Book allievo allenatore 2012

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Book allievo allenatore 2012
Corso Allievo Allenatore 2012
Quaderno tecnico del corso
Allievo Allenatore
Alessandria Cuneo Omegna Torino
Estate 2012
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Corso Allievo Allenatore 2012
Sommario
Staff organizzativo e tecnico ............................................................................................................................ 3
Elenco dei corsisti ............................................................................................................................................ 3
Il gioco della Pallacanestro…….….……..…………..……………………………………..………………………… 4
Il percorso formativo del CNA …….……..……….……..………………………………………………………..…11
La figura dell’allenatore..……..……………………............................................................................................22
.
Strumenti base per allenare. ………………………….......................................................................................25
Regolamento……….........................................................................................................................................29
Metodologia………...........................................................................................................................................34
Preparazione Fisica ……………..………………………………………………………………………………..…...47
Palleggio……………………………………........................................................................................................56
Passaggio……….............................................................................................................................................63
Tiro……………………......................................................................................................................................68
1c1 attacco………………………………………… ………………………...........................................................74
1c1 difesa…………………………….…………………………………………………………………….….……… 80
Contropiede………………………...................................................................................................................87
Bibliografia…………….. …………………………………………………………………………………..………… 91
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Corso Allievo Allenatore 2012
STAFF ORGANIZZATIVO E TECNICO
.
Direttore del corso
Formatore
Assistente
Metodologo
Istruttore CIA
Preparatore Fisico
Formatore
Nazionale
Alessandria
Cuneo
Omegna
Torino
Riccardi A
Pomelari W.
Alliori U.
Ronco M
Curà Curà
Paracchini M.
Alfero A.
Cardile P.
Alfero A.
Fabiani L.
Brindisi F.
Torbol M.
Buarotti M.
Bussoli M.
Lodetti M.
Fabiani L.
Ceratto M.
Torbol M.
Tomaselli V.
Cardile P.
Comazzi S.
Fabiani L.
Brindisi F.
Torbol M.
Cardile P.
Cardile P.
Cardile P.
Cardile P.
Alessandria
Cuneo
Omegna
Torino
BOSIO G.
CARRATURO D.
CASSOLA G.
CENSURINI P.
COSCARELLA P.
GAMBARA V.
GIORDANO N.
GRANATA P.
LIPPOLIS G.
MARINELLO G.
MARTINELLI S.
MEARDI M.
OTTONELLO A.
PAGLIA A.
RAMAJ J.
RICCI M.
TALPO V.
VALERIO D.
VALPREDA E.
VARANI D.
VERCELLI E.
BARBERIS M.
CAPRIO G.C.
COSTANTINO S.
CURTI C.
DALMASSO M
MANZINO M.
MARCELLO M.
MASSUCCO D.
MELLANO D.
MITOLA A.
PAGLIANO A.
ROCCHIA R.
SALES G.
VILLOIS M.
ARENA M.
BAGNATI T.
CAVAGNA A.
DE GIOVANI A.
FANCHINI F.
GIANNUZZI I.
MAFFIOLI A.
MARABELLI M.
MATTEA A.
PARACCHINI M.
PERRINI A.
VISCONTI I.
ARMELLINO F.
ASTEGGIANO A.
BACCARIN M.
BIANCARDI L.
CELESTINO G.
CESSARIO D.
D'AFFUSO A.
DURIN G.
GABRIELE G.
GRANIERI S.
ITALIA F.
LA FORGIA V.
LANDRA A.
MONACO M.
MORETTI M.
MOSSO M.
MOSTRATISI C.
NOSENZO I.
RAITERI S.
SIRAGUSA M.
TARQUINI D.
TRAPANI E.
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IL GIOCO DELLA PALLACANESTRO
Definizione
La pallacanestro, conosciuta anche
come basket, clipping del termine
inglese basketball, è uno sport di
squadra in cui due squadre di cinque
giocatori ciascuna si affrontano per
segnare con un pallone nel canestro
avversario, secondo una serie di
regole prefissate.
Origini
James Naismith
La pallacanestro è uno sport nato
fondamentalmente dall'ingegno di un solo
uomo: il dottor JamesNaismith, professore di
ginnastica canadese. Nel 1891 Naismith
lavorava presso la YMCA International Training
School di Springfield, in Massachusetts. Gli
venne chiesto di trovare uno sport che potesse
tenere in allenamento durante la stagione
invernale i giocatori di baseball e football in
alternativa agli esercizi di ginnastica.
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Storia ed evoluzione
Ispirato al gioco canadese duck-on-a-rock, il
basketball vide la luce il 15 divembre1891,
regolato da tredici norme, con un cesto di
vimini per le pesche appeso alle estremità della
palestra del centro sportivo e due squadre di
nove giocatori. Il nome del gioco fu coniato da
uno degli allievi di JamesNaismith, Frank
Mahan, dopo che l'inventore aveva rifiutato di
chiamarlo Naismithball. Il 15 gennaio 1892
Naismith pubblicò le regole del gioco: è la data
di nascita ufficiale della pallacanestro. La prima
partita della storia terminò 1 a 0.
Fu aggiunto al programma olimpico in
occasione delle Olimpiadi di Berlino 1936
(anche se vi era stato precedentemente
un torneo di basket durante le Olimpiadi
di St.Louis 1904, non riconosciuto
ufficialmente dal CIO). In
quell'occasione, Naismith consegnò la
medaglia d'oro agli Stati Uniti, che
sconfissero in finale il Canada.
Lo sport divenne popolare negli Stati Uniti
in brevissimo tempo, cominciando subito
dopo a diffondersi in tutto il mondo,
attraverso la rete degli ostelli YMCA; gli
allievi di Naismith divennero missionari e
mentre viaggiavano nel mondo per
portare il messaggio cristiano, riuscivano
a coinvolgere i giovani nel nuovo gioco.
Nel 1946 nacque negli USA la National
Basketball Association (NBA), con lo scopo
di organizzare le squadre professionistiche e
rendere lo sport più popolare. Nel resto del
mondo, la diffusione si incrementò con la
nascita della Federazione Internazionale
Pallacanestro nel 1932. In Europa, il basket
ebbe una particolare risonanza e soprattutto
l‘Unione Sovietica fu lo stato che riuscì a
competere a livello internazionale alla
potenza degli Stati Uniti
Il gioco della Pallacanestro
Gioco di iniziativa: chi ha l’iniziativa? Chi gestisce
meglio spazio/tempo
Gioco di squadra: si può prendere un vantaggio
individualmente, ma per mantenerlo bisogna essere
squadra
Gioco di letture: insegnare a leggere continuamente
Gioco di situazione: in ogni azione e nella stessa azione
le situazioni cambiano
Gioco con un gran numero di movimenti difficilmente
prevedibili
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Elementi caratterizzanti
Il regolamento
Il campo da gioco
Le attrezzature
Fasi di gioco
Ruoli
Durante i primi cinque decenni
dell'evoluzione della
pallacanestro, vi erano tre ruoli
che un giocatore poteva
ricoprire. In campo, infatti,
c'erano: due guardie, due ali
ed un centro.
–
Grandi giocatori in questo ruolo sono
attualmente Jason Kidd, Rajon Rondo,
Steve Nash, Baron Davis, Tony Parker,
Deron Williams, Chris Paul, Chauncey
Billups, mentre tra i grandi del passato
figurano Magic Johnson, Bob Cousy,
Isiah Thomas, John Stockton e
Anfernee Hardaway.
Fasi di gioco
ATTACCO
DIFESA
contropiede
uomo
zona
mista
½ campo
pressing ½ campo
“
“
“
“
playmaker
Il playmaker (in inglese point guard) è uno dei
ruoli standard della pallacanestro. È chiamato
anche ruolo 1.
Normalmente si tratta del giocatore con il
miglior trattamento di palla. Essenzialmente, il
playmaker ha il compito di guidare l'attacco
della squadra, portando avanti il pallone e
controllandolo, assicurandosi di far partire
l'attacco
Tra i migliori italiani figurano
Gianluca Basile, Gianmarco
Pozzecco, Massimo Bulleri,
Giuseppe Poeta; mentre fra i grandi
del passato vanno ricordati Aldo
Ossola, Pierluigi Marzorati, Roberto
Brunamonti e l'italo-americano Mike
D'Antoni.
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guardia tiratrice
Le guardie tiratrici (in inglese shooting guard)
sono generalmente più basse, veloci ed agili
rispetto alle ali (forwards). Si tratta solitamente,
come si intuisce anche dal nome, del miglior
tiratore della squadra, che sia però anche in
grado di penetrare verso il canestro se serve.
Molte guardie tiratrici possono generalmente
giocare anche come ala piccola (small
forward). Solitamente, l'altezza sulla quale si
aggirano la maggior parte delle guardie è tra
1,93 e 2,03 m (6' 4" - 6' 8").
Michael Jordan (1,98 m), uno dei giocatori di
basket più famosi della storia, ed uno dei più
forti, era una guardia tiratrice, ed ha portato a
ridefinire meglio la concezione attuale del
ruolo. Alcuni buoni interpreti attuali di questo
ruolo sono Kobe Bryant, Tracy McGrady, Vince
Carter, Ray Allen, Richard "Rip" Hamilton,
Dwyane Wade, Emanuel "Manu" Ginobili.
Grandi interpreti di questo ruolo del passato
sono Reggie Miller, Jerry West, Clyde Drexler,
Sasha Danilovic.
ala piccola
L’ala piccola è generalmente più bassa
rispetto all'ala forte (power forward) e al
centro (center o pivot) ma è
generalmente più alta e massiccia
rispetto alla guardia tiratrice e al
playmaker. In attacco, trova il suo
equilibrio tra i movimenti tipici di una
guardia come il tiro o la penetrazione e
il gioco di forza di un'ala forte, specie a
rimbalzo.
Tra tutti e cinque i ruoli standard, è infatti
quello che riesce a combinare meglio i
due aspetti del gioco e non di rado
alcune "ali piccole" sono in grado di
ricoprire diversi ruoli a seconda delle
esigenze della squadra. Per quanto
riguarda la difesa, l'ala piccola dà il suo
apporto con le palle rubate e rimbalzi.
Tra le più dominanti small forward
del passato figurano Larry Bird,
Julius Erving, Dominique Wilkins,
Scottie Pippen e James Worthy.
Attualmente, si segnalano LeBron
James, Predrag Stojakovic, Paul
Pierce,Lamar Odom, Ron Artest e
Carmelo Anthony.
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ala grande o ala forte
Tra i giocatori più famosi, andando aldilà
dell'oceano, esempi di ala forte sono Karl
Malone, Kevin McHale, Charles Barkley e
Dennis Rodman. Tra i giocatori in attività i
più rappresentativi per il ruolo sono Dirk
Nowitzki, Rasheed Wallace, Kevin Garnett,
Elton Brand, Chris Bosh e lo spagnolo Pau
Gasol oltre al caraibico Tim Duncan.
L'ala grande o ala forte (in inglese power
forward) È un ruolo molto fisico, simile a
quello del centro, un ruolo nel quale può
capitare anche di dover giocare se
mancano giocatori più alti. L'ala forte spesso
gioca spalle al canestro in attacco, mentre
in difesa si posiziona sul fondo insieme
proprio al centro.
A rimbalzo deve essere aggressiva e
segnare la maggior parte dei punti in post
basso.
centro
Il centro (in inglese center) o pivot ("perno"
della squadra) .
Solitamente deve sfruttare la sua grande
massa soprattutto nei pressi del canestro.
All'interno dell‘area dei tre secondi deve saper
segnare, difendere, 'stoppare' i tiri degli
avversari, cioè spazzare via con le mani il
pallone mentre vola verso il canestro, “tagliare
fuori" il pari ruolo avversario (facendolo restare
dietro la propria schiena) e catturare rimbalzi.
Un centro che riesca ad unire la
stazza all'atletismo può essere un
giocatore dominante ed
insostituibile per una squadra. Un
centro deve possedere un buon
movimento spalle a canestro e un
buon tiro dalla media distanza.
Tra i grandi centri della storia vanno ricordati
Bill Russell,Vlade Divac, Wilt Chamberlain,
Kareem Abdul-Jabbar, David Robinson, Moses
Malone, Arvydas Sabonis, Hakeem Olajuwon,
Patrick Ewing e Dikembe Mutombo, Shaquille
O'Neal, Dwight Howard e Yao Ming.
Dino Meneghin è considerato il più forte
pivot della storia del basket italiano.
Attualmente, soprattutto in Europa, i
centri si sono trasformati, diventando più
atletici (con minor peso e statura) con un
buon movimento fronte a canestro e
possibilmente un buon tiro dai 6 metri.
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Federazione Italiana Pallacanestro – F.I.P.
E‟ una associazione con personalità giuridica senza fini di lucro. Costituita nel 1921 con scopo di
promuovere , regolare e sviluppare il basket in Italia , nel rispetto dei principi costituzionali, legislativi e
regolamenti della
FEDERATION INTERNATIONALE DI BASKETBALL (F.I.B.A.) cui è affiliata, e delle
direttive del CONI e del CIO.
Dal 1994 è stato variato lo statuto, introducendo il regime di professionismo.
La FIP ha autonomia tecnica, organizzativa e di gestione e svolge la sua attività sotto la vigilanza del CONI.
Presidente FIP – Dino Meneghin (dal 15 maggio 2010)
La FIP ha come proprio rappresentante in ogni regione il COMITATO REGIONALE che è quindi l‟organo
federale più importante.
COMITATO REGIONALE PIEMONTESE
Presidente regionale
Giorgio Mapelli
Consiglieri:
Federico Danna
Davide Dalmasso
Luciano Mitton
Fedele Valente
Alex Cardano
Marida Pellegrini
Fabio Manca
Piero Piermattei
Comitato Nazionale Allenatori – C.N.A.
E‟ un organismo federale di settore della FIP con obiettivo il reclutamento , formazione,
coordinamento e organizzazione degli Istruttori Tecnici, degli allenatori e Preparatori Fisici.
Presidente CNA
Giovanni Piccin
Consiglio Direttivo
Riccardo Bocci
Roberto Chieppa
Massimo Meneguzzo
Giampiero Ticchi
Gianni Zappi
Responsabile Tecnico
Andrea Capobianco
Il CNA ha in ogni regione
il proprio organo rappresentativo. Il
presidente del C.N.A. Piemontese è
GIUSEPPE CARBONE, mentre gli altri due componenti della CRA (commissione regionale allenatori) sono
MAURO FERRERO e PIETRO CARDILE
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Comitato Italiano Arbitri – C.I.A.
E‟ un organismo federale di settore della FIP con obiettivo il reclutamento , formazione, addestrare ,
organizzare , istruire e valutare arbitri, ufficiali di campo, miniarbitri ed i componenti delle strutture Tecniche
del settore. Il CIA ha autonomia organizzativa per assolvere i compiti affidati dal consiglio federale della
FIP.
Presidente CIA
Tiziano Zancanella
Anche il CIA ha in ogni regione il proprio organo rappresentativo, in Piemonte il presidente è DENIS
QUARTA, mentre i componenti della commissione sono PIERLUIGI BRAGANOLO e GIAMPIERO
MARIOTTO.
In ogni provincia vi è rata la FIP con il proprio delegato, il CNA con presidente e 2 membri e CIA con i propri
rappresentanti.
L‟attività organizzativa è vastissima e vuole raggiungere in modo capillare ogni provincia, più territorio
possibile. Ci sono diverse iniziative che partono dall’alto ed a cascata raggiungono tutti perché tutti noi, e voi
tra un po’ , fate parte di un movimento.
E‟ tendenza degli ultimi anni “liberalizzare” iniziative che vadano a migliorare gli aspetti di ogni regione. Si
sono create commissioni tecniche composte da allenatori, la stessa formazione è stata regionalizzata,
sempre previa autorizzazione di chi ci dirige, ma il tutto viene fatto per andare incontro alle esigenze
territoriali.
L‟obiettivo della FIP del CNA del CIA è di aumentare i numeri di tesserati, far crescere la passione,
aumentare la qualità degli Allenatori, degli arbitri e soprattutto dei giocatori.
Tutti noi dobbiamo sentirci RESPONSABILI dei successi della nostra nazionale.
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Il percorso formativo del CNA
Il percorso
formativo
La piramide
FIP
Le qualifiche previste dal CNA,
con relativi corsi e abilitazioni
− Allievo Allenatore
− Allenatore di Base
− Allenatore
− Allenatore Nazionale
− Allenatore Benemerito
Le nuove figure
Istruttore di Base
ISTRUTTORE GIOVANILE
Le qualifiche FORMATORI
previste dal CNA,
− Formatore territoriale 1°livello
− Formatore territoriale 2°livello
− Formatore Nazionale
− Super Formatore Nazionale
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OBIETTIVO
della
FORMAZIONE
OBIETTIVO
della
FORMAZIONE
CREARE
GIOCATORI !!!
MODELLO DI GIOCATORE
MODELLO DI GIOCATORE
Persona / giocatore AUTONOMO
capace di AFFRONTARE E
RISOLVERE le situazioni di gioco
con l’ausilio dei fondamentali
(tecnica e tattica)
AUTONOMO
AUTONOMO
GIOCATORE CAPACE DI
PRENDERE INIZIATIVA
RESPONSABILE
NEL CONTESTO DEL GIOCO
DI SQUADRA
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AFFRONTARE E RISOLVERE
AFFRONTARE E RISOLVERE
(avere gli strumenti per!!!!)
TECNICI
FISICI
PSICOLOGICI
I fondamentali
Le capacità fisiche
Palleggio
Passaggio
Tiro
……….
Forza
Equilibrio
Reattività
Velocità
…….
Esempio la
consapevolezza
= lettura automatica
(spontanea) della cosa
da fare + correzione
della lettura
automatica =
consapevolezza
dall’automatico al
riflesso
L’IDEA è:
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Pallacanestro integrata
•Totalità e parti:
Autonomia
1vs1
Giocatore
LE INTERFERENZE
Collaborazione
5vs5
Squadra
•Prendere e mantenere iniziativa
•Attacco e difesa continuità
Autonomia e collaborazione
non sono alternative!!!
Ma coesistono senza che l’una possa fare a meno
dell’altra.
Importante è
l’equilibrio tra autonomia e collaborazione
AUTONOMIA
COLLABORAZIONE
EGOISMO
PASSAGGI INUTILI
(COLLABORAZIONE VUOTA)
SPAZIO/TEMPO
Autonomia e Collaborazione
Coesistono e sono consustanziali
(stessa importanza) ,
sono le facce di una stessa medaglia
e l’una ha bisogno dell’altra!!!
Coesistono organizzate in formule più o
meno efficaci in base alle capacità
tecniche, fisiche e mentali
Ne avete già sentito parlare ?
Prova a spiegare cosa sono
Spazio/Tempo
vostre considerazioni 5 minuti …
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Spazio/Tempo
Spazio vantaggioso da occupare,
o da poter sfruttare,
prima che venga occupato
o sfruttato da un avversario
Spacing
Distanza
Fra i giocatori in campo
Fra i giocatori e la palla
Fra i giocatori ed il canestro
Timing
Svolgere un fondamentale nel
momento in cui un altro fondamentale
sta arrivando a conclusione
Cioè non aspettare che un’azione sia
conclusa, per iniziare una nuova
azione … INIZIATIVA !!!
L’ azione di passaggio dalla guardia
all’ ala,
inizia quando il
mio compagno sta
completando lo
smarcamento ed
uscendo in ala …
palla e uomo arrivano
contemporaneamente
nella posizione per
sfruttare il vantaggio acquisito nei confronti
della difesa
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P.V. M.V.
C.V.
La pallacanestro è un gioco di
vantaggi
Prendere Vantaggio
Mantenere Vantaggio
Concretizzare il Vantaggio
PRENDERE VANTAGGIO =
conquista di uno spazio nel tempo giusto che
causa un aiuto difensivo = due difensori
contro un attaccante
MANTENERE VANTAGGIO = Posizionamento
+ sfruttamento capacità per mantenere lo
spazio/tempo vantaggioso
A livello di bambini
piccoli, il vantaggio si crea
e si concretizza
subito
con un tiro
CONCRETIZZARE IL VANTAGGIO = Segnare o
fare un tiro ad alta percentuale
Più sale il livello più il vantaggio
non si concretizza subito … ma si
concretizza dopo qualche secondo.
Più si sale di livello più il vantaggio si
crea su una porzione di campo, per
poi concretizzarsi di solito su una
porzione di campo diversa, magari
all’opposto
Se io in attacco nel momento in cui
ho un piccolo vantaggio, riesco a
fare il passaggio giusto …
Mantengo il vantaggio, forse
l’aumento ed arrivo a concretizzare il
vantaggio che mi sono creato
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Vale anche
per la difesa?
Prendere
vantaggio
Mantenere
vantaggio
Concretizzare
vantaggio
Capacità di togliere
all’attacco spazi e
tempi vantaggiosi
Non perdere la
posizione o il tempo
vantaggioso
conquistati
Recuperare il pallone
… riflettere e rispondere
Letture
Presupposto = GUARDARE!!!
Rendere automatiche le letture
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OBIETTIVO:
OBIETTIVO:
Creare giocatori completi tecnicamente
ed autonomi nelle scelte
Creare giocatori completi tecnicamente
ed autonomi nelle scelte
Per cui l’allenatore
deve essere …
Per cui l’allenatore deve essere …
completo tecnicamente
ed autonomo nelle scelte
Modello di allenatore
L’obiettivo
del corso
Modello di allenatore
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Cosa fa!
L’Allievo Allenatore studia la
pallacanestro
Cosa deve sapere?
-elementi base della tecnica
-principali regole del gioco
-prime nozioni di preparazione fisica
-elementi di metodologia
SAPERE
Cosa deve saper fare?
… deve saper eseguire i
principali movimenti tecnici
(dimostrare)
Cosa deve saper fare?
… arbitrare
Cosa deve saper fare?
… osservare in modo finalizzato
l’esecuzione dei principali
movimenti tecnici e delle
esercitazioni,
registrare gli aspetti tecnici e
didattici (scrivere ed elaborare,
disegnare)
OGNI ALLENATORE
INCARNA
CONSAPEVOLMENTE O
SPONTANEAMENTE
(INCONSAPEVOLMENTE)
UN TIPO DI
INTEGRAZIONE
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Lavoro integrato
I “valori”
Consapevolezza
Chiarezza
Coerenza
Tolleranza
CAPACITA’ COLLABORATIVE
ALLENATORE CAPACE
OBIETTIVO
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La figura dell’allenatore
l compito dell’allenatore è quello di tradurre i postulati in linguaggio tecnico dando al giocatore gli strumenti
che gli permettano di affrontare autonomamente le situazioni di gioco che si presentano di volta in volta.
Per far questo, bisogna tecnicamente essere sempre preparati e aggiornati, in quanto ogni allenatore deve
dare le migliori possibilità ai propri allievi, giocatori.
L'allenatore deve diventare il migliore allenatore di se stesso al motto “ diventa il massimo di quello che puoi
diventare”.
•
Requisiti fondamentali per l'allenatore sono: professionalità, consapevolezza (sapere sapere cosa si
sa), chiarezza (saper comunicare), coerenza (responsabilità delle proprie decisioni), tolleranza
(pazienza di accettare gli errori), capacità collaborativa (accettare anche decisioni “penalizzanti” per
il bene comune); questi valori devono essere sempre presenti e riferirsi al contesto in cui si opera.
Occorre inoltre essere responsabili, ad esempio in situazioni di infortuni o di pronto soccorso.
È necessario, altresì essere integerrimi eticamente. Soprattutto nelle categorie giovanili, ma anche nelle
categorie senior, bisogna dimostrare di essere coerenti, giusti, educati e educativi, corretti con tutte le
componenti del gioco: atleti, genitori, dirigenti, arbitri….
SAPERE
Conoscenza del tema
-
la tecnica come sintesi di 3 livelli : TECNICO / TATTICO
FISICO / ATLETICO
MENTALE
Il gioco della pallacanestro ( indicatori di giocare bene)
• Cosa significa giocare bene?
Gli indicatori del GIOCARE BENE, cioè di una bella partita, divertente e piacevole... ... sono sicuramente i
postulati, quando c'è autonomia e collaborazione all'interno della squadra, quando spazio tempo vengono
presi/gestiti in armonia/equilibrio sia in attacco sia in difesa, la partita viene riconosciuta ed è probabilmente
motivo di soddisfazione anche per chi non la vince (prevale, magari a fatica, l'ideale del formatore/allenatore
cioè la volontà di creare giocatori ...sempre migliori).
Giocare bene vuol dire anche giocare facendo cose sensate ed usare tutto quello che è concesso senza
dimenticare etica e correttezza.
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• Quanto condizionante è il risultato?
la risposta non può trascendere dagli obbiettivi, dalla categoria, dal livello …. dal contesto in generale.....
La partita è momento di verifica sia per i giocatori che per l'allenatore... “in partita ti porti quello che fai in
allenamento” bisogna creare in palestra il giusto clima psicologico come supporto per il processo di
Insegnamento/apprendimento; importante è la coerenza tra richieste/pretese nei confronti dei giocatori;
momento di verifica per l'allenatore vuol dire capire quello che è “passato” quello che non è “passato” al fine
di porre gli eventuali correttivi.
• Gioco individuale/ gioco di squadra?
Strumenti mentali, fisici, tecnici/tattici per poter giocare
• Ogni azione motoria ha alla base un processo mentale
• Giusto clima psicologico come presupposto per il processo di insegnamento/apprendimento
• Il gruppo
• Schemi motori di base, capacità di movimento (condizionale e coordinative), meccanismi energetici,
conoscenza del corpo umano e suo funzionamento
• Fondamentali istruiti come strumenti per giocare
• Collaborazione alla base del giocare insieme
• Rapporto tra tecnica e tattica
• L’allievo deve diventare il miglior allenatore di se stesso
• Campioni si diventa se vi sono le attitudini
Strumenti base per allenare:
• Come si disegna la pallacanestro
• Come si scrive un piano di allenamento
• Lo scouting
SAPER FARE
Progettazione didattica individuale
- aderenza al tema assegnato
- focalizzazione dell’obiettivo
- esercizi funzionali all’obiettivo
- integrazione di contenuti tecnici motori e psicologici
- collocazione di singole porzioni di allenamento nella proposta
- coerenza nel piano di allenamento
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SAPER FARE IN CAMPO
Modalità didattiche
- atteggiamento didattico : attivo, passivo, interattivo
- stile didattico : spiegazione, dimostrazione, uso di entrambe
- Qualità didattiche : valutazione dello stile
- Continuità e integrazione della progressione didattica
SAPER COMUNICARE
Abilità relazionali
- responsabilità nell’assumere un ruolo
- creazione di un buon clima emotivo individuale e
di gruppo
- funzione genitoriale
- funzione adulta
- consapevolezza emotivo corporea di se e degli allievi
- capacità di cogliere l’integrazione emotivo / corporea di se e degli allievi
- uso del feedback per sostenere, correggere,
motivare.
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Strumenti base per allenare
Come si disegna la pallacanestro
Ai corsisti è stata consegnata la grafica dei segni convenzionali per disegnare la pallacanestro, ed ogni
formatore ha provveduto a fare esercitare i propri ”allievi” sia durante le lezioni che a casa tramite diagrammi
pre-stampati.
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Come si scrive un piano di allenamento
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Lo scout
Il foglio di scout è uno strumento che ci permette di vedere l’insieme delle statistiche della ”nostra”
squadra. Tutti siamo a conoscenza che lo scout è diviso per giocatori, dandoci le percentuali al tiro, le palle
perse, quelle recuperate, gli assist, i rimbalzi in attacco ed in difesa, e ci può fornire notizie sull’andamento
dei vari quintetti, durante l’arco dell’incontro.
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E’ sicuramente importante conoscere le percentuali di tiro ma è più interessante sapere come ha tirato il
nostro giocatore.
Un buon sistema è quello di segnare in modo diverso i diversi tipi di conclusione a canestro.
Ad esempio:
se scrivo 1 significa arresto e tiro sbagliato, se invece scrivo “1 cerchiato” significa arresto-tiro segnato.
2 è una penetrazione sbagliata, “2 cerchiato” segnata.
3 è un canestro sbagliato in contropiede, “3 cerchiato” segnato.
4 significa canestro sbagliato dopo rimbalzo offensivo, “4 cerchiato” segnato
Questo è uno scout con una profondità maggiore, che ci permette anche di capire su cosa devono migliorare
i nostri giocatori e di poter “programmare” in modo specifico la prossima seduta di allenamento.
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Lo scouting
Altro compito affidato in molte società agli assistenti allenatori e quello di scoutizzare la squadra avversaria,
per poter consentire al capo coach di preparare al meglio la gara, questo parlando di squadre senior.
Per una formazione di livello medio basso o giovanile è inutile parlare di preparazione della gara poiché mi
devo porre degli obiettivi per la squadra che alleno e non occorre preparare la gara pensando alla squadra
avversaria.
Cosa osservare della squadra avversaria
• Se fanno contropiede
• Se usano pick ‘n roll e di che tipo (centrale, laterale, da transizione)
• Se usano gioco interno
• Se usano blocchi per liberare un tiratore
• Come giocano a “giochi rotti”
Cosa osservare delle caratteristiche individuali degli avversari
• Se fanno contropiede e chi lo fa più frequentemente
• Chi gioca sulle penetrazioni e che mano predilige
• Chi ha un buon palleggio – arresto e tiro
• Chi usa il pick ‘n roll e come lo usa
• Raggio da cui vengono effettuati la maggior parte dei tiri da fuori
• Come vengono effettuati i tiri da fuori (dall’uscita dai blocchi, da scarichi, da transizione, dall’1c1, da
pick ‘n roll)
• Chi ha gioco interno e cosa predilige fare
• Applicazione difensiva (più bravo / meno bravo)
Studio della difesa avversaria
• Che tipo di transizione difensiva usano (se subiscono o no contropiede) Che scelte fanno sul pick ‘n roll
• Come difendono sul post basso (dietro, davanti, ¾)
• Se la palla arriva al post basso come si adeguano? (raddoppiano? Con che giocatore?)
• Tengono la prima penetrazione? Se no come si adeguano? (rotazioni, aiuto e recupero, cambi difensivi)
• Fanno bene il taglia fuori?
• Vanno a rimbalzo in attacco?
• Giocano difese a uomo allungate / zone press? (che tipo?)
• Giocano a zona? (quale?)
• Utilizzano cambi di difesa nella stessa azione? (zona – uomo, viceversa)
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IL REGOLAMENTO DELLA PALLACANESTRO
Introduzione
La base per regolamentare una partita di basket è il regolamento tecnico.
Per “dirigere” una partita però non è l’unico strumento, esistono infatti:
•
Interpretazioni FIBA
Sono le interpretazioni per specificare situazioni particolari che non sono trattate direttamente dal
regolamento
•
Regolamento esecutivo
Regolano gli aspetti organizzativi della partita
•
Quaderni o appunti tecnici
Sono le specificità regolamentari italiane rispetto a quelle internazionali
•
D.O.A
Disposizioni organizzative annuali cioè disposizioni che esemplificano tutti gli argomenti non
specificati nelle precedenti norme
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Il referto di gara
Il Referto ufficiale di gara mostrato in figura è quello approvato dalla Commissione Tecnica Mondiale della
FIBA.
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È formato da un originale e tre copie su carta di diversi colori.
L'originale in bianco è per la Federazione. La prima copia è per gli organizzatori della competizione, la
seconda copia, rosa,è per la squadra vincitrice e l'ultima copia, gialla, è per la squadra perdente.
Almeno 20 minuti prima dell'inizio della gara (vero inizio della partita, tutto ciò che succede in questo periodo
e deve venire sanzionato viene scritto a referto e la sanzione viene fatta prima del salto a due di inizio
partita), si deve preparare il referto nel seguente modo:
si deve registrare i nomi delle due squadre nello spazio in cima al referto. La prima squadra sarà sempre la
squadra locale (ospitante).
• Il nome della competizione
• Il numero della gara
• La data, l'ora ed il luogo della gara
• Il nome del primo arbitro e del secondo arbitro
Almeno 10 minuti prima dell’inizio gara gli allenatori dovranno comunicare i primi 5 giocatori che
scenderanno in campo e che verranno segnati a referto con una x ( che verrà cerchiata alla effettiva loro
discesa in campo come quintetto base)
Il fallo personale deve essere indicato con una ‘P’.
Il fallo tecnico a carico di un giocatore deve essere indicato con una ‘T’.
Il fallo tecnico a carico dell’allenatore per il suo comportamento
antisportivo personale, sarà indicato con una ‘C’. Un secondo simile fallo tecnico sarà indicato con una ‘C’,
seguito da una ‘D’ nello spazio rimanente.
Il fallo tecnico a carico dell'allenatore per qualsiasi altra ragione dovrà essere indicato con una ‘B’.
Il fallo antisportivo deve essere indicato con una ‘U’. Un secondo fallo antisportivo sarà indicato anche con
una ‘U’, seguito da una ‘D’ negli spazi rimanenti.
Il fallo da espulsione deve essere indicato con una ‘D’.
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Tutti i falli sopracitati che comportino dei tiri liberi verranno contrassegnati a fianco della lettera del fallo con
una cifra in pedice che ne indichi il numero.
Per ogni periodo, sono presenti quattro spazi sul referto per registrare i falli di squadra.
Metodo per segnare il punteggio progressivo
Il tiro libero viene segnato, sul punteggio progressivo con un pallino
con a fianco il numero del giocatore che lo ha realizzato
Il tiro da 2 punti viene segnato, sul punteggio progressivo con una barretta
con a fianco il numero del giocatore che lo ha realizzato
Il tiro da 3 punti viene segnato, sul punteggio progressivo con una barretta
con a fianco il numero cerchiato del giocatore che lo ha realizzato
Al termine di ogni quarto il punteggio parziale di entrambe le squadre verrà cerchiato
e verranno poste delle righe per dividere il punteggio dal periodo successivo.
.Al termine di ogni periodo e dei tempi supplementari, il segnapunti registrerà il
punteggio acquisito in quel periodo nell'apposito spazio nella parte inferiore del referto.
Al termine della gara registrerà il punteggio finale e il nome
della squadra
il primo arbitro deve essere l'ultimo ad approvare e firmare il referto.
Questo atto pone fine all’amministrazione e al coinvolgimento con la gara.
Infrazioni di palleggio (art. 24)
Si sono evidenziate, partendo dalla lettura dell’articolo del regolamento le eventuali
infrazioni che si possono commettere in fase di palleggio.
Infrazioni di passi (art. 25)
Si sono specificati , sempre partendo dalla lettura dell’articolo del regolamento,
alcune specificità di interpretazione della regola sottolineando l’importanza dello
stabilire il piede perno del giocatore in possesso palla.
Questi due ultimi argomenti ed i rimanenti verranno affrontati nelle lezioni relative all’1c1.
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Conclusioni
Tra il “sapere” dell'allenatore non può non esserci il regolamento, le competenze e le segnalazioni che
l'arbitro è tenuto a effettuare durante una partita.
Non è possibile insegnare qualcosa a qualcuno senza sapere le regole di ciò che si va ad insegnare.
L'allenatore deve sapere in ogni momento della partita a cosa si va in contro con un determinato
comportamento suo o dei suoi giocatori (es: la partita inizia ufficialmente 20 minuti prima della palla a due,
quindi se un giocatore infrange qualche regolare in tale periodo, come ad esempio appendersi al ferro dopo
una schiacciata, può incorrere in un fallo tecnico ancor prima della palla a due).
Conoscere la composizione del regolamento:
Regolamento Tecnico: 50 articoli uguali per tutti i Paesi FIBA
Regolamento Esecutivo: ciò che ha a che fare con il “contorno” della partita, ma funzionale ad essa
(es. tesseramenti)
D.O.A.: disposizioni organizzative annuali. Completano tutte le altre fonti regolamentari (es. utilizzo
under, giorni di gara, ecc...)
•
Conoscere e saper compilare:
Referto: composto da 4 fogli, bianco (riservato all'ente organizzatore della manifestazione), verde
(copia per il 1° arbitro), giallo (squadra perdente ), rosa (squadra vincente).
Rapporto Arbitrale: comprende tutto ciò che non può essere scritto nel referto e viene compilato
dagli arbitri a partita terminata
Sapere le posizioni da adottare in campo dai due arbitri (arbitro guida e arbitro coda) e le porzioni di
campo di competenza (6 quadranti).
Conoscere le principali segnalazioni di falli e infrazioni e saperle comunicare al tavolo, con relative
segnalazioni dei numeri di maglia dei giocatori.
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METODOLOGIA DELL'INSEGNAMENTO SPORTIVO
Vincere significa sì battere gli avversari, ma la prima vittoria è superare i propri limiti.[..]
Le vita però non è lo sport: se perdiamo di un punto
all'ultima partita abbiamo perso, ma nella vita non siamo
necessariamente dei perdenti [...].
Lo sport ci aiuta ad imparare soprattutto a perdere e
noi abbiamo costruito una squadra combattendo la cultura degli 'alibi'.
(Julio Velasco 1)
Introduzione
La ricca lezione di Loretta Fabiani sulla metodologia dell'insegnamento sportivo mostra chiaramente che la
conoscenza sola della materia (della tecnica del basket, in questo caso) è condizione necessaria, ma non
sufficiente per fare di un allenatore un buon allenatore.
Non sempre la conoscenza si traduce in trasmissione, in comprensione di chi ascolta.
Inoltre si può essere brillanti in una comunicazione saltuaria (una lezione, un seminario, etc), ma l'allenatore
ha il compito della continuità.
Mentre nel primo caso la relazione con chi ascolta può essere praticamente nulla, nel secondo caso il
rapporto con i giocatori, il clima che si instaura con loro, diventa parte integrante dell'insegnamento. Se non
si creano i presupposti per un rapporto trasparente e sincero, credo sia difficile allenare una stessa squadra
per un periodo lungo. In questo senso, la competizione, il continuo confronto con la vittoria, ma soprattutto
con la sconfitta, richiedono all'allenatore di andare continuamente al di là della cultura dell'alibi, come
insegna Velasco, e di 'scavare' nei limiti delle persone e trovare le strade per andare oltre, ritrovando ogni
volta motivazioni nuove e stimoli di crescita. Il compito di un allenatore è quello di un educatore, cioè di colui
che, etimologicamente, cerca di tirare fuori il meglio dalle persone.
Delle 9 pagine di appunti che ho preso durante il modulo potrei fare un trattattello... ma non credo sia questo
lo scopo, anche se, come sempre, riportare in uno scritto quello che si è ascoltato è già comunque una
tappa significativa dell'apprendimento. Vorrei quindi fare una cosa leggermente diversa, forse poco
ortodossa. Vorrei analizzare l'anno che ho passato come aiuto allenatore (termine comunque esagerato,
perché senza alcun incarico stabilito, e fatto per una volta sola alla settimana su 3 allenamenti) nell'ottica
presentata durante il modulo, per capire meglio le ragioni per cui molte delle cose nella squadra, nel
rapporto allenatore-giocatori, allenatore-genitori e quant'altro non ha funzionato. Senza alcun intento di
critica, questo può essere un esercizio interessante per riflettere come si possono (o non si possono)
tradurre in pratica le basi teorico-scientifiche dell'apprendimento.
1 Video da: http://www.icoachforyou.it/pagine/claudio-mantovani
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Due parole di inquadramento della situazione: squadra di giocatori del 1998, 12 elementi con poca continuità
negli allenamenti, discontinui anche per la presenza durante le partite; 6 giocatori con buone doti, altri 6
potenzialmente buoni ma molto indietro nella preparazione e nella tecnica. Nel seguito l'allenatore viene
indicato con All, e i giocatori con g1, g2, g3... ecc. I genitori con G1, G2, etc.
La teoria e la pratica
Come si traduce la teoria in pratica? Si sa, la teoria e la pratica in teoria sono la stessa cosa, in pratica....
L'All. è abbastanza convinto che sia l'esercizio continuo a creare i presupposti per la crescita e la
maturazione dei giocatori. Questo è perfettamente condivisibile, se non che egli intende l'esercizio continuo
in termini di ripetizione periodica della stessa tipologia di esercizi, per tutto l'anno. Noto che questo fa
perdere motivazione, e poco aiuta al miglioramento. In particolare, non lavora sulla significatività
dell'apprendimento, che invece richiede di cambiare continuamente metodologie per incidere sul carico di
lavoro, per mostrare sia la finalità dell'esercizio e del carico, con la possibilità di ottenere un miglioramento
immediato, per motivare ulteriormente il giocatore.
La ragione di questa scelta sta nel fatto che l'All. ha deciso a tavolino una serie di obiettivi finali che vuole
raggiungere (legittimamente), e quindi da un lato si concentra esclusivamente sugli esercizi correlati a tali
obiettivi, e dall'altro esclude qualunque intervento su gli altri aspetti deboli dei giocatori. Per esemplificare,
quando un giorno correggo una impostazione errata sul tiro di uno dei giocatori più bravi l'All. mi dice:
“Giusto, mi piacerebbe lavorare sul tiro, ma non ho tempo in allenamento”.
La priorità è sulle persone o sull'obiettivo?
Porre la priorità sugli obiettivi è sicuramente un atteggiamento 'sano', ma se dimentica la crescita dei
giocatori come individui singoli e li si considera solo come elementi di una squadra, si rischia di non riuscire
a creare quel giusto clima psicologico che favorisce le relazioni e fa crescere la motivazione. In questo
senso, l'All. è conscio che molti dei suoi giocatori hanno dei limiti non solo tecnici, ma soprattutto psicologici,
ma decide per scelta di limitare i rapporti diretti con i giocatori. Questo mi crea qualche problema, perché
spontaneamente tendo invece a instaurare subito (con alcuni) un dialogo che mi porti a comprendere le
difficoltà. I giocatori percepiscono immediatamente la diversità dei due atteggiamenti, con risposte molto
diverse: infatti alcuni ricambiano immediatamente il rapporto, altri lo rifiutano, senza mezze misure.
Se il compito di un allenatore è principalmente quello di essere un educatore (che crea giocatori), non è
possibile tirare fuori il meglio da chiunque se non si 'scava' un minimo nella sua psicologia. In più, un
allenatore non è lì per giudicare (in questo si differenzia molto da un insegnante): al contrario, è lì per far
esprimere la persone per quello che sono 2,, per fargli acquisire autonomia, per arrivare a conoscere le
proprie capacità e i propri limiti, in un contesto sociale, oggettivamente difficile, di competitività
2 Ho letto da qualche parte: “il basket non forgia il carattere, lo esprime”.
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La comunicazione
Purtroppo l'All. non brilla in comunicazione. Ma non nella lingua parlata, su cui non ha difficoltà, ma nella
comunicazione non-verbale. Ho sempre il dubbio a capire se la comunicazione non-verbale sia diretta o
mediata, se il suo significato arriva dritto o se semplicemente il messaggio viene ignorato. Certo il fatto che il
55% della comunicazione si basa sul linguaggio del corpo mi fa pensare che il messaggio arrivi praticamente
sempre a destinazione.
Una situazione che si presenta diverse volte mi toglie comunque ogni dubbio: se la partita sta andando
male, la squadra non risponde, l'All. smette di dare indicazioni e si siede come se stesse in poltrona, al
punto che persino i tifosi avversari lo notano, come successo durante una partita. Credo che questo sia il
peggior errore che può commettere un allenatore, quello di usare il silenzio come (tentativo di) correzione. In
più una comunicazione non-verbale negativa è molto peggio di una dichiarata a parole.
La correzione
Qui allargo il discorso.
Perché un allenatore medio pensa che lo strumento migliore per correggere sia quello
di urlare?
O comunque di porsi in un atteggiamento che assomiglia molto ad un castigo, e ad un rimprovero
continuo?
Qui è necessario riportare le indicazioni di Lauretta come per un decalogo:
1. utilizzare feedback costruttivi per favorire la comprensione;
2. correggere un solo errore alla volta, e prestare attenzione alle concause che generano l'errore;
3. utilizzare sempre istruzioni in positivo;
4. cercare di essere efficaci usando metodi sempre diversi, come per es. alternare quello verbale
all'esemplificazione;
5. utilizzare parole-simbolo e brevi frasi come richiamo corretto su un problema;
6. coinvolgere il giocatore con domande
(senza fare un'interrogazione) con lo scopo di analizzare e
discutere la prestazione personale, in un contesto di squadra.
7. fare attenzione e far leva sulle motivazioni intrinseche (interiori) del giocatore, comprendendo se ne
esistono di estrinseche (pressioni familiari, dell'ambiente, etc) che demotivano invece che motivare;
8. far identificare al giocatore le informazioni importanti cui rivolgere l'attenzione;
9. utilizzare strategie per mantenere l'attenzione;
10. non usare esercizi pesanti come castigo
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Gli obiettivi
Il fatto che esistano due differenti metodi didattici distinti (deduttivi e induttivi) non deve secondo me far
dimenticare che è sempre necessario dichiarare gli obiettivi, e ritornare continuamente ad essi 3
Questo vale non solo per gli obiettivi generali, ma anche per i singoli obiettivi, legati per esempio ad un
semplice esercizio in palestra. Questo credo aumenti di molto la capacità di attenzione, e il lavoro sulle
motivazioni. All. non dichiara mai perché fa un esercizio, e talvolta è proprio difficile individuarne lo scopo. In
più, non sono chiari gli obiettivi di crescita perché non esiste una progressione esplicita, essendo ripetitivi (
e monotoni). La diversificazione diventa un obbligo.
I ruoli
Su questo ho riflettuto molto e condivido un punto messo in luce nel modulo. Oltre al principio di individualità,
che richiede di occuparsi di tutti e di ognuno, è importante il riconoscimento dei ruoli, come riconoscimento
della creatività di ognuno. All. non distingue un play da un ala, o da un pivot, nel senso che non investe il
singolo in nessuno di questi compiti. Si potrebbe obiettare che forse a 14 anni non è il caso di investire di un
ruolo così definito nessuno. Credo invece il contrario: ognuno farà quel ruolo con la sua età e i suoi limiti, ma
l'avere un ruolo è essenziale, sia per le proprie motivazioni e stimoli, sia in un contesto di riconoscimento di
squadra. Anche perché di fatto questi ruoli vengono fuori sul campo, e i rapporti di forza a quell'età sono
molto feroci.
Il g1 per es. ha un problema psicologico abbastanza forte di resa durante una partita. Mentre in allenamento
fa cose notevoli, in partita è un disastro (ed è preso di mira da G2, G3, G4, etc. Nota: G1 non viene mai alle
partite, è l'unica volta che viene il disastro è ancora peggio). Ad un certo momento l'All. intravede in lui un
possibile ruolo da pivot, e gli suggerisce di giocare la partita successiva in quel ruolo. g1 gioca benissimo,
ma il suo ruolo non viene dichiarato come permanente in allenamento, e l'effetto positivo svanisce alla partita
successiva.
Conclusione
Mi fermo anche se potrei andare avanti per ore... ma il punto fondamentale credo sia quello di riconoscere
l'apprendimento lavorando sugli aspetti interiori di ogni giocatore. Questo è il punto veramente difficile per un
allenatore, che naturalmente tende ad avere preferenze e simpatie. Ma in una ottica empatica, questo deve
essere superato, considerato l'importanza del singolo.
Detto questo... la teoria e la pratica in teoria sono la stessa cosa....
3
Nel mio campo si dice: “Dire prima quello che vuoi dire, dillo e poi dì quello che hai detto”.
Parafrasando, si può dire: “dichiara gli obiettivi, perseguili e ritorna su di essi in ogni momento”
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RACCOLTA APPUNTI DOCENZA
METODOLOGIA DELL’INSEGNAMENTO SPORTIVO
Docente prof.ssa FABIANI Loretta
su incarico di CORSO PER ALLIEVO ALLENATORE
Anno Formativo 2012
Progetto di Formazione SdS-FIP 2012 per Corsi Allevo Allenatore
FABIANI LORETTA
Docente Laureata in Scienze motorie(SUISM – Torino)
Docente Formatore della Scuola dello Sport del CONI per l’Area METODOLOGICO-DIDATTICA
Docente membro del Comitato Tecnico Scientifico della Scuola Regionale dello Sport CONI Piemonte
Consulente Specializzato nelle Attività Motorie per la Scuola dell’Infanzia & Primaria
Docente di Educazione Fisica nella Scuola Superiore
Esperta nei processi Educativi in Adolescenza
Email: [email protected]
Dalla Guida FIP-Piemonte 2012
Modulo 4 : Metodologia dell’insegnamento sportivo (4 ore)
Il profilo e le competenze dell’allievo allenatore
• Concetti principali della metodologia dell’insegnamento
• Il ruolo del tecnico come facilitatore dell’apprendimento: cenni sui processi di apprendimento
• Come comunicare efficacemente con gli allievi
• L’uso didattico della comunicazione: spiegare, dimostrare, correggere
• Cenni sulla motivazione
L'efficacia di un tecnico di qualsiasi disciplina sportiva è fortemente condizionata dalla propria
capacità di insegnare. Il tecnico deve essere consapevole che non bastano le conoscenze
tecniche,anche le più avanzate su “cosa deve insegnare” se queste non sono accompagnate da
indispensabili abilità applicativo-pratiche e da competenze di tipo didattico che quindi risolvano il
“come insegnare”
Beccarini C, Mantovani C (2010), Insegnare lo sport, edizioni SDS,Roma
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OBIETTIVI DELL’INTERVENTO del Metodologo
FORNIRE AGLI ALLENATORI INDICAZIONI E BASI SCIENTIFICHE PER:
-
essere tecnici COMPETENTI
-
conoscere meglio gli aspetti didattici legati alla somministrazione dell’allenamento
-
favorire i processi di apprendimento-insegnamento
-
comunicare in modo efficace e didatticamente adeguato
-
motivare i propri atleti
PERCHE’ NON BASTA “SAPERE”?
ESISTE UNA FORTE INTERAZIONE TRA PROCESSI PSICOLOGICI E PROCESSI DI APPRENDIMENTO
MOTORIO.Essa quindi non va affrontata in modo generico!
Spesso INVECE questo avviene e non sulla base di una strategia o di un progetto metodologico
consapevole
DEFINIRE UN PROFILO DI COMPETENZA che poggi su CONCETTI METODOLOGICI
-
DEFINIZIONE DEL PROPRIO RUOLO
-
FUNZIONE DIDATTICO-EDUCATIVA
-
ASSUNZIONE E CONTROLLO DEGLI ATTEGGIAMENTI
-
CIRCOLARITA’ APPRENDIMENTO/INSEGNAMENTO
-
EMPATIA ED ASPETTI RELAZIONALI
FARE L’ALLENATORE?
OPPURE ESSERE ALLENATORE?
Saper fare
Saper essere
Compiti
Atteggiamenti
Ruolo
Capacità comunicative
Funzione
Capacità relazionali
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IL RUOLO
L’istruttore è un TECNICO,ma è soprattutto un EDUCATORE :
suo compito è EDUCARE perchè attraverso lo SPORT si realizza una FUNZIONE EDUCATIVA.
Attraverso lo sport l’atleta APPRENDE perché:
-
riesce ad esprimersi
-
acquisisce autonomia, coscienza delle proprie capacità e dei propri limiti
-
deve impegnarsi per poter realizzare obiettivi stabiliti e condvisi
-
ha l’opportunità di ricevere gratificazioni fisiche e mentali
-
si rapporta con se stesso e con altri
-
rispetta le regole
GLI ATTEGGIAMENTI
Conoscenze e competenze TECNICHE acquisite da tempo a volte ci portano ad agire senza mai porci degli
interrogativi sul COME STIAMO INSEGNANDO?
-
saper osservare e correggere
-
incoraggiare e sostenere
-
creare empatia
-
sostenere atteggiamenti positivi verso il contesto organizzativo ed istituzionale in cui si
opera
CONCETTI PRINCIPALI DI METODOLOGIA DELL’INSEGNAMENTO
Sia in allenamento che in gara si devono CREARE CONDIZIONI OTTIMALI
E’ fondamentale quindi :
-
escogitare soluzioni di apprendimento
-
suggerire comportamenti
-
pianificare interventi
-
valutare adeguatezza dei mezzi
-
scegliere bene i METODI da utilizzare
I METODI DIDATTICI
I metodi didattici sono procedure d’insegnamento finalizzate a far conseguire a chi apprende gli obiettivi
programmati.
I metodi didattici hanno la funzione di creare le migliori condizioni per consentire i processi di sviluppo e di
apprendimento
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METODI DEDUTTIVI
È centrato sulle capacità dell’istruttore che propone sequenze didattiche
-
metodo prescrittivo-direttivo
-
metodo misto = sintesi/analisi/sintesi
-
metodo dell'assegnazione dei compiti
METODI INDUTTIVI
È centrato sulle risposte dell’atleta a stimoli dati dall’allenatore
-
metodo della risoluzione dei problemi
-
metodo della scoperta guidata
-
metodo della libera esplorazione
SCELTA DEL METODO
Il metodo deve sempre tenere conto delle variabili di contesto
-
caratteristiche di ciascun bambino
-
caratteristiche dell'ambiente
-
tempistica
-
tipologia dei materiali a disposizione
-
livello di competenza personale raggiunto
-
da colui che insegna
PRINCIPI METODOLOGICI DI RIFERIMENTO
-
individualità
-
trasversalità
-
contestualizzazione
-
regia
-
riconoscimento dei ruoli
-
GLOBALITA’
-
VARIABILITA’
GRADUALITA’& GLOBALITA’
•progredire nell'insegnamento, dal semplice al complesso, dal facile al difficile, dal globale all'analitico
•aumentare il numero delle abilità tecniche individuali
VARIABILITA’
•variare l'esecuzione tecnica (distanze, traiettorie, direzioni, ecc.)
•variare o modificare spazi di gioco, velocità esecutive, numero di giocatori, modalità difensive, numero
d'informazioni, tempi decisionali, ruolo dei giocatori, regole di gioco...)
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ATTRAVERSO LA CONOSCENZA DEI METODI,
LA LORO CORRETTA APPLICAZIONE SI REALIZZA “APPRENDIMENTO”
“Attività diretta, specificamente, all’acquisizione e al perfezionamento di conoscenze e capacità”
(Meinel, 1984)
“Processo dinamico d’interazione nel quale (…) l’allievo non deve solo ricevere, ma deve portare il suo
contributo”
(Madella, 1993)
L’APPRENDIMENTO MOTORIO
L’apprendimento motorio può essere definito come un insieme di PROCESSI associati con l’esercizio o
l’esperienza che determina un CAMBIAMENTO relativamente permanente nella PRESTAZIONE
Definiamolo meglio
-
È un processo:acquisizione della capacità di eseguire delle abilità
-
È la conseguenza di esercizio e di esperienza
-
Non è osservabile direttamente
-
I cambiamenti devono essere PERMANENTI perché ci sia apprendimento
ATTENZIONE AGLI INDICATORI DI APPRENDIMENTO
Caratteristiche della prestazione che indicano apprendimento:
MIGLIORAMENTO - COSTANZA
PERSISTENZA - ADATTABILITA
Al fine di realizzare un APPRENDIMENTO SIGNIFICATIVO
L’APPRENDIMENTO SIGNIFICATIVO segue il PRINCIPIO DEL CARICO MOTORIO
Lega to alla quantità,qualità,significatività delle attività motorie programmate ed attivate atraverso sistemi
POLIVALENTI (ASPETTI METODOLOGICI)e MULTILATERALI. (ASPETTI DIDATTICI).
COME FACILITARE L’APPRENDIMENTO SPORTIVO
-
contribuendo allo sviluppo funzionale e motorio
-
sollecitando le funzioni vitali
-
lavorando in modo accessibile a tutti
-
coinvolgendo la sfera affettiva
-
incidendo sulla relazione
-
raggiungendo sempre una finalità immediata
-
permettendo agli ATLETI di divertirsi nel raggiungimento dell’obiettivo(gioco)
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FORMULARE ADEGUATAMENTE GLI OBIETTIVI
-
chiari, non equivocabili
-
raggiungibili, ma elevati
-
giustificati
-
non troppo lontani nel tempo
-
legati ed inseriti nel contesto della vita dell’atleta
-
analizzati e calibrati nella difficoltà
Attraverso una COMUNICAZIONE EFFICACE
Il rapporto istruttore /atleta non si fonda sulle competenze disciplinari, ma sulla COMUNICAZIONE
LA COMUNICAZIONE NON-VERBALE
La comunicazione avviene attraverso i nostri comportamenti quando interagiamo con le altre persone,
quindi:attenzione perchè QUALSIASI COMPORTAMENTO È COMUNICAZIONE
I PARAMETRI DELLA COMUNICAZIONE
La comunicazione si avvale sempre di tre parametri di riferimento:
-
il contesto in cui avviene
-
il contenuto
-
la relazione
Tener presente che …
-
ogni individuo ha il proprio modo di trasmettere e di ricevere informazioni, durante uno
scambio di
-
comunicazioni tende ad utilizzare il canale preferenziale
-
affinché ci sia comprensione, è necessario che emittente e ricevente utilizzino la stessa
frequenza
-
se il canale non è lo stesso e facile che il messaggio sia mal percepito, deformato o
trasformato.
EFFICACIA DELLA COMUNICAZIONE
-
Capacità di comunicare in termini di possesso di conoscenze e competenze linguistiche e
culturali di base
-
Abilità nel comunicare in termini di attitudine e abitudine ad esprimere un sapere specifico in
forma appropriata
-
Competenza per comunicare in termini di padronanza di tecniche comunicative e
metacomunicative e di capacità di cogliere feedback verbali e non verbali
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LA COMUNICAZIONE DIDATTICA - LA SPIEGAZIONE
Attenzione nel dare indicazioni tecniche: perché un atleta trasforma in azioni solo le spiegazioni, le
indicazioni e le istruzioni che riesce a comprendere e quindi ad assimilare mentalmente
REQUISITI DELLE INFORMAZIONI date agli ATLETI
Le informazioni devono essere:
-
chiare e lineari
-
separate dalle opinioni personali
-
espresse in modo personale
-
appropriate all’età ed al momento
-
inequivocabili
… è necessario sapere poi se l’informazione è stata compresa dall’atleta …
CRITERI DELLA COMUNICAZIONE EFFICACE
-
essere consapevoli di insegnare qualcosa a qualcuno
-
contribuire alla costruzione dell’autostima degli atleti
-
considerare i bisogni individuali e del gruppo
-
motivare adeguatamente gli atleti
-
comprendere le relazioni interpersonali tra gli atleti e non ignorarle
-
porsi in relazione d’aiuto di tipo asimmetrico e responsabile
QUANDO LA COMUNICAZIONE TRA ALLENATORE ed ATLETA E’ POSITIVA
-
richiama la giusta concentrazione
-
migliora la coesione del gruppo
-
crea emozioni positive
-
rinforza la motivazione
DIVENTA UN ADEGUATO SOSTEGNO EDUCATIVO, ed aiuta a MOTIVARE gli ATLETI.
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Che cosa si intende per MOTIVAZIONE?
“La motivazione è l’agente psicologico,fisiologico e cognitivo che guida il comportamento individuale verso
uno scopo”
LA MOTIVAZIONE
La motivazione influisce su: ciò che facciamo - quanto tempo ci mettiamo per farlo - come lo facciamo
Quali metodologie sono motivanti?
Non esistono metodologie motivanti in se stesse, ma Il piacere è un forte AGENTE MOTIVANTE.
Pertanto sarà cura dell’Allenatore applicare delle metodologie finalizzate al conseguimento del successo e
alla
piacevolezza dell’ apprendimento.
COME PROCEDERE PER RENDERE MOTIVANTI LE ATTIVITA’?
-
determinando degli obiettivi raggiungibili
-
mettendo in rapporto il livello di abilità dell’atleta con il grado di difficoltà del compito
-
rendendo l’allenamento molto vario e stimolante
-
dando ad ogni atleta delle risposte coinvolgenti
-
offrendo l’opportunità di svolgere attività stimolanti
-
non dando ogni volta una valutazione alle prestazioni
-
insegnare agli atleti a stabilire mete realistiche
RENDERE COMPETENTE L’ATLETA PER MOTIVARLO MAGGIORMENTE
L’atleta dovrebbe essere pertanto stimolato a “imparare dai suoi errori”
-
sviluppando abilità cognitive generalizzabili, cioè TRASFERIBILI ad un’ampia gamma di
situazioni
-
prendendo decisioni sul COME affrontare un problema piuttosto che sul cosa fare attraverso
una buona relazione atleta/allenatore
UALE RELAZIONE TRA ALLENATORE ed ATLETA?
Una buona relazione atleta-allenatore è tale quando ciascuno individua e riconosce il campo di conoscenze
e di abilità dell'altro
QUANDO ESISTE UN BUON RAPPORTO ATLETA-ALLENATORE
L’allenatore
-
si mostra entusiasta di lavorare con quegli atleti
-
riconosce le motivazioni per cui i suoi atleti praticano quello sport
-
organizza situazioni che soddisfino gli atleti
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Corso Allievo Allenatore 2012
-
crea un clima positivo verso l’allenamento
-
assicura obiettivi specifici per ogni allenamento
-
fornisce riconoscimenti in relazione all’impegno in allenamento e in gara
COME COSTRUIRE QUESTO RAPPORTO
Un allenatore deve essere in grado di:
-
trasmettere messaggi che stimolino autonomia e collaborazione
-
garantire la qualità del percorso dei suoi atleti
-
coinvolgere in prima persona
-
considerare tutti gli aspetti dello sviluppo del bambino
-
comunicare in maniera efficace
-
essere credibile
La leadership dell’allenatore si esplica attraverso:
-
COMPETENZA ED AUTEREVOLEZZA “SUL CAMPO”
-
Acquisizione e miglioramento delle competenze sportive degli atleti
-
Mantenimento della disciplina
-
Condivisione di finalità ed obiettivi con la propria Società Sportiva
-
Motivazione degli atleti
CARATTERISTICHE DI UNA BUONA LEADERSHIP
-
Essere diretti
-
Fornire istruzioni tecniche complete e specifiche
-
Esprimersi in modo personale
-
Essere coerente e chiaro
-
Mantenere la disciplina
-
Mantenere separati i fatti dalle opinioni
-
Essere focalizzati sull’obiettivo
-
Essere immediati e tempestivi nelle risposte
-
Fornire messaggi senza significati impliciti o nascosti
-
Essere incoraggianti
-
Essere efficaci, con poche parole e non ridondanti
-
Verificare che il messaggio sia stato compreso da chi ascolta
-
Valorizzare tutti gli atleti
-
Conoscere la differenza tra intensità ed emotività
-
Rimproverare (critiche) in privato e lodare(enfasi positiva) in pubblico
-
Separare l’errore dalla persona
-
Enfatizzare il lavoro di squadra, piuttosto che l’individualità
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Corso Allievo Allenatore 2012
PREPARAZIONE FISICO ATLETICA
Introduzione
La preparazione fisica-atletica è una delle componenti dell’allenamento, come la parte tecnica e
tattica, per creare giocatori.
La preparazione fisica nel basket ultimamente è molto cambiata.
È diventata specifica per il gioco, è non è più solo fare esercizi copiati da altri sport.
Pertanto da dove dobbiamo iniziare per programmare una buona seduta di preparazione atletica nel
basket?
•
Dobbiamo riconoscere l’utilità dell’esercizio nel contesto del gioco del basket.
•
Quindi conoscenza del gioco del basket
•
Apertura mentale verso le nuove indicazioni ma con occhio critico.
Lo studio del gioco
Attraverso l’analisi delle caratteristiche del gioco e dei giocatori in una partita di basket, si effettua
uno studio mirato e si cerca di provvedere a sviluppare quella parte maggiormente coinvolta nel
gioco.
Uno studio su atleti di livello ha evidenziato che la frequenza cardiaca media è dell’89% di quella
massima.
Si evince quindi, come lo sforzo che viene effettuato sia molto intenso.
Inoltre, altri studi, hanno dimostrato che esiste un rapporto tra fasi di gioco e recuperi di circa 1:1.
Fattori della prestazione:
•
Per una buona parte del tempo si gioca senza pause fino a un massimo di 20”
•
Per una parte minore, ma sempre consistente, dai 20” ai 40”
•
Per una parte ancora minore dai 40”ai 60”
Queste fasi coprono circa il 70% del tempo di una partita.
• circa l’80% delle pause dura 60” di cui il 30% sotto i 20”
Si è calcolato altresì che durante una partita un giocatore compie dalle 800 alle 1200 accelerazioni o
decelerazioni.
Tutti questi indicatori dimostrano che la pallacanestro è un gioco molto frazionato, in cui le fasi di
gioco sono molto intense e lo sforzo è sempre molto alto. A queste fasi molto attive ne susseguono
altre di recupero di pari entità (si pensi ai tempi di recupero durante i tiri liberi, o le rimesse o i minuti
di sospensione).
Pertanto la preparazione fisica deve mirare ad allenare il sistema energetico più confacente allo
sport praticato.
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I sistemi energetici
I sistemi energetici presenti durante le fasi di gioco sono tre:
1. Aerobico
2. Anaerobico alattacido
3. Anaerobico lattacido
Il terzo (anaerobico lattacido) è quello meno utilizzato, i primi due sono quelli maggiormente presenti
nei giocatori di pallacanestro. È bene chiarire che, comunque, tutti e tre i sistemi sono presenti, solo
che lavorano in percentuale differente in ogni momento della fase di gioco.
Sistema energetico anaerobico alattacido:
si produce energia in assenza di ossigeno, utilizzando processi molto rapidi, ma che non possono
durare a lungo (6”-7” max). Viene usato per scatti, salti, arresti, accelerazioni…
Sistema energetico anaerobico lattacido:
si produce energia in assenza di ossigeno. Viene usato negli sforzi brevi, ma sufficientemente lunghi
da produrre un affanno nella respirazione. Si arriva a una situazione di crisi (dovuta all'accumulo di
lattato nel sangue) che costringe il soggetto a diminuire la velocità per ritornare in
equilibrio.
Si è in presenza di sistema aerobico (cioè in presenza di ossigeno) qualora l’attività venga
prolungata oltre ai due sistemi precedentemente citati, lo sforzo è minore ma prolungato nel tempo
(maratona, ciclismo,…)
In genere, nella pallacanestro, si dovrebbero preferire esercizi che utilizzano maggiormente i sistemi
energetici aerobici e anaerobici alattacidi.
Tipologia di contarzione dei muscoli
ISOMETRICA produzione forza, accorciamento del muscolo ma non c’è spostamento/movimento
CONCENTRICA es. alzare un peso, contrazioni varie, accorciamento del muscolo.
ECCENTRICA contrari della concentrica
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Metodologia di allenamento
L’organizzazione dell’allenamento è tanto migliore quanto più si avvicina al modello prestativo e
quindi si devono individuare esercizi che prevedano:
•
Accelerazioni (azione concentrica)
•
Decelerazioni (azione eccentrica)
•
Movimento dei piedi
•
Allenamento all’instabilità ( autoprodotta o anche dovuta ai contatti)
•
Appoggi monopodalici
•
Baricentro basso (posizione fondamentale del basket)
La strutturazione di un allenamento prevede tre fasi principali:
1. attivazione;
2. parte centrale;
3. disattivazione o defaticamento.
L’attivazione è la fase iniziale dell’allenamento. Dovrebbe avere una durata compresa tra 8’ e 10’
ed è propedeutica al lavoro centrale. È la parte di attivazione atletica che non deve mai mancare in
un allenamento, va fortemente considerata quale forma di prevenzione dei traumi.
La parte di defaticamento, molte volte dimenticata, è molto importante anche per la prevenzione
degli infortuni, è qui che, come esercizio defaticante, è molto indicato lo stretching
Posizione fondamentale del basket
È la posizione fondamentale che un giocatore di basket dovrebbe tenere in ogni fase di gioco.
Non è una posizione passiva (statica) ma attiva cioè atta al movimento del basket:
piedi divaricati quanto la larghezza delle spalle, caviglie e ginocchia piegate quindi baricentro basso,
tronco leggermente in avanti schiena dritta e testa alta.
È una posizione che mette in gioco tutto il corpo non solo una parte: caviglia, ginocchio anca,
scapole spalle e in particolar modo tratto lombare e dorsale.
Per mantenere questa posizione nelle diverse fasi di gioco, cioè dove instabilità propria e procurata
la rende più difficile, bisogna allenare la “core stability”cioè la capacità di operare un adeguato
controllo motorio e quindi di mantenere una postura corretta particolarmente della zona lombare e
pelvica.
Durante la lezione sono stati proposti concetti, per creare esercizi in tal senso.
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VS
TORINO – 05 MAGGIO 2012
PF Manuel Torbol
• RICONOSCIMENTO DELL’UTILITÁ
• CONOSCENZA DEL GIOCO
• APERTURA MENTALE VERSO LE NUOVE
INDICAZIONI (ma con occhio critico)
• DALLE CONOSCENZE DI BASE…
L’IMPEGNO FISICO DEL
GIOCATORE DI PALLACANESTRO
SISTEMI ENERGETICI
METABOLISMO
• M. AEROBICO
(in presenza di ossigeno)
• M. ANAEROBICO
(in assenza di ossigeno)
* M. ANAEROBICO ALATTACIDO
Metabolismo anaerobico alattacido
• Avviene in assenza sia di ossigeno sia di acido lattico.
• Avviene per mezzo della fosfocreatina (PC)
• Ma la PC è presente in quantità molto limitate e in un
esercizio eseguito con potenza massimale si avrà
l’esaurimento di ATP in brevissimo tempo, max 10-15 sec per
convenzione.
• Tutte le attività che richiedono energia massimale per un
tempo di pochi secondi utilizzano questo sistema che non
produce acido lattico.
• Esempi: 100 metri, lancio del peso, giavellotto
(Senza accumulo di acido lattico)
* M. ANAEROBICO LATTACIDO
(Con accumulo di acido lattico)
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Metabolismo anaerobico lattacido
• Avviene in assenza di ossigeno
• Compare la presenza dell’acido lattico.
• Zuccheri che ingeriamo con alimenti (pane,pasta,riso,patate)
vengono trasformati in glucosio, che dopo essere entrato
nelle cellule è di pronto utilizzo per produrre energia oppure
da immagazzinare come glicogeno nei muscoli e nel fegato.
• Questo sistema produce ATP, tramite la scissione del
glicogeno (glicolisi= rottura della molecola di glucosio)
• Tale demolizione oltre a fornire energia crea anche acido
lattico.
• Questo sistema produce una potenza inferiore, ma per una
durata maggiore che tenderà ad esaurirsi più per l’accumulo
di acido lattico che per l’esaurimento di glicogeno
• Esercizi dai 30 secondi ai 3 minuti
• Esempi: 400, 800 metri
Metabolismo aerobico
• Qualora l’esercizio si protragga per un tempo superiore alla
durata dei due metabolismi precedenti, la potenza subirà un
ulteriore decremento.
• In questa situazione compare l’utilizzo dell’ossigeno derivato
dall’ambiente esterno e la possibilità di protrarre
ulteriormente il tempo dell’attività.
• Grazie alla presenza di ossigeno, il glicogeno verrà
completamente scisso dando CO2, acqua e energia che
permetta di ri-produrre imponenti quantità di ATP.
• Avviene attraverso molte reazioni nei mitocondri utilizzando
zuccheri e grassi.
• Esercizi di potenza inferiore per un tempo massimo di alcune
ore.
• Esempi: ciclismo, sci di fondo, maratona.
CENNI DI ANATOMIA
• APPARATO SCHELETRICO, principali ossa
• APPARATO MUSCOLARE, principali muscoli
• Principali articolazioni
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TIPI DI CONTRAZIONE MUSCOLARE
COME SI COMPORTA LA
FREQUENZA CARDIACA
ALTA INTENSITA’, BASSA INTENSITA’ E PAUSE
pause
azioni
>120"
Il 70 % delle azioni ha una
durata inferiore ai 60 secondi
t (sec)
101"-120"
81"-100"
All’aumentare del tempo
consecutivo di gioco ,
aumenta anche il tempo di
pausa successivo
61"-80"
41"-60"
21"-40"
1-20"
0
4
8
12
frequenza in partita
16
TEMPI DI GIOCO E DI PAUSA
SONO IN RAPPORTO 1:1
Frequenza cardiaca media in partita 89% della
FCMax (nel 15% del tempo è > del 95% della
FCMax)
FC
MEDIA (80-87%): fasi di recupero
ALTA (88-95%): fasi attive di breve e media durata
MAX (>95%): fasi di gioco prolungate
R. Colli 2002
COME SI COMPORTA
L’ACIDO LATTICO
7
Acido Lattico (Mm)
1M
6
2M
3M
5
4
3
2
1
play
ala
centro
L’acido lattico prodotto in partita non supera
le 7 mmol
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CARATTERISTICHE DEL GIOCATORE DI
BASKET
LA RICHIESTA:
• GIOCATORI ESPLOSIVI – REATTIVI
• ELEVATI LIVELLI DI FORZA SPECIFICA
• ELEVATI LIVELLI DI CONTROLLO DEL MOVIMENTO
• ELEVATI LIVELLI DI CONTROLLO DEL CORPO
•…
•…
• GIOCATORI
QUALI PROBLEMATICHE ?
SANI
INFORTUNI NEL BASKET
• DISTORSIONI (caviglia - ginocchio)
• TENDINOPATIE (rotulea – achillea)
• LUSSAZIONI (dita mano – spalla)
• LESIONI MUSCOLARI INDIRETTE (femorali – adduttori gemelli)
• LESIONI MUSCOLARI DA TRAUMA (quadricipite)
• LOW BACK PAIN
• FASCITE PLANTARE
LA METODOLOGIA DI ALLENAMENTO NEGLI SPORT DI
SQUADRA È TANTO PIÚ QUALIFICATA QUANTO PIÚ SI
AVVICINA AL
• 38% CAVIGLIA
• 26% GINOCCHIO
• 17% SCHIENA
• 11% SPALLE
• 8% ALTRO
LE PAROLE CHIAVE DELLA PREPARAZIONE
FISICA PER IL GIOCATORE DI BASKET
MODELLO PRESTATIVO
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ACCELERAZIONI E DECELERAZIONI
DIFFERENZA TEMPI 30m in linea con
partenza da fermo
Media
D.S.
N Diff
18m veloc
2,418
0,045 5
18m basket
2,594
0,085 5
30m vel
3,600
0,066 5
30m bask
4,142
0,105
18-30 vel
1,182
0,023 5
18-30 bask
1,548
0,023 5
5
signif
7,3%
P<0,01
15,1%
P<0,001
31,0%
P<0,001
Moretti, Colli 2003
Test forza esplosiva e reattiva
Test a navetta
Moretti, Colli 2003
Moretti, Colli 2003
2x18m
4x9m
cestisti
6,58 + 0,28
8,96 + 0,38
Velocisti
6,49 + 0,06
8,86 +
CMJ
stiffness
cestisti
49,4 + 6,1
42,6 + 5,1
Velocisti
59,9 + 3,9
56,2 + 5,8
Diff
21,2 %
31,9%
Diff
1,4 %
1,1%
P<
0,0001
0,0001
P<
Ns
ns
APPOGGI PREVALENTI MONOPODALICI
0,10
In 5′
5′ di gioco il Playmaker compie:
Torsioni totali: 41,54±13,59 (100%)
In Attacco: 24,17±9,06
(58%)
Con palla: 17,13 ±5,64
(41%)
Senza Palla: 7,04 ±4,91
(17%)
In Difesa: 17,37±7,19 (42%)
Il Playmaker compie una torsione ogni 7”22
Da una tesi di
da Colli
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L. Russo, 2006
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LA POSIZIONE FONDAMENTALE
CONTROLLO POSTURALE
La postura del giocatore di pallacanestro non è definibile così come viene
intesa dall’osteopata o dal posturologo e non è sicuramente la stessa del
velocista o del saltatore.
INTEGRAZIONE A LIVELLO DEL SISTEMA NERVOSO DEI SEGNALI PROVENIENTI DAI
RECETTORI MUSCOLARI, ARTICOLARI E CUTANEI
CAVIGLIA
GINOCCHIO
ANCA
BACINO
TRATTO LOMBARE
TRATTO DORSALE (scapole)
SPALLE
PROPRIOCEZIONE
SISTEMI DI CONTROLLO:
VISIVO: il più preciso
VESTIBOLARE: il più lento ed impreciso
E’ UNA POSIZIONE ATTIVA E NON STATICA
PROPRIOCETTIVO: il più rapido
E ALLORA COSA
DOBBIAMO ALLENARE ?
E PERCHE’ DOBBIAMO CONTINUARE
A PERDERE TEMPO?
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IL PALLEGGIO
Se si osserva i bambini che trovano una palla, la prendono e provano a palleggiare, per questo è uno dei
primi fondamentali che ci accosta al basket….
Serve per:
- spostarsi sul campo, in modo autonomo, consapevole ed utile a favorire il proprio movimento e quello dei
compagni di squadra. Eccedere in eccessivi palleggi, se inopportuni, danneggia lo sviluppo del gioco di
squadra organizzato;
- per battere l’avversario mantenendo il vantaggio (o per il contropiede)
attaccare e provare a battere il proprio difensore, attraverso cambi di mano e di direzione, creando un
vantaggio per se stessi e per i propri compagni
- andare a canestro.
una volta recuperato il possesso della palla (con la difesa o con i rimbalzi difensivi) per generare il
contropiede (situazione di sovrannumero a vantaggio dell’attacco) il più rapidamente possibile. Mediante il
palleggio bisogna percorre in meno tempo possibile lo spazio tra il giocatore in possesso di palla ed il
canestro
- gestione spazio/tempo
- prendere/mantenere un vantaggio
- migliorare angolo di passaggi
- evitare un raddoppio ed uscire da situazioni di pericolo
- dare inizi ad un gioco organizzato (senior)
Prima di analizzare… è importante parlare di palleggio seguendo i 3 postulati e alle pallacanestro integrata
(riferimento visivo alla slide con i cerchi):
•SPAZIO / TEMPO: sapersi muovere nello spazio libero o trafficato e con i tempi giusti
•AUTONOMIA / COLLABORAZIONE: utilizzare il palleggio per costruire una conclusione individuale oppure
per venire in soccorso di un compagno che si muove in cerca del pallone
•EQUILIBRIO: mantenere sempre un equilibrio dinamico (palleggio correndo, all'indietro, lateralmente,
ecc...)
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Il palleggio può essere analizzato attraverso il modello di pallacanestro integrata:
•AREA FISICA: si pensi all’equilibrio dinamico con l’uso di torsioni e di catene muscolari incrociate (si pensi
ad esempio al giocatore rappresentato nel celebre logo della NBA), alla gestione del peso del corpo in
relazione alla spinta sul pallone, alla coordinazione tra arti superiori e inferiori, ecc.
•AREA MENTALE: il palleggio è nel contempo una forma di potere e responsabilità:
− abuso di palleggio
autonomia egoistica (giocare “con 5 palloni”)
− omissione di palleggio
assenza di autonomia (gestione della paura)
− palleggio utile ed efficace
autonomia responsabile che porta vantaggio ☺
Non esiste una “progressione” di esercizi mentali e relazionali. Tuttavia vietare o limitare il palleggio in
alcune occasioni, obbliga artificiosamente i giocatori a collaborare, tornando ad usare il palleggio, quando
viene loro consentito, in modo più attento e responsabile.
•AREA TECNICA e REGOLAMENTARE: nota sull’interruzione del palleggio, in relazione alla posizione
della mano sul pallone:
− mano sopra il pallone (palleggio da fermi) ☺
− mano davanti al pallone (palleggio in arretramento) ☺
− mano dietro al pallone (palleggio in campo aperto) ☺
− mano laterale rispetto al pallone (cambi di mano e finte) ☺
− mano sotto il pallone (palleggio interrotto, rischio di doppio palleggio)
Tipi di palleggio:
- palleggio spinto (contro piede)
Il palleggio in velocità viene utilizzato in campo aperto, per percorrere notevole parte di campo rapidamente
quando non ci sono difensori nei pressi dell’attaccante. Il pallone va spinto sempre dall’alto verso il basso.
Durante la corsa, la mano va posizionata dietro il pallone ( per spingerlo verso la direzione in cui si sta
correndo), cercando di farlo rimbalzare davanti al nostro corpo, all’incirca davanti a piedi, in modo creare un
movimento fluido della corsa. Tra gli errori più frequenti, per timore di perdere il pallone, essendo ad alte
velocità, si tende a non sincronizzare adeguatamente la spinta del polso e della mano (frustata) ed il
rimbalzo della palla, con l’andatura della corsa. Così facendo, la palla può rimanere accanto al corpo,
rallentando la corsa. Per portarla avanti a quel punto, è necessario, mettere la mano sotto il pallone
rischiando di commettere un’infrazione del palleggio. Da segnalare che una maggiore coordinazione e
guadagnare prendere vantaggio spazio/tempo si può utilizzare il palleggio a mani alternate
- palleggio controllato/protetto
Nel palleggio protetto si assume una posizione che rammenta molto quella “fondamentale” , accennata nel
corso dei vari moduli. La mano libera dal pallone, insieme all’avambraccio ed alla spalla, vengono utilizzati a
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Corso Allievo Allenatore 2012
protezione della mano con cui si sta palleggiando (viene anche definita posizione dello “scudo”). Viene
utilizzato quando l’attaccante è pressato dal difensore o in altre situazioni di pericolo e poco spazio che si
creano durante il gioco.
I MOVIMENTI CONNESSI AL PALLEGGIO
Attraverso l’uso del palleggio possiamo effettuare vari movimenti, diversamente utili a seconda delle
situazioni che si presentano durante le azioni di gioco.
•
cambio di velocità, aumentandola o diminuendola (VELOCE-PIANO) sensibilmente in spazi più o
meno ampi:
•
-
da corsa lenta a veloce la mano passa da sopra a dietro per spingere
-
da veloce a lenta la mano da dietro passa sopra rallentando l’azione
cambio di senso, rispetto alla situazione della corsa, usato per uscire da situazioni di pericolo
(aumento lo spazio), e magari per crearsi lo spazio per poi riattaccare il difensore. In questo caso la
mano va davanti alla palla, ne recupera il pieno controllo e poi si spinge dietro, operando un cambio di
senso e recuperandola con l’altra mano.
•
spostamento laterale. Si palleggia lateralmente rispetto al corpo, quasi come se si stesse
effettuando un “scivolamento difensivo”. Questo è utile per migliorare l’angolo di passaggio verso un
compagno (passaggio ala-lungo)
•
palleggio in arretramento, per uscire da un situazione di pericolo come un raddoppio; per separarsi
dal proprio difensore, allargando lo spazio di campo disposizione
•
CAMBIO DI MANO FRONTALE. La palla rimbalza a terra davanti ai piedi del giocatore, portandola da
una mano all’altra. E’ quello più rapido ed immediato, ma quello meno protetto per cui in alcuni casi
viene effettuato proteggendosi con un palleggio in arretramento, in concomitanza con un arretramento
del piede opposto, per avere più spazio per ripartire.
-
Concetti tecnici: testa alta + palleggio controllato
altro braccio protegge la palla
posizione della mano da sopra
laterale
spinta da esterno
interno
palleggio sotto le ginocchia + spinta nella nuova direzione
l’altra mano riceve il pallone, lo controlla e lo spinge dietro
avanti
associare cambio di velocità
•
CAMBIO DI MANO DIETRO LA SCHIENA. Viene effettuato prevalentemente in velocità, ma può
anche essere utilizzato in situazioni meno dinamiche, comunque in situazioni di spazio ridotto. La palla
viene fatta passare dietro la schiena del palleggiatore in un unico movimento (occorre abilità di
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Corso Allievo Allenatore 2012
coordinazione), per poi farla rimbalzare nuovamente davanti ad esso, dal lato opposto. Affinché sia
efficace la palla deve rimbalzare in maniera fluida, davanti al piede opposto.
-
Concetti tecnici: testa alta + mano da sopra spinge indietro
spinta nella nuova direzione
diagonale da lato a lato
guadagno spazio + associo cambio di velocità
•
CAMBIO DI MANO FRA LE GAMBE. Viene effettuato in una situazione “statica” portando avanti la
gamba opposta alla quale si sta palleggiando. E’ il cambio di mano più sicuro perché passando sotto
le gambe, la si protegge ulteriormente la palla con il proprio corpo.
-
Concetti tecnici: testa alta + palleggio laterale
mano che palleggia da sopra
laterale
piede opposto va leggermente avanti per creare spazio
palleggio in ½ alle gambe con spinta esterno
interno
l’altra mano riceve il pallone, lo controlla e lo spinge dietro
avanti
associare cambio di velocità
•
VIRATA. Si è sottoposti a grande pressione difensiva, per cui non avendo spazio in avanti si utilizza
un giro dorsale per poter cambiare mano ed attaccare un altro spazio.
-
Concetti tecnici: testa alta + palleggio laterale
mano che palleggia leggermente avanti, pronta a recuperare la palla
piede opposto va leggermente avanti (perno)
baricentro basso + girare testa + giro dorsale
palleggio in ½ alle gambe con spinta esterno
interno
l’altra mano riceve il pallone, lo controlla e lo spinge dietro
avanti
associare cambio di velocità
•
esitation, avanzando verso il canestro in campo aperto, variando la frequenza del palleggio si prova a
trovare lo spazio/tempo vantaggioso nei confronti dei un difensore (gli si toglie l’equilibrio), per poi
partire ed attaccarlo andando ad occupare lo spazio vantaggioso nel minor tempo possibile.
-
Concetti tecnici: testa alta
da palleggio velocelento
posizione raccolta gambe piegate cariche per ripartire
cambio di velocità
ripartenza concorde o con cambio di mano
•
fintare il cambio di mano, si usa per indurre fuori equilibrio l’avversario, facendolo reagire con un
movimento che faccia preludere un cambio di mano, ma in realtà si prosegue nella medesima
direzione
-
Concetti tecnici: testa alta
la mano sulla parte esterna della palla
finta di cambio mano, ovvero la mano va verso interno
esterno
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posizione raccolta gambe piegate cariche per ripartire
spinta in avanti + cambio di velocità
Concetti di BALL HANDLING
Il ball handling è la capacità ti trattare la palla attraverso il palleggio, sapendola maneggiare adeguatamente
in tutti i vari movimenti tecnici sopra elencati ( campi di mano, tipo di palleggio, esitazioni).
Ovviamente tutto questo è possibile solamente spendendo molto tempo sul lavoro individuale in palestra ed
anche al di fuori, dal momento che non serve altro che la palla. Tendenzialmente più un giocatore si allena
su questo fondamentale, migliore sarà la sua capacità di riprodurlo in modo naturale, (consapevolezza),
nelle varie situazioni che accadono durante una partita. Possedere un ottimo ball handling permette
all’attaccante di divincolarsi da situazioni difficili come il pressing i raddoppi, attaccare con maggior successo
il proprio difensore.
.
Riguardo agli obiettivi si possono distinguere:
-
esercizi per la rapidità delle mani
-
esercizi per la sensibilità delle dita
-
esercizi propedeutici per i movimenti tecnici
Riguardo alle modalità di esecuzione:
-
da fermo - in movimento
-
con palleggio - senza palleggio
-
con 1 pallone - con due palloni
-
individuale - a coppie
Un progressivo miglioramento del trattamento di palla si ottiene:
-
aumentando la velocità di esecuzione
-
combinando più esercizi
Gli esercizi per il miglioramento del trattamento di palla solitamente vengono utilizzati nella prima parte
dell’allenamento (anche all’interno della fase di riscaldamento).
Affinché tali esercitazioni siano efficaci se ne consiglia un utilizzo costante soprattutto con i giocatori giovani.
Nell’ allenamento di BH è molto importante la posizione dell’allenatore, in quanto dovrà essere in grado di
essere visto e sentito da tutto il gruppo.
Egli dopo aver mostrato il movimento da eseguire in modo didattico (lento, ad una velocità che permetta ai
giocatori di “vedere” il movimento), esegue lo stesso ad una velocità più elevata, chiedendo ai giocatori di
eseguirlo alla velocità reale.
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Corso Allievo Allenatore 2012
In questo frangente è molto importante l’uso della voce, che oltre ad inviare gli input dell’esercitazione, serve
a stimolare ed incentivare i giocatori nell’eseguire il movimento
richiesto.
Importantissimo variare la tipologia di esercizi
Dal punto di vista TECNICO si può aumentare la difficoltà delle esercitazioni attraverso l’uso di ostacoli,
variazioni di ritmo, l’introduzione di un secondo pallone, ecc..
Dal punto di vista MENTALE, bisogna far capire ai propri giocatori che “devono” migliorarsi continuamente.
Nel ball handling non esiste un avversario, per poter migliorare bisogna cercare di superare i propri limiti.
Gli esercizi di ball handling sono spesso proposti nella parte iniziale dell’allenamento, fase di riscaldamento,
in quanto consentono di “mettere in moto” tutte le parti del corpo.
Altro argomento importante legato al palleggio è il piede perno che fa pensare a…??
Gli arresti e le partenze
Argomenti che verranno trattai in modo specifico nel modulo 1c1 in attacco nel quale interverranno
da l punto di vista tec
Sono movimenti fondamentali del gioco della pallacanestro; possono essere legati fra di loro oppure ad altri
movimenti (ad es. ricezione e arresto; partenza e palleggio; palleggio ed arresto).
Le situazioni in cui questi vari aspetti tecnici del gioco si trovano assieme possono essere:
• ricezione e arresto: qui il lavoro dei piedi è molto importante, come anche l‟equilibrio; una volta ricevuto il
pallone ci si arresta e le situazioni si moltiplicano ancora perché si potrebbe tirare, ci si potrebbe girare, si
potrebbe partire in palleggio o passare la palla;
• partenza e palleggio: come prima, l‟equilibrio del corpo è fondamentale, infatti in questo caso ci si
potrebbe arrestare, ma anche tirare o passare;
• palleggio e arresto, dopo di che ci si può girare su un perno, si può tirare o passare la palla, ma non
ripartire in palleggio, per non commettere violazione di “doppio palleggio”
Rispetto all’esecuzione gli arresti si distinguono in:
• arresto ad un tempo
Gli arresti ad 1 tempo sono quegli arresti in cui il contatto di entrambi i piedi con il terreno avviene
simultaneamente. Anche a livello sonoro, si può riconoscere un arresto ad 1 tempo, dal singolo rumore
dell‟appoggio sul terreno. La distribuzione del peso in questa tipologia di arresto è suddiviso su entrambi gli
avampiedi, come nella posizione fondamentale.
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• arresto a due tempi
Negli arresti a 2 tempi il contatto dei piedi con il terreno avviene in due tempi diversi, quindi a livello sonoro si
riconoscono due rumori distinti. Il contatto avviene quindi con due appoggi successivi,destro e poi il sinistro:
è l‟arresto a 2 tempi “classico”
Rispetto alla situazione invece, gli arresti si distinguono:
• arresto dopo il palleggio
• arresto in seguito alla ricezione della palla
Le partenze
Le partenze si distinguono in:
• partenza incrociata il palleggio avviene con la mano opposta al piede che si muove in avanti.
Tecnicamente:
• l‟attaccante sta fronteggiando il canestro, “legge” la penetrazione opposta al lato della palla ( in base a
posizione del difensore” )
• effettua un passo lungo, ad incrocio, oltre il difensore e contemporaneamente effettua un palleggio oltre la
difesa con la mano esterna.
• Spinge con il piede perno
• Protegge con la mano interna e con la spalla interna
• Cambio di velocità in palleggio a battere l‟avversario
• partenza omologa (stessa mano stesso piede)
meno usata, perché più difficile e meno naturale, richiede grande coordinazione nell’effettuare il primo passo
ed il palleggio; .
Tecnicamente:
• l‟attaccante sta fronteggiando il canestro, “legge” la penetrazione sullo stesso lato della palla ( in base a
posizione del difensore” )
• effettua un passo lungo, diretto, oltre il difensore e contemporaneamente effettua un palleggio con la mano
esterna.
• Spinge con il piede perno
• Protegge con la mano interna e con la spalla interna
• Cambio di velocità in palleggio a battere l‟avversario
POSIZIONE DI TRIPLICE MINACCIA: quando prendo palla e mi giro verso canestro (cosa da fare sempre),
ho la possibilità di :
-
tirare
-
passare
-
palleggiare
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IL PASSAGGIO
Introduzione
Il passaggio è un fondamentale del basket che serve:
•
Spostare la palla
•
Avvicinarsi a canestro
•
Mantenere un vantaggio
•
Uscire da una situazione di pericolo (es. raddoppio)
Il passaggio è il concetto massimo di COLLABORAZIONE (una squadra che si passa la palla è una
squadra che collabora) ed è strettamente legato ai concetti ormai noti di spazio/tempo/equilibrio.
Il passaggio è, per estremizzare, il fondamentale del basket senza il quale non si può giocare e
comprende tutti gli aspetti della pallacanestro integrata: tecnica, tattica, fisica.
Il passaggio
L’obiettivo del passaggio è far arrivare la palla nel posto giusto e nel momento giusto (timing).
Quindi devo passare e ricevere bene! Come?
Aspetto tecnico:
•
La presa della palla: sicura, avvolgente, gestibile (cioè poter scegliere velocemente
cosa fare..passare tirare palleggiare)
•
Per i giocatori più evoluti si richiede il pollice a T per essere pronti al tiro.
•
Ricezione: 10 dita un po’ più aperte della palla, devo andare verso la palla
•
Passaggio: distensione del braccio, frustata del polso e nel passaggio 2 mani al petto i
pollici verso il basso al termine del gesto.
Diversi tipi di passaggio:
1 MANO
•
•
•
•
2 MANI
•
•
•
•
•
BASEBALL
DAL PALLEGGIO
LATERALE
BOWLING
AL PETTO
SOPRA LA TESTA (skip, lob)
BATTUTO
CONSEGNATO
LATERALE
PASSAGGI DI FANTASIA E DI TALENTO
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La scelta di un tipo di passaggio rispetto a un altro dipende:
•
Dalla distanza tra chi passa e chi riceve (spacing)
•
Dal tempo del passaggio (timing)
•
Dalla posizione della difesa (lettura)
•
Dalle qualità individuali (fisica tecnica mentale)
•
Dalla fantasia
Altri aspetti tecnici che influenzano il passaggio ma non sono propri del passaggio:
•
Equilibrio
•
Piede perno
•
Le finte (movimento tecnico interrotto)
•
L’uso della visione periferica
Idea di progressione per la proposta di esercizi sul passaggio:
•
Esercizi di tecnica pura
•
Esercizi con difensore
•
Esercizi da situazioni di gioco
Esercizi di palleggio proposti dal formatore
12 giocatori
ES. 1
A gruppi di 4 giocatori disposti a rombo
3 palloni per gruppo
• Passaggio laterale a una mano e mezza
• Passaggio laterale a una mano e mezza con
il vincolo di guardare il giocatore davanti
• Idem con cambio di direzione di circolazione
della palla
• Idem con cambio passaggio battuto-teso
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ES. 2
4 file a rombo sulla metà campo
2 palloni
• Passo a dx e vado a sx (+ cambio giro)
• Due palleggi forte poi passo a dx e vado a sx
(+ cambio giro)
• Due palleggi forte poi passo skip in salto a dx
e vado a sx (+ cambio giro)
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ES. 3
1 fila a metà campo e una sotto canestro
• Attaccante parte di schiena appena sente il
primo rimbalzo della palla proposta dall’A, il
giocatore sotto canestro si apre a dx o sx
riceve, dai e vai e conclusione in terzo tempo
ES. 3-a
1 fila a metà campo e una sotto canestro
Idem ma con
• Aggiunta di un difensore di schiena che
difende sotto canestro
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ES. 3-b
1 fila a metà campo e una sotto canestro
Idem ma con
• Aggiunta di un ulteriore difensore di schiena
a metà campo che difende sul passaggio
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IL TIRO
Introduzione
Questa relazione sulla lezione sul tiro è un sunto sia della lezione effettuata in palestra, sia della visione del
Clinic suggerito dai formatori tenuto da Giampiero Ticchi e Adam Filippi reperibile su Youtube1
.
La lezione e il clinic in qualche modo si integrano a vicenda, perché danno la possibilità da un lato di inserire
il tiro in una concezione di basket integrata (come presentata fin dal modulo 1 del corso), ma allo stesso
tempo di approfondire la meccanica stessa del tiro, non tanto per una pura questione di tecnica pur
importantissima, ma per far arrivare il giocatore in formazione (ricordiamo che lo scopo di un coach è di
creare giocatori) ad un tiro naturale, armonioso, equilibrato e ripetitivo.
Quest'ultimo concetto, che riprenderemo in dettaglio, è importantissimo: il tiro è tra i fondamentali quello più
allenabile, e diventa efficace quando è "sempre lo stesso", quando cioè il giocatore è in grado di eseguire i
movimenti in maniera ripetitiva e continuativa.
Nel clinic viene preso ad esempio il tiro di Ray Allen, dei Boston Celtic. E' interessante studiare il suo stile di
tiro, assolutamente fantastico. Pur fatto in velocità e scioltezza, nasconde tutta una serie di accorgimenti che
ne fanno il più prolifico tiratore da 3 punti della storia dell'NBA2
Chiaramente nel nostro contesto è poco importante riferirsi a tiratori di questo livello come modelli: è però
importante capire quali sono gli
accorgimenti importanti e quali no, in modo da saper riconoscere la
meccanica del suo tiro ed eventualmente proporla ad altri giocatori. La visione del tiro di Allen offre anche un
metodo per giudicare i diversi tipi di tiro: mentre prima li classificavo, anche dei giocatori NBA, in naturali o
forzati, armoniosi o rigidi, ora sono attento a guardare dove sono i problemi, dove sono le correzioni da
effettuare. Nella presentazione di Ticchi vengono presentate quattro ragazze della nazionale femminile:
mentre le prime 2 mostrano un tiro armonioso ed equilibrato (termine anche questo che andrà approfondito),
le seconde 2 giocatrici appaiono leggermente meno armoniose, senza per questo essere forse meno
efficaci.
Riportato questo discorso in un contesto locale, come aiuto allenatore di una squadra under 15 maschile,
proverò a realizzare una seduta di allenamento per cominciare a lavorare sul tiro, sia dal punto di vista della
meccanica che dal punto di vista mentale. Partendo dalla considerazione che questa squadra, che ha
percentuali intorno al 30 % sul tiro da 2, quando va bene, ha solitamente percentuali non superiori al 15%
sul
tiro dal lato, cercherò di proporre esercizi progressivi per cercare di migliorare questo aspetto
fondamentale.
1 All'indirizzo http://www.youtube.com/watch?v=8dVb4ZJFl18.
2Molto interessante è il video in slow-motion sulla gara da 3: http://www.youtube.com/watch?v=veEm8zRxROc
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Il tiro come elemento finale di una azione
Lo spettatore guarda il tiro, soprattutto se entra, dimenticando tutto quello che è successo prima.
L'allenatore, secondo me, dovrebbe guardare invece solo quello che è successo prima: segnare è
importante, ovviamente, ma sia dal punto di vista dell'azione del tiro in sé (la meccanica, la situazione dello
spazio-tempo in cui è effettuato), sia dal contesto che ha portato a quel tipo di tiro, l'allenatore ha il compito
di intervenire, mettendo in luce i problemi durante la partita e proponendo in allenamento gli esercizi che
posso correggere gli eventuali errori.
Come regola fondamentale, il tiro deve essere obbligatoriamente il momento in cui si concretizza un
vantaggio. Secondo lo schema prendi-mantieni-concretizza un vantaggio, un tiro non può porsi fuori da
questo contesto. E' chiaramente una scelta fatta in autonomia dal giocatore, anzi, la scelta autonoma per
eccellenza. Il giocatore autonomo che sa leggere la situazione di gioco, vede una situazione di vantaggio, la
interpreta come tale, e valuta il tiro migliore come conclusione di questo un percorso.
Questo primo aspetto ha una conseguenza importante sull'aspetto mentale: a qualunque livello, anche molto
elevato, si possono notare molti giocatori che "hanno già deciso cosa fare quando erano ancora negli
spogliatoi". Si vedono cioè molte azioni, tipicamente 1vs1, in cui chiaramente il giocatore vuole fare qualcosa
che ha in mente ("la squadra ne ha bisogno, adesso ci penso io") senza alcuna valutazione della situazione
in campo. E' una scelta autonoma nel senso negativo del termine, decontestualizzata dalla situazione dello
spazio-tempo, che porta a "forzare" l'azione. Questo rompe l'equilibrio in campo, diminuisce
drasticamente il senso di collaborazione, ed è un rischio per la fiducia sia del giocatore che della squadra. E'
quindi il primo elemento da correggere sul tiro: si tira, se hai un vantaggio costruito e mantenuto. Questo
indipendentemente dall'esito.
L'elemento della fiducia, e della componente mentale in generale, è ovviamente un aspetta essenziale del
tiro: nonostante un vantaggio acquisito, non è detto che ogni giocatore, pur avendone qualità e possibilità, si
sentirà di tirare, soprattutto in condizione di stress (poco tempo, grande pressione). "Per avere un grande
tiro, non basta una perfetta meccanica. Il basket è un fatto mentale quanto un fatto fisico. Riuscire a
sviluppare l'aspetto mentale è importantissimo [...]. Il tiratore dovrebbe avere fiducia nella sua capacità di
realizzare un canestro ogni volta che tira. I tiratori che hanno fiducia nelle proprie capacità riescono a
controllare i propri pensieri, i propri sentimenti e anche la propria abilità nel tiro. [...] Un grave errore che molti
commettono quando sbagliano i tiri è quello di iniziare a pensare troppo" (Hal Wissel, Tecniche di tiro).
Forse non a caso, Dan Peterson dice spesso che lui seleziona i giocatori "da ultimi 5 minuti", che non sono
necessariamente i migliori, ma quelli che possono offrire la migliore condizione mentale per giocarli.
L'aspetto mentale però si integra e si deve integrare perfettamente con gli altri aspetti della tecnica e del
fisico: si può ottenere una fiducia sufficiente nelle proprie capacità di tiro solo se la tecnica, la meccanica
sono state allenate, corrette e diventate ripetitive, e si è nelle condizioni fisiche di ottenere quello che si è
imparato a fare.
L'allenamento
"Segni solo se ti alleni". Non esiste alternativa. I grandi giocatori, quelli che sembrano tirare con grande
naturalezza, senza fatica, sono quelli che più hanno passato e passano le ore in palestra. Un esempio
"mitico" è Larry Bird, che, come racconta nel "Il basket eravamo noi", si allenava anche il giorno dopo la
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conquista del titolo NBA nel campetto vicino a casa nel pomeriggio con 40°C, dopo una notte di festa.
Adam Filippi mette però in guardia sul fatto che tirare 1000 tiri al giorno non basta, se la tecnica o la
meccanica non sono corrette. Si può addirittura ottenere l'effetto opposto: si consolida un errore di
impostazione che diventa via via più duro da correggere. Nessun giocatore di alto livello - dice - vuol sentir
parlare di cambiamento o di correzione, bisogna parlare di aggiustamento o perfezionamento.
Credo che questo problema sia presente anche con i giovani: ho visto molto spesso nei ragazzi che pur
eseguendo gli esercizi proposti, continuano a tirare seguendo uno stile proprio, con molti errori, forse perché
l'allenatore non è stato sufficientemente capace a descrivere e motivare ogni elemento. E' ovvio che ognuno
tira in modo diverso, ma gli aggiustamenti personali devono avvenire all'interno di una tecnica di base
corretta, e comunque non devo rompere l'equilibrio del tiro. Vedremo questo aspetto con un certo dettaglio.
Il tiro in equilibrio
Probabilmente si possono scrivere libri interi sulla tecnica di tiro, e molti sono stati sicuramente scritti. Alcuni
andranno anche letti con il tempo.
Ancor di più si possono scrivere molte pagine e fare molte discussioni sul concetto di equilibrio, sulle
condizioni ottimali, sull'armonia dei movimenti che devono essere effettuati. Qui cercherò di riportare gli
aspetti che condivido e, a questo punto, in cui credo, tra quelli ascoltati a lezione e a clinic.
Tiri con i piedi
Da (pessimo) giocatore, posso confermarlo: il tiro parte dai piedi. Puntati a canestro, larghi come le spalle,
con un piede omologo al braccio di tiro leggermente in avanti, l'altro piede in presa per una maggiore
stabilità.
Dan Peterson dice che il corpo così è leggermente in rotazione, in modo da aprire la spalla destra e
mantenere la "linea unica": una linea verticale sulla quale il tiratore espone al canestro il suo fianco destro, il
dito indice, la mano, il polso, l'avambraccio, il gomito, la spalla e la gamba. Questo è il primo ed essenziale
elemento di equilibrio.
E la palla? La ricezione
La ricezione della palla è il primo passo per un buon tiro. La presa deve essere facile, sicura, e soprattutto
funzionale: deve essere cioè una presa che non richiede successivi adattamenti, perché il tiro sia più rapido
possibile. Adam Filippi afferma che già la posizione delle mani prima di ricevere la palla deve già essere in
tensione per tirare: mano aperta, già quasi pronta per la frustata. In più afferma che la palla deve essere
rapidamente portata nella posizione di partenza. Questa rapidità iniziale è fondamentale per la riuscita del
tiro.
La palla poi deve essere portata sempre nello stesso punto, in basso, con le braccia che sono più basse
della linea orizzontale (posizione 4 nella figura). Questo permette di fare tiri ripetitivi e più sicuri.
Quando si riceve la palla, la posizione del corpo NON deve essere quella fondamentale, cioè le gambe non
sono piegate, ma reattive (Ticchi). Segue la fase di caricamento, dove le gambe si piegano per poi risalire,
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mentre le braccia portano in alto il pallone. Si noti un fatto, per me assolutamente inaspettato: con questa
dinamica, sembra esistere una sincronia fra il tempo di spinta (posizioni 5-8 nella figura) e il tempo di salita
del pallone con le braccia. Questi due tempi sono bene sincronizzati perché la palla è partita dal basso.
Questo secondo me è l'equilibrio migliore nel tiro3
Il punto di mira
Fino ad ora non abbiamo parlato di cosa fanno gli occhi: almeno su questo sono tutti concordi. Gli occhi
guardano sempre il canestro, non le mani, l'avversario o la palla. Esattamente, gli occhi devono convergere
sul punto di mira, che sta appena sopra il primo canestro. Filippi è molto efficace in questo: non dice “il primo
ferro”, ma parla di una immagine che il giocatore deve avere della palla che supera il primo ferro. Un
immagine, aggiungo io, tipo quella del saltatore sull'asticella.
L'unico punto di mira diverso è sul tiro al tabellone4, che deve essere l'angolino in alto del rettangolo sul
tabellone.
La salita e il rilascio
L'ultima fase del tiro è ovviamente quella del rilascio. Vediamo in sintesi gli elementi che permettono un
rilascio corretto.
• La mano che tira viene mantenuta ben aperta verso la direzione di tiro, mentre l'altra rimane di
sostegno.
• La frustata deve essere decisa, con l'indice e il medio che per ultimi lasciano il pallone (Filippi)
• Tenere il gomito che tira internamente. Questo influisce sull'allineamento con il canestro, ed è
l'errore più comune per i tiri che vanno ai lati di esso.
• Accompagnare il tiro. I tiratori accurati mantengono una buona meccanica anche quando la palla sta
dirigendosi verso il canestro. Il braccio rimane allungato, la mano che ha tirato leggermente verso il
basso, lo sguardo sempre sul canestro, e il tutto così finché la palla non raggiunge il canestro.
3 questa proposta di modello di tiro di Gianpiero Ticchi non è universalmente condivisa: es. nell'articolo citato di Hal
Wissel, “Tecniche di tiro”, “Il rilascio lento della palla è causato dall'abbassamento della palla prima di effettuare il tiro”.
4 Coach Maule dice che i giovani pensano che il tiro al tabellone è “una cosa per cui vergognarsi”, e che piuttosto non
tirano. Chissà perché...
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Conclusioni
Queste note sono solo una minima parte di tutto quello che si può dire sul tiro. E sono anche regole di
carattere generale, adattabili e caratterizzabili a seconda del giocatore e delle situazioni. Un criterio generale
va però ancora aggiunto: la meccanica del tiro può variare da giocatore a giocatore, ma quello che succede
all'inizio e alla fine devono essere abbastanza codificati e corretti. Quello che sta in mezzo può variare
(come si alza la palla, il movimento delle braccia, etc), ed è relativamente meno importante.
Bisognerebbe allenarsi al tiro continuamente. La tendenza invece è quella di 'dimenticarsi' di questo
fondamentale da una certa età in poi. Anche la meccanica non viene curata sufficientemente. Questo può
essere un importante aspetto per un 'giovane' allenatore: curare il tiro nella fase di crescita fisica e mentale
di un giocatore, soprattutto giovane.
Esercizi proposti dal formatore
Premessa
Nell’ allenamento del tiro, è importante porre l’attenzione su piccoli dettagli, cercando di ottenere da ognuno
dei nostri giocatori la capacità di ”sentire” cosa sta facendo, cosa sta avvenendo in ogni suo movimento, di
“capire” cosa stiamo correggendo…
In questo contesto, noi dobbiamo sentirci allenatori di uno sport individuale: ogni ragazzo va allenato al tiro
in modo “speciale”, diverso da un altro.
Un concetto alla volta; non è possibile pretendere da un ragazzo, in pochi secondi, che assimili correzioni
diverse, ad es. piega le gambe, distendi il braccio....... ma una correzione a seduta
Sono piccole cose che fanno una grande differenza, anzi una differenza enorme.
•
Esercizi per la stabilizzazione del core
•
autotiro
•
-
tirare la palla in alto e lasciarla cadere; se la rotazione è giusta ritornerà indietro
-
uso solo delle braccia
-
con la spinta degli arti inferiori
-
con ambedue le mani a contatto con la palla
tirare usando solo la mano forte
(il tiro va però preparato con entrambe le mani) senza esagerare con la distanza, comunque da una
distanza progressiva e dalla quale non perdo in qualità nella tecnica del tiro stesso
-
uso solo delle braccia
-
con la spinta degli arti inferiori
come prima usando però una sola mano;
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-
per lavorare sulla presa partire con la palla appoggiata sulla mano aperta (tipo
scodella)
-
uso solo delle braccia
-
con la spinta degli arti inferiori
come prima usando entrambe le mani; staccare la mano debole e riportarla sulla palla
-
uso solo delle braccia
-
con la spinta degli arti inferiori
a coppie: ricevere il passaggio, lasciare cadere la palla a terra, riprenderla posizionando correttamente le
mani e tirare
-
tirare dopo aver fatto un saltello sul posto
-
tirare dopo aver fatto tre saltelli sul posto
-
tirare dopo aver fatto un saltello laterale dx e sx
-
tirare dopo aver fatto un saltello avanti o indietro
da fermo con piede forte arretrato; mentre la palla arriva, portare il piede arretrato nella posizione di tiro
senza però alzare il bacino. Eseguire tutto mantenendo le gambe piegate; appena si riceve, bisogna
spingere verso l’alto
far rotolare la palla, raccoglierla abbassandosi sulle gambe con arresto a due tempi e tiro.
-
Arresto ad un tempo
-
Arrivare all’arresto da corsa laterale o in curva
Partenza incrociata arresto-tiro
Partenza diretta/concorde arresto tiro
Auto passaggio, raccoglierla abbassandosi sulle gambe con arresto a due tempi e tiro.
Arresto ad un tempo
Arrivare all’arresto da corsa laterale o in curva
Partenza incrociata arresto-tiro
Partenza diretta/concorde arresto tiro
E’ importante aggiungere un particolare alla volta; è difficile intervenire sul tiro dicendo tre cose in
una volta sola.
Inizialmente fare eseguire una serie di tiri consecutivi senza pressione: il giocatore deve
concentrarsi a fare bene quello che gli abbiamo chiesto.
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1 CONTRO 1 ATTACCO
Introduzione
Avendo affrontato questo modulo del corso sotto 3 punti di vista: allenatore, preparatore fisico e arbitro; ho
deciso di colorare in maniera diversa i 3 aspetti , fermo restando che sono strettamente correlati tra loro,
come hanno più volte ribato il formatore il preparatore e l’arbitro.
FONDAMENTALI INDIVIDUALI SENZA PALLA
•
Cambio di velocità: rubare il tempo all’avversario in un determinato spazio, aumentando da piano
a forte, oppure decelerando da forte a piano la propria corsa
•
Cambio di direzione:
-
Frontale: in presenza di spazio, è il cambio più veloce
passo leggermente accorciato
rotazione su appoggio + torsione
busto inclinato avanti + spinta nuova direzione
cambio velocità
-
Dorsale: presenza di poco spazio ed impossibilità di eseguire frontale
passo accorciato e peso del corpo su piede appoggio
rotazione su appoggio + torsione
busto inclinato avanti + spinta nuova direzione
cambio velocità
•
Cambio di senso si usa in situazioni di transizione attacco/difesa, ma anche in situazioni si
smarcamento . per conquistare spazi vantaggiosi in tempi brevi con rotazione di 180° della direzione
di corsa.
•
Giro (frontale/dorsale)
-
Frontale: in presenza di spazio, è il cambio più veloce
Peso su avampiede del piede perno
busto inclinato avanti + perno su avampiede
spinta con altro piede nuova direzione + cambio velocità
-
Dorsale: presenza di poco spazio ed impossibilità di eseguire frontale
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•
Smarcamento
•
Arresto (1 tempo/2 tempi)
- Utilizzo fondamentali individuali
UTILIZZO: Prendere e mantenere un vantaggio
VANTAGGIO
Quando 2 difensori sono sullo stesso attaccante
Movimenti per PRENDERE
Taglio
Smarcamento
Movimenti per MANTENERE
Triangoli
Togliere l’aiuto
Tagliafuori offensivo
PREPARAZIONE FISICA
Tutti i fondamentali elencati sopra hanno un elemento comune fondamentale EQUILIBRIO
GIOCATORE EFFICACE trova sempre la posizione del corretta Equilibrio
Esercizi:
1)
2)
3)
4)
5)
6)
7)
8)
9)
10)
11)
12)
13)
14)
3-4 passi correndo e poi arresto
uguale #1 ma con specifica dell’arresto a 1 tempo
uguale #1 arresto a 2 tempi
3-4 passi correndo e poi arresto in equilibrio su un solo piede e tenuta
Corsa indietro con arresto a 1 tempo
#4 con corsa all’indietro
Corsa a zig-zag e arresto a 1 tempo
Corsa avanti, arresto guardando la linea laterale , giro dorsale e ripartenza
Corsa con arresto in affondo e poi ripartenza
Corsa con arresto puntando il piede, rotazione in direzione opposta cambio di direzione
#10 con arresto dopo cambio di direzione
Zig-zag tra i coni con cambio di direzione (punto il piede e spinta direzione opposta) e arresto finale
#12 con giri dorsali
#12 con arresto su un piede e giro dorsale
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Correzione principale: posizione delle spalle e dei piedi
Sui cambi di direzione è la testa che dà la direzione del cambio. Prima di ripartire, testa e spalla devono
ruotare nella direzione in cui voglio andare
La pallacanestro si gioca principalmente su appoggi monopodalici (1 piede)
1 CONTRO 1 ATTACCO
- Prendere vantaggio
Autonomia nella scelta ma collaborazione con i compagni
es. attaccare in palleggio uno spazio con il compagno che lo lascia libero
SINCRONIZZAZIONE con i compagni di squadra
1c1 con palla/senza palla
1c1 fonte a canestro/spalle a canestro
- 1c1 con palla
Dal Palleggio contropiede, campo aperto, ultimo tiro, schemi rotti
PARTENZE
Incrociata profondità della partenza, bucare il difensore
Concorde
Reverse
Da ricezione in corsa contropiede, grandi spazi
ARBITRO
Determinazione del piede perno regolamento
Perno NON può lasciare terra finché la palla non ha lasciato la mano
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- Gli Spazi
SPAZI CERTI
-
difensore distante tiro
difensore vicino partenza in palleggio
SPAZI INCERTI utilizzo di finte e palleggio per capire quali spazi devo attaccare
“Quando sono libero, tiro” concetto non va bene perché anche a metà campo sono libero per tirare, ma
deve essere in funzione del proprio raggio di tiro
SPAZI VANTAGGIOSI cambiano nel tempo
Nella stessa situazione gli spazi cambiano a seconda del tempo sul cronometro, 24 secondi, punteggio…
Taglio verso canestro se c’è lo SPAZIO LIBERO
•
•
•
•
terzo tempo
secondo tempo
arresto di potenza (arresto rovescio)
tiro indiana doppia finta girando sul perno e tiro
PREPARAZIONE FISICA
E’ impossibile commettere infrazione di passi se il peso del corpo è gestito nel modo giusto
Lavoro su appoggio MONOPODALICO
Esercizi:
1)
2)
3)
4)
5)
auto passaggio, arresto su un piede
#1 con partenza concorde
Lascio cadere la palla, compagno corre a prenderla, arresto e partenza incrociata
#3 con partenza concorde
#3 e #4 con arresto su un piede solo
Correzioni: Forza che spinge sulla partenza (spinta)
Correzione del passo indietro prima della partenza:
-
Lascio cadere la palla il giocatore corre a prenderla se mentre parte porta indietro il piede lo
correggo
- Partenza con ostacolo dietro al giocatore in modo che non possa portare indietro il piede
Lavoro su spostamento del peso per caricare la gamba di spinta è la gamba del piede perno
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ARBITRO
Concetti
Cilindro
Verticalità
Spazio/tempo si applica nella valutazione dei contatti di giocatori non in possesso della palla (es.
blocco)
- Il Gioco spalle a canestro
Allineamento a 45°
Ricevuta la palla in post varie soluzioni per l’attaccante
Vantaggio di dar la palla dentro Vantaggio ENORME
TUTTI devono sapere giocare in post e TUTTI devono sapere giocare fuori dall’arco dei 3 punti
PREPARAZIONE
1) A coppie, il primo corre, effettua un arresto e il secondo seguendolo, appoggia l’avambraccio sulla
schiena del compagno spingendo leggermente. Tenere il contatto Equilibrio
2) #1 con palla palleggio/arresto
Occupare proprio tutto il proprio cilindro non devo “perdere” il mio spazio
3) Palleggio con arresto di potenza sotto canestro con assistente che simula il contatto con pallone
morbido sul corpo del giocatore Tenere il contatto
Proposta di allenamento del formatore
• 1vs0 Partenza in palleggio esitazione sulla linea dei 3 punti, conclusione con al massimo un palleggio
• Idem con assistente che dà lettura all’ attaccante (1vs0)
• Idem con difensore (1vs1). Obbiettivo attaccare nei gomiti.
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Corso Allievo Allenatore 2012
• 1vs1 faccia a faccia, l’attaccante strappa e sfrutta il vantaggio per andare a canestro
• Idem con l’allenatore che passa la palla per ridurre il vantaggio dell’attacco.
• 2vs2 con vantaggio offensivo e poi senza vantaggio.
• 3vs3 inizio uguale a sopra inizio e poi a tutto campo.
• 3vs3 con serbatoio che diventa 4vs4 a tutto campo. L’attaccante che è fuori entra per ricevere l’apertura e
sviluppare il 4vs4
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1 CONTRO 1 DIFESA
Introduzione
Il Coach Giordano Consolini nel iniziò una sua lezione sulla difesa dicendo: “Perché è più divertente l’attacco
della difesa? Perché in difesa non abbiamo la palla. Quindi lo scopo della difesa non è solo non far
segnare punti alla squadra avversaria, ma anche recuperare il pallone per andare a segnare NOI in attacco”
In questo a mio parere si sintetizza il concetto tecnico e mentale della difesa.
DIFESA
LA POSIZIONE FONDAMENTALE è la base per qualsiasi movimento di gioco.
Mantenere una corretta posizione per poter applicare al meglio le componenti tecniche.
MOVIMENTO
FISICO
DOTI
Vari tipi di difesa
TECNICA-TATTICA
Atteggiamento
Strategia
ATTEGGIAMENTO MENTALE “Volere la palla”
OBIETTIVO deve essere quello di
ATTACCARE L’ATTACCO
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La difesa è per l’80% un fatto MENTALE
“NON DOBBIAMO FARCI BATTERE”
DISCORSO INDIVIDUALE (fisico, posizione, ecc…) ma l’OBIETTIVO E’ DI SQUADRA
NON FARSI BATTERE
Attaccare l’avversario togliere lo spazio vantaggioso prima che questo venga occupato
dall’attaccante
NON far ricevere la palla al proprio avversario diretto
Costringere ad una ricezione del pallone in una posizione non vantaggiosa per l’attacco, rompendo il
TIMING dell’attacco stesso
- Concetti di difesa
Pressione sulla palla
Mandare a destra o sinistra
Stare tra attaccante e canestro
Con Palla
Senza Palla
Linea di passaggio Stare d’anticipo a
distanza di un passaggio
Aiuti e collaborazioni
LATO FORTE/LATO DEBOLE
Tagliafuori
Recuperare
Conquistare spazio
Rubare il tempo
Difendere con le gambe
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POSIZIONE
COMODA io trovo il mio equilibrio
PRONTEZZA
-
“Difesa a muro” Fronte avversario palla
-
Piedi Peso equamente distribuito. Carico sull’avampiede e on sul tallone Seguono lo
spostamento dell’attaccante
-
Braccia mobili
-
Mani sulla palla Mani tracciano la palla
-
Gambe piegate
-
Bacino
Una PALLA RECUPERATA è un GRANDE SUCCESSO DI SQUADRA anche a livello di emozioni degli
individui
DISTANZA DIFENSORE togliere lo spazio e il tempo vantaggioso
“SALTARE ALLA PALLA” muoversi in relazione alla linea di passaggio
ARBITRO
Movimenti in cui scomponiamo un’azione:
•
Smarcamento
•
Ricezione
•
Avvicinamento a canestro
•
Tiro
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Rispettare i concetti di TEMPO e SPAZIO
Un esempio: La nostra valutazione arbitrale cambia se l’attaccante si smarca da fermo o si smarca in
movimento
BODY CHECK Normalmente non esiste concesso se leggero e non illegale, ma l’eccessiva
forza (es. fare a sportellate) equivale al fallo
33.1 Principio del cilindro
Il principio del cilindro è definito come lo spazio all’interno di un cilindro immaginario occupato da un
giocatore sul terreno
di gioco. Include lo spazio sopra il giocatore ed è limitato:
• Davanti dal palmo delle mani,
• Dietro dai glutei, e
• Lateralmente dai margini esterni delle braccia e delle gambe.
Le mani e le braccia possono essere estese davanti al busto,ma non oltre la posizione dei piedi con le
braccia piegate all’altezza dei gomiti, in modo che gli avambracci e le mani siano sollevati. La distanza tra i
piedi del giocatore varierà in relazione alla sua altezza.
33.2 Principio della verticalità
Durante la gara, ciascun giocatore ha il diritto ad occupare una qualsiasi posizione (cilindro) sul terreno di
gioco, a condizione che non sia già occupata da un avversario.
Questo principio tutela lo spazio occupato dal giocatore sul terreno di gioco e lo spazio al di sopra di lui
allorché salti verticalmente, all’interno di questo spazio.
Non appena il giocatore lascia la sua posizione verticale (cilindro) e avviene un contatto di corpo con un
avversario che aveva precedentemente stabilito la propria posizione verticale (cilindro), sarà responsabile
del contatto il giocatore che ha lasciato la sua posizione verticale (cilindro).
Il difensore non deve essere penalizzato se salta verticalmente (all’interno del suo cilindro) oppure alza le
mani e le braccia verso l’alto, sempre all’interno del suo cilindro.
L’attaccante, sia a contatto con il terreno di gioco o mentre è in aria, non deve causare un contatto con il
difensore che è in posizione legale di difesa:
• Usando le braccia per crearsi uno spazio maggiore (pushing off).
• Allargando le gambe o le braccia per causare un contatto durante o immediatamente dopo un tiro a
canestro.
33.3 Posizione legale di difesa
Un difensore ha stabilito una posizione iniziale di difesa legale quando:
• Sta fronteggiando il suo avversario, e
• Ha entrambi i piedi sul terreno di gioco.
La posizione legale di difesa si estende verticalmente sopra di lui (cilindro) dal terreno al soffitto. Egli può
sollevare le sue braccia e le mani sopra la testa o saltare verticalmente, ma deve mantenerle in posizione
verticale all’interno del cilindro immaginario.
HAND-CHECKINGLa mano che il difensore appoggia sul bacino è da considerare illegale, e lo stesso vale
per l’eventuale gesto dell’attaccante atto a togliere tale mano.
SALTO 33.6 Giocatore in aria
Un giocatore che abbia saltato da un punto del terreno di gioco ha il diritto di ricadere nello stesso punto.Egli
ha il diritto di ricadere anche in un altro punto del terreno, a condizione che il punto di ricaduta ed il percorso
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diretto tra il punto di stacco per il salto e quello di ricaduta stesso, non sia già stato occupato da un
avversario(i) al momento del salto.
Se un giocatore è saltato e ritornato sul terreno, ma il suo slancio gli provoca un contatto con un avversario
che ha assunto una posizione legale di difesa, oltre il punto di ricaduta, il saltatore è responsabile del
contatto.
L’attaccante che compie un salto deve poter ricadere sullo stesso punto o su un altro che al momento dello
stacco era libero.
ATTO DI TIRO
Atto di tiro termina quando un giocatore scende dal salto di conseguenza se un giocatore salta, tira e
ricade, il difensore non può invadere lo spazio del salto altrimenti commetterebbe fallo
Il contatto della la spalla dell’attaccante sul petto del difensore equivale a un fallo in attacco.
PREPARAZIONE FISICA
Spostamento laterale rapido per occupare una posizione difensiva legale prima dell’attaccante che lo vuole
sfruttare
Salto per andare a stoppare un tiro
Forza per mantenere un contatto
Mantenere l’EQUILIBRIO su recupero difensivo controllo del corpo
TUTTO IN DIFESA PARTE DALLA POSIZIONE FONDAMENTALE E NON DA UNA SITUAZIONE STATICA
RAPIDITA’ D’AZIONE un giocatore è rapido se esegue un’azione rapidamente e non solo un singolo
movimento
Gli step per arrivare a questo concetto sono:
Partenza da posizione fondamentale Equilibrio Mantenimento della posizione Spostamento e
recupero della posizione (equilibrio) Rapidità dell’azione
esempi esercizi propedeutici alla difesa sulla palla:
utilizzando le linee della pallavolo, l'attaccante deve raggiungere l'altra linea
laterale. Per cambiare direzione deve pestare la linea della pallavolo e quella di
metà campo. Il difensore deve cercare di pestare le linee prima dell'attaccante.
Progressione: il difensore mentre scivola fa ballhandling con un pallone.
Progressione 2: il difensore deve assorbire un determinato numero di contatti
prima che l'attaccante arrivi al termine dell'esercizio.
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Utilizzando le linee della pallavolo, il difensore deve contenere l'attaccante
all'interno della corsia laterale (linea pallavolo-linea laterale) e non permettergli
di andare a canestro prima dell'inizio della linea dei 3 punti.
Progressione: il difensore mentre svolge l'esercizio fa ballhandling
• conoscere le regole arbitrali per quanto riguarda la difesa sulla palla e lontano dalla palla:
lontano dalla palla: sui tagli il difensore deve rispettare spazio/tempo e la posizione difensiva: può
assorbire un contatto e “accompagnare” l'attaccante, ma non può inserirsi all'ultimo momento nella traiettoria
del taglio o spingere l'attaccante
sulla palla: non valgono più spazio e tempo. Il difensore deve fare attenzione a non uscire dal proprio
cilindro con braccia e mani (se l'attaccante in questo caso colpisce il difensore è fallo di quest'ultimo). Sulla
partenza in palleggio il difensore non può spingere o “indirizzare” l'attaccante con le braccia. In atto di tiro, se
c'è contatto, bisogna vedere chi l'ha provocato, fuoriuscendo dal proprio cilindro. Il difensore per non
commettere fallo deve mantenere la sua verticalità e ricadere dal salto in uno spazio non occupato. L'atto di
tiro termina quando il tiratore tocca il suolo con i piedi.
conoscere gli elementi fisici importanti per la difesa: scivolamento, primo passo, forza nel mantenere un
contatto ed equilibrio → sono obiettivi da raggiungere per avere dei buoni difensori (il buon
giocatore/difensore) è RAPIDO in tutte le azioni che fa.
Ipotesi attivazione:
il giocatore con palla fa delle finte di partenza. Il difensore fa degli scivolamenti
sul primo passo nella direzione in cui avviene la finta e ritorna in centro ai due
coni.
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Partendo dalla posizione fondamentale il giocatore si gira diagonalmente,
torcendo il tronco. Fa due passi di corsa verso il centro del campo e si rigira nella
posizione fondamentale facendo un arresto a due tempi sinistro-destro.
Il giocatore con palla la sposta in direzioni diverse. Il difensore ogni volta chela
palla si sposta, tenendo le ginocchia ferme, fa una torsione del busto, tocca la
palla e ritorna in posizione fondamentale.
Close out: il difensore passa la palla all'attaccante e corre a recuperare in difesa.
L'attaccante palleggia verso la porta fatta dai due coni. Il difensore deve cambiare
direzione scivolando verso la porta e mantenendo l'equilibrio e difendere.
Conclusioni
Tutti i giocatori devono essere abili difensori, il mancato impegno di un singolo giocatore in un'azione
può vanificare l'ottimo lavoro degli altri quattro compagni in campo
occorre riuscire a far vedere la difesa come una cosa non faticosa ma gratificante, in modo da
affrontarla in allenamento e in partita in maniera positiva.
Oltre alla difesa con e senza palla è importante allenare i singoli movimenti che poi il giocatore
eseguirà difendendo, come torsioni del busto, uso dei perni, arresti.
La difesa, a mio parere, va stimolata anche in allenamento da parte dell'allenatore con la voce.
Essendo prettamente una questione mentale, un allenatore che trasmette grinta ai propri giocatori
anche nei singoli esercizi la otterrà poi anche in situazione di partita.
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CONTROPIEDE
Introduzione
Il contropiede è l’essenza del gioco della pallacanestro, tutti i fondamentali di attacco e difesa coniugati per
raggiungere il canestro il più rapidamente possibile.
Conquistare gli spazi vantaggiosi in tempi brevi, ovvero occupare lo spazio in profondità, ma anche in
larghezza, battendo sul tempo gli avversari, collaborando con i compagni nelle situazioni di soprannumero.
Scambio di idee con tra corsisti e formatore sul contropiede in generale, vantaggi, svantaggi, etc etc.
PRONTEZZA/MENTALITA' TRANSITORIA
SPAZIO/TEMPO
INIZIO: 1) da palla recuperata(rimbalzo,intercettamento)
2) da canestro subito
APERTURA:PASSAGGIO(che tipo? Dove?)
PALLEGGIO
PASSATORE E RICEVITORE(spazi speciali)
1 c 1 senza palla
1 c 1 con palla
COLLABORAZIONI : dai e vai, triangoli
CONDUZIONE E SVILUPPO: riconoscere corsie utili “vincenti”
leggere la difesa
CONCLUSIONE: dipende molto dal tipo di apertura
da palla recuperata contropiede 1° sovrannumeri sino a 3c3
APERTURA
da canestro subitocontropiede 2° rimorchi, tagli, triangoli offensivi
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1. INIZIO : entrare in possesso della palla
E necessario che in difesa l’atteggiamento del difensore sia attivo nel togliere lo spazio ed il tempo utile
all’attaccante, l’idea è quella di attaccare l’attacco…
PRENDERE E MANTENERE UN INIZIATIVA
Palla recuperata pressione + anticipo
1 vs1su attaccante con palla, il difensore non deve farsi battere!!!
1vs1 su attaccante senza palla, il difensore deve togliere lo spazio vantaggioso prima che questo venga
occupato dall’attaccante, per cui la prima idea è quella di non far ricevere la palla, se non si riesce bisogna
comunque provare a far ricevere in spazi non desiderati, o creando una situazione non vantaggiosa per
l’attacco, ovvero rompendo il timing all’attacco.
Rimbalzo difensivo cercando di vedere la maggior parte di campo possibile
Tagliafuori sul tiratore
Tagliafuori su avversario senza palla
Tagliafuori sul lato debole
Canestro subìto recupero della palla + rimessa veloce
Devo trasformare nel minor tempo possibile una situazione difensiva in una offensiva, sviluppando il
concetto di continuare a giocare, senza mai scaricare dal punto di vista fisico-mentale, quindi prendere e
mantenere una iniziativa.
Esercizi tesi allo sviluppo di una mentalità transitoria e delle capacità di anticipazione.
2. APERTURA
Il palleggio non è la prima soluzione ma il rimedio se non c’è un compagno più avanti libero di ricevere più
vicino a canestro, quindi linee di passaggio il più possibile profonde, dettate dai giocatori che corrono davanti
alla palla, già in vantaggio spazio-tempo .
Con un passaggio = a chi, dove, tipo di passaggio
Con un palleggio
Passatore e ricevitore in spazi speciali, quindi 1c1 con e senza palla
Collaborazioni
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3. CONDUZIONE
concetto delle corsie utili e vincenti
Sprint dei giocatori senza palla: dove, quando stringere, occupare corsie utili vincenti
Uso del passaggio: verticale/diagonale, tipo
Uso del palleggio: spinto mani alternate, una mano
4. CONCLUSIONE
concetto del passaggio sulla linea che mi porta a canestro
Immediata: soprannumero, spazi ampi,vantaggio numerico
1c0
2c1 max 1 passaggio per andare a canestro
3c2 max 2 passaggi per andare a canestro
Ritardata: pari numero, ma spazi ampi, x il proprio 1c1 con palla o senza
1c1
2c2
3c3
Uso di Rimorchi ,il 4° ed il 5° giocatore arrivan o e vanno ad occupare gli spazi liberi, sia che siano spazi
interni, sia che siano spazi esterni.
Uso di triangoli offensivi sponde dirette o ribaltamento
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BIBLIOGRAFIA
I vari capitoli che compongono questo book, sono stati realizzati grazie:
- alle relazioni inviate dai corsisti, corrette ed elaborate dai formatori
- agli appunti delle lezioni forniteci dai formatori
- agli appunti delle lezioni forniteci dai relatori esterni
si consiglia comunque l’integrazione
[2011] Sfide - Il pallone che brucia - L'oro europeo della Nazionale ..
www.youtube.com/watch?v=I3IX7lxgJwA
[2004] la medaglia d'argento della nazionale italiana alle olimpiadi di Atene
http://www.youtube.com/watch?v=NTUKfURGV7E
non mollare mai affrontando i giganti
http://www.youtube.com/watch?v=OgfWlV2UhYc
http://www.fip.it/
sito FIP
http://www.fip.it/cna/ sito CNA
http://www.fip.it/cna/CartellaMenu.asp?IDCartellaPadre=2454
http://www.piemonte.fip.it/piemonte/ sito FIP Piemonte
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AREA TECNICA