Approfondimenti News

Transcript

Approfondimenti News
TERMOMETRO
n. 2
giugno
Trimestrale - Spedizione in abbonamento postale - Art. 2 - Comma 20/B - Legge n. 662/96 - Poste Italiane - Prov. FG
Anno XXV
2014
News
Approfondimenti
La riabilitazione del pavimento pelvico nell’incontinenza urinaria post
prostatectomia radicale
Opg: ok finale Camera a
decreto, ecco le principali novità
La voce del paziente in
cartella clinica, promossa
la medicina narrativa
Nel mondo mancano 7,2
milioni di operatori sanitari
Notiziario ufficiale del Collegio Provinciale IPASVI - Foggia
Infermieri Professionali - Assistenti Sanitari - Vigilatrici d’Infanzia
TERMOMETRO
Copyright by Collegio IPASVI Foggia
Viale Giotto, 200
71100 FOGGIA - Tel. e Fax 0881 749774
Direttore
Afd Matteo Russo
Vice Direttore
Antonio Marchesani
Direttore Responsabile
Dott. Giuseppe Tampone
Comitato di redazione
Consiglio Direttivo Collegio Ipasvi
Autorizzazione del Tribunale di Foggia
n. 12/90 del 27 aprile 1990
Tutti i diritti di proprietà letteraria ed artistica sono riservati. Tutti gli Iscritti al Collegio
possono collaborare con la Redazione. I manoscritti e le fotografie, anche se non pubblicati, non si restituiscono. È vietata la riproduzione anche parziale senza l’autorizzazione dell’Editore.
Spedizione in abb. postale
art. 2 Comma 20/B Legge n. 662/96 - Poste Italiane Filiale di Foggia
• pubblicazione trimestrale inviata gratuitamente
a tutti gli iscritti del Collegio Provinciale IPASVI di
Foggia.
• per evitare disguidi nell’invio in abbonamento,
si prega di comunicare tempestivamente eventuali cambi di indirizzo alla Segreteria del Collegio.
Impaginazione e stampa
Centro Grafico S.r.l.
1ª trav. Via Manfredonia - 71121 Foggia
Tel. 0881/728177 • Fax 0881/722719
www.centrograficofoggia.it
COLLEGIO PROVINCIALE IPASVI FOGGIA
Viale Giotto, 200 - 71100 FOGGIA
TF e FAX - 0881/749774
Presidente
Dott. Michele Del Gaudio
Vice Presidente
Dott. Silvio Piancone
Segretario
Dott. Matteo Vizzani
Tesoriere
AFD Gaetano Consalvo
CONSIGLIO DIRETTIVO
M. S. Cicilano, M. R. Cimarrusti, G. Chiumento, F. Mansi, A. Marchesani,
P. Papagna, M. Russo, A. Santoro, A. Scisco,
C. Tampone, G. Tino
REVISORI DEI CONTI
A. Libertazzi, A. Turco, D. Trombetta,
M. Marchese (Supp.)
SOMMARIO
NEWS
❍ Opg: ok finale Camera a decreto, ecco
le principali novità
Fonte ASCA
❍ La voce del paziente in cartella clinica,
promossa la medicina narrativa
Fonte ADNKRONOS
3
4
❍ Nel mondo mancano 7,2 milioni di
operatori sanitari
Fonte IPASVI
APPROFONDIMENTI
❍ La riabilitazione del pavimento pelvico
nell’incontinenza urinaria post
prostatectomia radicale
di Domenico Trombetta
EVENTI FORMATIVI
❍ Le buone pratiche nella professione
infermieristica. Esperienze a confronto
5
13
Norme editoriali per le proposte di pubblicazione
Le proposte editoriali verrano valutate dal comitato di redazione e prese in
considerazione solo se originali (non pubblicati in precedenza) il cui contenuto sia di chiaro interesse infermieristico. La pubblicazione del materiale è subordinata al giudizio insindacabile della Redazione, la quale si riserva facoltà
di apportare modifiche nel contenuto e/o nella forma, comunque in accordo con gli autori.
Ogni articolo esprime l’idea degli autori, i quali si assumono la piena responsabilità di quanto scritto. Il materiale dovrà pervenire in formato elettronico
(word o rtf) via e-mail, completo di eventuali tabelle o immagini allegate (specificare dove inserire le tabelle o le immagini). Nel caso in cui le immagini non
vengano fornite, ne sarà assegnata una o più a giudizio insindacabile della redazione. Ogni pagina dovrà essere numerata e nella prima dovrà comparire: 1)
titolo dell’articolo; 2) autori (nomi completi e qualifiche professionali); 3) recapiti per eventuali contatti (telefono, fax e e-mail.
La bibliografia va inserita nell’ultima pagina rispettando i seguenti criteri:
Libri: Autore, Titolo (in corsivo), Luogo, Editore, Data, Pagina
Riviste: Autore, Titolo (in corsivo), «Titolo della rivista (tra caporali)», annata in
cifre romane (anno corrispondente in cifre arabe)
Atti: Titolo dell’evento, città, data.
Quando il lavoro coinvolge, a vario titolo, l’istituzione di appartenenza degli
autori o soggetti diversi dagli autori, è necessario allegare una liberatoria scritta
dei relativi responsabili. Il materiale inviato non verrà restituito in alcun caso.
Anno XXV
n. 2
giugno
2014
Opg: ok finale Camera a decreto,
ecco le principali novità
Fonte ASCA
3
(ASCA) - Roma, 28 mag 2014
Via libera definitivo da parte della Camera
al decreto del governo sulla chiusura degli
ospedali psichiatrici giudiziari. Ecco, in sintesi, le principali novità.
Proroga chiusura.
Slitta al 31 marzo 2015 lo stop definitivo
agli Opg. Da quella data gli ex manicomi
criminali dovranno essere sostituiti da
strutture residenziali sanitarie per l’esecuzione della misura di sicurezza (Rems).
La proroga annuale costerà 5,84 milioni di
euro.
Basta ricoveri.
In vista della chiusura, per infermi e seminfermi di mente il giudice dovrà di regola adottare misure di sicurezza diverse
dall’Opg, come ad esempio la libertà vigilata. Ciò vale anche nel caso di custodia
cautelare provvisoria, da eseguire in strutture psichiatriche ospedaliere e non più in
casa di cura e custodia (sezioni interne agli
Opg). Il ricovero in Opg diventa insomma
residuale, si attiva solo quando ogni altra
misura risulta inidonea a far fronte alle
pericolosità sociali.
Pericolosità sociale.
Più rigore nell’accertamento. Per giustificare il ricovero in Opg, il giudice deve ora
ricavare la pericolosità solo dalle qualità
soggettive della persona non potendo
dare rilievo autonomo alle condizioni di
vita individuali e sociali (per esempio, lo
stato di marginalità socioeconomica). La
pericolosità non può nemmeno basarsi
sulla sola mancanza di programmi terapeutici individuali.
No ergastoli bianchi.
Stop alla restrizione in Opg a tempo illimitato. Le misure di sicurezza detentive e i ricoveri nelle Rems non potranno ora durare
più del massimo della pena prevista per il
reato commesso. L’eccezione vale solo per
delitti gravissimi punti con il carcere a vita:
in questo caso la restrizione potrà durare
finché ci sarà pericolosità sociale.
Programmi di dismissione.
Le regioni hanno l’obbligo di predisporre
programmi individualizzati di dimissione
degli attuali internati in Opg. Per i pazienti
tuttora socialmente pericolosi, il programma dovrà documentare in modo puntuale
le ragioni che sostengono il ricovero.
Tavolo di monitoraggio.
Presso il ministero della Salute sarà attivo
un organismo con funzioni di monitoraggio e coordinamento delle iniziative assunte per garantire il superamento degli
Opg. Sulla loro attuazione i ministeri della
Salute e della Giustizia dovranno presentare una relazione al Parlamento ogni 3
mesi.
Supplenza governo.
Al governo vanno poteri sostitutivi: se
dalle comunicazioni delle regioni nel realizzare le nuove strutture risultino ritardi
tali da pregiudicare la chiusura degli Opg
entro il termine previsto, scatta la supplenza. red/vlm
La voce del paziente in cartella clinica,
promossa la medicina narrativa
(Adnkronos Salute) - Non solo il medico e l’infermiere. Anche la voce del paziente
trova spazio in cartella clinica nell’era della medicina narrativa, un approccio che
permette “decisioni clinico-assistenziali più complete, personalizzate, efficaci e
appropriate”. E’ una promozione a pieni voti quella che emerge da una Consensus
Conference sul tema promossa dall’Istituto superiore di sanità, che ha prodotto la
prime raccomandazioni in Europa sulla medicina basata sui racconti dei malati.
Linee di indirizzo presentate all’Iss di Roma, durante il convegno internazionale
‘Narrative Medicine and Rare Disease’.
Fonte Adnkronos
Anno XXV
n. 2
giugno
2014
Nel mondo mancano 7,2
milioni di operatori sanitari
06/06/2014 - Appello all’Unione europea per fermare il fenomeno
di carenza di personale. Ecco le cinque “mosse” per uscire dall’emergenza.
4
Fonte IPASVI
N
el mondo mancano 7,2 milioni
di operatori sanitari, di cui
un milione solo in Europa. Lo
afferma l’organizzazione internazionale
“Health Workers for All” in un appello
alla Ue per un impegno concreto su
questo tema. “La carenza di personale
sanitario è globale - si legge nel sito
italiano dell’associazione -: ben 57
Paesi nel mondo, in maggioranza
in Africa, hanno carenze critiche di
personale sanitario, e un miliardo di
persone non vedranno mai un operatore
sanitario nel corso di tutta la vita”.
Il nostro Paese, che prima attirava
medici e infermieri dall’estero, ora sta
per vedere un’inversione di tendenza.
“La stessa Italia, punto di arrivo per
migliaia di infermieri extra europei
fino a poco tempo fa - scrivono infatti
gli esperti - rischia di tramutarsi oggi, a
causa dei tagli alla spesa sanitaria, in un
Paese da cui medici e infermieri partono
per cercare lavoro all’estero, vanificando
così gli investimenti fatti in formazione
di questi operatori negli anni passati”.
Queste le 5 raccomandazioni che
“Health workers for all” presenta ai
Governi per fermare il fenomeno di
carenza di personale sanitario nel
mondo che sta mettendo a rischio
anche l’Europa.
1) Pianificare e formare a lungo
termine il personale sanitario,
puntando all’autosufficienza.
2) Investire sul personale sanitario.
3) Rispettare i diritti degli operatori
sanitari migranti.
4) Pensare e agire coerentemente
a livello nazionale, regionale e
globale.
5) Fare la propria parte nell’applicazione del Codice OMS.
Per approfondire:
http://www.healthworkers4all.eu/it/home
Appr
ofo
e
ndim
nti
Anno XXV
n. 2
giugno
2014
La riabilitazione del pavimento
pelvico nell’incontinenza urinaria
post prostatectomia radicale
A cura di Domenico Trombetta
INTRODUZIONE
L’INCONTINENZA URINARIA:
definizione e classificazione
Le disfunzioni del pavimento pelvico
femminile (DPPF) più comuni sono
rappresentate dal prolasso genitale,
dall’incontinenza urinaria e fecale e dai
disordini della defecazione che rispettivamente sono lamentate dal 30%,
22%, 12% e 20% delle donne. Solo un
terzo delle donne con DPPF si rivolge al
medico curante perché molte, per vergogna, preferiscono convivere con tali
patologie e con le inevitabili ripercussioni sulla salute stessa, sulla qualità
di vita sociale, familiare e lavorativa.
Le persone incontinenti sono frequentemente imbarazzate, isolate, stigmatizzate, depresse; le persone anziane
incontinenti vengono spesso ricoverate
in istituti poiché questa patologia è un
peso significativo per coloro che se ne
prendono cura. L’incontinenza rimane
un problema largamente trascurato gravato da ripercussioni sociali ed
economiche nonostante sia molto ben
trattabile e spesso curabile. La patogenesi delle disfunzioni delle disfunzioni
perineali femminili, ammesso che possa essere ricondotta ad un unico meccanismo o comunque alla prevalente
compromissione di uno dei sistemi di
“controllo” coinvolti (neurologico, viscerale, muscolo-scheletrico, fasciale), non
è ancora stata del tutto chiarita.
INCONTINENZA URINARIA
L’incontinenza urinaria, tra le disfunzioni è quella che maggiormente rappresenta un problema socio-sanitario rilevante per il quale è importante trovare
5
risposte soddisfacenti sia in termini di
efficacia, sia di rapporto costo/beneficio, soprattutto in relazione all’invecchiamento della popolazione. È una
disfunzione in continuo aumento e può
interessare qualunque fascia d’età ed
entrambi i sessi, con una maggiore prevalenza nelle donne: nella popolazione
di età compresa tra i 15 ed i 64 anni,
infatti, la prevalenza negli uomini varia
dall’1,5% al 5% mentre nelle donne dal
10% al 30% con un’incidenza nella donna che varia dal 4.8 al 58.4 % . [1]
La passata definizione di incontinenza
urinaria era quella di “una condizione
in cui la perdita involontaria di urine attraverso l’uretra costituisce un problema
igienico-sociale ed è oggettivamente dimostrabile”[1].
Nel 2002 l’ International Continence Society (ICS) ha dichiarato l’Incontinenza
Urinaria “la presenza di ogni perdita involontaria di urina”. [3]
L’ICS nella nuova standardizzazione
(2002), definisce che la descrizione del
sintomo incontinenza deve essere fatto,
tenendo conto del : tipo di incontinenza, della frequenza, della gravità, dai
fattori precipitanti, dall’ impatto sociale, e dagli effetti che ha sull’igiene, sulla
qualità di vita, sull’utilizzo di ausili, e
sulla richiesta di cure da parte del paziente. La standardizzazione ICS, prevede anche la distinzione dei sintomi del
basso tratto urinario in tre gruppi:
• sintomi della fase di riempimento
• sintomi della fase di svuotamento
• sintomi post minzionali
A questi, vengono associati eventuali
sintomi sessuali, prolasso di organi,
dolore.
Incontinenza Urinaria
- da sforzo
- da urgenza
- mista
- da rigurgito (overflow)
- Riflessa
- Sgocciolamento terminale e post
minzionale
- Giggle incontinence
- Enuresi
- Sintomi irritativi
- Urgenza minzionale
- Nicturia
- Pollachiuria
- Sintomi Ostruttivi
- Esitazione minzionale
- Ponzamento
- Mitto gocciolante
- Senso di incompleto svuotamento
- Sintomi dolorosi
- Bruciore minzionale
- Dolore uretrale
- Dolore ipogastrico
- Dispareunia
Anno XXV
n. 2
giugno
2014
Appr
6
L’incontinenza urinaria da
sforzo è definita come “la perdita involontaria di urina in seguito a sforzo, esercizio, starnuto o tosse” [2] Essa può essere
causata da una ipermobilità uretrale o del
collo vescicale e/o da deficit dello sfintere
uretrale intrinseco (ISD), in relazione spesso ad una condizione di debolezza del pavimento pelvico [5]. Si verifica quando la
pressione intravescicale supera quella uretrale in assenza di contemporanee contrazioni detrusoriali non inibite. Nell’uomo si
verifica soprattutto dopo chirurgia pelvica
per deficit dei meccanismi di chiusura
uretrale, nella donna può essere dovuta a
deficit sfinteriale o a dislocazione del collo
vescicale o ad entrambe.
L’incontinenza urinaria da urgenza è, invece, definita come “la perdita
involontaria di urina accompagnata o
preceduta da un intenso desiderio di
urinare”. [3] Come entità nosologica clinico anamnestica l’ICS nel 2002 ha distinto: una iperattività detrusoriale urodinamica ed una iperattività idiopatica
e neurogena. I pazienti che soffrono di
incontinenza urinaria da urgenza riferiscono un’improvvisa ed improcrastinabile necessità di espletare la minzione.
L’incontinenza urinaria mista è la
perdita involontaria di urina associata
sia ad urgenza sia a sforzo, starnuto o
tosse. [3]
Incontinenza continua: Continua
perdita di urina attraverso l’uretra.
Incontinenza da riso: perdita involontaria di urina anche in quantità cospicua durante una risata.
Enuresi: indica qualsiasi perdita involontaria di urina, quindi deve essere
sempre seguita dall’aggettivo notturna.
Enuresi Notturna: perdita involontaria
di urine durante il sonno, può essere
primaria se il soggetto non ha mai raggiunto la continenza, secondaria quando l’enuresi notturna compare dopo un
periodo di continenza urinaria superiore
a 6 mesi.
Incontinenza durante il rapporto
sessuale: perdita involontaria di urina
in corso di rapporto sessuale.
Incontinenza da rigurgito: perdita
di urina attraverso l’uretra, secondaria a
ritenzione cronica di urina e perdita di
compliance detrusoriale. L’incontinenza urinaria viene, dunque, inquadrata
come entità nosologica, differendo sostanzialmente dal sintomo incontinenza
che appare come perdita involontaria di
urine, in stretta relazione con quadri patologici molteplici (infezioni delle basse
vie urinarie, anomalie quali l’estrofia
vescicale, l’ureterocele ectopico, l’epispadia, patologie neurologiche congenite o acquisite) [4].
LA RIABILITAZIONE
DEL PAVIMENTO PELVICO
Le tecniche riabilitative del pavimento
pelvico hanno tutte come obiettivo il
miglioramento delle performances perineali in modo da consentire al perineo
di esplicare al meglio le sue funzioni di
supporto dei visceri pelvici, di rinforzo
sfintero uretrale e di contrasto alle pressioni endoaddominali.
Le principali indicazioni alla riabilitazione del pavimento pelvico sono:
•incontinenza urinaria (da sforzo, da
urgenza e mista);
• sindrome da urgenza-frequenza minzionale;
• incontinenza anale (ai gas e fecale);
• prolasso genitale di grado non elevato;
• dolore pelvico cronico.
La riabilitazione pelvi-perineale rappresenta da oltre un trentennio un
valido approccio al trattamento di vari
disordini del pavimento pelvico. Kegel
è il riconosciuto pioniere di tali tecniche riabilitative tanto che circa 60 anni
fa propose esercizi perineali per prevenire e/o trattare il prolasso genitale e
l’incontinenza urinaria; le sue tecniche
tuttavia andarono incontro ad un non
giustificato oblio e si dovranno attendere gli anni settanta per un risveglio di
interesse nei confronti della riabilitazione pelvi perineale.
La riabilitazione pelvi perineale ha due
scopi fondamentali:
•prevenzione delle disfunzioni del pavimento pelvico;
• trattamento di tali disfunzioni;
ofo
ndim
ent
i
Il presupposto da cui è doveroso partire
per comprendere il ruolo svolto dalla
riabilitazione pelviperineale nel trattamento delle disfunzioni del pavimento
pelvico è sicuramente ben riassunto
dalle parole di DE Lancey. [10]
L’interazione tra i muscoli del pavimento pelvico e i legamenti di sostegno
è fondamentale per il supporto degli
organi pelvici. Se la funzione della
muscolatura del pavimento pelvico è
normale il pavimento pelvico è chiuso
e i legamenti e le fasce non sono sottoposti a tensione. Le fasce hanno semplicemente il compito di stabilizzare gli
organi nella loro posizione al di sopra
del muscolo elevatore dell’ano. Quando
la muscolatura perineale si indebolisce
o/ è danneggiata, il pavimento pelvico
risulta aperto e la vagina si viene a trovare tra l’alta pressione addominale e la
bassa pressione atmosferica; in questa
situazione l’unico meccanismo che consente un sostegno agli organi pelvici è
rappresentato dai legamenti. Tuttavia
questi ultimi possono sostenere il carico solo per un breve periodo di tempo,
ne consegue che il tessuto connettivo si
danneggia e non riesce più a sostenere
gli organi pelvici nella loro posizione. Da
quanto detto si comprende come nonostante l’eziologia della incontinenza
genuina da sforzo e del prolasso genitale sia multifattoriale, sicuramente un
ruolo fondamentale è quello svolto da
anormalità della muscolatura del pavimento pelvico e del tessuto connettivo.
Ne consegue che il trattamento medico
riabilitativo dovrebbe essere considerato come terapia di prima linea per
l’incontinenza urinaria specialmente
da sforzo, in quanto fornisce dei buoni
risultati senza effetti collaterali e non
compromette una eventuale opzione
chirurgica.”
Grande importanza riveste la selezione
delle pazienti da avviare al trattamento
medico riabilitativo.
Nel reclutamento di tali pazienti rive-
Appr
ofo
ndim
ent
i
stono un ruolo fondamentale i seguenti
fattori:
• assenza di denervazione completa
del pavimento pelvico;
• corretta istruzione del terapista;
• motivazione del paziente.
Requisito fondamentale della riabilitazione è pertanto rappresentato da una
accurata valutazione del paziente su
base organica e funzionale per riconoscere eventuali disfunzioni neuromotorie del complesso muscolare perineale,
il progetto riabilitativo che ne consegue
è un atto complesso che prevede un approccio educazionale e un utilizzo combinato di varie tecniche.
Inquadramento del paziente
Valutazione iniziale: anamnesi, esame obiettivo,carta minzioni,stress test
spontaneo e/o standardizzato, valutazione residuo post minzionale, esame
urine.
Se necessario eseguire una valutazione
specialistica: esame urodinamico, diagnostica per immagini, endoscopia.
Tecniche riabilitative
Le tecniche comportamentali rimangono un’ approccio di prima scelta (4°
Consultation on Incontinence 2009) nei
casi di incontinenza lieve o moderata e
l’utilizzo delle tecniche da sole o in associazione sono raccomandate. La scelta
dell’impiego di un tipo di trattamento,
dipende sia dai singoli problemi vescico
sfinterici, e sopratutto dagli elementi
chiave che permettono di raggiungere
la continenza urinaria.
Le tecniche cardine della riabilitazione
Anno XXV
n. 2
giugno
2014
pelvi perineale sono rappresentate da:
•Biofeedback (BFB);
•Esercizio Terapeutico Perineale (ETP);
•Coni vaginali;
•Stimolazione elettrica funzionale
(SEF);
•Bladder training;
•Stimolazione del nervo tibiale.
1. Biofeedback
Il termine biofeedback deriva dalla
combinazione di due termini inglesi
“biological e Feedback” (retrocontrollo
biologico). È una metodica di apprendimento o rieducazione nella quale il
paziente è inserito in un circuito a feedback chiuso dove gli vengono fornite
informazioni su attività fisiologiche
normalmente non coscienti, monitorizzate tramite segnali acustici o visivi.
L’ apparecchiatura è costituita da un
trasduttore, da un amplificatore, un
elaboratore e da un’ evidenziatore gli
apparecchi possono essere manometrici ed elettromiografici. Lo sviluppo di
tale tecnica è iniziato nel 1948 grazie a
A. Kegel, ma solo dopo gli anni 70 essa
ha trovato varie indicazioni nel trattamento delle disfunzioni del pavimento pelvico. La sua funzione è quella di
rinforzare una muscolatura deficitaria
e/o diminuire un’ipertono muscolare, il
miglioramento del controllo muscolare,
cercare di eliminare le sinergie agoniste
ed antagoniste all’attività perineale.
Le tecniche di BFB utilizzate in campo
uro-proctologico sono rappresentate
dal BFB elettromiografico e dal BFB manometrico.
Il BFB elettromiografico rileva tramite
7
elettrodi di superficie o endocavitari
l’attività elettrica sviluppata dai muscoli
durante la contrazione.
Il BFB manometrico si avvale di una
sonda vaginale provvista di un palloncino gonfiato d’aria che trasmette ad
un manometro le variazioni di pressioni endoluminali prodottesi durante la
contrazione dei muscoli del pavimento
pelvico.
In ambito uroginecologico il BFB riveste
importanza nella diagnostica perineale in quanto consente una valutazione
dell’elettività della contrazione del
muscolo pubococcigeo e l’eventuale
presenza di sinergie di muscoli agonisti
e antagonisti. Solitamente il programma riabilitativo comprende minimo 2
sedute settimanali di 15-20 minuti, il
riposo tra le contrazioni e doppio rispetto a quello di lavoro Il numero delle contrazioni viene sempre calcolato in base
alla valutazione dell’affaticabilità muscolare. Si fanno eseguire contrazioni
massimali di breve durata (componente
fasica), o sotto massimali per alcuni secondi (componente tonica).
Il biofeedback può essere impiegato da
solo o in associazione ad altre tecniche
riabilitative.
Si è constatato che molte donne, anche per fattori culturali, hanno scarsa
coscienza del pavimento pelvico e non
sono in grado di contrarre volontariamente la muscolatura perineale. In
altri casi non è possibile la contrazione
elettiva del muscolo pubococcigeo e
vengono messe in atto delle contrazioni
sinergiche di muscoli perineoagonisti
(quali adduttori e Glutei) o addirittura
delle contrazione di muscoli antagonisti (quali i muscoli addominali e il dia-
Anno XXV
n. 2
giugno
2014
Appr
8
framma) fino ad arrivare al quadro più
eclatante di tale indesiderato pattern
costituito dalla inversione del comando
perineale. Appare evidente l’importanza di una preliminare valutazione di
questo tipo di situazioni che vanno trattate prima di proseguire il programma
riabilitativo.
Inoltre il BFB spesso si rende necessario
nelle prime fasi del trattamento riabilitativo al fine di ottenere una migliore
presa di coscienza della muscolatura
pelvica. Diversi studi hanno dimostrato i
benefici del BFB in aggiunta agli esercizi
di chinesiterapia pelviperineale.
In pazienti con Incontinenza urinaria da
sforzo, il BFB è un utile ausilio al trattamento chirurgico o dopo insuccesso della chirurgia. In pazienti con iperattività
detrusoriale il BFB è utile per controllare
la sintomatologia da urgenza e le contrazioni non inibite del detrusore.
Nel 2001 Kathryn Bugio e coll. hanno
pubblicato uno studio randomizzato in
cui il BFB è stato proposto in associazione con terapia farmacologia (Ossibutinina): i risultati sono stati migliori
nel gruppo di pazienti che avevano
eseguito il trattamento combinato rispetto alla sola terapia farmacologia o
con BFB. [11]
2. Esercizio Terapeutico Perineale
(ETP)
L’ ETP ha come obiettivo la presa di coscienza e il rinforzo della muscolatura
perineale mediante esercizi specifici da
eseguire inizialmente sotto guida di un
terapista riabilitatore e successivamente dopo opportuno insegnamento a
domicilio.
L’esercizio Terapeutico si pone come uno
dei trattamenti fondamentali per il trattamento dell’IU, che da solo o in associazione al BFB e alla SEF, ha come obietti-
vo fondamentale quello di migliorare le
performances dell’elevatore dell’ano.
Viene utilizzata sia a scopo preventivo
(es. post partum) che a scopo terapeutico, nei casi di turbe della statica pelvica
e come trattamento dell’incontinenza
urinaria sia da urge che da stress. La
fase preliminare del trattamento, è rappresentata dall’informazione da parte
dell’operatore sull’anatomo -fisiologia
del pavimento pelvico, nel fare apprendere alla persona una buona sinergia
respiratoria e solo successivamente
seguiranno l’utilizzo di tecniche autonome ed assistite per far comprendere
alla persona, le funzioni e l’obiettivo del
trattamento.
Principali funzioni
del muscolo elevatore:
- Funzione posturale “ fibre toniche”
- Azione sfintero uretrale supplementare (volontaria e riflessa)
- Supporto dei visceri pelvici.
- Sostegno della giunzione vescico uretrale.
- Mantenimento della pressione di
chiusura uretrale.
- Sviluppo del riflesso di chiusura perineale allo sforzo “ fibre fasiche”
- Rinforzo della motricità volontaria
sfinterica (uretrale ed anale)
- Miglioramento dell’angolo ano rettale.
- Miglioramento della vita sessuale.
Obiettivo della chinesiterapia è
agire direttamente sul potenziamento muscolare perineale al fine
di ottenere:
- Ipertrofia del muscolo elevatore.
- Aumento degli input afferenziale alla
corteccia cerebrale.
- Attivazione dell’arco riflesso pudendo
pelvico.
- Stimolazione delle fibre nervose di
grosso calibro.
- Rinforzo dei meccanismi di chiusura
uretrale.
- Miglioramento della trasmissione
addomino uretrale.
Le fasi del programma dell’ETP, seguono
ofo
ndim
ent
i
un approccio di tipo sequenziale:
- Presa di coscienza della regione perineale attraverso un’ approccio propriocettivo (Stiramento e tensione
della regione perineale )
- Eliminazione delle sinergie agoniste
ed antagoniste per mezzo, di contrazioni elettive dell’elevatore dell’ano
senza il contemporaneo reclutamento di gruppi muscolari agonisti (adduttori, glutei) o antagonisti (addominali)
- Training muscolare dell’elevatore
dell’ano, attraverso l’esecuzione di
esercizi di tipo isotonico (miglioramento delle fibre fasiche di grosso
calibro) ed isometrico per il miglioramento dell’endurance dell’elevatore
dell’ano.
- Automatizzazione dell’attività muscolare perineale in rapporto agli
stress quotidiani, questa fase del programma chinesiterapico, può essere
attuata, quando la persona ha acquisiti una buona capacità di controllo e
una buona contrazione dell’elevatore
dell’ano che le permetta di isolare
l’attività muscolare perineale da altre
attività muscolari.
Esercizi terapeutici Perineali
passiva:
- Allineamento posturale passivo
- Mobilizzazione passiva in rilasciamento
- Mobilizzazione passiva forzata
Esercizi Terapeutici Perineali
attivi:
- Esercizi attivi generali
- Esercizi attivi segmentari (liberi, assistiti, contro resistenza) stretch reflex
perianali, feedback tattili e visivi,
trattamento endovaginale, e/o rettale
- Tecniche di facilitazione neuromuscolare
- Rieducazione funzionale
Uno degli aspetti fondamentali del programma riabilitativo è istruire il pazien-
Appr
ofo
ndim
ent
i
Anno XXV
n. 2
sinergia muscolare. I coni sono di semplice impiego, unica controindicazione
a loro utilizzo è la presenza di prolasso
vaginale importante.
Diversi studi, tuttavia, dimostrano come
l’uso dei soli coni vaginali non sia raccomandato.
te a proseguire il lavoro riabilitativo a
domicilio, allo scopo di ottenere risultati
durevoli nel tempo. Il numero delle sedute di chinesiterapia è subordinato alla
condizione perineale ed alla presenza di
sinergie muscolari che necessitano di
essere corrette. Il programma è sempre
individualizzato.
3. Coni vaginali
Un particolare approccio chinesiterapico è rappresentato dall’uso dei Coni
vaginali.
I coni vaginali sono stati introdotti nel
1985 da Plevnik, per il rinforzo e la valutazione del piano perineale. La tecnica è
alternativa all’utilizzo di altre terapie riabilitative per il trattamento della stress
e mix incontinence e si avvale dell’utilizzo di 5 coni di peso crescente da 2070 gr di 5 cm di lunghezza e 2 di diametro. Il cono inserito in vagina tende a
fuoriuscire per gravità. La sensazione di
scivolamento attiva le afferente pudende e stimolando l’arco riflesso pudendo
determina una reazione di trattenimento riflessa (contrazione dell’elevatore
dell’ano) tesa a permettere il mantenimento del cono in vagina.
Si possono utilizzare in condizioni di
normali attività quotidiane e quindi in
risposta agli aumenti della pressione
addominale (tosse, corsa, saltelli).
Il trattamento consigliato è solitamente
di impiego giornaliero per 15 minuti due
volte al giorno per tre mesi. Indicazione
all’uso dei coni vaginali è la incontinenza urinaria da sforzo di grado moderato
in assenza di importanti patterns di dis-
4. Stimolazione elettrica
funzionale (SEF)
E’ una tecnica propriocettiva, che produce una stimolazione ciclica della
muscolatura pelvica e delle strutture
nervose migliorandone l’elasticità, la
viscosità, la distensibilità, il trofismo
muscolare inducendo una ipertrofia e
quindi un incremento della capacità
contrattile e della resistenza delle fibre
muscolari residue del pavimento pelvico. Comporta inoltre un aumento della
sensibilità. Presenta un effetto di tipo
centrale determinando una riorganizzazione dei sistemi neuronali, coordinazione e presa di coscienza individuale
del pavimento pelvico ed un effetto di
tipo periferico con conseguente contrazione dei muscoli del pavimento pelvico
ed intervento sulle sensibilità viscerali.
Questa tecnica, ormai ben conosciuta
ed universalmente utilizzata, trova il
suo principale campo di applicazione
nell’incontinenza urinaria e fecale, nella
stitichezza, nei prolassi, nei dolori pel-
giugno
2014
vici, in alcune disfunzioni sessuali, nelle
vestibuliti e nel post-partum. Traggono
notevole miglioramento le stipsi rettoanali, da difetto della motilità perineale
e degli sfinteri (dissinergia del pavimento pelvico, sindrome del pavimento pelvico, sindrome del perineo discendente,
stipsi espulsiva ecc.)
Avviene mediante l’utilizzo di una sonda personale anale o vaginale, collegata
ad un sistema computerizzato che invia
stimolazioni intermittenti con corrente
alternata a bassa frequenza. La terapia
avviene in assoluta distensione, senza
il minimo disturbo per il paziente. E’
priva di qualsiasi effetto collaterale e
presenta notevole efficacia terapeutica. E’ una tecnica passiva, che produce
una stimolazione ciclica della muscolatura pelvica e delle strutture nervose
migliorandone l’elasticità, la viscosità,
la distensibilità, il trofismo muscolare
inducendo una ipertrofia e quindi un
incremento della capacità contrattile
e della resistenza delle fibre muscolari
residue del pavimento pelvico. Comporta inoltre un aumento della sensibilità.
Presenta un effetto di tipo centrale
determinando una riorganizzazione
dei sistemi neuronali, coordinazione e
presa di coscienza individuale del pavimento pelvico ed un effetto di tipo
periferico con conseguente contrazio-
9
Anno XXV
n. 2
giugno
2014
Appr
10
ne dei muscoli del pavimento pelvico
ed intervento sulle sensibilità viscerali.
Questa tecnica, ormai ben conosciuta
ed universalmente utilizzata, trova il
suo principale campo di applicazione
nell’incontinenza urinaria e fecale, nella
stitichezza, nei prolassi, nei dolori pelvici, in alcune disfunzioni sessuali, nelle
vestibuliti e nel post-partum.
Traggono notevole miglioramento le
stipsi retto- anali, da difetto della motilità perineale e degli sfinteri (dissinergia del pavimento pelvico, sindrome del
pavimento pelvico, sindrome del perineo discendente, stipsi espulsiva ecc.)
Avviene mediante l’utilizzo di una sonda personale anale o vaginale, collegata
ad un sistema computerizzato che invia
stimolazioni intermittenti con corrente
alternata a bassa frequenza. La terapia
avviene in assoluta distensione, senza il
minimo disturbo per il paziente. E’ priva
di qualsiasi effetto collaterale e presenta notevole efficacia terapeutica.
La SEF ha la possibilità di interferire sulla “coscienza” della muscolatura perineale, in positivo provvedendo a:
- Incrementare il Tono trofismo muscolare;
- Riequilibrare la funzione vescico sfinterica
- Favorire l’apprendimento della contrazione volontaria (SEF attiva o passiva)
- Favorire il recupero della forza contrattile
- Favorire il ripristino del controllo neuromotorio.
In conclusione la SEF rappresenta attualmente una metodica riabilitativa
ben accettata, non invasiva, semplice
e a basso costo. Tuttavia si tratta di un
metodo passivo per cui i risultati sono
spesso parziali e generalmente si rende necessario in associazione alla SEF
un programma riabilitativo più ampio.
E‘ controindicata nei portatori di pacemarkers non schermati, emorroidi in
fase acuta, ferite e abrasioni delle mucose, infezioni urinarie in atto, infezioni vaginali in atto, importanti prolassi
vaginali, disuria e ritenzione urinaria,
reflusso vescica-uretrale, neoplasie
distrettuali, gravidanza, denervazione
perineale completa, perdite di sangue
fuori dal periodo mestruale, mestruazioni in atto (motivi psicologici), pre-
gressa radioterapia loco-regionale, non
integrità sfinteriale o almeno dello sfintere esterno.
5. Bladder training
Disciplina introdotta nel 1966 come
trattamento comportamentale nei casi
di urgenza frequenza minzionale ed
urge incontinence in persone con integrità cognitiva e motoria. L’obiettivo del
trattamento è quello di allungare gli intervalli minzionali e come prevenzione
delle perdite di urina.
Il Fine del bladder training è migliorare
il controllo corticale e l’attenzione del
paziente al sintomo attraverso il ripristino dell’inibizione corticale dei riflesssi sacrali. Il programma si avvale del
biofeedback training (inibizione della
contrazione detrusoriale). Attraverso,
la compilazione di un diario minzionale
per alcuni giorni, si invita il paziente a
dilazionare la minzione con un aumento graduale degli intervalli minzionali
cercando di evitare la minzione alla
comparsa dello stimolo.
L’obiettivo è quello di raggiungere
nell’arco di circa 8 settimane una continenza urinaria accettabile; un’attenuazione dell’urgenza e della frequenza
minzionale con intervalli di (3-4 ore).
Per l’applicazione di tale trattamento
è necessario un paziente fortemente
motivato e collaborante. È comunque
doveroso ricordare che il solo bladder
training non è di efficacia superiore alla
terapia farmacologia.
6. Stimolazione del nervo tibiale
L’utilizzo di corrente elettrica attraverso una “porta d’ingresso” ha il fine di
modulare una risposta generalmente
attraverso la componente nervosa somatica del nervo pudendo, evocando il
ripristino dei sistemi di controllo e coordinamento spinale e sovraspinale. Nel
1983 E. Mc Guire avviò una preliminare
ofo
ndim
ent
i
esperienza con la stimolazione transcutanea del nervo tibiale posteriore, ma si
deve soprattutto a M. Stoller negli anni
90 l’applicazione della tecnica percutanea che oggi viene eseguita. La tecnica
di stimolazione prevede l’utilizzo di
un generatore di corrente che produce
energia con intensità compresa tra 0,510 mA e con impulso di durata fisso di
200 microsecondi, a frequenza di 20 Hz.
La stimolazione nervosa afferente alle
radice sacrale S3 si realizza attraverso
la modulazione elettrica esercitata a
livello del nervo tibiale posteriore. La
tecnica prevede l’introduzione di un ago
da 34 gauge circa cinque centimetri sopra il malleolo interno a livello mediale
che viene fatto progredire per via transcutanea con inclinazione di 60 gradi
per circa 4 cm; successivamente viene
raccordato allo stimolatore per mezzo
di un cavo e, innalzando gradualmente
la stimolazione della regione del tibiale
posteriore, si ha in risposta la flessione
dell’alluce o del plantare; la stimolazione è mantenuta per mezz’ora; le sedute
sono settimanali per un periodo di 12
settimane. La metodica trova indicazione per il trattamento della sindrome da
urgenza-frequenza minzionale, incontinenza da urgenza, ritenzione urinaria
non ostruttiva, dolore cronico pelvico.
La stimolazione afferente del nervo
tibiale posteriore si colloca tra i trattamenti di seconda linea per i disturbi
vescico-sfinterici refrattari alle terapie
meno invasive (bladder training, modificazioni dietetiche, biofeedback perineale, esercizi terapeutici perineali,
stimolazione endovaginale ed endoanale). Questa opzione terapeutica è entrata nelle linee guida europee (E.A.U)
2012 con classe di evidenza C riservata
però ai pazienti con vescica iperattiva
“non responder” alla terapia antimuscarinica, ulteriori studi sono necessari
per ampliare la casistica dei pazienti
sottoposti a tale terapia.
Appr
ofo
ndim
ent
i
Incontinenza urinaria
post prostatectomia radicale
L’incontinenza urinaria secondaria ad
intervento di prostatectomia radicale
(PPI) rappresenta una problematica
attuale per l’infermiere riabilitatore.
Il perfezionamento delle conoscenze
anatomiche della pelvi e le continue
innovazioni della tecnica chirurgica, in
particolar modo l’evoluzione della tecnica messa a punto da Walsh et al. [12]
e il ricorso alla tecnica “nerve sparing”,
hanno agevolato il recupero post operatorio della continenza, ma l’incontinenza risulta tutt’oggi una complicanza potenzialmente disastrosa per il paziente
che si accinge a subire un intervento
di prostatectomia radicale. L’incidenza
di PPI riportata in letteratura varia da
2,5% a 87% [13], tale discrepanza è attribuita a diversi fattori [14]:
- tecnica chirurgica utilizzata;
- definizione d’incontinenza adottata e
strumenti utilizzati per quantificarla;
- cronologia dei follow-up post-chirurgici per l’incontinenza;
- caratteristiche dei valutatori durante
il follow-up.
L’eziologia dell’incontinenza post prostatectomia radicale è stata attribuita
principalmente ad un deficit sfinterico o
ad iperattività vescicale [15]; fattori che
possono influenzare negativamente la
ripresa della continenza sono rappresentati da [15]:
- età avanzata (>65 aa.);
- radioterapia preoperatoria;
- assunzione di farmaci in grado di irritare la vescica;
- malattie neurodegenerative quali
Parkinson e demenza.
L’incontinenza PPI ha spesso caratteristiche di urgenza, a causa dei seguenti
fattori [16]:
- irritazione tissutale nell’immediato
periodo post-operatorio;
- debolezza dello sfintere esterno;
- necessità, da parte dello sfintere
esterno, di sopperire alle funzioni di
eventuali strutture rimosse chirurgicamente e coinvolte nella continenza
urinaria.
Gli effetti dell’incontinenza nelle attività quotidiane, così come la durata di
tale disturbo nel post operatorio hanno
un ruolo fondamentale nella definizione della qualità di vita del paziente; per
tale ragione sono stati proposti diversi
Anno XXV
n. 2
approcci terapeutici quali la terapia farmacologica, terapia comportamentale
e chirurgica [17].
Nel 1948 Kegel per primo propose di
utilizzare gli esercizi del pavimento pelvico per potenziare la resistenza uretrale e promuovere il controllo urinario; da
allora le indicazioni all’esecuzione degli
esercizi di Kegel si sono estese, ma il
campo di applicazione principale rimane l’incontinenza urinaria secondaria a
deficit sfinterico [18].
NOSTRA ESPERIENZA
Materiale e Metodi
Tra gennaio 2010 e dicembre 2012 60
pazienti, sottoposti a prostatectomia
radicale presso la nostra divisione di
urologia, sono stati arruolati in questo
studio. Criteri di esclusione sono stati
la presenza di una preesistente incontinenza urinaria o fecale, scarsa compliance del paziente.
Dei 60 pazienti arruolati, 6 hanno ritirato il consenso, 10 pazienti hanno recuperato la continenza alla rimozione del
catetere, 14 alla rimozione del catetere
presentavano una perdita urinaria <10
grammi e per tale ragione non sono stati arruolati nello studio.
I restanti 30 pazienti sono stati randomizzati nel gruppo “esercizio terapeutico perineale” (ETP) nel gruppo “esercizio
terapeutico perineale + elettrostimolazione funzionale” (ETP+SEF).
Tutti i pazienti sono stati inizialmente
valutati con anamnesi, terapia farmacologica assunta, liquidi introdotti (tipo e
quantità), esame obiettivo, esame urine
ed urinocoltura, valutazione di eventuali limitazioni muscolo scheletriche che
potessero condizionare negativamente
l’esecuzione degli esercizi.
A tutti i pazienti è stato somministrato
il test ICIQ-SF ed è stato eseguito il PADtest (test del pannolino) e il TP (testing
perineale) al tempo zero (T0) ad un mese
(T1), a tre mesi (T3), a 6 mesi (T6) e ad
un anno (T12); tutti hanno compilato il
diario minzionale. Sono stati utilizzati
diversi metodi di insegnamento in base
al livello di consapevolezza, di coordinazione e di comfort del paziente.
Nel gruppo ETP dopo la valutazione
iniziale i pazienti venivano istruiti in
ambulatorio due volte a settimana
e invitati a ripetere gli esercizi a domicilio quotidianamente secondo lo
giugno
2014
schema impostato per il primo mese.
Dopo il primo controllo mensile (T1) i
pazienti proseguivano sedute ambulatoriali quindicinali fino a terzo mese
e successivamente mensili fino a sesto
mese proseguendo quotidianamente il
programma concordato. Dal sesto mese
al 12 mese i pazienti hanno eseguito
controlli mensili.
Nel gruppo ETP+SEF i pazienti, dopo
l’inquadramento iniziale, eseguivano
due sedute settimanali di chinesiterapia e contestuale elettrostimolazione
funzionale in ambulatorio per 6 settimane integrate da esercizi quotidiani
domiciliari secondo lo schema impostato dal riabilitatore. Al termine delle
12 sedute di SEF i pazienti proseguivano
l’ETP domiciliare e tornavano per la valutazione ambulatoriale ogni 15 giorni
fino al terzo mese (T3). Dopo la valutazione trimestrale i controlli ambulatoriali proseguivano quindicinalmente
fino alla valutazione del sesto mese e
del dodicesimo mese.
Schema di riabilitazione
individuale
• Presa di coscienza del pavimento pelvico (conoscere gli aspetti fisiologici e
anatomici tramite documenti, filmati, immagini anatomici)
•Eliminare le sinergie agonisticheantagonistiche.
•Rieducazione respiratoria (usando il
diaframma inspirando ed espirando
lentamente) le fasi della respirazione
sono importanti: l’inspirazione determina un’antiversione del bacino e un
rilassamento perineale mentre l’espirazione determina la retroversione del
bacino associata a una contrazione.
• Contrazione tonica e fasica del muscolo pubo-coccigeo (mantenere la
contrazione e rilassamenti)
• Esercizi di training muscolare (dopo la
fase dell’automatizzazione, il paziente utilizza ≠definitivamente ciò che
ha imparato nel setting terapeutico,
relativamente ai singoli esercizi).
Risultati
Trenta pazienti affetti da adenocarcinoma prostatico localizzato sottoposti ad
intervento di prostatectomia radicale
sono stati randomizzati nel gruppo ETP
(15 pazienti) e nel gruppo ETP+SEF (15
pazienti).
11
Anno XXV
12
n. 2
giugno
L’età media nel gruppo ETP era 69 anni
(range 60 – 74), mentre nel gruppo
ETP+SEF era 71,7 anni (range 61-78), il
valore preoperatorio di PSA per il gruppo ETP e ETP+SEF era rispettivamente
8,1 e 8,3 ng/ml. La differente procedura
nerve sparing monolaterale o bilaterale
comparata con la procedura non nerve
sparing non era significativa nei due
gruppi; anche gli altri fattori: sintomi
ostruttivi della minzione preoperatori,
comorbidità, disturbi sessuali, pregressa chirurgia addominale, non erano
statisticamente significativi nei due
gruppi.
Nel gruppo ETP al T0 il punteggio medio
del ICIQ-SF è stato 15(range 7-20), pad
test in media 3,2 (range 1-7), TP medio
1,1 (range 0-3); nel gruppo ETP+SEF
al T0 il punteggio medio del ICIQ-SF è
stato di 15,6 (range 9-20), pad-test in
media 3,3 (range 2-7), TP medio 1,2
(range 0-2).
Le differenze pretrattamento tra i due
gruppi non erano significative.
Dopo tre mesi di trattamento (T3), 9
pazienti del gruppo ETP+SEF avevano
riacquistato la continenza (60%), dei 6
pazienti rimasti, 4 utilizzavano 2 pads/
die e 2 un solo pad/die; inoltre il punteggio medio del ICIQ-SF è stato di 4,8 e
il TP medio di 2,3. Al sesto mese di trattamento (T6) due pazienti avevano recuperato la continenza e dei 4 pazienti
2014
rimasti altri due avevano recuperato la
continenza al 12 mese; solo due pazienti a 12 mesi (T12) avevano una perdita
persistente con pad test 1 e PC test 2,
comunque tutti avevano migliorato la
loro qualità di vita ICIQ-SF 1.
Nel gruppo ETP dopo 3 mesi di trattamento (T3) due pazienti avevano riacquistato la continenza, tuttavia è stato
registrato un miglioramento significativo globale della continenza: pad-test
medio 2,4, ICIQ-SF 12,3, TP medio 1,6.
Un solo paziente ha recuperato la continenza al T6, i parametri di continenza
e della qualità di vita del gruppo sono
rimasti sovrapponibili rispetto ai precedenti (T3).
Ad un anno di trattamento (T12) altri
cinque pazienti hanno riacquistato la
continenza mentre i restanti 7 pazienti
hanno migliorato significativamente la
continenza e la qualità di vita utilizzando in media 1,4 pad/die, ICIQ-SF 6. TP
medio 1,8.
Discussione
L’incontinenza urinaria secondaria a
prostatectomia radicale è una complicanza che incide socialmente e psicologicamente ed è causa di notevole ansia
per il paziente che deve sottoporsi a tale
intervento. L’eziologia della PPI è stata
attribuita, da vari autori, a deficit sfinterico e/o alterazioni vescicali (ridotta
compliance o instabilità detrusoriale)
[19], tuttavia numerosi studi urodinamici hanno mostrato che raramente
dipende solamente da tali fattori [20].
Le differenti opzioni terapeutiche dipendono dalla eziologia e includono
la terapia comportamentale, la terapia
medica e quella chirurgica. La terapia
medica è spesso gravata da numerosi
effetti collaterali poco tollerati dai pazienti, quella chirurgica è ovviamente
invasiva e non sempre garantisce una
guarigione completa. In questo scenario la chinesiterapia da sola o associata
a biofeedback rappresenta un’alternativa allettante. L’obiettivo della terapia è
raggiungere la consapevolezza dell’esistenza e della funzione dei muscoli del
pavimento pelvico (PFM). Teoricamente,
incrementando la forza del pavimento
pelvico attraverso le diverse tecniche riabilitative, si riuscirebbe a ripristinare il
meccanismo primitivo di chiusura uretrale, inoltre si potrebbe ottenere una
contrazione preventiva, così da ridurre
gli episodi di incontinenza, il numero
di assorbenti utilizzati per un precoce
ritorno alla continenza.
Nel nostro studio l’integrazione della
chinesiterapia con l’elettrostimolazione funzionale associato al programma
riabilitativo individuale domiciliare
impostato dall’infermiere riabilitatore
ha permesso un recupero precoce della
continenza rispetto al gruppo della sola
chinesiterapia. Tale risultato si è evidenziato già dalla dodicesima settimana di
trattamento; a tale intervallo il 60% dei
pazienti sottoposti a ETP+SEF avevano
recuperato la continenza mentre solo il
13% aveva recuperato nel gruppo ETP.
Complessivamente dopo un anno di
trattamento un grado di incontinenza
severo persisteva nel 46% dei pazienti del gruppo ETP rispetto al 13% del
gruppo ETP+SEF. Sebbene la riabilitazione pelvi perineale non influenzi la
continenza complessiva dopo un anno,
ha un effetto significativo sul recupero
precoce e questo può essere spiegato
dalla presenza di un potenziale danno sfinterico molto esteso oppure una
severa disfunzione vescicale. I pazienti
con incontinenza severa ad un anno
dalla chirurgia necessiterebbero di una
valutazione uro dinamica completa ed
una eventuale ulteriore terapia.
Anno XXV
n. 2
giugno
2014
1



















Ai Sigg. Presidenti dei Collegi IPASVI
Ai Sigg. Colleghi Infermieri
13



Oggetto : Evento formativo residenziale “GATTARELLA RESORT” - VIESTE del GARGANO
(Foggia) 14/15/16 Settembre 2014. Indicazioni per la partecipazione.
Gentilissimi Colleghi,
il Collegio di Foggia, come consuetudine promuove la realizzazione di un evento formativo in
collaborazione con altri Collegi IPASVI di diverse regioni italiane.
Al fine di facilitare l’ organizzazione/partecipazione all’evento si riporta di seguito, sinteticamente, le
principali informazioni ed indicazioni per l’adesione:
1. I Collegi ADERENTI sono invitati a confermare la propria adesione (telefonicamente o via mail),
diversamente dagli anni precedenti non devono concorrere economicamente alle spese
organizzative, sono a carico del Collegio IPASVI di Foggia;
2. l’adesione comporta come è noto la disponibilità a collaborare (se voluta) sia per gli aspetti
scientifici che organizzativi connessi all’evento;
3. I Collegi ADERENTI sono invitati a comunicarci il numero di partecipanti all’evento (prima
possibile);
4. Il numero totale di Infermieri iscrivibili all’evento sono 150 (l’evento sarà accreditamento ECM).
 Iscrizione:
è GRATUITA, per tutti i partecipanti (studenti compresi);
Prenotazione alberghiera:
EVENTO FORMATIVO RESIDENZIALE
“GATTARELLA (Foggia)” 14-15-16 Settembre 2014
Anno XXV
n. 2
giugno
2014
2
essendo gratuita l’iscrizione all’evento,
ogni singolo
partecipante (studenti compresi),
OBBLIGATORIAMENTE, deve comunicare l’avvenuto versamento del l’acconto per la prenotazione
14
alberghiera di 80/oo €;
MODALITA’ DI VERSAMENTO:

al proprio Collegio di appartenenza, se il corsista è un infermiere iscritto ad uno dei
Collegi ADERENTI;

per i partecipanti iscritti ad altri Collegi (NON ADERENTI ALL’EVENTO FORMATIVO) o
studenti:
versare la quota alberghiera al Collegio IPASVI di Foggia;
1 – con bonifico bancario IBAN: IT88 T 05787 15705 116570587473 BANCA APULIA AGENZIA N.2 - FOGGIA
2 - con versamento sul conto corrente postale N. 14747711 RIPORTARE NELLA CAUSALE: “GATTARELLA
2014”;
la somma restante, per il trattamento alberghiero, dovrà essere versata al momento del Check-in.

 
Selezionare SERVIZI AGLI ISCRITTI, seguire le indicazioni;
•
NON SEI REGISTRATO e sei un nuovo utente, selezionare AREA RISERVATA e seguire le indicazioni;
•
SEI GIA’ REGISTRATO AL SITO ipasvifoggia.it, procedi inserendo la tua USER E PASSWORD;
se hai problemi, la segreteria IPASVI di Foggia - È APERTA: lunedì, mercoledì e venerdì dalle 10.30 alle 12.30 e
dalle 16.30 alle 18,30, resta chiusa martedì e giovedì oltre al sabato. Per eventuali chiarimenti \ informazioni
telefonare al numero: 3406084831 Gaetano Consalvo – 3483821387 Michele Del Gaudio).
L’iscrizione e la prenotazione alberghiera per partecipare all’evento “GATTARELLA 2014” sarà
possibile fino ad esaurimento dei posti disponibili e comunque NON OLTRE IL 6 SETTEMBRE 2014,
Periodo di soggiorno: da domenica 14 settembre a mercoledì 17 settembre 2014 – 3 notti;
 Inizio / fine: dal LUNCH di domenica 14, giorno di arrivo, al breakfast di mercoledì 17
settembre 2013, giorno di partenza;
 Check-in: previsto per le ore 16,00 di domenica 15 settembre 2013 (per la sistemazione nelle
camere) – Check-out: ore 10,00 del 17 settembre 2014;
Arrangiamento
Sistemazione in camera doppia € 180,00 (€uro centoottanta/00) forfait a persona, per il periodo di
soggiorno, il prezzo sopra indicato è comprensivo dell' imposta di soggiorno;
Sistemazione in camera tripla o quadrupla € 160,00 (€uro centosessanta/00) forfait a persona,
per il periodo di soggiorno, i prezzi sopra indicati sono comprensivi dell' imposta di soggiorno;
Sistemazione in camera singola, o DUS,
fino ad esaurimento disponibilità, €240 (€uro
duecentoquaranta);
Extra lunch: € 25,00 (Euro venticinque/00), a persona, come da piano ristorazione previsto;
il trattamento di pensione completa comprende:
Prodotto Ristorazione unico - Incluso: ricca colazione a buffet, varietà di primi piatti e secondi piatti e contorni,
dessert e bevande ai pasti (vino, acqua).
EVENTO FORMATIVO RESIDENZIALE
“GATTARELLA (Foggia)” 14-15-16 Settembre 2014
Anno XXV
n. 2
giugno
2014
3
Tessera club: servizio spiaggia con 1 ombrellone e 2 lettini per unità, ingresso in piscina, uso diurno
dei campi da tennis polivalenti (su prenotazione);
Tutto quanto non indicato in precedenza è da considerarsi come extra.
15
Veduta area congressuale
Per chiarimenti\informazioni telefonare al numero: 3406084831 Gaetano Consalvo – 3483821387 Michele Del
Gaudio.
Saluti cordiali a tutti.Arrivederci a Gattarella – Vieste.
IL Presidente IPASVI Foggia
Michele Del Gaudio
EVENTO FORMATIVO RESIDENZIALE
“GATTARELLA (Foggia)” 14-15-16 Settembre 2014
Anno XXV
n. 2
giugno
2014
5
INDICAZIONI DI MASSIMA
• Responsabilità professionale
• Contesto normativo di riferimento, nazionale e regionale
•
applicazione delle raccomandazioni ministeriali e Buone Pratiche per la sicurezza del paziente mediante la produzione
di procedure
• buone pratiche: dalla teoria alla pratica. Esperienze a confronto
16
Si attendono COLLABORAZIONI/ INDICAZIONI/ SUGGERIMENTI sulle buone pratiche di Vostra
conoscenza/esperienza, indicandoci i Colleghi che potrebbero presentarcele (se potete, segnalateci
indirizzo mail e recapiti telefonici).
OBIETTIVO FORMATIVO
 Area: obiettivi formativi di processo
OBIETTIVO NAZIONALE (11)
Management sanitario. Innovazione gestionale e sperimentazione di modelli organizzativi e gestionali
ACQUISIZIONE COMPETENZE TECNICO-PROFESSIONALI
Responsabilità professionale e sicurezza dei pazienti.
ACQUISIZIONE COMPETENZE DI PROCESSO
Motivare gli operatori sanitari a valutare soluzioni di miglioramento della sicurezza e della qualità.
ACQUISIZIONE COMPETENZE DI SISTEMA
Recepimento delle raccomandazioni sulla sicurezza del paziente e sul ruolo determinante che esse hanno nel contribuire in una
6 logica di sistema a sviluppare in maniera teorica e pratica la cultura della sicurezza.
Recapiti:
Michele Del Gaudio
mail [email protected] Aziendale
[email protected] – PERSONALE –
Cell. 348 38 21 387
Gaetano Consalvo
EVENTO FORMATIVO RESIDENZIALE
[email protected] PERSONALE –
“GATTARELLA (Foggia)” 14-15-16 Settembre 2014
Cell 3406084831
Grazie per la collaborazione. Saluti Cordialissimi e arrivederci a Gattarella – Vieste.
4
LE
BUONE PRATICHE NELLA PROFESSIONE INFERMIERISTICA.
ESPERIENZE A CONFRONTO.
Nel febbraio 2008 con il lancio della prima call for goodpractice rivolta agli assessorati alla sanità affinché coordinassero la
raccolta degli interventi realizzati dalle strutture sanitarie di ogni regione per accrescere la sicurezza dei pazienti e delle cure,
l’Agenas inaugurava l’Osservatorio Buone Pratiche, con la funzione di monitoraggio delle buone pratiche.
AGENAS
La call for goodpractice è una iniziativa volta a rilevare gli interventi/esperienze attuati dalle organizzazioni sanitarie che
abbiano dimostrato un miglioramento della sicurezza dei pazienti (suddivisi per tipologia in “raccolta dati”, “coinvolgimento del
paziente”, “cambiamenti specifici”, “interventi integrati”) e che rispondono ai seguenti criteri:
•
attuati a livello regionale, aziendale o di unità operativa;
•
basati su evidenze da letteratura;
•
realizzati secondo i principi del miglioramento continuo della qualità e rappresentati in accordo con linee-guida
internazionali (SQUIRE) con particolare attenzione alla metodologia di valutazione dell’efficacia e dei costi;
•
sostenibili nel tempo;
•
potenzialmente riproducibili/trasferibili in altri contesti.
Dopo sei anni dal Congresso Nazionale IPASVI (febbraio 2009) dove un’intera giornata congressuale venne dedicata a
“innovazione ed esperienze di buona pratica infermieristica” ci si vuole confrontare sull’evoluzione che in questi anni hanno
avuto le buone pratiche infermieristiche, partendo dalle raccomandazioni ministeriali sulla sicurezza dei pazienti.
In particolare, l’evento formativo mira ad approfondire le buone pratiche e le procedure assistenziali in
tutti i contesti, soffermandosi anche sugli aspetti giuridici e deontologici della professione, sulla
programmazione-coordinamento delle procedure, soprattutto nel lavoro di equipe e nell’interazione con i
medici e con i pazienti. Il porsi in modo consapevole rispetto ai rischi nei quali si può incorrere nello
svolgimento delle quotidiane attività lavorative negli ambienti sanitari, riprogettare quelle pratiche
infermieristiche che permettono di migliorare la qualità delle prestazioni erogate.
Adeguatezza e completezza, innovatività, sostenibilità, trasferibilità sono
accompagneranno l’esperienza congressuale.
EVENTO FORMATIVO RESIDENZIALE
“GATTARELLA (Foggia)” 14-15-16 Settembre 2014
le
parole
chiave
che
EVENTO FORMATIVO RESIDENZIALE
“GATTARELLA (Foggia)” 14-15-16 Settembre 2014
EVENTO FORMATIVO RESIDENZIALE