Commento critico delle incisioni offerte dall`ICBSA, per finalità di
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Commento critico delle incisioni offerte dall`ICBSA, per finalità di
Paolo Piccardo Commento critico delle incisioni offerte dall’ICBSA, per finalità di studio e di ricerca, al sito “Ricordando il Trio Lescano” (Giugno 2012) Fiore di luna (GP 92162). Trio Lescano e Gino Del Signore; Orch. Barzizza, Marzo 1937. Il tema è un valzer lento che ricorda il più celebre Wien, du Stadt meiner Träume, noto anche come Wien,Wien nur du Allein di Rudolf Sieczynski del 1912, in seguito ripreso da José Carreras. Gino Del Signore è un giovane tenore operistico dalla bella voce e ottima pronuncia. Le Lescano intervengono quando l’orchestra passa in La bemolle su lievi arpeggi di chitarra. Notevole è, come a volte accade, che la parte principale sia condotta da Sandra, che la scambia con Caterina. L’intervento è semplice ma l’ultimo accordo, contrariamente a quanto ci si aspetterebbe, rimane “in sospeso”, creando un effetto tutt’altro che banale. L’isola magica (GP 92169), Trio Lescano e Vincenzo Capponi; Orch. Barzizza, Marzo 1937. Anche qui siamo in presenza di una valse musette, su un tema tratto dal film del 1935 Veille d’Armes. Francamente di questa canzone avremmo volentieri fatto a meno. Unico tratto interessante è l’introduzione di chitarra hawaiana, probabilmente di Saverio Seracini all’epoca chitarrista dell’Orchestra Barzizza. Bellissima l’espressione “i vapor che passano” riferito ai piroscafi in transito, che un tempo venivano chiamati “vapori”. Un tratto assolutamente nostalgico che evoca periodi ormai perduti. Normale amministrazione l’intervento delle ragazze. Tu - Sto bene così / Una ragazza delle Follies - Solo il tuo amore (GP 92187), Trio Lescano e Aldo Masseglia; Orch. Barzizza, Aprile 1937. Giù il cappello, Signori. Le quattro canzoni sono tratte da un film di successo del 1936, The Great Ziegfeld, in Italia Il paradiso delle fanciulle. All’interno un numero di varietà con Ray Bolger denominato Extravaganza Medley (http://www.youtube.com/watch?v=ORsMkhIlJBU), in cui il coro ed i solisti eseguono i temi proposti in un trionfo del Kitsch. Le Lescano sono persino superiori all’originale. Una ragazza delle Follies [She’s a Follies Girl] le vede impegnate in un tema swingato che pronunciano con una leggerezza che mai ritroveremo in un loro pezzo veloce. Solo il tuo amore [You’ll Never Looked So Beautiful] non vede le Lescano all’opera, ma il solo Masseglia che se la cava egregiamente. Tu [You] è impreziosito dall’ottimo 2 mix vocale delle ragazze, che mostrano già una sensibilità swing che tutti gli altri interpreti del periodo possono solo sognare. Ciò si nota ancora di più nella seconda parte della facciata, Sto bene così [You Gotta Pull Strings]: le nostre beniamine riescono a swingare con una leggerezza ed una precisione inaudite per l’epoca e per la tradizione italiana. Barzizza sapientemente inserisce un background di clarinetti che ancor di più esaltano la delicatezza e nello stesso tempo il jazz del tema. Tecnicamente perfette. Masseglia, figlio del suo tempo, annaspa in qualche passaggio sincopato. Pregevole il solo di tromba di Emanuele Giudice. Nuove melodie / Una su un milione (GP 92416), Trio Lescano; Orchestra Barzizza, Febbraio 1938. In questo periodo evidentemente andavano molto di moda i “filmi” d’oltreoceano e questo influenza anche i compositori nostrani. Nuove melodie sembra tratto proprio da una delle Ziegfeld Follies che impazzavano nei teatri di Broadway. Il tema è interamente affidato alle Lescano che lo interpretano da par loro, almeno tecnicamente. Quanto a commuoverci, beh, non è questa la canzone che può farlo. Un omaggio alla rivista italiana con echi americani. Tutto qui. Una su un milione [One In A Million] arriva dritta dritta da un filmucolo omonimo (in Italia: Turbine bianco) del 1936, in cui la pattinatrice norvegese Sonja Heinie, medaglia d’oro olimpica 1928, 1932 e 1936, spesso protagonista di pellicole statunitensi, sfoggia la sua bravura. L’esecuzione evidenzia una splendida Giuditta e una bella parentesi in scat, stile spesso abbracciato dalle Lescano con pregevole risultato. In confronto il violino solista dell’ottimo Agostino Valdambrini è rigido e legnoso. Joe Venuti è mille anni avanti. Tu / Fate come noi (GP 92490), Trio Lescano; Orchestra Barzizza, Maggio 1938. Tu [Nur Immer Du] vede l’allontanamento dalle produzioni d’oltreoceano per dare spazio a compositori europei. La canzoncina è allegra e mostra le Lescano abili nel passaggio jazzistico scat, con un pregevole glissato armonizzato, che esse realizzano con somma maestria. Le ragazze hanno raggiunto la piena maturità vocale e l’interpretazione è ineccepibile. Fate come noi inizia con passaggi dei fiati dissonanti che possono sembrare frutto di errori. Probabilmente Francesco Ferrari, arrangiatore e pianista di Barzizza, fu influenzato da qualcosa che aveva ascoltato e tentò di renderlo in orchestra. In realtà l’effetto è brutto, ed i sax sono imprecisi. Le Lescano sussurrano su un tappeto steso dai clarinetti, come già visto in precedenza, mostrando che l’arrangiatore sperimentava quel genere di orchestrazione. 3 Compare nuovamente il vocalizzo scat, questa volta molto raffinato, che troveremo poi in Camminando sotto la pioggia. Vuoi tu? / Suona la fanfara (GP 92513), Trio Lescano; Orchestra Barzizza, Maggio 1938. Vuoi tu? [Will You?] tratta dal film Quartieri di Lusso [Smartest Girl In Town, 1936]. È un temino allegro in cui compare Giuditta in un breve solo. Belli gli interventi strumentali. Si noti che anche questa volta sullo stesso disco si presentano una canzone americana e, quasi a contrasto, una italiana. Un caso o una sapiente regia propagandistica? Difatti Suona la fanfara è una marcetta militare di tipico stile italico in cui le ragazze imitano gli ottoni di una banda con effetti e temi che ritroveremo (in maniera sospetta?) anni dopo con Una marcia in Fa. Un piccolo divertimento senza pretese. Brevi interventi di Giuditta e Caterina, che qua e là inserisce qualche anticipo jazzistico, evidentemente per proprio piacere personale. Quando m’addormento al cinema (GP 92528), Rina Franchetti e Trio Lescano; Ricordo (id.), Gino Del Signore e Trio Lescano; Orch. Barzizza, Giugno 1938. Rina Franchetti, attrice e doppiatrice, si rivela qui ottima e fresca cantante, priva di leziosi vibrati e simpaticissima. L’intervento delle Lescano rivela la parte principale affidata la prima volta a Sandra, più decisa di Caterinetta che subentra la seconda volta. L’ultima ripresa rivede la Franchetti in prima voce che riesce a integrarsi elegantemente nel coro. Canzone assai gradevole. Ricordo mi lascia alquanto perplesso, in quanto il vocalizzo del coro presenta timbri decisamente maschili, anche se sembra di intuire la presenza dell’inconfondibile voce di Giuditta. Possibile la presenza del Quartetto Funaro, ma chiederei il parere dei colleghi. Cosa importa del domani (GP 92539), Trio Lescano; Orchestra Barzizza, Giugno 1938. Ritmo allegro, con intermezzo lento. Le ragazze non brillano particolarmente nel primo tempo, mentre la parte lenta è molto appassionata e mette in evidenza Caterina, ancora un po’ esile. Bello l’intervento del pianoforte di Ezio Gheri e si ha l’occasione di ascoltare il sax alto di Sergio Quercioli. Il maestro innamorato (GP 92544), Trio Lescano e Dino Di Luca; Orchestra Barzizza, Giugno 1938. Un fox trot armonicamente abbastanza difficile ed interessante, con interventi in controtempo di Caterina e Giuditta, che sovrasta la sorella come intensità, intonazione e swing. Caterina, diciannovenne, stava completando la sua evoluzione come solista, e si sente. Di Luca è appena passabile. 4 Canta usignolo (GP 92555), Trio Lescano e Luciana Dolliver; Orchestra Barzizza, Giugno 1938. Le ragazze espongono il dolcissimo tema con grande sentimento e tecnica impareggiabile. Una delle più belle interpretazioni del Trio. Poi, ahimè, entra la Dolliver che è sì brava ed ispirata, ma trasforma un gioiello in un “vecchio” gioiello. Peccato, una cantante come Norma Bruni avrebbe trasformato la canzone in un vero capolavoro. Canto della nostalgia [Dort In Hawaii] (GP 92596), Trio Lescano e Nuccia Natali; Orchestra Barzizza, Agosto 1938. Dalla penna di Willy Rosen, compositore tedesco deceduto ad Auschwitz nel 1944. Il tema di questo improbabile tango hawaiano viene esposto dal Trio con languore. Giuditta presenta l’inciso con grande classe, e nelle seguenti armonizzazioni canta molto in alto rispetto al suo solito. Nuccia Natali si mantiene sulla consueta falsariga, senza entusiasmare. Saverio Seracini emerge brevemente alla chitarra. Pessimo il finale stile “coro alpino”. Non mi piacciono le mele (GP 92687), Trio Lescano e Aldo Masseglia; Orchestra Barzizza, Ottobre 1938. Una canzone inutile, quasi una filastrocca. Ci domandiamo come mai un paroliere ispirato come Bracchi sia caduto così in basso. Per le Lescano un divertimento. Masseglia vorrebbe far ridere. Beato lui. Unico spunto interessante il breve intermezzo jazzistico dell’orchestra che dura troppo poco. Anni dopo Che mele! godrà di un qualche successo. Speriamo che queste canzoni abbiano… fruttato qualcosa ai loro compositori. Strade / È scomparsa una ragazza (GP 92728), Trio Lescano; Orchestra Barzizza, Gennaio 1939. Strade è una bella canzone moderato-swing, che riecheggia vagamente Blue Skies di Irving Berlin del 1926, ed era ritornata molto in auge grazie al successo della versione di Benny Goodman, presentata al celeberrimo concerto della Carnegie Hall di New York, il 16 Gennaio 1938. Bravissime le ragazze, accenti perfetti , ancora un piccolo spazio per Giuditta e validi interventi in vocalizzo scat. Barzizza dimostra di aver ben presenti gli stili americani e di aver ascoltato attentamente i suoi illustri colleghi. Finale interessante con (sembra) Giuditta in un languido abbellimento e blue note. È scomparsa una ragazza è scritta con armonie abbastanza inusuali, è ben eseguita ma non colpisce particolarmente. La strofa mi lascia perplesso. La voce sembrerebbe di Caterina, ma la “r” è quella di Sandra. Ai colleghi il compito di aiutarmi a derimere la questione. 5 Appendice L’opinione di Walter [Enrico Martinelli], il nostro restauratore di files audio: «Ecco alcune mie brevissime considerazioni tecniche. Ho detto a Paolo che paragonavo questa esperienza alla visione del Cenacolo vinciano come lo conosciamo oggi, e il giorno che Leonardo lo terminò... Così è con i dischi delle Lescano conservati presso la benemerita Discoteca di Stato. Ho trovato i riversamenti leggermente cupi e con molti bassi: ho cercato di schiarirli e di rendere equilibrate le frequenze in modo che le voci fosse il più possibile in primo piano. Ho comunque notato che in vari brani le sorelle cantano sommessamente: forse per un motivo tecnico a me sconosciuto? È sconvolgente sentire, finalmente, il Trio davanti a noi con una precisione timbrica che non avrei mai immaginato. Sapevo che i 78 giri “nuovi” avevano un bel suono, ma mai fino a questo punto!». Commento del Curatore del sito: «Sono rimasto letteralmente tramortito quando ho ascoltato i 19 files della Discoteca di Stato ottenuti da Paolo: ero certo che i vecchi dischi, da nuovi, dovessero suonar bene, ma qui siamo in presenza di qualcosa che lascia ammutoliti. Vien persino da pensare che noi moderni, coi nostri ultrasofisticati mezzi tecnici, siamo andati indietro rispetto agli anni Trenta… Come non rimanere estasiati davanti a tanta pienezza e presenza di suono, e soprattutto a tanto calore? C’è da impazzire di gioia, ma anche di rammarico, perché sappiamo bene che non possiamo sperare di poter recuperare molte altre incisioni storiche di qualità così eccelsa».