Sommario - Editris 2000

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Sommario - Editris 2000
Sommario
Ringraziamenti
Per la stesura di questo volume dedicato alla Città di Orbassano,
un particolare ringraziamento a:
BARBERIS PierCarlo, per le informazioni relative alla storia
della Città di Orbassano, per le immagini storiche fornite e per
il contributo nella revisione dei contenuti.
DONALISIO Attilio, per le informazioni relative alla bealera e ai
mulini di Orbassano e alle cascine del territorio.
L’Associazione LIONS CLUB ORBASSANO per aver concesso in
uso l’Acquaforte in copertina, realizzata da Donatella MEZZENA.
POGNANTE Carlo, per le informazioni storiche e le immagini
relative alla fabbrica di aerei AER.
SARACCO Giancarlo, per le informazioni e le curiosità storiche
relative alla storia della Città di Orbassano, per le immagini e i
disegni da lui realizzati e inseriti all’interno del volume e per il
contributo nella revisione dei contenuti.
Un particolare ringraziamento va inoltre agli uffici comunali, alle
strutture di eccellenza del territorio e alle tante associazioni orbassanesi che hanno contribuito fornendo informazioni e immagini volte a completare la realizzazione di questo volume.
Inoltre, un particolare ringraziamento a tutti i cittadini che hanno
fornito materiale e informazioni. In particolare un ringraziamento a Delfino Claudio, Fasano Severino, Matusevich Angelina,
Neirotti Giuseppe, Rambaud Ermanno, Rocchietto Giancarlo,
Squittieri Assalonne. Grazie al materiale da loro fornito, è stata
creata un’apposita sezione del sito internet del Comune dedicata a “Immagini da Orbassano”.
Un ringraziamento per le immagini a: Bortolozzo Fulvio, Devalle
Sara, Pescarolo Davide, Prest Fabrizio, Tiozzo Lino.
Sul sito internet del Comune sono presenti
tutte le notizie e le informazioni inerenti “la nostra Città”
www.comune.orbassano.to.it
Storia
p.13
Orbassano, il Municipio
p. 23
Chiesa di San Giovanni Battista
p. 27
Confreternita dello Spirito Santo
p. 37
Cappella del cimitero Santa Maria delle Grazie
p. 47
I monumenti
p. 51
Il trenino Torino-Orbassano-Giaveno
p. 59
La fabbrica di aerei AER
p. 63
Le Ville storiche
p. 67
Le cascine
p. 71
I mulini e la Bealera di Orbassano
p. 91
I parchi di Orbassano
p. 95
Le eccellenze del territorio
p. 101
La Facoltà di Medicina e Chirurgia “San Luigi Gonzaga” di Orbassano
p. 104
L’ospedale San Luigi Gonzaga
p. 112
Il Centro Ricerche Fiat
p. 118
L’Azienda Speciale “San Giuseppe”
p. 124
Il Centro Commerciale Naturale
p. 127
Le principali manifestazioni
p. 131
Il Sedano Rosso: un’eccellenza orbassanese tutta “Slow Food”
p. 139
Lo sport e il volontariato
p. 145
Orbassano in Europa
p. 153
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Orbassano ieri…
Il mio amore per la storia di Orbassano ebbe inizio, sul finire degli anni Settanta,
quando conobbi Mario Olivero e insieme iniziammo un lungo sodalizio fatto di comuni ricerche storiche e reciproche collaborazioni. Mario si era avvicinato allo studio storico della
Città inizialmente animato da una buona dose di curiosità che, strada facendo, lo ha portato
ad addentrarsi progressivamente nelle ricerche. Per me invece è stato il naturale sviluppo
di un lungo processo iniziato al tempo della mia infanzia trascorsa nella settecentesca villa
Tarina di Rivalta, e proseguito con la tesi storica, col prof. Roberto Gabetti della Facoltà di
Architettura, sul demiano comunale delle aree di Torino negli sviluppi urbani ottocenteschi.
Esperienze che mi hanno portato a iniziare un nuovo percorso di ricerca storica riguardante,
questa volta, il territorio di Orbassano. La collaborazione e l’amicizia con Mario hanno poi
dato il via a tutta una serie di momenti particolarmente significativi che vanno, ad esempio,
dalla prima mostra storica-fotografica “Orbassano ieri…” nel 1978 a Casa Papa Giovanni,
fino al nostro “Monografie orbassanesi” edito dal Comune nel 2002.
Vorrei con voi immaginare di poter salire a bordo di una variopinta mongolfiera e compiere uno volo sull’abitato di Orbassano di metà Ottocento. E da lassù scorgere il reticolo tuttora
attuale: la centrale strada Maestra (via Roma), la tortuosa via di Volvera (via Castellazzo), la via
di Piossasco (via Vittorio Emanuele) e infine la piazza del Mercato (piazza Umberto I) caratterizzata dalla presenza dell’ala per il mercato coperto contigua alla Torre degli Orsini; completano il
quadro il Palazzo comunale, la Parrocchiale e il Tempio (Confraternita dello Spirito Santo). Allargando il nostro sguardo ci incuriosiscono gli edifici destinati ad attività produttive, commerciali
ed artigianali: i molini ad acqua, le filature, le fornaci, il forno da pane, le ghiacciaie, gli alberghi e
caffè, le botteghe. E sotto di noi una miriade di edifici, dalle case di ordinaria abitazione, alle case
rurali, alle case ad uso di villeggiatura appartenenti a nobili, industriali, possidenti. Restiamo inoltre affascinati dalle ville Gay di Quarti e Marone coi loro giardini di delizie ed annessi laghetti. La
coltivazione della terra resta comunque la principale occupazione degli orbassanesi: molti sono
gli appezzamenti coltivati ad ortaggi e piante da frutto e le colture estensive: campi stabili e prati
irrigui che beneficiano di una fitta rete di bealere. Questa è l’ Orbassano ieri.
Il libro edito dall’Amministrazione comunale contestualizza però la Città nelle valenze
peculiari attuali, nella sua vocazione terziario-commerciale. Le Olimpiadi invernali ed i recenti
festeggiamenti per i 150 anni dell’unità d’Italia hanno conferito sorprendenti forze propulsive
a Torino; anche a Orbassano le molte realizzazioni e manifestazioni culturali e sportive hanno
concorso in modo determinante a fornire nuova linfa e slancio ad una comunità sempre più
aperta, moderna, multietnica e partecipativa.
Giancarlo Saracco
Alcuni esempi di Itinerari storici realizzati a Orbassano.
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ORBASSANO “la nostra Città”
Storia
Orbassano non sfuggì negli anni del fascismo alle imposizioni della dittatura, subendone le conseguenze al pari del resto d’Italia. Se per Orbassano la situazione fu dolorosa per nuovi lutti legati alle guerre intraprese, dopo l’armistizio dell’8
settembre 1943, divenne persino disastrosa. Le truppe tedesche si installarono a
Orbassano occupando l’edificio scolastico ed i locali dell’autocentro e instaurando un certo terrore di cui fece le spese Eugenio Bussone, fucilato il 21 settembre.
L’occupazione divenne insopportabile dopo il rastrellamento del 17 luglio 1944: in
quell’occasione una pattuglia di partigiani si aprì la strada uccidendo due militari
tedeschi e facendo perdere le proprie tracce a Piossasco. La rappresaglia che ne
seguì fu pesante, e parte del paese fu dato alle fiamme con il risultato di 39 case
distrutte e 189 persone senzatetto.
Il 9 gennaio 1945 il mitragliamento da parte di aerei alleati provocò una strage di civili: 50 i morti e 150 i feriti accertati. La resa delle truppe tedesche non fu indolore e il
29 aprile 1945 una colonna in ritirata bombardò alcune abitazioni uccidendo sei civili
e continuò la sua scia di morte e distruzione fino al 2 maggio 1945, depredando gli
abitanti di biciclette, denaro, oggetti di valore, foraggio, bestiame bovino ed equino.
Finita la guerra iniziò il grande sviluppo industriale per la zona di Orbassano: dalla lettu-
Villa Gay di Quarti - immagine storica.
ra dei dati statistici inerenti gli incrementi della popolazione durante il grande sviluppo
industriale, emerge con chiarezza la capacità del Comune di Orbassano nel gestire il
passaggio da borghi rurali, quali erano le nostre zone, in cintura metropolitana. Nel
periodo delle grandi trasformazioni industriali e sociali, la comunità di Orbassano fu interessata in tempi successivi da tre grandi insediamenti, esterni al territorio comunale
ma limitrofi: l’Indesit di Rivalta (1958), la Riv di Airasca (1962) e la Fiat di Rivalta (1970).
Il risultato fu un aumento considerevole della popolazione: infatti, i residenti del
1961 ammontavano a 8.550 circa, mentre appena dieci anni dopo diventarono ben
15.500 (con aumento circa dell’82%).
Il processo del cambiamento spaziava da un settore all’altro della vita comunitaria. Il boom del settore metalmeccanico e il carattere mono-industriale dell’area
torinese soffocavano le industrie tradizionali. Per esempio il lanificio Porrino, il calzificio Gatto, la tessitura Depetris ridimensionavano la produzione e si avviavano
alla chiusura. Nel settore agricolo si riducevano fortemente le piccole aziende a
conduzione famigliare e una quota crescente di terreno produttivo restava incolta.
Le amministrazioni che si sono avvicendate a partire dagli anni Settanta hanno
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Villa Marone - immagine storica.
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Chiesa di
San Giovanni Battista
La Parrocchia di San Giovanni Battista fu fondata nel 1549 e il primo sacerdote ordinato fu Don Tommaso Vigna. L’attuale edificio, come oggi possiamo ammirare, è
il risultato di varie ricostruzioni. Il vecchio edificio costruito nel 1734 crollò infatti il
4 giugno 1895. Venne così realizzato un nuovo progetto per mano di Giuseppe Gallo, giovane ingegnere molto apprezzato nel campo dell’arte, scelto da Monsignor
Davide Riccardi, Arcivescovo di Torino.
La posa della prima pietra venne effettuata proprio dall’Arcivescovo il 21 agosto
1896 e quattordici mesi dopo, il 23 ottobre 1897, avvenne la solenne inaugurazione.
Il progetto originale prevedeva un numero maggiore di campate rispetto a quanto possiamo ammirare ora, ma il progetto originale fu sostanzialmente ridotto. La
pianta è a forma longitudinale divisa in tre navate, una centrale e due laterali, unite
tra loro da arcate a tutto sesto e coperte da volte a crociera costolate.
L’abside è semicircolare, con coro separato dal presbiterio da un colonnato e leggermente rialzato rispetto al piano delle navate. Oltre all’altare principale si trovano quattro altari minori, tutti recuperati dalla Chiesa preesistente; gli stessi sono
collegati agli estremi delle navate minori. I quattro altari sono dedicati rispettivamente al SS. Sacramento, in cui troviamo dipinti raffiguranti San Francesco d’Assisi, l’Immacolata e San Domenico. Alla Madonna del Carmine, troviamo invece rappresentazioni di San Giuseppe, la Madonna e San Luigi Gonzaga. Il terzo a sinistra
dell’entrata è invece dedicato al Crocefisso e l’ultimo al Battesimo dove possiamo
ammirare le Statue di San Luigi e San Giovanni Battista, con ogni probabilità recuperate dalla vecchia Chiesa.
Lungo la navata centrale, al piano superiore, si trovano i matronei, luoghi riservati
alle donne. Le volte e le pareti sono decorate: le volte hanno un fondo blu che indica la volta celeste e le pareti con strisce bicolore, che indicano stoffe o tendaggi;
le decorazioni vennero aggiunte alcuni anni dopo la consacrazione (nel 1923 da
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ORBASSANO “la nostra Città”
Chiesa di San Giovanni Battista
Mario Guglielmino). Gli affreschi esistenti all’interno raffiguranti la Via Crucis e i
nata del Corpus Domini, il mulo incespicò e dalla sacca rovesciata uscì l’ostensorio
dipinti del Presbiterio, quattro sulla parte alta del fondo e due ai lati, sono stati
con l’ostia consacrata che si elevò in alto, illuminando la Piazza come se fosse un
realizzati nel 1892 da Giovanni Stura, specialista di pitture ad encausto (tecnica pit-
nuovo sole. Accorse naturalmente una moltitudine di persone, tra cui il Vescovo Lu-
torica a fuoco) e soggetti sacri. I primi quattro raffigurano alcune scene tratte dalla
dovico dei Mareschi di Romagnano che si prostrò di fronte al miracolo. Il quadro raf-
vita di Giovanni Battista (“L’Annunciazione”; “La Nascita”; “Il Battesimo di Gesù”;
figura il Vescovo inginocchiato nell’atto di pregare con il calice alzato verso l’ostia.
“La Decapitazione”). Gli ultimi due sono dedicati “all’Ultima Cena” sulla parete di
La facciata è a capanna con mattoni a vista, coronata da un rosone e da guglie
destra, mentre dalla parte opposta troviamo “il Miracolo di Torino”.
laterali rivestite di rame. Al fianco sinistro della facciata troviamo il campanile,
Particolare l’episodio a cui si fa riferimento: si narra che il 6 giugno del 1453 verso le
ancora oggi di proprietà comunale, costruito prima della Chiesa; infatti risulta ar-
cinque del pomeriggio, un soldato dell’esercito di Ludovico di Savoia, durante il sac-
retrato rispetto alla stessa poiché era in linea con la struttura precedente.
cheggio di Exilles, rubò nella Chiesa parrocchiale l’ostensorio con l’ostia consacrata
La Chiesa di San Giovanni Battista si trova nella piazza centrale dela Città, deno-
e nascose il bottino in un sacco posto sul dorso di un mulo. Il milite si diresse verso
minata Piazza Umberto I, dove tra l’altro possiamo rimirare anche la Chiesa della
Torino, ma giunto sulla Piazza presso la Chiesa di San Silvestro, attualmente denomi-
Confraternita dello Spirito Santo.
Chiesa di San Giovanni Battista
in piazza Umberto I
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ORBASSANO “la nostra Città”
Monografia
Cascina
Gorgia
Cascina Gorgia, strada Stupinigi
Fondata da Pietro Gorgia, originario di Torino. Costruita nel 1733, abbandonata e
devastata durante la Seconda Guerra Mondiale, venne ricostruita nel 1955. Possiede una Cappella dedicata a San Carlo. Negli ultimi anni si è trasformata in un
apprezzato agriturismo.
Cascina Generale
Grande cascinale già conosciuto nel 1600. È composto da una casa di villeggiatura, una cappella, tre case rurali, una rimessa, una scuderia, un giardino e una pescheria. Negli ultimi anni il complesso è stato ristrutturato e dotato di nuovi edifici.
Su parte dei terreni è sorto l’Ospedale di San Luigi e il Centro intermodale Merci.
Cascina Fortuna, strada Volvera
Costruita nel 1700 era di proprietà dell’Abate Giovanni Brachetti; era costituita da
una casa d’abitazione, un giardino e una cappella dedicata al Divin Crocifisso.
Questa struttura nel corso degli anni si è trasformata diventando anche sede della
Fondazione Gesù Maestro, opera filantropica dell’orbassanese Don Viotti.
Cascina Bronzina, Regione Bronzina
Questo immobile esisteva con ogni probabilità già nel 1600. Di proprietà del Signor
Bronzino, è costituito da un rustico e da una casa di villeggiatura.
Cascine di Tetti Nina, Regione Bronzina
Con il termine “Tetti Nina” si indica un antico cascinale non più agricolo. Era costituita da due case d’abitazione con giardino. All’inizio del Novecento intorno a
questo primo nucleo sorsero altre piccole costruzioni.
Cascina Bergola, strada Volvera
Edificata a fine ‘600, oltre ai fabbricati rurali, possiede anche una cappella tuttora
esistente, ma non funzionante.
Cascina Bonetto, strada Volvera
Costruita nel 1929 da Lorenzo Bonetto. È attualmente abitata dalle sue nipoti che
però non sono più dedite alla coltivazione della terra.
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ORBASSANO “la nostra Città”
Monografia
A.O.U. San Luigi Gonzaga, vista
aerea
L’Ospedale San Luigi Gonzaga
L’inizio della storia del “San Luigi Gonzaga” ha una data precisa: il 26 Marzo 1818.
Quel giorno, alla presenza del Re e delle autorità del Comune, iniziarono i lavori dell’Ospedale “specializzato” nella cura dei malati polmonari, all’epoca per la
maggior parte affetti da tubercolosi.
L’esigenza di un ospedale specializzato venne recepita dall’Opera Pia San Luigi
Gonzaga. L’Ospedale sorse nel 1826, in una sede che non era quella attuale. Originariamente, infatti, si trovava a Torino, in zona Valdocco, nell’attuale sede dell’Archivio di Stato.
Il luogo per la nuova costruzione fu individuato tra via delle Ghiacciaie, via del Deposito, via Santa Chiara e strada Valdocco, rispettivamente le attuali via Giulio, via
Piave, via Santa Chiara e corso Valdocco.
Il progetto venne affidato a Giuseppe Maria Talucchi, tra i pochi esponenti del neoclassicismo piemontese, che realizzò, tra l’altro, la facciata e la rotonda del cortile
dell’Accademia Albertina, il completamento del Collegio dei Nobili del Guarini, in
un secondo tempo sede dell’Accademia delle Scienze, nonché il portale d’ingresso dell’Università di via Verdi.
Nel 1903 l’Ospedale raggiunse la capienza massima di 243 posti letto; tuttavia i
progressi continui della scienza nella cura delle malattie polmonari indussero
l’Amministrazione a non realizzare ulteriori ampliamenti, ma a costruire un nuovo
ospedale destinato unicamente alla cura dei malati affetti da tubercolosi.
La prima pietra del nuovo Ospedale venne posta nel 1904, mentre il trasferimento
da Regione Valdocco al modernissimo sanatorio suburbano di 1000 posti letto nella
zona di corso Orbassano a Torino, attuale sede dello stabilimento FIAT Mirafiori,
avvenne nel 1909.
Il nuovo Ospedale San Luigi Gonzaga nacque così in località Tre Tetti, un agglomerato di tre casette ad un piano che interrompeva il deserto stradone che portava
ad Orbassano.
Nel 1970, infine, l’Ospedale San Luigi Gonzaga venne nuovamente trasferito, andando ad occupare l’attuale sede. L’originaria valenza di sanatorio si evince, infatti, dalla struttura a padiglioni, con ampi terrazzi soleggiati e lunghi corridoi di
collegamento, oltre che dal vastissimo parco che circonda l’Ospedale.
All’inizio degli anni ‘90, l’insediamento dell’Università degli Studi di Torino, attra-
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ORBASSANO “la nostra Città”
Monografia
Centro Ricerche
Fiat
Il Centro Ricerche Fiat
Il Centro Ricerche Fiat inizia la propria attività nel 1978 come polo di riferimento
per l’innovazione e lo sviluppo di Fiat. Al Centro Ricerche viene richiesto da subito
di focalizzarsi su progetti finalizzati al risparmio energetico, in particolare su una
nuova famiglia di motori, una nuova city car e la realizzazione di componenti e
sistemi innovativi. Parallelamente inizia la partecipazione del CRF alle prime iniziative europee. Infatti è proprio di questi anni (1980) la nascita del Joint Research
Committee (poi Eucar): una vera e propria associazione di car makers europei che
si uniscono per condividere i costi della ricerca e poter così aumentare la propria
competitività.
Parallelamente l’Unione Europea e i singoli governi nazionali stanziano i primi piani
appositi di sostegno per la ricerca e l’innovazione. Abbiamo così in Europa l’approvazione del “Primo Programma Quadro” e in Italia il “Progetto Finalizzato Trasporti” del CNR e della “Legge 46/82”. Sin da subito il CRF è stato pioniere presentando
i progetti VALE, VISPA e SINTESI. Intanto cominciano anche le collaborazioni con
le Università con il duplice scopo di sviluppare assieme progetti di ricerca e permettere la formazione di studenti presso il Centro Ricerche. Negli anni novanta il
CRF diventa leader nella gestione dei progetti a finanziamento pubblico sia nazionale sia europeo. Si viene così ad incrementare quel network di legami con centri
di eccellenza (universitari e non) che fa del CRF uno dei centri di ricerca privati più
famosi ed apprezzati in Europa. Intanto si cominciano a raccogliere i primi frutti
dell’attività svolta in ambito comunitario e nei primi anni novanta vengono presentati i risultati del progetto Prometheus con la vettura dimostrativa ALERT. Un’Alfa
164 avveniristica, che oggi fa poco scalpore ma che all’epoca anticipò largamente
le tecnologie ora in produzione e di larga diffusione. In questi anni il CRF mette
in cantiere molti progetti ottenendo risultati eccezionali come il motore Unijet e
i cambi robotizzati ERGO e FAST e sperimentando nuovi filoni di ricerca come lo
studio delle ottiche difrattive e le applicazioni della telematica sul veicolo.
Intanto ci si interroga sempre di più su come si possa ridurre l’effetto inquinante
della mobilità sull’ambiente ed è del 1998 la concept car “Ecobasic” con cui si
vuole vincere la sfida di coniugare basse emissioni (Euro 4 previsti per l’anno 2005)
con bassi consumi (2.9 Lt di gasolio per 100 Km). È in questo periodo che iniziano
anche i primi studi per i motori a metano che si sono dimostrati una scelta vincente
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