Briciole di pubblicità tecnologica ed estera (serie di
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Briciole di pubblicità tecnologica ed estera (serie di
Quotidiano di comunicazione e marketing, anno III, numero 25, venerdì 9 febbraio 2007, pag. 7 TecnoPubblicità TecnoPubblicità TecnoPubblicità briciole di pubblicità tecnologica a cura di Mario Soavi arth!. La pubblicità reclamizza l’hotel di Utica, NY, dove è possibile soggiornare in camere di moderna concezione. I bambini al seguito delle famiglie godono del trattamento gratuito. Gli spot americani non sono sempre un modello...soprattutto in periodo di SuperBowl Urla la tua frase sul display Mini Questa foto è stata presa a New York, ma si poteva trovare la stessa situazione anche a San Francisco ed in altre città americane. Apparentemente nulla di strano: un cartellone pubblicitario, della Mini, con un display a messaggi variabili. La particolarità sta però proprio in quest’ultimo particolare: il messaggio non è preordinato dall’inserzionista, bensì dal possessore della macchina, ovviamente una Mini, che, poco prima, è passata sotto questo ponte. In sintesi: ad un gruppo scelto di clienti Mini è stata data la possibilità di pensare ad una frase che volessero “urlare”, l’hanno registrata su una chiave RFID e, voilà, lui/lei passa sotto il cartellone, la chiave trasmette la frase e questa appare. Primi annunci pubblicitari su Google Earth! Red Roof inn, NY, è uno dei primi inserzionisti di Google E- Spesso in Italia, soprattutto dopo il Festival di Cannes, si sostiene che uno dei punti di riferimento per la nostra creatività pubblicitaria, soprattutto televisiva, dovrebbero essere gli Stati Uniti. Poi arriva il momento del SuperBowl, quando l’America si ferma, gli spazi pubblicitari in campo e soprattutto in televisione sono i più ambiti, e i più cari, dell’intero anno, e sicuramente i creativi si trovano a dover produrre messaggi che non solo siano “belli” ma soprattutto efficaci, pena la crocefissione da parte del cliente. E dopo il SuperBowl ecco il momento del giudizio: YouTube li mostra tutti (http://youtube.com/superbowl), offrendo così la possibilità di dimostrare come in realtà anche loro possono lamentarsi della propria quotidiana, media pochezza della comunicazione. Guardate lo spot Garmin, quelli di Fedex e di CareerBuilder, quello di Godaddy, quello di Sprint, e … Ma ovviamente ne hanno trasmessi anche alcuni molto interessanti (nel bene e nel male). Doritos, Liver the Flavour. Divertente, ben girato, sintetico (sulle parole chiave del prodotto), ma soprattutto interessante per la mutuazione del concetto della pubblicità fatta dal consumatore molto viral (http://www.youtube.com/watch?v=kNxgxF-7SfA). Coca Cola, Videogame. Sorprendente, per l’interpretazione “inversa” del videogame, tradizionale e molto patriottico: sicuramente coinvolgente. (http://www.youtube.com/watch? v=7wt5FiZQrgM). Coca Cola, Happyness Factory. Ho trovato molto giapponese questo altro spot della casa di Atlanta, ma con una declinazione macchinosa (troppi concetti per così poco tempo): un trend mal declinato (http://www.youtube.com/watch?v=NwCn-D5xFdc). Budlight, Classe Mencia. Bisogna conoscere la situazione americana per apprezzare a fondo questo comunicato che, al contrario di quanto ci si aspetterebbe, rispetta la babele culturale e “di pronuncia” esistente sul suolo americano: strizza l’occhio a tutti ( h t t p : / / www.youtube.com/ w a t c h ? v=aADTT_zgvec). E, per finire, segnalo un paio divertenti, se mostrati in Italia (ma non lo saranno mai). GM, Obsessed Robot. Qualcuno lo faccia vedere al robot della Picasso, in modo tale che possa rendersi conto di cosa ha rischiato facendo graffiti sulla macchina: (http:// www.youtube.com/watch?v=U9z-dnpMNKI). E-trade, Bank Robbery. Noi vediamo “zucche”, non un attacco diretto ai costi bancari (http://www.youtube.com/watch? v=xs-Gg_Hnev4). Quotidiano di comunicazione e marketing, anno III, numero 28, mercoledì 14 febbraio 2007, pag. 1 I McCain Bros sono multimediali con Testa McCain Italia, società leader in Italia nella distribuzione delle patatine fritte e appetizers, è on air in TV con il secondo flight della nuova campagna che ha già coinvolto i consumatori italiani con il tormentone “My Name is Patato!”. La nuova creatività di McCain sviluppata dall’Agenzia Armando Testa, si rivolge ai consumatori con una piattaforma di comunicazione in grado di raggiungere diversi target con media segmentanti e contenuti mirati. Il nuovo flight ha due creatività da 15": una dedicata alla promozione "Vinci lo zainetto", denominata "Nascondino", ed una riduzione del 30" "VideoBros". I McCain Bros, i nuovi mandatari del nuovo “sound” e della comunicazione McCain continueranno a promuovere il loro singolo. Questa volta però, non saranno soli...continua a pag. 2 Vodafone e Microsoft, ed è Instant Messaging Campagna Veneran di A&D Wea a pag. 2 Ernie, riccio in amore Continua la storia d’amore tra Ernie, il riccio più audace della tv, e la sua amata, la spugna abrasiva Fibra Plus Spontex che oggi, 14 febbraio, sono protagonisti di una campagna stampa nazionale, ideata in occasione della festa degli innamorati. “Buon San Valentino…A chi in amore non getta mai la spugna”. E’ questo il messaggio ironico della campagna, pianificata da Spontex sul quotidiano La Stampa e sulla free-press City, rivolto a tutti gli irriducibili romantici d’Italia che anche a San Valentino amano abbandonarsi a tenere effusioni con il proprio partner. Su un visual divertente e colorato continua così la storia di un amore a prima vista, già protagonista del film pubblicitario, vincitore di ben sei premi a livello internazionale, on air dal 28 gennaio 2007 per 8 settimane. Dopo essere stato conquistato dal fascino travolgente di Fibra Plus Spontex...continua a pag. 2 Vodafone e Microsoft hanno annunciato ieri un progetto congiunto per la realizzazione di un servizio di Instant Messaging (IM) con accesso diretto sia da PC sia da telefono cellulare. Le più grandi community mondiali di IM e Mobile Messaging forniranno così un servizio di messaggistica istantanea di nuova generazione basato sulla piattaforma Windows Live Messenger. Il nuovo servizio, che sarà presto disponibile in diversi mercati europei tra cui l’Italia, metterà a disposizione di milioni di clienti opportunità di comunicazione IM ancora più ricche e integrate tra pc e cellulare. Grazie dunque a questo nuovo servizio, gli utenti potranno gestire in modo sincronizzato la propria rubrica, controllare la “presenza” dei propri contatti Messenger e raggiungerli per mezzo di un PC o di un cellulare. In linea con quanto annunciato al 3GSM nel giugno 2006 in merito alle funzionalità di Personal IM, la nuova esperienza di Instant Messaging co-branded sarà disponibile su una vasta gamma di cellulari Vodafone, in particolare quelli basati sulla piattaforma Windows Mobile, ma potranno usufruirne anche gli utenti di instant messaging di altri operatori mobili. Nel giugno 2005 Vodafone e Microsoft avevano annunciato la firma di un'alleanza strategica relativa all'interconnessione dei rispettivi servizi di instant messaging. L'annuncio rappresenta un'ulteriore proposta di servizi IM convergenti. Allarme Agenzie: nati i sistemi automatici per fare pubblicità in modo autonomo Mario Soavi a pag. 7 Quotidiano di comunicazione e marketing, anno III, numero 28, mercoledì 14 febbraio 2007, pag. 7 TecnoPubblicità TecnoPubblicità TecnoPubblicità briciole di pubblicità tecnologica ed estera a cura di Mario Soavi Agenzie tremate: sono nati i sistemi automatici per fare pubblicità in modo autonomo! Il metodo è semplice: il cliente ha a disposizione un archivio di spot tra cui scegliere e gli strumenti per personalizzare audio e scritte, per confezionarsi lo spot personalizzato. L'applicazione è finora stata sfruttata per "localizzare" gli annunci (esempio: una concessionaria di automobili, nel caso di uno spot "istituzionale" della propria casa madre), ma la tendenza è che lo strumento possa esplodere. Difatti i clienti del sistema (solo americano, per nostra fortuna) sono, tra gli altri, Wendy’s, Ford Motor, Coldwell Banker e Warner Independent Pictures e le applicazioni comprende sia uno stock di materiale pubblicitario (150 mila elementi diversi) sia un sistema d'acquisto degli spazi per pubblicità su TV, Internet, stampa, radio, DM ed in-store. La vera preoccupazione è forse che tutto ciò è offerto dall'agenzia Zimmerman Advertising (http://pick-n-clickads.com/) di Fort Lauderdale (Florida), che però appartiene al network internazionale Omnicomm! E non è l'unico caso: Visible World (in New York, di WPP - http://www.visibleworld.com/) e Spot Runner (online agency di Los Angeles di Interpublic - http:// www.spotrunner.com/) offrono già un sistema simile. Poi, basta completare il processo acquistando anche gli spazi pubblicitari (ad esempio tramite il club MediaBuys - http:// mediabuys.com/), ed il "gioco" è fatto. Già da tempo si dice che la creatività pubblicitaria sia diventata una "commodity", ma oggi ne abbiamo una vera dimostrazione! Microsoft vs. Apple: il confronto continua È risaputo che, oltre a tutti i limiti normativi impliciti nella pubblicità comparativa, questa normalmente deve avere una rapidità e semplicità di linguaggio assoluta per poter essere efficace: che sia il prezzo o qualsiasi altro valore, l’importante è che il pubblico capisca e memorizzi indelebilmente il vantaggio competitivo asserito. Lo spot appena uscito in cui Apple fa “barba e capelli” al nuovo sistema operativo Windows Vista (Hyperlink "http:// movies.apple.com/movies/us/apple/ getamac/apple-getamacsecurity_480x376.mov" - http:// movies.apple.com/movies/us/apple/ getamac/apple-getamacsecurity_480x376.mov ) è sicuramente un esempio diverso. Sicuramente tattico, in realtà riprende un cavallo di battaglia della società della mela: i problemi di sicurezza del sistema concorrente, utilizzando un tono di rassegnazione assolutamente efficace: sembra dire, niente di nuovo sotto il sole, volevo solo ricordarlo. A mio parere bellissimo esempio di pubblicità comparativa di posizione dominante, non di vendite ma di qualità. Pubblicità online: prezzi in crescita Secondo il Fathom Online's Keyword Price Index, i prezzi delle parole chiave acquistate per la pubblicità online sono cresciuti solo del 2% nell'ultimo timestre. Il trend dell'anno è stato il seguente: Giugno: $1.27 - Settembre: $1.45 - Dicembre: $1.51. Quest'andamento certifica il continuo, sempre maggiore interesse degli investitori per la pubblicità online, ma fa anche notare che nell'ultima parte dell'anno il rallentamento della crescita non sia imputabile solo al periodo festivo ma soprattutto ad un inizio di tendenza verso una maggiore attenzione alla qualità del messaggio e della sua allocazione. [fonte: Dean DeBiase, CEO of Fathom Online] http://www.marketingvox.com/ archives/2007/02/08/average-keyword-price-up-slightly/. Quando si dice che esce dallo schermo! L'unico elemento forse squilibrato è lo squilibrio delle dimensioni dei vari oggetti, soprattutto per la cannuccia, che avrebbe potuto essere realizzata più in prospettiva, ma per il resto questo annuncio è notevole: comarketing all'estremo in dimensioni colossali: loro lo spazio ce l’hanno... Wikipedia contro le PR Forse il fatto che Jimmy Wales, fondatore di Wikipedia, abbia dichiarato guerra a Google non pare possa interessare i pubblicitari nostrani. Forse è così anche perché i nostri pubblicitari non hanno ancora iniziato veramente a considerare la potenza della "comunicazione fatta dal pubblico", sia essa tecnologica (viral), strumentale (referral) o contenutistica (user-generated). Certo è che un aspetto va considerato. Una parte di questa guerra, direi forse una battaglia di preparazione ad essa, Wales l'ha già intrappresa contro le agenzie PR che si occupano di monitorare ed influenzare la notorietà dei marchi (propri client),i mediante interventi "ad hoc" sui blog e negli spazi per i commenti anche su siti come Amazon. Il primo luogo di questo scontro è ovviamente Wikipedia stessa ma, pare, altri seguiranno il suo sforzo, se è vero che [fonte Reevo] tutto ciò è conseguenza del fatto che il stesso pubblico si è reso conto della manipolazione e stia via via perdendo fiducia in questi "suggerimenti". Dal momento che l'efficacia di vendita di questi ultimi è diventata, nel frattempo, molto importante, ecco che presto chiunque si occupi di notorietà online dovrà affinare il proprio approccio e concentrarsi più sulla qualità e valore del messaggio che non sulla credulità del pubblico. Pena? Un boomerang per sé e, soprattutto, per i propri clienti. Comunicatori (anche italiani), siete avvisati. http://www.psfk.com/2007/02/wikipedia_tells.html. Quotidiano di comunicazione e marketing, anno III, numero 33, mercoledì 21 febbraio 2007, pag. 6 Te c n o P u b b l i c i t à Te c n o P u b b l i c i t à Te c n o P u b b l i c i t à briciole di pubblicità tecnologica ed estera a cura di Mario Soavi Long Tail: non riguarda solo l'online, anche le birre La famosa teoria del "long tail", secondo cui in un teorico mercato senza limiti d'espansione, il business generato da vendite a bassa frequenza supera abbondantemente quello generato dalle vendite ad alta frequenza, si è sempre ritenuto fosse una prerogativa dell'online, e di Amazon in particolare. Prezzi "abbordabili" per gli spot durante gli Oscar Il 25 Febbraio prossimo saranno assegnati gli Oscar. Visti i prezzi assolutamente "abbordabili" (1.7 milioni di dollari per 30" su ABC), non sono più disponibili spazi per inserire il proprio spot pubblicitario ed affiancarsi a marche quali American Express, AT&T, Bank of America, CareerBuilder, Coca-Cola, Dove Cream Oil, General Motors, JC Penney, Kodak, L'Oreal, Masterfoods, MasterCard, McDonald's e Microsoft. http://adage.com/mediaworks/ article?article_id=115020 Anche in Italia Yahoo Go per cellulari Al contrario Anheuser-Busch (produttrice di birre) ha ripreso il concetto e ci ha investito, creando l'anno scorso il Long Tail Libations, divisione focalizzata ad affrontare il mercato delle bevande alcoliche di nicchia. Ecco cosa dice Pat McGauley, VicePresidente della divisione: "L'interesse di Anheuser-Busch per le birre di nicchia non è motivato da un cambiamento radicale nell'economia di distribuzione, ma piuttosto riflette una più vasta tendenza della nostra cultura verso i consumi di nicchia. Anheuser-Busch sembra essere l'unico fra i fabbricanti di birra in questo settore ed abbastanza grande da avere una propria rete di distribuzione dedicata (gli altri passano attraverso i distributori terzi, che hanno difficoltà a vendere sui micro-mercati) e può così sperimentare con molti prodotti dedicati a consumatori di nicchia. Può prendere i prodotti locali e distribuirli nazionalmente o trovare mercati regionali per bevande designate per un determinato target demografico. Durante gli ultimi dieci anni, l'azienda ha espanso enormemente la propria offerta di birre, dissetanti ed altre bevande alcoliche, da 26 marche nel 1997 ad 80 quest'anno, incluso birre organiche, per donne e locali quali la birra di malto ZiegenBock." Metro, la prima free-press con pubblicità olfattiva New York, 450 mila copie distribuite gratuitamente, Metro presto uscirà con un inserto pubblicitario "gratta & annusa". È un'iniziativa pubblicitaria chiamata FSI e specificatamente disegnata per clienti nel settore dei profumi e dell'alimentare + bevande. Il primo cliente sarà Glaceau, con la sua acqua mineralizzata. Yahho ha lanciato in 18 nazioni la sua nuova piattaforma per servire gli utenti sui loro cellulari. Si chiama "Yahoo Go" e comprende servizi quali la ricerca, l'e-mail e la condivisione di immagini tramite Flickr. Ovviamente il tutto sarà accompagnato da pubblicità, con solo un "piccolo" problema: pochissime aziende hanno già un proprio sito (e versione di esso) ottimizzato per la navigazione da cellulare. Ciò di fatto rende meno efficace l'inserzione pubblicitaria (difatti questa è ancora in fase di test, con primo cliente attivato Pepsi). La notorietà internazionale di Binda ad un partner internazionale Notizia da AdAge: il Gruppo Binda ha iniziato una gara per assegnare il budget globale di comunicazione (50 milioni di dollari). All'inizio del mese un certo numero di agenzie sono state invitate a Milano per ricevere il briefing e pare che la prima fase di selezione avverrà già alla fine di questo mese. La gara comprende ovviamente il brand Breil, ma pare non escluda anche Wyler Vetta e Tribe. La notizia è importante, in quanto precedentemente il gruppo si era affidato ad agenzie locali per la comunicazione in ciascun mercato (in Italia, il budget era di Leo Burnett), mentre ora l'intenzione pare quella di coordinare la comunicazione a livello globale, assecondando una corrispondente notorietà. Qu oti di ano d i c omu ni caz io ne e m ar ket in g, ann o III, nu me ro 35, ve ner dì 23 feb bra io 20 07, p ag. 3 TecnoPubblicità TecnoPubblicità TecnoPubblicità TecnoPubblicità TecnoPubblicità TecnoPubblicità briciole di pubblicità tecnologica ed estera a cura di Mario Soavi Mai più idee buttate nel cestino! Attenzione: ritratto totalmente quanto detto in un mio precedente interv ento! Mercoledì scorso mi sono "lasciato scappare" che la creatività è ormai div entata una commodity. L'ho f atto a f ronte dell'elencazio- Come proteggere le proprie idee nel New Business L’Associazio ne Americana delle Ag enzie di Pubblicità (American Association of Adv ertising Agencies o AAAA) ha appena p ubblicato un documento che p romuov e le "best practices" per la protezi one del le idee pu bblicitari e: (http://www.aa aa.org/e web/upl oad/6712 _att.pdf ). È importante in quanto è dichia rato che la sua compila zio ne è motiv ata anche per "ev itare che i clienti si f acciano un database di idee e di materi ali" mediante il sistema dei prev entiv i e delle gare. Il documento parte da considera zion i relativ e alle modalità di rela zione tra agen zi e e clienti nel caso di new business delle prime o ga re de lle second e, include ndo u n accenno imp ortante all'aspetto remunerativ o, che purtroppo in Italia non è mai contemplato, v uoi per tradizi oni d i mercato v uoi per incapacità di f ormulare sistemi condiv isi d'operativ ità. Ma il pu nto centrale del documento è il suggerimento di inserire sempre in questo tipo di rapporti un a precisa clausola che attesti la pro prietà di qualsiasi cosa l'agen zi a propo nga al clie nte, in due tipolo gie a seconda del caso. Inf ine si parla anche della v endita di "idee", citando i casi più comuni e suggerendo le metodo logie pi ù corrette. Quando il nudo non ferisce ne di una serie di agenzie statunitensi (appartenenti anche a network internazionali) che forniscono strumenti on-line per permettere ai clienti di realizzare direttamente il loro spot o messaggio pubblicitario (come anche Blip TV: http://www.blip.tv ). Di ciò mi scuso sentitamente con tutti i creativ i che ho spav entato. Non era mia intenzione f arlo ... ma non avev o ancora scoperto una nuov a iniziativa che invece si muove in tendenza inversa. http://www.openad.net/: si tratta di un "mercato delle idee creativ e" in pubblicità, già popolato da spunti provenienti da più di 7000 creativ i di tutto il mondo. Il meccanismo è semplice: ti viene un'idea, la proponi al cliente, non la accetta, sei però convinto che sia buona? Inv ece di metterla nel cassetto, in attesa dell'occasione (che generalmente non arriv a mai) di riproporla, perché non metterla a disposizione di altri e guadagnarci (magari non il previsto ma almeno qualcosa)? In un mondo retto dalla tecnologia e dalle sue leggi (come quella di Negroponte: il bit non si crea né si distrugge, ma si ricicla), ecco che è finalmente nato uno strumento a supporto dell'affascinante ma bistrattato mondo dell'idea. Nota finale: perché sono conv into che questo sistema abbia f uturo? Semplice, perché da una parte consente l'accesso alla creatività a costi forse inf eriori agli standard di mercato ma soprattutto esalta la possibile "contaminazione culturale" (posso accedere ad un'idea di qualcuno che l'ha pensata dall'altra parte del globo) e ricrea l'abitudine a non risparmiare su questo aspetto ma a considerarlo un elemento fondamentale di qualsiasi comunicazione. Ed a chi può pensare che questa "massificazione" possa solo far male, abbassando il liv ello medio dell'off erta, ricordo la qualità di molto di ciò che v ediamo e la fatica che molti giovani creativ i fanno per emergere (se poi ci riescono). Questo spot sta facendo parlare di sé. Non per la creativ ità, molto poetica, non per la strategia, il prodotto av eva bisogno di uno "sv ecchiamento", e questa campagna sta raggiungendo lo scopo, ma per l'uso "globale" del nudo. Ricordiamoci che non siamo in Italia; difatti la pianif icazione è stata f inora esclusiv a sul mercato statunitense ed inglese. E se nel secondo l 'at t eg g ia mento v erso il mostrare corpi naturali è abbastanza rilassato, non lo stesso si può dire per la puritana nazione d'oltreoceano. Due elementi sono interessanti per noi. Innanzitutto la convergenza simbolica tra target d'applicazione del prodotto e v isual (non posso pensare a sistema migliore per mostrare ulcere e f erite mantenendo l'immagine nel campo del "opportuno da mostrare") ed anche l'impulso quasi subliminale all'azione (simboleggiato da quella massa di persone che reagisce prontamente all'uso del lenitiv o). Noi, purtroppo, siamo abituati a ben altro uso del corpo nudo, o di sue parti f emminili. (http://adage.com/video/Player? sptId=959&instanceId=&startId=&PageDate=&PageTitle=Vaseline) Quotidiano di comunicazione e marketing, anno III, numero 36, lunedì 26 febbraio 2007, pag. 4 TecnoPubblicità TecnoPubblicità TecnoPubblicità briciole di pubblicità tecnologica ed estera a cura di Mario Soavi Piccola macchina, grande spot Bisogna ammetterlo: oggi Mini è sugli scudi della comunicazione. Da tempo BMW ha adottato uno stile di comunicazione per la sua "peperissima piccolina" che ogni volta sorprende. Qui a Milano l'abbiamo vista a muso in giù nella maxi-affissione dell'anno scorso, negli States (come già riferito due settimane fa) è diventata un'occasione per urlare slogan personali. Ne trova anche di pazzesche. Come, per esempio, l'uso della visione tridimensionale che appare su http://www.mini.ca/. Bisogna usare i classici occhiali "rosso+blu" (che si possono richiedere sul sito...non dall'Italia, ovviamente), particolare non tanto comodo...ma è la prima volta che vedo quest'applicazione in una promozione per la massa. Oggi segnalo anche le storie proposte per il lancio della versione Coop sempre nel paese a stelle e strisce. Sono sei episodi di una storia da "parodia di 007", in cui l'eroe "Hammer" e la sua macchina scappano dal cattivo, sperimentano lavaggi "affascinanti", fanno ogni tipo di cosa pur di esaltare le caratteristiche della vettura. E come qualsiasi serial che si rispetti, l'attesa monta per vedere come va a finire a http://www.hammerandcoop.com/. sta mia "marketta" ma la mia fedeltà trentennale. Comunicazione violenta Annunci forti sono spesso non graditi, ma i comunicati che usano anche volgarità lessicali sono definitivamente sempre banditi. Così è anche per questa pagina, realizzata dalla Agenzia Exit3 e che Greenpeace sponsorizza ma non appoggia (ufficiosamente per mancanza di tempo per la sua approvazione prima della sua pubblicazione in occasione del Giorno della Terra). Ma Internet serve anche a questo: anche se non approvata, ecco che viaggia in rete, viene vista e, pur essendo forte, colpisce nel segno. Levis', cultura moderna in spot Segnalo questo spot da 90" per il lancio della collezione 2007 di Levis'(http://www.levis.com). Guardatelo su http:// www.boardsmag.com/screeningroom/commercials/3824/ e poi proseguite a leggere questa mia nota. Appena parte non si capisce dove si voglia arrivare. A 30" si pensa che sia il "solito" spot a IPTV: forse è la volta buona? sfondo erotico. Poi però (intorno al 45") si nota qualcosa di strano: i personaggi cambiano. E mentre la sequenza prosegue, ecco che si inizia a percepire quei segnali (più dalla capigliatura e dai top/camice che dal jeans, a dire il vero) che vogliono dimostrare il vero messaggio della comunicazione: dal 1870 al 2007 Levis' ha "accompagnato" tutti noi nei momenti più esaltanti della nostra vita. Levis' è parte di noi, ovviamente deve essere nel nostro guardaroba: personalissimo ed affettuoso spot alla marca...gratuito, sempre che l'azienda non voglia premiare non que- In una recente indagine di Accenture e Economist Intelligence Unit, appare che gli esperti s'aspettano un boom quest'anno nel campo della pubblicità targettizzata via IPTV, la televisione via Internet. I fautori della IPTV sostengono che questo mezzo è perfetto per modulare la comunicazione in base al target (con profitti di "long tail") e guardano attentamente a mercati quali quello francese: qui il medium ha avuto uno sviluppo significativo, in parte dovuto alla penuria d'offerta televisiva in molte delle sue regioni. http://www.emarketer.com/Article.aspx? 1004557&src=article2_newsltr Quotidiano di comunicazione e marketing, anno III, numero 43, mercoledì 7 marzo 2007, pag. 11 TecnoPubblicità TecnoPubblicità TecnoPubblicità briciole di pubblicità tecnologica ed estera a cura di Mario Soavi "Guerra" al petrolio l'ottima coesione: parlo, incontro, compro. Ma non è finita: in una dichiarazione congiunta Vodafone e Google (riportata da Associated Press), i vertici dei due colossi hanno annunciato una partnership riguardante l'offerta ai clienti Vodafone anche del servizio Google Maps (che, ricordo, è sia localizzazione di strade ma anche pubblicità locale). Così l'equazione diventa fenomenale: parlo, incontro, trovo, compro. Gli abbonati Vodafone diventano così fortissimi consumatori potenziali e perciò target perfetto! Il “Librofonino” di Telecom Italia Al 3GSM World Congress di Barcellona, Telecom Italia ha appena presentato il suo primo sistema multimediale mobile chiamato “Librofonino”. Si tratta di un cellulare, ma con uno schermo estensibile che È la seconda volta che in quest'anno di calendario incontro un annuncio che lega l'acquisto di una macchina con l'accenno al suo uso parco di combustibile e perciò con le conseguenze per chi sul petrolio ci guadagna. Il primo caso è lo spot della Panda, distribuito nel 2006 in Israele: lo si può vedere a http:// video.google.com/videoplay?docid=-4461398171181090574 Il secondo è invece assai più soft, realizzato da Saatchi & Saatchi Poland per Toyota Prius. WPP si lancia nel "mobile" WPP ha scelto JumpTap (http://www.jumptap.com/" }http:// www.jumptap.com/) per collaborare nella profilazione e definizione dei target del pubblico “mobile” (da quelli che usano il cellulare a quelli che lavorano in viaggio). Mark Read, CEO di WPP Digital CEO, motiva così la scelta: "I nostri clienti vogliono capire come usare gli strumenti mobili come mezzo efficace per raggiungere e comunicare con i loro clienti”. La notizia è interessante soprattutto perché il business di JumpTap comprende non solo i servizi pubblicitari verso i cellulari ma anche le funzionalità di ricerca. Vodafone e MySpace e… E-Bay più Google La notizia è che Vodafone ha fatto un accordo con MySpace per permettere l'accesso alla community americana (che conta milioni di utenti) direttamente dai cellulari serviti dal carrier inglese. Operazione con doppio vantaggio: Vodafone tende ad espandersi internazionalmente (sfruttando la penetrazione di MySpace) e MySpace sfrutta la posizione dominante di Vodafone per entrare con più forza in Europa. Se la notizia si fermasse qui, sarebbe già un bel "segnale minimo": altro che "TIM Club", qui la comunità entra veramente nel mondo dei cellulari. Ma ci potrebbe essere dell'altro. Il Wall Street Journal sostiene che da mesi MySpace (tramite la società collegata News Corp) è in trattativa con E-Bay per permettere ai suoi utenti di scambiarsi beni anche utilizzando PayPal (società di EBay). Se tutto ciò si dovesse realizzare (non mi pare tanto improbabile, visto che dietro a News Corp c'è Murdoch in quale già ottiene 25 milioni di dollari alla settimana da MySpace - sua dichiarazione al Digital Hollywood Conference di New York), ecco permette (tramite una delle tecnologie e-paper) di avere uno schermo di una decina di centimetri, utilissimo per leggere quasi comodamente i messaggi e-mail, le mappe ma soprattutto libri e giornali, acquistabili sul portale TIM. Si sta avvicinando a grandi passi il momento in cui, passando a fianco di un’edicola, ma anche di un qualsiasi distributore di bibite, riceveremo il nostro giornale sul nostro cellulare e potremo leggerlo senza provare la bellissima sensazione di sfogliare la carta ma senza dover svolgere buffi esercizi ginnici nei treni e sulle metrò sempre più affollati. Segnalazione per i creativi... Esistono tantissimi siti che forniscono spunti alla popolazione dei creativi. Ne segnalo uno (dei tanti) che mi pare abbia il giusto mix della provocazione e della suggestione: http:// scampblog.blogspot.com/. In più, nello spirito giusto della mutua collaborazione, ha tanti collegamenti a luoghi simili. Quotidiano di comunicazione e marketing, anno III, numero 44, giovedì 8 marzo 2007, pag. 2 “8 marzo W le donne… che non gettano mai la spugna” Ernie, il riccio latin lover della tv, innamo2007 per 8 settimane. rato della spugna abrasiva Fibra Plus Dopo essere stato conquistato dal faNuovo confronto Spontex, l’8 marzo, è protagonista di scino travolgente di Fibra Plus Sponuna campagna stamtex, grazie al suo spetra israeliani pa nazionale, ideata in ciale trattamento grasoccasione della festa so stop, che impedisce e palestinesi delle donne. a grasso e olio di pePianificata da Spontex sul quotidiano La Stampa, la campagna vuole augurare un giorno di festa speciale a tutte le donne moderne e determinate attraverso un pensiero ironico: “8 marzo W le donne… che non gettano mai la spugna”. La festa delle donne, infatti, rappresenta per Ernie una nuova occasione per dimostrare, all’amata Fibra Plus Spontex e a tutte le donne, il suo amore. Un visual divertente e colorato e un messaggio semplice ed efficace per far rivivere la storia di un amore a prima vista, già protagonista del film pubblicitario, vincitore di ben sei premi a livello internazionale, on air dal 28 gennaio netrare nella fibra, adesso, nella nuova campagna, il riccio Ernie si trova romanticamente abbracciato alla sua amata e pare non voglia più separarsene. Ideata dall’agenzia Lumen di Milano, sotto la direzione creativa di Matteo Leonti e Monica De Ieso, la campagna ha il taglio ironico e divertente che caratterizza il brand Spontex e che ne esprime pienamente i valori e la filosofia: umorismo e allegria per far scoprire ai propri consumatori il bello dei lavori domestici. Per ulteriori informazioni sulla campagna adv Spontex e su Ernie è possibile consultare il sito internet www.spontex.it. C’entra poco con la pubblicità, ma dimostra come il Web possa essere un mezzo straordinario per rendere notorie idee semplici ma grandiose. Si tratta di un progetto che, mediante la fotografia di israeliani e palestinesi e la loro pubblicazione sia on-line sia off-line, si propone di dimostrare come le due culture, i due antagonisti in realtà possano convivere, condividendo un modo espressivo autonomo ma comprensibile ed apprezzabile dall'altro. È un altro modo per permettere democraticamente a chiunque di "dire la sua" e far capire (soprattutto a chi parla ma non ascolta) che ognuno ha qualcosa di interessante da trasmettere. GEO: l’Italia è più ecologica di quanto sembri Un’Italia che sa stare al passo con questo nuovo secolo verde. Un’Italia sempre più ecosostenibile, in cui aumentano parchi e foreste, si moltiplicano le attività di riciclaggio e prospera l’agricoltura biologica. Non è fantascienza ma realtà. Un piccolo miracolo ecologico, una buona notizia che in tanto allarme ambientale non guasta. Perché l’Italia si avvia, seppur faticosamente e a piccoli passi, ad una vera svolta ecologica. È questa la sorprendente realtà che il mensile GEO vuole mostrare al grande pubblico attraverso la mostra “Italia, un’emozione verde: la forza del paesaggio e l’energia della natura nella giovane fotografia italiana” fino al 31 marzo 2007 presso FORMA Centro Internazionale di Fotografia di Milano. Per ritrarre la nuova Italia “verde” il mensile GEO si è affidato all’obiettivo di tre giovani fotografi di Contrasto: Roberto Caccuri, Alessandro Cosmelli e Davide Monteleone. I tre fotogiornalisti italiani sono andati alla scoperta dei tesori di eccellenza ambientale che si celano nel territorio italiano. Marlene®: “vicino alle mele, vicino ai clienti” segue dalla prima… inoltre ancora una volta sui valori del brand e punta con forza ad eliminare le distanze tra il territorio di produzione e il consumatore finale, proprio come recita il motto che dal 1945 ispira le sua attività: “vicino alle mele, vicino ai clienti”. Lo spot racconta infatti in modo ironico e surreale l’acquisto di un chilogrammo di mele Fuji Marlene® da parte di una signora che sta facendo la spesa dal suo fruttivendolo di fiducia. A sottolineare il territorio di provenienza di questa varietà, l’immagine si sposta direttamente su un coltivatore che fra le montagne dell’Alto Adige raccoglie da un melo una gustosa Fuji Marlene®, lanciata poi da un secondo uomo verso valle. La mela conclude il suo viaggio colpendo lo schermo del video. Grazie all’ultimo frame lo spettatore si impossessa degli elementi chiave per poter comprendere al meglio le doti della Fuji Marlene®: la provenienza geografica, la certificazione Mela Alto Adige IGP e l’ampia varietà di gamma delle Marlene® che, come “affermano” le mele in primo piano, è composta da ben 7 varietà diverse tutte coltivate da VOG e tutte commercializzate con la denominazione Mela Alto Adige IGP. Credits: Agenzia: Ogilvy - Executive Creative Director: Roberto Greco - Art Director: Paolo Rognoni - Copy Writer: Giorgio Conti - Casa di produzione: Haibun / Red Productions - Regista: Matteo Pellegrini. Quotidiano di comunicazione e marketing, anno III, numero 47, martedì 13 marzo 2007, pag. 8 TecnoPubblicità TecnoPubblicità TecnoPubblicità briciole di pubblicità tecnologica ed estera a cura di Mario Soavi Campagna antifumo in Germania: la forza della delicatezza Segnalo quest'annuncio di creatività tedesca per la delicatezza ma assoluta chiarezza del messaggio che sta facendo vacillare neralmente sono quelle persone che, per funzione, hanno un tal valore aziendale che meritano una carica che alcune volte è meramente di prestigio. Si scopre poi che la ricerca della persona è puramente un elemento promozionale, sia per le modalità, bisogna presentarsi pubblicando un proprio video su YouTube: http://www.youtube.com/group/morepizzahut) ma soprattutto per il "salario": 25 mila dollari, una pizza gratis al giorno per un anno e tre mesi di auto aziendale a disposizione (decisamente poco). Tutti i particolari sono a http://www.pizzahut.com/vpofpizza/. Certo è che il sistema trovato per questa promozione è decisamente insolito. YouTube come medium di crisi: complimenti al CEO di JetBlue Sappiamo il putiferio capitato nel nord degli Stati Uniti a causa dell'ondata di freddo polare. Abbiamo notizia dei fortissimi problemi che ha provocato ai collegamenti aerei (centinaia di voli cancellati). Forse è sfuggito il fatto che ciò ha creato una polemica violenta da parte dei passeggeri, sia perché non si sono potuti spostare (alla faccia dell'efficienza americana, che anche un accanito fumatore come il sottoscritto. I particolari della foto sono l’aureola di fumo sulla testa del bambino ed il claim “some children get to heaven earlier”. Vice Presidente di Pizza Hut cercasi: solo video, per favore Bellissimo esempio di promozione strettamente collegata ad un'azione di coinvolgimento del pubblico ed ad un meccanismo viral. Pizza Hut, la catena americana di ristorazione specializzata in pizze, ha comunicato che è alla ricerca di un Vice Presidente. Nelle aziende statunitensi i Vice Presidenti si sprecano e ge- dovrebbe essere abituata a situazioni simili) sia soprattutto per la mancanza d'informazioni che ha visto moltissimi, compreso mio cognato, arrivare in aeroporto convinti di partire e poi scoprire che le informazioni avute erano sbagliate. Pochi sicuramente conoscono l’intera vicenda di JetBlue, la compagnia low-cost che, per ragioni interne ed e meteo, ha costretto i propri clienti ad imbarcarsi, rimanere ore all'interno degli abitacoli, per poi essere di nuovo sbarcati dal momento che, ovviamente, nessuno poteva decollare in quelle condizioni. La reazione dei passeggeri è stata feroce, a buon diritto. Questo era il contesto. I complimenti vanno però fatti al CEO della compagnia JetBlue che ha avuto il coraggio di apparire in un video (http:// www.youtube.com/v/-r_PIg7EAUw) per spiegare l'inconveniente e, soprattutto, di far pubblicare il contributo su YouTube. Bellissimo esempio di gestione della "comunicazione di crisi" e ottimo caso di uso avanzato dei media tecnologici. Quotidiano di comunicazione e marketing, anno III, numero 51, lunedì 19 marzo 2007, pag. 6 UCSI e TP, unire cuore e mente per comunicare di Mario Soavi singoli professionisti, anche nel caso ciò non coincida con gli obiettivi priIl 22 marzo UCSI e TP, Unione Cattolica mari richiesti dalle rispettive organizdella Stampa Italiana e Associazione Itazazioni? liana Pubblicitari Professionisti, organizza“Le nostre sigle UCSI e TP si sostanziano no un incontro molto particolare, unendo se dentro ci sono persone con cuori che in un grande calderone responsabili ed pulsano e cervelli che brillano. Non c’è esperi di comunicazione giornalistica e dubbio che le organizzazioni hanno una pubblicitaria del settore pubblico e privato. maggiore forza aggregante se propongoAnticipiamo alcuni aspetti del seminario no delle iniziative rispetto con Alberto Comuzzi, giorad un singolo professioninalista e presidente lombarsta. Anche se non è semdo dell'Unione Cattolica pre possibile avere un’esatStampa Italiana. Qual è il vostro obiettivo? ta coincidenza tra le aspettative del singolo e gli obiet“Le sembrerà eccentrico, tivi generali dell’organizzama l’unico vero obiettivo zione in cui opera, è pur che con gli amici di Tp abvero che quando le istanze biamo da subito condiviso personali (leggi, per esemquando, ormai due anni fa pio, i valori veri in cui una abbiamo cominciato a diapersona crede) rappresenlogare, è quello di unire le tano punti di vista largapersone che vivono di comente condivisi, gli obiettivi municazione. Viviamo in del singolo diventano realuna curiosa società nella tà”. quale ogni categoria, ogni Alberto Comuzzi Quest'incontro segue il gruppo o comunità è avviconvegno del giugno luppata a se stessa. Siamo scorso, quando avete messo giornalisti così calati nei nostri mondi autoreferenziae pubblicitari a confronto con esponenli d’avere praticamente perso il senso crititi della Chiesa Cattolica. Non vi pare di co. Ci citiamo addosso pronti a vedere esagerare, mettendo sul tavolo valori negli altri i difetti, ma non ci interroghiamo forse troppo alti rispetto a quelli di uso mai sui nostri. Proprio noi, comunicatori di quotidiano? professione, che dovremmo essere ipercritici, a cominciare da noi stessi, finiamo “No. I valori cui tendiamo sono la genuiniper seguire le esperienze ormai collaudate tà, la sincerità, la semplicità, per citare e proprio per questo anche le più logore”. quelli su cui la riflessione comune è più Pensate che possa essere uno stimolo avanzata. Si tratta di istanze avvertite di dialogo tra realtà e persone diverse? oramai da molti comunicatori. Non possiamo fallire perché sta diventando patrimo“È proprio ciò che ci aspettiamo. La prenio acquisito comune che la comunicaziosenza di colleghi – ci piace definirli così – ne sia costretta a ritornare virtuosa. È impegnati in istituzioni e apparati dello nell’aria, da tempo, e solo i più sprovveduStato come i Carabinieri, l’Aeronautica ti non si accorgono che in giro c’è grande Militare, la Guardia di Finanza, i Vigili del desiderio di freschezza, di autenticità, di fuoco, assumono un rilievo importante e, acqua che disseta e non di bollicine che ci pare, innovativo. Diciamocelo con franilludono…Insomma le coscienze si stanno chezza: il nostro mondo, quello della corisvegliando dal loro torpore. Un comunimunicazione, ha troppo spesso irriso le catore che non avverte questo nuovo cliistituzioni dando di loro immagini sovente ma è destinato a fallire nella sua profesparziali. Il fatto di vedere, in carne ed ossione”. sa, uomini con le stellette che con la loro Un'ultima domanda. Negli ultimi tempi stessa divisa annunciano i valori di cui giornalisti e pubblicitari sono stati più sono portatori dovrebbe aiutare a far caspesso su sponde contrapposte, anche dere qualche pregiudizio e, ce lo auguriacon tensioni molto alte. Perché voi cermo, a superare dannosi stereotipi. Ci piacate il dialogo, con che obiettivi e, socerebbe che la nostra iniziativa aiutasse a prattutto, con che prospettive? far conoscere meglio i tanti attori della “È vero: i mondi dell’informazione e dell’incomunicazione”. È la funzione sociale della comunicaformazione commerciale si sono a lungo zione che vi interessa esaltare. Ma è osteggiati. Errore clamoroso, da parte di possibile che questa sia perseguita da entrambi. Il punto è proprio questo: se è vero che i giornalisti intendono “servire” onestamente il cittadino/lettore attraverso un’informazione corretta e veritiera e se è vero che i pubblicitari intendono “servire” il consumatore in modo altrettanto onesto e veritiero, non si vede perché si debba rivaleggiare, tanto più che tutti siamo contemporaneamente cittadini e consumatori. È dalle sinergie che nascono le grandi opere. Pubblicità e informazione sono complementari. Un po’ come il rapporto d’amore: basato sulla competizione è destinato a finire, sulla complicità ad irrobustirsi”. l'Uomo al Centro della Comunicazione Milano è indiscutibilmente il centro della comunicazione nazionale. Qui non solo è concentrato oltre il 70 per cento dell'editoria nazionale, ma si sviluppa, nelle sue diverse articolazioni, il lavoro di migliaia di persone che animano il settore. Il solo business della pubblicità è stimato attorno a 8.5 miliardi di euro. Il convegno di UCSI e TP ruota attorno ad un “Un Pensiero Guida al Centro della Comunicazione”, è un incontro per condividere e ricercare affinità professionali e obiettivi comuni nel vasto scenario della comunicazione, pubblica s/o privata. Il convegno è organizzato da Unione Cattolica della Stampa Italiana e Associazione Italiana Pubblicitari Professionisti. Giovedì il 22 marzo 2007 alle ore 9:30 presso la Sala delle Colonne della Banca Popolare di Milano, in via S.Paolo, 12 a Milano. Quotidiano di comunicazione e marketing, anno III, numero 52, martedì 20 marzo 2007, pag. 15 TecnoPubblicità TecnoPubblicità TecnoPubblicità briciole di pubblicità tecnologica ed estera a cura di Mario Soavi Pubblicità anti-maschilista? Da non crederci: il 27 Febbraio scorso un movimento di papà (con portavoce un opinionista televisivo: http:// www.glennsacks.com) ha iniziato una campagna di condizionamento verso la casa automobilistica Ford, perché non scelga, per la propria marca Volvo, l'agenzia bostoniana Arnold Worldwide in quanto quest'ultima ha in passato lanciato campagne il cui messaggio era sfavorevole rispetto alla paternità. Ma non solo: nel massimo della propria lotta, è anche stato suggerita un'agenzia "preferenziale" (Euro RSCG). Prima di commentare l'incommentabile, mi pare giusto riferire le motivazioni dell'appello, che ha portato la spedizione di più di 1000 tra e-mail e fax agli uffici Volvo in una sola giornata. Il tutto è nato per la campagna Fidelity, per il quale Arnold Worldwide aveva mostrato un papà come un idiota, un clown. Da papà non posso che applaudire questa opinione: non è vero che le nostre mogli hanno sempre ragione (anche se sono sempre bravissime a farcelo capire). Da pubblicitario "denuncio" una situazione paradossale che non tiene conto del fatto che un conto sono le proposte creative di un'agenzia pubblicitaria e l'altro è quello che il nostro cliente accetta e compra. Incolpare i pubblicitari esclusivamente (come sempre viene fatto, più per semplicità che per consapevolezza) è una brutta abitudine ... e può diventare anche una gravissima turbativa d'asta, in questo momento in cui Arnold Worldwide è ancora in gara con altre tre agenzie (tra cui, guarda caso, Euro RSCG) per l'assegnazione del budget Volvo (150 milioni di dollari). Suoneria targettizzata: udibile solo dai minori di 25 anni Tasti grandi per un mercato grande Questa non è una segnalazione pubblicitaria ma uno spunto mezzo tecnologico e mezzo marketing. All'ultimo 3GSM di Barcellona, il carrier austriaco Emporia Telecom ha presentato un telefono per gli "over". Nessuna capacità fotografica, nessun accesso ad Internet né possibilità di mandare SMS, ma invece due bottoni per chia- mare emergenza e per mettersi in contatto con i parenti più prossimi. Qualcuno, guardandone il design, potrebbe dire che è iniziata anche in questo settore la tendenza al "vintage", qualcun altro potrebbe dire che essere "in là con gli anni" non significa essere per forza "tecnologico-deficienti" (esperienza personale: il cellulare di mia nonna, 91 anni, è molto più trendy del mio ... e, soprattutto, cambia quasi ogni anno). In realtà, l'unico elemento importante sono i tasti (belli grandi), che possono diventare un plus assai importante per recuperare mercato in un segmento bello grande. Clink, il suono della birra community Della serie, quando la tecnologia permette una targettizzazione infallibile. In occasione del lancio del nuovo film "The Messengers", Sony ha iniziato l'offerta di una suoneria molto particolare. Poiché il target per il film è giovanile, ecco che la suoneria è realizzata ad una frequenza che è udibile solo per chi ha meno di 25 anni. Alla faccia dei professori che chiedono sempre di spegnere i cellulari in classe. “Clink”, il suono di due bicchieri di birra durante un brindisi. Questo è il motivo della nuova iniziativa di promozione on-line di Anheuser-Busch che ha deciso di chiamare il proprio pubblico a pubblicare su http://minglenow.com/clink i video nei quali festeggiano bevendo birra. Un'ottima idea, che sta in mezzo tra il viral ed il concetto di community. Quotidiano di comunicazione e marketing, anno III, numero 54, giovedì 22 marzo 2007, pag. 11 TecnoPubblicità TecnoPubblicità TecnoPubblicità briciole di pubblicità tecnologica ed estera a cura di Mario Soavi Dove sono le macchine? Mi hanno sempre entusiasmato le esperienze di comunicazione internazionale delle aziende giapponesi produttrici di auto, soprattutto quelle fatte sul mezzo internet. Un loro elemento, l'uso delle forme, l'ho trovato sempre molto originale.Difatti ecco, a breve distanza, un chiaro esempio. Dal mondo arrotondato del sito istituzionale (http:// demo.northkingdom.com/ihuvudetpatoyota/index_en.html) che mostra tutte le linee di sviluppo imprenditoriale dell'azienda, ecco invec e il mondo quadrato (http:// www.want2bsquare.com/) per la promozione del modello Scion negli Stati Uniti. Ovviamente si tratta di due pubblicità ben diverse, ove la seconda è on-line, con caratteristiche viral e declinazione di game-advertising, con integrazione di distribuzione di merchandising in strada. Certo è che è apprezzabile il metodo di far diventare tutto uno spettacolo e di utilizzare il mezzo non Coca Cola contro se stessa! Penso tutti sappiano che Coca Cola è forse il brevetto più protetto della storia. Su esso sono in giro leggende e fantasie (anche negative - che ovviamente non posso citare per non essere citato) e soprattutto periodicamente si ha notizia di vincenti azioni legali della casa di Atlanta a difesa della sua bevanda più diffusa. Immaginatevi perciò quando ho visto lo spot pubblicato a http://video.mediapost.com/index.cfm?clientfile=Coke_ZeroKOCZ_3719.mov. Per il lancio della versione a zero calorie, Coca Cola ha deciso di prendersi in giro, simulando il desiderio di citarsi in giudizio per copia del gusto. Ecco perciò i responsabili del vecchio brand (la versione "tradizionale") convocare un attonito legale e cercare di convincerlo a portare in tribunale i responsabili del nuovo brand, anche se appartenenti alla stessa società! La campagna consta di tre differenti spot televisivi e di manifesti per l'outdoor. Morale della storia: quale miglior sistema per coinvolgere il pubblico a provare la nuova bevanda? Quale ironia autocelebrativa poteva avere miglior effetto sulla memorabilità? Chiudo aggiungendo un altro tassello, seguendo una mia personalissima deduzione. Se fossi in Coca Cola e dovessi lanciare la nuova versione a zero calorie, saprei che mi sto impegnando in un'impresa decisamente rischiosa. Rischio ... target ... ma certo: http://www.bracketomatic.com/ Sfruttando l'occasione del Final Four del campionato americano NCAA (in target), ecco lanciare un'iniziativa molto viral che spinge il giovane a scommettere (senza soldi) su chi vincerà quest'anno. Sanno essere decisamente bravi in Coca Cola. O allarghiamo le tasche oppure... solo come semplice strumento ma come focus della stessa comunicazione. Cellulare, palmare, agenda o bloc notes, I-Pod, macchina fotografica, navigatore GPS ... al giorno d'oggi o si è donna (con borsa) o si torna alla moda del borsello, oppure, http:// www.greatpockets.com/: la nuova moda che lancia indumenti con ampie tasche per tutti i nostri gadget elettronici. Divertentissima (soprattutto perché americana, con parodia dello stylish britannico) operazione di comunicazione on-line di Nokia, per il lancio del nuovo N95. Quotidiano di comunicazione e marketing, anno III, numero 56, lunedì 26 marzo 2007, pag. 4 TecnoPubblicità TecnoPubblicità TecnoPubblicità briciole di pubblicità tecnologica ed estera a cura di Mario Soavi Quanto sta cambiando il mondo della pubblicità! Devo dire che sono rimasto molto sorpreso quando, cercando qualche giorno fa un software per tramutare il mio palmare in navigatore GPS, ho trovato che la soluzione migliore era offerta gratuitamente da Nokia. E la sorpresa è stata ingigantita dal fatto che Smart2Go funzionava sul mio QTek con sistema operativo Windows Mobile e non sul Nokia SmartPhone appena acquistato da mia moglie. Perché? Poi sono venuto a sapere del nuovo sviluppo di business di Nokia AD Service (http://www.adservice.nokia.com/). Il colosso finnico si è di fatto trasformato anche in un fornitore di spazi per la pubblicità sui cellulari, proprio tramite l'applicativo citato sopra. Questa estensione di business è quasi una logica conseguenza, quasi prevedibile se si considera che chi produce la tecnologia è forse il migliore a saper dare i migliori sistemi per sfruttarla, quasi scontata se si guarda cosa ha fatto Apple (dall'IPod ad I-Tunes, fino ad arrivare all'I-Phone). Ma Nokia non si ferma qui: alla fine dell'anno è previsto il lancio dell'ulteriore servizio Nokia Ad Connector, che servirà ad integrare qualsiasi comunicazione svolta su altri media con una loro trasmissione su supporti mobili. Ma la nuova frontiera del delivery pubblicitario aperto dalla confluenza tecnologica di tutti i mezzi è riscontrabile anche dall'altra parte della barricata. Qualche tempo fa ho parlato di SpotRunner (online agency di Los Angeles di Interpublic http://www.spotrunner.com/): bene, la società sta per essere acquistata da Google (http://news.com.com/2061-10802_36169052.html). In pratica, il gigante di Mountain View ha mostrato una strategia chiara: entrata anche nel mondo della pianificazione video, ecco rendere disponibile ai propri clienti anche una piattaforma per farsi gli spot in maniera semplice ed automatizzando tutto il processo. La mia personale conclusione è: se la tecnologia sta convergendo, se player diversi si gettano pesantemente nel mercato pubblicitario, i protagonisti "tradizionali" di quest'ultimo stanno dimostrando una incapacità a reagire. Ciò, di per sé, non sarebbe negativo se si riuscisse a lavorare non sull'adozione tecnologica (ove noi comunicatori saremo sempre in ritardo rispetto ad aziende che vivono di innovazione) ma sulla dimostrazione che non è corretto il paradosso che sta affermandosi, secondo il quale una commodity quale la tecnologia sta affermandosi come valore in sé, relegando la creatività proprio al livello di una commodity. In fondo le idee non crescono sugli alberi, mentre cellulari e computer si trovano nei negozi. Più spazi, please La notizia è che è on air eBay Media Marketplace, un luogo ove sarà possibile acquistare (con la formula dell'asta) spazi pubblicitari per il mezzo televisivo (americano). La notizia (riportata da MediaBuyerPlanner: http://www.mediabuyerplanner.com/2007 /02/20/online-marketplace-for-tv-selling-betas-in-march/) riferisce che il sistema è stato condiviso con tutti i maggiori player di settore (network ed agenzie, anche se il 21 marzo scorso, all'ANA TV forum John Muszynski CEO di Starcom l'ha definito una perdita di tempo) e che si prevede sia utilizzato addirittura da aziende quali Wal-Mart e Revlon. Esiste però già un problema: non c'è ancora traccia dell'offerta degli spazi, di quel "magazzino" senza il quale non è ovviamente possibile acquistare alcunché. E qui s'innesta un problema generale e generalizzato: per un mercato dell'acquisto che mostra un fermento ed il desiderio di ampliare le proprie disponibilità, esiste un sistema "blindato" (riscontrabile anche nel nostro paese) che di fatto non permette l'evoluzione del mercato. Il tutto aggravato dal fatto che, vuoi per convenienza (da parte dei network) vuoi per pigrizia d'acquisto degli utenti, l'entità dell'offerta è stagnante pur alla presenza di mezzi (mi vengono in mente i media locali) di efficacia ed efficienza molto alta. Un'evidenza di ciò c'è anche su altri mezzi, come Internet. È risaputo che i siti più gettonati sono quelli che hanno già prenotazione di pubblicità per quasi (od oltre) tutto l'anno. Così è in Italia ma anche altrove, se si considera che tutti gli spazi dedicati alla vendita delle automobili negli Stati Uniti per tutto il 2007 erano già stati acquistati ben prima dell'inizio dell'anno. Ma Internet non è grandissimo? Non è vero che noi viaggiamo ben oltre la nostra pagina iniziale di default? Ed allora perché gli investitori pubblicitari non provano a trovarci altrove, magari anche in luoghi ove la nostra sensibilità è acuita e perciò possiamo diventare più facilmente consumatori? Recentemente Advertising Age (http://www.marketingvox.com/ archives/2007/02/27/marketers-love-their-mommy-blogs/) riporta la nostra attenzione su un piccolo fenomeno ma assai interessante: i blog tenuti da mamme di famiglia. I numeri sono molto alti (si parla di un elenco variabile tra i 400 ed i mille), non certamente i numeri dei visitatori (anche se pare che siano in competizione diretta con i programmi d'intrattenimento televisivo del mattino) ma quello che importa di più è la componente emozionale delle visite a questi siti, molto importanti per supportare adeguatamente un corretto messaggio promozionale. In conclusione, mi si permetta di dire che la tecnologia ci ha permesso di aumentare e semplificare sensibilmente la nostra capacità di comunicare ed anche di rendere il rapporto tra individui ed aziende molto più economico ed efficace. Ma dobbiamo anche inchinarci ad altre conseguenze, come il possibile scardinamento di tradizionali metodologie di lavoro e superamento di sistemi di gestione consolidati. Ciò non deve essere visto come un problema od una minaccia alla professionalità di tutti gli attori del mondo della pubblicità ma uno stimolo per poter migliorare il nostro modo d'operare che non potrà mai fare a meno della nostra capacità ed esperienza ... sempre che noi non si decida di arroccarci sull'Aventino e farci superare. Quotidiano di comunicazione e marketing, anno III, numero 60, venerdì 29 marzo 2007, pag. 8 TecnoPubblicità TecnoPubblicità TecnoPubblicità briciole di pubblicità tecnologica ed estera a cura di Mario Soavi Ma qui si esagera! I pubblicitari hanno ovviamente molta fantasia, ma in questo periodo la stanno un po' troppo utilizzando non per formulare messaggi accattivanti ed efficaci ma per occupare tutti gli spazi possibili, se sorprendenti è meglio. Ecco perciò (in ordine sparso) un elenco significativo. La prima pubblicità sulle case in costruzione: l'idea è venuta all'agenzia americana The Republik per il suo cliente Riley. L'unico particolare che rimane oscuro è se ciò porterà ad un abbattimento dei costi per il proprietario o più semplicemente un'ulteriore fonte di guadagno per il costruttore (propenderei per la seconda, ovviamente). Ma la pubblicità s'intromette anche nei luoghi più intimi! Ovviamente non mi riferisco alle "note" pubblicità negli orinari, ma segnalo quest'invenzione: uno specchio da bagno che diventa display una volta che la persona si pone ad una certa distanza. L'idea è venuta ad un'azienda cinese Magic Display (http:// www.magicdisplay.net/) ma non penso rimarrà a lungo segregata nel continente asiatico (anche se sono convinto che la prima applicazione di massa sarà fatta in Giappone). Ma arriviamo alla prima delle peggiori "perversioni" pubblicitarie. In Guatemala la colla Super Attack è stata associata ad uno degli oggetti più odiati da chi frequenta le città e sperimenta i loro problemi di parcheggio: le ganasce. Ora, non discuto che il concetto sia coerente (blocca la ganascia, blocca la colla), ma il messaggio non porta con sé un alone di antipatia che potrebbe ripercuotersi sulla brand awareness e perciò sulle vendite? Ma il premio per la peggiore applicazione ritengo spetti alla società americana Xipto (http://www.xipto.com/), che fa guadagnare gli utenti locali di cellulari a fronte di spot all'inizio delle loro chiamate. Funziona in maniera molto semplice: io decido di pubblicizzare il prodotto X e, quando qualcuno mi chiama, prima si sentirà lo spot e poi la mia voce (ed io sarò pagato dall'inserzionista). A parte che questo sistema è ovviamente molto più adatto al mercato americano (dove sia chi chiama sia chi riceve la chiamata pagano), in linea di principio mi pare però un'aberrazione totale, frutto dell'applicazione intrusiva di un viral marketing apparentemente funzionante. Semplicità, massima semplicità Beh, ovvio, trattandosi della promozione di un premio alla creatività pubblicitaria (il premio Goafest: http://www.goafest.com/), era naturale che Leo Burnett Mumbai (India) s'inventasse spot assolutamente semplici, quale lancio alle idee veramente creative che saranno premiate nella competizione. Va detto però che, soprattutto in uno degli spot (http:// w w w . y o u t u b e . c o m / wa t c h ? v=XuOZtLv1NgE), la pur inflazionatissima metafora della lampadina vede un'applicazione assolutamente divertente ed efficace. Adozione = promozione Quando un'azienda come Wall-Mart con quasi due milioni di dipendenti decide di chiedere a ciascuno dei suoi di adottare un prodotto con il fine di migliorane le vendite, si può immaginare che capitino anche casi in cui aziende come Unilever vedano aumentare del 5% della quota di mercato di un proprio prodotto "solo" perché questo è stato "accudito" dal CEO in persona della catena di distribuzione. Caso limite ovviamente, ma immaginiamoci l'effetto globale dell'operazione (chiamata VPI, cioè Value Producing Item), che mette in palio denaro e viaggi a chi riesce nell'intento prefissato. Ottima tattica di promozione, dico io, che potremmo vedere anche in Italia, con magari anche un contemporaneo miglioramento del servizio clienti in corsia. Ricerca di personale Società post-produzione audio video in Milano, settore pubblicitario, cerca: segretaria/centralinista con buone capacità organizzative. Gradita esperienza settore produzione, disponibile da aprile. Contattare Gabriella: 02 - 34530276 Quotidiano di comunicazione e marketing, anno III, numero 67, mercoledì 11 aprile 2007, pag. 4 TecnoPubblicità TecnoPubblicità TecnoPubblicità briciole di pubblicità tecnologica ed estera a cura di Mario Soavi Alla faccia dell'avanguardia italiana Non desidero esprimere un giudizio in merito alla vicenda Telecom ma mi ha colpito il fatto che un elemento in gioco sia un investimento di miliardi di Euro per aumentare la capacità di cablaggio italiano, per permetterci in un futuro non lontano (massimo 2 anni) di accedere ai servizi di rete ad una velocità pari almeno agli altri paesi europei. La notizia in sé non mi avrebbe colpito se non avessi letto nei giorni scorsi la classifica del World Economic Forum riferita alla prontezza di collegamento esistente nelle varie nazioni del mondo. Partiamo dall'elemento positivo: rispetto all'anno scorso siamo balzati verso l'alto di ben 4 posizioni! Peccato però che una delle prime dieci economie al mondo figuri ancora al 40esimo posto in questa particolare classifica, dietro ai primi (Danimarca, Svezia, Singapore, Finlandia, Svizzera, Paesi Bassi e USA) ma preceduta anche (senza mancare di rispetto, ovviamente) da Islanda, Cina, Estonia, Malesia, Slovenia, Cile, Ungheria, Tunisia e poco prima di Cipro e Jamaica. Come possiamo parlare di convergenza e digitalizzazione quando partiamo già con un handicap e questioni di nazionalismo che rischiano di mantenerci nella stessa situazione di sottosviluppo tecnologico (in questo aspetto)? La classifica completa è visibile a http://www.weforum.org/pdf/ gitr/rankings2007.xls Nel negozio dove non si compra La foto sotto è stata presa da James Estrin e pubblicata su The New York Times (http://www.nytimes.com/2007/03/18/ w e e k i n r e v i e w / 1 8 b a r b a r o . h t m l ? ex=1331870400&en=c32f369e731b8d4c&ei=5090&partner=rssu serland&emc=rss). Parrebbe un bel negozio di elettronica, e difatti è quello al centro di Manhattan e dedicato ai prodotti Samsung. È sulla linea dei punti vendita esperienziali, quelli cioè in cui si desidera far provare il prodotto assieme a tutte le sue sensazioni. Nulla di nuovo rispetto a quanto si conosce già, tranne che per un piccolissimo, insignificante particolare: se desiderate comprare l'oggetto di cui vi siete innamorati, qui non è possibile. Sì, perché in questo negozio si può sperimentare l'uso, scegliere il modello, chiedere ogni informazione come in qualsiasi altro punto vendita, ma per acquistare il rimando è al sito dell'azienda. Non so se si tratta di un'intuizione brillante (con chiari vantaggi in termini di logistica aziendale) oppure se è la solita trovata per farsi pubblicità ... e poi tra qualche mese si ristabilisce lo standard. Certo è che mi piacerebbe sapere se i numeri di vendita online nella zona di New York sono saliti più di quanto sarebbe stato possibile fatturare con un sistema più tradizionale. Messaggio nella bottiglia Semplice e geniale: una rivista usa la bottiglia della Coca-Cola Light per raggiungere più efficacemente il suo target giovanile di donne tra i 18 e 24 anni. Gli elementi messi in gioco sono: la rivista che esce in un formato ridotto (in dimensioni e paginazione) per poter essere allegata nell'etichetta della bottiglia, il tema della sua prima pagina che si integra perfettamente con i concetti tipici della bevanda, il prezzo della bibita che rimane inalterato, centinaia di migliaia di esemplari messi sul mercato in Belgio (ma entro l'anno sarà replicata l'operazione in Germania). Quest'operazione si basa su un'etichetta della società On Product Publishing International ed è applicabile a qualsiasi mezzo, barattoli compresi. La genialità del sistema non sta però solo nell'aspetto tecnico. Il concetto notevole è l'uso del comarketing invertito, dove il prodotto diventa il mezzo e viceversa. Ma non solo. Considerando in maniera "asettica" il numero di contatti riferibili ad un target, mettendo in relazione quelli generati dalla vendita di prodotti (ma anche dalla partecipazione / visione d'eventi) con quelli dei media, si scopre che spesso vale più la pena pianificare su un prodotto (tradotto: fare co-marketing con un'azienda) che fare pubblicità su una rivista. Non desidero essere assolutista né sembrare contrario ai classici sistemi pubblicitari. Mi preme solo evidenziare questa possibilità, non perché la pubblicità conquisti sempre più spazi ma in quanto oggi la più profonda riflessione debba essere fatta proprio sui mezzi, dei quali i più tradizionali stanno subendo mutazioni sostanziali di cui gli inserzionisti devono tener conto nella stessa maniera originale con cui questa rivista belga ha deciso di aumentare la propria diffusione. Quotidiano di comunicazione e marketing, anno III, numero 70, lunedì 16 aprile 2007, pag. 11 TecnoPubblicità TecnoPubblicità TecnoPubblicità briciole di pubblicità tecnologica ed estera a cura di Mario Soavi Google TV ed il long tail pubblicitario Il fatto che Google abbia fatto un accordo con due canali televisivi americani via cavo (Astound) e satellitare (Echostar) per gestire con il proprio programma di pianificazione pubblicitaria AdWords tutti gli spot in trasmissione sui più di 120 canali del secondo di per sé non è una notizia eclatante. La novità sta però nel sistema di rilevamento dell'audience, che in questo caso non solo è immediata (dopo 24 ore l'investitore può sapere esattamente quante persone hanno visto il suo spot, a prescindere dall'audience del programma in cui è inserito) ma soprattutto il sistema permette di sapere se, scegliendo una pianificazione diversa (a target identico), si avrebbe potuto avere un risultato migliore. Il sistema è ancora in fase di test, ma pare (fonte AdAge: http:// adage.com/digital/article?article_id=115896) che già vari clienti importanti (quali Intel) abbiano deciso di utilizzarlo. Due sono, a mio parere, i punti interessanti, uno negativo e l'altro positivo, tutti relativi alla semplificazione del rapporto tra pianificazione, acquisto e reporting. Innanzi tutto la standardizzazione basata soprattutto sul costo (e sul sistema dell'asta, che determina il valore dello spazio pubblicitario aldilà di una valutazione assoluta - anche se sono definiti dei minimi), mettendo di fatto in second'ordine rispetto all'audience elementi importanti quali la qualità e caratteristica del prodotto televisivo ospitante, è sicuramente un modo per avvicinare investitori "nuovi" e non per dare un servizio nuovo ad investitori tradizionali. Certo, questo sistema è in assoluto in linea con quanto richiesto dall'UPA statunitense (che nel proprio Forum della fine di Marzo ha proprio rilanciato la richiesta di avere dati assolutamente certi su chi vede gli spot televisivi) ed in attesa che qualcosa di simile sia fornito da Nielsen Media Research con il proprio sistema di rating commerciale minuto-per-minuto (come riferito da AdvertisingAge: http:// adage.com/mediaworks/article?article_id=115633). Ma il concetto più importante appare nell'annuncio ufficiale fatto dal gigante di Mountain View: "With our AdWords™ and AdSense™ advertising programs we have seen the benefits of the long tail and we think we can apply these principles to help grow the TV advertising industry." Sicuramente è un ribaltamento della prospettiva, più riferito a chi offre spazi rispetto a chi ne usufruisce, ma è la prima volta (mia) che sento parlare di "long tail" anche per l'inventario pubblicitario. Questo concetto, molto legato al mondo Internet (è bandiera del successo Amazon) e con un presupposto di scarsa rilevanza del magazzino fisico (che in questo caso ovviamente è inesistente), forse può diventare quello che le televisioni commerciali hanno significato in Italia, cioè l'aumento degli spazi di comunicazione a disposizione e perciò l'aumento dei soggetti che investono in pubblicità. Certo, non bisogna dimenticare che le 24 ore di programmazione sono comunque reali e che gli spazi pubblicitari ivi allocati, ogni giorno, tutte le settimane, per tutto l'anno, non possono permettersi di non essere coperti sempre da spot dei clienti. Ma se combiniamo il concetto internettiano con la televisione pay-per-view (dove di fatto sparisce la pianificazione fissa ed i contenuti sono catalogati per un uso puntuale), ecco che il sistema Google diventa sicuramente interessante. È un test, stiamo a vedere, aspettiamo che il mutamento dello scenario televisivo diventi rilevante, consideriamo però che una volta di più questo "motore di ricerca" mostra d'essere sempre più punto di riferimento per leggere ciò che ci accadrà. Apple entra anche nei giochi Già da mesi Apple sta studiando con Electronic Arts e Namco la possibilità d'introdurre i loro giochi tramite i suoi I-Pod. Si parla che presto saranno disponibili i classici Tetris e Pac-Man, ma anche i più recenti successi quali il Sudoku e Texas Hold'em. Semplicità di gioco (tramite la rotella dell'I-Pod) e d'acquisto (Apple's iTunes store: prezzo $4.99) sono gli ingredienti base per un nuovo successo di vendita. Ma la notizia in sé non parrebbe importante, in quanto riguarderebbe solo i tipi giochi passatempo e non il cuore di un mercato che oggi (secondo l'istituto di ricerca IDC) solo per la parte on-line statunitense vale 722 milioni di dollari (+44% dal 2005), con una previsione di fatturato di 952 milioni alla fine dell'anno e 1.3 miliardi nel 2010. Diverso invece si fa lo scenario se si considera il recentissimo lancio dell'I-Phone. Si tratta di un telefono ma soprattutto forse l'attuale migliore apparecchio multimediale all-in-one, oltre che supportato da un robusto sistema operativo già predisposto per supportare giochi elaborati. Ecco perciò che Apple (previsione: Giugno negli States, non si sa altrove) diventerà veramente un nuovo player anche nel settore giochi... che per i pubblicitari forse non interesserebbe nulla, tranne che per l'importanza che sta contemporaneamente sorgendo per il product placement, soprattutto nei giochi interattivi ed on-line. Certo è che i numeri dietro all'I-Phone sono impressionanti. Mediapost (http:// publications.mediapost.com/index.cfm? fuseaction=Articles.showArticleHomePage&art_aid=53668) riferisce che Apple prevede di venderne nel 2008 ben 10 milioni di esemplari. Se ciò si mette in relazione a quanto dicono gli esperti del settore (per avere un mercato pubblicitario sono "sufficienti" 5 milioni di utenti al mese) ecco che i conti tornano. Allo stesso modo come fa impressione un altro fatto. Una volta i giochi si davano in prova scaricabili on-line, per poi obbligare le persone ad acquistare la licenza per poterne usufruire le piene potenzialità. Oggi invece si opera anche diversamente: gli intrattenimenti sono forniti gratuitamente, a patto che l'utente accetti di vedere annunci pubblicitari. A parte il fatto che in questo modo i produttori di giochi hanno trovato la quadratura del cerchio (se il 2% acquista il gioco, il rimanente 98% viene finanziato dagli inserzionisti pubblicitari), l'elemento interessante è che in questo momento non esiste scarsità d'investitori in questo tipo di comunicazione bensì di giochi ove mettere gli annunci Quotidiano di comunicazione e marketing, anno III, numero 73, giovedì 19 aprile 2007, pag. 3 TecnoPubblicità TecnoPubblicità TecnoPubblicità briciole di pubblicità tecnologica ed estera a cura di Mario Soavi Sempre in movimento? http://adage.com/video/Player.php s=Ojk2OTo3ZWZmM2Y yZDox: è uno spot tipicamente americano (difatti l'oggetto pubblicizzato è Dunkin' Donuts), ma la parodia del business man moderno è valido a tutte le latitudini e longitudini (ammetto, anch'io mi ci riconosco). Triste (la situazione) ma efficace (il messaggio promozionale). Promuovere con la risata Una delle regole principe per promuovere un prodotto è farlo provare o farne vedere i benefici. Bisogna dire che in questo caso ( h t t p : / / www.youtube.com/ w a t c h ? v=G_JqbwZXqeI), il Melbourne International Comedy Festival dal 4 al 29 Aprile, era facile mostrare i secondi, ... ma è il modo che è ulteriormente apprezzabile. L'agenzia è Grey, le risate da 50 persone, il mix fatto da un DJ. È così che si vende l'usato garantito! Certe volte lo spirito americano mi piace, soprattutto quando si riferisce al valore numero uno per la gente d'oltreoceano: la sincerità. Come è noto (soprattutto dopo il caso Clinton-Levinsky) se una persona dichiara qualcosa, guai se si scopre che ha detto il falso: per gli americani è quasi peggio che abbia ammazzato qualcuno. Ecco che perciò mi ha colpito questo spot ( h t t p : / / www.youtube.com/ w a t c h ? v=5qbYNpnWBOE) di questo concessionario d'auto della zona di Boston che, con ironia ma estrema chiarezza, prima elenca tutti i trucchi del mestiere per gonfiare i prezzi del parco dell'usato e poi si mette a nudo (non del tutto, per fortuna) per dimostrare che invece lui è limpido e trasparente ed il cliente si può fidare che ciò che offre è proprio quello che vale. Beh, la voglia di comprare da lui è nata, ... peccato che mi costerebbe una fortuna in più trasportare poi la vettura in Italia. Pubblicità "indoor" Mi piace quando la pubblicità lancia un messaggio forte e, grazie al proprio potere di comunicazione, riesce a trasmettere concetti universali. Questo annuncio è apparso in India (creatività Grey Worldwide), ma starebbe bene anche a New York, Parigi e, purtroppo, anche da noi. Cercami non con www Pare sia una nuova tendenza giapponese, quella di mettere come riferimenti di un'azienda/prodotto non solo un indirizzo fisico, non solo un numero telefonico, non solo un sito Internet, ma addirittura il testo che si dovrebbe inserire in un motore di ricerca per accedere alla pagina web relativa. Sinceramente mi pare un'assurdità, ma se viene fatto è molto probabile che serva. Mi capita alcune volte di vedere persone inserire l'indirizzo web non nel box degli indirizzi ma in quello della ricerca sul sito del motore di ricerca; come pure non è raro vedere il contrario: inserire le parole di ricerca nel primo box (e lasciare al servizio di ricerca predefinito fare tutto il lavoro). Seguendo questa logica, si rientra nel caso dei numeri verdi, che qui sono ancora numeri mentre altrove (a mio parere meglio) sono parole, sfruttando la combinazione di lettere dalle tastiere QWERTY dei nostri apparecchi. In definitiva perciò potremmo definirla una pubblicità facilitata (non per l'azienda, che deve investire molto in SEO per rendere efficiente il sistema), aumentando la facilità di connessione della persona con le informazioni a lei utili. Quotidiano di comunicazione e marketing, anno III, numero 78, venerdì 27 aprile 2007, pag. 3 TecnoPubblicità TecnoPubblicità TecnoPubblicità briciole di pubblicità tecnologica ed estera a cura di Mario Soavi Banner, vali sempre meno (mentre Google sempre di più)! In una recente ricerca fatta da DoubleClick su 300 campagne pubblicitarie on-line svolte mediante la proiezione di video, risulta che questi formati siano oggi assai più performanti (CTR: da 0.4 a 0.74) rispetto a quelli standard JPG o GIF (CTR: 0.1/0.2). Si rileva inoltre che la durata più utilizzata è quella dei 30", seguita da quella dei 15", dei quali (per entrambi i formati) mediamente l'utente vede per due terzi. Le conclusioni sono ovviamente trionfalistiche: Rick Bruner, Research Director di DoubleClick, in un annuncio stampa del 20 Marzo scorso (http://www.doubleclick.com/us/about_doubleclick/ press_releases/default.asp?p=568) afferma che "le pubblicità video on-line stanno diventando rapidamente lo strumento da scegliere per ottenere brand awareness e vendite". Personalmente sarei più cauto, ricordando che spesso la novità su Internet inducono gli utenti a provare e perciò a dimostrare un'efficacia dei metodi pubblicitari (ricordate i CTR medi del 20/30% dei primi banner?) non corretta e coerente nel tempo. Certo, con l'evoluzione della Rete a mezzo sempre più d'intrattenimento, passare alla pubblicità video è una conseguenza quasi naturale e perciò benvenuta (soprattutto per chi già gode della connessione a banda larga). Aggiunta: mentre forse non è del tutto naturale che il gigante Google si stia pian piano accaparrando tutto il mercato pubblicitario. 3,1 miliardi di dollari: questo è il prezzo pagato da Google per acquisire il network DoubleClick. Domanda: già da tempo, di fatto, abbiamo un'azienda (Microsoft) con il monopolio dei sistemi operativi e degli applicativi base dei nostri computer, adesso accettiamo che un'altra società (ancora una volta americana) diventi l'unico referente per l'acquisto dei media pubblicitari? Ma quando ci decideremo di controbattere, o come sistema od anche come singoli utenti? Di chi è la vodka? Non so se c'è una relazione tra la notizia riportata dai telegiornali nei giorni scorsi (la Russia contro l'Europa, in difesa della propria Vodka) e questo spot islandese. Alla base del contendere tra Stati c'è ovviamente la difesa del potere commerciale del prodotto nazionale (che nel paese ex comunista rappresenta la terza industria per dimensioni d'affari, dopo il petrolio ed il gas) ma il tema usato per quest'azione è il concetto del gusto, diverso per chi fa il liquore dal grano e chi lo vuol fare dall'uva (noi). In questa querelle, ecco che perciò si inserisce l'Islanda, che con questo spot (http://shedwa.blogspot.com/2007/04/you-cant-makereyka-vodka.html), rivendica il proprio modo di fare vodka come unico. Fra i due contendenti il terzo gode? Non penso, ma la coincidenza dei tempi mi ha incuriosito. Poster? Assicurativi ed immobiliari Che la pubblicità esterna, pur con tutti i suoi limiti e polemiche, funzioni e cresca sempre, è un dato di fatto ovunque. Fa riflettere però quello riferito da BrandWeek (http:// www.brandweek.com/bw/news/recent_display.jsp? vnu_content_id=1003557788) e riferito all'ultima ricerca pubblicata dall'Outdoor Advertising Association of America: le categorie d'investitori più in crescita su questo mezzo sono le assicurazioni (come penso sarà anche da noi, con l'avvicinarsi dei termini per la scelta del TFR) e le offerte immobiliari. Guardando da semplice cittadino (ricerca "forse" soggettiva) quello che mi verrebbe da dire è che aldilà delle differenziazioni social-culturali forse la pubblicità esterna debba da noi crescere ancora soprattutto come consapevolezza da parte del potenziale investitore e non essere considerata come la perenne "cenerentola" tanto da non essere mai benvenuta da utenti con budget limitati. Speriamo in questo senso che la tecnologia (che più che in altri media qui porterà una forte innovazione) dia una mano. Attenzione: in pubblicità ritorna la legge della sintesi Yahoo (http://www.ysmblog.com/blog/2007/04/05/think-short/) obbligherà gli investitori pubblicitari (anche tramite le loro agenzie) e ridurre a 70 i caratteri massimi consentiti nei propri annunci pubblicitari (precedentemente il limite era fissato a 190). Tutto ciò avrà effetto da Maggio, anche se chi già è in pianificazione avrà tempo fino a Giugno per adeguarsi. Perché tutto ciò? Problemi tecnici? No, affatto: solo ed unicamente la convinzione (finalmente) che più è breve l'annuncio più diventa chiaro e perciò efficace, sia per l'utente sia per chi lo vede. Ma doveva essere Yahoo a ricordarcelo? Spot, spot, spot ... ma non in TV So di aziende (una degli occhiali) ed organizzazioni (una legata alle promozioni) che stanno lavorando per dotarsi di un network di schermi promozionali da inserire nei negozi. La tecnologia ed i sistemi digitali permettono questo nuovo tipo di comunicazione estremamente targhettizzata. Ma nel paese delle polemiche per gli studi di settori nel campo dell'advertising outdoor, certamente non è proponibile quanto invece è reale negli States: l'offerta di 10 mila punti promozionali con un sistema che permette sia l'acquisto degli spazi sia la creazione del messaggio mediante strumenti online. SeeSaw (http:// seesawads.com) dà ovviamente anche tutti i numeri necessari per una pianificazione corretta, includendo non solo aspetti geografici ma anche demografici (generali rispetto ai luoghi dove questi schermi sono posti). Una nota finale. Segnalo questa novità con un po' di preoccupazione. Finora eravamo obbligati a vedere la pubblicità in strada o nei luoghi pubblici; da ora la troveremo anche nei negozi, ristoranti, bar ... fino a quando non apparirà anche nell'androne delle nostre case od addirittura davanti alla nostra porta. Va bene che la tecnologia lo permette, ma non rischiamo di esagerare (ed andare ben oltre l'affollamento televisivo contro cui il nostro governo si sta battendo)? Quotidiano di comunicazione e marketing, anno III, numero 81, venerdì 4 maggio 2007, pag. 4 TecnoPubblicità TecnoPubblicità TecnoPubblicità briciole di pubblicità tecnologica ed estera a cura di Mario Soavi Bud.tv: esempio anche negativo L’era del digitale permette finalmente di farsi il proprio canale televisivo. Certo, diventa più economico, perché utilizzando la trasmissione su Internet i costi di questa si sono ridotti drasticamente, ma permane il problema della produzione/acquisto dei contenuti da offrire. Un esempio illustre vale una segnalazione ed anche può mostrare come l’uso della Rete imponga però una revisione drastica del modello dei “vecchi canali dedicati”. Sto ovviamente parlando di Bud TV (http://www.bud.tv), un bellissimo esempio di televisione targettizzata, realizzata dalla nota produttrice di birra per coinvolgere il pubblico giovanile e caratterizzare maggiormente l’esperienza di prodotto. Difatti è stato un grande successo, ma ... Il successo (ed i contenuti non spinti ma inneggianti all’uso del prodotto) ha però mosso l’opinione pubblica e la magistratura americana (ricordo che negli States bisogna essere maggiorenni per poter bersi anche solo una birra) contro AnheuserBusch e la sua scarsa selezione degli utenti all’entrata del sito. Personalmente ritengo questo caso abbastanza lezioso (se i minorenni non possono bere, non sono un target per l’azienda, che perciò – aldilà della legge – non ha alcun motivo per semplificarne o favorirne l’accesso al sito) ma, al contempo, emblematico del fatto che ci siano ancora dimostrazioni evidenti come gli americani considerino la Rete come un proprio palcoscenico e che nessuno sia ancora riuscito a risolvere (pur trattandosi di un mezzo digitale) a risolvere il problema della incoerenza delle normative nazionali degli stati che permettono accesso indiscriminato ad Internet. Ma forse il fatto più eclatante insito in Bud TV è un altro. Nell’era di YouTube (servizio di pubblicazione ed anche scambio di contenuti multimediali – che prendo come emblematico), questo canale dedicato non permette al visitatore di scaricare alcun filmato. Le motivazioni legate alla gestione dei diritti sono chiare, ma vanno in contraddizione sostanziale con le stesse abitudini del target d’interesse (oltre a bloccare gran parte dello sviluppo virale della notorietà del sito stesso). Internet non è solo una magnifica opportunità, che unisce la possibilità di raggiungere un pubblico enorme alla riduzione drastica dei costi per farlo. Pensare che sia solo questo significa mantenere una visione tipicamente tradizionale, e non considerare che invece il mezzo ha già subito un’evoluzione a favore del pubblico (il famoso Web 2.0). Continuare un modello che non coinvolga e renda “protagonista” il proprio visitatore rischia di diventare un boomerang e soprattutto di non riuscire a sfruttare a pieno l’investimento economico ed anche culturale fatto quando si approccia il mezzo con idee potenzialmente ad altissimo ritorno di notorietà. Difatti i primi numeri sembrano confermare ciò. A fronte di un investimento di 30 milioni di dollari ed un obiettivo di avere un parco di visitatori mensili tra i 2 ed i 3 milioni entro la fine dell'anno, nel primo mese di lancio gli utenti sono stati solo 230 mila, segnale assai negativo. Dall'azienda ( h t t p : / / n e ws . z d n e t . c o m / 2 1 0 0 - 9 5 8 8 _ 2 2 6166631.html) parlano di problemi legati alla modalità di registrazione ma vari commentatori (http://publications.mediapost.com/ index.cfm?fuseaction=Articles.san&s=57092&Nid=28402&p=264 245) sostengono invece che si tratta di problemi strutturali del sito ed, appunto, della tipologia di relazione con l'utente. Scegliamo tutti insieme lo spot da vedere Quest'operazione di Volvo Canada segue una moda dell'ultimo periodo, in cui le aziende realizzano una serie di spot e poi, mirando anche ad accrescere così la notorietà, coinvolgono il pubblico per scegliere quello migliore (oggi, per esempio, Amica Chips sta richiedendo a tutti noi di scegliere quale debba essere il suo prossimo testimonial). Ecco perciò i tre spot (http://glossyinc.com/volvo/realman.html) Il fatto che mi ha fatto riflettere è molto banale e personale e deriva da una coincidenza casuale. Mentre stavo guardando i tre spot, mi ha raggiunto mia figlia di quattro anni e mezzo; istintivamente me la sono presa in braccio, ho replicato la visione dei tre filmati ed alla fine le ho chiesto quale le fosse piaciuto di più, convinto che sarebbe stato il terzo (quello "con la mamma ed il carrello"). Invece no: per il sangue da pubblicitario che a causa mia le scorre nelle vene, ecco che ha scelto il secondo. Ovviamente questo non era un test ma ciò che avevo fatto mi ricorda quanto avviene spesso nelle aziende clienti: l'agenzia presenta la campagna, presenta i vari soggetti e ... se va bene la scelta viene fatta dal management presente in riunione, se va male il Presidente chiama in riunione una decina tra operai ed impiegati per fare un test immediato (caso vero questo, con me come testimone), ovviamente mai viene appaltata una ricerca per determinare in modo professionale quale messaggio sia più coerente con il target. La riflessione? Dare la scelta di come allocare centinaia di migliaia di Euro nelle mani di gente più o meno preparata non è come prendere un paio di dadi ed affidarsi alla sorte? Quotidiano di comunicazione e marketing, anno III, numero 85, giovedì 10 maggio 2007, pag. 7 TecnoPubblicità TecnoPubblicità TecnoPubblicità briciole di pubblicità tecnologica ed estera a cura di Mario Soavi Congelati pubblicizzati in un congelatore Ecco un esempio splendido di contestualizzazione di un annuncio pubblicitario. Questa campagna per Unicef, creata dall'agenzia risultare sconveniente e perciò vietata. Perché una multinazionale si è lasciato scappare questo piccolo neo? Forse perché è frutto di una piccola agenzia di Buenos Aires e non di una multinazionale? Advertising Age lo cita come un possibile candidato a vincere un premio al prossimo Festival di Cannes (http://adage.com/garfield/ article?article_id=116289): ma lo fa perché l'agenzia non sarebbe nuova a vincere un Leone (dopo il Bronzo dell'anno scorso)? Sexy latte Il latte fa bene, può essere magro, può essere bevuto anche da chi ne è allergico, addirittura ce n'è una versione fatta dai semi di una pianta e non dalle mucche o capre (per quello di Yak, suggerisco di andare su Amazon). Di conseguenza, per "comunicare il Dinamo Reklamebyra di Oslo, è pianificata nei banchi freezer dei supermercati. Con il messaggio "I bambini del Kashmir stanno congelando", l'annuncio vede notevolmente ampliata la propria efficacia per il luogo in cui è inserito. Sarà che è stato fatto in Norvegia, dove di freddo sono sicuramente esperti, sarà per la curiosità della posizione scelta, certamente l'estensione del product placement alla pubblicità mi pare una tendenza da seguire. Lux di Unilever Segnalo questo spot di Unilever per il sapone Lux (http:// www.adage.com/video/Player?spotId=1051&instanceId=&startld= &PageDate=&PageTitle=)non tanto per la creatività (molto piacevole) ma per il modo in cui trasmette un messaggio globale: qui l'uso del figurativo è talmente chiaro, tanto da quasi rendere fastidioso il pay-off finale scritto e recitato. Una sola nota: perché mettere un corpo femminile nudo (di spalle e con slip)? La mia non è una prudérie bacchettona ovviamente, ma semplicemente un accenno al fatto che questo singolo particolare di un insieme perfetto limita l'uso dello spot in quelle zone e mercati ove questa immagine può latte" si utilizzano famiglie felici, bambini in salute, donne non in carne. Ma in fondo il latte è una bevanda sexy, devono aver pensato all'agenzia Eva di Santiago del Cile. Ed, in effetti, con la semplicità assoluta della copy "io bevo", penso che abbiano comunicato ben altro che un messaggio sensuale. Si tratta di una campagna stampa, anche con altri soggetti (dai quali si denota il concetto complessivo che vogliono lanciare): http://www.adpunch.org/entry/promolac-milk-i-drink/. Quotidiano di comunicazione e marketing, anno III, numero 86, venerdì 11 maggio 2007, pag. 10 Pubblicità sulla stampa: marzo è dei quotidiani Il fatturato pubblicitario del mezzo stampa in generale ha registrato nel mese di Marzo 2007 un incremento del + 6.1% rispetto allo stesso mese del 2006. Questo dato è la conseguenza di andamenti diversi all’interno dei mezzi stampa rilevati. I Quotidiani in generale hanno registrato, rispetto al 2006, un forte incremento sia degli spazi ( + 18.2%) che di fatturato ( + 8.9%). La tipologia Commerciale nazionale ha registrato un + 11.1% a fatturato ed un + 19.1% a spazio. La tipologia di Servizio e la tipologia Rubricata hanno registrato un aumento di fatturato rispettivamente di + 3.8% e + 7%. Queste due tipologie hanno registrato un incremento anche a spazio: + 8.1% la di Servizio e + 1.2% la Rubricata. La pubblicità Commerciale locale invece ha segnato un + 8.1% a fatturato ed un + 19.9% a spazio. Molto positivi i risultati dei Quotidiani a pagamento : fatturato a + 8.4% e spazi a + 18.3%; anche i Quotidiani Free Press registrano andamenti decisamente positivi sia a fatturato ( + 20.5%) che a spazio ( + 16.9%), seppur su valori assoluti ancora molto ridotti. I Periodici in generale hanno registrato un andamento in linea con quello di Marzo 2006: un lieve incremento di fatturato (+ 1.2%) e una flessione di - 2.4% a spazio. Si è avuto un calo sia a spazio che a fatturato per i Settimanali (fatturato – 2.5%; spazio – 4.2%), mentre per i Mensili cre- sce il fatturato (+ 5.7%) e si riduce lo spazio (- 1.7%). Le Altre Periodicità hanno registrato un incremento significativo sia di fatturato (+ 9.2%) che a spazio (+ 5.9%). Pertanto possiamo sintetizzare il commento come segue: durante il mese di Marzo 2007 si è registrato un andamento in forte crescita dei Quotidiani, sia nella pubblicità Commerciale Nazionale che Locale e sia nei Quotidiani a Pagamento che nella Free Press; migliora anche l’andamento dei Periodici che, grazie all’ottima performance dei Mensili, riportano il fatturato in attivo dopo due mesi di segno negativo. Tutti i dati alla pagina seguente Art Gallery, generare creatività per donare Caro Direttore, è inconsueto che tra noi pubblicitari ci sia qualcuno che viva la creatività come un dono da condividere concretamente. Sia chiaro, Angela D'Amelio ne fa oggetto del business della propria agenzia "Carta e Matita", ma è persona talmente innamorata del proprio dono che si vede "obbligata" a pensare e realizzare occasioni per dar spazio e condividere non alla sua (anche perchè , come sai, è particolarmente umile) ma alle tante altre creatività sotto la garanzia della propria. Ti segnalo però che oggi è andata oltre. Sono appena tornato dall'evento "Dalla Rete alla Tela" che lei ha organizzato presso lo Studio Tadini a Milano, occasione in cui ha fatto esporre gratuitamente una parte dei creativi (artisti) coinvolti in ArtGallery ed ha richiamato un pubblico di più di cento persone. Ma il fatto notevole è stato che non si è trattato di una semplice mostra, ma di un'occasione in cui le opere erano apertamente in vendita per finanziare un progetto di "Terre des Hommes". In pratica, ciò che prima era solo mecenatismo verso la "sua" creatività, ora è diventato mecenatismo per gli altri (i bimbi in guerra) "sfruttando" la creatività. In definitiva, siamo tornati ad un classico modello pubblicitario (generare risorse tramite la creatività), dimostrando che il progetto ArtGallery è finalmente uscito dalla fase di un'iniziativa lodevole, diventando una vera e possibile espressione del nostro mondo professionale, ... con la caratteristica di non interrompere nulla, anzi di creare spettacolo e contribuire a migliorare il nostro ambiente. Per questo, permettimi, Direttore, di augurare alla mia Socia Angela sempre più successo. Mario Soavi Coordinatore Regionale TP Lombardia Caro Mario, sono sempre felice di poter ospitare buone notizie, soprattutto quando questo genere di eventi arriva da persone amiche che stimo come persone e come professionisti. Sono d’accordo con te quando ricordi che la pubblicità dovrebbe mirare a generare risorse tramite la creatività. È una delle molte cose ovvie che diamo per scontata e che dimentichiamo spesso. Ma questa volta Art Gallery l’ha ricordata a tutti. GianCarlo Mercuri Quotidiano di comunicazione e marketing, anno III, numero 87, lunedì 14 maggio 2007, pag. 8 TecnoPubblicità TecnoPubblicità TecnoPubblicità briciole di pubblicità tecnologica ed estera a cura di Mario Soavi Colonna disimpegnata Questa volta non desidero dare notizie esclusive, curiosità estere, nuove opzioni tecnologiche, né impegnarmi in un lungo discorso su temi importanti o d'attualità: non di sola serietà vive il pubblicitario, ma anche di scherzi ed assurdità, messe lì per svagare e disimpegnare la testa dalle idee, strategie, investimenti, clienti, agenzie, ecc. La prima segnalazione arriva da ICTBlog, segnalato nella sua newsletter bisettimanale che fornisce tante notizie utili ma altrettanti esempi della stupidità applicata all'invenzione tecnologica. Una di queste, le "Mucche Volanti", mi sembra interessante pubblicizzarla: http:// www.ictblog.it/index.php?/ a r c h i v e s / 2 5 4 2 Muuuuuuuuuuuuuu!Video.html. Si tratta dell'ultimo esempio di gadget per uso nelle battaglie tra colleghi d'ufficio, sicuramente molto meno tecnologico della batteria missilistica USB (http://www.ictblog.it/ index.php?/archives/1942Una-generazione-di-USBMissile-Launcher.html) ma ritengo molto più divertente e coinvolgente nel lavoro di gruppo (la mucca può essere rilanciata dal collega bersaglio). Divertente è anche il video esemplificativo. Seconda segnalazione va ad uno spot tailandese che, secondo me, dovrebbe essere lanciato come annuncio di pubblicità progresso contro l'anoressia giovanile: http:// www.spareroom.co.nz/2007/04/23/feed-your-stomach-or-else/. Un po' il primo, ma sicuramente di più il secondo annuncio ha in sé un'ironia ed un'immediatezza tale (ricordate i brontolii della pancia quando si ha fame?) che sostituendo la confezione di tonno finale anche solo con un prodotto dietetico, a parer mio potrebbe riportare a ragionare tante persone oggi affette dalla sindrome della forma fisica. Terza segnalazione è una chicca individuata da AdRants: http://www.babalucio.ro/. Si tratta di un sito che offre "alibi", sì quelle scuse che alcuni di noi utilizzano per fare qualcosa, mentre gli altri pensano che ne stiamo facendo altre. Ha base in Romania e questa è la sua mission: "siamo un’agenzia italiana operante in Romania che si occupa di come farvi evadere dal vostro lavoro, lontano dagli amici, dai colleghi di lavoro e perché no, anche dalla vostra famiglia. Noi vi forniremo l’alibi, basta dirci cosa volete e noi lo realizziamo." Ma la curiosità non sta solo nel prodotto in vendita ... l'elemen- to che pare dia ulteriore garanzia del servizio sia il fatto che tutto è gestito da un siciliano: sciovinismo americano! Ultima segnalazione: senza dubbio i nostri figli sarebbero entusiasti se un giorno li andassimo a prendere a scuola in sella ad un dragone come quelli che si possono configurare sul sito http://www.eragondvd.com/volksdragon/! Ecco un sistema coinvolgente per rilanciare l'uscita del film Eragon, questa volta in versione DVD. Permane un dubbio: la lista degli accessori a disposizione è ampia, ma nulla si dice del carburante: a cosa vanno questi Volksdragon? Coinvolgere il pubblico paga Quando il mese scorso la Gazzetta ha cambiato strutturalmente il proprio sito, dando un'impostazione che apre fortemente all'interazione con il proprio pubblico, ho applaudito alla mossa molto in linea con la tendenza attuale, ma con qualche dubbio sulla sua reale efficacia in termini di business (non conoscendo i numeri dietro a questa scelta). Mi sono ricordato di tutto ciò quando mi è tornato sotto mano questo articolo (http://publications.mediapost.com/index.cfm? fuseaction=Articles.showArticleHomePage&art_aid=58689) dove Nielsen dichiara che USA Today (un quotidiano statunitense) abbia avuto un incremento del 380% delle persone che si sono registrate sul sito e del 21% delle visite totali nel primo mese di una simile transizione ad un sito più coinvolgente per il pubblico. Questi sono dati che dovrebbero far riflettere i nostri editori, ma anche le aziende che oggi perseverano a tener blindata la loro presenza online, temendo più le conseguenze di questa apertura di dialogo rispetto a quelle di un progressivo abbandono da parte del pubblico. Quotidiano di comunicazione e marketing, anno III, numero 89, mercoledì 16 maggio 2007, pag. 1 … A prova di morte Saatchi & Saatchi Moving Pictures ha realizzato per Medusa Film una campagna multisoggetto per il lancio di "Grindhouse - A prova di Morte", il nuovo film di Quentin Tarantino. Il film, in concorso a Cannes, uscirà nelle sale il 1° giugno e racconta di Stuntman Mike (Kurt Russel), un killer misogino e psicopatico che si diverte ad adescare e poi uccidere belle ragazze… continua a pag. 2 Il tasto con l’occhietto: Alice Home Tv a pag. 2 Acea, il valore dell’acqua Acea sensibilizza sul valore inestimabile dell’acqua con uno spot JWT di 30 secondi on air da oggi nei cinema di Roma e con una campagna affissione on air dal 28 maggio. Il protagonista del film è l'acqua, il gocciolìo di un lavandino. Il suono ritmico della goccia che cade crea un'attesa carica di tensione. Infatti da rubinetto, invece di una normale goccia d'acqua, si stacca un prezioso diamante che cade vicino al buco dello scarico. Intorno allo scarico, altri diamanti piccoli come gocce d'acqua, compongono l'immagine finale che veicola in maniera inequivocabile ed evocativa il valore dell’acqua. La creatività è di JWT Roma, copy e vicedirettore creativo Alessandra Amigoni art Laura De Laurentis, direzione creativa Paolo Ronchi. Il direttore creativo esecutivo è Pietro Maestri. La regia è di Leone Balduzzi per la casa di produzione CINETEAM. Audio di General Jingles. I soggetti affissione riprendono la comunicazione già realizzata su questo mezzo, selezionata l'anno scorso nell'annual dell'ADCI. I nuovi soggetti sono due immagini su una goccia di diamante e su un rivolo di gioielli che rappresenta la perdita di un lavandino. Fotografie di Marco Biondi. Comunicazione: fenomenologia degli eventi e dintorni alle pagine 8 e 9 Murdock, Dow Jones e la battaglia per l'audience globale di Mario Soavi Le motivazioni dell’offerta di acquisto di Dow Jones & Co. da parte di Rupert Murdock hanno ragioni da ricercarsi in tutti gli ambiti delle attività di News Corp., non solo nei settori stampa e televisivo, ma soprattutto in quello online. Murdock opera localmente, ma pensa globalmente, e perciò non ha senso considerare questa come una semplice operazione editoriale. Se il fine fosse consolidare la posizione dominante (globalmente oggi sopravanza di diverse centinaia di migliaia di copie il Financial Times), i vantaggi economici (trattandosi di un mezzo comunque di nicchia) sarebbero assai limitati. Né può interessare al magnate australiano il secondo giornale statunitense per diffusione (ed in crescita tendenziale, secondo quanto riporta la Audit Bureau of Circulations), benché questo sarebbe una forte garanzia, in un momento di spinta verso l’online da parte di un settore alla ricerca di riduzione dei costi (tema questo al centro dell’annuale Newspaper Association of America Marketing Conference tenutasi a Las Vegas il 28/31 gennaio scorso). Al contrario, dicono gli esperti, un elemento di forte interesse sarebbe la massa degli abbonati al giornale (1,8 milioni, che lo rende primo negli States) e soprattutto … continua a pag. 3 Quotidiano di comunicazione e marketing, anno III, numero 89, mercoledì 16 maggio 2007, pag. 3 Murdock, Dow Jones e la battaglia per l'audience globale segue dalla prima… i 700 mila all’edizione online (unico giornale nazionale statunitense a far pagare l’accesso online al sito): questi non sono solo una voce economica importante ma anche una formula di successo esportabile in altre imprese del gruppo News Corp. (stampa ed online). La motivazione più logica ed ovvia potrebbe risiedere nel desiderio di lanciare un canale finanziario nel pacchetto Fox, traendo contenuti dalla redazione di uno dei più autorevoli mezzi finanziari mondiali. Questo significherebbe ampliare il campo competitivo nell’ambito satellitare (segnando un punto contro CNN/Time), con benefici economici sia nel campo dell’ampliamento della base di sottoscrizione alla piattaforma sia in quella dell’offerta di spazi pubblicitari, il tutto localmente negli States e globalmente. Ma anche questa opzione non è poi così facilmente percorribile, soprattutto per l’attuale contratto (a scadenza 2012) tra Wall Street Journal e CNBS proprio per la fornitura degli stessi contenuti finanziari per uso televisivo. Negli ambienti pubblicitari statunitensi la tesi, infatti, è ben altra: si giudica la mossa di Murdock da inquadrare in uno scenario più largo, dove i giochi sono più nel campo dell’audience globale che nel singolo mercato mediatico. La “macchina di contatti” Murdock oggi può contare su una “macchina di contatti” straordinaria. Da una parte c’è MySpace, una community sociale che conta più utenti dell’intera popolazione messicana. Questa massa di persone già ha permesso al mezzo di rendere 25 milioni di dollari alla settimana (come dichiarato da lui stesso alla Digital Hollywood Conference tenutasi nel Gennaio a New York) ed è destinata ad aumentare ancora, mediante l’accordo fatto con Vodafone all’inizio di febbraio per dare accesso a MySpace direttamente dai cellulari serviti dal carrier inglese. In più ha tutta la propria “batteria” di mezzi di comunicazione stampa (decine di milioni di lettori in tutto il mondo), la piattaforma satellitare (oltre 300 milioni di utenti): Murdock oggi è uno dei maggiori gestori di audience del pianeta. Tra i suoi concorrenti diretti in questo speciale mercato, dall’inizio dell’anno sta avvenendo una concentrazione straordinaria. Google con l’acquisizione di DoubleClick sta aumentando la sua audience (che ora conta già almeno il 68% dei navigatori su Internet, come riferito da ComScore) anche aggiungendo al proprio pacchetto il mezzo radiofonico (mediante l’accordo con Clear Channels: più di 675 stazioni AM/FM e presto 12 community sociali online) e quello televisivo (conseguente all’accordo con Echostar per gestire le pubblicità sui suoi 125 canali satellitari a pagamento). Yahoo ha appena annunciato la propria entrata nel mondo della TV via cavo (con l’accordo pluriennale con Comcast), mentre ci sono rumori sempre più insistenti che Microsoft non voglia escludersi dai giochi ed intenda acquistare l’importantissimo network pubblicitario 24/7 Real Media (offerta di 1 milione di dollari, secondo il New York Post). In tutta questa situazione, l’unica strada che Murdock ha per mantenere una posizione dominante è quella di giocare sui contenuti. Se MySpace gli dà un vantaggio per quelli generati dalle persone, ha bisogno di una forte esclusività anche nell’informazione ufficiale, ed ecco che l’acquisizione di Dow Jones & Co. diventa (opinione diffusa tra esperti americani intervistati sull’argomento) una mossa strategica di assoluta importanza. Solo in questo modo è possibile che al tavolo della trattativa per la spartizione dei proventi pubblicitari egli possa mettersi calando sul piatto non solo audience (che anche gli altri hanno) ma anche contenuti (che invece gli altri non possono ancora vantare come lui). La vicenda Reuters e Thompson Comporation Che i contenuti siano l'altro piatto prelibato sulla tavola dei protagonisti lo si può intuire anche dalla vicenda Reuters e Thompson Comporation. L'azienda nordamericana ha annunciato ieri (http:// www.thomson.com/pdf/corporate/ TOC_Reuters_transaction.pdf) la fusione delle due realtà, la seconda specializzata nella fornitura di servizi a supporto delle decisioni e la prima in informazioni. Si tratta di una concentrazione non di secondaria importanza, anche perché è solo di pochi giorni fa l'annuncio che proprio Reuters sta chiudendo l'acquisizione di una società specializzata nell'analisi testuale al fine della ricerca delle informazioni (ClearForest). Ecco perciò ulteriormente chiaro lo scenario: da una parte ci stanno i grandi prota- gonisti della fornitura di strumenti di ricerca delle informazioni che si stanno muovendo per accaparrarsi tutti gli spazi e le piattaforme tecnologiche per gestire il massimo della fetta dell'audience globale. Dall'altra c'è una concentrazione tra produttori di contenuti ed altri soggetti specializzati nella tecnologia per gestirli, con la chiara intenzione di contrapporsi al primo gruppo. In mezzo si vorrebbe inserire Murdock, che non è nel campo della ricerca, ma vuole ulteriormente allargare il proprio portafoglio di contenuti per favorire contestualmente la sua scalata all'obiettivo del primo gruppo. Insomma, in questi giorni (con una coincidenza di tempi molto sospetta) pare che si stiano giocando le mosse per quello che sarà il futuro panorama mediatico globale. E c'è ancora qualcuno che non crede nella cosiddetta convergenza tecnologica … Mario Soavi [articolo completo ed aggiornato, rispetto a quanto uscito a pag. 4 di MF dell'8 Maggio 2007] Quotidiano di comunicazione e marketing, anno III, numero 92, lunedì 21 maggio 2007, pag. 3 TecnoPubblicità TecnoPubblicità o bb i i c l à TecnoPubblicità o bb i i briciole di pubblicità tecnologica ed estera a cura di Mario Soavi Spazi: di più, globalmente Qualcuno si potrebbe domandare quanto vale l'affermazione fatta da Maria Luisa De Lucia (Direttore Marketing Metro) durante l'incontro "Free Press, che numeri!", nel quale sosteneva che il suo giornale offriva la possibilità concreta di fare pianificazioni centralizzate ma su vari mercati continentali e non: caso vuole che qualcuno d'importante (Rick Wagoner, CEO di GM) proprio su questo punto ha incentrato il suo intervento alla Newspaper Association of America Conference tenutasi all'inizio di Maggio a New York (http://www.adage.com/video/ Player?spotId=1077&instanceId=&startId=&PageDate=&Page Title=). La premessa è importante: Wagoner ha dichiarato che la casa automobilistica statunitense non è più interessata solo alla "offerta del mese" (causa di un continuo acquisto di spazi sui mezzi, fenomeno forte anche in Italia), ma a soluzioni che siano più in linea con la razionalizzazione dei costi, come già l'impresa ha fatto nel campo del personale e delle strutture produttive. Se si guarda alle implicazioni di tutto ciò, si potrebbe dedurre che presto ci troveremo di fronte ad una riduzione degli investimenti pubblicitari da parte del settore ... eventualità che però il manager GM ha superato, dando alla platea una soluzione già possibile. Il focus del discorso sta nell'evoluzione necessaria dell'inventario pubblicitario. Si tratta di smetterla di pensare a compartimenti stagni (stampa contro televisione, online contro tutti, e così via), ma di presentarsi al cliente con un'offerta che gli contenta di scegliere strumenti di comunicazione in maniera combinata, per raggiungere più efficacemente il pubblico della marca. La necessità è quella di aumentare l'inventario, in questo seguendo la realtà delle aziende clienti, che sempre più si trovano a dover seguire i loro prospect in ambiti settoriali e territoriali sempre più globali. Ecco perciò il legame tra quanto detto da De Lucia a Milano e da Wagoner a New York: la disponibilità di spazi deve essere coerente con le strategie di business delle aziende e, se queste sono multinazionali, anche questi devono essere offerti con una logica che esula dalla territorialità e che segue molto la logica della Rete (dove il limite è solo la lingua). Ma il problema per la stampa (perlomeno americana) non è solo nel settore quotidiano. Come detto da Robin Steinberg, senior VP di MediaVest, in un'intervista sempre su Advertising Age (http://adage.com/mediaworks/article?article_id=116544) esiste anche un problema legato alla verifica di redditività sui periodici, ove il mercato chiede non più un'assicurazione sulla distribuzione media ma sulla circolazione del singolo numero. Il problema tecnico che sta in fondo a questo aspetto è serio, ma negli States già qualche editore si sta attrezzando in merito. Da una parte c'è Time Inc. che, per voce del suo senior VP John Squires, sostiene che su una massa di milioni di copie non sia preminente verificare scostamenti anche di 50.000 unità, dall'altra parte c'è il gruppo Hachette Filipacchi Media U.S. che già fornisce garanzie per le testate Elle e Car and Driver ed intende estendere il servizio a tutto il proprio portafoglio durante il 2008. Nulla da dire: l'attuale tendenza alla razionalizzazione degli investimenti da parte degli utenti pubblicitari sta provocando un'evoluzione nel mondo dei media che sicuramente porterà a grossi vantaggi a chi si adeguerà all'evoluzione dei tempi tecnologici, con conseguenze che in questi casi non saranno certo decrementi di fatturato. Idee svendute e rischiose Già il fatto che un'agenzia che partecipa ad una gara venga pagata per l'impegno ma debba cedere i diritti d'utilizzo delle idee proposte è un'aberrazione del sistema pubblicitario. Non perché solo squalifica il lavoro creativo, ma soprattutto perché tutti sanno (e fanno finta di non saperlo) i meccanismi delle gare non permettono alle agenzie di proporre "idee già pronte per l'uso" (come già dissi su Spot and Web del 27 Febbraio scorso). Ma ultimamente i clienti stanno andando ben oltre, come nel caso emblematico di Kraft nell'attuale gara d'assegnazione del budget miliardario statunitense. Come riferito da Advertising Age (http://adage.com/article? article_id=116663) chi sta partecipando alla gara riceve 25.000 dollari, per i quali è tenuto a cedere i diritti d'utilizzo delle idee ma (e qui sta la novità assurda) deve dichiarare di mantenere il proprio diritto d'autore nel caso in futuro le idee fossero utilizzate e comportino problemi all'azienda cliente. Ora, posso capire se l'agenzia potesse mantenere controllo sull'uso dei suoi elaborati, ma se ciò non è contemplato (tra l'altro creando non pochi problemi d'immagine per l'agenzia stessa, che potrebbe in teoria vedere un proprio progetto pensato per un prodotto e poi applicato ad un altro, per il quale magari si sarebbe rifiutata di lavorare). Mi pare che stiamo parlando come di una fabbrica di automobili che vende un mezzo e questo viene utilizzato per uccidere qualcuno e l'azienda costruttrice viene citata in giudizio per concorso in omicidio: ma stiamo scherzando? Mi rendo conto che il sistema pubblicitario in toto ha agito nell'ultimo periodo proprio mettendo le premesse perché l'idea creativa perda sempre più valore. Ma qui mi pare si stia esagerando, rasentando il ridicolo come quando Renee Zahery (portavoce di Kraft), commentando il fatto, ha detto: "Se le agenzie hanno un problema riguardo a ciò, chiediamo che ce lo sottopongano immediatamente". Bontà sua. Pubblicità su YouTube Finalmente c'è visibilità sul destino pubblicitario di YouTube. Il 27 Aprile scorso, rispondendo a IMedia (http:// www.imediaconnection.com/news/14687.asp) Suzie Reider, Responsabile Pubblicità di YouTube ha confermato che in estate inizieranno i primi esperimenti di pubblicità legata ai video del portale di Google. L'idea è quella di far precedere tutti i video con un breve spot e poi replicare il video in formato standard sulla colonna laterale al termine della visione. Particolare inoltre il destino di questi ricavi: saranno condivisi con i più di 1000 utenti che già hanno aderito al portale con la sottoscrizione "premium" (tutti quelli non standard). Quotidiano di comunicazione e marketing, anno III, numero 95, giovedì 24 maggio 2007, pag. 3 TecnoPubblicità TecnoPubblicità o bb i i c l à TecnoPubblicità o bb i i briciole di pubblicità tecnologica ed estera a cura di Mario Soavi L’idea è bella, non c’è che dire Non aggiungo altro al titolo se non le spiegazioni. La vettura che sembra trainare questo treno della metropolitana è la Fiat Palio 115 HP. Siamo nella metropolitana, probabilmente a San Paolo del Brasile e questa è la campagna realizzata da Leo Burnett Sao Paulo per il lancio del modello sportivo della Palio. Le pecche ed i pregi dei siti di automobili Segnalo questo articolo (http://www.imediaconnection.com/ content/14470.asp) perché riporta una recensione di alcuni importanti siti americani di case automobilistiche, evidenziandone le caratteristiche e riportando commenti assolutamente non banali. Lo segnalo anche perché le versioni statunitensi di siti di case che commercializzano anche da noi hanno finalità molto commerciali (da loro le auto si vendono anche online, mentre da noi - dopo il flop della Fiat Barchetta - ciò non avviene), elemento che in Italia è molto spesso tralasciato, causando poi di conseguenza una prevalenza di comunicazione online basata sull'esaltazione della forma più che sui possibili veri interessi da parte dei compratori. L’auto è stata collocata su un carrello ferroviario posto alla testa del convoglio e così entra in ogni stazione, visibile e godibile da parte del pubblico. Le foto non rendono giustizia all’idea: forse sono state scattate all’ingresso del treno sulla linea, pochi attimi dopo l’uscita dal deposito del convoglio. Eh sì, avrei proprio voluto vederle le facce dei pendolari all’arrivo del treno “trainato” da questa orginale, simpatica e semplicissima idea... Quotidiano di comunicazione e marketing, anno III, numero 96, venerdì 25 maggio 2007, pag. 5 TecnoPubblicità TecnoPubblicità o bb i i c l à TecnoPubblicità o bb i i briciole di pubblicità tecnologica ed estera a cura di Mario Soavi Vendere le auto con poesia Quando si parla di spot di automobili, spessissimo si denuncia il fatto che spessissimo le case automobilistiche ci facciano vedere i loro modelli magicamente in moto in strade deserte, piene di parcheggi e con passeggeri sempre sorridenti e rilassati. Ma capita anche che i casi siano diversi, ed allora eccoci quasi a stupirci per la creatività e/o inventiva e/o ironia di alcuni produttori. Chiaro esempio è l'ultima comunicazione di Audi che, per il suo modello A5, si è inventata questo spot (http:// www.youtube.com/v/9cMploGeOW0) poetico e subliminale (in senso positivo, ovviamente), eccellente per il dare le emozioni solo sottintendendo la vettura. Diversa è l'impostazione data da Volkswagen per il modello Golf in commercializzazione brasiliana. Se in prima battuta lo scimmiottamento del film Forest Gump (http:// www.youtube.com/ w a t c h ? v=3j6YoPIFD48) potrebbe sembrare "scarso", è solo al finale (con la parata di tutti i modelli) che si comprende appieno il forte valore della comunicazione (con accenno velato al club, alla comunità, valore del marchio tedesco ma anche argomento di estrema attualità). L'ultimo esempio è Renault. Questa parodia (http:// www.glossyinc.com/renault/fisherman.html) dell'auto come strumento di attrazione per la gente è stranamente stata creata da Publicis France. Aldilà del fatto che diversi colleghi americani hanno dichiarato che mai e poi mai vorrebbero vedere lo spot trasmesso a casa loro (perché velatamente ricorda immagini del 9/11 ... ma forse anche perché l'anti-francesismo è una realtà permanente), trovo il comunicato un po' lugubre ma sufficientemente ironico ed esplicativo per farlo risaltare su tanti altri. Auto veloce, pubblicità veloce? I pubblicitari dicono pubblicamente di temere i canali digitali come TiVo o Sky+, in quanto gli utenti di questi hanno la facoltà di saltare tutte le interruzioni pubblicitarie. Ecco perciò i creativi di Venables Bell & Partners che si sono inventati questo spot da 15" fatto apposta per quei mezzi (che permettono di saltare ma anche di fermarsi a rivedere) alla fine del quale sfido chiunque a non cliccare il rewind. Vecchie chiavi od incidente simulato? Il "gioco delle chiavi" come pretesto di portare il potenziale cliente in concessionaria per provare un'autovettura è "vecchio", ma non ricordo un'applicazione simile a quella fatta da Nissan in Marzo a New York: 20.000 chiavi "perse" in bar, luoghi di spettacolo, stadi ed altri posti, tutte come se fossero state veramente perse. Solo dopo averle raccolte, l'individuo scopriva che poteva andare a vedere il nuovo modello di auto su un sito e che avrebbe avuto un premio "per ritrovare le mie vecchie chiavi. Versione più tecnologica di pubblicità esterna è invece il caso di Lexus che, utilizzando una tecnologia veramente s p l e n d i d a (MonsterVision di Monster Media: da vedere a http://www.monstermedia.net/ products_monstervision.php), permette al passante d'interagire con uno schermo gigante in occasione di un incidente simulato, con facoltà di tornare indietro, fermare l'immagine per vedere il particolare, ecc.). Tra il modo "classico" e quello "tecnologico" di fare pubblicità alle automobili non stilo classifiche: ambedue molto coinvolgenti e perciò sicuramente efficaci. Quotidiano di comunicazione e marketing, anno III, numero 100, giovedì 31 maggio 2007, pag. 5 TecnoPubblicità TecnoPubblicità o bb i i c l à TecnoPubblicità o bb i i briciole di pubblicità tecnologica ed estera a cura di Mario Soavi Video online finalmente cliccabile? Quando si parla di ultime tecnologie non necessariamente s'intende una novità in assoluto, ma un'applicazione reale che dimostri la vera potenzialità dell'innovazione. Tenuto conto di questa personalissima premessa segnalo che Microsoft adCenter Labs ha realizzato la prima campagna in cui lo spot online è cliccabile. L'annuncio, apparso in primavera solo sul portale MSN, pubblicizzava i prodotti dei grandi magazzini statunitensi Kohl e permetteva (tramite un nuovo formato chiamato VHL - Video HyperLink) di cliccare sulle immagini in movimento per accedere a maggiori informazioni sull'articolo mostrato o per collegarsi al sito del distributore per procedere all'acquisto online. Immagini: se le scopri le ho Se fossi un'agenzia di contributi visivi per la pubblicità, anch'io mi preoccuperei di coinvolgere i miei clienti comunicatori con un sito intrigante e fortemente focalizzato sul mio business. "certi formati commerciali non tradizionali", come per esempio i ticker che appaiono contemporaneamente agli spot televisivi. Si tratta di una domanda fatta esclusivamente ai clienti statunitensi, ma trattandosi del servizio Monitor-Plus, il fatto potrebbe interessare anche i clienti internazionali, italiani compresi. Certo è che l'istituto si è premunito di confermare che quest'operazione ha ragione solo per soddisfare le richieste degli auditor del Media Rating Council, una specie di formalità necessaria. Ma il fatto non convince proprio tutti, come riferito da Media Planner (http://www.mediabuyerplanner.com/2007/05/11/nielsenagain-asks-clients-for-info-for-commercial-ratings/). Va detto però che lo sviluppo sempre più vorticoso della creatività nelle pianificazioni pubblicitarie (effetto da una parte dei clienti desiderosi di far risaltare maggiormente i propri annunci e dall'altra dei mezzi, disponibili ad aumentare le opzioni a disposizione per evitare l'erosione degli investimenti) non vedo come non potrebbe creare naturalmente qualche problema in chi, in maniera asettica ed indipendente, è chiamato a verificare l'efficienza delle operazioni senza poter contare sulla collaborazione di chi le effettua. Con un po' di buon senso mi verrebbe da dire: maghi sì, ma non senza limiti. L'onda si muove ecologicamente con il sole Il commento che verrebbe da fare è: le agenzie non sono poi tanto impermeabili alle nuove tecnologie, anzi riescono ad applicarle in modo tanto, ma tanto creativo. Questa affissione, pensata da DraftFCB di Toronto per il cliente WWF, è talmente semplice da sembrare naturale: il materiale di fondo è fotosensibile e permette il movimento verticale della parte più scura a seconda dell'intensità della luce che riceve. Ciò in piena sintonia con il messaggio: "I livelli dell'oceano stanno alzandosi più rapidamente che mai". Complimenti per la semplicità e l'applicazione! Segnalo questo sito (http://www.wonderfulunion.com/gestalt/? country=usa) un po'perché ho contribuito a fargli vincere un premio all'ultima edizione dei Summit Creative Awards (http:// www.summitawards.com/), un po' perché ha un titolo (Gestalt) che dovrebbe piacere molto al mio Direttore, moltissimo perché è una bella idea creativa anche formativa verso chi dovrebbe avere talmente padronanza delle forme da vincere il gioco "a occhi chiusi". Per la cronaca, io da alcuni giorni sto prendendo ripetizioni … Nielsen e i formati "non standard" Sta facendo parlare di sé l'ennesima richiesta (comunicata il 10 maggio scorso) da parte di Nielsen agli utenti pubblicitari perché essi notifichino all'istituto di ricerca quando pianificano Quotidiano di comunicazione e marketing, anno III, numero 102, lunedì 4 giugno 2007, pag. 6 TecnoPubblicità TecnoPubblicità o bb i i c l à TecnoPubblicità o bb i i briciole di pubblicità tecnologica ed estera a cura di Mario Soavi In strada, oltre che parlare ... Il mercato dei contenuti via cellulare è ancora (in Europa) troppo acerbo. Dimostrazione ne è la contrapposizione tra statistiche d'uso e nuove tecnologie in entrata. Una recente indagine da parte di M.Metrics ha evidenziato come gli utilizzatori della televisione via cellulare siano in calo, per via dei costi (45% delle risposte) ma anche per la scarsa qualità ed affidabilità del servizio (24%). Pur in questa situazione (che non è sintomo di insuccesso ma riterrei più un occhio del ciclone), in un marcato ancora più compresso del nostro (gli Stati Uniti, dove l'aspetto del prezzo è assai più rilevante che da noi) stanno nascendo nuovi applicativi assolutamente interessanti: ● uLocate (http://www.ulocate.com) sta lavorando per lanciare alla fine dell'anno la possibilità di trasmettere pubblicità sui cellulari in base al luogo ove l'individuo è in quel momento; ● Mobot (http://www.mobot.com) offre una soluzione quasi strabiliante: facciamo una foto di una pubblicità ed ecco che sul nostro cellulare siamo rimandati automaticamente sul sito o, meglio, all'offerta di prodotto on-air (con i collegamenti dove comprare); ● MobileLine (http://www.mobilelime.com) rende digitali coupon e tagliandi di offerta, abbreviando e semplificando l'acquisto in promozione. Forse la strada giusta è questa qui: consideriamo il cellulare non come uno strumento di divertimento ma piuttosto come un mezzo per facilitarci la vita (e, per i pubblicitari, per farci acquistare di più, più velocemente e più facilmente). Il secondo è di Absolut (http://adgabber.com/video/video/show? id=546804%3AVideo%3A12855) che trasforma una manifestazione di stile Anni 60 in una gigantesca guerra di cuscini (con un pay-off finale oscuro). Quando la creatività è sorprendente (ma efficace?) Questi sono tre casi in cui sono rimasto perplesso. Mi capita spesso di esserlo, di farmi sorprendere da ciò che vedo in pubblicità, ma questa volta mi sono capitati questi tre casi nel giro di pochi giorni, e devo dire che il loro modo di trasmettere un messaggio in maniera del tutto insolita mi ha lasciato il dubbio che, forse, la riflessione che imponevano minava un po' la loro chiarezza ed efficacia. Il terzo è di VolksWagen (http://adgabber.com/video/video/show? id=546804:Video:12845) per cui la Beetle diventa un palloncione con cui attraversare la strada sulle strisce (qui tutto è incentrato sul pay-off, direi improbabile). Come si dice, al lettore l'ardua sentenza. Studi scientifici sulla masticazione Il primo spot è di Corona (http://www.diangy.com/filemanager/ files/VIDEO/UNION%20-%20Corona%20%20Finishing% 20Touch.mov) che dimostra come un paradiso per la persona non possa essere completato se non da quella birra. Segnalo questo sito della gomma da masticare Trident (http:// www.tridentgum.co.uk/) perché trovo l'idea molto simpatica e coinvolgente, allo stesso livello (ma parlo sempre di pareri personali) di quella di Frisk (http:// www.adforum.com/adfolio/ r e e l _ d e t a i l . a s p ? ID=33295&TDI=VDUDdL1j&PAGE=1&bShop=True&awid=). Certo, non è uno spot da 40" e necessita la visione di un filmato di diversi minuti, ma è espressione della tradizionale ironia britannica (agenzia AKQA di Londra) spessissimo apprezzabile universalmente Quotidiano di comunicazione e marketing, anno III, numero 104, mercoledì 6 giugno 2007, pag. 1 Dolfin lancia il tris estivo e chiama mago Frassica On air Campari Sono on air sui principali canali televisivi e radiofonici i nuovi spot dei prodotti Dolfin SpA, l'Azienda catanese che ha fatto della genuinità e della tradizione il suo punto di forza. La strategia di marketing, stilata da Gaetano Finocchiaro e Giorgia Bonadies, rispettivamente Direttore Marketing e Product Manager per Dolfin, i quali hanno seguito personalmente tutti gli step delle produzioni televisive, si è orientata verso la scelta di professionisti del settore, alternando partnership consolidate a nuove join, con un obiettivo comune: conquistare il consumatore. Ideato da Ad immagine … continua a pag. 2 Gentiloni a Radio TV Forum: le piccole emittenti sopravviveranno Parte oggi, la nuova campagna stampa e outdoor di CampariSoda. Sorpresa, immediatezza, complicità e irriverenza i temi del concept creativo della campagna multisoggetto che enfatizza le icone del famoso prodotto - la bottiglietta conica, il tappo futurista e l’inconfondibile logo. La creatività dei soggetti, firmata dal Gruppo DDB, richiama e reinterpreta i visual del prodotto: la bottiglietta disegnata dal futurista Fortunato Depero. La pianificazione, curata da Mindshare, coinvolgerà per tutta l’estate quotidiani, free press, settimanali e mensili, nonché il circuito metropolitano ed estivo delle Promocard. E’ prevista inoltre una pianificazione nelle Stazioni Metropolitane di Milano e Roma nonché una comunicazione capillare sul circuito “Grandi Stazioni” che coinvolgerà le principali stazioni ferroviarie italiane. Si è svolto l’incontro con il Ministro Gentiloni a RadioTv Forum 2007 di Aeranti-Corallo che si tiene presso il Centro Congressi dell’Hotel Melià Roma Aurelia Antica a Roma. Sala gremita e relazione del coordinatore AerantiCorallo, Marco Rosignoli, che ha esposto le problematiche di attualità del settore, dal ddl Gentiloni al digitale terrestre televisivo, dai possibili scenari per una transizione radiofonica digitale diversa dal Dab alle problematiche dei contributi statali per l’emittenza locale e alle provvidenze previste dalla legge sull’editoria. Rossignoli soffermandosi sul ruolo dell’emittenza locale sul territorio ha sottolineato che “Aeranti-Corallo ritiene inoltre indispensabile che il futuro quadro normativo rafforzi il ruolo centrale Paolo gentiloni dell’emittenza locale relativamente all’informazione a radio TV Forum sul territorio, sopprimendo le disposizioni normative che prevedono la stipula da parte della concessionaria del servizio pubblico di contratti di servizio regionali e ribadendo il divieto per gli enti locali di svolgere attività radiotelevisiva.” Il Ministro ha affermato che “convivranno nel futuro la tendenza di globalizzazione tra i grandi gruppi in contrapposizione a quelle realtà, rappresentate dalle locali, che hanno ragione di esistere perché sono legate al territorio e alla comunità”. “Per riequilibrare il mercato ci vogliono” ha aggiunto Gentiloni “risorse economiche e tecniche, nonché la possibilità di rivedere le rilevazioni degli indici di ascolto”. Storicamente insieme L'occasione è stata la D5 conference, tenutasi il 30 maggio scorso. Fino a quando non sono effettivamente apparsi insieme sul palco, si sono seduti ed hanno iniziato a parlare, nessuno era certo che ciò potesse succedere. Tale è stata ed è la rivalità tra le impostazioni di Mac e PC che sembrava quasi impossibile che i due "profeti" dei sistemi operativi proprietari potessero accettare di confrontarsi. Poi è successo: Steve Jobs e Bill Gates si sono parlati. le due filosofie si sono espresse, in un dialogo che ha mostrato le linee di sviluppo attuale e le tendenze future di ciò che gestirà la nostra vita informatica: con spazio per le battute, alcune veramente esilaranti. Storico, da vedere e rivedere. m.s.