L`Ave Maria e la preghiera all`Angelo custode, che ci accompagnino

Transcript

L`Ave Maria e la preghiera all`Angelo custode, che ci accompagnino
Abbazia di S. Florian con la Cattedrale (Austria
L'Ave Maria e la preghiera all'Angelo custode, che ci accompagnino nel viaggio, si esce da Lodi al buio come in
punta di piedi.
Solo poche voci qua e là sfiorano il silenzio, assopite, come assopita è ancora la città. Suoni ovattati, come i
rumori della natura sorpresa dalla neve. Non ce l'aspettavamo, la neve, ormai sul finire dell'inverno, così in
questo giorno di partenza sembra volerci dire dove andremo, anticiparci il paesaggio che incontreremo tra i
monti dell'Austria.
Con la luce del giorno anche le voci si ridestano, quelle dei passerotti per prime, argentine, come quella di
Margherita, sei anni tra poco e già due nel coro: il microfono saldo in mano, un cinguettio sonoro che parla di
freschezza e di gioia di vivere, intona la sua canzoncina, la fa volare per l'angusto corridoio del pullman, sugli
zaini, tra i sedili, lungo i finestrini, nelle orecchie, di bocca in bocca, da un cuore all'altro.
Una gita col coro dei ragazzi, diretti a conoscere un altro coro di ragazzi, fa tornare un po' tutti bambini, come
una magia, alla scoperta di suoni naturali e belli, sulle note dei canti a Maria - quelli della tradizione popolare e…della canzoncina di Margherita, una tenera filastrocca per i momenti di svago.
Così si arriva a destinazione, tra i campi di neve di Sankt Sebastian. Domani, spetterà ai ragazzi della Cappella
Musicale della Cattedrale di Lodi animare la celebrazione liturgica prefestiva.
Se c'è una musica che può far sì che i grandi ritornino bambini, c'è allo stesso modo un canto che viene dai
ragazzi e sa diventare voce senza età, espressione piena, preghiera e inno, quando risuona in un rito: l'abbiamo
sentito, durante la S. Messa del sabato sera nel Santuario di Mariatzell.
E poi … ha un suono anche il silenzio, talvolta, quand'è attenzione, concentrazione, studio, condivisione…
Sentir cantare lasciando vibrare ciò che le orecchie ascoltano è partecipare al canto.
E' Sankt Florian la meta finale, all'abbazia dove ha sede la famosa scuola per ragazzi cantori, a pochi passi
dalla cattedrale dove Bruckner bambino cantò e dove, musicista affermato, suonò spesso il grandioso prediletto
organo. Qui i ragazzi della Cappella musicale, in silenzio, ascoltano, assistono ad una lezione di chi come loro,
pur in un paese distante e straniero, è vicino e famigliare nell'età e nella passione. Ascoltano, cantano, e insieme
imparano.
Un viaggio di suoni, i suoni di un viaggio.
A.C.
I colori
Austria, febbraio 2004: Un viaggio in bianco e nero
Quando un viaggio ha inizio mille pensieri albergano nella mente, si pensa a ciò che si lascia e per lenire l’ansia del
distacco ci si ripete ad alta voce: ho preso tutto? ...forse ho dimenticato qualcosa?...ed ho chiuso la porta?...(è una
fortuna che non ci sia nessuno per strada o mi scambierebbe per matta, vedendomi parlare così, da sola)...è l’alba di una
mattina d’inverno...sento freddo...avrei fatto meglio ad indossare qualcosa di più pesante... gli altri saranno già tutti lì,
ad aspettare solo me, in ritardo come al solito... e si cerca di immaginare verso cosa si sta andando: l’Austria, il gioiello
imperiale mitteleuropeo, la patria di Mozart...
Il viaggio comincia, è ancora buio ma questa notte ha nevicato tanto e riesco ad intravedere il bianco della neve
lungo il ciglio della strada, chiudo gli occhi e proietto i miei pensieri verso i prossimi cinque giorni, ho deciso di
lasciare tutto il resto fuori e vivere ogni istante come unico, irripetibile dono...voglio godermi l’alba di questo giorno,
voglio catturare il primo raggio di sole che spunterà e quel raggio sarà mio...
Chiacchiero un po’ e un po’ taccio, aspetto il mio sole e il mattino avanza, dal nero della notte si passa lentamente
al chiaro del giorno che mi delude perché è un grigio senza vita, eppure questo grigio ha in sé qualcosa di tenero ed
ovattato che ancora non comprendo.
Il giorno è ormai pieno, dalla pianura alla collina e da questa alla montagna, il paesaggio continua a cambiare eppure mi
appare come congelato in un’assenza di tempo, quasi irreale.
Tutto questo bianco di neve mi innamora e mi ridona l’incanto dell’infanzia, il desiderio di farne parte si fa più forte
di me e contro il vento mi incammino verso l’alto.
La mia vacanza è iniziata?Vacanza? No, non sono in vacanza, non posso permettermi di esserlo, c’è qualcosa che mi
tormenta dolcemente, con forza mi attrae: luce ed ombra nel bianco; il bianco contro il nero e il bianco contro il bianco.
Arrivo in cima, fino a quella semplice, sacra dimora, sfidando il vento gelido che solleva polvere di luce, mi volto
indietro e guardo verso un non ben definito orizzonte fatto di monti e nubi mosse come dal soffio divino e scopro
milioni di colori nel bianco e nel nero del paesaggio innevato.
Vivo questi giorni immersa nel bianco che mi lascia riflettere sulla primordialità della natura, sulla mia essenza e il
mio sguardo si adagia in passaggi gradualmente morbidi tra bianco e nero, intuisco un’originarietà senza tempo e senza
domande... e trovo quiete.
Incontro “il musicista di Dio” tra antichi ricordi e il suo sepolcro, avvolto dal buio di una cripta al termine di un
lungo cammino, sotterraneo, tra resti mortali, testimoni di un glorioso passato e lì, sotto quel nobile strumento che
conforta il suo sonno eterno, scopro le parole e la musica del silenzio.
La mia Austria non è stata quella della vacanza tra i colori dell’impero e la musica di Mozart.
La mia è stata l’Austria dei piccoli paesi coperti dalla neve con il suo disarmante bianco e nero, come avvolti dal sonno
dell’inverno; l’Austria delle basiliche deserte dove la preghiera si faceva canto tra raffiche di vento; l’Austria di
Bruckner con tutta la forza e l’eloquenza del suo silenzio.
Rosanna Pellicani