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22/11/2007 La Sicurezza e la Protezione dei Giornalisti e delle loro Equipe, il Diritto Internazionale Umanitario e il giornalismo di guerra Secondo il Diritto Internazionale Umanitario (DIU), i giornalisti civili impegnati nei conflitti armati devono essere rispettati e protetti da ogni forma di attacco intenzionale. Il diritto internazionale umanitario concede ai giornalisti civili la stessa protezione che è concessa ai civili, fintantoché non prendano parte diretta alle ostilità. Intervista con Antonella Notari, capo del progetto per il CICR sulla questione della sicurezza dei giornalisti e sul diritto internazionale umanitario nel giornalismo di guerra. (Si noti che d'ora in poi tutti i termini di "giornalista(i)" si riferiscono sia ai giornalisti, sia alle loro equipe) Sicurezza e Protezione dei Giornalisti Cosa prevede il Diritto Internazionale Umanitario circa la protezione dei giornalisti che seguono i conflitti armati? Il primo Protocollo Aggiuntivo alle Convenzioni di Ginevra del 1949, all’articolo 79 dichiara: 1. I giornalisti che svolgono missioni professionali pericolose nelle zone di conflitto armato saranno considerati come persone civili (…). 2. Essi saranno protetti in quanto tali conformemente alle Convenzioni e al presente Protocollo, a condizione che essi si astengano da qualsiasi azione ledente il loro statuto di persone civili (…). Nello Studio del CICR sul Diritto Internazionale Umanitario Consuetudinario (2005), la Norma 34 nel Capitolo 10 dispone che: I giornalisti civili impegnati in missioni professionali in zone di conflitto armato devono essere rispettati e protetti, fintantoché essi non partecipino direttamente alle ostilità. (…) La prassi degli Stati impone questa regola come norma di diritto internazionale consuetudinario applicabile sia nei conflitti armati internazionali sia in quelli non internazionali. In tutti i conflitti armati, il DIU vieta esplicitamente i seguenti atti commessi nei confronti di persone che non sono parte o non prendono più parte attiva alle ostilità: qualsiasi violenza contro la vita e la persona, in particolare l'assassinio in tutte le sue forme, le mutilazioni, il trattamento crudele e la tortura; la cattura di ostaggi; gli oltraggi alla dignità personale, in particolare i trattamenti umilianti e degradanti; le condanne pronunciate e le esecuzioni compiute senza previo giudizio pronunciato da un tribunale regolarmente costituito che offra tutte le garanzie giurisdizionali, che sono riconosciute come indispensabili dai popoli civili. Si veda l’art. 3 Comune alle Convenzioni di Ginevra. Che cosa può fare il CICR in termini di protezione per i giornalisti nei conflitti armati? La HOTLINE del CICR è un servizio a disposizione dei giornalisti che si trovano in difficoltà nei conflitti armati. I giornalisti, i loro editori o i loro familiari possono avvisarci quando un giornalista è scomparso, ferito, è stato ucciso o è detenuto, per sollecitare il nostro aiuto. Il tipo di servizi di protezione che possono essere forniti dal CICR ai giornalisti sono i seguenti: cercare di ottenere la notifica del rapporto di arresto e/o cattura e l’accesso nel quadro del diritto di visita ai detenuti del CICR; fornire immediatamente informazioni ai parenti prossimi e agli editori e/o associazioni professionali sul luogo in cui si trova il giornalista ogniqualvolta può essere ottenuta tale informazione; mantenere i legami familiari; rintracciare attivamente i giornalisti scomparsi; identificare e trasferire o rimpatriare le salme; evacuare i giornalisti feriti, ecc Si tratta di un servizio puramente umanitario e noi assisteremo un giornalista il più rapidamente possibile, se questo rientra nei limiti delle nostre possibilità e nel nostro campo d’azione. Le richieste possono essere effettuate tramite il numero di telefono permanente della HOTLINE del CICR: +41 7921732 85 o attraverso il più vicino ufficio CICR. Come promotori del DIU presso le autorità civili e militari, gli attori non statali nei conflitti armati e non solo, cercheremo anche di rendere le norme che proteggono i giornalisti e i civili in generale, conosciute e rispettate. Inoltre, parteciperemo alle iniziative di altre organizzazioni che operano per contribuire alla sicurezza dei giornalisti, per esempio, con le Società Nazionali di Croce Rossa e di Mezzaluna Rossa, l'International News Safety Institute (INSI), Reporters Without Borders, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura (UNESCO), ed altre. Cosa possono fare le Società Nazionali di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa per i giornalisti? Le Società Nazionali di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa che hanno esperienza nella formazione sul Primo Soccorso potrebbero istituire corsi specifici destinati ai giornalisti nei loro Paesi di origine per aumentare la loro preparazione, la sensibilizzazione del rischio e la capacità di far fronte ad una emergenza sanitaria. Questo può essere utile per i giornalisti che seguono le catastrofi naturali, i conflitti armati e altri tipi di violenze. Le Società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa, che svolgono un ruolo nella promozione del DIU nei loro Paesi possono contribuire a sensibilizzare la tutela giuridica offerta ai giornalisti. Perché il CICR si preoccupa della sorte dei giornalisti nei conflitti armati? E perché ora? Noi agiamo in favore dei giornalisti da molto tempo e la HOTLINE del CICR esiste dal 1985. Tuttavia, l'aumento degli attacchi contro i giornalisti nei conflitti armati (e in altre situazioni di violenza) ci ha indotto a prendere in considerazione ulteriori modi con cui contribuire alla sicurezza e alla protezione dei giornalisti. Come per i civili in generale, la sicurezza dei giornalisti nei conflitti armati si sta seriamente deteriorando, e questo è particolarmente allarmante. Inoltre, fare tacere i giornalisti o metterli in fuga dalle aree di crisi priva il pubblico delle informazioni che sono legittimati a ricevere circa le situazioni di crisi nel mondo intero. A nostro modo, vogliamo dimostrare quanto sia importante il lavoro dei media per noi e per coloro che assistiamo sul terreno, nonché adottare misure concrete umanitarie per arginare la violenza nei confronti dei giornalisti Che cosa pensa il CICR in merito alla proposta di un trattato internazionale per la protezione dei giornalisti nei conflitti armati (e oltre)? Riteniamo che sia più urgente ed importante assicurare che l'attuale tutela giuridica per i giornalisti (vedi sopra) sia diffusa e strettamente applicata dagli Stati. Se si manifesta un consenso sull’elaborazione di un‘ulteriore legislazione internazionale, siamo pronti ad accompagnare tale processo, secondo le nostre possibilità e in accordo al nostro mandato. Qualsiasi misura che serve a rafforzare le norme esistenti è benvenuta. Che cosa si deve fare per migliorare la sicurezza e la protezione dei giornalisti e delle loro equipe nei conflitti armati (e oltre)? Le leggi che proteggono i giornalisti contro gli attacchi devono essere riconosciute e deve essere rafforzato il loro rispetto. Riteniamo che tutti gli attori dei conflitti armati dovrebbero essere informati su queste norme e sui loro obblighi, in particolare le forze armate e di sicurezza, così come gli attori non statali. I giornalisti dovrebbero essere preparati ad affrontare i rischi dei conflitti armati e di altre situazioni di violenza, attraverso l’addestramento e altre forme di orientamento e sostegno. Essi devono ricevere sostegno dai loro editori. Questo deve valere per i giornalisti con regolare contratto, così come per i giornalisti indipendenti. Ulteriori raccomandazioni sulle misure da adottare per migliorare la sicurezza dei giornalisti sono state messe a punto da organizzazioni che lavorano per proteggere i giornalisti, per esempio nel rapporto sullo studio globale condotto dall’International News Safety Institute Istituto (INSI) nel marzo 2007. Il Diritto Internazionale Umanitario e il giornalismo di guerra Perché i giornalisti dovrebbero conoscere il DIU quando fanno cronaca sui conflitti armati? Se il DIU sia rispettato o violato è una parte importante della storia nei conflitti armati contemporanei. Le violazioni delle leggi sono spesso all'origine delle crisi umanitarie e politiche. Quando i combattenti infrangono le leggi ciò rischia di compromettere il successo della loro missione. E’ sempre più probabile che i presunti criminali di guerra saranno perseguiti ed è importante comprendere il contesto giuridico di tali procedure quando si fa servizio di cronaca su di essi. Comprendere il significato che alcune azioni ed eventi hanno in termini di DIU può generare più qualità al giornalismo di guerra. I giornalisti allora potranno porre questioni pertinenti, considerare i problemi sotto aspetti interessanti, indagare su ciò che si nasconde dietro la storia e alimentare il dibattito sui diritti e gli obblighi dei vari attori sul terreno e oltre. Un giornalismo di qualità dal punto di vista del DIU può fare la differenza. Essa può influenzare il modo di fare politica, di adottare le decisioni, nonché il comportamento, vale a dire accrescere la "volontà" di rispettare la legge, di lottare contro l'impunità, di proteggere i civili. I giornalisti come possono apprendere il DIU? Quali risorse sono a disposizione dei giornalisti nel DIU? In alcuni paesi, i giornalisti possono seguire corsi di DIU proposti da università o associazioni professionali. Alcune Società Nazionali di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa organizzano seminari o altri tipi di corsi di formazione per giornalisti sul DIU. Anche il CICR organizza eventi di questo tipo in un certo numero di Paesi, spesso con altri partner. Il materiale può essere trovato sui siti web delle organizzazioni che lavorano su temi correlati al DIU, o che rendono disponibili materiale ai giornalisti che fanno servizio nei conflitti armati, per esempio www.crimesofwar.org. Il sito web del CICR è in gran parte consultato da politici e da esperti che hanno a che fare con questioni di DIU nelle loro professioni. In molti Paesi, gli esperti possono essere chiamati a fornire informazioni e pareri su questioni connesse al DIU (ad esempio, i consiglieri giuridici delle Società Nazionali della Croce Rossa e Mezzaluna Rossa o del CICR; professori o ricercatori; esperti governativi, esperti di note ONG, e molti altri). Inoltre, il CICR e il “Crimes of War Project” stanno attualmente sviluppando una banca dati digitale da utilizzare nei gruppi di lavoro di DIU per i media, che sarà disponibile nel 2008 in lingua inglese. Che cosa afferma il DIU circa il modo con cui i mezzi di informazione dovrebbero riferire sulle storie relative ai conflitti armati. in particolare sui prigionieri di guerra e i civili? L'articolo 13 della III Convenzione di Ginevra e l’articolo 27 della IV Convenzione di Ginevra, affermano che essi devono essere sempre protetti, in particolare contro gli atti di violenza o di intimidazione e contro gli insulti e la curiosità del pubblico. Ciò significa che i mezzi di informazione devono essere consapevoli nel mostrare o stampare le immagini dei prigionieri di guerra o di civili che esse non violino la dignità e la sicurezza degli stessi prigionieri di guerra e dei civili. Traduzione non ufficiale di Maria Grazia Ianniello I link esatti delle versioni originali sono: http://www.icrc.org/web/eng/siteeng0.nsf/html/30-international-conference-interview-notari221107 http://www.icrc.org/web/fre/sitefre0.nsf/html/30-international-conference-interview-notari-221107