Definizioni di Economia delle Aziende di Credito

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Definizioni di Economia delle Aziende di Credito
Definizioni di Economia delle Aziende di Credito
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Accordi di Basilea
Gli accordi di Basilea sono linee guida in materia di requisiti patrimoniali bancari, redatte
dal Comitato di Basilea, costituito dagli enti regolatori del G10.
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Basilea I
L'Accordo di Basilea (Basilea I), redatto nel 1988, si erge sul principio della
necessità di adeguare il patrimonio bancario al livello di rischio assunto dalla banca
stessa, e stabilisce in un requisito di capitale minimo per far fronte al rischio di
credito.
Target principale di tale accordo furono le banche internazionali, con l'obiettivo di
rafforzare la solidità dei sistemi bancari / finanziari e ridurre le differenze
competitive tra banche di diversi paesi.
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Basilea II
Il Nuovo Accordo di Basilea (Basilea II), redatto nel 2004 ed operativo dal 2007,
integra e corregge quanto definito dal precedente accordo, ed introduce i cosiddetti
“tre pilastri”:
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Primo pilastro
Il primo pilastro stabilisce la necessità di un requisito patrimoniale minimo
obbligatorio per fronteggiare ciascun rischio a cui la banca è esposta.
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Secondo pilastro
Il secondo pilastro richiede alle autorità di vigilanza di valutare i processi
interni alle banche la determinazione dell'adeguatezza patrimoniale, attuale e
prospettica, in relazione ai rischi assunti.
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Terzo pilastro
Il terzo pilastro introduce obblighi di informativa al pubblico, nell'ottica della
market discipline, ossia sulla base della considerazione che, se dotato di tutte
le informazioni necessarie, il mercato sa valutare bene le attività finanziarie,
esercitando quindi, attraverso i prezzi e non solo, una sorta di controllo
disciplinare sulle banche (vigilanza dal basso).
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Basilea III
L'Accordo di Basilea III, diretta conseguenza dalla crisi finanziaria scoppiata negli
anni 2007-2009, ha previsto un innalzamento del livello di patrimonializzazione
delle banche e la distinzione, all'interno del patrimonio di base, tra Upper TIER 1 e
Lower Tier 1. Nel primo rientrano solo le azioni ordinarie (common equity), mentre
nel secondo rientrano le azioni privilegiate e gli strumenti di debito perpetui. Per
quanto riguarda il TIER 2, invece, in seguito a Basilea III si valorizzano solo gli
strumenti aventi durata minima quinquennale e possibilità di rimborso anticipato
solo su autorizzazione della Banca d'Italia
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Asset broker
Una banca agisce come asset broker offrendo servizi di negoziazione, custodia, e portafoglio
(gestioni patrimoniali). In tale contesto essa opera in concorrenza con SIM e SGR.
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Asset transformer
Una banca agisce come asset transformer riconciliando le preferenze di investimeno ed
indebitamento dei soggetti in surplus ed in deficit, assumendosi il rischio di prezzo e di
liquidità.
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Assicurazione dei depositi
L'assicurazione dei depositi è un meccanismo volto a preservare la fiducia dei depositanti
che tutela i risparmiatori nell'ipotesi di un dissesto (amministrazione straordinaria /
liquidazione coatta amministrativa) di un intermediario bancario che la regolamentazione e
la vigilanza non fossero riuscite a prevenire.
Da un punto di vista pratico, tale meccanismo prevede il risarcimento (ad oggi entro 20
giorni dalla dichiarazione dello stato di crisi della banca), per un ammontare massimo di
100mila euro, di tutti i depositanti, ad eccezione di quelli rappresentati da organi
amministrativi della banca stessa, da altre banche, e da investitori in passività finanziare
rappresentate da titoli.
Sotto il profilo istituzionale ed operativo, tale schema di garanzia ha di frequente natura di
fondo consortile, di matrice pubblica o semi pubblica, ad adesione obbligatoria; ciò riflette
una logica mutualistica, secondo la quale sono gli stessi soggetti assicurati, in quanto
potenziali beneficiari della garanzia ed originanti l'eventuale danno, a doversi far carico
degli interventi di salvataggio, accollandosene i relativi costi. Le banche possono partecipare
con contributi versati periodicamente ex ante, oppure con contributi ex post, ossia
assumendosi l'impegno di risarcimento consortile dei depositanti della banca fallita solo se
effettivamente si verifica la crisi. Chiaramente nei due casi i flussi di cassa sono differente,
così come diversi sono il costo-opportunità ed il rischio delle due scelte.
Limiti di questo meccanismo sono da un lato la possibile induzione a comportamenti
opportunistici e di moral hazard da parte del management, che forte della copertura
assicurativa potrebbe tendere ad assumersi rischi maggiori, e dall'altro la possibile
disincentivazione dei depositanti all'esercizio della funzione di controllo sugli intermediari
che spetterebbe loro.
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Attività bancaria
Secondo l'Art. 10 del TUB, la raccolta di risparmio presso il pubblico e l'esercizio del
credito costituiscono l'attività bancaria, ed essa ha carattere di impresa.
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Attività finanziaria
Si definisce attività finanziaria un rapporto contrattuale nel quale entrambe le prestazioni
sono denominate in moneta e scadono in tempi diversi. Una attività finanziaria prevede
quindi un trasferimento di potere di acquisto contro una o più prestazioni future di segno
opposto.
A seconda della natura del rapporto sottostante, le attività finanziarie possono essere divise
in:
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Rapporti di debito/credito (obbligazioni, titoli di stato, depositi, prestiti)
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Rapporti di partecipazione al capitale di rischio (azioni)
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Rapporti di tipo assicurativo
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Strumenti derivati
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Base monetaria (BM)
Si definisce base monetaria l'insieme delle passività a vista della Banca Centrale, costituita
da: circolante, riserve bancarie obbligatorie e libere, depositi bancari overnight e depositi
della Pubblica Amministrazione.
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Banca
Secondo la definizione del TUB, banca è un'impresa commerciale la cui attività principale e
tradizionale consiste nella raccolta del risparmio tra il pubblico e l'esercizio del credito.
Nonostante ciò, la banca è un'impresa multi-prodotto, che svolge diverse funzioni:
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Funzione monetaria
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Funzione creditizia
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Funzione di investimento
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Funzione di servizio
Ogni banca, per ottenere l'autorizzazione ad esercitare l'attività bancaria da parte della Banca
d'Italia deve essere costituita nella forma societaria di spa o scarl (società cooperativa per
azioni a responsabilità limitata), deve avere una sede legale ed una sede amministrativa
situate sul territorio italiano, deve avere un capitale minimo versato corrispondente ai limiti
fissati dalla Banca d'Italia stessa, deve avere redatto un programma di attività, uno statuto ed
un atto costitutivo, ed è necessario che gli azionisti in possesso di partecipazioni rilevanti
abbiamo specifici requisiti di onorabilità, così come sono necessari requisiti di onorabilità,
professionalità ed indipendenza in capo a coloro che esercitano funzioni di direzione,
amministrazione e controllo.
La Banca d'Italia iscrive in un apposito albo le banche autorizzate in Italia e le succursali
delle banche comunitarie stabilite nel territorio della Repubblica, che indicano l'iscrizione
all'albo negli atti e nella corrispondenza.
La Banca d'Italia autorizza preventivamente l'acquisizione a qualsiasi titolo in una banca di
partecipazioni che comportano il controllo o la possibilità di esercitare un’influenza
notevole sulla banca stessa o che attribuiscono una quota dei diritti di voto o del capitale
almeno pari al 10 per cento, tenuto conto delle azioni o quote già possedute.
La Banca d'Italia autorizza preventivamente le variazioni delle partecipazioni quando la
quota dei diritti di voto o del capitale raggiunge o supera il 20, 30 o 50% e, in ogni caso,
quando le variazioni comportano il controllo della banca stessa.
L'autorizzazione prevista è necessaria anche per l'acquisizione del controllo di una società
che detiene le partecipazioni di cui sopra.
Per quanto concerne il target di clientela di riferimento, le banche possono essere divise
come segue:
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Banche retail (o commerciali)
Si tratta di banche che, attraverso una rete distributiva diretta e capillare, offrono
prodotti standardizzati ed a basso valore aggiunto ad una clientela rappresentata da
famiglie e piccole-medie imprese.
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Private banks
Si tratta di banche che si rivolgono prevalentemente a clienti privati dotati di ingenti
disponibilità finanziarie da investire, offrendo loro un servizio personalizzato.
Con il termine private banking si intende dunque identificare l'insieme dei prodotti e
dei servizi che l'intermediario finanziario offre per il soddisfacimento dei bisogni
emergenti dalla gestione finanziaria della clientela “privata” appartenente a categorie
di reddito e/o ricchezza finanziaria superiori alla media. Si tratta di strumenti e
servizi complessi ed integrati, messi a punto secondo un criterio di personalizzazione
rispetto al bisogno specifico del cliente, con valore aggiunto elevato, e negoziati
all'interno di una relazione di clientela duratura e consolidata (relationship banking).
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Investment banks (o corporate banks)
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Si tratta di banche che offrono ad una clientela solitamente rappresentata da grandi
imprese (od enti pubblici) servizi altamente specializzati nel campo
dell'intermediazione mobiliare e della finanza straordinaria d'impresa.
La logica sottostante il concetto di corporate banking è analoga a quella del private
banking, ma con riferimento alla clientela costituita da imprese non piccole e dotate
di forma societaria.
Collegato al concetto di corporate banking è poi quello di investment banking, che
racchiude una serie molto ampia di servizi offerti alle imprese di elevate dimensioni,
connessi essenzialmente all'intermediazione sul mercato mobiliare.
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Banca cooperativa
Le banche di credito cooperativo sono costituite in forma di scarl (società cooperativa per
azioni a responsabilità limitata) e la loro denominazione deve contenere l'espressione
«credito cooperativo».
Il valore nominale di ciascuna azione non può essere inferiore a 25€ né superiore a 500€.
Il numero dei soci delle banche di credito cooperativo non può essere inferiore a 200, e
qualora tale numero diminuisca, la compagine sociale deve essere reintegrata entro un anno;
in caso contrario, la banca è posta in liquidazione. Per essere soci di una banca di credito cooperativo è necessario risiedere, aver sede, od
operare con carattere di continuità nel territorio di competenza della banca stessa, ed ogni
socio ha un voto, qualunque sia il numero delle azioni possedute. (nessun socio può
possedere azioni il cui valore nominale sia superiore a 50'000€).
Le banche di credito cooperativo esercitano il credito prevalentemente a favore dei soci (più
del 50% dell’attività bancaria deve effettuarsi verso i soci) e la Banca d'Italia può
autorizzare, per periodi determinati, un'operatività prevalente a favore di soggetti diversi dai
soci unicamente qualora sussistano ragioni di stabilità.
Le banche di credito cooperativo devono destinare almeno il 70% degli utili netti annuali a
riserva legale. Una quota degli utili netti annuali deve essere corrisposta ai fondi mutualistici
per la promozione e lo sviluppo della cooperazione nella misura e con le modalità previste
dalla legge. La quota restante che non è utilizzata per la rivalutazione delle azioni o
assegnata ad altre riserve o distribuita ai soci deve essere destinata a fini di beneficenza o
mutualità.
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Banca popolare
Le banche popolari sono costituite in forma di scarl (società cooperativa per azioni a
responsabilità limitata); il valore nominale delle azioni non può essere inferiore a 2€ ed ogni
socio ha un voto, qualunque sia il numero delle azioni possedute (cosiddetto voto capitario),
con innegabili problemi di governance qualora la banca assuma dimensioni rilevanti.
Nessuno può detenere azioni in misura eccedente l’1% del capitale sociale (la singola banca
popolare può decidere un limite anche inferiore all’1% e non appena la banca rileva il
superamento di tale limite, contesta la violazione del divieto al detentore, che deve alienare
le azioni eccedenti entro un anno dalla contestazione. Il divieto previsto non si applica agli
organismi di investimento collettivo in valori mobiliari, per i quali valgono i limiti previsti
dalla disciplina propria di ciascuno di essi. Le banche popolari devono destinare almeno il 10% degli utili netti annuali a riserva legale.
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Banca universale
Si definisce banca universale una banca che può operare sia in breve che in medio-lungo
termine ed è in grado di offrire una gamma completa di prodotti e servizi finanziari.
Essa è caratterizzata da estesa attività creditizia, ampia operatività in titoli, partecipazione al
capitale di rischio di imprese non finanziarie, grandi dimensioni ed organizzazione in forma
divisionale.
Vantaggi di un simile modello sono le economie di costo raggiungibili da un punto di vista
informativo per effetto dell'esercizio congiunto dell'attività creditizia e finanziaria; il
potenziale maggior orientamento alla relazione con la clientela, con conseguente
approfondimento del grado di conoscenza della stessa; ed economie di scala e di scopo.
Innegabili sono tuttavia criticità riguardo possibili conflitti di interesse, difficoltà
organizzative e costi di gestione.
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BCE (o ECB, secondo la denominazione anglosassone)
La Banca Centrale Europea, avente sede a Francoforte, rappresenta il vertice istituzionale ed
operativo dell'eurosistema.
Essa ha personalità giuridica, aderisce al principio del decentramento, è indipendente, ed ha
doveri di comunicazione e trasparenza.
Il suo obiettivo primario è il mantenimento della stabilità dei prezzi, mentre obiettivo
secondario è il sostegno alle politiche economiche.
Gli organi decisionali della BCE sono:
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Comitato esecutivo, responsabile dell'attuazione della politica monetaria e composto
da Presidente, Vice Presidente ed altri quattro membri, tutti scelti dai governi dei
paesi dall'area euro.
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Consiglio direttivo, responsabile della formulazione della politica monetaria e
composto dai membri del Comitato esecutivo e dai governatori delle banche centrali
dei paesi aderenti all'area euro.
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Consiglio generale, avente funzioni di carattere consultivo, di indagine, statistico,
ecc., composto da tutti i membri del Consiglio direttivo e dai governatori dei Paesi
dell'Unione non aderenti all'UME (Unione Monetaria Europea).
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Brokers
I brokers sono operatori di mercato che agiscono esclusivamente per conto terzi, facilitando
la ricerca delle controparti e degli scambi e rendendo possibile l'incrocio tra domanda ed
offerta.
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Cartolarizzazione dei crediti
La cartolarizzazione dei crediti è una prassi che fa perno sull'istituto della cessione dei
crediti, ed è chiamata nei paesi d'origine “securitization”.
Il fine di tale operazione finanziaria è, come nel factoring, quello di smobilizzare crediti,
monetizzarli, procurando immediata disponibilità al creditore, ma l'effetto della
cartolarizzazione del credito è oltre a ciò quello di creare uno strumento finanziario
collocato sul mercato.
Ciò perchè un soggetto chiamato originator (banca o intermediario finanziario) cede crediti
pecuniari, esistenti o futuri, ad una società veicolo (SPV – Special Purpose Vehicle) e tale
società veicolo acquista i crediti dall'originator emettendo dei titoli, che verranno
successivamente collocati sul mercato presso investitori professionali.
La società veicolo paga dunque i crediti, e con i profitti della riscossione paga capitale ed
interessi relativi ai titoli emessi.
Importante nella cartolarizzazione dei crediti è il principio di separazione patrimoniale, tale
per cui le somme incassate dalla società veicolo vengono a costituire un patrimonio separato
rispetto al patrimonio della società stessa, destinato a soddisfare i titolari del titoli emessi. •
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CICR
Il CICR, Comitato Interministeriale per il Credito ed il Risparmio, è il principale organo
d'autorità creditizia nel nostro Paese ed è presieduto dal Ministro dell'Economia e delle
Finanze, con partecipazione del Direttore della Banca d'Italia.
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Commercial banking
Viene definita commercial banking quella che, in sostanza, è la tradizionale attività bancaria
di raccolta dei depositi e di impiego di denaro.
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Condizioni di efficienza dei mercati
Sono condizioni di efficienza dei mercati l'ampiezza, lo spessore e l'elasticità degli stessi.
L'ampiezza di un mercato fa riferimento al volume degli ordini in esso negoziati; lo spessore
si riferisce alla fitta distribuzione dei prezzi; l'elasticità fa riferimento invece alla reattività
degli ordini per limitate variazioni di prezzo.
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Confidi di garanzia
Si intendono per Confidi i soggetti che svolgono esclusivamente l'attività di rilascio di
garanzie collettive dei fidi, ed i servizi connessi o strumentali, a favore delle piccole e medie
imprese associate.
Tali associazioni imprenditoriali possono nascere e svilupparsi su base settoriale o locale e,
nell'ottica di adottare strategie di limitazione del rischio* forniscono una garanzia comunque
parziale del credito concesso dalla banca
*[Si ricordi che essi stessi sono strumenti di limitazione del rischio].
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Corporate banking
Con il termine private banking si intende identificare l'insieme dei prodotti e dei servizi che
l'intermediario finanziario offre per il soddisfacimento dei bisogni emergenti dalla gestione
finanziaria della clientela "corporate", ossia imprese di dimensioni non piccole, in forma
societaria.
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Crediti
I crediti bancari, riferentisi alle voci 60 e 70 dell'Attivo di Stato Patrimoniale possono essere
classificati in:
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Crediti in bonis
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Crediti deteriorati
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Crediti scaduti o sconfinati da più di 90 giorni (non performing loans)
Crediti per cui il debitore è in ritardo, od ha sconfinato, da più di 90, in linea
interessi, in linea capitale o in entrambe.
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Crediti ristrutturati (restructured loans)
Crediti per i quali la banca ha concordato con il debitore una rinegoziazione,
ristrutturando il debito in modo che il debitore torni solvibile, ossia torni ad
onorare il debito nei tempi e nei modi stabiliti.
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Incagli
Si definisce incaglio, seppur in maniera poco oggettiva, un credito non
pagato nelle tempistiche stabilite, ma non ancora oltre i 90 giorni. A grandi
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linee si possono dunque definire incagli i corrispondenti italiano dei pastdue* nella terminologia internazionale.
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Sofferenze
Si definisce sofferenza, seppur in modo poco oggettivo, un credito che la
banca detentrice sa essere di difficile recupero, e sul quale prevede quindi di
subire delle perdite.
Da un punto di vista di bilancio, i crediti devono essere valutati analiticamente nel caso in
cui si verifichi un'obiettiva evidenza di perdita; in caso contrario deve essere effettuata una
valutazione collettiva.
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Dealers
I dealers sono operatori di mercato che operano per conto proprio ed assolvono la funzione
di rendere liquido il mercato di particolari attività finanziarie, assicurando la continuità degli
scambi. Essi detengono un proprio portafoglio di attività finanziarie che utilizzano per
rispondere prontamente alle esigenze di negoziazione manifestate da altri operatori
esprimendo prezzi di acquisto (bid) e prezzi di vendita (ask) e guadagnando sulla differenza
(spread).
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Derivati
I derivati, più propriamente chiamati “strumenti derivati”, sono strumenti finanziari così
chiamati in quanto derivanti dall'esistenza di un'attività finanziaria, di una variabile
finanziaria (tassi di interesse, di cambio, indici di borsa), o di commodities (valori reali).
Tali strumenti acquistano o perdono valore secondo una relazione diretta od inversa con il
prezzo dello strumento loro sottostante, e possono essere option based, forward based, o
l'unione dei due.
Gli strumenti derivati option based sono contratti finanziari in cui una parte, dietro il
pagamento di un premio, si riserva la facoltà di acquistare o vendere il titolo sottostante ad
un prezzo definito, o da definire sulla base di regole già indicate ad una determinata
scadenza o entro una determinata scadenza. Se la facoltà è di acquistare il sottostante
l’opzione si dice call, mentre se la facoltà è di vendita si dice put; se la facoltà può essere
esercitata solo alla scadenza è di tipo europeo, mentre se la facoltà può essere esercitata in
qualsiasi momento fino al momento della scadenza l’opzione si dice americana.
I contratti forward based si distinguono invece in futures, forwards rate agreements e swaps.
I contratti futures sono contratti forward based trattati solo ed esclusivamente nei mercati i
borsa regolamentati, come l’indice di borsa; sono dunque contratti standardizzati.
Tutti i contratti forward based non negoziati in mercati regolamentati prendono invece il
nome di forward, e sono contratti molto personalizzabili. In questa famiglia troviamo i forward rate agreements - FRA,che hanno come sottostanti
tassi di interessi, come tassi di interesse asiatici, americani, ecc, e gli swaps, che hanno
invece hanno come sottostanti tassi di interesse (IRS – fixed vs floating)), indici di borsa,
singole azioni (equity swaps) o tassi di cambio (FXS).
Questi strumenti derivati sono utilizzati per speculare, ma si possono essere anche utilizzati
per operazioni di copertura e per l’arbitraggio.
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Effetto contagio
Si definisce effetto contagio il fenomeno attraverso il quale una situazione anomala si
propaga da un segmento all'altro del sistema finanziario, rendendolo sempre più instabile.
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Efficienza Si distinguono diverse sfumature del concetto di efficienza:
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Allocativa
Si intende per efficienza allocativa la capacità degli intermediari di finanziare
iniziative imprenditoriali e progetti di investimento con rendimenti attesi più elevati,
al netto del grado di rischio complessivo ad essi collegato, mediante un'attenta
selezione dei soggetti ed una corretta valutazione del merito creditizio.
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Informativa
Per efficienza informativa si intende la capacità dei prezzi degli strumenti finanziari
negoziati sui mercati di incorporare tutte le informazioni disponibili, così che tutti gli
operatori possano utilizzarli nelle loro scelte di portafoglio.
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Tecnico-Operativa
Per efficienza tecnico-operativa si intende la capacità gestionale di offrire i propri
prodotti e servizi al minor costo possibile, o di massimizzare il livello di produzione
a parità di costo, mediante la continua ricerca della miglior combinazione dei fattori
produttivi.
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Equilibrio finanziario
L'equilibrio finanziario consiste nella capacità dell'impresa di mantenere nel tempo un
bilanciamento adeguato fra i flussi di cassa, o monetari, in entrata ed in uscita.
Poiché l'equilibrio finanziario è strutturalmente riferito ad accadimenti futuri, ossia entrate
ed uscite monetarie future, un grado più o meno elevato di incertezza è inevitabile in
qualunque previsione; rilevante importanza al fine del mantenimento di tale equilibrio
assume dunque il concetto di riserva di liquidità, componente caratteristica dell'attivo
patrimoniale di una banca, necessaria a garantire che la banca sia sempre ed in ogni
momento in grado di far fronte alle proprie obbligazioni di pagamento e di rimborso in
condizioni di soddisfacente economicità (condizione indispensabile per la continuità
operativa).
Importante, a riguardo, è il concetto di adeguatezza della riserva di liquidità, per la quale
può essere utile definire tanto una soglia minima, che permetta di evitare il rischio di
liquidità, quanto una soglia massima, poiché una riserva di liquidità eccessiva, pur
riducendo nell'immediato il rischio di liquidità, potrebbe, soprattutto nel medio-lungo
termine, a problemi di economicità.
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ERSB (EBA; EIOPA; ESMA)
L'ERSB, Europen Systemic Risk Board, è la principale autorità di vigilanza e
regolamentazione a livello europeo, e si occupa, di fatto, di vigilare ed operare sui fattori
macroeconomici che potrebbero portare ad un rischio sistemico.
A questo “board” partecipano numerose altre autorità, tra cui: il consiglio della BCE, i
responsabili di EBA (European Banking Authority), EIOPA (European Insurance & Oc.
Pensions Authority), ed ESMA (European Securities & Markets Authority), e la
Commissione Europea. !
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EBA
E' l'autorità in materia bancaria ed ha diretto contatto con le banche nazionali, quali
la Banca d'Italia
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EIOPA
E' l'autorità in materia di attività assicurative e fondi pensione; a livello nazionale ha
come riferimento IVASS e COVIP.
ESMA
E' l'autorità in materia di mercati finanziari (principalmente titoli, dall'inglese
“securities”) ed a livello nazionale ha come riferimento la CONSOB.
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Fractional reserve banking
Si intende con fractional reserve banking la detenzione da parte delle banche di riserve
liquide solamente per una frazione dei depositi. La quota di depositi non detenuti come
liquidità o attività equivalenti viene impiegata in crediti e, in parte, in valori mobiliari.
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Gruppo bancario (polifunzionale)
Si definisce gruppo bancario (polifunzionale) un sistema di società specializzate in
determinati servizi finanziari, governate da una capogruppo che esercita anche funzioni di
pianificazione strategica.
Il gruppo nasce a seguito dell'acquisizione da parte della banca di partecipazioni in società
quali istituti di credito speciali, società di leasing, di factoring, SIM, società di gestione di
fondi, assicurazioni, ecc., con conseguente possibilità di costituire un polo di offerta ampio e
diversificato di servizi finanziari.
Vantaggi del gruppo bancario rispetto al modello di banca universale possono essere le
economie di specializzazione raggiungibili, così come la maggior facilità nell'acquisire
risorse finanziarie e creare accordi ed alleanze, e una maggiore flessibilità operativa.
D'altro canto l'organizzazione burocratica va sicuramente a svantaggio del modello di
gruppo, e lo stesso si può dire riguardo le problematiche di unicità strategica, i costi di
trasferimento, coordinamento ed integrazione e la potenziale minor efficienza del gruppo
rispetto alla banca universale.
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Indicatori di bilancio
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Misure di redditività ed efficienza
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Cost to income ratio
Costi operativi / Margine di intermediazione
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Margine di interesse / Margine di intermediazione
Approssimazione del grado di diversificazione dell'attività bancaria
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Margine di interesse / Totale attivo
Misura della redditività lorda dell'attività creditizia rispetto alla dimensione
della banca
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Margine di intermediazione per dipendente
Margine di intermediazione / Numero dipendenti
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ROA
Utile netto / Totale attivo
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ROE
Utile netto / Patrimonio netto
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Misure di patrimonializzazione
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Leva finanziaria
Totale attivo / Patrimonio netto
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Misure di performance “corrette” per il rischio (Risk Adjusted Performace Measures)
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RORAC (Return On Risk Adjusted Capital)
R / CaR → Utile ante imposte / Perdita inattesa di portafoglio
In modo più fine, il RORAC è il rapporto fra il reddito del periodo al netto
dei costi operativi (R) ed il capitale a rischio (CaR), individuato dalle perdite
inattese.
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EVA (Economic Value Added)
R – Ke * CaR
E', di fatto, il ROARC meno il costo dell'equity.
Misure di rischiosità / performance = Misure di qualità dell'attivo
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Rettifiche di valore su crediti / Totale crediti
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Rettifiche di valore su crediti / Margine di intermediazione
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Esposizioni deteriorate / Totale crediti
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Esposizioni deteriorate / Patrimonio netto
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Intermediari finanziari
Sono intermediari finanziari gli operatori professionali autorizzati e vigilati, attivi nei
mercati diretti ed indiretti.
Essi si dividono in tre macro-categorie: intermediari creditizi (banche e società finanziarie),
intermediari finanziari (banche, SIM, SGR, assicurazioni), ed intermediari attivi nelle
attività di pagamento (IMEL e IP).
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Investitori istituzionali
Si definiscono investitori istituzionali quegli operatori caratterizzati dal fatto di investire un
patrimonio per conto di più unità in surplus (risparmiatori). Si possono considerare
investitori istituzionali i fondi comuni di investimento, i fondi pensione, le SICAV (Società
di Investimento a Capitale Variabile) e le compagnie di assicurazione.
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Investment banking
Il termine investment banking racchiude una serie molta ampia di servizi offerti alle imprese
di dimensioni elevata, connessi essenzialmente all'intermediazione sul meracto mobiliare.
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M1 – Aggregato monetario ristretto
Si definisce aggregato monetario ristretto (M1) l'insieme del circolante e dei depositi in
conto corrente.
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M2 – Aggregato monetario intermedio
Si definisce aggregato monetario intermedio (M2) l'insieme dell'aggregato monetario
ristretto (M1) e dei depositi con durata fino a due anni, o ritrattabili con preavviso fino a 3
mesi.
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M3 – Aggregato monetario ampio
Si definisce aggregato monetario ampio (M3) l'insieme dell'aggregato monetario intermedio
(M2), dei PTC (Pronti Contro Termine, o Repos), dalle quote di fondi comuni monetari, dai
titoli di mercato monetario e dai titoli di debito con durata fino a 2 anni.
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Market failure
Si definisce market failure il malfunzionamento dei mercati che può comportare il blocco
delle transazioni, e quindi l'impossibilità di realizzare lo scambio dei fondi.
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Market makers
I market makers sono operatori di mercato che agiscono per conto proprio e che si sono
impegnati a rendere pubbliche le condizioni di prezzo a cui sono disposti a negoziare,
quotando i prezzi a cui intendono acquistare e vendere i lotti minimi delle attività finanziarie
di cui si sono impegnati a “fare mercato”.
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Mercato al dettaglio
Il mercato al dettaglio (o retail) è il mercato in cui si scambiano tipicamente contratti
finanziari di importo unitario contenuto. Nei mercati al dettaglio controparti finanziariamente poco evolute (famiglie, piccole
imprese, piccoli imprenditori) si relazionano con parti di cui generalmente subiscono il
potere contrattuale (es. banche).
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Mercato all'ingrosso
Il mercato all'ingrosso è il mercato in cui si scambiano tipicamente contratti finanziari di
importo unitario rilevante. Nei mercati all'ingrosso le controparti sono finanziariamente evolute ed hanno enorme
potere contrattuale. E' tipicamente il mercato delle banche e delle imprese industriali.
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Mercato finanziario
Si definisce mercato finanziario il mercato che tratta titoli a scadenza medio/lunga (oltre
l'anno).
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Mercato monetario
Si definisce mercato monetario il mercato che tratta titoli a breve scadenza (di norma entro
12 mesi).
Gli strumenti del mercato monetario sono BOT, cambiali finanziarie, polizze di credito
commerciale e commercial papers.
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Mercato perfetto
Si definisce perfetto un mercato che presenti le caratteristiche di assenza di costi di
transazione, assenza di incertezza sugli esiti degli scambi finanziari, uguale distribuzione
delle informazioni, razionalità assoluta e concorrenza perfetta.
In tali mercati non vi è bisogno dell'operato degli intermediari finanziari.
Per contro, i mercati reali sono caratterizzati da presenza di costi di transazione,
mismatching di preferenze tra domanda ed offerta, razionalità limitata ed asimmetria
informativa.
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Mercato primario
Si definisce mercato primario quello dell'emissione dei titoli. Ha la funzione di esprimere un
prezzo per i titoli di nuova emissione e di fornire fondi all'emittente.
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Mercato secondario
Si definisce mercato secondario quello in cui vengono scambiati titoli già emessi. Ha la
funzione di esprimere nel continuo il prezzo, dunque la valutazione, dei singoli titoli emessi,
e nello stesso tempo di consentire all'originale acquirente di liquidare il proprio
investimento.
•
•
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Moneta fiduciaria
Si definisce moneta fiduciaria uno strumento di pagamento alternativo alla moneta legale.
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Obiettivi della regolamentazione
La regolamentazione interviene per correggere, o meglio, prevenire i cosiddetti “fallimenti”
sia del mercato sia degli intermediari.
Gli obiettivi della regolamentazione sono:
◦
Competitività
Un sistema bancario si dice competitivo quando, innanzitutto, non si formano
posizioni di carattere monopolistico. A beneficiare della competitività di un sistema
dovrebbero esserne le controparti, in particolare in termini di innovazione di
prodotto, diminuzione dei prezzi, facile mobilità della clientela, ecc. Possibile drawback di una forte competitività sistemica riguarda però il rischio che
alcune banche, incapaci di essere competitive su alcuni settori, intraprendano strade
rischiose per cercare redditività, salvo poi non essere in grado di presidiarle,
minando così la propria stabilità.
◦
Efficienza
Gli organismi vigilati devono essere in grado di operare in condizioni di efficienza:
▪
Allocativa
L'efficienza allocativa fa riferimento al fatto che la banca sia in grado di
allocare correttamente i fondi a sua disposizione, sapendo distinguere ed
identificare la rischiosità delle diverse operazioni, e richiedendo un
rendimento adeguato. L'efficienza allocativa può essere minata dalla forte
asimmetria informativa in cui operano le banche, ma a ciò si può in parte
porre rimedio tramite meccanismi quali il consulto alla Centrale dei Rischi.
▪
Informativa
L'efficienza informativa riguarda la capacità dei mercati di riflettere tutte le
informazioni attraverso i prezzi che via via si formano.
A “lavorare” sul concetto di efficienza informativa è in particolare la
normativa in materia di trasparenza (in quanto si tratta di due ambiti
strettamente collegati).
▪
Tecnico-Operativa
L'efficienza operativa fa riferimento all'idea di lavoro in condizioni di
adeguata redditività.
◦
[Si vedano a riguardo anche le più puntuali definizioni di “Efficienza”].
◦
Stabilità
Un sistema bancario nel suo complesso, così come i singoli soggetti regolamentati,
sono stabili nella misura in cui il loro agire non mette a rischio la loro sopravvivenza.
A “lavorare” sul concetto di stabilità è in particolare la regolamentazione
prudenziale.
◦
Trasparenza
La normativa in materia di trasparenza è un meccanismo protettivo delle controparti,
che, a livello pratico, si estrinseca nell'obbligo per le banche di fornire alla clientela
adeguata documentazione in relazione a
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Operazioni di mercato aperto (OMA)
Le operazioni di mercato aperto rientrano, con le operazioni su iniziativa delle controparti,
tra gli strumenti di politica monetaria a disposizione della BCE per perseguire i suoi
obiettivi in termini di stabilità dei prezzi e sostegno alle politiche economiche.
Esse avvengono su iniziativa della BCE (con controparti le BCN) ed hanno finalità di
controllo dei tassi a breve termine sul mercato interbancario, di determinazione delle
condizioni di liquidità sul mercato, e di segnalazione dell'orientamento della politica
monetaria (forward guidance).
Con riferimento alle finalità, alla regolarità ed alle procedure adottate, esse possono essere
suddivise nelle quattro seguenti categorie:
◦
Operazioni di rifinanziamento principali
Sono operazioni temporanee di finanziamento con frequenza settimanale e scadenza
di norma ad una settimana.
◦
Operazioni di rifinanziamento a più lungo termine
Sono operazioni temporanee di finanziamento con frequenza mensile e scadenza di
norma a tre mesi.
◦
Operazioni di fine tuning
Altrimenti dette operazioni di regolazione puntuale, sono operazioni effettuate senza
una scadenza prestabilita e che mirano regolare la liquidità del mercato ed a
controllare l'evoluzione dei tassi di interesse. Sono prevalentemente eseguite come
operazioni temporanee, ma possono anche assumere la forma di swap in valuta o di
raccolta di depositi a tempo determinato.
◦
Operazioni di tipo strutturale
Sono operazioni consistenti principalmente nell'emissione di certificati di debito
della BCE e vengono messe in atto ogni volta che la BCE intende modificare la
posizione strutturale dell'Eurosistema nei confronti del settore finanziario.
Possono avvenire su base regolare o non regolare, e possono essere sia temporanee
che definitive.
Come evidente da tale classificazione, le operazioni di mercato aperto possono essere
condotte sia tramite operazioni temporanee (reverse), che sono le più importanti, sia tramite
operazioni definitive (outright), e possono essere effettuate sulla base di aste standard, aste
veloci, o procedure bilaterali.
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Operazioni su iniziativa delle controparti (OIC)
Le operazioni su iniziativa delle controparti rientrano, con le operazioni di mercato aperto,
tra gli strumenti di politica monetaria a disposizione della BCE per perseguire i suoi
obiettivi in termini di stabilità dei prezzi e sostegno alle politiche economiche, ed hanno
finalità di immettere o assorbire liquidità overnight.
Esse si distinguono in:
◦
Operazioni di rifinanziamento marginale
Le operazioni di rifinanziamento marginale permettono alle controparti di ottenere
liquidità a brevissimo termine dalle BCN, a fronte di attività stanziabili a garanzia
(che costituiscono l'unica restrizione di accesso alle stesse, poiché non sono di norma
previsti limiti quantitativi). Il tasso di interesse sulle operazioni di rifinanziamento
marginale costituisce in genere un limite massimo per il tasso di interesse del
mercato overnight interbancario.
◦
Operazioni di deposito presso la banca centrale
Le operazioni di deposito permettono alle controparti di impiegare le eccedenze di
liquidità mediante depositi overnight presso la BCN. In condizioni normali non sono
previsti né limiti quantitativi né altre restrizioni di accesso. Il tasso di interesse sui
depositi presso la banca centrale costituisce in genere un limite minimo per il tasso di
interesse del mercato overnight interbancario.
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Patrimonio di vigilanza
Il patrimonio di una banca rappresenta il primo presidio a fronte dei rischi connessi con la
complessiva attività bancaria, ed è inoltre il principale parametro di riferimento per le
valutazioni dell'autorità di vigilanza in merito alla solidità delle banche.
Il patrimonio di vigilanza, tuttavia, non coincide con il patrimonio netto contabile di una
banca, ma viene calcolato e determinato sulla base di regole stabilite dalle autorità
regolamentari e di vigilanza. Esso risulta dalla somma algebrica di componenti positivi e
negativi (i primi dei quali devono essere nella piena disponibilità della banca) che possono
entrare a far parte del calcolo con alcune limitazioni.
Complessivamente, il patrimonio di vigilanza risulta costituito da due sezioni: patrimonio di
base e patrimonio supplementare, al netto delle deduzioni.
◦
Patrimonio di base – TIER 1
Il patrimonio di base è il primo presidio che una banca deve detenere per far fronte ai
diversi tipi di rischi che si assume. Esso risulta dalla somma algebrica di:
▪
Componenti positivi:
•
Capitale versato
•
Riserve, compreso il sovrapprezzo azioni
•
Strumenti innovativi e non di capitale
•
Utile del periodo
•
Altri elementi positivi
▪
Componenti negativi
•
Avviamento
•
Azioni proprie
•
Immobilizzazioni immateriali
•
Rettifiche di valore su crediti
•
Rettifiche di valore relative al portafoglio di negoziazione
•
Perdite di esercizi precedenti e dell'esercizio in corso
•
Altri elementi negativi
◦
Patrimonio supplemetare – TIER 2
Il patrimonio supplementare, ammesso nel computo del patrimonio di vigilanza entro
un ammontare massimo pari al patrimonio di base al netto delle deduzioni, è
composto da:
▪
Componenti positivi:
•
Eventuale eccedenza delle rettifiche di valore complessive rispetto
alle perdite attese
•
Plusvalenze nette su partecipazioni (max 50% del Patrmonio di base)
•
Riserve da valutazione
•
Strumenti ibridi di patrimonializzazione e passività subordinate
•
Strumenti innovativi e non di capitale non computabili nel patrimonio
di base
•
Altri elementi positivi
▪
Componenti negativi
•
◦
•
•
•
•
Minusvalenze nette su partecipazioni (50% del valore delle
minusvalenze)
Altri elementi negativi
•
Deduzioni
Vanno dedotti per il 50% dal patrimonio di base, e per il restante 50% dal patrimonio
supplementare i seguenti elementi:
▪
Cartolarizzazioni
▪
Partecipazione nel capitale della Banca d'Italia
▪
Partecipazioni in altre banche superiori al 10% del capitale sociale del
soggetto partecipato
▪
Partecipazioni in società assicurative
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Perdita attesa
La perdita attesa può essere definita come elemento che riflette i valori attesi della
probabilità di insolvenza del debitore e della quota non recuperabile in caso di insolvenza.
Sostanzialmente, essa rappresenta la perdita (quindi il costo) che la banca si attende
mediamente di dover sostenere a fronte dell'esposizione creditizia nei confronti di un
determinato portafoglio.
◦
EaD – Esposizione al default
L'esposizione al default indica l'esposizione attesa al momento dell'insolvenza del
debitore.
◦
PD – Probabilità di default
La probabilità di default può essere definita come la rischiosità della controparte
destinataria dell'esposizione, ed indica dunque una misurazione del merito creditizio.
◦
LGD
L'LGD rappresenta la perdita che l'istituto bancario patisce, a fronte di una
concessione di fido (esposizione), nel momento in cui il debitore diviene insolvente.
Essa non è mai nota al momento dell'erogazione, ma si manifesta nella sua interezza
nel momento in cui si conclude l'operazione di recupero del credito.
Tale variabile è influenzata da diversi fattori; tra questi hanno sicuramente un peso
rilevante la gravità dello stato di insolvenza del debitore, la tipologia di attivo
detenuta dall'impresa debitrice (che può essere o non essere facilmente liquidabile;
ed esserlo a prezzi più o meno volatili), l'andamento generale dell'economia, il tempo
necessario per il recupero del credito, e l'eventuale presenza di garanzie.
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Perdita inattesa
La perdita inattesa misura il grado di variabilità del tasso di perdita attorno al proprio valore
atteso.
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Politica economica
La politica economica è un insieme coordinato di provvedimenti che, avvalendosi della
politica di bilancio, della politica dei redditi e della politica monetaria, intende perseguire
obiettivi in termini di crescita economica, occupazione, stabilità dei prezzi ed equilibrio
della bilancia dei pagamenti.
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Politica monetaria
La politica monetaria è, con la politica di bilancio e la politica dei redditi, una delle
componenti della politica economica.
La BCE, responsabile della politica monetaria europea, contribuisce per quanto le compete
allo sviluppo della politica economica, utilizzando strumenti (es. tasso di rifinanziamento
marginale, operazioni di mercato aperto) che le permettono di conseguire obiettivi operativi
(riserve bancarie, tassi di mercato interbancario) al fine di influenzare in via diretta alcune
variabili monetarie conseguendo obiettivi intermedi (quantità di moneta, credito, aspettative
di inflazione), per influire sui suddetti obiettivi finali di natura reale (prezzi, cambio, reddito,
occupazione).
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Prestatore di ultima istanza (Lender of last resort)
Il prestatore di ultima istanza è un soggetto, di norma rappresentato dalla banca centrale, che
ha la funzione di regolare la liquidità nel sistema bancario e di supplire ad eventuali
malfunzionamenti del mercato monetario, assorbendo gli shock di liquidità. In particolare, la
banca centrale interviene costantemente nei mercati monetari attraverso operazioni di
regolazione della liquidità, finalizzate a fornire o drenare liquidità, indirizzando quindi i
tassi di interesse del sistema finanziario.
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Private banking
Con il termine private banking si intende identificare l'insieme dei prodotti e dei servizi che
l'intermediario finanziario offre per il soddisfacimento dei bisogni emergenti dalla gestione
finanziaria della clientela "privata" (cioè essenzialmente persone fisiche individuali e
famiglie) appartenente a categorie di reddito e/o ricchezza finanziaria superiore alla media.
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Prodotti finanziari
Per prodotti finanziari si intendono gli strumenti finanziari e ogni altra forma di
investimento di natura finanziaria (es. polizze assicurative con natura finanziaria).
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Rating
Il rating è un metodo utilizzato per valutare sia i titoli obbligazionari sia le imprese in base
al loro rischio finanziario; le valutazioni alfabetiche o alfanumeriche che ne risultano altro
non esprimono che la probabilità di default dell'oggetto o soggetto considerato, su base
annua.
Posto ciò, Basilea II stabilisce che le banche possano calcolare la PD sia avvalendosi del
giudizio esterno di agenzie di rating, sia basandosi su procedimenti di rating interni. Ciò
vale, tuttavia, solo per quanto riguarda le imprese di dimensioni rilevanti; alle piccole-medie
imprese (e tanto meno alle famiglie) non è infatti possibile, anche a livello di sostenibilità
economica, chiedere il rating. Ne consegue che per tale fetta di clientela, in assenza del parametro in oggetto, le banche
debbano poter sfruttare metodi alternativi per la stima della PD. I profili di analisi
generalmente considerati sono due:
◦
Profilo aziendale
▪
Valutazione competitiva aziendale
Il rating competitivo aziendale cerca di definire la capacità competitiva di
un'azienda, dedotta tipicamente da un questionario sottoposto all'azienda
stessa per capirne l'organizzazione, il management, l'esperienza del
management, i brevetti, il grado di innovatività dei prodotti, ecc. Ogni domanda di tale questionario ha un suo valore ed un suo peso, e dal
complesso delle risposte si ottiene uno score, definito score qualitativo.
▪
•
Valutazione economico-finanziaria
Il rating economico-finanziario riguarda l'analisi dei bilanci dell'impresa: la
banca sceglie una serie di indici da analizzare (patrimonializzazione,
redditività, liquidità, turnover delle vendite, ecc.) ed a ciascuno attribuisce un
valore ed un peso, riuscendo così a calcolare il cosiddetto score di bilancio.
▪
Valutazione settoriale
Il rating settoriale riguarda il posizionamento dell'impresa all'interno del
settore di appartenenza (diverso è infatti essere leader del proprio settore o
essere una piccola impresa che subisce molto la concorrenza). Anche da tale
analisi si ottiene uno score, definito score settoriale.
◦
La somma di questi 3 rating dà il rating d'impresa.
◦
Profilo comportamentale
Il profilo comportamentale analizza il comportamento delle aziende nei confronti
della banca.
▪
Analisi della Centrale dei Rischi (CR)
Sia che la banca conosca il cliente, sia che si tratti di un nuovo rapporto, dal
momento che il debitore in questione potrebbe risultare debitore anche presso
altri intermediari, la banca si rivolge alla Centrale dei Rischi (od al CRIF, che
è un database privato implementato su base volontaria, per i finanziamenti
sotto i 30'000€), dove sono segnalate tutte le posizioni in sofferenza, ed
ottiene il cosiddetto score andamentale di CR.
▪
Analisi Rapporto
Qualora la banca in oggetto abbia già intrattenuto rapporti con il debitore in
questione può disporre anche di informazioni interne, dalle quali si ottiene
uno score andamentale di rapporto.
◦
La somma dei due, qualora entrambi calcolabili, dà lo score andamentale.
La somma di rating d'impresa e score andamentale dà il rating interno complessivo.
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Regolamento Il regolamento è la seconda fase dei pagamenti mediante moneta bancaria, e segue lo
scambio degli strumenti di pagamento.
Esso può avvenire su base bilaterale, o su base multilaterale, mediante la concentrazione di
una pluralità di relazioni bilaterali tramite un collegamento operativo con un unico gestore
(quale la Banca d'Italia).
In quest'ultimo caso è di particolare rilevanza il regolamento lordo in tempo reale (RealTime Gross Settlement System (RTGS)). che è un sistema di pagamento in cui tutti gli
ordini di pagamento per cui esiste una copertura nel conto di gestione sono liquidati in
tempo reale ed in modo definitivo. Vantaggi di tale sistema sono la maggiore certezza
riguardo il buon esito delle operazioni ed il minor rischio sistemico, ma ciò a prezzo della
necessità di disporre di un'elevata base monetaria. Un esempio di RTGS è il sistema
chiamato Target 2, utilizzato anche nel nostro Paese per operazioni di importo elevato* nella
componente Target 2–Banca d'Italia, a cui gli operatori possono partecipare con modalità
diretta od indiretta.
*[Per operazioni di importo contenuto si utilizza il sistema di regolamento su base
multilaterale Bi-Comp, diviso nei sottosistemi Recapiti locale e Dettaglio; il primo fa
riferimento ai pagamenti relativi a strumenti di pagamento cartacei (es. assegni bancari),
mentre il secondo raccoglie i pagamenti riferentisi a procedure elettroniche (es. bonifici,
pagamenti con carte, ecc.)].
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Rendimento ex-ante
Il rendimento ex-ante, in regime di capitalizzazione composta, è quel regime che rende
uguale il prezzo iniziale (di un titolo) al valore attuale di tutti i flussi futuri scontati ad un
tasso di interesse ignoto, detto appunto rendimento ex-ante.
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Rischio di credito
Definendo il rischio di credito si indica la possibilità che una o più controparti affidate da un
intermediario non sia in grado di ripagare in tutto od in parte, nei tempi e nei modi
prestabiliti, il credito ricevuto.
Tale definizione è però di tipo “micro”; in una visione più moderna è invece interessante
notare come per le banche sia di rilevante importanza comprendere e misurare le perdite
relative non solo all'insolvenza di un singolo debitore, ma in riferimento al portafoglio nel
suo complesso. In quest'ottica, il rischio di credito può essere definito come la somma di:
◦
Rischio di insolvenza (default), connaturato all'operazione di credito quale atto di
scambio a prestazioni differite, ed identificabile nella totale o parziale incapacità del
debitore di adempiere nei tempi e nei modi prestabiliti alla propria obbligazione. A livello di singola esposizione, il rischio di credito si concretizza non solo nel
rischio di insolvenza, ma anche nel rischio di deterioramento del merito creditizio,
che pur non dando luogo ad insolvenza, può dar luogo ad un aumento della
probabilità di insolvenza nel futuro.
◦
Rischio di migrazione (migration / downgrading)
◦
◦
◦
◦
•
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Rischio di regolamento, che è il rischio che si determina nelle operazioni in titoli
quando la controparte, dopo la scadenza del contratto, non abbia adempito la propria
obbligazione di consegna di titoli o di pagamento di importi.
Rischio di controparte, che è il rischio che la controparte non adempia alla scadenza
la propria obbligazione contrattuale.
Rischio di concentrazione, che è il rischio dovuto ad un eccessivo impegno creditizio
assunto nei confronti di un singolo debitore, o gruppo di debitori collegati
Rischio paese, o rischio sovrano.
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Rischio di liquidità
Il rischio di liquidità è il rischio che un intermediario non possa onorare tempestivamente il
rimborso delle proprie passività a causa di un volume di richieste inaspettatamente elevato, o
che (più realisticamente) per far fronte a tali richieste sia costretto a vendere rapidamente
(fire sale) un elevato volume di attività realizzando un prezzo inferiore al valore corrente di
mercato, dunque una perdita.
Il rischio di liquidità si articola in forme diverse, quali:
◦
Funding risk
Per funding risk si intende il rischio che l'intermediario non sia in grado di far fronte
in modo efficiente, senza mettere a repentaglio la propria ordinaria operatività e il
proprio equilibrio finanziario, a deflussi di cassa attesi ed inattesi (legati al rimborso
di passività), al rispetto di impegni ad erogare fondi, o a richieste dei creditori.
◦
Market liquidity risk
Il market liquidity risk è invece il rischio che l'intermediario, al fine di monetizzare
una consistente posizione in attività finanziarie, finisca per influenzarne in misura
•
•
significativa (e sfavorevole) il prezzo, a causa dell'insufficiente profondità del
mercato finanziario in cui tali attività sono scambiate o di un suo temporaneo
malfunzionamento.
Il funding risk viene talvolta definito cash flow risk, mentre il market liquidity risk è
anche noto come asset risk o product risk.
Dal momento che l'equilibrio dei flussi finanziari va ricercato tanto nel brevissimo quanto
nel medio-lungo termine, si ha la presenza contemporanea di due politiche:
◦
Gestione della tesoreria, diretta al riequilibrio continuo ed istantaneo, in ottica di
economicità, della dinamica monetaria, con l'obiettivo di aggiustare squilibri di
breve termine in via immediata.
◦
Gestione della liquidità, volta a modificare economicamente la composizione qualiquantitativa dell'attivo e del passivo di bilancio, agendo sulla dinamica prospettica
delle singole voci con l'obiettivo di eliminare nel medio-lungo termine squilibri
strutturali.
La politica di liquidità di una banca è composta da indirizzi relativi a:
▪
Grado di trasformazione delle scadenze
Il gap tra durata media dell'attivo e durata media del passivo è fonte di
redditività in prima battuta, ma allo stesso tempo fonte di rischio.
▪
Riserve di liquidità previste
•
Primarie
Si tratta di poste quali la cassa, i depositi liberi presso la banca
centrale, la riserva obbligatoria, i c/c detenuti presso altre banche,
ecc., caratterizzate da un elevato grado di tempestività, ma anche da
un altrettanto altro grado ci onerosità in termini di costo-opportunità,
in quanto non offrono alcun rendimento.
•
Secondarie
Si tratta di poste meno liquide delle precedenti, ma dotate di un
mercato secondario molto ampio e dunque smobilizzabili in tempi
rapidi senza costi eccessivi. Il minor grado di tempestività è
compensato dalla remunerazione che offrono, e dunque dalla minor
onerosità che comportano in termini di costo-opportunità.
▪
Funzione assegnata al portafoglio titoli
•
Residuale
In questo caso la banca privilegia l'investimento in prestiti,
esercitando l'attività creditizia in modo tradizionale, dunque solo
residualmente investe in titoli.
•
Flessibile In questo caso la banca sceglie se allocare più risorse in prestiti o in
titoli puramente analizzando la combinazione rischio/rendimento dei
due, in modo razionale.
▪
Modalità di controllo del rischio di liquidità
Si tratta dei presidi organizzativi e delle tecniche di gestione di cui una banca
si dota per far fronte al rischio di liquidità (es. cartolarizzazione).
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Rischio di tasso di interesse
Il rischio di tasso di interesse può essere definito come il rischio che variazioni nei tassi di
interesse di mercato producano una riduzione della redditività e del valore economico di una
banca.
•
Tale rischio è dovuto principalmente al fatto che attività e passività bancarie hanno differenti
scadenze e/o istanti di revisione del tasso (per le poste a tasso variabile), soprattutto
considerando che tipicamente una banca raccoglie fondi con depositi a vista o a breve
termine, e finanzia prestiti, anche a tasso fisso, che hanno invece lunga scadenza.
Una variazione al rialzo dei tassi di mercato, ad esempio, porterebbe a dover rinnovare i
depositi a costi più alti, mentre il rendimento degli impieghi a tasso fisso resterà invariato.
Ne conseguirà una riduzione del margine di interesse della banca che, oltre alla redditività,
influenzerà negativamente anche il valore della banca per i suoi azionisti.
Il rischio di tasso di interesse può essere scomposto in due componenti:
◦
Rischio di prezzo
Il rischio di prezzo comporta che il valore di mercato di un'attività finanziaria muti
nel corso del tempo in relazione alla dinamica dei tassi di interesse, con conseguente
differenza tra il valore di mercato ed il valore al quale l'attività in questione è entrata
in bilancio, generando potenziali plus o minusvalenze.
◦
Rischio di reinvestimento/rifinanziamento
Il rischio di reinvestimento/rifinanziamento si concretizza, per quanto riguarda
l'“asset side”, in maggiori o minori utili collegati al reinvestimento dei flussi di
cassa, o, per quanto riguarda il “liability side”, in maggiori o minori interessi da
riconoscere nel sostituire passività giunte a scadenza.
Si noti che il rischio di prezzo ed il rischio di rifinanziamento (asset side) hanno effetti
opposti sul valore del portafoglio.
Posto che variazioni nei tassi di interesse possono dar luogo ad effetti negativi sia sul livello
corrente dei profitti della banca, sia sul suo valore economico, la gestione di tale rischio può
seguire criteri diversi. I due approcci più noti per la gestione del rischio di tasso di interesse
sono la maturity gap analysis (o repricing gap analysis) e la duration gap analysis.
◦
Maturitu gap analysis (o repricing gap analysis)
Il primo approccio è di tipo reddituale in quanto, utilizzando come input lo
scadenziario delle poste attive e passive, misura il grado di disallineamento tra la
data di riprezzamento medio delle attività e delle passività, analizzando dunque le
conseguenze di una variazione inattesa dei tassi per la redditività futura di una banca. Limite della maturity gap analysis è che si ignora il tempo esatto di variazione dei
tassi (es. alcuni flussi scadono, si riprezzano, all'inizio di una fascia infra-annuale,
ed altri flussi cambiano tasso verso la fine del periodo; i flussi a tasso fisso scadono
o si riprezzano solo in un determinato momento, mentre quelli a tasso variabile si
riprezzano continuamente), con l'effetto di considerare allo stesso modo attività con
momenti diversi di manifestazione della variazione dei tassi.
Altro problema è poi che questo modello assume uguali variazioni dei tassi di
interesse attivi e passivi mentre una banca può avere maggiore capacità di
incrementare i tassi attivi piuttosto che di agire sui tassi passivi, o viceversa, in base
alla propria reputazione, capacità di price making o price taking, potere di mercato, e
forza contrattuale.
◦
Duration gap analysis
Il secondo approccio è invece di tipo patrimoniale in quanto, utilizzando come input
il valore di mercato e la duration modificata* delle singole poste attive e
passive,calcola il differenziale tra duration media ponderata delle attività e delle
passivitià, studiando dunque, mediante un'approssimazione lineare, l'impatto di una
variazione inattesa dei tassi di interesse sul patrimonio netto di una banca.
Limite è della duration gap analysis è quello di dar vita ad un indicatore lineare,
mentre nella realtà la relazione prezzo-interessi è curvilinea. Ne segue che per
intervalli di variazione dei tassi tra +1 e -1 la duration non fa commettere errori, ma
ciò non vale per variazioni dei tassi elevati, superiori all'1%, per le quali si
rischierebbe di sottostimare o sovrastimare la variazione dei prezzi.
*[Si ricordi che la duration modificata è un indicatore di sensibilità del prezzo di
un'atività (o passività) finanziaria al variare dei tassi di interesse].
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Rischio operativo
Il rischio operativo è il rischio di subire perdite derivanti dall'inadeguatezza o dal
malfunzionamento di procedure, risorse umane e sistemi interni, oppure da eventi esogeni.
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Riserva di liquidità
Vedi “Equilibrio finanziario”.
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Riserva obbligatoria
Si definisce riserva obbligatoria il deposito obbligatorio in contanti che deve essere
costituito dalle banche in ottemperanza a precise disposizioni normative. Tale riserva è
commisurata all'entità della raccolta di ciascuna banca, e deve essere depositata sul conto
intrattenuto presso la banca centrale.
Il regime di riserva obbligatoria mira principalmente a stabilizzare i tassi di interesse del
mercato monetario ed a creare (o ampliare) un fabbisogno strutturale di liquidità.
L'osservanza degli obblighi di riserva obbligatoria è verificata sulla base delle riserve medie
detenute nel periodo di mantenimento, e l'ammontare delle riserve obbligatorie è remunerato
in base al tasso delle operazioni di rifinanziamento principali.
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Rumors
I rumors sono voci, non necessariamente fondate, che interessano un intermediario, ed in
questo contesto specifico si riferiscono alle condizioni finanziarie di una banca.
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Safety net
Si definisce safety net l'insieme di presidi istituzionali ed operativi che completa l'impianto
regolamentare e di vigilanza con l'obiettivo di gestire situazioni di crisi sostenendone i
relativi costi. Tale “rete di sicurezza” si compone fondamentalmente di:
◦
Un prestatore di ultima istanza
◦
Uno schema di assicurazione dei depositi
Esiste poi anche il cosiddetto “salvataggio di secondo livello”, rappresentato dalle
operazioni di salvataggio ad opera di enti pubblici (es. nazionalizzazione di banche sull'orlo
della crisi).
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Settore istituzionale
Si definiscono settori istituzionali raggruppamenti di unità istituzionali che manifestano
autonomia e capacità di decisione in campo economico-finanziario e che, di norma, tengono
scritture contabili separate.
L'articolazione in settori istituzionali è la seguente: società non finanziarie; società
finanziarie; amministrazioni pubbliche; famiglie ed istituzioni senza scopo di lucro al
servizio delle famiglie; resto del mondo.
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Single regulator
Con l'espressione single regulator si fa riferimento all'autorità unica a cui è attribuito nel
modello accentrato il compito di vigilare e regolamentare tutti i comparti del sistema
finanziario, sia per quanto concerne le tipologie di attività in esso svolte, sia per quanto
riguarda gli intermediari presenti.
Tale situazione si contrappone a quella del modello decentrato, che prevede invece la
presenza di più autorità, la cui suddivisione di competenze può venire operata sulla base
della tipologia di intermediari (vigilanza per soggetti o per istituzioni), delle attività
esercitate (vigilanza per attività), oppure degli obiettivi assegnati alle singole autorità
(vigilanza per finalità).
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Sistema dei pagamenti
Si definisce sistema dei pagamenti un insieme di strumenti di pagamento, intermediari e
procedure finalizzato al regolamento degli scambi.
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Sistema finanziario
Un sistema finanziario è un complesso integrato di strumenti, intermediari e mercati
finanziari, autorità di regolamentazione e vigilanza esistenti in un dato luogo in un
determinato momento. Esso svolge fondamentalmente tre funzioni: realizza il trasferimento
di risorse dalle unità in surplus alle unità in deficit (funzione creditizia o di allocazione delle
risorse); assicura l'efficiente funzionamento del sistema dei pagamenti (funzione monetaria);
e trasmette al sistema economico degli impulsi di politica monetaria.
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Società finanziarie
Si definiscono società finanziarie gli intermediari finanziari e gli ausiliari finanziari (autorità
di controllo, enti preposti al funzionamento dei mercati, mediatori, promotori finanziari,
ecc.), imprese di assicurazione e fondi pensione.
A livello aggregato le società finanziarie sono un settore istituzionale ad andamento non
tipicamente definito.
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Società non finanziarie
Si definiscono società non finanziarie le società private e pubbliche (tra cui le
municipalizzate e le consortili). Sono incluse le società in nome collettivo ed in accomandita
semplice, nonchè le società semplici e le imprese individuali con più di 5 addetti.
A livello aggregato, le società non finanziarie costituiscono un settore istituzionale
tipicamente in deficit, con conseguente elevato fabbisogno finanziario.
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Sottoscrizione
L'attività di sottoscrizione di strumenti finanziari, ben distinta da quella di collocamento
degli stessi, consiste, di fatto, nell'acquisto di una parte o di tutte le passività finanziarie
emesse dall'emittente, e riguarda soltanto il caso di nuova emissione.
La sottoscrizione (underwriting) può essere a fermo, oppure con garanzia.
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Statuto
Lo statuto è lo strumento che disciplina i rapporti tra i soci ed i terzi e delinea le linee
fondamentali in materia di organizzazione ed operatività della banca.
Pur riconoscendo autonomia alle scelte imprenditoriali, la Banca d'Italia ha il potere di
richiedere la riformulazione delle norme statutarie che possono rappresentare un ostacolo
all'efficacia dei suoi controlli.
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Strategie di portafoglio
Si definiscono nel loro complesso strategie di portafoglio le strategie di frazionamento e
limitazione del rischio messe in atto da una banca in relazione al proprio portafoglio prestiti
(crediti).
Le principali strategie di frazionamento del rischio sono:
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Diversificazione per classi di importo
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Diversificazione per settori istituzionali (famiglie, pubblica amministrazione, ecc.) e
produttivi
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Diversificazione per area geografica
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Diversificazione per forme tecniche
Le principali strategie di frazionamento del rischio riguardano invece:
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Razionamento (assoluto, o relativo) e forme di attuazione
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Pluri-affidamento
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Richiesta di garanzie ed imposizione di covenants
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Confidi di garanzia
Naturalmente, l'adozione e l'intensità d'applicazione di tali strategie dipenderà da fattori
quali il grado di avversione/propensione al rischio del management, dalle caratteristiche
della raccolta, dal livello di patrimonializzazione della banca, dalla dimensione aziendale,
ecc., così come l'ammontare dei prestiti dipenderà da elementi quali l'andamento generale
dell'economia, i tratti distintivi del singolo intermediario,le caratteristiche del sistema
finanziario e normativo di riferimento e le scelte di investimento della banca (politica
residuale (si preferisce l'investimento in crediti, e solo residualmente si investe in titoli,
strumenti finanziari); oppure flessibile).
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Strumenti derivati
Vedi “Derivati”.
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Strumenti di pagamento
Gli strumenti di pagamento sono, con gli intermediari e le procedure per il regolamento
degli scambi, una delle componenti del sistema dei pagamenti.
Essi possono essere distinti in moneta legale e moneta fiduciaria, messa a disposizione da
intermediari aventi funzione monetaria. Quest'ultima, per svilupparsi e diffondersi in un
sistema economico, deve presentare tre fondamentali caratteristiche: economicità, rapidità,
sicurezza.
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Strumenti di politica monetaria
Gli strumenti a disposizione della BCE per realizzare la politica monetaria possono essere
divisi secondo il seguente schema:
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Operazioni di mercato aperto (OMA)
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Operazioni di rifinanziamento principali
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Operazioni di rifinanziamento a più lungo termine
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Operazioni di fine tuning
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Operazioni di tipo strutturale
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Operazioni su iniziativa delle controparti (OIC)
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Operazioni di rifinanziamento marginale
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Operazioni di deposito presso la banca centrale
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Manovra della riserva obbligatoria
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Strumenti finanziari
Per strumenti finanziari s intendono valori mobiliari, strumenti del mercato monetario, quote
di un organismo di investimento collettivo del risparmio, contratti derivati.
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Struttura della domanda
La domanda proveniente dalla clientela può essere divisa, seguendo diversi criteri, in
differenti segmenti.
In ottica patrimoniale, i clienti possono essere divisi in
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Non affluent
Cliente con un portafogli ridotto ed un basso grado di sofisticazione finanziaria.
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Affluent
Cliente private banking di basso profilo, con un patrimonio che supera i 200mila
euro e può arrivare al milione. È un cliente comunque meritevole di attenzioni non
tipiche della banca retail.
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High Net Worth Individual (HNWI)
Clienti solitamente dotati di portafogli superiori al milione di euro, ossia con una
buona dotazione di ricchezza finanziaria.
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Super HNWI
Valutando la provenienza della ricchezza, invece, si può distinguere tra clienti:
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Old money
Si tratta di quei clienti che apportano un patrimonio ereditato, costruito nel tempo
seguendo una gestione generalmente conservatrice.
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New money
Sono clienti che si sono arricchiti per effetto della loro capacità imprenditoriale o
professionale.
In relazione alla tipologia di gestione del patrimonio, invece, si possono individuare:
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Active investors
Sono soggetti con conoscenze finanziarie almeno di base, che vogliono intervenire
nell'allocazione finanziaria del proprio patrimonio.
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Passive investors
Sono coloro che danno un mandato/delega alla banca per la gestione del proprio
patrimonio, non interferendo nelle scelte di allocazione della banca stessa.
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Succursale
Una succursale (di una banca) viene definita come una sede operativa priva di operatività
giuridica: presso un succursale si possono concludere contratti, ma essa agisce in nome e per
conto della banca, non avendo personalità giuridica a sé stante.
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Ufficio di rappresentanza
Distinto da una succursale, un ufficio di rappresentanza è un punto di contatto con la
clientela, spesso estera, in quanto gli uffici di rappresentanza sono generalmente collocati in
paesi stranieri in cui la banca in oggetti non ha, o non può avere, succursali.
Presso gli uffici di rappresentanza non possono essere conclusi contratti, ma essi erogano e
raccogliono informazioni, ad esempio realizzando studi e ricerche sul territorio ed
individuando potenziali partners, e fungono quindi da punti di appoggio per realizzare
convenzioni con banche locali.
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Valori mobiliari
Per valori mobiliari si intendono categorie di valori che possono essere negoziate nel
mercato dei capitali, quali ad esempio azioni di società ed altri titoli equivalenti,
obbligazioni ed altri titoli di debito.
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Vigilanza
Il modello di vigilanza accentrato prevede un'unica autorità (single regulator) a cui è
attribuito il compito di vigilare tutti i comparti del sistema finanziario.
Nel modello decentrato, invece, è prevista la presenza di più autorità, la cui suddivisione di
competenze può avvenire:
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Per attività
A ciascuna attività di intermediazione corrisponde un'autorità regolamentare di
controllo, a prescindere dalla forma giuridico-organizzativa dell'intermediario che la
esercita, garantendo in tal modo parità concorrenziale.
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Per finalità
Ad ogni autorità viene assegnato un preciso obiettivo da perseguire (stabilità,
efficienza, trasparenza, concorrenza), e l'attività normativa e di controllo viene
perseguita in maniera trasversale su tutti gli operatori, indipendentemente dal tipo di
attività da essi esercitata.
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Per funzioni
Ad essere soggetto di regolamentazione sono le funzioni, non le attività o gli
operatori, e ciò in virtù della sostanziale stabilità nel tempo delle funzioni attribuibili
a sistema finanziario.
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Per soggetti od istituzioni
E' prevista la presenza di un'autorità normativa per ciascuna categoria di operatore
finanziario.
[In Italia il modello è ibrido per attività e per finalità].
A seconda della funzione svolta e dagli obiettivi perseguiti dall'attività di vigilanza, è inoltre
possibile distinguere:
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Vigilanza informativa
La vigilanza informativa attiene al fatto che i soggetti vigilati debbano
obbligatoriamente produrre un flusso continuo di informazioni, su base regolare e
non, diretto al soggetto vigilante. Tale flusso ha fini tanto conoscitivi quanto di
identificazione di possibile anomalie.
Rientrano dunque questo ambito tutti i provvedimenti volti a limitare le asimmetrie
informative che contraddistinguono l'intermediazione finanziaria.
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Vigilanza ispettiva
Rientrano in questo ambito tutti i controlli effettuati presso le sedi degli intermediari,
che mirano ad acquisire informazioni difficilmente estrapolabili dalle periodiche
comunicazioni di tipo documentale. Ciò rappresenta il naturale complemento della
vigilanza informativa.
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Vigilanza regolamentare
Riguarda tutta la complessa produzione di norme e regolamenti, solitamente di
carattere secondario, attuativi della legge generale, emanata dagli organi legislativi.
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Vigilanza prudenziale
Fa riferimento al corpus di norme che riguarda i principali criteri di gestione
a cui gli operatori devono attenersi, ed è finalizzata a limitare e monitorare i
rischi da essi assunti nel corso della loro attività.
I controlli di matrice prudenziale sono riconducibili a tre principali
fattispecie: riduzione del livello di rischio complessivo tramite la fissazione
di particolari requisiti applicati alle principali voci di bilancio ed, in primis, al
patrimonio; adeguatezza della struttura organizzativa e dei controlli interni;
rispetto dei requisiti in materia di onorabilità, professionalità ed esperienza
per coloro che svolgono funzioni di amministrazione e di direzione.
Vigilanza strutturale
Fa riferimento alla definizione di quel corpus di norme che delineano la
morfologia del sistema finanziario, definendone l'estensione ed il numero di
soggetti.
I principali ambiti in campo strutturale si riferiscono alle condizioni di entrata
nel mercato, alle tipologie di attività esercitabili dagli intermediari, ecc.
Stringenti controlli strutturali assicurano stabilità al sistema, ma ne limitano
la concorrenza, a tutto svantaggio dell'efficienza degli operatori.