Approfondimenti News
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TERMOMETRO n. 2 giugno Trimestrale - Spedizione in abbonamento postale - Art. 2 - Comma 20/B - Legge n. 662/96 - Poste Italiane - Prov. FG Anno XXV 2014 News Approfondimenti La riabilitazione del pavimento pelvico nell’incontinenza urinaria post prostatectomia radicale Opg: ok finale Camera a decreto, ecco le principali novità La voce del paziente in cartella clinica, promossa la medicina narrativa Nel mondo mancano 7,2 milioni di operatori sanitari Notiziario ufficiale del Collegio Provinciale IPASVI - Foggia Infermieri Professionali - Assistenti Sanitari - Vigilatrici d’Infanzia TERMOMETRO Copyright by Collegio IPASVI Foggia Viale Giotto, 200 71100 FOGGIA - Tel. e Fax 0881 749774 Direttore Afd Matteo Russo Vice Direttore Antonio Marchesani Direttore Responsabile Dott. Giuseppe Tampone Comitato di redazione Consiglio Direttivo Collegio Ipasvi Autorizzazione del Tribunale di Foggia n. 12/90 del 27 aprile 1990 Tutti i diritti di proprietà letteraria ed artistica sono riservati. 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Cimarrusti, G. Chiumento, F. Mansi, A. Marchesani, P. Papagna, M. Russo, A. Santoro, A. Scisco, C. Tampone, G. Tino REVISORI DEI CONTI A. Libertazzi, A. Turco, D. Trombetta, M. Marchese (Supp.) SOMMARIO NEWS ❍ Opg: ok finale Camera a decreto, ecco le principali novità Fonte ASCA ❍ La voce del paziente in cartella clinica, promossa la medicina narrativa Fonte ADNKRONOS 3 4 ❍ Nel mondo mancano 7,2 milioni di operatori sanitari Fonte IPASVI APPROFONDIMENTI ❍ La riabilitazione del pavimento pelvico nell’incontinenza urinaria post prostatectomia radicale di Domenico Trombetta EVENTI FORMATIVI ❍ Le buone pratiche nella professione infermieristica. Esperienze a confronto 5 13 Norme editoriali per le proposte di pubblicazione Le proposte editoriali verrano valutate dal comitato di redazione e prese in considerazione solo se originali (non pubblicati in precedenza) il cui contenuto sia di chiaro interesse infermieristico. La pubblicazione del materiale è subordinata al giudizio insindacabile della Redazione, la quale si riserva facoltà di apportare modifiche nel contenuto e/o nella forma, comunque in accordo con gli autori. Ogni articolo esprime l’idea degli autori, i quali si assumono la piena responsabilità di quanto scritto. Il materiale dovrà pervenire in formato elettronico (word o rtf) via e-mail, completo di eventuali tabelle o immagini allegate (specificare dove inserire le tabelle o le immagini). Nel caso in cui le immagini non vengano fornite, ne sarà assegnata una o più a giudizio insindacabile della redazione. Ogni pagina dovrà essere numerata e nella prima dovrà comparire: 1) titolo dell’articolo; 2) autori (nomi completi e qualifiche professionali); 3) recapiti per eventuali contatti (telefono, fax e e-mail. La bibliografia va inserita nell’ultima pagina rispettando i seguenti criteri: Libri: Autore, Titolo (in corsivo), Luogo, Editore, Data, Pagina Riviste: Autore, Titolo (in corsivo), «Titolo della rivista (tra caporali)», annata in cifre romane (anno corrispondente in cifre arabe) Atti: Titolo dell’evento, città, data. Quando il lavoro coinvolge, a vario titolo, l’istituzione di appartenenza degli autori o soggetti diversi dagli autori, è necessario allegare una liberatoria scritta dei relativi responsabili. Il materiale inviato non verrà restituito in alcun caso. Anno XXV n. 2 giugno 2014 Opg: ok finale Camera a decreto, ecco le principali novità Fonte ASCA 3 (ASCA) - Roma, 28 mag 2014 Via libera definitivo da parte della Camera al decreto del governo sulla chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari. Ecco, in sintesi, le principali novità. Proroga chiusura. Slitta al 31 marzo 2015 lo stop definitivo agli Opg. Da quella data gli ex manicomi criminali dovranno essere sostituiti da strutture residenziali sanitarie per l’esecuzione della misura di sicurezza (Rems). La proroga annuale costerà 5,84 milioni di euro. Basta ricoveri. In vista della chiusura, per infermi e seminfermi di mente il giudice dovrà di regola adottare misure di sicurezza diverse dall’Opg, come ad esempio la libertà vigilata. Ciò vale anche nel caso di custodia cautelare provvisoria, da eseguire in strutture psichiatriche ospedaliere e non più in casa di cura e custodia (sezioni interne agli Opg). Il ricovero in Opg diventa insomma residuale, si attiva solo quando ogni altra misura risulta inidonea a far fronte alle pericolosità sociali. Pericolosità sociale. Più rigore nell’accertamento. Per giustificare il ricovero in Opg, il giudice deve ora ricavare la pericolosità solo dalle qualità soggettive della persona non potendo dare rilievo autonomo alle condizioni di vita individuali e sociali (per esempio, lo stato di marginalità socioeconomica). La pericolosità non può nemmeno basarsi sulla sola mancanza di programmi terapeutici individuali. No ergastoli bianchi. Stop alla restrizione in Opg a tempo illimitato. Le misure di sicurezza detentive e i ricoveri nelle Rems non potranno ora durare più del massimo della pena prevista per il reato commesso. L’eccezione vale solo per delitti gravissimi punti con il carcere a vita: in questo caso la restrizione potrà durare finché ci sarà pericolosità sociale. Programmi di dismissione. Le regioni hanno l’obbligo di predisporre programmi individualizzati di dimissione degli attuali internati in Opg. Per i pazienti tuttora socialmente pericolosi, il programma dovrà documentare in modo puntuale le ragioni che sostengono il ricovero. Tavolo di monitoraggio. Presso il ministero della Salute sarà attivo un organismo con funzioni di monitoraggio e coordinamento delle iniziative assunte per garantire il superamento degli Opg. Sulla loro attuazione i ministeri della Salute e della Giustizia dovranno presentare una relazione al Parlamento ogni 3 mesi. Supplenza governo. Al governo vanno poteri sostitutivi: se dalle comunicazioni delle regioni nel realizzare le nuove strutture risultino ritardi tali da pregiudicare la chiusura degli Opg entro il termine previsto, scatta la supplenza. red/vlm La voce del paziente in cartella clinica, promossa la medicina narrativa (Adnkronos Salute) - Non solo il medico e l’infermiere. Anche la voce del paziente trova spazio in cartella clinica nell’era della medicina narrativa, un approccio che permette “decisioni clinico-assistenziali più complete, personalizzate, efficaci e appropriate”. E’ una promozione a pieni voti quella che emerge da una Consensus Conference sul tema promossa dall’Istituto superiore di sanità, che ha prodotto la prime raccomandazioni in Europa sulla medicina basata sui racconti dei malati. Linee di indirizzo presentate all’Iss di Roma, durante il convegno internazionale ‘Narrative Medicine and Rare Disease’. Fonte Adnkronos Anno XXV n. 2 giugno 2014 Nel mondo mancano 7,2 milioni di operatori sanitari 06/06/2014 - Appello all’Unione europea per fermare il fenomeno di carenza di personale. Ecco le cinque “mosse” per uscire dall’emergenza. 4 Fonte IPASVI N el mondo mancano 7,2 milioni di operatori sanitari, di cui un milione solo in Europa. Lo afferma l’organizzazione internazionale “Health Workers for All” in un appello alla Ue per un impegno concreto su questo tema. “La carenza di personale sanitario è globale - si legge nel sito italiano dell’associazione -: ben 57 Paesi nel mondo, in maggioranza in Africa, hanno carenze critiche di personale sanitario, e un miliardo di persone non vedranno mai un operatore sanitario nel corso di tutta la vita”. Il nostro Paese, che prima attirava medici e infermieri dall’estero, ora sta per vedere un’inversione di tendenza. “La stessa Italia, punto di arrivo per migliaia di infermieri extra europei fino a poco tempo fa - scrivono infatti gli esperti - rischia di tramutarsi oggi, a causa dei tagli alla spesa sanitaria, in un Paese da cui medici e infermieri partono per cercare lavoro all’estero, vanificando così gli investimenti fatti in formazione di questi operatori negli anni passati”. Queste le 5 raccomandazioni che “Health workers for all” presenta ai Governi per fermare il fenomeno di carenza di personale sanitario nel mondo che sta mettendo a rischio anche l’Europa. 1) Pianificare e formare a lungo termine il personale sanitario, puntando all’autosufficienza. 2) Investire sul personale sanitario. 3) Rispettare i diritti degli operatori sanitari migranti. 4) Pensare e agire coerentemente a livello nazionale, regionale e globale. 5) Fare la propria parte nell’applicazione del Codice OMS. Per approfondire: http://www.healthworkers4all.eu/it/home Appr ofo e ndim nti Anno XXV n. 2 giugno 2014 La riabilitazione del pavimento pelvico nell’incontinenza urinaria post prostatectomia radicale A cura di Domenico Trombetta INTRODUZIONE L’INCONTINENZA URINARIA: definizione e classificazione Le disfunzioni del pavimento pelvico femminile (DPPF) più comuni sono rappresentate dal prolasso genitale, dall’incontinenza urinaria e fecale e dai disordini della defecazione che rispettivamente sono lamentate dal 30%, 22%, 12% e 20% delle donne. Solo un terzo delle donne con DPPF si rivolge al medico curante perché molte, per vergogna, preferiscono convivere con tali patologie e con le inevitabili ripercussioni sulla salute stessa, sulla qualità di vita sociale, familiare e lavorativa. Le persone incontinenti sono frequentemente imbarazzate, isolate, stigmatizzate, depresse; le persone anziane incontinenti vengono spesso ricoverate in istituti poiché questa patologia è un peso significativo per coloro che se ne prendono cura. L’incontinenza rimane un problema largamente trascurato gravato da ripercussioni sociali ed economiche nonostante sia molto ben trattabile e spesso curabile. La patogenesi delle disfunzioni delle disfunzioni perineali femminili, ammesso che possa essere ricondotta ad un unico meccanismo o comunque alla prevalente compromissione di uno dei sistemi di “controllo” coinvolti (neurologico, viscerale, muscolo-scheletrico, fasciale), non è ancora stata del tutto chiarita. INCONTINENZA URINARIA L’incontinenza urinaria, tra le disfunzioni è quella che maggiormente rappresenta un problema socio-sanitario rilevante per il quale è importante trovare 5 risposte soddisfacenti sia in termini di efficacia, sia di rapporto costo/beneficio, soprattutto in relazione all’invecchiamento della popolazione. È una disfunzione in continuo aumento e può interessare qualunque fascia d’età ed entrambi i sessi, con una maggiore prevalenza nelle donne: nella popolazione di età compresa tra i 15 ed i 64 anni, infatti, la prevalenza negli uomini varia dall’1,5% al 5% mentre nelle donne dal 10% al 30% con un’incidenza nella donna che varia dal 4.8 al 58.4 % . [1] La passata definizione di incontinenza urinaria era quella di “una condizione in cui la perdita involontaria di urine attraverso l’uretra costituisce un problema igienico-sociale ed è oggettivamente dimostrabile”[1]. Nel 2002 l’ International Continence Society (ICS) ha dichiarato l’Incontinenza Urinaria “la presenza di ogni perdita involontaria di urina”. [3] L’ICS nella nuova standardizzazione (2002), definisce che la descrizione del sintomo incontinenza deve essere fatto, tenendo conto del : tipo di incontinenza, della frequenza, della gravità, dai fattori precipitanti, dall’ impatto sociale, e dagli effetti che ha sull’igiene, sulla qualità di vita, sull’utilizzo di ausili, e sulla richiesta di cure da parte del paziente. La standardizzazione ICS, prevede anche la distinzione dei sintomi del basso tratto urinario in tre gruppi: • sintomi della fase di riempimento • sintomi della fase di svuotamento • sintomi post minzionali A questi, vengono associati eventuali sintomi sessuali, prolasso di organi, dolore. Incontinenza Urinaria - da sforzo - da urgenza - mista - da rigurgito (overflow) - Riflessa - Sgocciolamento terminale e post minzionale - Giggle incontinence - Enuresi - Sintomi irritativi - Urgenza minzionale - Nicturia - Pollachiuria - Sintomi Ostruttivi - Esitazione minzionale - Ponzamento - Mitto gocciolante - Senso di incompleto svuotamento - Sintomi dolorosi - Bruciore minzionale - Dolore uretrale - Dolore ipogastrico - Dispareunia Anno XXV n. 2 giugno 2014 Appr 6 L’incontinenza urinaria da sforzo è definita come “la perdita involontaria di urina in seguito a sforzo, esercizio, starnuto o tosse” [2] Essa può essere causata da una ipermobilità uretrale o del collo vescicale e/o da deficit dello sfintere uretrale intrinseco (ISD), in relazione spesso ad una condizione di debolezza del pavimento pelvico [5]. Si verifica quando la pressione intravescicale supera quella uretrale in assenza di contemporanee contrazioni detrusoriali non inibite. Nell’uomo si verifica soprattutto dopo chirurgia pelvica per deficit dei meccanismi di chiusura uretrale, nella donna può essere dovuta a deficit sfinteriale o a dislocazione del collo vescicale o ad entrambe. L’incontinenza urinaria da urgenza è, invece, definita come “la perdita involontaria di urina accompagnata o preceduta da un intenso desiderio di urinare”. [3] Come entità nosologica clinico anamnestica l’ICS nel 2002 ha distinto: una iperattività detrusoriale urodinamica ed una iperattività idiopatica e neurogena. I pazienti che soffrono di incontinenza urinaria da urgenza riferiscono un’improvvisa ed improcrastinabile necessità di espletare la minzione. L’incontinenza urinaria mista è la perdita involontaria di urina associata sia ad urgenza sia a sforzo, starnuto o tosse. [3] Incontinenza continua: Continua perdita di urina attraverso l’uretra. Incontinenza da riso: perdita involontaria di urina anche in quantità cospicua durante una risata. Enuresi: indica qualsiasi perdita involontaria di urina, quindi deve essere sempre seguita dall’aggettivo notturna. Enuresi Notturna: perdita involontaria di urine durante il sonno, può essere primaria se il soggetto non ha mai raggiunto la continenza, secondaria quando l’enuresi notturna compare dopo un periodo di continenza urinaria superiore a 6 mesi. Incontinenza durante il rapporto sessuale: perdita involontaria di urina in corso di rapporto sessuale. Incontinenza da rigurgito: perdita di urina attraverso l’uretra, secondaria a ritenzione cronica di urina e perdita di compliance detrusoriale. L’incontinenza urinaria viene, dunque, inquadrata come entità nosologica, differendo sostanzialmente dal sintomo incontinenza che appare come perdita involontaria di urine, in stretta relazione con quadri patologici molteplici (infezioni delle basse vie urinarie, anomalie quali l’estrofia vescicale, l’ureterocele ectopico, l’epispadia, patologie neurologiche congenite o acquisite) [4]. LA RIABILITAZIONE DEL PAVIMENTO PELVICO Le tecniche riabilitative del pavimento pelvico hanno tutte come obiettivo il miglioramento delle performances perineali in modo da consentire al perineo di esplicare al meglio le sue funzioni di supporto dei visceri pelvici, di rinforzo sfintero uretrale e di contrasto alle pressioni endoaddominali. Le principali indicazioni alla riabilitazione del pavimento pelvico sono: •incontinenza urinaria (da sforzo, da urgenza e mista); • sindrome da urgenza-frequenza minzionale; • incontinenza anale (ai gas e fecale); • prolasso genitale di grado non elevato; • dolore pelvico cronico. La riabilitazione pelvi-perineale rappresenta da oltre un trentennio un valido approccio al trattamento di vari disordini del pavimento pelvico. Kegel è il riconosciuto pioniere di tali tecniche riabilitative tanto che circa 60 anni fa propose esercizi perineali per prevenire e/o trattare il prolasso genitale e l’incontinenza urinaria; le sue tecniche tuttavia andarono incontro ad un non giustificato oblio e si dovranno attendere gli anni settanta per un risveglio di interesse nei confronti della riabilitazione pelvi perineale. La riabilitazione pelvi perineale ha due scopi fondamentali: •prevenzione delle disfunzioni del pavimento pelvico; • trattamento di tali disfunzioni; ofo ndim ent i Il presupposto da cui è doveroso partire per comprendere il ruolo svolto dalla riabilitazione pelviperineale nel trattamento delle disfunzioni del pavimento pelvico è sicuramente ben riassunto dalle parole di DE Lancey. [10] L’interazione tra i muscoli del pavimento pelvico e i legamenti di sostegno è fondamentale per il supporto degli organi pelvici. Se la funzione della muscolatura del pavimento pelvico è normale il pavimento pelvico è chiuso e i legamenti e le fasce non sono sottoposti a tensione. Le fasce hanno semplicemente il compito di stabilizzare gli organi nella loro posizione al di sopra del muscolo elevatore dell’ano. Quando la muscolatura perineale si indebolisce o/ è danneggiata, il pavimento pelvico risulta aperto e la vagina si viene a trovare tra l’alta pressione addominale e la bassa pressione atmosferica; in questa situazione l’unico meccanismo che consente un sostegno agli organi pelvici è rappresentato dai legamenti. Tuttavia questi ultimi possono sostenere il carico solo per un breve periodo di tempo, ne consegue che il tessuto connettivo si danneggia e non riesce più a sostenere gli organi pelvici nella loro posizione. Da quanto detto si comprende come nonostante l’eziologia della incontinenza genuina da sforzo e del prolasso genitale sia multifattoriale, sicuramente un ruolo fondamentale è quello svolto da anormalità della muscolatura del pavimento pelvico e del tessuto connettivo. Ne consegue che il trattamento medico riabilitativo dovrebbe essere considerato come terapia di prima linea per l’incontinenza urinaria specialmente da sforzo, in quanto fornisce dei buoni risultati senza effetti collaterali e non compromette una eventuale opzione chirurgica.” Grande importanza riveste la selezione delle pazienti da avviare al trattamento medico riabilitativo. Nel reclutamento di tali pazienti rive- Appr ofo ndim ent i stono un ruolo fondamentale i seguenti fattori: • assenza di denervazione completa del pavimento pelvico; • corretta istruzione del terapista; • motivazione del paziente. Requisito fondamentale della riabilitazione è pertanto rappresentato da una accurata valutazione del paziente su base organica e funzionale per riconoscere eventuali disfunzioni neuromotorie del complesso muscolare perineale, il progetto riabilitativo che ne consegue è un atto complesso che prevede un approccio educazionale e un utilizzo combinato di varie tecniche. Inquadramento del paziente Valutazione iniziale: anamnesi, esame obiettivo,carta minzioni,stress test spontaneo e/o standardizzato, valutazione residuo post minzionale, esame urine. Se necessario eseguire una valutazione specialistica: esame urodinamico, diagnostica per immagini, endoscopia. Tecniche riabilitative Le tecniche comportamentali rimangono un’ approccio di prima scelta (4° Consultation on Incontinence 2009) nei casi di incontinenza lieve o moderata e l’utilizzo delle tecniche da sole o in associazione sono raccomandate. La scelta dell’impiego di un tipo di trattamento, dipende sia dai singoli problemi vescico sfinterici, e sopratutto dagli elementi chiave che permettono di raggiungere la continenza urinaria. Le tecniche cardine della riabilitazione Anno XXV n. 2 giugno 2014 pelvi perineale sono rappresentate da: •Biofeedback (BFB); •Esercizio Terapeutico Perineale (ETP); •Coni vaginali; •Stimolazione elettrica funzionale (SEF); •Bladder training; •Stimolazione del nervo tibiale. 1. Biofeedback Il termine biofeedback deriva dalla combinazione di due termini inglesi “biological e Feedback” (retrocontrollo biologico). È una metodica di apprendimento o rieducazione nella quale il paziente è inserito in un circuito a feedback chiuso dove gli vengono fornite informazioni su attività fisiologiche normalmente non coscienti, monitorizzate tramite segnali acustici o visivi. L’ apparecchiatura è costituita da un trasduttore, da un amplificatore, un elaboratore e da un’ evidenziatore gli apparecchi possono essere manometrici ed elettromiografici. Lo sviluppo di tale tecnica è iniziato nel 1948 grazie a A. Kegel, ma solo dopo gli anni 70 essa ha trovato varie indicazioni nel trattamento delle disfunzioni del pavimento pelvico. La sua funzione è quella di rinforzare una muscolatura deficitaria e/o diminuire un’ipertono muscolare, il miglioramento del controllo muscolare, cercare di eliminare le sinergie agoniste ed antagoniste all’attività perineale. Le tecniche di BFB utilizzate in campo uro-proctologico sono rappresentate dal BFB elettromiografico e dal BFB manometrico. Il BFB elettromiografico rileva tramite 7 elettrodi di superficie o endocavitari l’attività elettrica sviluppata dai muscoli durante la contrazione. Il BFB manometrico si avvale di una sonda vaginale provvista di un palloncino gonfiato d’aria che trasmette ad un manometro le variazioni di pressioni endoluminali prodottesi durante la contrazione dei muscoli del pavimento pelvico. In ambito uroginecologico il BFB riveste importanza nella diagnostica perineale in quanto consente una valutazione dell’elettività della contrazione del muscolo pubococcigeo e l’eventuale presenza di sinergie di muscoli agonisti e antagonisti. Solitamente il programma riabilitativo comprende minimo 2 sedute settimanali di 15-20 minuti, il riposo tra le contrazioni e doppio rispetto a quello di lavoro Il numero delle contrazioni viene sempre calcolato in base alla valutazione dell’affaticabilità muscolare. Si fanno eseguire contrazioni massimali di breve durata (componente fasica), o sotto massimali per alcuni secondi (componente tonica). Il biofeedback può essere impiegato da solo o in associazione ad altre tecniche riabilitative. Si è constatato che molte donne, anche per fattori culturali, hanno scarsa coscienza del pavimento pelvico e non sono in grado di contrarre volontariamente la muscolatura perineale. In altri casi non è possibile la contrazione elettiva del muscolo pubococcigeo e vengono messe in atto delle contrazioni sinergiche di muscoli perineoagonisti (quali adduttori e Glutei) o addirittura delle contrazione di muscoli antagonisti (quali i muscoli addominali e il dia- Anno XXV n. 2 giugno 2014 Appr 8 framma) fino ad arrivare al quadro più eclatante di tale indesiderato pattern costituito dalla inversione del comando perineale. Appare evidente l’importanza di una preliminare valutazione di questo tipo di situazioni che vanno trattate prima di proseguire il programma riabilitativo. Inoltre il BFB spesso si rende necessario nelle prime fasi del trattamento riabilitativo al fine di ottenere una migliore presa di coscienza della muscolatura pelvica. Diversi studi hanno dimostrato i benefici del BFB in aggiunta agli esercizi di chinesiterapia pelviperineale. In pazienti con Incontinenza urinaria da sforzo, il BFB è un utile ausilio al trattamento chirurgico o dopo insuccesso della chirurgia. In pazienti con iperattività detrusoriale il BFB è utile per controllare la sintomatologia da urgenza e le contrazioni non inibite del detrusore. Nel 2001 Kathryn Bugio e coll. hanno pubblicato uno studio randomizzato in cui il BFB è stato proposto in associazione con terapia farmacologia (Ossibutinina): i risultati sono stati migliori nel gruppo di pazienti che avevano eseguito il trattamento combinato rispetto alla sola terapia farmacologia o con BFB. [11] 2. Esercizio Terapeutico Perineale (ETP) L’ ETP ha come obiettivo la presa di coscienza e il rinforzo della muscolatura perineale mediante esercizi specifici da eseguire inizialmente sotto guida di un terapista riabilitatore e successivamente dopo opportuno insegnamento a domicilio. L’esercizio Terapeutico si pone come uno dei trattamenti fondamentali per il trattamento dell’IU, che da solo o in associazione al BFB e alla SEF, ha come obietti- vo fondamentale quello di migliorare le performances dell’elevatore dell’ano. Viene utilizzata sia a scopo preventivo (es. post partum) che a scopo terapeutico, nei casi di turbe della statica pelvica e come trattamento dell’incontinenza urinaria sia da urge che da stress. La fase preliminare del trattamento, è rappresentata dall’informazione da parte dell’operatore sull’anatomo -fisiologia del pavimento pelvico, nel fare apprendere alla persona una buona sinergia respiratoria e solo successivamente seguiranno l’utilizzo di tecniche autonome ed assistite per far comprendere alla persona, le funzioni e l’obiettivo del trattamento. Principali funzioni del muscolo elevatore: - Funzione posturale “ fibre toniche” - Azione sfintero uretrale supplementare (volontaria e riflessa) - Supporto dei visceri pelvici. - Sostegno della giunzione vescico uretrale. - Mantenimento della pressione di chiusura uretrale. - Sviluppo del riflesso di chiusura perineale allo sforzo “ fibre fasiche” - Rinforzo della motricità volontaria sfinterica (uretrale ed anale) - Miglioramento dell’angolo ano rettale. - Miglioramento della vita sessuale. Obiettivo della chinesiterapia è agire direttamente sul potenziamento muscolare perineale al fine di ottenere: - Ipertrofia del muscolo elevatore. - Aumento degli input afferenziale alla corteccia cerebrale. - Attivazione dell’arco riflesso pudendo pelvico. - Stimolazione delle fibre nervose di grosso calibro. - Rinforzo dei meccanismi di chiusura uretrale. - Miglioramento della trasmissione addomino uretrale. Le fasi del programma dell’ETP, seguono ofo ndim ent i un approccio di tipo sequenziale: - Presa di coscienza della regione perineale attraverso un’ approccio propriocettivo (Stiramento e tensione della regione perineale ) - Eliminazione delle sinergie agoniste ed antagoniste per mezzo, di contrazioni elettive dell’elevatore dell’ano senza il contemporaneo reclutamento di gruppi muscolari agonisti (adduttori, glutei) o antagonisti (addominali) - Training muscolare dell’elevatore dell’ano, attraverso l’esecuzione di esercizi di tipo isotonico (miglioramento delle fibre fasiche di grosso calibro) ed isometrico per il miglioramento dell’endurance dell’elevatore dell’ano. - Automatizzazione dell’attività muscolare perineale in rapporto agli stress quotidiani, questa fase del programma chinesiterapico, può essere attuata, quando la persona ha acquisiti una buona capacità di controllo e una buona contrazione dell’elevatore dell’ano che le permetta di isolare l’attività muscolare perineale da altre attività muscolari. Esercizi terapeutici Perineali passiva: - Allineamento posturale passivo - Mobilizzazione passiva in rilasciamento - Mobilizzazione passiva forzata Esercizi Terapeutici Perineali attivi: - Esercizi attivi generali - Esercizi attivi segmentari (liberi, assistiti, contro resistenza) stretch reflex perianali, feedback tattili e visivi, trattamento endovaginale, e/o rettale - Tecniche di facilitazione neuromuscolare - Rieducazione funzionale Uno degli aspetti fondamentali del programma riabilitativo è istruire il pazien- Appr ofo ndim ent i Anno XXV n. 2 sinergia muscolare. I coni sono di semplice impiego, unica controindicazione a loro utilizzo è la presenza di prolasso vaginale importante. Diversi studi, tuttavia, dimostrano come l’uso dei soli coni vaginali non sia raccomandato. te a proseguire il lavoro riabilitativo a domicilio, allo scopo di ottenere risultati durevoli nel tempo. Il numero delle sedute di chinesiterapia è subordinato alla condizione perineale ed alla presenza di sinergie muscolari che necessitano di essere corrette. Il programma è sempre individualizzato. 3. Coni vaginali Un particolare approccio chinesiterapico è rappresentato dall’uso dei Coni vaginali. I coni vaginali sono stati introdotti nel 1985 da Plevnik, per il rinforzo e la valutazione del piano perineale. La tecnica è alternativa all’utilizzo di altre terapie riabilitative per il trattamento della stress e mix incontinence e si avvale dell’utilizzo di 5 coni di peso crescente da 2070 gr di 5 cm di lunghezza e 2 di diametro. Il cono inserito in vagina tende a fuoriuscire per gravità. La sensazione di scivolamento attiva le afferente pudende e stimolando l’arco riflesso pudendo determina una reazione di trattenimento riflessa (contrazione dell’elevatore dell’ano) tesa a permettere il mantenimento del cono in vagina. Si possono utilizzare in condizioni di normali attività quotidiane e quindi in risposta agli aumenti della pressione addominale (tosse, corsa, saltelli). Il trattamento consigliato è solitamente di impiego giornaliero per 15 minuti due volte al giorno per tre mesi. Indicazione all’uso dei coni vaginali è la incontinenza urinaria da sforzo di grado moderato in assenza di importanti patterns di dis- 4. Stimolazione elettrica funzionale (SEF) E’ una tecnica propriocettiva, che produce una stimolazione ciclica della muscolatura pelvica e delle strutture nervose migliorandone l’elasticità, la viscosità, la distensibilità, il trofismo muscolare inducendo una ipertrofia e quindi un incremento della capacità contrattile e della resistenza delle fibre muscolari residue del pavimento pelvico. Comporta inoltre un aumento della sensibilità. Presenta un effetto di tipo centrale determinando una riorganizzazione dei sistemi neuronali, coordinazione e presa di coscienza individuale del pavimento pelvico ed un effetto di tipo periferico con conseguente contrazione dei muscoli del pavimento pelvico ed intervento sulle sensibilità viscerali. Questa tecnica, ormai ben conosciuta ed universalmente utilizzata, trova il suo principale campo di applicazione nell’incontinenza urinaria e fecale, nella stitichezza, nei prolassi, nei dolori pel- giugno 2014 vici, in alcune disfunzioni sessuali, nelle vestibuliti e nel post-partum. Traggono notevole miglioramento le stipsi rettoanali, da difetto della motilità perineale e degli sfinteri (dissinergia del pavimento pelvico, sindrome del pavimento pelvico, sindrome del perineo discendente, stipsi espulsiva ecc.) Avviene mediante l’utilizzo di una sonda personale anale o vaginale, collegata ad un sistema computerizzato che invia stimolazioni intermittenti con corrente alternata a bassa frequenza. La terapia avviene in assoluta distensione, senza il minimo disturbo per il paziente. E’ priva di qualsiasi effetto collaterale e presenta notevole efficacia terapeutica. E’ una tecnica passiva, che produce una stimolazione ciclica della muscolatura pelvica e delle strutture nervose migliorandone l’elasticità, la viscosità, la distensibilità, il trofismo muscolare inducendo una ipertrofia e quindi un incremento della capacità contrattile e della resistenza delle fibre muscolari residue del pavimento pelvico. Comporta inoltre un aumento della sensibilità. Presenta un effetto di tipo centrale determinando una riorganizzazione dei sistemi neuronali, coordinazione e presa di coscienza individuale del pavimento pelvico ed un effetto di tipo periferico con conseguente contrazio- 9 Anno XXV n. 2 giugno 2014 Appr 10 ne dei muscoli del pavimento pelvico ed intervento sulle sensibilità viscerali. Questa tecnica, ormai ben conosciuta ed universalmente utilizzata, trova il suo principale campo di applicazione nell’incontinenza urinaria e fecale, nella stitichezza, nei prolassi, nei dolori pelvici, in alcune disfunzioni sessuali, nelle vestibuliti e nel post-partum. Traggono notevole miglioramento le stipsi retto- anali, da difetto della motilità perineale e degli sfinteri (dissinergia del pavimento pelvico, sindrome del pavimento pelvico, sindrome del perineo discendente, stipsi espulsiva ecc.) Avviene mediante l’utilizzo di una sonda personale anale o vaginale, collegata ad un sistema computerizzato che invia stimolazioni intermittenti con corrente alternata a bassa frequenza. La terapia avviene in assoluta distensione, senza il minimo disturbo per il paziente. E’ priva di qualsiasi effetto collaterale e presenta notevole efficacia terapeutica. La SEF ha la possibilità di interferire sulla “coscienza” della muscolatura perineale, in positivo provvedendo a: - Incrementare il Tono trofismo muscolare; - Riequilibrare la funzione vescico sfinterica - Favorire l’apprendimento della contrazione volontaria (SEF attiva o passiva) - Favorire il recupero della forza contrattile - Favorire il ripristino del controllo neuromotorio. In conclusione la SEF rappresenta attualmente una metodica riabilitativa ben accettata, non invasiva, semplice e a basso costo. Tuttavia si tratta di un metodo passivo per cui i risultati sono spesso parziali e generalmente si rende necessario in associazione alla SEF un programma riabilitativo più ampio. E‘ controindicata nei portatori di pacemarkers non schermati, emorroidi in fase acuta, ferite e abrasioni delle mucose, infezioni urinarie in atto, infezioni vaginali in atto, importanti prolassi vaginali, disuria e ritenzione urinaria, reflusso vescica-uretrale, neoplasie distrettuali, gravidanza, denervazione perineale completa, perdite di sangue fuori dal periodo mestruale, mestruazioni in atto (motivi psicologici), pre- gressa radioterapia loco-regionale, non integrità sfinteriale o almeno dello sfintere esterno. 5. Bladder training Disciplina introdotta nel 1966 come trattamento comportamentale nei casi di urgenza frequenza minzionale ed urge incontinence in persone con integrità cognitiva e motoria. L’obiettivo del trattamento è quello di allungare gli intervalli minzionali e come prevenzione delle perdite di urina. Il Fine del bladder training è migliorare il controllo corticale e l’attenzione del paziente al sintomo attraverso il ripristino dell’inibizione corticale dei riflesssi sacrali. Il programma si avvale del biofeedback training (inibizione della contrazione detrusoriale). Attraverso, la compilazione di un diario minzionale per alcuni giorni, si invita il paziente a dilazionare la minzione con un aumento graduale degli intervalli minzionali cercando di evitare la minzione alla comparsa dello stimolo. L’obiettivo è quello di raggiungere nell’arco di circa 8 settimane una continenza urinaria accettabile; un’attenuazione dell’urgenza e della frequenza minzionale con intervalli di (3-4 ore). Per l’applicazione di tale trattamento è necessario un paziente fortemente motivato e collaborante. È comunque doveroso ricordare che il solo bladder training non è di efficacia superiore alla terapia farmacologia. 6. Stimolazione del nervo tibiale L’utilizzo di corrente elettrica attraverso una “porta d’ingresso” ha il fine di modulare una risposta generalmente attraverso la componente nervosa somatica del nervo pudendo, evocando il ripristino dei sistemi di controllo e coordinamento spinale e sovraspinale. Nel 1983 E. Mc Guire avviò una preliminare ofo ndim ent i esperienza con la stimolazione transcutanea del nervo tibiale posteriore, ma si deve soprattutto a M. Stoller negli anni 90 l’applicazione della tecnica percutanea che oggi viene eseguita. La tecnica di stimolazione prevede l’utilizzo di un generatore di corrente che produce energia con intensità compresa tra 0,510 mA e con impulso di durata fisso di 200 microsecondi, a frequenza di 20 Hz. La stimolazione nervosa afferente alle radice sacrale S3 si realizza attraverso la modulazione elettrica esercitata a livello del nervo tibiale posteriore. La tecnica prevede l’introduzione di un ago da 34 gauge circa cinque centimetri sopra il malleolo interno a livello mediale che viene fatto progredire per via transcutanea con inclinazione di 60 gradi per circa 4 cm; successivamente viene raccordato allo stimolatore per mezzo di un cavo e, innalzando gradualmente la stimolazione della regione del tibiale posteriore, si ha in risposta la flessione dell’alluce o del plantare; la stimolazione è mantenuta per mezz’ora; le sedute sono settimanali per un periodo di 12 settimane. La metodica trova indicazione per il trattamento della sindrome da urgenza-frequenza minzionale, incontinenza da urgenza, ritenzione urinaria non ostruttiva, dolore cronico pelvico. La stimolazione afferente del nervo tibiale posteriore si colloca tra i trattamenti di seconda linea per i disturbi vescico-sfinterici refrattari alle terapie meno invasive (bladder training, modificazioni dietetiche, biofeedback perineale, esercizi terapeutici perineali, stimolazione endovaginale ed endoanale). Questa opzione terapeutica è entrata nelle linee guida europee (E.A.U) 2012 con classe di evidenza C riservata però ai pazienti con vescica iperattiva “non responder” alla terapia antimuscarinica, ulteriori studi sono necessari per ampliare la casistica dei pazienti sottoposti a tale terapia. Appr ofo ndim ent i Incontinenza urinaria post prostatectomia radicale L’incontinenza urinaria secondaria ad intervento di prostatectomia radicale (PPI) rappresenta una problematica attuale per l’infermiere riabilitatore. Il perfezionamento delle conoscenze anatomiche della pelvi e le continue innovazioni della tecnica chirurgica, in particolar modo l’evoluzione della tecnica messa a punto da Walsh et al. [12] e il ricorso alla tecnica “nerve sparing”, hanno agevolato il recupero post operatorio della continenza, ma l’incontinenza risulta tutt’oggi una complicanza potenzialmente disastrosa per il paziente che si accinge a subire un intervento di prostatectomia radicale. L’incidenza di PPI riportata in letteratura varia da 2,5% a 87% [13], tale discrepanza è attribuita a diversi fattori [14]: - tecnica chirurgica utilizzata; - definizione d’incontinenza adottata e strumenti utilizzati per quantificarla; - cronologia dei follow-up post-chirurgici per l’incontinenza; - caratteristiche dei valutatori durante il follow-up. L’eziologia dell’incontinenza post prostatectomia radicale è stata attribuita principalmente ad un deficit sfinterico o ad iperattività vescicale [15]; fattori che possono influenzare negativamente la ripresa della continenza sono rappresentati da [15]: - età avanzata (>65 aa.); - radioterapia preoperatoria; - assunzione di farmaci in grado di irritare la vescica; - malattie neurodegenerative quali Parkinson e demenza. L’incontinenza PPI ha spesso caratteristiche di urgenza, a causa dei seguenti fattori [16]: - irritazione tissutale nell’immediato periodo post-operatorio; - debolezza dello sfintere esterno; - necessità, da parte dello sfintere esterno, di sopperire alle funzioni di eventuali strutture rimosse chirurgicamente e coinvolte nella continenza urinaria. Gli effetti dell’incontinenza nelle attività quotidiane, così come la durata di tale disturbo nel post operatorio hanno un ruolo fondamentale nella definizione della qualità di vita del paziente; per tale ragione sono stati proposti diversi Anno XXV n. 2 approcci terapeutici quali la terapia farmacologica, terapia comportamentale e chirurgica [17]. Nel 1948 Kegel per primo propose di utilizzare gli esercizi del pavimento pelvico per potenziare la resistenza uretrale e promuovere il controllo urinario; da allora le indicazioni all’esecuzione degli esercizi di Kegel si sono estese, ma il campo di applicazione principale rimane l’incontinenza urinaria secondaria a deficit sfinterico [18]. NOSTRA ESPERIENZA Materiale e Metodi Tra gennaio 2010 e dicembre 2012 60 pazienti, sottoposti a prostatectomia radicale presso la nostra divisione di urologia, sono stati arruolati in questo studio. Criteri di esclusione sono stati la presenza di una preesistente incontinenza urinaria o fecale, scarsa compliance del paziente. Dei 60 pazienti arruolati, 6 hanno ritirato il consenso, 10 pazienti hanno recuperato la continenza alla rimozione del catetere, 14 alla rimozione del catetere presentavano una perdita urinaria <10 grammi e per tale ragione non sono stati arruolati nello studio. I restanti 30 pazienti sono stati randomizzati nel gruppo “esercizio terapeutico perineale” (ETP) nel gruppo “esercizio terapeutico perineale + elettrostimolazione funzionale” (ETP+SEF). Tutti i pazienti sono stati inizialmente valutati con anamnesi, terapia farmacologica assunta, liquidi introdotti (tipo e quantità), esame obiettivo, esame urine ed urinocoltura, valutazione di eventuali limitazioni muscolo scheletriche che potessero condizionare negativamente l’esecuzione degli esercizi. A tutti i pazienti è stato somministrato il test ICIQ-SF ed è stato eseguito il PADtest (test del pannolino) e il TP (testing perineale) al tempo zero (T0) ad un mese (T1), a tre mesi (T3), a 6 mesi (T6) e ad un anno (T12); tutti hanno compilato il diario minzionale. Sono stati utilizzati diversi metodi di insegnamento in base al livello di consapevolezza, di coordinazione e di comfort del paziente. Nel gruppo ETP dopo la valutazione iniziale i pazienti venivano istruiti in ambulatorio due volte a settimana e invitati a ripetere gli esercizi a domicilio quotidianamente secondo lo giugno 2014 schema impostato per il primo mese. Dopo il primo controllo mensile (T1) i pazienti proseguivano sedute ambulatoriali quindicinali fino a terzo mese e successivamente mensili fino a sesto mese proseguendo quotidianamente il programma concordato. Dal sesto mese al 12 mese i pazienti hanno eseguito controlli mensili. Nel gruppo ETP+SEF i pazienti, dopo l’inquadramento iniziale, eseguivano due sedute settimanali di chinesiterapia e contestuale elettrostimolazione funzionale in ambulatorio per 6 settimane integrate da esercizi quotidiani domiciliari secondo lo schema impostato dal riabilitatore. Al termine delle 12 sedute di SEF i pazienti proseguivano l’ETP domiciliare e tornavano per la valutazione ambulatoriale ogni 15 giorni fino al terzo mese (T3). Dopo la valutazione trimestrale i controlli ambulatoriali proseguivano quindicinalmente fino alla valutazione del sesto mese e del dodicesimo mese. Schema di riabilitazione individuale • Presa di coscienza del pavimento pelvico (conoscere gli aspetti fisiologici e anatomici tramite documenti, filmati, immagini anatomici) •Eliminare le sinergie agonisticheantagonistiche. •Rieducazione respiratoria (usando il diaframma inspirando ed espirando lentamente) le fasi della respirazione sono importanti: l’inspirazione determina un’antiversione del bacino e un rilassamento perineale mentre l’espirazione determina la retroversione del bacino associata a una contrazione. • Contrazione tonica e fasica del muscolo pubo-coccigeo (mantenere la contrazione e rilassamenti) • Esercizi di training muscolare (dopo la fase dell’automatizzazione, il paziente utilizza ≠definitivamente ciò che ha imparato nel setting terapeutico, relativamente ai singoli esercizi). Risultati Trenta pazienti affetti da adenocarcinoma prostatico localizzato sottoposti ad intervento di prostatectomia radicale sono stati randomizzati nel gruppo ETP (15 pazienti) e nel gruppo ETP+SEF (15 pazienti). 11 Anno XXV 12 n. 2 giugno L’età media nel gruppo ETP era 69 anni (range 60 – 74), mentre nel gruppo ETP+SEF era 71,7 anni (range 61-78), il valore preoperatorio di PSA per il gruppo ETP e ETP+SEF era rispettivamente 8,1 e 8,3 ng/ml. La differente procedura nerve sparing monolaterale o bilaterale comparata con la procedura non nerve sparing non era significativa nei due gruppi; anche gli altri fattori: sintomi ostruttivi della minzione preoperatori, comorbidità, disturbi sessuali, pregressa chirurgia addominale, non erano statisticamente significativi nei due gruppi. Nel gruppo ETP al T0 il punteggio medio del ICIQ-SF è stato 15(range 7-20), pad test in media 3,2 (range 1-7), TP medio 1,1 (range 0-3); nel gruppo ETP+SEF al T0 il punteggio medio del ICIQ-SF è stato di 15,6 (range 9-20), pad-test in media 3,3 (range 2-7), TP medio 1,2 (range 0-2). Le differenze pretrattamento tra i due gruppi non erano significative. Dopo tre mesi di trattamento (T3), 9 pazienti del gruppo ETP+SEF avevano riacquistato la continenza (60%), dei 6 pazienti rimasti, 4 utilizzavano 2 pads/ die e 2 un solo pad/die; inoltre il punteggio medio del ICIQ-SF è stato di 4,8 e il TP medio di 2,3. Al sesto mese di trattamento (T6) due pazienti avevano recuperato la continenza e dei 4 pazienti 2014 rimasti altri due avevano recuperato la continenza al 12 mese; solo due pazienti a 12 mesi (T12) avevano una perdita persistente con pad test 1 e PC test 2, comunque tutti avevano migliorato la loro qualità di vita ICIQ-SF 1. Nel gruppo ETP dopo 3 mesi di trattamento (T3) due pazienti avevano riacquistato la continenza, tuttavia è stato registrato un miglioramento significativo globale della continenza: pad-test medio 2,4, ICIQ-SF 12,3, TP medio 1,6. Un solo paziente ha recuperato la continenza al T6, i parametri di continenza e della qualità di vita del gruppo sono rimasti sovrapponibili rispetto ai precedenti (T3). Ad un anno di trattamento (T12) altri cinque pazienti hanno riacquistato la continenza mentre i restanti 7 pazienti hanno migliorato significativamente la continenza e la qualità di vita utilizzando in media 1,4 pad/die, ICIQ-SF 6. TP medio 1,8. Discussione L’incontinenza urinaria secondaria a prostatectomia radicale è una complicanza che incide socialmente e psicologicamente ed è causa di notevole ansia per il paziente che deve sottoporsi a tale intervento. L’eziologia della PPI è stata attribuita, da vari autori, a deficit sfinterico e/o alterazioni vescicali (ridotta compliance o instabilità detrusoriale) [19], tuttavia numerosi studi urodinamici hanno mostrato che raramente dipende solamente da tali fattori [20]. Le differenti opzioni terapeutiche dipendono dalla eziologia e includono la terapia comportamentale, la terapia medica e quella chirurgica. La terapia medica è spesso gravata da numerosi effetti collaterali poco tollerati dai pazienti, quella chirurgica è ovviamente invasiva e non sempre garantisce una guarigione completa. In questo scenario la chinesiterapia da sola o associata a biofeedback rappresenta un’alternativa allettante. L’obiettivo della terapia è raggiungere la consapevolezza dell’esistenza e della funzione dei muscoli del pavimento pelvico (PFM). Teoricamente, incrementando la forza del pavimento pelvico attraverso le diverse tecniche riabilitative, si riuscirebbe a ripristinare il meccanismo primitivo di chiusura uretrale, inoltre si potrebbe ottenere una contrazione preventiva, così da ridurre gli episodi di incontinenza, il numero di assorbenti utilizzati per un precoce ritorno alla continenza. Nel nostro studio l’integrazione della chinesiterapia con l’elettrostimolazione funzionale associato al programma riabilitativo individuale domiciliare impostato dall’infermiere riabilitatore ha permesso un recupero precoce della continenza rispetto al gruppo della sola chinesiterapia. Tale risultato si è evidenziato già dalla dodicesima settimana di trattamento; a tale intervallo il 60% dei pazienti sottoposti a ETP+SEF avevano recuperato la continenza mentre solo il 13% aveva recuperato nel gruppo ETP. Complessivamente dopo un anno di trattamento un grado di incontinenza severo persisteva nel 46% dei pazienti del gruppo ETP rispetto al 13% del gruppo ETP+SEF. Sebbene la riabilitazione pelvi perineale non influenzi la continenza complessiva dopo un anno, ha un effetto significativo sul recupero precoce e questo può essere spiegato dalla presenza di un potenziale danno sfinterico molto esteso oppure una severa disfunzione vescicale. I pazienti con incontinenza severa ad un anno dalla chirurgia necessiterebbero di una valutazione uro dinamica completa ed una eventuale ulteriore terapia. Anno XXV n. 2 giugno 2014 1 Ai Sigg. Presidenti dei Collegi IPASVI Ai Sigg. Colleghi Infermieri 13 Oggetto : Evento formativo residenziale “GATTARELLA RESORT” - VIESTE del GARGANO (Foggia) 14/15/16 Settembre 2014. Indicazioni per la partecipazione. Gentilissimi Colleghi, il Collegio di Foggia, come consuetudine promuove la realizzazione di un evento formativo in collaborazione con altri Collegi IPASVI di diverse regioni italiane. Al fine di facilitare l’ organizzazione/partecipazione all’evento si riporta di seguito, sinteticamente, le principali informazioni ed indicazioni per l’adesione: 1. I Collegi ADERENTI sono invitati a confermare la propria adesione (telefonicamente o via mail), diversamente dagli anni precedenti non devono concorrere economicamente alle spese organizzative, sono a carico del Collegio IPASVI di Foggia; 2. l’adesione comporta come è noto la disponibilità a collaborare (se voluta) sia per gli aspetti scientifici che organizzativi connessi all’evento; 3. I Collegi ADERENTI sono invitati a comunicarci il numero di partecipanti all’evento (prima possibile); 4. Il numero totale di Infermieri iscrivibili all’evento sono 150 (l’evento sarà accreditamento ECM). Iscrizione: è GRATUITA, per tutti i partecipanti (studenti compresi); Prenotazione alberghiera: EVENTO FORMATIVO RESIDENZIALE “GATTARELLA (Foggia)” 14-15-16 Settembre 2014 Anno XXV n. 2 giugno 2014 2 essendo gratuita l’iscrizione all’evento, ogni singolo partecipante (studenti compresi), OBBLIGATORIAMENTE, deve comunicare l’avvenuto versamento del l’acconto per la prenotazione 14 alberghiera di 80/oo €; MODALITA’ DI VERSAMENTO: al proprio Collegio di appartenenza, se il corsista è un infermiere iscritto ad uno dei Collegi ADERENTI; per i partecipanti iscritti ad altri Collegi (NON ADERENTI ALL’EVENTO FORMATIVO) o studenti: versare la quota alberghiera al Collegio IPASVI di Foggia; 1 – con bonifico bancario IBAN: IT88 T 05787 15705 116570587473 BANCA APULIA AGENZIA N.2 - FOGGIA 2 - con versamento sul conto corrente postale N. 14747711 RIPORTARE NELLA CAUSALE: “GATTARELLA 2014”; la somma restante, per il trattamento alberghiero, dovrà essere versata al momento del Check-in. Selezionare SERVIZI AGLI ISCRITTI, seguire le indicazioni; • NON SEI REGISTRATO e sei un nuovo utente, selezionare AREA RISERVATA e seguire le indicazioni; • SEI GIA’ REGISTRATO AL SITO ipasvifoggia.it, procedi inserendo la tua USER E PASSWORD; se hai problemi, la segreteria IPASVI di Foggia - È APERTA: lunedì, mercoledì e venerdì dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 16.30 alle 18,30, resta chiusa martedì e giovedì oltre al sabato. Per eventuali chiarimenti \ informazioni telefonare al numero: 3406084831 Gaetano Consalvo – 3483821387 Michele Del Gaudio). L’iscrizione e la prenotazione alberghiera per partecipare all’evento “GATTARELLA 2014” sarà possibile fino ad esaurimento dei posti disponibili e comunque NON OLTRE IL 6 SETTEMBRE 2014, Periodo di soggiorno: da domenica 14 settembre a mercoledì 17 settembre 2014 – 3 notti; Inizio / fine: dal LUNCH di domenica 14, giorno di arrivo, al breakfast di mercoledì 17 settembre 2013, giorno di partenza; Check-in: previsto per le ore 16,00 di domenica 15 settembre 2013 (per la sistemazione nelle camere) – Check-out: ore 10,00 del 17 settembre 2014; Arrangiamento Sistemazione in camera doppia € 180,00 (€uro centoottanta/00) forfait a persona, per il periodo di soggiorno, il prezzo sopra indicato è comprensivo dell' imposta di soggiorno; Sistemazione in camera tripla o quadrupla € 160,00 (€uro centosessanta/00) forfait a persona, per il periodo di soggiorno, i prezzi sopra indicati sono comprensivi dell' imposta di soggiorno; Sistemazione in camera singola, o DUS, fino ad esaurimento disponibilità, €240 (€uro duecentoquaranta); Extra lunch: € 25,00 (Euro venticinque/00), a persona, come da piano ristorazione previsto; il trattamento di pensione completa comprende: Prodotto Ristorazione unico - Incluso: ricca colazione a buffet, varietà di primi piatti e secondi piatti e contorni, dessert e bevande ai pasti (vino, acqua). EVENTO FORMATIVO RESIDENZIALE “GATTARELLA (Foggia)” 14-15-16 Settembre 2014 Anno XXV n. 2 giugno 2014 3 Tessera club: servizio spiaggia con 1 ombrellone e 2 lettini per unità, ingresso in piscina, uso diurno dei campi da tennis polivalenti (su prenotazione); Tutto quanto non indicato in precedenza è da considerarsi come extra. 15 Veduta area congressuale Per chiarimenti\informazioni telefonare al numero: 3406084831 Gaetano Consalvo – 3483821387 Michele Del Gaudio. Saluti cordiali a tutti.Arrivederci a Gattarella – Vieste. IL Presidente IPASVI Foggia Michele Del Gaudio EVENTO FORMATIVO RESIDENZIALE “GATTARELLA (Foggia)” 14-15-16 Settembre 2014 Anno XXV n. 2 giugno 2014 5 INDICAZIONI DI MASSIMA • Responsabilità professionale • Contesto normativo di riferimento, nazionale e regionale • applicazione delle raccomandazioni ministeriali e Buone Pratiche per la sicurezza del paziente mediante la produzione di procedure • buone pratiche: dalla teoria alla pratica. Esperienze a confronto 16 Si attendono COLLABORAZIONI/ INDICAZIONI/ SUGGERIMENTI sulle buone pratiche di Vostra conoscenza/esperienza, indicandoci i Colleghi che potrebbero presentarcele (se potete, segnalateci indirizzo mail e recapiti telefonici). OBIETTIVO FORMATIVO Area: obiettivi formativi di processo OBIETTIVO NAZIONALE (11) Management sanitario. Innovazione gestionale e sperimentazione di modelli organizzativi e gestionali ACQUISIZIONE COMPETENZE TECNICO-PROFESSIONALI Responsabilità professionale e sicurezza dei pazienti. ACQUISIZIONE COMPETENZE DI PROCESSO Motivare gli operatori sanitari a valutare soluzioni di miglioramento della sicurezza e della qualità. ACQUISIZIONE COMPETENZE DI SISTEMA Recepimento delle raccomandazioni sulla sicurezza del paziente e sul ruolo determinante che esse hanno nel contribuire in una 6 logica di sistema a sviluppare in maniera teorica e pratica la cultura della sicurezza. Recapiti: Michele Del Gaudio mail [email protected] Aziendale [email protected] – PERSONALE – Cell. 348 38 21 387 Gaetano Consalvo EVENTO FORMATIVO RESIDENZIALE [email protected] PERSONALE – “GATTARELLA (Foggia)” 14-15-16 Settembre 2014 Cell 3406084831 Grazie per la collaborazione. Saluti Cordialissimi e arrivederci a Gattarella – Vieste. 4 LE BUONE PRATICHE NELLA PROFESSIONE INFERMIERISTICA. ESPERIENZE A CONFRONTO. Nel febbraio 2008 con il lancio della prima call for goodpractice rivolta agli assessorati alla sanità affinché coordinassero la raccolta degli interventi realizzati dalle strutture sanitarie di ogni regione per accrescere la sicurezza dei pazienti e delle cure, l’Agenas inaugurava l’Osservatorio Buone Pratiche, con la funzione di monitoraggio delle buone pratiche. AGENAS La call for goodpractice è una iniziativa volta a rilevare gli interventi/esperienze attuati dalle organizzazioni sanitarie che abbiano dimostrato un miglioramento della sicurezza dei pazienti (suddivisi per tipologia in “raccolta dati”, “coinvolgimento del paziente”, “cambiamenti specifici”, “interventi integrati”) e che rispondono ai seguenti criteri: • attuati a livello regionale, aziendale o di unità operativa; • basati su evidenze da letteratura; • realizzati secondo i principi del miglioramento continuo della qualità e rappresentati in accordo con linee-guida internazionali (SQUIRE) con particolare attenzione alla metodologia di valutazione dell’efficacia e dei costi; • sostenibili nel tempo; • potenzialmente riproducibili/trasferibili in altri contesti. Dopo sei anni dal Congresso Nazionale IPASVI (febbraio 2009) dove un’intera giornata congressuale venne dedicata a “innovazione ed esperienze di buona pratica infermieristica” ci si vuole confrontare sull’evoluzione che in questi anni hanno avuto le buone pratiche infermieristiche, partendo dalle raccomandazioni ministeriali sulla sicurezza dei pazienti. In particolare, l’evento formativo mira ad approfondire le buone pratiche e le procedure assistenziali in tutti i contesti, soffermandosi anche sugli aspetti giuridici e deontologici della professione, sulla programmazione-coordinamento delle procedure, soprattutto nel lavoro di equipe e nell’interazione con i medici e con i pazienti. Il porsi in modo consapevole rispetto ai rischi nei quali si può incorrere nello svolgimento delle quotidiane attività lavorative negli ambienti sanitari, riprogettare quelle pratiche infermieristiche che permettono di migliorare la qualità delle prestazioni erogate. Adeguatezza e completezza, innovatività, sostenibilità, trasferibilità sono accompagneranno l’esperienza congressuale. EVENTO FORMATIVO RESIDENZIALE “GATTARELLA (Foggia)” 14-15-16 Settembre 2014 le parole chiave che EVENTO FORMATIVO RESIDENZIALE “GATTARELLA (Foggia)” 14-15-16 Settembre 2014 EVENTO FORMATIVO RESIDENZIALE