1/11/03 gorakhpur - india

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1/11/03 gorakhpur - india
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20/05/04 PUNO
Beh, che giornata avventurosa! Finalmente risveglio easy e niente più barca per la Isla del
Sol…sono andata a scalarmi la collina che molto appropriatamente si chiama Cerro Calvario,
con i bambini boliviani che correvano su per gli scalini e io sul punto di sputare un polmone da
un momento all’altro. Bella vista dalla cima, sul lago che da qua sembra mare (a 3800 metri!),
la città, la spiaggetta con le barche…fantastica Copacabana! E poi il bus per Puno, in teoria 3
ore easy che sono diventate 5 abbastanza emozionanti…frontiera boliviana col tipo che mi dice
“Emanuela, no te vayas!” , e frontiera peruviana…l’ultima per questo viaggio, la prossima che
attraverserò sarà quella dell’UE, senza timbri e a un passo da casa, a Madrid.
Simpatico il cartello che invita i peruviani a non andare in Bolivia perché sono stati annunciati
blocchi stradali “e i cittadini peruviani potrebbero essere per giorni lontano da posti dove
dormire, mangiare e ATMs” – ah beh, le ATMs! Anyway, simpatico perché un’oretta dopo
incontriamo esattamente un roadblock – in Perù: massi in mezzo alla strada, non passa nessun
veicolo. Tutti giù per terra, a camminare per un’ora con i nostri zaini in mezzo alla gente che
manifestava per fortuna in modo tranquillo, ovvero stava semplicemente lì, e sperando che
tranquilla restasse…col tipo del bus che ci diceva di non fare domande e non fare foto, e noi
che cercavamo di passare inosservati, abbastanza difficile per un busload di backpackers,
bianchi, 20 cm più alti di qualsiasi peruviano, con zaini e vestiti occidentali. E intanto qualcuno
si è improvvisato imprenditore trasportando su specie di risciò locali i bagagli dei backpackers
più pigri. Alla fine hanno mandato un bus a prenderci da Puno dall’altro lato, superfigo by the
way, spero sia lo standard peruviano…in tutto questo ambaradan ho ritrovato Shana,
l’americana di Bariloche, anche lei camminante con il suo zaino e che sta tornando a Cuzco per
svutare l’appartamento e tornare negli States, e ho conosciuto una francese, Isabelle, che ho
seguito in ostello e con cui poi sono andata a cena. E mi ha raccontato di essere stata
strangolata e derubata a un mirador fuori da Arequipa…fa il paio con l’inglese derubato dopo
che il barista gli ha drogato il drink a Santiago e che si è risvegliato il giorno dopo nella sua
stanza in hotel con un bel mal di testa e senza portafoglio. E il blackout a La Paz quando io e
Ivan eravamo nel ristorante con tutti gli Israelis e non ci siamo accorti di niente, a quanto pare
tutti si sono barricati in casa perché ogni volta che manca la luce ci sono un sacco di furti. E
quelli che aspettavano di fare il giro in bici con Eco Adventure e della gente è passata e gli ha
portato via gli zaini. Insomma, per ora mi è andata bene e spero che continui così per quello
che rimane…fingers crossed!
Mentre facevamo cena hanno fatto vedere il blocco stradale al telegiornale: in pratica siccome
non erano soddisfatti del sindaco, due settimane fa l’hanno gentilmente fatto fuori, gli assassini
sono stati arrestati e ora la gente protesta per la loro liberazione. E nel filmato c’era la sfilata
dei backpackers con gli zaini in mezzo alla dimostrazione…pretty cool. Abbiamo fatto un giro
per Puno, meno brutta di come dicono tutti e con parecchia gente in giro contrariamente a
Copacabana. Sembra tutto pulito e moderno, e pieno di venditori molto molto insistenti – ma
un maglione di alpaca costa 20 soles, bargain! Non credo di averlo ancora scritto, ma in Bolivia
mi sono veramente sentita turista ricca in paese povero, tipo ieri noi con gli occhiali da sole e i
vestiti occidentali in mezzo ai contadini con gli asinelli pulciosi e scheletriti. Non che in Asia mi
confondessi di più con la gente del posto, ma qui non ci sono namaste e sabadee, ti squadrano
e basta. Forse è lo stesso modo in cui guardiamo loro, come qlcs di strano ed esotico, ma è
strano vedersi restituire questo sguardo. Qualcos’altro su cui pensare in queste ultime
settimane di viaggio.
21/05 PUNO
Giornata di tours, iniziata con le Islas Flotantes dove sulla barca ho ribeccato una serie di
personaggi visti scarpinare ieri in mezzo al roadblock e/o sulla barca dell’Isla del Sol. Carine le
isole, molto meno peggio di come me le aspettavo, ma chissà come si chiamano in italiano le
totora reeds di cui sono fatte. La cosa più interessante? Il norvegese che 20 anni fa ha pensato
che gli Uros fossero polinesiani, dato che hanno tutte le dita dei piedi lunghe uguali e che titi
vuol dire gatto in Polinesia e puma nella lingua degli Uros, e per dimostrare la sua tesi si è
fatto dare una canoa di totora e 3 mesi dopo è approdato in Polinesia!
Pranzo con un tedesco incontrato sulla barca e poi tour alle torri funerarie di Sillustani, che
annovero nell’elenco di bunch of rocks…più interessante cercare serpente rana e lucertola
scolpiti da qualche parte sulle torri, e ficcare il naso a casa di qlcuno con la casetta per i
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porcellini d’India (a forma di casetta – nb qua i porcellini d’India si mangiano) e per cena
patate bagnate in zuppa d’argilla (yuck!).
Per aggiungere tranquillità alle ultime cose successe e sentite, la guida ci ha detto di non
uscire la sera causa gruppi di ragazzini ubriachi e armati di coltello…quindi mi sono armata di
banane e mandarini per cena (vorrei sapere da dove arrivano tutti ‘sti mandarini, a 4000
metri!), poi Internet e domani bus per Cuzco!
22/05 CUZCO
Il viaggio in pullman più eterno della storia, in realtà solo 8 ore ma dovevano essere 6 e il bus
continuava a raccattare gente e ogni tipo di venditori (la migliore? La tipa che è salita con un
sacco pieno di polli credo macellati e li smontava a mazzate di coltello direttamente sul
pullman). Cmq alla fine ce l’abbiamo fatta ad arrivare a Cuzco e con Tsur, un israeliano
incontrato un paio di volte negli ultimi giorni e mio vicino di bus, siamo andati in cerca di un
posto dove dormire, tutti pieni o purkeria, fino ad approdare alla YHA su cui mi ripeto, mi costa
ammetterlo ma è una figata, super-nuova e pulita e con una vista spaziale sulla città…il prezzo
da pagare per la vista è che c’è da farsi una scarpinata in salita da spezzare le gambe! Cena in
un posto super-bargain dove per 12 kazzilli ci hanno dato vino garlic bread l’immancabile
minestra pizza limonata e crepes con dulce de leche. Poi a recuperare gli zaini che avevamo
lasciato in uno degli ostelli che erano pieni, Internet e chiacchiere con gli altri abitanti
dell’ostello.
23/05 CUZCO
Dopo essere collassata (con la luce accesa) alle 10 e non aver sentito nessuno degli altri
abitani rientrare, mi sveglio con la pancia un po’ sconvolta (acqua della limonata di ieri sera?
Mmh…), placo il tutto impasticcandomi e vado a prendere il bus per il mercato di Pisac, dove
passo un paio d’ore comprando souvenirs assortiti (wooly hats per tutti!), poi ribecco
l’olandese del bus Copacabana-Puno che mi offre un caffè, poi lui riparte per il Sacred Valley
tour, io riprendo il bus e passo un pomeriggio svacco in ostello a godermi il panorama, scrivere
cartoline e chiacchierare con un po’ di altri abitanti; e poi vado in cerca di info per tour vari
incontrando nel frattempo Russ e Vicky, lui reduce da un ciclo di punture antirabbiche dopo
essere stato morsicato da un cane a La Paz.
Recupero in ostello Abi, inglese, e Michael, ½ inglese e ½ giamaicano, con cui andiamo prima
a fare una cena messicana per 10 soles con i soliti freebies (garlic bread, pisco sour, nachos) e
poi in un altro locale a vedere Lost in Translation – molto bello, questo posto sarà pure
Gringoland ma mi piace parecchio! A Abi va il premio per la love story più assurda mai sentita,
quella dei suoi genitori: lui a Roma a insegnare inglese, lei a fare l’infermiera, epoca del sesso
libero, lei va a letto con lui su consiglio di un’amica che aveva già dato, lui si innamora di lei
vedendola poi a una festa in un bad trip di LSD…poi vanno in campeggio in Scozia e decidono
improvvisamente di sposarsi, con la moglie del parroco e un vigile come testimoni, senza che
parenti e amici sapessero niente, e senza foto perché some al soltio avevano finito i rullini.
Anello di lei, uno dato da un ex fidanzato che si dilettava di esperimenti chimici e le avevo fatto
un anello con pezzi d’oro sgamati in giro. Anello di lui, comprato di seconda mano un paio
d’anni dopo, e ovviamente con i nomi di qlcun altro…e 30 anni dopo sono sempre sposati e
hanno ancora gli stessi anelli! Beh, complimenti per la storia!
24/05 CUZCO
Giornata superculturale, ho comprato il famigerato boleto turistico e ho passato la giornata in
giro per musei vari, ho visto veramente di tutto dai presepi di terracotta ai quadri degli
arcangeli con l’archibugio, per poi tornare in ostello verso le 4 in preda a overdose culturale e
passare il resto del pomeriggio a kazzeggiare con gente dell’ostello, per poi andare a cena con
un allegro gruppetto di Brits (Abi, 2 James e 2 Michael) a farci prima trascinare nei ristoranti e
poi nei locali…ho free drink vouchers per i prox 6 mesi!
Gran bella serata cmq, e super-simpatici i Brits…mi fanno sempre più venire voglia di
traslocarmi dalle loro parti! Ah, la macchina foto a quanto pare è definitvamente morta, corto
circuito da umidità ovvero pioggia del Mount Cook, peccato, ma magari si può aggiustare e a
casa cmq di macchine foto ne abbiamo a sufficienza…
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25/05 CUZCO
(Qs posto mi piace sempre di più, è bellissimo e mi sto divertendo un sacco, mi sa che sarà
dura andarsene…)
Mega-sveglia presto, colazione con Christian (l’austriaco) e Nicholas (francese) in terrazza e
poi con Michael a fare il Sacred Valley tour, bargain a 16 soles (Christian l’ha pagato 25 USD!)
e very good value visto che è durato 11 ore, abbastanza una mazzata però posti veramente
belli, a partire da Pisac dove ho trovato il famoso posto della cheesecake (very good!) e dopo il
mercato siamo andati a scarpinare sulle rovine, poi Urubamba dove siamo sfuggiti a un buffet
nel ristorante stabilito a 15 soles per un pasto in quello di fronte a 4, poi Ollantaytambo con
fortezza e terrazze inca che a dire della guida sono a forma di lama con cucciolo a fianco (sì,
come no) e per finire a Chinchero a vedere una chiesa con begli affreschi su pareti e soffitto,
ovviamente costruita su un tempio inca, e le ovvie bancarelle di tessuti e artigianato, mai vista
tanta roba come oggi…
Torno a Cuzco (ah, attenzione: in quechua vuol dire ombelico del mondo e secondo la guida in
Italia c’è una canzone che dice “Cuzco è l’ombelico del mondo”…sì bravo!) distrutta e
raffreddatissima, vado a leggere la mail e ne trovo una di Russ e Vicky e una di Shana che mi
danno appuntamento in due posti vicinissimi più o meno alla stessa ora…cioè quando stavo
leggendo la mail! Salto su un taxi e recupero tutti quanti, facciamo cena insieme in un posto
veramente carino e poi in un bar svaccoso a bere birra cusqueña, chiacchierare e ascoltare un
amico di Shana che suonava…nice seeing you again guys :)
26/05 CUZCO
Mi sveglio stranamente alle 7 e nella stanza ci siamo solo io e Christian, dove sono tutti
quanti? Tutti quanti sono altri 2 inglesi (Abi, Michael e 1 James sono partiti, lei per Lima, i
ragazzi per Machu Picchu), che sono tornati tipo alle 10 di mattina dopo una pesante drinking
session…
Colazione con Christian all’ostello di fianco, dove ho ribeccato lo spagnolo del bus di Puno che
ci ha dato un po’ di dritte per Machu Picchu, e poi mi ha chiamata il Pasquale :), che bello
riuscire finalmente a sentirci…non vedo l’ora di rivedere le mie streghette quando torno!
In giro per chiese nella città, passeggiata nella bellissima zona di San Blas, tutta via ciottolate,
casette bianche con finestre blu, gallerie d’arte e caffè trendy, e poi city tour con James e
Christian, cattedrale (con affresco dell’ultima cena con guinea pig sul tavolo), convento Santo
Domingo schiantato sopra un tempio inca, e poi le rovine fuori dalla città, Sacsayhuaman (o
sexy woman) e dintorni, nice bunch of rocks se non fosse stato per la guida che ci faceva
districare tra fonti della giovinezza, altari sacrificali e resti di templi e fortezze – una cosa che
mi piace un casino sono le pietre piatte su cui versavano l’acqua e le usavano come specchio
per vedere le stelle.
Torno abbastanza febbricitante, in tempo per scoprire che domani c’è lo sciopero dei bus (a
quanto pare c’è una dimostrazione contro il presidente e in qs modo la gente non può arrivare
alla manifestazione), quindi Machu Picchu aspetterà un altro giorno, ne approfitto per farmi
una dormita e svegliarmi spero un po’ più in forma domani.
27/05 CUZCO
…Guarda un po’ che bel diario ho recuperato per le ultime 2 settimane…dunque, oggi era il
giorno in cui dovevamo andare a Machu Picchu ma siccome c’era lo sciopero dei pullman siamo
rimasti bloccati a Cuzco e ci siamo dedicati al kazzeggio intensivo – no more Inca walls &
colonial churches per un po’! Colazione in una bakery con Michael e Christian, incrociando nel
frattempo Russ e Vicky, e poi siamo andati a dare un’occhiata alla famigerata manifestazione,
devo dire abb deludente per essere il Sud America, ma in TV facevano vedere gli appropriati
tafferugli e lanci di pietre e lacrimogeni…fuori città a quanto pare, a meno che non fosse un
filmato di qualche altra manifestazione. Nel frattempo ho cercato su Internet qlcs su ciò che
succede nel paesello con il roadblock al confine con la Bolivia, a quanto pare qualche gg dopo il
mio passaggio hanno mandato 300 soldati per calmare gli animi e ora stanno pensando di
dichiarare lo stato di emergenza…un tipo incontrato in ostello che è passato il gg dopo di me
mi ha detto che il bus davanti al loro è stato mezzo distrutto e che il loro autista ha pagato 150
soles ai dimostranti perché gli lasciassero fare marcia indietro, per poi prendere un’altra strada
che li ha portati a Puno in “sole” 10 ore…beh, anche stavolta mi è andata bene!
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Pom all’insegna del cinema, anche se molti posti erano chiusi e sprangati credo per paura di
quello che poteva succedere nella manifestazione…abbiamo visto “Once upon a time in
Mexico”, e poi mi sono fermata per vedere “The girl with the pearl earring”, di fianco a un
americano che sta facendo il giro del mondo con moglie e figli…ma che figata! Tutti e 2 i film
introdotti da un video dei Guns, e da una strana pubblicità di una crema antirughe che poi è
diventata il trailer di Resident Evil…mentre prima di “Lost in translation” c’era un documentario
sulla musica reggae! Poi sono andata a cena con Christian, Dave (l’irlandese del nostro dorm)
e un suo amico, e poi finalmente ad approfittare di happy hour e free drinks in giro per
locali…e domani tentiamo la fortuna con Machu Picchu, speriamo di non avere problemi con i
biglietti!
…ah, ieri ero malaticcia e con la febbre ma dopo 11 ore di sonno mi sono risvegliata in forma!
28/05 QUASI AGUAS CALIENTES
Sveglia, colazione e poi inizia l’eroica impresa di arrivare a Machu Picchu, the cheap way. Con
Michael e Christian, e recuperando poi sul bus Maria, argentina hippy abitante a Barcellona
incrociata nel tour delle rovine di Cuzco (“sexy woman” e dintorni), abbiamo preso prima il bus
per Urubamba (bello il paesaggio, visto con la luce e non tra le tenebre del Sacred Valley tour),
poi quello per Ollantaytambo, abbiamo comprato i famosi biglietti e poi è iniziata l’ardua
impresa di fare passare 8 ore a kazzeggio, seduti tra un bar e l’altro e infilandoci in mezzo
anche una passeggiata per la metropoli e varie scene di vita di villaggio: matrimonio con sfilata
in andata, sfilata in ritorno e successiva festa, maialino prima caricato vivo su una macchina,
poi passatoci davanti in versione cadavere e poi in via di scuoiamento a una fontana, asinelli e
tori che correvano tranquilli per la via principale, omini col carretto della frutta, e una serie di
backpackers visti e rivisti in varie occasioni in giro per il Sud America – compreso uno degli
americani in outdoor course di Bariloche, 2 tipe inglesi che non so più dove ho visto, e un
terzetto di israeliani con un tipo carino che ho già beccato un paio di volte da Copacabana in
avanti. Dopo innumerevoli pranzi, cene, caffè, chocolate bars e people-watching intensivo ce
l’abbiamo fatta, e siamo sul treno super-packed ma devo dire molto più bello di come me
l’aspettavo – non per niente costa 12 USD per tipo un’ora e mezza di viaggio…ora ci rimane
solo da trovare un posto decente dove dormire, e domani Machu Picchu!
29/05 AGUAS CALIENTES
Scesi dal treno insieme a una marea d’altra gente, veniamo ovviamente ricevuti da un plotone
di touts di ostelli & co., e finiamo tutti quanti in una stanza da 4 in un posto non male - poi io e
Christian decidiamo di uscire per una birra e magicamente in giro non c’è più nessuno!!
Dopo la birra torniamo a nanna (tra l’altro nel frattempo ho attaccato il raffreddore pure a loro,
sorry!) e ci svegliamo alle 7 pronti per una salita molto easy a Machu Picchu (a nessuno è
passato neanche per la mente di vedere l’alba), colazione tranquilli e poi bus fino su. E così
finalmente abbiamo visto anche Machu Picchu, devo dire meno affollato di quello che dicevano
tutti…niente señoras in posa con il lama di fianco o voli in elicottero sopra le rovine, ma forse
perché il governo controlla il numero di turisti che arrivano ogni gg tra permessi dell’Inca Trail
e biglietti del treno, e anche perché il tutto è decisamente in culo ai lupi…
Michael è stato reclutato più e più volte per fare foto da gente con macchine foto sempre più
complicate (vista la sua nota antipatia per i maniaci delle foto, il massimo a Ollantaytambo
mentre diceva “non so perché uno voglia farsi fotografare con una pietra” e mezzo secondo
dopo arriva uno a chiedergli di fargli una foto), io sono stata scambiata per Scouser per il mio
accento (fa il paio con Ireland, Germany e Ontario-Canada), Christian ci ha trattenuti con il suo
discutibile humour austriaco e i suoi “amazing”, e poi tutti e 3 siamo saliti a Huayna Picchu, da
cui non si vedeva per niente la famosa forma di condor, ma Machu Picchu visto da lì, nella sua
dimensione e posizione incredibile sul fianco di una montagna, era molto più impressionante
che camminarci in mezzo, dove l’effetto “another bunch of rocks” era sempre in agguato.
Scesi dalla montagna ci siamo dedicati al people-watching, sempre very entertaining, e
abbiamo concluso che la persona media che fa l’Inca Trail è un americano ciccione dai 60 in
avanti…il gruppo migliore ha fatto un cerchio tenendosi per manina e dicendo non so che
stronzate New Age prima di salire la montagna, poi sono partiti tutti a toccare una roccia per
caricarsi di energia o qlcs del genere, a quel punto parte Michael per i suoi 5 minuti da hippy, e
noi “can you feel the energy?” lui “I can feel a rock” e un tipo di fianco a lui “that depends on
you”…ti prego!!
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Dopo aver risparmiato 10 USD grazie alla mia sempre super student card made in Bangkok,
decidiamo di risparmiarne altri 4.5 e di scendere a piedi lungo innumerevoli scalini…torniamo
ad Aguas Calientes abb distrutti, riusciamo prima a imboccare la strada sbagliata (in un paese
che è un buco – e notare che non essendoci macchine, nella via principale di Aguas Calientes
non c’è una strada ma la ferrovia, che passa a circa un metro da negozietti e ristoranti!), poi a
recuperare del sapone visto che su 4 non c’è uno che l’abbia portato (che laidi!), poi a farci una
doccia e infine a scegliere uno tra i ristoranti-pizzeria tutti uguali della città con gruppo che
suona musica andina (comprese inedite versioni di Let it be e Mezzogiorno di fuoco), dove fare
pranzo/cena all’alba delle 5. Adesso andiamo a bere qlcs e poi tutti a nanna perché domani
dobbiamo svegliarci alle 4.30 per prendere ‘sto c… di treno!
30/05 CUZCO
Ok, siamo riusciti sia a svegliarci che a prendere il treno, successone completo e our claim to
fame è una spesa totale di circa 35 USD rispetto al centinaio che chiedono le agenzie per la
stessa cosa, e il doppio per i vari treks che ci arrivano comprese le altre variazioni dell’Inca
Trail su cui rimane il problema delle settimane di attesa. Tra i vari aneddoti dell’Inca Trail, i 2
inglesi che non avevano abb soldi per il treno (a Aguas Calientes non ci sono ATMs) e sono
dovuti tornare a piedi fino a Ollantaytambo (30 km, 7 ore e poi uno è uscito a bere fino alle 6
di mattina e il gg dopo è andato a fare bungee jumping!), e la coppia di Ozzies che hanno
preso il posto di qlcuno che aveva cancellato e l’agenzia gli ha prodotto all’istante una carta
studenti per lei, e una (attenzione!) patente inglese per lui…
Siccome siamo dei signori, a Cuzco ci siamo tornati in taxi (costava 1000 lire in più del bus), e
fino a Urubamba ci hanno fatto compagnia l’americano incontrato a Bariloche e due inglesi
incontrate a Tiwanaku: loro 3 nel cofano (per fortuna era una station wagon), noi 4 dietro e
davanti l’autista e un altro tipo…totale 9, e difatti ci hanno fermato gli sbirri, ma a quanto
abbiamo visto l’autista li ha placati con qualche soles.
Arriviamo a Cuzco e tanto per cambiare c’è una parata, ma sempre che sfilano ‘sti qua? Ho
comprato il biglietto del bus per Arequipa qs notte (in teoria mega lussuoso, con cena
colazione e soprattutto riscaldamento…staremo a vedere), chiacchierato con un po’ di gente in
ostello tra cui un inglese che cercava di farmi convincere la fidanzata peruviana che
l’Inghilterra è un bel posto per andare a vivere, un giro su Internet e ora mi aspettano pranzo
con Michael e Christian e pomeriggio di shopping di regalini vari (wooly hats per tutti!) prima
del bus per Arequipa.
//Dopo aver comprato wooly hats per tutto il mondo, ho mandato un po’ di applications su
Internet e ho ribeccato Michael n°2 (anche noto come “give me a break”) in ostello…e dopo
una lunga attesa e un taxi diviso con l’inglese e la sua fidanzata peruviana ora sono sul bus,
abb figo anche se non si camizza (e anche se in agenzia mi hanno stra-overcharged) però per
ora sembra caldo…vediamo se arriva ‘sta cena, speriamo di riuscire a dormire e soprattutto
che spengano il video di Nek e compagni!
Una nota sui bus non cama: complimenti a chi ha progettato i sedili stile “arma a doppio
taglio”, che se li reclini ti va il sedile in avanti e perdi spazio per le gambe…scoraggia chiunque
e reclinarti di brutto il sedile addosso perché poi non avrebbe più posto per le gambe, e bravi!
31/05 AREQUIPA
La cena è arrivata, la colazione no e ovviamente il bus era gelido…per fortuna mi manca solo
più una notte di bus (per Nazca), sennò prima o poi entro a far parte delle mummie congelate
del museo di Arequipa…
Anyway, all’alba delle 5 e mezza arriviamo ad Arequipa e ci dirigiamo tutti e 3 (io, inglese
David e peruviana Elvira) nel posto consigliato da Russ e Vicky a cui ho anche restituito le
chiavi che si erano portati via per sbaglio. Mi fiondo a letto fino alle 9 e mezza e mi risveglio in
tempo per la famosa colazione consigliata da Russ e Vicky: caffè, pane, marmellata, succo
d’arancia, uova e attenzione: pancakes! Però! La tipa dell’ostello mi dà una mappa della città e
poi inizia a barrare tutte le zone dove non andare perché è pericoloso – mi rimangono circa 6
isolati, bene! Inizio il giro cercando di farmi spostare il volo di ritorno dal 22 al 12 ma a quanto
pare sono tutti pieni fino al 21 – ci riproverò a Lima metti che qlcuno cancella, e intanto vedo
di attrezzarmi con un piano B – magari vado a Huaraz, se ‘sti trek non sono tutti a 6000 metri
come qua…
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E poi mi sono data alla visita della città, con il centro pieno di edifici coloniali con bellissimi
cortili porticati e colorati, o facciate scolpite nella pietra di sillar, una pietra biancastra
vulcanica di qs parti (Arequipa è circondata da vulcani, snowcapped e non). In Plaza de Armas,
oltre alla cattedrale, ho ovviamente trovato una manifestazione (oggi ce l’avevano con i
fumatori), nei dintorni una bellissima cappella dipinta di foglie e animali intricati e
coloratissimi, e poi sono andata a vedere lo splendido monastero di Santa Catalina, un labirinto
di celle e chiostri con le pareti dipinte di indaco e arancio, le stradine lastricate con lanterne e
vasi di fiori, i chiostri pieni di dipinti sulle pareti, e la solita serie di ritratti di santi e Madonne
(e gli inquietanti ritratti post-mortem delle suore – con gli occhi chiusi e una gran brutta cera).
A seguire, il Museo Andino con la famigerata mummia congelata (“Juanita”) della bambina Inca
sacrificata al dio del Sole più o meno 500 anni fa, e ritrovata negli ultimi anni su un vulcano
qua intorno conservata dal ghiaccio, con tutto un ambaradan di offerte intorno, insieme ad altri
bambini sacrificati che ora stanno nei frigoriferi del museo. Non è che sia rimasta
particolarmente esaltata, cmq come si dice, been there, done that. Ho poi ribeccato David e
Elvira che mi chiamavano da un bar sulle arcate della piazza, e dopo un caffè con loro e cena
dagli Hare Krishna me ne sono tornata in ostello e riimpacchettare lo zaino con tutte qs new
entry di wooly hats prima della partenza di domani per il Colca Canyon.
01/06 CHIVAY
Altra mega-colazione e poi partenza per il tour insieme a 3 inglesi, 2 australiane abb
antipatiche e 2 coppie di peruviani molto simpatici. 5 ore di guida tra cui non poteva mancare il
passaggio a 5000 metri (vediamo se funziona ‘sto mate de coca, altrimenti altitude sickness
here I come again!), per il resto abbiamo fatto il pieno di lama, vigogne, cascate ghiacciate
(pare che qua di notte vada a -20°, che beeeello!), alitipiani aridi, vulcani e pessima musica da
Michael Jackson a Laura Pausini ai New Kids On The Block! Arrivati a Chivay, che ci spunta in
fondo alla vallata in un setting niente male, anche qui ci annunciano che ovviamente c’è una
manifestazione, a quanto pare perché i 6$ del biglietto per visitare la valle non vanno alla
gente di qua ma direttamente a Lima…fair enough, speriamo che ci facciano passare
domani…vorrei sapere chi si alza alle 5 di mattina (come noi domani) per andare a bloccare i
turisti! Chivay non è male considerando quant’è sperduta…ha un mercatino artigianale, la sua
brava Plaza de Armas e le donne vanno in giro con splendidi vestiti e cappelli superricamati…ovviamente lo stesso motivo ritorna in varie borse cinture e portamonete da vendere
ai turisti. Dopo l’ennesima accoppiata cheese sandwich/orange juice (ormai il mio menù tipico
peruviano) ora me ne torno in hotel a leggere e scrivere cercando di non ibernarmi (perlomeno
essendo in una tripla posso fregarmi 2 coperte altrui, e poi ho la mia nuova super-coperta
peruviana che sarà interessante far entrare nello zaino), gli altri vanno alle hot springs ma io
ho ancora il mio super-raffreddore cuzqueño quindi sarà per la prox volta, aspetto la iperturistica cena-con-danza-tipica…
//…che era esattamente abb una purkeria, cmq sono sopravvissuta anche a questo e ora spero
di avere finito con i flauti andini…munita di 4 coperte (qua fa freddissimo, tanto per cambiare)
ora me ne vado a nanna, domani ennesima levataccia (alle 5) quindi spero che i condor ci
degnino della loro presenza!
02/06 AREQUIPA
Dopo una nottata passata prima a vomitare (l’accoppiata freddo+botta di altitudine come
sempre si rivela fatale) e poi a dormire con felpa e 6 coperte, alle 5 tutti in piedi al freddo e al
gelo per fare colazione e poi partire per la Cruz del Condor, con un paio di tappe in villaggi vari
dove alle 7 di mattina erano già tutti pronti nei vestiti tipici a fare danze folkloristiche e posare
con lama addobbati a festa – alle 7 di mattina, e con un freddo incredibile! Un paio di
miradores, niente protesta e poi eccoci alla Cruz del Condor – devo dire che all’inizio l’idea di
svegliarmi alle 5 di mattina per vedere degli uccelli svolazzare mi ispirava poco, ma se il
canyon era abb poco canyonoso, i condor erano veramente impressionanti – 3 metri di
apertura alare che ti planano direttamente sopra la testa, non male! Dopo un paio di
chiacchiere con l’italiano più antipatico della storia, incrociato parecchie volte negli ultimi
giorni, si riparte per pranzo a Chivay e ritorno in cui ho dormito quasi tutto il tempo mentre la
radio passava dagli Oasis alla musica cheesy anni ’80 al sessuologo al telefono…Ora
merenda/cena da Govinda, poi Internet, doccia e nanna di brutto! E fingers crossed per la
Iberia che forse riesce a spostarmi il ritorno al 14…
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03/06 AREQUIPA
Ok, volo spostato al 14…fra 12 giorni sarò a casa! E visto che il tempo non mi manca, ho
deciso che il viaggio in bus per Nazca me lo faccio di giorno…costa di meno (di gg non ho
bisogno di chissà che bus lussuoso) e non mi congelo, magari se riesco a farmi passare tosse e
raffreddore prima di tornare non è male…Nel frattempo il giornale annuncia 82 casi di
polmonite ad Arequipa, e 31 morti di polmonite a Cuzco…non è che dico a caso che ho tutto
‘sto freddo!
L’ultima giornata ad Arequipa la passo tra commissioni e kazzeggio, riuscendo a infilarci in
mezzo anche la visita a una bella casa coloniale, i compiti di inglese di un ragazzino incontrato
su una panchina di Plaza de Armas, e l’ennesima manifestazione (oggi ce l’avevano con il
prezzo della benzina). Che bello qs posto, anche qui come a Cuzco mi piace di più perdermi tra
viuzze e cortili che vedere i monumenti ufficiali…
Ah, oggi si è rotta la sveglia numero 4 (!), ma per i giorni che rimangono ho deciso di fare
senza.
04/06 NAZCA
Bueno, la tipa dell’ostello invece di prenotarmi il pullman per qs mattina me l’ha prenotato per
questa sera…indi per cui, alle 7.30 di mattina eccomi alla bus station in cerca di un bus per
Nazca, con il primo che parte a mezzogiorno…Un paio d’ore su Internet, ora sono spalmata al
sole a bere un tè e poi in teoria mi aspettano 9 ore e mezza di bus e i tipi dell’ostello
(prenotato al telefono) quando arrivo a Nazca…vediamo come va a finire.
//E’ stata dura ma ce l’abbiamo fatta…il bus è partito un’ora in ritardo (forse per raccattare più
gente?) e quando finalmente si è mosso…è andato dall’altro lato del terminal, grande
progresso! Dopo ore di walkman, i soliti venditori, un prestigiatore, un paio di film purkeria e
un panorama tendenzialmente desertico con qualche macchia verde qua e là e poi l’oceano con
baraccopoli sul mare e la famosa coastal fog, alla fine siamo arrivati a Nazca con 2 ore di
ritardo. C’erano i tipi dell’hotel ad aspettarmi e quasi quasi li abbracciavo…11 e mezza di sera
in un posto sconosciuto, l’ultima cosa che volevo era vagare a cercare l’hotel. Ma con tuitto ‘sto
ritardo pensavo se ne fossero andati, invece c’erano e mi hanno pure portato lo
zaino…grazieee!
La stanza è normale ma l’hotel ha una piscina super-spaziale, mi ci vedo molto bene domani
dopo aver fatto il mio dovere di turista volando sulle linee – sperando che il volo non sia troppo
ballerino, ho già sboccato abbastanza ultimamente! Ah e oggi per la prima volta fa di nuovo
caldo da sandali e pantaloncini…la sera fa fresco, ma rispetto al resto del Sud America per ora
non mi lamento!
05/06 NAZCA
…e allora, a che servivano le linee di Nazca? Dopo averle viste dall’alto, e dopo una bellissima
conferenza nel planetario dell’Hotel Nazca Lines, dove ha abitato per 20 anni Maria Reiche, una
delle studiose principali delle linee, ecco le teorie:
- aree per cerimonie, visto che ci hanno trovato vicino cocci di vasi & co., e le forme
animali hanno cmq specie di “corridoi” di ingresso e uscita
- mappa del lago Titicaca (qs non so da dove spunti)
- piste di atterraggio per extraterrestri (sì come no)
- visioni degli sciamani durante le allucinazioni
- mappa dei corsi d’acqua sotterranei, che a quanto pare esistono davvero
- luoghi per cerimonie per invocare l’acqua, visto che ci sono simboli che ricordano
l’acqua tipo la balena, piante ecc.
- e quella che va per la maggiore: calendario astronomico, by questa famigerata Maria
Reiche: alcune delle linee puntano alla direzione dell’alba e del tramonto ai solstizi, e
alcune figure sono state identificate con costellazioni che appaiono qua vicino
all’equatore solo in alcuni periodi dell’anno (il ragno sarebbe Orion, la scimmia l’Orsa
Maggiore e un po’ di altre stelle nei paraggi) – e quindi sarebbero servite per prevedere
l’arrivo della stagione delle piogge ecc.
Anyway, very interesting. Bello il volo sulle linee (su un Cessna quadriposto!) tra scimmia,
ragno, balena, cane, il buffo astronauta e figure geometriche varie, e molto bella la conferenza
la sera, con le linee e le stelle proiettate sul soffitto del planetario.
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PERU’
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Per il resto è stata una giornata di quelle che all’inizio non sai come riempire e poi finisci a fare
un sacco di cose interessanti, come passare un’ora in un negozio di cd (pirata of course) a
chiacchierare di cibo peruviano col proprietario del negozio mentre mi faceva ascoltare rock in
quechua e simili (e mi diceva di stare attena a Lima perché sparano per strada…aiutooo!); e
poi a chiacchierare con un tipo che lavora nell’hotel che mi ha spiegato che dopo aver visto
delle rappresentazioni sui vasi di una specie di mongolfiera, gli scienziati hanno ipotizzato che i
Nazca volassero (ecco la storia delle linee che si vedono solo dal cielo) e quindi, come il
norvegese che studiava gli Uros, si sono fatti dare un po’ di canne di totora, hanno fatto una
mongolfiera come quella dei vasi e sono riusciti a farla volare…e bravi gli scienziati. Poi sono
andata al Museo a fare il pieno di cocci di vasi e crani trapanati e vedere l’acquedotto di un
migliaio di anni fa che ancora gli passa nel giardino…pare che i Nazca, a quanto dice ‘sto tipo
dell’hotel, riuscissero a portare qua l’acqua direttamente dalle Ande che non sono esattamente
dietro l’angolo…e bravi ‘sti Nazca, mi stanno simpatici, soprattutto perché a quanto pare
sapevano fare un sacco di cose ma nesuno riesce davvero a spiegare come e perché, e mentre
loro se la ghignano gli scienziati si stanno arrovellando il cervello da decenni!
Ok, adesso ne approfitto per vedere di riposarmi un po’, visto che l’altro grande vantaggio
dell’hotel è il checkout alle 12.30 quindi ho tutto il tempo di farmi una mega dormita e domani
mattina impacchettare e colazione easy prima del bus per Ica.
06/06 HUACACHINA
Dopo la solita mega-colazione (dove nel succo mi hanno infilato a tradimento la barbabietola,
ugh!) e il solito bus che parte “fra 10 minuti” ovvero un’ora dopo eccomi a Huacachina…sono
qua da esattamente 2 ore e sto già morendo di noia, altro che 3 giorni di svacco in
piscina…direi che continuo a non essere fatta per il kazzeggio vicino a specchi d’acqua di
qualsiasi sorta, per cui penso che domani andrò a Ica a vedere il museo e poi proseguire per
Pisco e Lima. Tornando a Huacachina, è un’oasi in mezzo al deserto, fatta di un lago melmoso,
palme come si addice a ogni oasi, una manciata di edifici cadenti (a scelta ristoranti o hotel),
un parcheggio di dune buggy che ti portano nel deserto per 12$ (non credo!) e le famose dune
di sabbia per fare sandboarding, that’s it! Detto ciò, ora penso che ne approfitterò per scrivere
l’ultimo articolo, farmi una dormita e domani andare a Ica.
07/06 PISCO
Beh, l’avvicinamento a Lima è più rapido del previsto…taxi per Ica, dove pensavo di fermarmi
la notte, poi la sparizione dell’ostello pescato sulla Lonely, un’occhiata in giro e il tassista che
mi ha detto che è “un poquito perigloso” mi hanno fatto cambiare idea…sono andata a vedere il
museo, facendo il pieno di ceramiche Nazca (belle!), mummie e scheletri trapanati (ugh!), e
poi il bus per Pisco, decisamente più carina di Ica. Ho trovato un posto veramente carino dove
stare, munito addirittura di cable tv in stanza, ottimo per ammazzare il pomeriggio, dopo aver
fatto un giretto per la città, guardando un documentario sugli operai Fiat e un paio di tg su Rai
International, e poi il mio canale preferito sudamericano, People & Arts, con tutti i programmi
inglesi cretini dove ti smontano e rimontano casa, giardino, guardaroba…
Domani vado alle Islas Ballestas e alla Riserva di Paracas, grazie alle francesi incontrate prima
sull’aereo a Nazca e poi ieri a Ica sono riuscita ad avere i due tour per 40 anziché 50 soles…e
oggi mi hanno anche rifiutato le prime monetine false (ma come fanno i falsari ad arricchirsi
stampando monete da 1 sol??), ma sono riuscita a farle fuori pagando molto rapidamente la
cena al ristorante e uscendo altrettanto rapidamente…
08/06 PISCO
9 mesi di giro del mondo, 1 settimana al ritorno e oggi sono decisamente fuori uso…food
poisoning strikes again, e stavolta nel luogo meno opportuno…la barca per le Islas Ballestas!
Ho un ricordo molto vago di leoni marini, pellicani, delfini, uccelli vari e odore di guano…per il
resto ho passato le 2 ore in barca contando quanto mancava alla terraferma e al
bagno…tornata a riva non ero decisamente nelle condizioni di proseguire, quindi mi sono fatta
riportare indietro e ho passato il resto della giornata a letto a guardare la tv…adesso sto
meglio, alla riserva ci vado domani e il gg dopo a Lima, se proprio devo essere malaticcia da
qualche parte meglio nella mia stanza con tv che in un dormitorio con altre 3000 persone (e
senza People & Arts!)…e con questo spero di aver finito le mie malattie per questo viaggio!
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PERU’
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09/06 PISCO
2° giro a Paracas, oggi sono un po’ più in forma…deserto, fenicotteri, altri pellicani col becco
vuoto, la Catedral (una formazione rocciosa molto stile Great Ocean Road) e pranzo su una
spiaggia ventosa…poi ritorno a Pisco e su Internet a spedire cv, sto già impazzendo di
application form a inventare le volte in cui ho dimostrato organisation skills ecc…ma è solo
l’inizio immagino! Ennesima fruit salad con i coco pops in cima, altro giro di People & Arts e a
qs punto credo di essere pronta per andare a Lima…fingers crossed!
10/06 ULTIMA FERMATA – LIMA
…ed eccomi qua, ce l’ho fatta ad arrivare a Lima, dopo un viaggio in bus con una francese
incontrata ieri nel tour della Reserva de Paracas. Strano giro di taxi per Barranco che ho capito
dopo: il primo tassista sapeva dov’era il posto, e sapeva che non pagavano commissioni,
quindi mi ha rifilata al suo amico che non sapeva dove fosse, e poi arrivati mi ha portato lo
zaino fino alla porta, cosa abbastanza strana, poi quando la tipa ha aperto ha chiesto la sua
commissione senza ovviamente riceverla…ora è tutto chiaro! La zona sembra tranquilla, ma da
qui a definirla ricca e piena di locali…anyway, in ostello direi che c’è abbastanza da fare –
molto carino, giardino con bar amache bbq ping pong e schermo stile cinema, cucina, sala tv,
Playstation…tutto quello che serve insomma, pure la carta igienica in bagno (ormai mi
emoziono per poco)! Ho ribeccato una delle guide dei teenagers inglesi in tour, che a quanto
pare finito il tour sono partiti ognuno per conto suo e con vari gradi di sfiga: a chi hanno
rubato lo zaino, chi si è trovato in vari roadblocks a Ilave, La Paz e la strada tra Brasile e
Argentina…poveri! Nella famosa protesta di Ilave a loro è toccato guadare un lago, a piedi e
con gli zaini, un’altra tipa parlava di gente crocifissa…questa storia diventa sempre più
romanzata ogni volta che la sento, alla faccia della mia passeggiata di un’ora con lo zaino sulla
strada principale!
I monumenti possono aspettare per oggi…adesso vedo di scrivere l’articolo, più tardi c’è un
film e poi un bbq…direi che come programma per oggi può andare bene :)
11/06 LIMA
Ma chi ha detto che Lima è brutta? Il centro mi è piaciuto un casino, più di La Paz e forse
anche più di Santiago…e sembra super-tranquillo, almeno di giorno, a parte la gente che ti
fischia ogni due secondi, ma dove la trovo a Torino la gente che mi fischia mentre cammino
con i pantaloni vietnamiti e la felpa col cappuccio?!
Ho gironzolato un po’ tra chiese e palazzi, evitando con cura le collezioni di ceramiche Inca,
pre-Inca e post-Inca…di vasi direi che ne ho già visti a sufficienza!
Bella la Plaza de Armas, molto bello il Palazzo del Governo con il cambio della guardia più
lungo della storia (guardie che marciano con le gambe distese, stile soldatino di piombo,
mentre la banda tiene un mezzo concerto per accompagnare il tutto)…poi sono andata a
vedere le immancabili chiese e il Museo dell’Inquisizione che era gratis, prima di riprendere il
taxi per Barranco e tornare a kazzeggiare in ostello. Ah, circondato da un’aura di luce ho anche
trovato il Mc Donald’s, dove ho approfittato di un bel Mc Menù (carissimo by the way, 14
soles!) dopo troppi pasti Peruvian-style…e poi un gelato abbastanza buono che è continuato col
gelataio mormone che mi ha chiesto di accompagnarlo in banca, e vabbè, ti accompagno in
banca!
Programma dei prossimi giorni: domani penso di andarmene in giro per Miraflores e al centro
commerciale sul mare, domenica l’ostello organizza di andare all’ippodromo…c’è anche il
parapendio per 25$ ma mi sembra brutto spiaccicarmi 3 giorni prima di tornare a casa quindi
credo che mi darò all’ippica :)
E lunedì all’ora di pranzo l’Italia gioca contro la Danimarca per gli Europei, e poi è quasi ora di
andare all’aeroporto…c’è un ragazzo qui in ostello che è sul mio stesso volo quindi possiamo
anche dividere il taxi, belle cose!
// E mentre gironzolavo tra un film purkeria e l’altro in ostello, sono spuntati due FrenchCanadians super-simpatici, Mathieu e Dominic. Dopo una sfida a ping pong che ho
miracolosamente vinto, un australiano ha proposto di uscire a bere a Miraflores. Lui è partito in
taxi con una sua amica peruviana, e su un altro taxi noi tre e un’americana stra-pessimista che
voleva il taxi giallo e che diffidava più o meno di tutto e tutti. Gli altri due alla fine non li
abbiamo trovati, e quindi siamo andati a bere un paio di birre e io sto procedendo nel baccaglio
di uno dei canadesi, devo dire molto carino e altrettanto baccagliante :)
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PERU’
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12/06 LIMA
Aaah, ‘sti canadesi! Ho fatto colazione con loro, guardato un pezzo della Coppa Europea
(Grecia-Portogallo) e poi sono andata a fare un giro per Miraflores, in questo famigerato centro
commerciale Larcomar che altro non era se non un mucchietto di ristoranti, e poi in giro per la
via principale e un paio di mercatini artigianali, ma di shopping direi proprio che sono a posto!
Sono tornata in ostello a vedere Spagna-Russia, un giro su Internet a mandare l’ultima mail a
tutti quanti, e a ricevere un altro no a un’application che avevo mandato (Mat suggerisce di
rispondergli: I am sorry for you, you don’t know what you are missing :)), e poi sono tornata
in ostello a giocare a ping pong con Mat prima di andare a cena con lui, Dominic e Myra in un
posto cinese qua a Barranco. Serata passata in ostello a sbevazzare a chiacchierare con Mat
che mi ha fatto sapere che sono “a very nice girl”, e mentre Myra ci ha fatto una foto dicendo
“look like you like each other” lui le ha risposto “but we do like each other”…aah che gran tipo
pure lui, sempre very bad timing ma come per tutte le altre persone che mi hanno colpito
durante il viaggio (Steve, Kristof, Tony, Koen e Mat direi per riassumere) sono veramente
contenta che i nostri passi si siano incrociati per qualche giorno…domani partono per Cuzco, all
the best guys, hope you’ll have a great trip!
13/06 LIMA
La domanda del giorno è: dov’è finito Daniel? Ieri sera i tre ragazzi sono usciti, Mat e Dominic
sono tornati alle 6 di mattina lasciando Daniel nel locale abbastanza sbronzo…io ero sicura che
si fosse baccagliato qualche tipa visto che l’intenzione sembrava quella, Dominic invece
sembrava abbastanza preoccupato…ho passato la mattina a farmi coccolare da Mat e fare
compagnia a lui e Dominic che impacchettavano…con gli zaini ancora belli puliti, le guide
nuovissime e l’acqua in bottiglia (o meglio nella tipica borraccia canadese) per lavarsi i denti mi
facevano un po’ tenerezza (tipo il mio arrivo in India super-ingenua 9 mesi fa) e un po’
invidia…loro hanno appena iniziato, io domani torno a casa.
A mezzogiorno (il volo era alle 2.30) arriva Daniel! “Where have you been?” “Oooh!!!”…come
previsto è sparito con una tipa, penso che si divertiranno come matti insieme quei 3!
Impacchettamento velocissimo, una foto tutti insieme, saluti (sniff) e via per l’aeroporto (loro),
mentre io prima guardo Francia-Inghilterra con gli inglesi dell’ostello, poi vado a mangiare ‘sto
famigerato ceviche (una specie di insalata di mare cruda, tipica di qua), a scrivere un po’ di
mail e per il resto l’ultimo giorno penso che lo passerò a kazzeggiare qua in ostello…leggendo
la LP del Centro America che può sempre tornare utile!
14/06 AEROPORTO DI LIMA
Ahimè ahimè, è giunto il momento di tornare a casa…giornata tranquilla di kazzeggio prepartenza, a leggere mail, guardare l’Eurocoppa in ostello con un po’ di altra gente (ItaliaDanimarca 0-0 abb noiosa, e Svezia-Bulgaria 3-0 bella invece), fare l’ultimo pranzo a base di
hamburger, fruitshake e alfajores (meglio della cena di ieri sera con Twix e birra perché era
tutto chiuso!), e poi il taxi dell’ostello (giusto per evitare problemi proprio sulla via
dell’aeroporto) ha portato in aeroporto me e altri due ragazzi dell’ostello, Scott (scozzese) e
Dec (di Jersey), che però poi è dovuto tornare indietro perché aveva fatto un cambio di
itinerario per telefono e non aveva il biglietto stampato…partirà domani, e di sicuro il taxista si
ricorderà di lui visto che a ognuno fa scrivere il nome e sotto scrive una specie di storia per
ricordarseli quando tornano e deve andarseli a cercare in aeroporto. Dopo aver pagato la tassa
d’imbarco, cambiato in USD le soles restanti (vorrei sapere cosa me ne faccio in Italia di 9
USD), comprato 5 stecche di sigarette per Ivan da distribuire in giro e bevuto un caffè con
Scott, ora siamo in attesa dell’imbarco. Il volantino dell’in-flight entertainment dell’Iberia dice
che puoi usare il tuo lettore CD…ah beh, grazie!! Oltre al mio lettore CD, spero ci sia un film
decente e carenza di bambini urlanti…anche se arrivare abbioccata a Torino avrebbe i suoi
vantaggi, avrei sonno appena arrivata la sera anche se in Perù è ora di pranzo…
15/06 QUASI TORINO
Eccomi qua (quasi): dopo 9 mesi e una settimana, un volo abb purkeria per Madrid (niente
monitor personale, cena tardissimo con tutti che morivano di fame, e ultima ora strasaltellante), un saluto a Scott (che per tornare a casa deve ancora volare nell’ordine: a
Barcellona, a Londra e finalmente a Edinburgo, tutto di seguito), e un volo decisamente
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migliore per Torino (per dire: ci hanno dato più da mangiare in qs 2 ore che nelle altre 11)
sono, credo, sulle Baleari, a un passo da casa, e stranamente tranquilla, e anche abb
rintronata dopo aver dormito un paio d’ore sull’altro volo. E’ finito il giro del mondo, ho
realizzato un sogno che avevo da tanto tempo, e l’ho realizzato tra posti e gente incredibili, e
ora tutti qs ricordi, volti, nomi, aneddoti mi riempiono la testa e mi daranno ancora tanto da
pensare e da sorridere per parecchio tempo. A loro, gli altri backpackers, va un grazie enorme
per aver reso indimenticabile questo viaggio, e aver reso speciali i posti che ho visitato, con le
avventure vissute insieme a loro. Grazie a chi mi ha scritto in questi mesi, alle streghette che
mi hanno telefonato, ai miei che si sono imparati la posizione sul mappamondo di un tot di
posti inkulati, a Deca e Ivan che sono venuti a trovarmi, e alla fortuna che mi ha sempre
assistito: storie brutte ne ho sentite tante, ma per fortuna per me sono sempre e solo state
storie sentite raccontare: dengue fever, furti, roadblocks, food poisoning con flebo, drink
drogati, strangolamenti…a me non è successo davvero niente di niente, a parte qualche mal di
pancia e qualche notte a sboccare.
E grazie a chi mi starà ad ascoltare dopo il ritorno, vedrà le foto senza abbioccarsi e ascolterà
paziente tutti i miei “pensa che una volta in Cambogia…”: questo viaggio, insieme
all’università, è la cosa più bella che abbia fatto finora nella mia vita, e come per l’università so
che ne parlerò per anni e anni. Finchè magari non deciderò di partire di nuovo… :)
Alla prossima, e un grande in bocca al lupo a me per una nuova fase della mia vita (la fase
“post-giro del mondo” che inizia tra circa…mezz’ora! Good luck! :)
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