri internazionali caratterizzati dalla minaccia terroristica, in cui i carabinieri da oltre 20 anni sono proiettati. “La mobilità tattica sviluppata nel complesso panorama urbano – prosegue l’Arma - costituisce per i carabinieri l’obiettivo centrale della loro missione, in cui la salvaguardia della vita, in una cornice ad alto indice di attenzione, viene tuttavia assicurata con la proverbiale capacità di indurre sentimenti rassicuranti; addestramento all’impiego di armi speciali, attitudine alla gestione di situazioni critiche particolarmente complesse, alta proiezione dinamica, sono i fattori sviluppati nelle competenze professionali di ogni componente delle squadre API; squadre dell’Arma dei Carabinieri la cui modularità permette il potenziamento della loro forza ad alto impatto, con il concorso dei colleghi delle Squadre Operative di Supporto (SOS), dell’ottavo Reggimento Carabinieri Lazio di Tor di Quinto e delle altre componenti operative del Comando Provinciale di Roma”. 7 Sabato 6 agosto 2016 ESTERI IRACHENI IN FUGA DAI VILLAGGI CATTURATI DAI SOLDATI DELLE TRUPPE ISLAMICHE L’Isis fa tremila prigionieri Prosegue anche il dramma di Aleppo, uccisi altri sette bambini nei raid ltre tremila iracheni, che fuggivano dai villaggi cercando di mettersi in salvo, sono stati catturati dai soldati dell’Isis che, nel corso dell’azione, hanno ucciso almeno 12 persone. La notizia arriva da un rapporto dell’Alto commissariato delle Nazioni unite per i rifugiati. La cattura risale a giovedì 4 agosto nel distretto di Kirkuk, mentre gli abitanti di alcuni villaggi cercavano di raggiungere proprio la città più importante della zona per mettersi in salvo. Il rapporto è stato diffuso dopo l’Os- O servatorio iracheno per i diritti umani nelle ultime ore aveva parlato di 1.900 civili catturati da un centinaio di combattenti dello Stato islamico, che usano le persone come scudi umani contro gli attacchi delle forze di sicurezza irachene. Le violenze dello Stato islamico e le operazioni contro i jihadisti della coalizione guidata dagli Stati Uniti – resoconta la Reuters, ripresa in Italia dall’agenzia Lapresse - hanno causato 3,4 milioni di sfollati in Iraq dal luglio di quest’anno. Il gruppo estremista ha perso il controllo di alcune zone, ma ha ancora quello molti importante delle città di Mossul in Iraq e di Raqqa in Siria. L’unità delle Nazioni Unite ha intanto iniziato la costruzione di una struttura a Mossul per ospitare almeno 6mila persone; un’altra struttura verrà invece realizzata a nordovest della città per altre 15mila persone, che costituiscono comunque solo una parte degli sfollati. Inoltre, va ricordato come decine di migliaia di persone sono già fuggite da Falluja e non vi sono ancora ritornate, dopo la liberazione. FILIPPINE – VIA ALLA CAMPAGNA DELLA CHIESA CATTOLICA Contro la pena di morte on uccidere. E’ questo il titolo della campagna lanciata dalla Chiesa cattolica nelle Filippine per promuovere il rispetto della vita umana e deplorare la lunga scia di esecuzioni extragiudiziali che sta percorrendo il paese. Secondo dati delle organizzazioni non governative, sono infatti oltre 400 le vittime negli ultimi mesi, informa l’agenzia Fides, precisando che “molti ritengono il neo presidente Rodrigo Duterte direttamente o indirettamente responsabile, dato il suo accento sulla sicurezza e sul ‘’rispetto della legge e dell’’ordine’’ che spinge le forze di polizia - e squadre di cosiddetti vigilantes - a eliminare criminali comuni, soprattutto legati allo spaccio di droga”. Lanciata nelle scorse settimane a Manila, la campagna mira a riunire le famiglie delle vittime di esecuzioni extragiudiziali. Padre Atilano Fajardo, uno dei promotori, ha invitato le famiglie a partecipare a una messa, a pregare e ad unirsi a una sensibilizzazione per il rispetto della N dignità umana. La Conferenza episcopale delle Filippine nelle scorse settimane ha diffuso un appello ufficiale, firmato dal presidente, l’arcivescovo Socrates Villegas, indirizzato specialmente alle forze dell’ordine, in cui le si esorta a “conservare l’umanità”, nel trattare con i criminali e gli spacciatori. “Si può sparare per uccidere per il solo motivo di legittima difesa o per la difesa di altri”, si afferma e “uccidere un sospettato non è moralmente giustificabile”, nemmeno se que- sti tenta la fuga, prosegue il testo. Il messaggio deplora anche la pratica di “ottenere una ricompensa in denaro per uccidere un’altra persona” e ribadisce che “è dovere morale di ogni cristiano segnalare tutte le forme di ‘’vigilantismo’’ in cui si vedono bande di vigilantes uccidere con facilità, senza il rispetto dello stato di diritto, e in completa impunità. Il testo chiede “giustizia e legalità” nel rispetto della dignità di ogni persona umana. “Sebbene le autorità locali abbiano ipotizzato che i rientri a Falluja possano iniziare a settembre, il ministero delle Migrazioni e degli sfollati ha dichiarato che ci potrebbero volere altri tre mesi prima che le condizioni favoriscano rientri su vasta scala”, ha dichiarato l’Unchr. Secondo le autorità irachene 300mila sfollati sono tornati nel distretto di Ramadi, dove le forze di Baghad hanno dichiarato la vittoria a dicembre ma hanno poi dovuto chiedere agli abitanti di non tornare perché molte persone erano state uccise dalle mine, come riporta ancora l’agenzia Reuters. E resta molto difficile la situazione anche ad Aleppo, dove almeno dieci persone rimaste uccise, tra cui sette bambini, in una serie di raid aerei lanciati sulla zona orientale di Aleppo in mano ai ribelli nel nord della Siria. Lo denunciano gli attivisti dell’Osservatorio siriano per i diritti umani. L’inasprirsi dei raid aerei contro i civili che vivono nelle zone orientali di Aleppo controllate dai ribelli segue l’offensiva lanciata dall’opposizione per rompere l’assedio imposto dal regime di Damasco il 17 luglio. SARANNO FORMATE SQUADRE ATTREZZATE Sminamento in Colombia, una mano la dà l’Europa Unione europea fornirà 2,7 milioni alla Colombia per sviluppare il programma di sminamento in tre regioni. Ana Paula Zacarias, ambasciatore Ue in Colombia ha sottolineato l’importanza del progetto: “Per noi è importante sostenere una politica globale a copertura di una vasta gamma di interventi di assistenza alle vittime delle mine”. L’ambasciatrice ha ricordato che l’azione contro gli L’ ordigni rudimentali è una strategia che aiuta la costruzione della pace nel paese. Il contributo stanziato si aggiunge ai quattro milioni di euro che l’Unione europea ha già versato per lo sviluppo del progetto pilota di sminamento umanitario concordato tra il governo e le Farc. La Colombia infatti ha già ricevuto il sostegno da parte dell’UE nella lotta contro le mine attraverso il rafforza- mento della direzione di azione globale contro gli esplosivi anti uomo, lo sminamento umanitario, l’istruzione e l’assistenza integrale alle vittime degli ordigni. Il nuovo stanziamento da parte dell’Ue sarà destinato ai dipartimenti di Antioquia, Meta e Cauca dato che il consulente per il post-conflitto, Rafael Pardo, ha recentemente affermato le priorità di lista dei comuni da cui iniziare l’opera di sminamento. Il nuovo programma formerà anche cento persone nei dipartimenti per creare otto squadre operative con cani specializzati nell’individuare esplosivo. Lo sminamento è un processo ritenuto estremamente importante dopo la firma degli accordi di pace tra il governo e le Farc. Si stima infatti che le mine antiuomo nascoste nei campi da parte dei gruppi armati in Colombia hanno provocato solo negli ultimi venti anni, secondo i dati ufficiali, almeno 11.408 morti. Tutti i paesi, Italia compresa e in prima fila, sono impegnati nel fornire la professionalità necessaria ai colombiani per bonificare le migliaia di ettari di terra infestati dalle mine piazzate dalla guerriglia in cinquant’anni di conflitto. 8 Sabato 6 agosto 2016 STORIA LA STORIA ATTRAVERSO I DOCUMENTI L’esempio di Biggini: un tesoro che dobbiamo preservare Anima e corpo, mistica e materia, stupendamente fuse, fascinosamente stimolanti non solo ad una riflessione appassionata ma anche ad una precisa volontà di operare di Emma Moriconi iprendiamo tra le mani lo scritto che riporta le parole di Carlo Alberto Biggini, siamo nell’anno XX dell’Era Fascista, 1942. Queste pagine di storia, che quotidianamente proponiamo ai nostri lettori, possono sembrare forse impegnative alla lettura. Ma non è forse essenziale? Non è forse giusto? Non è forse utile? Il testimone deve passare di generazione in generazione: e c’è da augurarsi che le generazioni future vogliano accoglierlo con amore e consapevolezza, per poi a loro volta tramandarlo ancora e ancora. Non lasciamo che il tempo fossilizzi per sempre la menzogna, offuschi senza speranza di riscatto questo patrimonio che è insieme ideale e valoriale. Ci vuole l’impegno di tutti. Biggini la sua parte l’ha fatta, straordinariamente. In maniera così incisiva da finire i suoi giorni in un mistero che ancora oggi non sembra possibile dipanare. Ricorderete - perché ne abbiamo parlato - che la morte del Ministro dell’Educazione Nazionale nonché estensore dei principi fondamentali di Salò, è avvolta dalla nebbia più fitta. Torneremo anche su questo, perché noi non abbiamo paura di cercare la verità e di raccontarla, perché il castello di carte costruito ad arte su questo pezzo straordinario della nostra storia dovrà crollare inesorabilmente sotto i colpi del piccone della verità. Dovremo R essere capaci di spezzare per sempre quelle catene che legano la nostra storia alla schiavitù della demagogia, dobbiamo farlo, ce lo chiede la nostra dignità di Italiani. Ci vuole impegno, però, costanza, determinazione. E tutto questo sarebbe comunque niente rispetto al sacrificio di questi uomini che hanno fatto la nostra storia più bella, mal ripagati al momento, c’è da dire. E dunque andiamo ancora a leggere insieme qualche stralcio di questo documento che abbiamo cominciato ad esaminare ieri e la cui trattazione riprendiamo oggi. “Ed intanto ‘Mussolini impersonava sempre più e sempre meglio il movimento’, da lui creato, ‘nei suoi elementi essenziali’: mentre lo definiva e lo differenziava, lo dilatava spiritualmente, lo portava ad identificarsi con la secolare gloriosa storia italiana”, dice Biggini, e sottolinea come Benito scrivesse ogni giorno sul Popolo d’Italia “suscitando visioni, segnando vie, additando mete: e nelle grandi occasioni la sua presenza viva, la sua parola viva, la sua parola che non è un parlare, ma un operare, incidendo nell’animo delle folle, mettendole in quello stato di emozione tanto vicino all’azione, sinonimo di azione, con una eloquenza che ripudiava quella ‘verbosa prolissa inconcludente’ dei democratici, sono sue parole, per affermarne una ‘squisitamente fascista, cioè scheletrica aspra schietta e dura’. E mentre le sue parole e i suoi scritti destavano nelle adunate, nelle assemblee, nel paese fremiti d’entusiasmo e commozione profonda, precisava ed approfondiva, con mirabile vigore polemico, il suo pensiero e rettificava, con chiarezza e necessaria crudezza, arbitrarie interpretazioni e superate mentalità, impedendo deviazioni e sbandamenti, resistendo alle correnti troppo destre e troppo sinistre”. Riflettete, amici lettori: non si comprende meglio in queste parole, l’intima essenza del Fascismo e della volontà di Mussolini, che in tanti, troppi libri di scuola? È o no, questo, un patrimonio che non possiamo cedere, che non possiamo permetterci di disperdere? E badate bene, non è solo squisitissima capacità oratoria, quella di Biggini, che pure c’è ed è straordinariamente possente. C’è, dentro, la sostanza, e dunque anima e corpo, mistica e materia, stupendamente fuse, fascinosamente stimolanti non solo ad una riflessione profonda e appassionata ma anche ad una precisa volontà di operare, leggete con attenzione: “stato di emozione tanto vicino all’azione, sinonimo di azione”, dice Biggini. E parla della “parola viva” del Duce e della sua “presenza viva”, sottolineando come “la sua parola non è un parlare, ma un operare”, e ancora il richiamo alla capacità di Mussolini di incidere nell’animo delle folle al punto di procurare proprio quello stato di emozione tanto vicino all’azione. Abbiate la pazienza di tollerare, qua e là, qualche mio sfogo: ma insomma avete provato a mettere su una bilancia quest’uomo con tanti, troppi nostri contemporanei? Provateci, ve ne prego. Mettete anche solo questi primissimi stralci, queste ancora pochissime informazioni su di un piatto della bilancia. E poi, sull’altro, provate a porre - che so io - qualche ministro di questo preciso momento storico e sociale. Capite per quale ragione non si vuole raccontare come si deve, questo pezzo di storia? Capite qual è il punto? Il punto è che un popolo bue si schiaccia con maggiore facilità, il punto è che non dobbiamo sapere, perché se sapessimo capiremmo in quale barbarie siamo finiti, in quale pozzo senza fondo stiamo inesorabilmente precipitando. Scusate, a me fa rabbia! A voi che effetto fa? Ecco, conoscere, sapere, e poi essere capaci di sbattere la verità sul muso di chi ostinatamente si pone contro di essa, come un mattone sui denti di chi si ostina a reclamare la storia scritta dai cosiddetti “vincitori”: i quali ci spiegheranno poi, forse, un giorno, cosa pensano di aver vinto... Troppo comodo, signori miei, tentare di cancellare la storia, di raccontarla infarcita di menzogne, di modellarla come fosse creta e sperare che essa creta si solidifichi al punto di non poter essere modellata mai più. Ebbene sappiano costoro che la creta, una volta essiccata, si sbriciolerà, sotto i colpi dell’ascia della verità che non si potrà fermare. ESTREMA L’ATTUALITÀ DELLE PAROLE DEL MINISTRO DELL’EDUCAZIONE NAZIONALE La necessità di “dissipare errori e false interpretazioni” Lo straordinario vigore polemico con cui Benito Mussolini demoliva le “arbitrarie ricostruzioni degli avversari” on voglio togliere spazio alle parole di Biggini, e le mie “intromissioni” vogliono solo tentare di argomentare le sue parole, che- è vero non hanno certo bisogno delle mie per essere comprese e interiorizzate. Ma alla fine dei conti egli ce le ha donate come un prezioso tesoro e probabilmente anche le argomentazioni di ciascuno di noi, che apparteniamo a questo tempo, possono costituire un tentativo, quantomeno, per tenerle vive, quelle parole. In buona sostanza esse costituiscono, ancora oggi, il veicolo per delle riflessioni che sono tutt’altro che campate in aria. Ma è tempo di lasciare di nuovo la parola a lui, ascoltate: “Egli [il Duce, NdR] trovò sempre, di fronte a tanto fermento N di passioni e di idee, in mezzo alla dura sanguinosa lotta, ispirazioni così profonde ed accenti così alti che, anche oggi, alla calma lettura, quei discorsi, quegli scritti suscitano intima commozione. Non una parola superflua o fuori posto, ma rigore logico nella coordinazione di elementi storici, filosofici, politici: il grande corso della storia italiana ed europea riassunto, interpretato, svolto, dominato, come una forma plastica. Alla grandezza e alla gravità degli argomenti fanno riscontro, come nello scritto del quale trattiamo, la moderazione e la precisione del linguaggio; alla necessità di dissipare errori e false interpretazioni, il vigore polemico, spesso pervaso di sarcasmo e di ironia, che demolisce arbitrarie costruzioni degli avversari, chiarisce equivoci e delinea con la forza delle argomentazioni, i reali contorni degli avvenimenti, il carattere e la portata della grande lotta antibolscevica, antisocialista, antidemocratica”. Osservate quanto è attuale, Biggini. “Dissipare errori e false interpretazioni” con quel vigore polemico che “demolisce arbitrarie costruzioni degli avversari”. È ciò che - racconta il Ministro - fece il Duce. E non è forse ciò che dovremmo prendere come esempio e guida? Oh certo, non possediamo neppure lontanamente l’ombra del “vigore polemico” del Duce, né le capacità oratorie di Biggini, e nemmeno possediamo ahinoi - le loro capacità intellettive, il loro indubbio fascino, la loro straordinaria sapienza. Ma non possiamo, nel nostro piccolo, modestissimamente, tentare almeno di essere degni di tutto questo? Almeno tentare di esserne degni. Probabilmente è davvero il minimo che possiamo fare. Per oggi ci fermiamo qui, nostro malgrado. Torneremo sul tema martedì prossimo. Domani infatti ricorre l’anniversario della morte di Bruno Mussolini e la nostra pagina di storia sarà dedicata a questo straordinario personaggio caduto troppo presto. Ci sarà, inoltre, il consueto appuntamento domenicale con la grande guerra. Lunedì questo quotidiano non esce; c on Carlo Alberto Biggini, dunque, l’appuntamento è per martedì 9 agosto. [email protected] 9 Sabato 6 agosto 2016 DALL’ITALIA LO SCATTO DI TRE ANNI FA PUBBLICATO DA ‘IL GIORNALE’ Scontro tra treni, spunta un bacia piedi che fa discutere L’immagine ritrae il legale di uno degli indagati con uno dei magistrati titolari dell’inchiesta sull’incidente ferroviario tra Andria e Corato. I diretti interessati si difendono ma i parenti delle vittime insorgono di Barbara Fruch C hino al cospetto di una donna, simula di baciarle un piede. Un gesto che, di per sé, non avrebbe destato particolari problemi se non fosse che i protagonisti della scena sono un avvocato e un pm. Eppure ciò forse sarebbe passato inosservato se tra i due non ci fosse (anche) di mezzo uno dei più gravi disastri ferroviari del dopoguerra, quella avvenuto lo scorso 12 luglio fra due treni tra Andria e Corato in Puglia costato la vita a 23 persone. La foto, pubblicata ieri da ‘Il Giornale’, ritrae infatti l’avvocato Leonardo De Cesare, legale del capostazione di Andria Vito Piccarreta, intento a fare il “bacia-piede” al PM della Procura di Trani Simona Merra, nel pool di magistrati che indaga sull’incidente. Un’immagine, corredata da un articolo in cui si parla anche di altri magistrati della Procura tranese e di esposti nei loro confronti all’attenzione del Csm (Consiglio superiore della magistratura), che ha fatto scalpore tra i parenti delle vittime. Daniela Castellano, che nell’incidente ha perso suo padre Enrico, ha postato la foto dell’articolo sul suo profilo Facebook accompagnata dalla frase: “Come possiamo pensare di avere giustizia per i nostri cari!”. “Siamo scioccati, allibiti e arrabbiati – ha inoltre dichiarato all’Ansa- logica vorrebbe che la pm abbandonasse il caso” perché “noi parenti non possiamo vivere con l’incubo che le indagini possano essere influenzate da qualcos’altro”. Daniela spiega di temere la “familiarità” che si evincerebbe dalla foto tra il pm e l’avvocato. “È una indagine delicata - sottolinea - vogliamo sia fatto tutto con estrema professionalità e tutto ciò è inammissibile. Finora non abbiamo saputo nulla e l’unica cosa che è venuta fuori è questa foto: è come se mio padre lo avessero ucciso due volte”. “Tutti noi parenti - aggiunge - vogliamo chiarezza su questa indagine. Tutte le famiglie con cui sono in contatto sono saltate sulla sedia appena hanno visto questa foto. È il caso prosegue Daniela - che la Procura di Trani si pronunci e dica se ritiene le indagini possano essere in qualche maniera ostacolate o compromesse: non è giusto nei confronti dei 23 morti e dei loro cari leggere certe cose”. Immediata la replica dell’avvocato De Cesare che precisa come lo scatto risalga a diversi anni fa. “La foto è di una festa di compleanno e risale all’inizio dell’estate 2013 – ha spiegato il legale – Il party di una amica comune. Lo scatto coglie un momento di goliardia”. Sulla vicenda è intervenuta anche la pm Merra. “Non ritengo di dover formulare alcuna richiesta di astensione perché non ci sono gravi motivi di opportunità – spiega, come riporta il sito ‘Repubblica Bari’ - Ma se il procuratore riterrà di sollevarmi da questo incarico, chiaramente mi adeguerò”. Confermando inoltre che lo scatto risale al 2013, precisa di aver “avuto una conoscenza limitata” a quel periodo “con l’avvocato De Cesare” e ricorda come alla festa, durante un gioco fatto alla presenza degli altri invitati, lei era stata schizzata con acqua e l’avvocato le stava chiedendo scusa. Riguardo al fascicolo, che gestisce insieme a colleghi, aggiunge di averlo gestito “serenamente e senza condizionamento” e ribadisce di non aver “nulla da nascondere: ho una vita trasparente”. Poi precisa: “Non c’è stata alcuna attività che io ho svolto in au- tonomia. È un fascicolo molto delicato in cui ogni provvedimento viene firmato almeno da due sostituti. Mai singolarmente. Non ho fatto nulla prosegue - e non avrei motivo di favorire nessuno perché il mio compito è accertare la verità. A prescindere da quelli che possono essere gli avvocati che difendono gli indagati”. CAGLIARI Hacker all’università: studenti denunciati anno violato il sito della Facoltà di Scienze della Comunicazione dell’Università di Cagliari e modificato le home page istituzionali con il logo “Anonplus – Anonymous” accompagnato da un testo di rivendicazione. Per questo due studenti cagliaritani, un 26enne iscritto al Corso di Laurea Magistrale in Filosofia e Teorie della Comunicazione ed un 29enne iscritto al Corso di Informatica, sono stati denunciati per accesso abusivo e danneggiamento a sistemi informatici, dopo le indagini dalla Polizia Postale di Cagliari. L’attacco, rivendicato sui social dalla stessa crew hacker che risale a marzo scorso, ha provocato seri disservizi al relativo corso di laurea. L’indagine ha permesso di ricostruire lo scenario nel cui ambito gli indagati hanno pianificato e condotto i loro “attacchi”. L’analisi dei log di connessione e il riscontro delle rivendicazioni pubblicate da parte della crew hacker, ha consentito di individuare altri membri della cellula riconducibile ai vertici del movimento “hacktivista” Anonymous in Italia. Nel corso delle perquisizioni, disposte dalla Procura di Cagliari, nelle abitazioni degli hacker, gli investigatori hanno rinvenuto e sequestrato materiale informatico, ora al vaglio degli inquirenti. “Di recente si è avuto modo di assistere - spiegano gli investigatori ad una recrudescenza delle attività di hacking da parte di alcune cellule che hanno ritenuto opportuno, sempre sotto l’egida del movimento madre, di condurre autonomamente attacchi informatici di diversa natura, rivendicandone la paternità, in danno di siti riferibili ad Enti istituzionali”. Tra le più attive è la cellula ‘Anonplus’ di cui fanno parte i due studenti denunciati. H BERGAMO – L’INCIDENTE ALLE 4 DEL MATTINO Aereo esce di pista e finisce sulla tangenziale Illesi i membri dell’equipaggio e gli automobilisti. Chiuso lo scalo per qualche ora con disagi per i viaggiatori. Aperta un’inchiesta: prelevate le scatole nere ragedia sfiorata a Orio al Serio. Un aereo cargo, il Boeing 737 400 della Dhl in arrivo da Parigi Charles de Gaulle (volo BCS 7332), è uscito di pista in fase di atterraggio, ha sfondato la recinzione dello scalo di Bergamo, invadendo la Strada provinciale 591, un’arteria normalmente molto trafficata visto che collega Bergamo non solo al- T l’aeroporto, ma anche al centro commerciale Orio Center, a Crema e al altri paesi della Bassa bergamasca. L’incidente si è verificato alle 4 del mattino di ieri. Solo per un caso, favorito soprattutto dall’orario, nessun veicolo in quel momento passava nel punto in cui improvvisamente è sbucato il gigantesco muso del cargo. L’equipaggio, composto da comandante e primo ufficiale, è rimasto illeso. Aperta un’inchiesta – Impressionanti le foto scattate dagli automobilisti sotto la pioggia prima dell’alba e postate su twitter. I Vigili del Fuoco, immediatamente intervenuti, hanno provveduto a rimuovere la fusoliera dell’aereo cargo, e a recuperare le scatole nere del Boeing 737 e a consegnarle all’Agenzia Nazionale per la sicurezza del volo (Ansv) che ha aperto una inchiesta sull’incidente e ha inviato i propri ispettori in loco. Le operazioni di rimozione sono iniziate dopo mezzogiorno: una grande gru è stata posizionata vicino alla coda. La Procura di Bergamo ha aperto un fascicolo (relativo a fatti non costituenti notizie di reato), affidato al pm di turno, Letizia Ruggeri. La dinamica – Le cause dell’incidente non sono ancora chiare, forse attribuibili al maltempo. Secondo le prime ricostruzioni, il velivolo, atterrato alle 4:07 durante il temporale che imperversava sulla città, dopo aver percorso tutta la pista 28, senza riuscire a fermarsi, è andato oltre il limite, abbattendo il muro perimetrale dello scalo, piombando sul parcheggio e finendo sulla tangenziale. Secondo quanto emerso, si è quindi fermato 580 metri oltre il bordo della pista. Viabilità deviata – L’aerea coinvolta, in cui è stato rinvenuto anche un versamento di carburante, è stata chiusa per le procedure di rimozione del cargo e a viabilità stradale è stata deviata su un percorso alternativo. “Tra le 12 e le 24 ore l’aereo sarà rimosso completamente e posizionato in un’area verde nella zona limitrofa allo scalo” è stato spiegato dopo il vertice programmato nella tarda mattinata di ieri in Prefettura a Bergamo (presenti il questore, il prefetto, il sindaco di Orio, Seriate, Grassobbio e Azzano, un responsabile della polizia locale di Orio, della stradale di Bergamo, oltre alla protezione civile, i vigili del fuoco, la Croce Rossa e i carabinieri). Disagi allo scalo – Lo scalo è stato chiuso per alcune ore, per poi diventare nuovamente operativo, come comunicato dalle autorità portuali, verso le 6.47. Inevitabili i disagi per i viaggiatori. Alcuni voli sono stati riprogrammati sullo scalo di Milano Malpensa, mentre a Bergamo sono state rallentate le procedure di imbarco e 15 voli Ryanair, previsti fino alle 8.10, cancellati. Secondo quanto riferisce Sacbo (la società che gestisce lo scalo), i passeggeri rimasti a terra sono circa 2500. La maggior parte si è fermata in aeroporto in attesa di sapere quando partire. “Il personale aeroportuale – precisa la società – provvede all’assistenza dei passeggeri in partenza sui voli cancellati, nei limiti delle contingenze operative”. L’Enac ha invitato i passeggeri con voli programmati da e per Bergamo a contattare le compagnie aeree di riferimento e la società di gestione dello scalo per verificare l’operativa dei propri voli. “Purtroppo ci aspettiamo ulteriori ritardi e cancellazioni – ha scritto la compagnia Ryanair, la più colpita dalla chiusura temporanea dello scalo – Ci scusiamo per questa chiusura causata da circostanze al di fuori del nostro controllo”. Tra i voli cancellati, molti erano diretti in località di vacanza come Creta, Tenerife o Ibiza. Al via ieri infatti il lungo week end di partenze e in tutti gli aeroporti l’operatività B.F. è al massimo. 10 Sabato 6 agosto 2016 DALL’ITALIA OTTO ARRESTI NELLE PROVINCE DI NAPOLI E CASERTA Traffico di migranti: a capo uno jhiadista A gestire l’organizzazione un tunisino convertitosi all’Isis, sui social inneggiava agli attentati di Parigi: “Sono isissiano finché avrò vita”. Secondo gli inquirenti poteva colpire in Italia di Barbara Fruch nche a Caserta scoprono di aver vicino di casa un jiadista, con l’aggravate di essere anche un trafficante di migranti. È quanto emerso nel corso delle indagini dei carabinieri del Ros di Caserta, coordinati dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere (Caserta), in collegamento con la Procura distrettuale antiterrorismo di Napoli, che hanno portato a tre obblighi di dimora e all’arresto di cinque cittadini extracomunitari, con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e alla falsificazione di documenti. A capo dell’organizzazione Khemiri Mohamed Kamel, 41enne tunisino, che è stato contestualmente indagato dalla procura distrettuale antiterrorismo di Napoli per associazione con finalità di terrorismo internazionale insieme ad altre persone in via di identificazione. Al centro dell’inchiesta è finita un’organizzazione criminale che, in cambio di denaro, predisponeva e faceva rilasciare da aziende tessili compiacenti contratti di lavoro e buste paga fittizie in favore di altri immigrati maghrebini, consentendo loro di ottenere il permesso di soggiorno per motivi di lavoro e regolarizzando così la loro posizione in Italia. Promotore del gruppo criminale, come anticipato, il tunisino 41enne residente a San Marcellino, in provincia di Caserta, che inneggiava alla jihad, allo Stato islamico, plaudeva alle stragi e agli attentati realizzati in Occidente, fin dalla strage alla redazione di “Charlie Hebdo”. Un post su Facebook ne delinea la personalità, secondo gli inquirenti. “Sono isissiano finché avrò vita. E se morirò vi esorto a farne parte”, diceva il 26 gennaio scorso. Una auto-radicalizzazione seguita passo passo dai carabinieri del Ros, manifestata anche attraverso social network, commentando, tra l’altro, con favore gli attentati di Parigi. “Esaltava i valori dell’Isis e della violenza e aveva precedenti per traffico di stupefacenti” ha reso A noto durante la conferenza stampa il procuratore di Santa Maria Capua Vetere, Maria Antonietta Troncone. L’uomo avrebbe abbandonato la microcriminalità e i reati legati al traffico di stupefacenti “in favore di un crescente processo di radicalizzazione nella fede e di condivisione della propaganda diffusa dallo Stato islamico”. È accusato dalla procura di Napoli di associazione a delinquere con finalità di terrorismo, ma il gip del tribunale partenopeo per due volte ha respinto il suo arresto, ritenendo che si fosse limitato alla propaganda senza aver compiuto azioni concrete di addestramento e reclutamento. I magistrati gli contestano in particolare di aver avuto comportamenti finalizzati “ad incoraggiare sentimenti di acceso antisemitismo ed antioccidentalismo attraverso pubblicazioni di scritti, filmati e fotografie sui social network”. Il tunisino sarebbe stato dedito ad una propaganda a favore dell’Isis che si sostanziava “nell’incitamento alla commissione di azioni armate – scrive la Procura – attraverso l’esaltazione di atti terroristici, l’enfatizzazione di scritti coranici strumentalmente distorti al fine di legittimare le stesse azioni”, nonché “nella diffusione di documenti anche fotografici e filmati utilizzati col solo fine di rappresentare una irreale armonia regnante nelle realtà cadute sotto il dominio del Califfato”. Khemiri avrebbe svolto “un’attività di proseli- tismo in favore delle organizzazioni islamiste inducendo alla radicalizzazione religiosa alcuni immigrati di fede musulmana”. La possibilità di colpire in Italia era prevista in termini concettuali ma senza un preciso “riferimento geografico” dal presunto capo jihadista, ha detto il generale del Ros Giuseppe Governal. “Il suo comportamento metteva in evidenza l’intenzione di svolgere anche attentati sul territorio nazionale – ha detto – Khemiri non ha compiuto azioni concrete, ma dalle indagini è emersa la possibilità che potesse colpire. E’ un soggetto molto pericoloso, anche perché è un tipo intelligente che sapeva farsi ascoltare. E tra l’altro era il factotum della moschea di San Marcellino”. Il tunisino viveva nell’appartamento sopra il luogo di culto islamico. Sul suo profilo Facebook, poi chiuso, c’era la foto di una bandiera francese calpestata con un anfibio. Al computer si collegava spesso con siti legati all’Isis. Inoltre chattava con persone residenti all’estero, e non identificate, ma che secondo gli inquirenti potrebbero orbitare nella galassia del fonda- mentalismo. Per quanto riguarda il sodalizio criminale specializzato nella produzione di documenti falsi, secondo quanto emerso, i reati contestati riguardano fatti commessi nel Casertano a partire dal gennaio 2015. L’associazione diretta da Khemiri si è avvalsa del contributo di due titolari di aziende tessili che predisponevano fittizi contratti di lavoro e buste paga in favore di immigrati extracomunitari nonché della collaborazione di un marocchino e di un tunisino, regolari in Italia, impegnati nel reperire e offrire false dichiarazioni di ospitalità di stranieri. I tre destinatari della misura dell’obbligo di dimora avrebbero, in accordo con i principali esponenti del gruppo, predisposto la documentazione che attestava falsamente la loro assunzione in ditte tessili o in imprese commerciali di fatto inesistenti. L’associazione criminale era anche attiva hanno spiegato i magistrati - nel favorire la permanenza illegale in territorio italiano di extracomunitari, attraverso la pratica di matrimoni fittizi o di comodo. EMERGENZA A VENTIMIGLIA Forzano il blocco e fuggono in Francia Scappati dal centro al campo del Roja, si sono rifugiati alla pinetina dei Balzi Rossi per poi oltrepassare il confine, alcuni a piedi ed altri a nuoto, e occupare gli scogli a Menton Garavan aos a Ventimiglia. Un gruppo di oltre 140 migranti, presenti alla pinetina dei Balzi Rossi, ha forzato un cordone di polizia a Ventimiglia, per dirigersi in Francia. Le forze di polizia italiane e francesi sono intervenute sparando alcuni lacrimogeni. C Gli stranieri si sono divisi velocemente in due gruppi. Una parte di loro ha deciso di invadere la scogliera da dove si sono gettati in mare e, a nuoto, hanno raggiunto lo spazio acqueo francese. Altri invece sono saliti a monte e hanno raggiunto la Francia a piedi, vincendo la resistenza delle forze dell’ordine d’Oltralpe e riversandosi sulle spiagge piene di turisti. Un profugo che stava correndo lungo la ferrovia nel tentativo di oltrepassare il confine è rimasto lievemente ferito dal treno che poi si è bloccato sui binari. Soccorso dai medici del 118, è stato trasferito all’ospedale di Bordighera per accertamenti. Gli stranieri sono così riusciti a occupare una scogliera a Menton Garavan,presidiato dalle forze dell’ordine francesi. I migranti, alcuni dei quali lievemente feriti, sono stati recuperati dalla Police nationale francese dopo qualche ora con un’operazione durata circa 13 minuti. Sono stati messi su due pullman e riportati verso la frontiera. Si tratta dei profughi, provenienti dal campo di temporanea accoglienza gestito dalla croce rossa, che per protesta avevano marciato l’altra notte fino alla spiaggia dei Balzi Rossi (zona già sgomberata con un blitz dalla polizia nel giugno e nell’ottobre 2015) per chiedere l’apertura della frontiera e poter entrare in Francia. “Non c’era stata nessuna protesta o elemento che facesse pensare ad una volontà imminente di lasciare il campo del Roja. Erano stati distribuiti alle 20 circa 700 pasti alle persone presenti - ha raccontato Walter Moscatello della Croce Rossa di Ventimiglia a ‘Avvenire’ -, tutti uomini, in prevalenza provenienti dal Sudan. Poi, nella notte, il personale della Croce Rossa presente in loco ha cominciato a notare circa 300 persone che si allontanavano a piedi dal campo, qualcuno si vociferava volesse valicare il confine. Invece abbiamo poi scoperto che si sono recati sui Balzi Rossi, come lo scorso anno”. Sul posto sono intervenuti subito polizia e carabinieri,oltre al sindaco Enrico Ioculano. “È incomprensibile come siano arrivati fin qua, non dovevano arrivare e sono arrivati”, ha dichiarato il primo cittadino, che ha parlato anche di una situazione “voluta da qualcuno”. Poi, come detto, il tentativo di raggiungere la Francia. Sul caso è intervenuto il governatore Giovanni Toti, Ventimiglia “sta vivendo una nuova estate di emergenza. È ormai di tutta evidenza che le misure prese dopo la visita del ministro Alfano al confine non stanno purtroppo funzionando. Chiediamo che il Governo intervenga con celerità e fermezza per risolvere questa tragica situazione che vede in Ventimiglia la punta dell’iceberg di un’emergenza intollerabile per la Liguria e per tutta Italia”. I controlli stradali e ferroviari predisposti sulle vie di accesso alla città, scrive Toti “non stanno impedendo l’afflusso di clandestini verso quell’area”. B.F. 11 Sabato 6 agosto 2016 LA COMPETIZIONE SCATTA L’ORA DEL FESTIVAL NELLA CAPITALE PORTOGHESE I parchi della Lombardia fanno incetta di premi Italia nei parchi ha gioielli che dovrebbe vendere con più convinzione sul mercato del turismo. E le più splendide delle conferme arrivano dal Comitato Scientifico del Premio Il Parco Più Bello d’Italia, che ha selezionato anche quest’anno i due parchi vincitori. Ebbene, per la XIV edizione del concorso “Il Parco Più Bello d’Italia” è la Lombardia a svettare, ponendo due suoi siti in testa alle classifiche. I vincitori sono Villa Visconti Borromeo Litta a Lainate (Milano) (nella foto) , Parco Più Bello d’Italia 2016 per la categoria “Parchi Pubblici”, e Villa L’ VIAGGI Melzi d’Eril a Bellagio (Como), Parco Più Bello d’Italia 2016 per la categoria “Parchi Privati”. Come spiegano dal Comitato, i parchi vincitori sono “diversi per la loro storia e per l’emozione che offrono al visitatore. Questi due gioielli naturalistici sono stati selezionati tra gli oltre 1.000 partecipanti al concorso, iscritti al network dei Parchi Più Belli d’Italia e presenti nella guida online www.ilparcopiubello.it, che da oltre tredici anni è promotrice di un turismo verde alla scoperta dei gioielli del patrimonio paesaggistico e botanico italiano. R. V. Luci ed ombre sui muri delle piazze di Lisbona ra i festival estivi che fioriscono in Europa, brilla dal prossimo week end quello offerto da una capitale in riva all’oceano. Torna infatti l’arte a Terreiro do Paço, una delle piazze più grandi di Lisbona, con lo spettacolo “Caras de Lisboa – Faces of Lisbon”, in calendario dal 5 al 14 agosto. Lo show, attraverso un gioco di luci e ombre, guiderà gli spettatori tra le storie e i protagonisti della capitale lusitana. In programma tre proiezioni quotidiane, alle ore 21:45, 22:30 e 23:15; un modo per godersi le serate estive ripercorrendo le varie tappe della storia di Lisbona, le trasformazioni e i cambiamenti che la caratterizzano. Tra i protagonisti dello show, ci sono i personaggi iconici della T città: l’arrotino, la donna pescatrice, il piastrellista e altre figure che fanno parte della tradizione popolare cittadina. Le immagini, proiettate su tutta la piazza, incluso l’imponente arco di fine Ottocento, racconteranno storie parallele o intrecciate l’una con l’altra, a cui farà da sfondo una colonna sonora. Lo spettacolo inizia con un viaggio dell’immaginazione: il mare sovrasta la piazza e la parte nord di Terreiro do Paço si trasforma in barriera corallina, come una moderna Atlantide. Un inizio coinvolgente e dinamico: gli spettatori, trascinati in questo viaggio tra coralli e banchi di pesci, saranno catturati dalla donna pescatrice, che vende le sue merci nella piazza del mercato. Da qui, lo show conduce in un viaggio multimediale REPUBBLICA DOMINICANA PENISOLA ARABA Tra i vigneti dei Caraibi, oltre ogni immaginazione Pure cultivar italiane trapiantate con successo davanti a barriere coralline e mare cristallino ensi ai Caraibi e l’ultima, o giù di lì immagine che sale alla testa è quella di un vino. Eppure arriva un’offerta turistica della Republica Dominicana sbaragliare il campo dai cliché. Il lontano Paese ospita nella suggestiva Baia di Ocoa, a sud dell’isola, il primo e unico vigneto di tutti i Caraibi che produce un vino di altissima qualità. Si tratta di un vino speciale, nelle versioni bianco, rosso e rosé, dove si possono ritrovare i profumi delle piante e del mare e che per il momento soddisfa una produzione interna. Fa parte del progetto anche un eco-resort, un complesso agrituristico sostenibile e primo grande investimento in quest’area incontaminata collocata tra mare e montagna nella zona di Azua e Baní. L’impresa promotrice dell’iniziativa è la Gora Kardan Investment mentre l’idea appartiene a un noto architetto dominicano, Gabriel Acevedo, che ha creduto fortemente nel progetto del vigneto sperimentale. Acevedo era infatti convinto che la vite potesse crescere anche sotto il sole caldo dei Caraibi, forte anche del fatto che Ocoa Bay fu il luogo in cui i conquistatori spagnoli crearono i primi vigneti d’America e da dove poi questa coltura si è diffusa per tutto il continente. Numerosi i vitigni adattati con successo P a Ocoa Bay grazie anche al lavoro di un rinomato enologo spagnolo coinvolto nel progetto quali: French Colombard, Cabernet Sauvignon, Tempranillo, Moscato de Hamburgo, Italia, Malvasía, Montepulciano, Alfonso Lavallée, Passerina, Syrah, Rebo, Cannonau di Sardegna, Cabernet Sauvignon, Sauvignon Blanc, Xarel-ló, Red Globe, Misiones e Senso. Al momento la visita a Ocoa Bay include tour guidati nel vigneto accompagnati dalla musica classica, degustazioni di vini, tasting nel ristorante vista mare che propone una cucina a km zero a base di pesce fresco e ortaggi della zona, relax nella piscina a sfioro con vista sulla baia o partecipazione a eventi privati in un luogo da sogno. Tra le nei quartieri della città, tra case dalle facciate colorate e arrotini che lavorano al sorgere dell’alba. Attraverso storie parallele, lo spettacolo mostrerà al pubblico la realizzazione della caratteristica pavimentazione di Lisbona attraverso l’infaticabile lavoro dei muratori; a seguire, la piazza sarà riempita da immagini di tram e rotaie, e un enorme cavo d’acciaio in omaggio alla costruzione del ponte 25 de Abril, che festeggia quest’anno il suo 50esimo anniversario. Infine lo spettacolo si rivolge al futuro della città e alle professioni che verranno, alle tecnologie più moderne nel campo dei trasporti pubblici, con un occhio di riguardo alla metropolitana, le telecomunicazioni e le start up. attività organizzate dal resort, oltre alle degustazioni eno-gastronomiche, c’è la partecipazione alla vendemmia e a numerosi seminari o ad eventi a tema. Nel futuro sono previsti anche un hotel-boutique, club-house, l’apertura di altri ristoranti, saloni per conferenze, ville private e numerosi servizi turistici. La Baia è un’area ancora incontaminata nel paese; le scarse precipitazioni, l’alta percentuale di giornate soleggiate, il clima mite e ventilato, la scarsa umidità, il mare calmo ideale per gli sport acquatici (pesca, vela, navigazione da diporto, wakeboard, snorkeling, immersioni etc.), la rendono un luogo perfetto tutto l’anno per una vacanza in totale relax. Robert Vignola Ora l’Oman ha anche il suo museo nazionale a aperto a Muscat il Museo Nazionale dell’Oman, un Paese che è considerato, da chi l’ha visitato, una delle perle di livello mondiale, anche se ancora non toccato dal turismo di massa. Con le sue 14 gallerie permanenti, il museo si candida quale leader e guida nel settore museale del Sultanato. Istituito con un decreto regio, il museo è un’ulteriore testimonianza del grande mecenatismo dell’Oman in campo artistico e culturale. Tra gli obiettivi del Museo Nazionale c’è la preservazione del patrimonio storico e la promozione dei valori tradizionali del Paese, nonché la volontà di contribuire al network museale nazionale e internazionale. Situato nei pressi di Al Alam Palace nel cuore di Mascate, il complesso ospita 14 gallerie permanenti organizzate in ordine cronologico e tematico su 4mila m2, che custodiscono oltre 5mila artefatti, dalla preistoria al rinascimento. Da non perdere la sezione dedicata ai sistemi d’irrigazione Aflaj, patrimonio Unesco dal 2006, la sezione marittima e quella dedicata H alla cultura intangibile. A queste si aggiunge una galleria di quasi 400 metri quadrati riservata alle esposizioni temporanee. Il museo è stato costruito in modo da essere fruibile da tutti, con alcuni pannelli e didascalie scritti in arabo braille. All’interno del complesso, che si estende su un’area di oltre 13mila m2, si trova il primo Learning Center del Sultanato e un’area dedicata al restauro delle opere selezionate dal piano museografico del 2010, che finora ha portato al ripristino di oltre 5mila artefatti. Fino al 30 settembre, il museo sarà aperto al pubblico 4 giorni a settimana (lunedì, martedì, sabato, domenica) dalle 9 alle 15, con ultima entrata alle 14.30. Tre le tariffe d’accesso: €2,35 per cittadini di Mascate e per chi risiede in un Paese del CCG, Consiglio di cooperazione del Golfo (Arabia Saudita, Bahrein, Emirati Arabi Uniti, Kuwait e Qatar), €4,69 per i residenti e €11,73 per i turisti. L’entrata è gratuita per bambini e studenti fino a 25 anni, residenti e cittadini del CCG oltre i 60 anni e disabili. R. V. 12 Sabato 6 agosto 2016 SPORT CERIMONIA D’APERTURA PIROTECNICA TRA FUOCHI, SFILATE E BALLI. OGGI I PRIMI RICONOSCIMENTI Azzurri subito a caccia di medaglie Ciclismo, Nibali sogna in grande. Scherma, la Fiamingo insegue l’oro e nel nuoto Detti può centrare il podio (Ferrara) sono riposte grandi speranze Azzurre. Dopo l’amaro quarto posto britannico, Tania Cagnotto (alla sua ultima competizione prima del ritiro) e la compagna di sempre Francesca Dallapè, ci riprovano nel trampolino sincro (tuffi). Galvanizzate dal successo europeo non possono fallire la medaglia: adesso o mai più. Alle 21 sarà poi il turno della scherma dalla quale ci si aspetta un infinità di successi. Nel fioretto individuale maschile, dove l’Italia parte favorita, immensa è l’attesa riposta in Andrea Cassarà, Giorgio Avola ed Enrico Garozzo. Questi i primi due giorni di gara con gli Azzurri che vogliono subito fare la voce grossa, per portare un’intera nazione sull’Olimpo. Da subito. INTESA CONI-COLDIRETTI PER LE OLIMPIADI E a Casa Italia soltanto menù dei nostri agricoltori er la prima volta alle Olimpiadi sulle tavole degli atleti azzurri e degli ospiti di Casa Italia arrivano menù con i prodotti forniti direttamente dagli agricoltori italiani grazie all’accordo #riomangioitaliano tra Coni e Coldiretti, accompagnata in questa iniziative dagli olivicoltori dell’Unaprol con l’’olio extravergine a marchio Fdai, firmato dagli Agricoltori Italiani, gli allevatori del Grana Padano, i coltivatori di pomodoro Pomì e Bonifiche Ferraresi, la più grande azienda agricola d’Italia che porta in Brasile riso, meloni e cocomeri. L’iniziativa- sottolinea la Coldiretti in occasione dell’inaugurazione di Casa Italia - punta sulla valorizzazione in cucina dei prodotti simbolo della dieta mediterranea Made in Italy, che per i suoi comprovati benefici ha conquistato le tavole globali ma anche del forte legame tra attività fisica ed alimentazione che rappresentano i due elementi principali che minacciano la salute nei diversi continenti. L’obiettivo è far conoscere le caratteristiche distintive della produzione agroalimentare nazionale che hanno permesso all’Italia di conquistare la leadership internazionale per sicurezza, salubrità, qualità e sostenibilità ambientale. Una occasione unica anche per combattere l’agropirateria internazionale che utilizza impropriamente parole, colori, località, immagini, denominazioni e ricette che si richiamano all’Italia per prodotti taroccati che non hanno nulla a che fare con la realtà nazionale e frena le potenzialità dell’export che nel 2015 ha raggiunto la cifra record di 36,9 miliardi di euro. P di Federico Colosimo è alzato il sipario su Rio 2016. Fantastica la cerimonia d’apertura andata in scena questa notte allo stadio Maracanà tra fuochi d’artificio pirotecnici, musica, danze, sfilate (con Gisele Bundchen a incantare la platea sulle note di “Garote de Ipanema”), costumi coloratissimi e fischi al presidente temporaneo Michel Temer. A rappresentare l’Italia, nel giorno del suo compleanno, la portabandiera Federica Pellegrini, sorridente e visibilmente emozionata. S’ Passerella meritatissima per oltre 12.000 atleti in rappresentanza di 206 Paesi e davanti a 45 capi di Stato. Circa 42.000 i fuochi d’artificio sparati, 5.500 i costumi disegnati (con budget ridotto del 30%), 200 i ballerini, 504 i musicisti che hanno costituito il gruppo ritmico delle 12 scuole di samba del Gruppo speciale. Per la prima volta nella storia dei Giochi estivi, la fiamma olimpica ha cominciato ad ardere al porto, di fronte alla chiesa della Candelaria, e quindi non all’interno dello stadio olimpico. La rassegna a cinque cerchi è finalmente iniziata e già da oggi si comincerà a fare sul serio. L’Italia andrà subito a caccia della medaglia numero 200 della sua storia alle Olimpiadi (199 quelle conquistate da Atene 1896 a Londra 2012). Caccia al bersaglio grosso, con la gioia che potrebbe arrivare nel primo pomeriggio nella gara di ciclismo su strada: un circuito durissimo, da scalatori puri, con Vincenzo Nibali, lo squalo dello Stretto, che sogna in grande. L’Italia può farcela, il podio non è una missione impossibile da raggiungere. E in serata toccherà alla bellissima e bravissima Rossella Fiamingo, bicampionessa SORTEGGI CHAMPIONS ED EUROPA LEAGUE La Roma con il Porto Sassuolo trova Belgrado na squadra forte, ma non fortissima. Tutto sommato è andata non malissimo alla Roma che, per i play off di Champions League, dall’urna ha pescato i portoghesi del Porto; sorteggio benevolo per la truppa di Spalletti anche per il fatto di poter giocare il ritorno all’Olimpico e dunque poter ribaltare in casa un eventuale risultato negativo all’andata. Evitato così lo spauracchio del Manchester City di Pep Guardiola, a cui il destino ha invece assegnato i romeni della Steaua Bucarest Ecco comunque il quadro completo degli accoppiamenti: Ludogorets - Viktoria Plzen; Celtic Glasgow - Hapoel Beer Shiva; Copenhagen-APOEL; DundalkLegia Varsavia; Dinamo Zagabria-Salisburgo; Steaua Bucarest-Manchester City; Porto-Roma; Ajax-Rostov; Young Boys-Borussia Monchengladbach; Villarreal-Monaco. U Giorno di sorteggi anche per la rivelazione Sassuolo, in Europa League. Anche se in questo caso l’urna non è stata benevola, visto che gli emiliani hanno pescato la Stella Rossa di Belgrado, quando invece il lotto delle concorrenti presentava squadre decisamente più abbordabili. Peraltro, il ritorno si giocherà a Belgrado, in un clima notoriamente non dei più semplici. I ragazzi di Eusebio Di Francesco, comunque, dopo aver superato in scioltezza il primo turno contro gli svizzeri del Lucerna (1-1 fuori casa e 3-0 nel ritorno, con Berardi scatenato) cercano ora lo storico visto verso il raggruppamento a gironi. mondiale in carica, che scenderà in pedana per centrare l’oro olimpico nel torneo di spada femminile. A notte fonda (le 3:00 in Italia), il giovane nuotatore Gabriele Detti, fresco campione europeo, cercherà l’impresa nei 400 stile libero. L’intera posta in palio è difficile da raggiungere, ma una medaglia è sicuramente nelle corde del livornese. Domani sarà il turno di Jessica Rossi che a Londra 2012 ha sbaragliato la concorrenza colpendo 99 piattelli su 100 nella finale di fossa olimpica, realizzando perfino il nuovo record del mondo. Sulla campionissima di Cento