TRA LE ONDE, NEL CIELO BREMA 1966: IL

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TRA LE ONDE, NEL CIELO BREMA 1966: IL
TRA LE ONDE, NEL CIELO
BREMA 1966: IL FILM, CINQUANT’ANNI DOPO
BREMA, 28 GENNAIO 1966: LA NAZIONALE DI NUOTO ITALIANA PRECIPITA A BORDO DI UN CONVAIR LUFTHANSA, IN FASE DI ATTERRAGGIO.
MUOIONO I GIOVANI ATLETI DANIELA SAMUELE, CARMEN LONGO, AMEDEO CHIMISSO, SERGIO DE GREGORIO, LUCIANA MASSENZI, BRUNO
BIANCHI, CHIAFFREDO DINO RORA; L’ALLENATORE PAOLO COSTOLI, IL
TELECRONISTA NICO SAPIO.
50 ANNI DALLA TRAGEDIA DI BREMA ’66 CHE SI PORTO’ VIA LA MEGLIO GIOVENTU’ DEL NUOTO ITALIANO. IN OCCASIONE DI MODENA
BUK FESTIVAL 2016 E’ IN PROGRAMMA – SABATO 20 FEBBRAIO - LA
PRIMA PRESENTAZIONE DEL DOCUFILM “TRA LE ONDE, NEL CIELO”,
SCRITTO E DIRETTO DA FRANCESCO ZARZANA. IL FILM SARA’ POI
PRESENTATO ALLA COPPA CADUTI DI BREMA A RICCIONE E ALLA
CASA DEL CINEMA A ROMA.
IL FILM SEGNA IL RITORNO SUL SET DI LAURA EFRIKIAN, NEL ’66 ERA
ALL’APICE DEL SUCCESSO. SARA’ AFFIANCATA DAL FIGLIO MARCO MORANDI E DA CLAUDIA CAMPAGNOLA, LUCIA FOSSI, ELENA POLIC GRECO,
LUCIA BENDIA. LA CANZONE DEL FILM “AMONG THE WAVES IN THE SKY”
E’ INTERPRETATA DALLA CANTANTE ELEONORA MAZZOTTI.
“A 50 ANNI DALLA TRAGEDIA IL FILM CERCA ANCHE DI INDAGARE SULLE
CAUSE, RIMASTE OSCURE: QUANDO ARRIVÒ IL CONVAIR – SPIEGA IL
REGISTA FRANCESCO ZARZANA - NON EBBE PUNTI DI RIFERIMENTO
NELLA PISTA, E LUCI ERANO SPENTE E ALL'ULTIMO MOMENTO E IL PILOTA TENTO DI "RIATTACCARE', CIOÈ DI RISALIRE E RIFARE LA MANOVRA
DI ATTERRAGGIO...MA NON CI RIUSCÌ. L'AEROPORTO DI BREMA NON ERA
DOTATO DEL RADAR-GUIDA. NON SO SE QUESTA SIA LA VERITÀ SULLA
SCIAGURA AEREA, MA PENSO DI ESSERCI ANDATO MOLTO VICINO".
ROMA – “Tra le onde, nel cielo”, un film per raccontare la “meglio gioventù” del nuoto italiano di metà anni Sessanta: l’atleta più giovane, Daniela Samuele, aveva sedici
anni, il più “anziano”, Bruno Bianchi, aveva 23 anni ed era il capitano della nazionale azzurra di nuoto. Il 28 gennaio 1966 un aereo della Lufthansa partito da Francoforte - il
Convair Metropolitan - precipitò in fase di atterraggio all'aeroporto di Brema. Nessun superstite. Tra le 46 vittime anche i sette giovani componenti della Nazionale di
Nuoto italiana diretta al meeting di Brema, il più prestigioso appuntamento della stagione indoor. Con Daniela Samuele e Bruno Bianchi si trovavano a bordo del Convair anche
Carmen Longo, Amedeo Chimisso, Sergio De Gregorio, Luciana Massenzi, Bruno Bianchi,
Chiaffredo Dino Rora. Li accompagnavano Paolo Costoli, l’allenatore ed ex nuotatore che
aveva preso il posto di Dennerlein, e il giornalista Nico Sapio, telecronista RAI, voce del
Nuoto Italiano nelle occasioni importanti. Cinquant’anni dopo arriva il docufilm che
racconta quella tragedia, “Tra le onde, nel cielo”, scritto e diretto da Francesco Zarzana. In occasione delle celebrazioni di Brema 2016 organizzate da Federnuoto che
ha dato il suo patrocinio al film, sarà presentato in anteprima assoluta sabato 20
febbraio (ore 21 - Tenda di viale Monte Kosica) a Modena Buk Festival 2016, che lo
ha prodotto in sinergia con BPER Banca. Il film sarà poi presentato nel mese di marzo
alla Casa del Cinema di Roma (data in via di definizione) e il 24 aprile a Riccione in occasione della Coppa Caduti di Brema 2016. Info: www.bukfestival.it
“Tra le onde nel cielo” è un docufilm per non dimenticare: ogni sport ha la sua Superga. Il
nuoto ha Brema ’66. Vite improvvisamente spezzate. Intessuto fra fiction e materiale documentario d’archivio, il film proporrà molte testimonianze dirette di familiari, amici
dei ragazzi e atleti di quegli anni: Roberto, fratello di Amedeo Chimisso; Sonia, sorella di
Sergio De Gregorio; Paola Saini e Daniela Beneck, ex campionesse di nuoto e compagne
di nazionale dei ragazzi; Nicoletta Longo, sorella di Carmen Longo, anche lei nuotatrice;
Luciana Sirveni, compagna di banco di Carmen Longo; Marzio Casadei e Alessandro Anfossi, compagni di squadra a Bologna di Carmen Longo nella R.N. Bologna; Elisabetta
Fusi, ex nazionale di nuoto degli anni '80 e figlia di Marcello Fusi, allenatore di Sergio De
Gregorio; Franco Del Campo,ex olimpionico (andò a Brema l'anno dopo la tragedia); Gloria Sapio, figlia del giornalista Rai Nico Sapio; Paolo Barelli, Presidente Federnuoto. Sul
piano della fiction il film segna lo straordinario ritorno al set dell’attrice Laura Efrikian, che nel 1966 era all’apice della sua carriera e che interpreterà la prof.ssa Maria Andreani del Liceo Minghetti di Bologna nonché insegnante della felsinea Carmen Longo.
Accanto a lei Marco Morandi che vestirà i panni del grande giornalista e intellettuale Dino
Buzzati, e ancora le attrici Claudia Campagnola, Lucia Fossi, Elena Polic Greco, Lucia
Bendia. La colonna sonora è affidata alla pianista e compositrice francese Valérie Marie
e il film ha la sua canzone: “Among the waves, in the sky”, scritta da Francesco Zarzana e interpretata dalla cantante Eleonora Mazzotti.
«Personalmente – afferma il regista Francesco Zarzana –non ho mai creduto all'ipotesi
che l'incidente aereo fosse stato causato semplicemente dalle avverse condizioni meteo o
da altre ipotesi assurde che sono circolate. Certo, il maltempo in parte ha contribuito, ma
ho fatto una mia piccola indagine e fra le carte trovo che il centralino dell'aeroporto,
mezz'ora prima dell'arrivo del Convair, riceve una telefonata nella quale si avverte che le
luci della pista non funzionano bene. Così mi sono chiesto: chi può capire che le luci della
pista non funzionano? O la torre di controllo, ma dubito che chiami il centralino, o qualcuno
che arriva dal cielo... L'ultimo ad arrivare fu un piccolo velivolo guidato da Rolf Reese,
istruttore di volo, che atterrò un'ora prima del volo dove c'erano gli azzurri ... Lui negò
sempre di avere fatto quella telefonata, ma la telefonata è rimasta registrata. Quando arrivò il Convair, secondo me, non ebbe punti di riferimento nella pista. All'ultimo momento il
pilota tento’ di "riattaccare', cioè di risalire e rifare la manovra di atterraggio. Però non ci
riuscì: l'aeroporto di Brema non era neanche dotato del radar-guida. Non so se questa sia
la verità sulla sciagura aerea, ma penso di esserci andato molto vicino".
«L'Italia del nuoto si stava formando attorno ad atleti eccezionali che avrebbero partecipato da protagonisti alle Olimpiadi di Città del Messico in programma due anni più tardi –
spiega il Presidente della Federnuoto Paolo Barelli - La Federazione Italiana Nuoto è
orgogliosa di organizzare in loro memoria la Coppa Caduti di Brema che ogni anno assegna lo scudetto del nuoto. E di patrocinare iniziative culturali come il docufilm "Tra le Onde
nel Cielo", le storie umane degli atleti azzurri che volarono via troppo presto e troppo in
fretta».
28 GENNAIO ’66: L’ITALIA ERA DAVANTI AL FESTIVAL DI SANREMO.
Morirono per un ritardo di 12 minuti, i sette giovani atleti azzurri: l’aereo che persero decollò e atterrò senza problemi, con nove posti vuoti, i loro. Quello seguente, un Convair, non
arrivò mai: un boato e mille pezzi. C’era pioggia e nebbia quella notte su Brema. L’oste
Heinz Strangmann uscì fuori dal suo locale e corse per i campi: chiamò, nessuno rispose.
Nessun superstite. L’Italia era davanti alla TV a vedere il Festival di Sanremo: “Dio come ti
amo” cantavano Modugno e Cinquetti.
«Non erano ricchi né famosi. A guardare le loro foto fanno tenerezza e pietà. E poi l’Italia
era a seguire Sanremo, una gara di nuoto in un paese che non sa stare a galla, non era
così interessante»: così commentava Dino Buzzati, nel 1966. La tragedia di Brema non
poteva non suscitare fortissima emozione, anche Pier Paolo Pasolini commentò
l’accaduto: «Quei visi dimostrano un completo, totale abbandono alla vita. Alla vita come
forza, come gioventù, come vitalità. L’amore per la vita quotidiana di tutti i giorni per un futuro di cittadini onesti».
Il regista, Francesco Zarzana, ha praticato per molti anni il nuoto agonistico, e spiega:
«bisognava allenarsi sempre bene e dare il massimo. C’era una gara che aveva un nome
curioso. La Coppa Caduti di Brema. Partecipare era interessante perché curioso era il suo
nome. Ma qual era il suo significato? Nessuno mi aveva spiegato cosa fosse questa Coppa Caduti di Brema e, per la verità, io non l’avevo mai chiesto. Una gara come le altre che
serviva per provare a realizzare buoni tempi. Tutto lì. Passati parecchi anni, il continuare a
muovermi nell’ambiente del nuoto e della pallanuoto mi ha fatto nuovamente imbattere,
per puro caso, in questa manifestazione. Questa volta però ho deciso di saperne di più.
Cominciate le prime ricerche, ho finalmente capito di che cosa si trattasse: il ricordo della
tragedia di sette ragazzi, e del loro allenatore, che avrebbero rappresentato l’Italia in
un’importante manifestazione natatoria in Germania. Ho così scoperto che con loro viaggiava, in quel giorno drammatico, anche un famoso cronista della Rai, anch’egli perito. Ma
non basta. È nata in me la voglia di saperne di più, di “conoscerli”, di scoprire come fosse
la loro vita, quali le loro passioni, aspirazioni, gioie, dolori. E che cosa sia davvero successo in quel tragico viaggio del 28 gennaio 1966. Sono così riuscito a raccogliere molto materiale, con pazienza certosina. E mi sono affezionato a questi giovani. Da qui il desiderio
di narrare attraverso un film-documentario a 50 anni di distanza dall’accaduto, la loro vicenda umana e sportiva, la loro straordinaria voglia di vivere, onorandone la memoria e
tramandarla alle nuove generazioni quasi come fossero dei nuovi amici, così come lo sono
diventati per me. Erano campioni, ma erano anche giovani che stavano donando tanto allo sport ma che si aspettavano ancora tutto dalla vita. E furono dimenticati. Troppo presto».
LE VITTIME DI BREMA
A Brema nel 1966 fu distrutta una nazionale, una gioventù, povera e sconosciuta, che studiava, lavorava, nuotava. Daniela Samuele era di Milano e aveva 17 anni. Faceva il liceo
artistico e in valigia con il costume e l’accappatoio mise il suo primo abito da sera di chiffon. Carmen Longo, ranista di Bologna, 19 anni, partì con la borsa azzurra con la scritta
“Italia” delle Olimpiadi di Tokyo 1964, e con la preoccupazione della scuola (2° liceo). Trovarono sul suo quaderno un verso di Saffo “Tu giacerai morta, né più alcuna memoria si
avrà di te”. Amedeo Chimisso, 20 anni, dorsista, figlio di uno scaricatore di porto di Venezia, lavorava come fattorino perchè il padre gli aveva detto: “Siete sei figli, non posso
mantenervi tutti, se vuoi nuotare, arrangiati”. Sergio De Gregorio, 20 anni, si allenava anche di notte, era di Roma come Luciana Massenzi, 21 anni, dorsista, che per migliorare
era andata anche in Francia. Bruno Bianchi, 23 anni, era il più anziano e anche il capitano, nato a Trieste, viveva da solo a Torino e lavorava alla Fiat per mantenersi
all’Università. Era preoccupato di volare d’inverno visto che un aereo indiano si era appena schiantato sul Monte Bianco. Chiaffredo “Dino” Rora, 21 anni, dorsista, torinese, anche lui impiegato alla Fiat, dove suo padre era collaudatore, prima di partire chiamò casa e
disse: “Perdonami, mamma”. Di cosa, scherzò lei. “Di tutto”, rispose lui. Paolo Costoli, 56
anni, l’allenatore che sostituì Dennerlein, era un tecnico ed un ex nuotatore molto famoso. Nico Sapio della RAI, si era aggiunto all’ultimo, Brema era un meeting internazionale
molto importante. E per la prima volta il nuoto era in Eurovisione ed entrava nelle case
degli italiani.
IL PROFILO AGONISTICO DEGLI ATLETI CADUTI A BREMA
Bruno Bianchi, nato a Trieste il 26 settembre 1943, stile liberista, era il capitano della Nazionale. Aveva
conquistato 3 titoli assoluti (100 sl nel 1963-64 e 200 sl nel 1959), 4 titoli primaverili (100 sl nel 1961-63-64-65),
aveva migliorato 16 primati assoluti di cui 2 individuali e contava 19 presenze in azzurro. I suoi primati personali
erano 55"7 nei 100 sl e 2'04"0 nei 200 sl. Al suo nome è intitolata il Centro Federale di Trieste che ha ospitato, tra
l'altro, i Campionati Europei indoor 2005.
Amedeo Chimisso, nato a Venezia il 26 ottobre 1946, dorsista. Era all'alba della sua carriera in azzurro con una
presenza. I suoi primati personali erano 1'04"0 nei 100 e 2'20"2 nei 200 dorso. Proprio il giorno della tragedia
aveva stabilito la migliore prestazione italiana nei 200 misti.
Sergio De Gregorio, nato a Roma il 24 febbraio 1946, stile liberista e delfinista. Aveva conquistato 5 titoli assoluti
(200 sl nel 1964-65, 400 sl nel 1964-65, 1500 sl nel 1965). Primatista italiano nei 200 sl in 2'01"1, 400 sl in 4'22"9,
800 sl in 9'24"5, 1500 sl in 17'57"6. Il suo primato personale nei 100 delfino era 1'06"4. Aveva migliorato 16 record
assoluti di cui 8 individuali. Contava 16 presenze in Nazionale.
Carmen Longo, nata a Bologna il 16 agosto 1947, ranista e mistista. Aveva conquistato il titolo assoluto nei 200
rana nel 1965 e 3 titoli primaverili (100 rana nel 1965 e 200 rana nel 1964-65). Primatista assoluta nei 200 rana in
2'54"7, aveva record personali nei 100 rana di 1'20"6 e nei 400 misti di 6'08"4. Contava 4 presenze in Nazionale.
Luciana Massenzi, nata a Roma il 22 novembre 1945, stile liberista e dorsista. Aveva conquistato 2 titoli assoluti
(100 dorso nel 1962-65) e 2 titoli primaverili (100 dorso nel 1962-63). Primatista italiana nei 100 dorso in 1'12"4,
aveva il primato personale dei 100 sl in 1'07"4. Aveva migliorato 9 record assoluti di cui 6 individuali. Contava 10
presenze in Nazionale.
Chiaffredo Rora, nato a Torino il 5 marzo 1945, dorsista e stile liberista, allora era uno dei quattro nuotatori
italiani ad aver detenuto il record europeo. Nel corso della carriera ha conquistato 4 titoli assoluti nei 100 dorso
(1962-63-64-65) e 5 nei 200 dorso (1961-62-63-64-65), oltre a 4 titoli primaverili nei 100 dorso (1962-64-65) e 2
nei 200 dorso (1962-65). Primatista italiano ed europeo nei 100 dorso in 1'01"9, aveva come primati personali
56"8 nei 100 sl, 2'06"7 nei 200 sl, 2'16"7 nei 200 dorso. Aveva migliorato 13 record assoluti di cui 5 individuali.
Contava 15 presenze in Azzurro.
Daniela Samuele, nata a Genova l'11 settembre 1948, mistista e delfinista, era alla seconda presenza in
Nazionale e ancora non aveva vinto un titolo assoluto al cospetto di una brillante carriera giovanile. I suoi primati
personali erano di 1'13"6 nei 100 delfino e 6'01"8 nei 400 misti.
Paolo Costoli, un uomo nato per vivere in acqua. Pioniere del nuoto di fondo, brillante atleta prima e saggio
maestro nel nuoto poi, pallanotista con la RN Florentia con cui aveva conquistato 4 scudetti. Costoli, nato a
Firenze nel 1910, è stato il miglior nuotatore italiano dell'anteguerra, capace di conquistare ai Campionati europei,
a livello individuale, due medaglie d'argento (400 sl e 1500 sl a Magdeburgo 1934) e un bronzo (1500 a Parigi
1931) e, in staffetta, due medaglie di bronzo con la 4x200 (Parigi 1931 e Magdeburgo 1934). Nel corso della
carriera da atleta ha conquistato 14 titoli assoluti (nei 100 sl nel 1930, nei 200 sl nel 1931-32, nei 400 sl nel 192931-32-34, nei 1500 nel 1929-30-32-34-35-37-38), oltre ad aver stabilito ben 11 record italiani tra cui spiccano il
2'19"0 nei 200 sl (1930), il 4'54"8 nei 400 sl (1935), il 10'41"0 negli 800 sl (1930) e il 20'25"4 nei 1500 sl (1930). Da
tecnico ha guidato prima la RN Florentia di Paolo Galletti e poi l'AS Roma di Sergio De Gregorio, collaborando
costantemente
con
lo
staff
della
Nazionale.
Gli Azzurri periti nella Tragedia di Brema sono ricordati con una stele allo Stadio del Nuoto di Roma e al Tempio
Sacrario degli sport acquatici e nautici eretto sulla via che porta a Brunate, elevato a cento metri da Como, in zona
panoramica. Il Santuario è dedicato alla Madonna del Prodigio, una effigie bizantina, trovata in mare Adriatico il 12
settembre 1669 dai Conti Zancaropulo Berardo, mentre fuggivano dalla Candia caduta in potere dei Turchi e
navigavano verso Venezia. Alla loro memoria è anche dedicato il campionato nazionale a squadre invernale di
nuoto.