Relazione finale
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Relazione finale
Relazione Progettazione di un’esperienza didattica - base Laura D’Agostino Classe E12 RELAZIONE Descrizione di contenuti, tempi, luoghi, fasi, modalità, strumenti e protagonisti “On the farm” è il titolo del progetto curriculare realizzato nella scuola primaria “Edmondo De Amicis” di Sarno (Sa) con gli alunni delle classi seconde che hanno sperimentato e realizzato per la prima volta nel loro corso di studi una CLIL1 che ha sviluppato un argomento di natura scientifica (“gli animali della fattoria”) in lingua inglese. L’intento è nato spontaneamente sia dalla ferma volontà di chi sta scrivendo di rendere lo studio della lingua inglese, non solo un momento di gioco, ma un’occasione per imparare ad apprendere diversi contenuti disciplinari in lingua inglese, sia dalla necessità, avvertita anche dalle colleghe, di realizzare un’unità didattica, non tanto o non solo con semplici raccordi interdisciplinari, ma permettendo alle singole discipline (scienze, lingua inglese, tecnologia) di fondersi insieme per consentire una costruzione unitaria del sapere. Dunque fondamentale è stata la sinergia con le docenti di scienze e tecnologia che hanno lavorato attivamente e collaborato per la realizzazione di questo progetto. 1 CLIL è l'acronimo di Content and language Integrated Learning, vale a dire una metodologia didattica che prevede l'insegnamento di una disciplina in lingua straniera veicolare Laura D’Agostino Classe E12 2 Numero di classi coinvolte, di insegnanti, di ragazzi che hanno partecipato alla sperimentazione “On the farm” ha coinvolto sessantadue alunni delle classi seconde sezioni A-BC-D del plesso De Amicis e Matteotti e tre docenti, di cui una di lingua inglese e due di scienze e tecnologia. Con inizio a metà ottobre, il progetto è stato compiuto in sei diversi fasi, ciascuna caratterizzata da diverse attività, come la lettura di storie, la drammatizzazione, la realizzazione di disegni e di un booklet informativo in cui vengono identificati gli animali della fattoria e vengono identificate le principali parti del loro corpo. Ogni attività è stata svolta in inglese dalla docente di lingua inglese e ripetuta con modalità diverse in lingua italiana dalle docenti di scienze e tecnologia. Pertanto fondamentale è stata la sinergia tra le docenti che hanno svolto le attività, nel rispetto dei tempi e delle modalità programmate. Inoltre ho riscontrato un generale entusiasmo anche negli allievi, in quanto l’approccio ludico delle attività proposte (drammatizzazione, disegni, giochi, canti) ha permesso da subito di superare ogni sorta di barriera emotiva e di realizzare il grande obiettivo umano che va oltre la mera proposta didattica del progetto; in pratica: gli alunni timidi hanno avuto l’opportunità di diventare più disinvolti e sciolti anche nell’approccio alla lingua straniera, gli alunni più vivaci hanno avuto modo di placare i loro istinti e motivare la necessità di muoversi e parlare per reali motivi didattici (ovvero recitare, cantare, entusiasmarsi per un gioco e/o attività laboratoriale). Laura D’Agostino Classe E12 3 Vantaggi e svantaggi Il progetto si è rivelato per tutti una grande esperienza di vita, oltre che didattica. Infatti in un’epoca in cui c’è qualcuno che abolisce il modulo riportando in vita il maestro unico, si può affermare che “On the farm” ha dato alle docenti l’opportunità di scardinare il principio dell’unicità del maestro, poiché l’estrema democraticità che ha pervaso le docenti, ha consentito di superare ogni sorta di egocentrismo ed ha permesso di affermare che la modularità (intesa come rapporto sinergico tra i diversi soggetti che la compongono) è l’espressione più autentica e vincente della scuola moderna. Tuttavia chi scrive ha riscontrato un unico “pseudo – svantaggio” nel corso di tutto il progetto: il dover ripetere in quattro classi diverse le stesse attività. Infatti mentre le altre due colleghe si alternavano nelle classi dei loro rispettivi moduli per eseguire le attività relative alle Scienze e Tecnologia, la scrivente che aveva il compito di attuare la CLIL in lingua inglese, doveva presentare le stesse attività in tutte le quattro classi, ripetendo gli stessi contenuti, ma riscoprendo ogni volta un nuovo approccio metodologico; è per questa stessa ragione che non si può e non si far riferimento ad uno svantaggio sic et simpliciter, ma piuttosto ad uno pseudo svantaggio. Abilità acquisite dagli insegnanti e dagli alunni - Le diverse relazioni tra alunno e docente, tra alunni e tra docenti Laura D’Agostino Classe E12 4 Inoltre in questa stessa esperienza ho potuto constatare che, a differenza delle “classiche “situazioni di apprendimento, vale a dire quelle delle lezioni frontali, si sono verificate diverse relazioni tra docenti ed alunni. Il fatto stesso che un’attività venga presentata in ambienti fisicamente diversi dall’aula tradizionale, permette di innescare interazioni differenti tra i soggetti, giacché una palestra adoperata per la presentazione e la drammatizzazione di storie detta la necessità di non stare uno (il docente) di fronte agli altri (gli alunni), ma di condividere in cerchio spazi comuni e dunque di vivere gli spazi non secondo gerarchie , ma semplicemente secondo i ruoli attribuiti a ciascun soggetto in esso presente. Anche lo stesso laboratorio multimediale è uno spazio diverso in cui si attivano nuove relazioni; ognuno davanti al proprio computer crea in maniera singolare il proprio disegno, ma l’individualità si supera allorquando insieme si dà vita a un nuovo prodotto: il booklet informativo degli animali. L’insegnante, sia esso di lingua inglese, o di tecnologia, o di scienze non trasmette più semplici contenuti, ma facilita il percorso di apprendimento di ciascun allievo rispettando gli stili cognitivi di ciascuno di essi. In quest’ottica si rafforza anche il rapporto interattivo tra gli stessi alunni, perché con questa esperienza si supera ogni forma di egocentrismo e di competitività, ma insieme si collabora per diletto e per gioco. Laura D’Agostino Classe E12 5 Valutazione On the farm è stata l’esperienza che ha superato gli schemi didattici tradizionali, proponendo approcci metodologici e strumenti diversi. La lezione frontale ha ceduto il posto al circle time per ascoltare e drammatizzare storie che introducessero agli argomenti da presentare; al vecchio libro si è preferito dare spazio alla lettura di immagini (proiezioni di slides che raffiguravano i personaggi della storia ascoltata), al computer che potesse permettere di cercare immagini e suoni; alla sterile memorizzazione di parole si è preferito dare largo spazio alla fantasia e al gioco, dunque canti, filastrocche per rendere più easy il processo di assimilazione; infine si sono definitivamente rotti gli schemi tradizionali, allorquando gli allievi hanno finalmente potuto realizzare una presentazione Power Point, alla quale si è convenuto dare il nome di booklet informativo, in cui gli stessi potessero sintetizzare i contenuti appresi attraverso una molteplicità di linguaggi: iconico, verbale, musicale, ecc.. Pertanto ritengo che questo progetto abbia avuto una grande incidenza formativa e si sia rivelato anche una grande esperienza culturale e professionale, in quanto essa ha permesso di sperimentare una nuova frontiera della didattica della lingua straniera: la CLIL. Laura D’Agostino Classe E12 6 Infine valuto positivamente ogni aspetto del progetto, ovviamente mancano dati oggettivi per riferire di una valutazione da parte dei giovani allievi che hanno partecipato all’esperienza, poiché, vista la loro giovane età non è sembrato opportuno né somministrare questionari, né interviste di ogni genere; comunque è bastato registrare come aspetto positivo la grande partecipazione emotiva che ha coinvolto tutti indistintamente. Probabilmente l’aspetto ludico che ha introdotto l’esperienza ha influito non poco sul gradimento e sull’alta percentuale di share registrata negli incontri settimanali, aggiungerei che anche l’effetto “propaganda” ha avuto il suo grande merito, giacché il passaparola degli alunni ha favorito il senso di aspettativa ed ha notevolmente acuito l’interesse verso quelle discipline che di per sé già godono di buona fama, ma mai nessuno, credo, avrebbe mai pensato all’apoteosi che si sarebbe determinata dalla interazione delle une con le altre (in particolare mi riferisco alla positività dell’esperienza CLIL). Per questi stessi motivi sarebbe auspicabile proseguire l’esperienza in futuro con contenuti che possano coinvolgere anche altre discipline, se non altro per rendere più motivante lo studio della lingua inglese, senza arginarlo nel banale e scontato approccio ludico. Laura D’Agostino Classe E12 7