venditori di noi stessi

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venditori di noi stessi
L'
4 / 2015-2016
ABBIAMO
BISOGNO
DI AVERvi
AL NOSTRO
FIANCO
elfo puccini
C.SO BUENOS AIRES 33 MILANO
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POSTO UNICO € 30.50
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IL MARTEDÌ POSTO UNICO € 20
(NON SONO PREVISTE ULTERIORI RIDUZIONI)
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gruppi e scuole
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affitti sala
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Progetto grafico: PLUM - plumdesign.it
Disegno in copertina: Davide Abbati - cargocollective.com/davideabbati
torniamo a rimettere l’arte al centro
del nostro lavoro, la mente respira. Ieri
sera ho lasciato il mio ufficio, ho fatto i
quattro passi che mi separano dalla sala
Shakespeare e subito mi sono immerso nel
teatro puro, nella bellezza incandescente
e semplice del teatro puro: una prova
filata di Mr. Pùntila e il suo servo Matti
di Brecht che Bruni e Frongia, con la
nostra splendida compagnia d’attori,
stanno allestendo appunto in quella sala.
Ho fatto un regalo a me stesso, che mi
ha ricreato: e questa parola va presa nel
suo significato più profondo di rinascita,
di rigenerazione. Alla fine sono uscito
con la piena consapevolezza che qui si
sta costruendo finalmente quella grande
scuola di teatro italiano che andiamo
sognando da anni e di cui stiamo vedendo
i frutti più maturi negli ultimi cinque anni,
cioè proprio da quando siamo nel nuovo
teatro Elfo Puccini.
Sono giorni duri
questi di luglio in cui vi scrivo: un folle
decreto ha scompaginato, invece di
riformarlo, il finanziamento pubblico allo
spettacolo dal vivo, con esiti paradossali
che penalizzano l’Elfo, qualificato
secondo in assoluto per la qualità
artistica tra tutti i Teatri nazionali e i
Teatri di rilevante interesse culturale. Con
ben 28 punti, secondo solo al punteggio
massimo di 30 assegnato al Piccolo
Teatro, l'Elfo è stato penalizzato da un
assurdo e ingiusto taglio al finanziamento
proprio nell’anno in cui i fondi per un
miglioramento sarebbero finalmente
disponibili. Lotteremo, faremo ricorso,
faremo di tutto: ma viene lo sconforto se
si pensa al tempo e alle energie sottratte
all’arte, al nostro vero lavoro, per cercare
di porre rimedio a una nefandezza
puramente burocratica, complicatissima
da smontare.
Ma passa tutto,
tutto svanisce, quando ti siedi e ti
accade davanti agli occhi uno spettacolo
come Pùntila. E mi è venuto di pensare
a quello che porteremo in scena in
questa stagione: un viaggio unico
e straordinario attraverso più di un
secolo di capolavori, un viaggio che
fa dialogare due epoche, quella tra la
fine dell’ottocento e la prima metà del
novecento e lo stesso periodo cento
anni dopo. Ecco cosa ha in cartellone la
nostra compagnia: la Salomé di Wilde
(1893), il Giardino dei ciliegi di
Cechov (1903-4) il Mr Pùntila e il
suo servo Matti di Brecht (1941),
passando per il ritorno, dopo un anno
di straordinario tour, di Morte di un
commesso viaggiatore di Miller
(1949) e arrivando poi al Bambino
sottovuoto (1975) di Christine
Nöstlinger, a Road Movie di Hamilton
(1995), Harper Regan di Simon
Stephens (2008), Rosso di John Logan
(2009) Il vizio dell’arte di Alan
Bennett (2009). Un «quattro più cinque»
così denso e così significativo, dove
ogni opera è un fatto teatrale a sé stante.
Il tutto senza dimenticare di rendere
un «omaggio» divertente e divertito al
teatro elisabettiano con Shakespeare
a merenda. Non si tratta solo di
successo, di emozione - che sono
importantissimi - ma è la speciale forma
che l’arte del teatro sa dare alla sua epoca,
quel qualcosa di unico che fa di Milano,
Milano, dell’Italia, l’Italia, di noi, noi.
L’arte teatrale non è solo una delle tante
forme dell’intrattenimento, è ben di più
- se ripenso a certi spettacoli, a certe
compagnie, a certe città, a certi anni - il
teatro mi ha dato momenti totali, vere
esperienze di vita, vere avventure, vere
metamorfosi di me stesso…
E allora dobbiamo
dire una cosa a voi, nostri spettatori,
complici del miracolo Elfo in tutti questi
anni, complici soprattutto dello slancio
entusiasmante degli ultimi cinque; anni
in cui per 850 mila volte avete pagato
il vostro biglietto per sedervi a vedere
uno dei nostri spettacoli e per darci
un pezzetto della nostra libertà, in cui
850 mila biglietti sono stati messi nelle
vostre mani, senza che uno solo di voi
diventasse mai un numero, restando
sempre invece persona, sempre una
persona, un testimone, uno spettatore,
come accade in ogni arte dal vivo
cosciente del suo valore. Noi non siamo
merce e voi non siete consumatori.
Accade qualcosa di diverso in questo
teatro d’artisti autogestito: uno scambio
libero, un patto, che può sempre
sciogliersi e sempre ricostituirsi, ma un
patto che rende noi artisti liberi di creare,
sorretti economicamente e più ancora
socialmente dalla vostra presenza.
La cosa da dirvi
è questa: abbiamo bisogno più che mai
del vostro appoggio. Per libera scelta.
Guardate la stagione, le produzioni di cui
vi ho parlato, le ospitalità bellissime del
cartellone che abbiamo scelto per voi.
Questa è l’unica cosa che conta davvero.
Ma sappiate che l’Elfo è stato messo in
difficoltà, un'immeritata, grave, letale
difficoltà. E abbiamo per questo bisogno,
ora più che mai, di stringere un legame
molto forte con voi, di sentirci sostenuti
come ci siamo sentiti in questi anni,
perché la battaglia sarà molto dura e da
soli non la potremo mai vincere.
Elio De Capitani
19 luglio 2015
M O R T E D I un
COM M E S SO
V I A G G I AtO R E
venditori di noi stessi
Torna a Milano Morte di un commesso viaggiatore
nell'intensa e appassionata versione di De Capitani,
con l'applauditissimo cast che l'ha portato al successo
e la scenografia mutante di Carlo Sala. Una storia
personale che diventa collettiva, un classico degli anni
Cinquanta che parla del nostro presente, raccontando
l’ultimo giorno di vita di Willy Loman, commesso
viaggiatore pronto a tutto per vendere e per vendersi.
Ogni tanto, per capire a che punto siamo
arrivati conviene spegnere le urla dai
talk show e passare una sera a teatro.
Mi incuriosiva capire perché Elio
De Capitani, uno dei nostri migliori attori
e registi di teatro, sempre così attento
a raccontare il presente attraverso
i classici, avesse deciso di riesumare
Morte di un commesso viaggiatore.
Altra epoca, altra società, altri mestieri.
(...) Bastano pochi minuti dello
spettacolo di De Capitani per capire che
in realtà siamo tutti diventati commessi
viaggiatori, qualunque mestiere
facciamo, qualunque mezzo di trasporto
usiamo, l'auto o l'aereo o internet, siamo
ruffianeschi e affabulanti venditori di
merci e in particolare di una: noi stessi.
Curzio Maltese, il Venerdì.
l’elfo 6
Accanto a Elio De Capitani e Cristina Crippa ci sono
Angelo Di Genio e Marco Bonadei nei ruoli dei figli
Biff e Happy, giovani attori dell'applaudito gruppo
di The history boys; come lo è stato anche
Vincenzo Zampa (che interpreta Howard).
Due attori di grande esperienza sostengono le parti
dello zio Ben (Gabriele Calindri) e di Charlie,
l'amico-antagonista (Federico Vanni).
E tre attori trentenni completano il cast:
Alice Redini, Marta Pizzigallo e Mathieu Pastore.
MORTE DI UN
COMMESSO
VIAGGIATORE
di Arthur Miller
Notevole la prova della numerosa
compagnia, un atto di coraggio
in questi tempi teatrali così difficili,
con una recitazione sul filo di un vissuto
tutto interiore. Elio De Capitani è un
Willy Loman commovente, bravissimo
nel tenere il suo personaggio su di una
corda tesa molto profonda e umanissima,
Cristina Crippa trasmette assonanze
inaspettate alla sua Linda e non si
lascia sfuggire il suo doloroso finale.
Maria Grazia Gregori, l'Unità
regia di Elio De Capitani
produzione Teatro dell'Elfo
13 – 31 ottobre
sala Shakespeare
mar-sab ore 20.30
dom ore 16.00
S A LO M é
ognuno uccide ciò che ama
«Le identità si moltiplicano e si
fondono, tra proiezioni di foto erotiche,
irruzioni pulsionali di corpi, Eros e
Thanatos sembrano danzare insieme
in un tempo senza tempo per irradiarsi
nell'ambivalenza irriducibile di uno
spazio metaforico. E si compie,
in eterno, tra tragico e grottesco,
il dramma dell'amore come ossessione
e come unica grande libertà».
Magda Poli, Corriere della Sera.
Per questa inquietante Salomé, interpretata
unicamente da uomini e ambientata nel baraccone
di un luna park di periferia, Ferdinando Bruni
e Francesco Frongia hanno riscritto l'opera originale
intrecciando brani delle ultime opere di Wilde
(in particolare dalla Ballata del carcere di Reading
e De Profundis), interviste e dichiarazioni.
In uno spettacolo in cui le identità dei personaggi
si moltiplicano, Ferdinando Bruni si cala inizialmente
nei panni dello scrittore, incatenato in carcere
(dove fu effettivamente recluso dal 1895 al 1897),
poi in quelli del profeta Iokanaan, anch’egli prigioniero,
e infine dà corpo e voce a Erode, innamorato della
SALOmé
da Oscar Wilde
l’elfo 8
giovane Salomé (interpretata da Mauro Bernardi).
Enzo Curcurù è Mavor Parker (personaggio di fantasia
che richiama due amanti di Wilde), il Giovane siriano
e Erodiade. Tutti personaggi che, oltre gli eccessi
di lustrini, paillettes e gioielli, ritrovano la loro
dimensione tragica: uomini dallo sguardo di fanciulla,
satrapi decadenti, vecchie vogliose, prigionieri
da esibire senza pudore ma capaci di riaffermare
la dignità di «un amore che può finalmente dire
il suo nome». E le parole di dolore che segnano le
ultime opere dello scrittore si intrecciano con le
loro battute per ricordarci che «ognuno uccide
ciò che ama».
uno spettacolo di Ferdinando Bruni
e Francesco Frongia
produzione Teatro dell'Elfo
3 – 22 novembre
sala Fassbinder
mar-sab ore 20.30
dom ore 16.00
DRAG
PEnNY
OPERA
tutte le donne del bandito MACHEATH
È l’alba. Nel cortile di un carcere, sotto il patibolo, si
danno ritrovo alcune figure. Attendono l’esecuzione
capitale del bandito Macheath. Sono le donne della sua
vita. Saranno loro a raccontare questa storia: le nozze
segrete di Macheath con Polly, figlia della regina dei
mendicanti Peachum; i provvedimenti che questa ha
preso e gli avvenimenti che ne sono seguiti; come il
delinquente sia stato arrestato a causa del tradimento
di Jenny, prostituta e sua vecchia amante; come
sia stato liberato grazie a Lucy, altra amante... Per
giungere al momento dell'esecuzione, al giudizio finale,
e forse, all'happy end.
La compagnia delle Nina’s Drag Queens, diretta da
Francesco Micheli, è composta da attori e danzatori
che hanno trovato nel personaggio Drag Queen la
chiave espressiva del loro teatro. Partendo dal genere
della rivista e dell’happening performativo, il gruppo
ha spostato la sua ricerca verso la rivisitazione
di grandi classici: il primo esperimento è stato Il
Giardino delle Ciliegie, rilettura en travesti del
capolavoro di Cechov.
DragpennyOpera, il suo ultimo spettacolo, s'ispira
nei temi e nella struttura a The Beggar's Opera,
che John Gay aveva scritto nel 1728 come reazione
parodistica al teatro lirico dell'epoca (soggetti
inverosimili, messe in scena pompose, spettacoli che
rincorrono mode). The Beggar's era concepita per
essere cantata a cappella, senza accompagnamento
musicale, opera orgogliosamente povera di mezzi ma
ricca di spirito, operetta satirica e sferzante nella sua
critica sociale.
La volontà di rompere gli schemi, lo sguardo graffiante
sul mondo, la libertà di reinventare un linguaggio
lavorando su temi musicali esistenti: tutti questi motivi
hanno portato Nina’s Drag Queens a rileggere l'opera
di Gay, applicando il proprio linguaggio teatrale. Ecco
dunque un pastiche di citazioni, parodie esilaranti,
brani cantati in playback che procede per frammenti,
accostamenti eccentrici, continui spiazzamenti.
DRAGPENNYOPERA
liberamente ispirato a
The Beggar's Opera di John Gay
l’elfo 10
regia Sax Nicosia
Nina's Drag Queens
3 – 8 novembre
sala Shakespeare
mar-sab ore 21.00
dom ore 16.30
ZOMBITUDINE
la morte è una cosa
meravigliosa
un vero piacere per bambini e adulti
La coppia Timpano/Frosini - grandi irregolari del teatro, irridenti, graffianti,
volutamente irritanti e politicamente scorretti - confeziona un testo che dovrebbe
sembrare un non testo, aleatorio, magmatico, apparentemente improvvisato, ma che
invece è un testo vero, di stralunata qualità poetica.
Renato Palazzi, Il Sole 24Ore
Un uomo e una donna sono rifugiati in un teatro
insieme al pubblico. In questo spazio d'illusoria
salvezza e resistenza attendono l’arrivo di qualcuno
o qualcosa: la fine del mondo? Un nuovo inizio?
la Rivoluzione? Forse arrivano gli zombi.
Gli zombi siamo noi. La zombitudine è la nostra
condizione quotidiana. Stretti tra l’emergenza di un
evento imminente e devastante e una quotidianità
claustrofobica si fa fatica a riconoscere il pericolo o
la salvezza: la vita da assediati è divenuta normalità.
Quella dello zombi allora è l’immagine della nostra
fine, ma è anche un’immagine di speranza, l’unica
prospettiva di rinascita, l’unica forma di vita alternativa
al dominio di banche, finanza e multinazionali.
L’unico Risorgimento possibile per noi e il nostro
paese è un Risorgimento zombi.
Zombi di tutto il mondo uniamoci!
ZOMBITUDINE
l’elfo 12
Testo, regia, interpretazione
Elvira Frosini e Daniele Timpano
produzione Frosini/Timpano,
amnesiA vivacE, Kataklisma
ShAKESPEARE
a MERENDA
3 – 8 novembre
sala Bausch
mar-sab ore 19.30
dom ore 15.30
Lo spettacolo scritto, diretto e interpretato da Elena
Russo Arman, è ambientato all'epoca di Elisabetta I
d’Inghilterra, al Globe Theatre di Londra dove c’è
grande attesa per il nuovo spettacolo di Sir William
Shakespeare. Il più grande interprete del teatro
elisabettiano, Mr Goodwin, è appena entrato in
scena tra le ovazioni del suo pubblico variopinto ed
entusiasta. Dietro le quinte c'è la sua piccola sarta
tuttofare, Mary, che ha seguito ogni prova, cucito ogni
abito, pettinato, truccato e sistemato il grande attore
affinché egli possa interpretare magistralmente il ruolo
di Giulietta. Questo fa Mary prima di ogni spettacolo
e anche se il suo sogno è interpretare la parte della
protagonista, che ormai conosce a memoria; pur
sapendo che non lo potrà fare perché è una donna, e
le donne non possono recitare. Mary ha un segreto:
quando si ritrova sola, in un camerino ingombro di
costumi, parrucche, manichini, teschi, spade, pugnali
e oggetti di ogni tipo, si diverte a dar sfogo alla
sua passione. Ben presto il suo gioco è destinato
a interrompersi, Mary deve tornare al lavoro, ma
continuerà a sognare di poter recitare e chissà che un
giorno non troppo lontano questo sogno potrà avverarsi.
SHAKESPEARE
A MERENDA
di e con Elena Russo Arman
produzione Teatro dell'Elfo
13 – 22 novembre
sala Bausch
mar-giov ore 11.00
ven-sab ore 19.30
dom ore 15.30
L GORLA
A
F29E˚ EDSIZTIOIV
NE
...e la danza continua
FERMATA GORLA
Giulia Lazzarini dà voce alla
memoria di Milano
teatro elfo puccini
interpreti: James Viveiros, Kirsten Andersen
foto: Marie Chouinard
21 settembre /
7 ottobre 2015
bODY_rEMIX/les_vARIATIONS_gOLDBERG
La Francia in scena
FOCUS Québec
le
Compagnie Virginie Brunel
ard
uin
Cho
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Ma
Compagnie
FOCUS Italia
Compagnie Marie Chouinard
Compagnia mk
VETRINA ITALIA
Compagnia Enzo Cosimi
Fattoria Vittadini
Compagnia SImona Bucci
CON IL SOSTEGNO
Radhouane El Meddeb
Compagnie de Soi
VETRINA ITALIA DOMANI
UNDER35InScena:
Nai Long Song
Compagnia Bellanda
Francesca B. Vista
Ilenia Romano
Donatella Morrone
Dancehaus x2
UN EVENTO
Soggetto di rilevanza regionale
www.milanoltre.org
Dopo il successo personale per la sua interpretazione
della Madre nel film di Nanni Moretti, l'attrice torna
al teatro con un piccolo spettacolo dalla grande
anima che merita di essere condiviso con quanti più
spettatori possibile.
Il mattino del 20 ottobre del 1944, alcuni aerei della
Air Force, dopo aver bombardato l’area nord di Milano,
scaricarono le bombe residue colpendo la Scuola
Francesco Crispi di Gorla, dove erano rifugiati gli
alunni, uccidendone 184. Fu uno degli episodi più
terribili di tutta la Seconda Guerra Mondiale, ma rischia
di svanire dalla memoria della città: oggi, per i più,
Gorla è solo una fermata della metropolitana.
Il drammaturgo e regista Renato Sarti ha rievocato,
con linguaggio teatrale, quel terribile evento, basando
il suo lavoro sulle pubblicazioni, i documenti militari, i
libri, gli articoli e, soprattutto, sulle testimonianze.
Due giovani attori, Federica Fabiani e Matthieu Pastore,
danno voce ai bambini che quel giorno persero la vita,
mentre a Giulia Lazzarini, attrice di grande sensibilità,
che al tempo viveva proprio vicino al quartiere di Gorla
e ricorda quei momenti drammatici, è affidata la
testimonianza dei sopravvissuti.
GORLA
FERMATA
GORLA
di Renato Sarti
regia Renato Sarti
produzione Teatro della Cooperativa
23 – 29 novembre
sala Fassbinder
lun-sab ore 20.30
dom ore 16.00
ADULTO
PER UNA STELLA
Il confine è una cosa che non si vede ma c'è.
Non l'ha inventato Dio, l'hanno inventato
gli uomini
corpo e parola
alla ricerca di identità
Adulto è una ricerca sulla parte maledetta della
crescita e la sua energia sotterranea, magmatica e
devastante quanto generatrice.
Le parole che compongono questa «contro oratoria»
sono tratte dalle opere finali di Pasolini, Elsa Morante
e Dario Bellezza: liriche filosofiche, opere pericolose
e azzardate, che prefigurano la morte e sono capaci di
un pensiero visionario e rigenerativo. Da questi testi
emerge la possibilità di un procedere diverso, interno
alla vita, contrario all'essere unitari, finiti, coerenti,
pienamente adulti.
Lo sguardo del pubblico è affacciato alla scena
come alla rete da cantiere di uno scavo.
Qui sono insabbiati oggetti ludici, erotici, feticci
e travestimenti di un individuo abnorme e delicatissimo,
che produce i suoi riti scabrosi in questo che sembra
un luogo periferico, sospeso. Le trasformazioni
a cui è sottoposto il personaggio trascendono il
genere sessuale, la morale, il ruolo sociale,
la direzione ordinaria della vita. Tutto il processo è
però attraversato da desiderio, amore, bisogno estremo
e abominevole di tenerezza.
Drammaturgia originale ispirata a una storia vera, Per
una stella racconta l'incrocio di due destini sullo
sfondo della Grande Guerra: quello di Rosa Anna, figlia
del kaiserjäger austriaco Franz, e quello del soldato
italiano Pietro, che combatte sul fronte opposto. Tra
migliaia di spari, un colpo solo, una sola stella, a unire
misteriosamente le loro vite.
La prima Guerra Mondiale vista con gli occhi di una
bambina che ne subisce le conseguenze e vissuta
sulla pelle di un soldato che ne scopre gli orrori e
a essa si oppone. Uno spettacolo sulla guerra, ma
soprattutto sulla vita che ostinata e meravigliosa ogni
primavera rinasce.
La Compagnia ArteVOX è stata costituita nel 2007
da Marta Galli, operatrice culturale, Stefano Annoni,
attore, e Anna Maini, drammaturga e regista. Il gruppo
lavora su progetti di «costruzione della memoria» e di
teatro civile, affrontando tematiche come la legalità
e l'antimafia, l'integrazione culturale, il ruolo delle
donne. Questo spettacolo è collegato allo sviluppo di
un progetto più ampio, intitolato Per Una Stella – A
Cento Anni Dalla Grande Guerra finanziato da Regione
Lombardia attraverso il bando per la valorizzazione
della memoria della Grande Guerra.
Sempre più tangibili le potenzialità
della giovane compagnia milanese
Phoebe Zeitgeist che qui si avvale
dell'ottimo Dario Muratore, la cui
formazione performativa qui si sposa con
la precisione interpretativa di un testo
denso, che rimane soprattutto di parola.
Diego Vincenti, Hystrio
ADULTO
l’elfo 16
da pasolini, elsa morante, dario bellezza
uno spettacolo di Giuseppe Isgrò
con dario muratore
Phoebe Zeitgeist
24 – 29 novembre
sala Bausch
mar-sab ore 19.30
dom ore 15.30
PER UNA
STELLA
di Anna Maini
progetto di Marta Galli, Anna Maini
e Roberto Rampi
con tommaso banfi e marta comerio
produzione ArteVox
1 – 6 dicembre
sala Fassbinder
mar-sab ore 21.00
dom ore 16.30
MR PùNTiL A
E IL SUO SERVO
MAT T I
se Karl Marx incontra suo fratello Groucho
Considerata una delle migliori commedie di Brecht,
scritta nel 1940 a guerra da poco iniziata, Pùntila e il
suo servo Matti mette in scena una «variante» del
dottor Jeckyll e Mister Hyde.
Il ricco possidente Pùntila è un personaggio a due
volti, come il milionario chapliniano di Luci della
città, a cui Brecht si era ispirato, e come Shen Te, la
protagonista dell'Anima buona di Sezuan (che Bruni
e De Capitani avevano messo in scena per Mariangela
Melato). Da sobrio Pùntila è un tiranno che vessa e
sfrutta i suoi dipendenti e vuol dare in moglie sua figlia
a un diplomatico inetto e a caccia di dote, mentre,
quando è ubriaco diventa amico di tutti e vuol far
sposare la giovane al suo autista Matti, che tratta su
un piano di parità.
Sfortunatamente le sbronze passano sempre!
E spetta proprio al tagliente Matti smontare le false
promesse del padrone, in un rapporto che richiama i
ben noti precedenti delle coppie Don Chisciotte/Sancho
Panza o Don Giovanni/Leporello e che rimanda alle
dinamiche fra il comico e la spalla.
l’elfo 18
Un’allegoria del capitalismo e dei suoi sorrisi da
caimano dove Karl Marx incontra suo fratello Groucho.
Una «commedia popolare», secondo la definizione dello
stesso Brecht, che nella versione di Bruni e Frongia
sarà anche molto musicale, grazie agli interventi live di
Matteo de Mojana e a un'affiatata compagnia di dodici
attori di diverse generazioni.
Ferdinando Bruni è lo schizofrenico Pùntila, affiancato
dal servo Matti di Luciano Scarpa e da Ida Marinelli,
Corinna Agustoni, Elena Russo Arman e Luca Toracca.
Con loro gli «elfi d'adozione» Umberto Petranca,
Nicola Stravalaci, Carolina Cametti e i nuovi scritturati
Francesca Turrini e Francesco Baldi.
Mr PùNTILA
E IL SUO
SERVO MATTI
di Bertold Brecht
uno spettacolo di Ferdinando Bruni
e Francesco Frongia
produzione Teatro dell'Elfo
30 nov – 31 dic
sala Shakespeare
mar-sab ore 20.30
dom ore 16.00
26 dic ore 16.00
AMORE E
ANARCHIA
raccontati da Ravenna Teatro
WONDER WOMAN
donne, denaro e super poteri!
Partendo dall'inchiesta di Silvia Sacchi e Luisa
Pronzato, tre attrici esplorano il tema dell'indipendenza
economica femminile con le armi del teatro d'indagine
e dell'ironia, per indagare un mondo fatto di stereotipi
di genere, spreco di talenti, crisi di coppia, diritti
mancati. Un divertente esercizio teatrale nel quale
ritroviamo in scena la beniamina del pubblico dell'Elfo
Giuliana Musso insieme alle bravissime colleghe Marta
Cuscunà e Antonella Questa.
«Il miglior rimedio per valorizzare le qualità delle donne
è creare un personaggio femminile con tutta la forza di
Superman e in più il fascino della donna brava e bella»,
scriveva W. M. Marston, ideatore di Wonder Woman, la
prima eroina dei comics.
WONDER
WOMAN
l’elfo 20
Eppure, anche se sei forte come Superman, essere
femmina comporta degli svantaggi: Superman era un
giornalista, Batman un miliardario, mentre le super
eroine non sono mai riuscite a fare carriera! Forse
nemmeno alle nostre sorelle bioniche è concessa una
reale parità con gli uomini nel mondo del lavoro.
E poi l’amore... Superman ha una dolcissima fidanzata.
Batman è un vero playboy, forse è bisessuale. Wonder
Woman rinuncia ai superpoteri per stare vicino al suo
innamorato che viene ucciso nell’episodio successivo.
Le super donne sono sfortunate anche in amore!
di e con Antonella Questa,
Giuliana Musso, Marta Cuscunà
La Corte Ospitale
8 – 13 dicembre
sala Fassbinder
mar-sab ore 21.00
dom ore 16.30
Maria Luisa Minguzzi e Francesco Pezzi sono i
protagonisti di questa storia, nati entrambi nel centro
storico di Ravenna, alla metà dell'Ottocento. Nella loro
infanzia e adolescenza sono testimoni degli avvenimenti
che sconvolgono la città e la nazione nascente: le
imprese garibaldine, l'ideale repubblicano, l'unità
d'Italia, l'internazionalismo anarchico. Giovanissimi si
incontrano, si innamorano e si infiammano per la lotta
politica, destinati a trascorrere una vita insieme tra
militanza, fughe, confino e carcere.
Attraversano il mondo e il passaggio di secolo
accogliendo gli amici anarchici nelle case sempre
aperte, primi fra tutti Andrea Costa, Anna Kuliscioff
ed Enrico Malatesta, che per qualche anno fu anche
il terzo nella loro relazione. Muoiono a Firenze, lei
nel 1911, cieca e piegata nella salute dopo il confino
a Orbetello, lui suicida nel 1917, in un boschetto
alle Cascine. Ma la limpida anarchica e l’infaticabile
organizzatore sono ancora assieme oggi, sempre e
continuano a vivere nella scuola di San Bartolo... Ogni
notte sono soli, e ripercorrono le vicende di allora e
quelle di oggi, in un dialogo mai interrotto e ancora
ardente, ancora in cerca di risposte.
AMORE E
ANARCHIA
di Luigi Dadina e Laura Gambi
regia Luigi Dadina
ravenna teatro
10 – 20 dicembre
sala Bausch
mar-sab ore 19.30
dom ore 15.30
IL BAMbINO
S O T T O V UO T O
MAGDA E LO SPAVENTO
Federica Fracassi
e le donne di Hitler
un PinoccHio del terzo millennio
Siamo nel 1945 a Berlino e Magda, moglie di Joseph
Goebbels, è chiusa nel bunker insieme al marito, ai figli
e agli altri fedelissimi del Fürher. È lei la protagonista di
questo testo, ultimo capitolo della trilogia Innamorate
dello spavento che Massimo Sgorbani con il Teatro i
hanno dedicato alle donne legate a Hitler, nei giorni della
fine del Reich. Debuttato nel 2014, lo spettacolo arriva
sul palcoscenico della sala Fassbinder per incontrare il
pubblico dell'Elfo Puccini.
Federica Fracassi e Milutin Dapcevic danno voce a questo
dialogo impossibile eppure reale tra la infanticida e il
genocida. Un dialogo pieno di comparse, da Biancaneve
ai sette nani, passando per Topolino, con Walt Disney che
sorride sornione alla finestra del bunker. In effetti c’è da
aver paura pensando alla Storia con la esse maiuscola.
Si ride, si scherza, si flirta amabilmente con l’uomo nero
e, per farlo, bisogna avere il sangue freddo di Magda,
essere capaci di far amabilmente morire sei piccoli
cuccioli d’uomo, il freddo del cianuro e il bacio della
buona notte. A conclusione della trilogia ecco arrivare
l’innominabile, l’osceno, Heil Hitler! Questo è l’unico dei
tre testi a vedere in scena proprio lui, orribile, eppure
bellissimo agli occhi idealizzanti delle sue seguaci, forte,
eppure debolissimo, l’uomo di razza dalle origini incerte.
MAGDA
E LO SPAVENTO
di Massimo Sgorbani
l’elfo 22
regia Renzo Martinelli
con federica fracassi
e Milutin Dapcevic
Teatro i
Torna in scena Cristina Crippa con la sua riduzione
teatrale del famoso romanzo per ragazzi Il bambino
sottovuoto, che ha saputo già coinvolgere grandi
e piccini. Un pubblico trasversale e di ogni età come
quello che segue da sempre Christine Nöstlinger, tra le
più note autrici di letteratura per l'infanzia (vincitrice del
prestigioso Premio Internazionale Hans C. Andersen).
Questo romanzo dal titolo curioso è una favola surreale
e ipermoderna. Narra la storia di Marius, un bambino
sintetico e liofilizzato, che una multinazionale produce
per soddisfare le richieste di genitori/acquirenti
esigenti e frettolosi, con poco tempo da perdere per la
procreazione, l’accudimento e l’educazione dei figli.
Un bel mattino, per errore, il piccolo e insolito
«replicante» viene consegnato a Betta Bartolotti, una
signora di mezza età, disordinatissima e pasticciona,
che non pensava ormai più alla maternità. La sua
vita ne è sconvolta, ma giorno dopo giorno tra i due
cresce un amore profondo, tanto che la signora B.B.
si opporrà con tutte le forze ai tentativi della potente
multinazionale di riprendersi il bambino, lottando con il
coraggio dell'intelligenza e dei sentimenti.
15 – 20 dicembre
sala Fassbinder
mar-sab ore 21.00
dom ore 16.30
IL BAMbINO
SOTTOVUOTO
di Christine Nöstlinger
regia Elio De Capitani
con Cristina Crippa
produzione Teatro dell'Elfo
26 dic – 17 gen
sala Bausch
mar-sab ore 19.30
dom ore 15.30
26 dic ore 15.30
6 gen ore 15.30
IL NOSTRO
ENZO…
FUORI PROgRAMMA
Moni Ovadia canta Jannacci
M
ITO
19 settembre | sala Shakespeare
19 - 22 ottobre
posto unico € 15
www.mitosettembremusica.it
22 – 25 ottobre
The Idan Raichel
Project
«Come si fa a cadere nel pessimismo quando c’è
la musica?», diceva Enzo Jannacci cantautore,
cabarettista e attore, tra i maggiori protagonisti della
scena musicale italiana del Dopoguerra. Fin dagli anni
‘50, ha lavorato insieme agli amici Dario Fo, Giorgio
Gaber e Beppe Viola, per citare solo alcuni, passando
dalla canzone dialettale al rock al jazz, fornendo
l’ispirazione a tanti personaggi comici come Renato
Pozzetto, Diego Abatantuono, Massimo Boldi.
Tra i suoi brani più noti: Vengo anch’io. No tu no,
El portava i scarp del tennis, Ho visto un re,
Quelli che. La vita l’è bela...
Alcune di queste canzoni, diventate ormai dei classici,
sono reinterpretate da Moni Ovadia che le propone in
un’inedita veste, nel solco di quel teatro musicale su cui
da sempre ha incentrato la propria ricerca espressiva,
fondendo l’esperienza di attore e di musicista.
Lo spettacolo ha debuttato al Festival Astiteatro il
2 luglio 2014, in una versione con la musica dal vivo
eseguita dalla Filarmonica Toscanini. Nella ripresa
della stagione 2015/16 le musiche sono eseguite dal
vivo da Alessandro Nisi.
24 settembre, 22 ottobre, 19 novembre,
17 dicembre | Istituto Dei Ciechi Di Milano
COME È BELLA
LA CITTÀ - Teatro al buio
Info: [email protected]
www.dialogonelbuio.org
sconti per gli abbonati Elfo Puccini
RICORDANDO JANNACCI
con Moni Ovadia
e Alessandro Nidi al pianoforte
Promomusic
7 – 10 gennaio
sala Shakespeare
gio-sab ore 21.00
dom ore 16.30
Bwww.bookcitymilano.it
OOKCITY
11 novembre | sala Shakespeare
NON DIRLO
Il Vangelo di Marco
monologo di Sandro Veronesi
Teatro Metastasio Stabile della Toscana
21 ottobre - 4 novembre | galleria del foyer
BREAKALEG
ritratti di scena
Mostra fotografica di Laila Pozzo
ottobre – novembre
IL TEATRO
DELLE PAROLE
Corso di scrittura creativa
a cura di Iaia Caputo
Terza edizione del corso di scrittura e tecniche
narrative, rivolto a chi vuole imparare a raccontare e a
quanti sono interessati a perfezionarsi come narratori.
Info: [email protected]
16 ottobre | sala Fassbinder
IL NOSTRO
ENZO…
Nwww.lombardiaspettacolo.com
EXT
ALBANAIA
da un romanzo di Augusto Bianchi Rizzi
regia Bruno Fornasari
produzione Teatro Filodrammatici
www.elfo.org
14 novembre | sala Shakespeare
MILANO MUSICA
Fine Festival al teatro Elfo Puccini
Il contemporaneo in dialogo con la storia
www.milanomusica.org
CARROZZERIA
ORFEO
due storie metropolitane
Un dittico di spettacoli del gruppo più dissacrante e
divertente delle ultime stagioni. Si parte con Thanks
for vaselina, la produzione che li ha resi famosi:
commedia nerissima e molto scorretta che l'anno scorso
ha mandato in tilt il botteghino dell'Elfo. Poi l'attesa
novità, Animali da bar, irriverente, ironica e visionaria.
Un bar abitato da personaggi strani: un vecchio
malato, misantropo e razzista che si è ritirato a vita
privata nel suo appartamento; una donna ucraina dal
passato difficile che sta affittando il proprio utero a
una coppia italiana; un imprenditore ipocondriaco che
gestisce un’azienda di pompe funebri per animali di
piccola taglia; un buddista inetto che, mentre lotta
per la liberazione del Tibet, a casa subisce violenze
domestiche dalla moglie; uno zoppo bipolare che
deruba le case dei morti il giorno del loro funerale;
uno scrittore alcolizzato costretto dal proprio editore a
scrivere un romanzo sulla grande guerra.
Sei animali notturni, illusi perdenti, che provano
a combattere, nonostante tutto, aggrappati ai loro
piccoli, squallidi sogni... E quando l’alcol allenta un po'
la morsa e ci toglie la museruola, la notte si rivela un
grande, selvaggio e decadente zoo.
CARROZZERIA
ORFEO
drammaturgia Gabriele Di Luca
regia Gabriele Di Luca, Massimiliano Setti,
Alessandro Tedeschi
8 - 10 gennaio Thanks for vaselina
produzione Carrozzeria Orfeo,
Fondazione Pontedera Teatro
La Corte Ospitale, Festival Castel dei Mondi di Andria
l’elfo 26
11 - 17 gennaio Animali da bar
produzione Fondazione Teatro della Toscana
sala Fassbinder
mar-sab ore 20.30
dom ore 16.00 DECAMERONE
vizi, virtÙ, passioni
Dopo il successo della loro personale versione
dell'Orlando furioso, Stefano Accorsi e Marco
Baliani, che firma l'adattamento e la regia, hanno
scelto di mettere in scena il Decamerone per il
secondo appuntamento del Progetto Grandi Italiani.
Prossimamente proporranno Il principe, ma adesso
è il momento di nutrirsi delle storie di Boccaccio,
perché sono proprio queste, sottolinea Marco Baliani,
che ci aiutano «a rendere il mondo meno terribile,
a immaginare altre vite, diverse da quella che si sta
faticosamente vivendo».
Stefano Accorsi, con altri cinque interpreti al suo
fianco, tutti impegnati in più ruoli, ci guidano
attraverso sette «favolette» prese in prestito a
Boccaccio, in una lingua italiana «d'antica foggia» ma
inventata, che rispetta, recupera e cita l'originale.
Nella cornice del Decamerone, ricorda il regista
Marco Baliani «la città di Firenze è appestata, servono
storie che facciano dimenticare, storie di amori, erotici,
furiosi, storie grottesche, paurose, purché siano storie,
e raccontate bene, perché la morte là fuori si avvicina
con denti affilati e agogna la preda.
DECAMERONE
tratto dal Decamerone
di Giovanni Boccaccio
l’elfo 28
Abbiamo scelto di raccontare alcune novelle di
Boccaccio perché oggi ad essere appestato è il nostro
vivere civile. Perché anche se le storie sembrano buffe,
quegli amorazzi triviali, quelle strafottenti invenzioni
che muovono al riso e allo sberleffo, mostrano poi,
sotto sotto, il mistero della vita stessa».
adattamento e regia Marco Baliani
con Stefano Accorsi
produzione Nuovo Teatro
12 – 17 gennaio
sala Shakespeare
mar-sab ore 21.00
dom ore 16.30
il v izio
d ell ' a r te
un successo nel segno di Alan Bennett
Dopo The history boys, un'altra commedia dello
scrittore inglese che diverte, emoziona e sembra
scritta per l'Elfo. Un esilarante gioco di «teatro nel
teatro» in cui Ferdinando Bruni ed Elio De Capitani si
sdoppiano, si invecchiano, si rendono goffi e al tempo
stesso commoventi, nei panni del poeta Wystan Hugh
Auden e del compositore Benjamin Britten. Insieme
a Ida Marinelli, che non si lascia sfuggire un finale
malinconico, guidano una compagnia intergenerazionale
dai ritmi perfetti.
La regia ha un ritmo veloce e incisivo
che trasforma lo spettacolo in una specie
di Hellzapoppin' teatrale dall'humour
irresistibile.
Maria Grazia Gregori, delteatro.org
L'interpretazione memorabile è di
Ferdinando Bruni: per come si è
invecchiato, per come trascina i piedi
nelle pantofole; per come si tira giù il
golf; per come irride ed è ben lontano dal
temere la morte che verrà.
Franco Cordelli, Corriere della Sera
Gli Elfi da qualche stagione non
sbagliano un colpo. Il vizio dell'arte
di Alan Bennett lo conferma. Tra
l'entusiasmo di un pubblico che si lascia
stregare ma non blandire.
Agile e curatissima, la regia di Bruni e
Francesco Frongia è in felice sintonia
con il testo, i suoi dentro e fuori, il suo
umorismo colto.
Il Teatro dell'Elfo conferma la felice vena
creativa che sta esprimendo da qualche
anno, e centra ancora l'obiettivo dopo
un'impressionante serie di successi.
Renato Palazzi, Il sole 24 ore
Nell'elogio, non si può non mettere in
evidenza lo straordinario affiatamento
e i perfetti tempi scenici di tutti gli
interpreti. Un subisso di applausi e di
risate a scena aperta...
Paolo Paganini, lospettacoliere.it
il 19 gennaio, Una prima dedicata a chi ha
«il vizio del teatro», per sostenere ancora
più concretamente la vita dell'Elfo Puccini. Una
serata speciale, che verrà immortalata
da una «foto di famiglia», un grande ritratto che
riunirà tutti gli attori e gli spettatori presenti.
Posto unico sostenitore 40,50 €
Sara Chiappori, la Repubblica
Una perfetta mescolanza di humour e
malinconia, vitalismo e understatement,
kitsch e senso dell'etichetta.
Roberto Borghi, Il giornale
l’elfo 30
il vizio
dell'arte
di Alan Bennett
uno spettacolo di
Ferdinando Bruni e Francesco Frongia
Teatro dell'elfo
19 – 31 gennaio
sala Shakespeare
mar-sab ore 20.30
dom ore 16.00
23 – 29 novembre | sala Fassbinder
CARROZZERIA ORFEO
GORLA FERMATA GORLA
THANKS FOR VASELINA
CINZIA SPANò
Giulia Lazzarini
testo e regia Renato Sarti
24 – 29 novembre | sala Bausch
ADULTO
da Pasolini, Elsa Morante e Dario Bellezza
regia Giuseppe Isgrò
30 novembre – 31 dicembre | sala Shakespeare
Ferdinando Bruni, Luciano Scarpa
Ida Marinelli
MR PùNTILA E
IL SUO SERVO MATTI
Elio De Capitani, Cristina Crippa
MORTE DI UN COMMESSO
VIAGGIATORE
di Arthur Miller
regia Elio De Capitani
11 - 17 gennaio | sala Fassbinder
IL VICARIO
ANIMALI DA BAR
di Rolf Hochhuth
regia Rosario Tedesco
12 – 17 gennaio | sala Shakespeare
1 – 13 marzo | sala Shakespeare
Stefano Accorsi
DECAMERONE
da Giovanni Boccaccio
regia Marco Baliani
19 – 31 gennaio | sala Shakespeare
Ferdinando Bruni, Elio De Capitani
Ida Marinelli
26 gennaio – 7 febbraio | sala Bausch
8 – 20 marzo | sala Fassbinder
ROAD MOVIE
testo e regia Fulvio Pepe
1 - 6 dicembre | sala Bausch
I CONIGLI NON HANNO LE ALI
scritto e diretto da Paolo Civati
Antonella Questa,
Giuliana Musso, Marta Cuscunà
10 – 20 dicembre | sala Bausch
SALOMÉ
di Luigi Dadina e Laura Gambi
angelo di genio
GYULA
di Godfrey Hamilton
regia Sandro Mabellini
8 - 13 marzo | sala Bausch
2 – 7 febbraio | sala Shakespeare
Alessandro Haber
HABEROWSKI
da chrles bukowsky
8 – 14 febbraio | sala Shakespeare
Eros Pagni
IL SINDACO
DEL RIONE SANITÀ
Ferdinando Bruni
AMORE E ANARCHIA
dI Oscar Wilde
regia Bruni/Frongia
15 – 20 dicembre | sala Fassbinder
di Eduardo De Filippo
regia Marco Sciaccaluga
MAGDA E LO SPAVENTO
9 febbraio – 6 marzo | sala Fassbinder
Milutin Dapcevic, Federica Fracassi
15 – 23 marzo | sala Shakespeare
TI REGALO
LA MIA MORTE,
VERONIKA
di Federico Bellini e Antonio Latella
regia Antonio Latella
16 - 23 marzo | sala Bausch
26 dicembre – 17 gennaio | sala Bausch
di Simon Stephens
regia Elio De Capitani
4 – 17 aprile | sala Fassbinder
IL BAMBINO SOTTOVUOTO
9 - 14 febbraio | sala Bausch
ROSSO
ZOMBITUDINE
di Christine Nöstlinger
regia Elio De Capitani
SHAKESPEARE
A MERENDA
di Franca De Angelis, regia Anna Cianca
Elena Russo Arman, Cristina Crippa
di Massimo Sgorbani
regia Renzo Martinelli
3 – 8 novembre | sala Bausch
Elena Russo Arman
SISSY BOY: la conferenza
del Sig. S.B.
TI AUGURO UN FIDANZATO
COME NANNI MORETTI
Cristina Crippa
13 – 22 novembre | sala Bausch
1 – 6 marzo | sala Bausch
di Anna Maini
regia Stefano De Luca
PER UNA STELLA
3 – 22 novembre | sala Fassbinder
Compagnia Frosini/Timpano
di Carlo Goldoni
regia Valerio Binasco
creato, interpretato e diretto
da Teatrino giullare
WONDER WOMAN
ispirato a The Beggar’s Opera
regia Sax Nicosia
IL BUGIARDO
di Alan Bennett
regia Bruni/Frongia
di Magdalena Barile
regia Aldo Cassano
DRAGPENNYOPERA
Maurizio Lastrico
1 – 6 dicembre | sala Fassbinder
8 – 13 dicembre | sala Fassbinder
3 – 8 novembre | sala Shakespeare
MATTEO CACCIA, MARCO FOSCHI
COCO.
L'ultimo sogno
27 - 31 ottobre | sala Bausch
LA MODA E LA MORTE
18 – 28 febbraio | sala Bausch
IL VIZIO DELL’ARTE
di Bertold Brecht, regia Bruni/Frongia
13 – 31 ottobre | sala Shakespeare
8 – 10 gennaio | sala Fassbinder
7 – 10 gennaio | sala Shakespeare
Moni Ovadia
IL NOSTRO ENZO...
RICORDANDO JANNACCI
HARPER REGAN
ORE D'AMORE
di Rosario Lisma
16 – 28 febbraio | sala Shakespeare
Antonio REZZA, flavia MASTRELLA
ANELANTE
testo e regia Livia Ferracchiati
Ferdinando Bruni
di John Logan
regia francesco Frongia
5 - 10 aprile | sala Bausch
BILAL nessun viaggiatore
è straniero
dal testo di Fabrizio Gatti
regia Annalisa Bianco
5 – 10 aprile | sala Shakespeare
6 – 10 giugno | sala Shakespeare
LA REGINA DADA
12 - 17 aprile | sala Bausch
LA LEGGENDA
DEL FAVOLOSO
DJANGO REINHARDT
di Francesca Macrì e Andrea Trapani
regia Francesca Macrì
6 – 10 giugno | sala Bausch
Stefano Bollani, Valentina Cenni
PORCO MONDO
18 – 22 aprile | sala Fassbinder
Ugo Dighero
APOCALISSE
Paolo Sassanelli, Luciano Scarpa
Orchestra Musica da ripostiglio
Saverio Marconi
BIANCO O NERO
di Cornac McCarthy
regia Gabriela Eleonori
dai racconti di Niccolò Ammaniti
regia Giorgio Gallione
15 – 17 giugno | sala Shakespeare
18 - 22 aprile | sala Bausch
NESSI
HARVEST, QUANTO COSTA
UN UOMO AL CHILO?
Alessandro Bergonzoni
di Manjula Padmanabhan
regia Matteo Salimbeni e Fulvio Vanacore
2 – 8 maggio | sala Fassbinder
AMORE
Compagnia Scimone Sframeli
* produzioni TEATRO DELL'ELFO
* * nuove storie
2 – 8 maggio | sala Bausch
Giovanni Franzoni
CARO GEORGE
di Federico Bellini
regia Antonio Latella
3 – 29 maggio | sala Shakespeare
Ida Marinelli, Elio De Capitani
FEDERICO VANNI
IL GIARDINO DEI CILIEGI
di Anton Cechov
regia Ferdinando Bruni
R O AD MOVIE
coast to coast sulle strade dell'anima
Angelo Di Genio si sta rivelando uno dei più bravi attori
della sua generazione. Dopo History Boys, che è valso
a lui e agli altri sette giovani interpreti il premio Ubu,
ha ottenuto un successo personale come interprete
di Biff in Morte di un commesso viaggiatore,
diretto da De Capitani. Con Road Movie - un monologo
che ci parla della paura dell'amore, della perdita e
della morte - ha conquistato pubblico e critica: «un
bravissimo attore che si dona al proprio personaggio
con una totalità disarmante»; «Angelo di Genio è al
suo primo spettacolo da solista e riesce a reggere
magistralmente la sfida».
Così, dopo il debutto nell’autunno 2014, il Teatro
dell’Elfo ha scelto di accogliere questo spettacolo
intenso e commovente, diretto da Sandro Mabellini, nel
suo repertorio di produzioni.
Ambientato negli Stati Uniti degli anni Novanta,
racconta di Joel, gay trentenne, e della sua avventura
durata cinque giorni per rincontrare «il suo amore»,
Scott. «Allacciate le cinture di sicurezza, annullate
paure e tabù», si parte per un viaggio interiore
costellato da incontri che porteranno Joel ad
accorciare la distanza dagli altri e da se stesso,
trasformandolo profondamente.
9 – 14 maggio | sala Fassbinder
Casa Museo Boschi Di Stefano
IL TEATRO
DI DEFLORIAN/TAGLIARINI
Cinque spettacoli per sopravvivere
continuando a parlare
17 – 22 maggio | sala Fassbinder
Corrado Accordino
LA DANZA IMMOBILE
il teatro è l'arte
dell' incontro
ROAD MOVIE
di Godfrey Hamilton
regia Sandro Mabellini
produzione Teatro dell'Elfo
con Angelo Di Genio
26 gennaio – 7 febbraio
sala Bausch
mar-sab ore 19.30
dom ore 15.30
HABEROWSKY
Alessandro Haber
è Charles Bukowski
una commedia «simbolica» per eros pagni
Una nuova veste per uno spettacolo di grande
successo, andato in scena ormai più di dieci anni fa
(e visto anche al Teatro dell'Elfo di via Menotti). Gli
ingredienti di questa versione remix sono: Alessandro
Haber interpreta, recita, canta ma soprattutto vive
i testi e le poesie originali di Charles Bukowski,
accompagnato dalla musica elettronica di Alfa Romero
e da un visual ideato da Manuel Bozzi e Madlene India
Sabin, in una continua interazione con il pubblico.
Un’esperienza sonora e visiva coinvolgente nella quale
tecnologia, recitazione, musica, amore si fondono in un
progetto ad alto impatto emotivo.
Presentato al Napoli Teatro Festival in occasione del
trentesimo anniversario della morte del suo autore, lo
spettacolo ha superato, raccogliendo un grande esito di
pubblico, la scommessa di portare a Napoli un testo di
Eduardo interpretato da un attore non napoletano.
«Con qualche inflessione napoletana tra virgolette - ha
scritto Masolino d'Amico su La Stampa - Eros Pagni
fa di Barracano un uomo stanco, curvo, che spesso
si astrae per colloquiare tra sé e sé, canterellandosi
qualcosa o ridacchiando per qualche ricordo personale
da cui gli altri sono esclusi. Superbo allestimento
di grande castità visiva, scena quasi inesistente ma
personaggi molto vivi e plausibili, eccellentemente resi
da una compagnia numerosa».
Un live, perché di un vero e proprio live si tratta, che
arriva dritto al cuore, che fa emozionare, soffrire,
sorridere e divertire il pubblico che assapora
Bukowski sotto una nuova luce, dove le parole si
uniscono alla musica elettronica e alle immagini in
un’unica incalzante danza.
HABEROWSKY
l’elfo 36
musica Alfa romero
con alessandro Haber
geneva production
il sindaco
del rione sanità
L’azione si svolge per i primi due atti nella residenza di
campagna di Don Antonio Barracano e nel terzo nella
sua casa di città, al Rione Sanità. In entrambi i luoghi,
Don Antonio esercita, con il trentennale appoggio
del disincantato dottor Fabio della Ragione (qui
interpretato da Federico Vanni), la sua personale idea
della legge. Fa estrarre pallottole e ricucire ferite dal
corpo di giovanotti troppo animosi; concede «udienze»
giornaliere a chi si rivolge a lui per avere giustizia e
protezione. Piccoli delinquenti, usurai e bottegai poco
accorti. Per tutti Don Antonio ha la soluzione giusta...
2 – 7 febbraio
sala Shakespeare
mar-sab ore 21.00
dom ore 16.30
il sindaco
del rione sanità
di Eduardo De Filippo
regia Marco Sciaccaluga
produzione Teatro Stabile di Genova,
Teatro Stabile di Napoli
8 – 14 febbraio
sala Fassbinder
lun-sab ore 20.30
dom ore 16.00
n u ove S torie
gli appuntamenti con gli autori,
i registi e i gruppi indipendenti
in sala Bausch
27 – 31 ottobre
9 – 14 febbraio
LA MODA E LA MORTE
ORE D’AMORE
di Magdalena Barile, regia Aldo Cassano
con Benedetta Cesqui, Natascia Curci, Fabrizio
Lombardo, Matthieu Pastore
assistente regia e suoni Antonio Spitaleri
scene Valentina Tescari, costumi Lucia Lapolla
luci Giuseppe Sordi
Animanera
La Moda e la Morte è una commedia nera sulla
percezione che oggi abbiamo della Grande Storia e
su come l’immaginario individuale stia prendendo
il sopravvento sui fatti oggettivi e sulle liste degli
eventi studiati a scuola. Nella moltiplicazione dei
segni e delle rappresentazioni, la Storia scompare
sostituita dalle cronache sintetiche di Twitter, e
mentre la Moda trionfa, imponendo tributi sempre
più gravosi alla collettiva vanità, alla Morte non
resta che adattarsi alla «non vita» dell’era digitale.
di Rosario Lisma
con Nicola Stravalaci e Debora Zuin
Animanera
1 – 6 dicembre
I CONIGLI
NON HANNO LE ALI
scritto e diretto da Paolo Civati
con Francesca Ciocchetti e Cristian Giammarini
musiche originali Valerio Camporini Faggioni
Collettivo Attori Riuniti - Teatro del Carretto
Un bambino getta il suo coniglietto dalla finestra
dopo avergli infilato un paio di mutande da
Superman, ma un coniglio, si sa, non ha le ali e
non può volare. Un gesto di ribellione ma anche
una disperata richiesta di libertà che scatena nei
genitori un’improvvisa violenza. Inizia così, durante
la corsa in ospedale, la dolorosa riflessione su se
stessi di una giovane coppia americana, ripiegata
su una quotidianità inzuppata di piccole violenze
verbali e fisiche, di frustrazioni e ossessioni per il
loro futuro e quello dei loro figli.
Uno spettacolo che indaga senza filtri la
solitudine e la violenza che si nasconde nell'amara
accettazione di essere uguali a tutti gli altri, di
essere normali. Un dramma, ispirato alle pellicole
di Cassavetes e Allen e ai romanzi di Franzen
e Yates, che porta in scena due comunissimi,
normalissimi mostri.
Un viaggio esilarante e sofferto sul senso ridicolo
della resistenza in amore.
Otto ore in ottanta minuti. Otto scene della notte di
una coppia che scoppia.
I bambini non ci sono e domani non si lavora. Lui
e Lei sono in camera da letto, è quasi mezzanotte.
Cosa è successo? Cosa si è rotto? Si potrà
riattaccare? E le cicatrici ce le porteremo ancora
sulla pelle? Perché non è più come prima? Ma
questo prima era davvero così radioso come
credevano? La colpa è di Lui che non capisce o di
Lei che capisce fin troppo?
Due personaggi emblematici del rapporto di coppia
che ingaggiano un conflitto acceso, passionale e
melodrammatico su un ring che ha tutta l’aria di
essere un comune letto a due piazze.
Una notte di confessioni, di tranelli infami, di sogni
inconfessabili. Ma davvero chi giura amore eterno
non sente di essere spergiuro? E se invece di un
Amore nuovo si cercasse un Nuovo amore? Forse
sta tutto lì il segreto.
Due antagonisti che pure lottano nella propria
stessa squadra per arrivare faticosamente alla
meta. Fino al prossimo combattimento.
POSTO UNICO
NUOVE STORIE euro 15
orario spettacoli:
mar-sab ore 19.30
dom ore 15.30
8 – 13 marzo
SISSY BOY: la conferenza del Sig. S.B.
di Franca De Angelis
regia Anna Cianca
con Galliano Mariani
Teatro Libero Palermo Onlus
Come in una tragicomica conferenza un uomo
racconta le tappe della propria vita. A Sergio
piacciono le bambole. A Sergio piace Maga
Maghella, il suo meraviglioso costume e la sua
mirabolante bacchetta magica. A Sergio batte
forte il cuore quando il suo compagno di liceo gli
chiede un appuntamento nel parco. A Sergio piace
scrivere poesie.
Ma arriva il giorno in cui non gioca più con le
bambole, meno che mai con Maga Maghella.
La sua storia, tristemente ispirata da un fatto di
cronaca, è la storia di chi ha perduto i sogni, o
meglio, di chi è stato costretto a perderli. «Un
monologo di straordinaria delicatezza, di grande
intelligenza. Il sorriso si alterna con il dolore, ogni
parola racconta, ogni gesto racconta».
l’elfo 39
16 – 23 marzo
12 – 17 aprile
TI AUGURO UN FIDANZATO
COME NANNI MORETTI
PORCO MONDO
IO è un fumettista disegnatore di orsi, TU è
un’ingegnere dalla mentalità scientifica. IO
si trova a schedare gli ex della fidanzata, a
disquisire riguardo al sesso anale e a diventare
un Mimnermo contemporaneo quando TU scopre il
primo capello bianco.
Quello che viene inscenato è un gioco estremo:
basterebbe tirare poco di più la corda perché si
strappi e, insieme alle sue estremità, si divida
anche la strada di IO e TU.
Lo spettacolo, avverte la compagnia, non parla
di Nanni Moretti, non si rifà direttamente a lui,
ai suoi personaggi o a situazioni dei suoi film. Il
titolo nasce piuttosto dalla «vaga somiglianza» del
protagonista maschile, IO, con alcuni protagonisti
dei primi film del regista.
Un uomo. Una donna. Una stanza. Dicembre, notte
di Natale. La neve che tutto ricopre e tutto cancella.
L’alba che coglie d’anticipo il buio, svela i desideri
osceni, consuma i pensieri, stravolge gli animi.
Eccoli. Gli sposi ribelli, gli amanti stremati. Eccoli.
Il superstite e il boia. L’incontro degli opposti. Nulla
li soddisfa. Nulla li sazia. Ma dove si scappa mentre
ci si viene incontro?
Hanno scritto di questo spettacolo: «Con autenticità
da capogiro Biancofango traccia una linea di ricerca
fra gesto e drammaturgia»; «Grande è la forza
scenica e l'energia di questi due attori straordinari,
in grado di tenere viva questa materia rovente.»
drammaturgia Francesca Macrì e Andrea Trapani
regia Francesca Macrì
con Aida Talliente e Andrea Trapani
luci Luigi Biondi
Biancofango, La Corte Ospitale, OFFicINA1011
testo e regia Livia Ferracchiati
con Chiara Leoncini e Fabio Paroni
scene Chiara Bonomelli, costumi Laura Dondi
Compagnia INTUS
5 – 10 aprile
BILAL nessun viaggiatore è straniero
da Bilal-Viaggiare, lavorare, morire da clandestini
di Fabrizio Gatti
uno spettacolo di Annalisa Bianco
con Leonardo Capuano
audio e luci Andrea Guideri
Egumteatro
Bilal è uno spettacolo di teatro di narrazione,
il racconto delle storie di uomini e donne che
Gatti ha incontrato nel suo viaggio dentro l'orrore
dell'emigrazione clandestina. È la denuncia del
mancato rispetto al diritto di perseguire ambizioni
e progetti, la denuncia della violenza, del sopruso,
della violazione di ogni legge internazionale che
riguardi la tutela dell'Uomo. Sono le storie di
uomini e donne in fuga dalla miseria, che con ogni
mezzo cercano di difendere la loro dignità, i loro
corpi torturati le loro intelligenze umiliate, le loro
ambizioni negate con ferocia.
Uno spettacolo e un bravissimo attore che ci
fanno riscoprire «come il teatro sappia fare
quell’informazione sensibile, ormai impermeabile
nei canali mediatici».
18 – 22 aprile
HARVEST, QUANTO COSTA
UN UOMO AL CHILO?
di Manjula Padmanabhan
drammaturgia e regia Matteo Salimbeni, Fulvio Vanacore
scene Andrea Belli
costumi Valeria Donata Bettella
con Cecilia Campani, Giacomo Marettelli Priorelli
Michele Mariniello, Beppe Salmetti, Carla Stara
Teatro Ma / Compagnia della Furie
Esistono un primo, un secondo e un terzo mondo.
Gli abitanti del primo hanno case ariose, figli robusti e
rendite sicure. Quelli del secondo hanno case di mezzo,
figli di mezzo, lavori mediamente redditizi. Gli abitanti
del terzo mondo hanno lo stomaco vuoto, e i loro bagni
sono putrescenti latrine. Om Prakash è un abitante
del terzo mondo. Un giorno trova un lavoro: gli stomaci
della sua famiglia smettono di gorgogliare e la casa si
riempie di stereo, televisori, docce, sifoni... Che lavoro
ha trovato Om? E, soprattutto: perché il suo unico
dovere è mantenersi sano e in forma?
l’elfo 41
HARPeR
REGAN
alla scoperta degli autori contemporanei
Simon Stephens, autore inglese nato a Manchester, ha
scritto una trentina di testi, rappresentati da importanti
teatri del suo paese, come anche di Usa, Canada,
Olanda, Germania. Con la sua ultima pièce, Lo strano
caso del cane ucciso a mezzanotte (dal romanzo di
Mark Haddon), ha vinto il prestigioso Tony Awards 2015.
Elio De Capitani, appassionato dei suoi testi, per
farlo conoscere anche in Italia ha scelto di partire da
Harper Regan, un'opera che ha debuttato al National
Theatre nel 2008.
Al centro di questa storia coinvolgente e spiazzante,
che procede a ritmi serrati, troviamo una splendida
figura femminile, la quarantunenne Harper Regan
(interpretata da Elena Russo Arman), e attorno a
lei nove personaggi, interpretati da Cristina Crippa,
Cristian Giammarini, Camilla Semino Favro, Marco
Bonadei, Francesco Acquaroli, Martin Chishimba,
(nella foto al primo giorno di prova).
Harper abbandona improvvisamente il lavoro, il marito
e la figlia per andare a trovare il padre morente e
il viaggio di andata e ritorno di soli due giorni, si
trasforma in un intenso percorso interiore. La scena
di Carlo Sala disegna uno spazio urbano e periferico,
tra interni ed esterni di case, uffici, ospedali, alberghi
e pub, dove domina il bianco, illuminato dalle
luci naturali di Nando Frigerio. Il confronto con la
malattia, gli incontri con uomini molto più giovani
e più anziani di lei, il ritorno ai luoghi dell'infanzia
sono l'occasione per una violenta e a tratti comica
esplorazione della morale, del sesso e della morte,
delle relazioni con i genitori, la figlia, il marito e,
prima di tutto, con se stessa.
HARPER REGAN
di Simon Stephens
l’elfo 42
regia di Elio De Capitani
produzione Teatro dell'Elfo
9 febbraio – 6 marzo
sala Fassbinder
mar-sab ore 20.30
dom ore 16.30
ANELANTE
il nuovo spettacolo
di Rezza Mastrella
IL VICARIO
2 divise 2 uomini
In uno spazio privo di volume, il muro piatto chiude alla
vista la carne rituale che esplode e si ribella.
Non c’è dialogo per chi si parla sotto. Un matematico
scrive a voce alta, un lettore parla mentre legge e
non capisce ciò che legge ma solo ciò che dice. Con
la saggezza senile l’adolescente, completamente
in contrasto col buon senso, sguazza nel recinto
circondato dalle cospirazioni.
ANELANTE
l’elfo 44
Spia, senza essere visto, personaggi che in piena
vita si lasciano trasportare dagli eventi, perdizione e
delirio lungo il muro. Il silenzio della morte contro
l’oratoria patologica, un contrasto tra rumori, graffi
e parole risonanti. Il suono stravolge il rimasuglio
di un concetto e lo depaupera. Spazio alla logorrea,
dissenteria della bocca in avaria, scarico intestinale
dalla parte meno congeniale.
di Flavia Mastrella, Antonio Rezza
mai scritto da Antonio Rezza
habitat di Flavia Mastrella
Fondazione TPE - Teatro Vascello la Fabbrica dell’attore
RezzaMastrella
16 – 28 febbraio
sala Shakespeare
mar-sab ore 21.00
dom ore 16.00
La storia, i suoi orrori, il silenzio e la responsabilità.
Un soldato tedesco e un prete italiano s'incontrano
nel teatro della storia. Di fronte alle atrocità del lager
scoprono l'ipocrisia delle loro esistenze, la follia del
mondo. Così intraprendono la missione di portare al
Papa notizia dell'olocausto. Spogliandosi dalle loro
divise, scoprono che è possibile essere uomini, soltanto
accettando le proprie responsabilità.
Ospitato per il Giorno della Memoria nel 2015, Il vicario
torna all'Elfo Puccini con il gruppo di bravissimi attori
che hanno portato sulle scene questo testo, pressoché
sconosciuto in Italia, che in Germania ha venduto un
milione di copie e viene letto nelle scuole.
Un'opera che ha sollevato aspre e mai sopite
polemiche, che hanno costretto la Chiesa ad aprire gli
archivi vaticani e a fare luce sull'atteggiamento di Pio
XII nei confronti dell'eccidio ebraico.
IL VICARIO
di Rolf Hochhuth
progetto e lettura di Matteo Caccia,
Marco Foschi, Nicola Bortolotti,
Enrico Roccaforte, Cinzia Spanò
e Rosario Tedesco
18 – 28 febbraio
sala Bausch
mar-sab ore 19.30
dom ore 15.30
COCO.
L'ultimo sogno
l'artigianato e l'arte di Teatrino Giullare
Uno spettacolo delicato e divertente, ispirato alle
contraddittorie biografie e alle dichiarazioni,
straordinarie e commoventi, che Coco Chanel fece
a Paul Morand. «Ognuno di noi ha una sua leggenda
stupida o meravigliosa. La mia l'hanno creata Parigi e
la provincia, gli imbecilli e gli artisti...», così la famosa
stilista introduce la delicata questione tra verità e
mito, identità e leggenda, ripercorrendo con irresistibile
umorismo alcune tappe della propria vita, vera o presunta.
Tutto con lucida ironia e con la leggerezza di chi, anche
nelle situazioni più dolorose e feroci, riesce a trovare una
via d'uscita tramite l'immaginazione e un paio di forbici.
Un ritratto divertente e originale di una donna che fino
all'ultimo non ha mai smesso di combattere e che è stata
capace di rivoluzionare il concetto di femminilità e di
imporsi come mito della cultura popolare del XX secolo,
ma che ha anche preso parte a pagine oscure della storia.
IL BUGIARDO
Maurizio Lastrico
e una compagnia trascinante
«Una commedia celeberrima, ricca di gag e di
fulminanti trovate comiche: gli equivoci che danno
vita alla storia. Goldoni è un autore moderno, con
lampi di vera contemporaneità e Il Bugiardo offre
molte occasioni per una regia ispirata dal gioco del
teatro, che si avvale di un gruppo di attori formidabili,
capaci di trascinare il pubblico e di sorprenderlo
continuamente. Il Bugiardo è un punto di arrivo
importante per la nostra Popular Shakespeare
Kompany. Trattiamo Goldoni così come abbiamo trattato
il Bardo: cercando di evidenziarne al massimo la forza
poetica e i sentimenti più coinvolgenti.»
Valerio Binasco
Poesia pura tra i pieni e i vuoti della
scenografia: finestre aperte sulla
sconfinata tristezza di esistere. E poi
la vera forza dello spettacolo. Gli
attori al servizio di una costruzione
contemporanea. Il Lelio di Maurizio
Lastrico è uno straordinario lucifero
traballante, accartocciato sulla sua fame
atavica di spiritose invenzioni.
Simone Azzoni, l’Arena
Coi suoi fantocci inquietanti, coi suoi
ambigui interscambi tra attori viventi e
figure artificiali, con le sue spiazzanti
invenzioni scenografiche Teatrino
Giullare è uno dei gruppi più estrosi e
visionari dell'odierno teatro italiano.
Renato Palazzi, Myword.it
IL BUGIARDO
di Carlo Goldoni
l’elfo 46
regia Valerio Binasco
produzione Oblomov Films
1 – 13 marzo
sala Shakespeare
mar-sab ore 20.30
dom ore 16.00
COCO.
L'ultimo sogno
creato, interpretato e diretto
da Teatrino Giullare
1 – 6 marzo
sala Bausch
mar-sab ore 19.30
dom ore 15.30
GYULA
Ti regalo la mia
morte, VeroniKa
UNA STORIA D’AMORE
E DI MUSICA
fassbinder e latella tra cinema e teatro
In un paese lontano (poche strade, un bar e una vecchia
falegnameria), sospeso nel tempo e nello spazio,
vive un ragazzo diverso, amorevolmente cresciuto da
mamma Eliza.
I personaggi di questa storia conducono una vita
semplice: Bogdan e Adi sono operai, Messi è capo
cantiere, Yury fa il tranviere, Viku il barista, Nina
l’ubriacona, il Maestro Jani è un violinista con l’artrite
alle mani, sposato con Tania.
Complici una serie di prodigiose coincidenze, Gyula,
personaggio di lacerante purezza e di tenera ingenuità,
riuscirà a incidere la grevità della realtà che lo
circonda, divenendo l’artefice di un piccolo, grande
miracolo che convincerà tutti che è possibile librarsi in
alto e credere che esista sempre un’altra possibilità.
Fulvio Pepe, attore di solida esperienza teatrale e
cinematografica, con questo spettacolo ha messo a
segno un bel successo come autore e regista: «Gyula
richiama la struttura narrativa di una favola», racconta,
«una sorta di grammatica infantile che trova il suo
culmine in un lieto fine nato quasi involontariamente.»
GYULA
UNA PICCOLA STORIA
D’AMORE
l’elfo 48
scritto e diretto da Fulvio Pepe
produzione Fondazione Teatro Due
8 – 20 marzo
sala Fassbinder
mar-sab ore 21.00
dom ore 16.30
Antonio Latella, a tre anni dal suo pluripremiato
allestimento di Un tram che si chiama desiderio,
prosegue l'analisi nell’universo femminile con uno
spettacolo che guarda ai miti del cinema europeo. Il
regista torna a Rainer Werner Fassbinder a distanza di
quasi dieci anni: era infatti del 2006 la sua rilettura
teatrale di Le lacrime amare di Petra von Kant.
La base di questo nuovo lavoro non è però un testo
teatrale dell’autore bavarese, ma la sua opera
cinematografica, spesso dedicata alla rappresentazione
e all’analisi della donna.
Ti regalo
la mia morte,
VeroniKa
Partendo dalla rievocazione della vicenda di Veronika
Voss, ultima tra le protagoniste del suo cinema attrice famosa negli anni Trenta, stella cinematografica
del Reich, caduta in disgrazia dopo la caduta del
potere hitleriano - Latella firma un omaggio allo
stesso tempo appassionato e rigoroso al grande regista
tedesco condividendone la predilezione per un mondo di
sconfitti, di vinti, di cosiddetti «rifiuti della società».
di Federico Bellini e Antonio Latella
regia Antonio Latella
produzione Emilia RomagnaTeatro Fondazione
nell'ambito del Progetto Prospero
15 – 23 marzo
sala Shakespeare
mar-sab ore 20.30
dom ore 16.00
R O S SO
LA REGINA DADA
con Stefano Bollani nel bosco
delle avanguardie
arte in scena
Torna in scena uno dei successi più sorprendenti del
Teatro dell'Elfo, la pièce di John Logan ispirata alla
biografia del pittore americano Mark Rothko: un biopic
teatrale per un maestro dell’espressionismo astratto.
Scritto da uno sceneggiatore del grande cinema
americano, in patria era stato un caso vincendo sei
Tony Award nel 2010, ma sulle scene italiane il testo
e l'autore erano inediti e il tema inconsueto.
Una sfida vinta dal regista e dai due protagonisti.
Serrato, intenso e anche spiritoso
com'è, si avvale di un'eccellente regia
di Francesco Frongia, autore anche di
scena e costumi, coronata dalla superba
interpretazione di Ferdinando Bruni,
adeguatamente coadiuvato da Alejandro
Bruni Ocaña. Il successo incondizionato
della serata dimostra, quando c'è la
qualità, la disponibilità del pubblico
davanti a proposte meno scontate.
Masolino D’Amico, La Stampa
Firmato da uno che lavora per il cinema,
e si sente, ma che conosce bene anche
l'arte del dialogo teatrale (e le sue
furbizie). Buon punto di partenza, ma
non sufficiente a garantire la riuscita
dello spettacolo. Cosa che invece accade
a questa versione diretta con puntuale
intelligenza da Francesco Frongia.
Il resto lo fa Bruni, un Rothko arrogante e
irrequieto, sprezzante e fragile, perché «è
una tragedia diventare irrilevanti quando
si è ancora vivi». Teorizza, pontifica,
dissacra, si tormenta combattuto tra
mercato e sacralità dell'arte.
Sara Chiappori, la Repubblica
ROSSO
di John Logan
l’elfo 50
regia, scene e costumi
Francesco Frongia
produzione Teatro dell'Elfo
4 – 17 aprile
sala Fassbinder
mar-sab ore 20.30
dom ore 16.00
Dopo le sue celebri incursioni nei territori radiofonici
e televisivi, il sempre più poliedrico Stefano Bollani si
lancia questa volta in un’avventura teatrale e debutta
come autore e attore al fianco di Valentina Cenni,
con uno spettacolo surreale, intessuto di musica,
che esplora i territori della creatività, al di fuori dagli
schemi oppressivi del senso comune.
Nel testo una regina di fiaba, frenetica e assorta al
tempo stesso, si inoltra nel bosco delle avanguardie,
dove incontrerà un Dio Pan depresso e intristito e
LA REGINA
DADA
altre creature fantastiche, frutto della sua stessa
immaginazione, con cui dialogherà su passato,
presente, futuro, vita, morte.
La grazia e la fisicità di Valentina Cenni, il panorama
sonoro creato da Francesco Giomi di Tempo Reale, le
musiche composte e eseguite dal vivo dallo stesso
Bollani, le luci di Luigi Biondi evocano impalpabilmente
le stranianti follie dell’universo Dada.
di e con Stefano Bollani
e Valentina Cenni
produzione Stefano Bollani,
Pierfrancesco Pisani
5 – 10 aprile
sala Shakespeare
mar-sab ore 21.00
dom ore 16.30
APOCALISSE
travolgente Ugo Dighero
Dai racconti di Niccolò Ammanniti una parodia a tinte
fosche e grottesche di una società alla deriva, un po'
operetta a/morale e un po’ favola nera. Perché nel
tempo dell’Apocalisse le favole sono cambiate e «nella
bocca dei poeti anche la bellezza è terribile».
Lo spettacolo di Giorgio Gallione, interpretato da
Ugo Dighero, monta e incrocia in palcoscenico Lo
zoologo (tratto da Fango) e Sei il mio tesoro
(nel volume Crimini), scritti da Ammanniti in tempi
molto diversi. Queste due storie si innestano nella
vicenda di un uomo colpito da un morbo misterioso
contratto con l'avvicinarsi di una sorta di Apocalisse
globale. Senza tradire il linguaggio e lo stile di un
autore molto amato, che sa essere duro, spudorato
e vorace e raccontare vicende paradossali dove il
delirio comico e l'immaginario sfrenato convivono ed
esplodono sulla pagina.
AMORE
l'umanità sospesa
di Scimone e Sframeli
Amore è l'ottava commedia di Spiro Scimone, nuova
tappa di un percorso ai bordi dell'umanità, all'interno di
non luoghi, dove i personaggi non hanno nome e sono
«tutti vecchietti». In scena due coppie: il vecchietto
e la vecchietta, il comandante e il pompiere. Quattro
figure che non hanno nome e si muovono tra le tombe
di un cimitero. Il tempo è sospeso, forse, stanno vivendo
l'ultimo giorno della loro vita. Dialoghi quotidiani e
surreali, ritmi serrati che intercettano relazioni, attenzioni
e richieste fisiche che celano necessità sul limite tra la
verità e la tragedia del quotidiano.
Spiro Scimone, scrittore e autore, e
Francesco Sframeli sono una delle poche
compagnie realmente indipendenti,
che, senza teatri riconosciuti alle spalle,
hanno inventato una narrazione del
presente, dell'io contemporaneo surreale
e visionaria, forte di una rielaborazione
in chiave originale delle esperienze
letterarie e drammaturgiche che hanno
segnato il Novecento, da Beckett a Pinter.
Anna Bandettini, la Repubblica
APOCALISSE
da Niccolò Ammaniti
l’elfo 52
regia Giorgio Gallione
produzione Teatro dell’Archivolto
18 – 22 aprile
sala Fassbinder
lun - ven 20.30
AMORE
di Spiro Scimone
regia di Francesco Sframeli
compagnia Scimone Sframeli
2 – 8 maggio
sala Fassbinder
lun-sab ore 21.00
dom ore 16.30
CARO GEORGE
un monologo santo e assassino
«Nell’ottobre del 1971, a Parigi, una retrospettiva
consacra Francis Bacon come uno dei più grandi pittori
del suo tempo. Alla vigilia della mostra, George Dyer,
amante e modello dell’artista irlandese, si suicida nella
stanza d’albergo che ospitava entrambi. Davanti ai
dipinti che raffigurano George, Bacon rivive la relazione
con il compagno, in un momento in cui trionfo artistico
e fallimento esistenziale si confondono, diventando
anch’essi, inevitabilmente, materia del dipingere». Così
Federico Bellini sintetizza il suo lavoro drammaturgico,
affidato alla regia di Latella e all'applauditissima
interpretazione di Giovanni Franzoni, che si scinde in
due ruoli, prima è Francis Bacon e poi s'identifica con
la figura del suo amante.
«Un canto-testamento - spiega il regista - che
ricorda il film Chant d'amour di Jean Genet. C'è un
rapporto diretto con la morte, sembra di stare davanti
a una roulette russa, non sai se e quando il proiettile
verrà sparato.»
I L G I A R D iN O
DEI CILIEGI
quasi una lettura di famiglia
Un’enorme tenuta che va alla malora, un frutteto che
una volta all’anno si copre di fiori e diventa «giardino»,
simbolo di rimpianti, speranze e sogni. A contemplare
questo miracolo per l’ultima volta, riuniti nella grande
casa dell’infanzia, i personaggi della commedia non
possono che scorgere l’approssimarsi di una resa dei
conti col proprio destino. Dodici attori, sotto l’attenta
direzione di Ferdinando Bruni, mettono in gioco la
sensibilità e la maturità di un gruppo e delle sue singole
personalità, nell’allestimento di uno spettacolo rarefatto,
CARO GEORGE
di Federico Bellini
l’elfo 54
regia Antonio Latella
produzione stabilemobile
compagnia Antonio Latella
2 – 8 maggio
sala Bausch
lun-sab ore 19.30
dom ore 15.30
il giardino
dei ciliegi
di Anton Cechov
buffo e disperato che ha per protagonista il tempo e il
suo trascorrere nella vita degli individui e del mondo. Una
produzione del 2006 che torna in scena con quasi tutti gli
interpreti che l'hanno portato al successo. In primo luogo
Ida Marinelli nel ruolo protagonista, di cui Franco Quadri
aveva scritto sulla Repubblica: «Degna delle storiche
primedonne la sua splendida prova» - aggiungendo «accanto al maniacale fratello Elio De Capitani e alla
sensitiva Elena Russo Arman nella ricca collezione di
caratteri di un grande emozionante spettacolo».
uno spettacolo di Ferdinando Bruni
produzione Teatro dell'Elfo
3 – 29 maggio
sala Shakespeare
mar-sab ore 20.30
dom ore 16.00
Il teatro
di Deflorian/Tagliarini
Cinque modi per sopravvivere
continuando a parlare
Una retrospettiva dedicata alla coppia di autori, registi
e performer Daria Deflorian e Antonio Tagliarini:
dal lavoro che li ha visti collaborare per la prima
volta, Rewind - omaggio a Cafè Müller di Pina
Bausch (2008), al Progetto Reality che, a partire
dai diari di una casalinga di Cracovia, ha dato vita a
due lavori, l’installazione/performance czeczy/cose
e lo spettacolo Reality, per il quale Daria Deflorian
ha vinto il Premio Ubu 2012 come miglior attrice
protagonista; e inoltre Ce ne andiamo per non darvi
altre preoccupazioni (Premio Ubu 2014 come novità
italiana) e Il posto, una performance ambientata
nella Casa Museo Boschi Di Stefano che ospita una
straordinaria collezione di opere d’arte del ‘900.
Il teatro di
Deflorian/
Tagliarini
9 – 10 maggio Rewind - omaggio
a Cafè Müller di Pina Bausch
sala Fassbinder, ore 21.00
11 – 12 maggio Reality
sala Fassbinder, ore 19.30
l’elfo 56
11 – 12 maggio Ce ne andiamo
per non darvi altre preoccupazioni
sala Fassbinder, ore 21.30
La danza
immobile
il dubbio della scelta
Il romanzo è un contrappunto fra un
guerrigliero e un ex-guerrigliero. Sotto un
altro punto di vista, un conflitto fra due
uomini che devono scegliere fra l’Amore
e la Rivoluzione.
Manuel Scorza
13 – 14 maggio rzeczy/cose
sala Fassbinder, ore 19.30
Una storia che parla di amore e amicizia, gioia e
dolore. Una storia che pone il dubbio della scelta.
L'impegno politico da una parte e l'amore per una
donna dall'altra. Due uomini, le cui vite s'inseguono,
condizionandosi l'uno con l'altro. Fino all’ultimo
incontro, fino alla resa dei conti, per un finale di
partita che non lascia superstiti.
Lo spettacolo di Corrado Accordino, che ha anche
battezzato la sua compagnia con lo stesso emblematico
titolo, prende forma dal lavoro di riscrittura
drammaturgica del romanzo di Manuel Scorza, uno
degli scrittori latinoamericani più letti in tutto il
mondo. E come molti lavori del regista «valorizza gli
attori, che svelano nuovi lati di sé - scrive Vincenzo
Sardelli su klpteatro - pone interrogativi forti, che
avviano nel pubblico il dialogo interiore, di là da ogni
banale schematismo».
15 – 16 maggio Il posto
Casa Boschi Di Stefano
La danza
immobile
da Manuel Scorza
regia Corrado Accordino
spettacolo sostenuto nell'ambito
del progetto NEXT 2014
17 – 22 maggio
sala Fassbinder
mar-sab ore 21.00
dom ore 16.30
BIANCO
O NERO
LA LEGGENDA DEL
FAVOLOSO DJANGO
REINHARDT
dal romanzo di Cormac McCarhty
The Sunset Limited
un circo musicale
pieno di sorprese
Django Reinhardt è una leggenda, una vera leggenda
della musica swing, del Jazz e del popolo zigano.
Un mito che incarna pienamente la storia della
tradizione musicale Manouche, l’etnia zingara che si
muove tra la Francia, il Belgio e la Spagna.
«In questo spettacolo noi raccontiamo le gesta di
un eroe che con sole tre dita cambiò la storia della
musica…», scrive Paolo Sassanelli che firma la regia
e lo interpreta assieme a Luciano Scarpa, Margherita
Vicario, Eleonora Russo, Anna Ferzetti, Marit Nissen
e all'Orchestra da Ripostiglio con cui ha condiviso
l'esperienza del successo di Servo per due. «Certo di
mezzo c’è anche la storia di Parigi, dell’Europa in guerra,
di sua madre Negros - la donna zingara per eccellenza
- di deportazioni e scommesse, fumo, donne, balli... E ci
saranno le canzoni francesi e non solo, musica cantata e
suonata dal vivo, ballata e raccontata.»
LA LEGGENDA
DEL FAVOLOSO
DJANGO
REINHARDT
adattamento Bianca Melasecchi,
Paolo Sassanelli, Luciano Scarpa
regia Paolo Sassanelli
orchestra MUSICA DA RIPOSTIGLIO
produzione Gli ipocriti
6 – 10 giugno
sala Shakespeare
lun-ven ore 21.00
Due personaggi mitici, già dalla scelta dei nomi: Bianco
e Nero, in riferimento al colore della pelle. Il Bianco,
interpretato da Saverio Marconi, è un professore
ateo, il Nero, interpretato da Rufin Doh Zéyénovin, è
un omicida, ex carcerato e credente. Il primo tenta il
suicidio gettandosi sotto il Sunset Limited, un treno
che attraversa gli Stati Uniti, ma viene fortuitamente
salvato dal Nero, che lo porta nel suo appartamento
dando il via a tutta la vicenda. I nostri protagonisti si
affrontano come se volessero superare l'uno le certezze
dell'altro, come in una specie di duello, dove i colpi
sono le parole...
BIANCO O NERO
di Cormac McCarhty
Ma non può esserci un vincitore quando ci si confronta
con il mistero del 'libero arbitrio' e della vita stessa.
«Lo spettatore viene messo davanti a una terribile
indeterminatezza, una sospensione pericolosa che è il
costrutto intrinseco del vivere», sottolinea la regista.
«Non conosciamo chi sia l'ospite che bussa alla nostra
porta. Sarà il Salvatore o il killer che, come in Questo
non è un paese per vecchi, vuole mettere fine al
nostro desiderio di godere il gusto della vita?».
regia di Gabriela Eleonori
con saverio marconi e Rufin Doh Zéyénovin
produzione Compagnia della Rancia
6 – 10 giugno
sala Bausch
lun-ven ore 19.30
NESSI
le ultime tre repliche
Dopo tre anni di successi, Alessandro Bergonzoni
conclude il suo tour all'Elfo Puccini.
Nessi ovvero connessioni, ma anche fili tesi, trame e
reti, tessute e intrecciate per collegarsi con il resto
del pianeta. O meglio dell'universo. Perché è proprio
questo il nucleo vivo e pulsante: la necessità assoluta
e contemporanea di vivere collegati con altre vite,
altri orizzonti, altre esperienze, non necessariamente
e solamente umane, che ci possono così permettere
percorsi oltre l'io finito per espandersi verso un «noi»
veramente universale.
NESSI
l’elfo 60
Uno spettacolo che ci porta «sempre più oltre» e
che viene voglia vedere e rivedere perché qui l'attore
bolognese, più che giocare con le parole, ci racconta
che «sono le parole che giocano con noi, che creano
ponti». Diretto in coppia con Riccardo Rodolfi, Nessi si
addentra in un terreno più sottilmente metafisico, dove
il paradosso comico sfiora l'enigma dell'identità, dove
il dissolversi del linguaggio riflette il mistero della vita.
di e con Alessandro Bergonzoni
regia di Alessandro Bergonzoni
e Riccardo Rodolfi
produzione Allibito
15 - 17 giugno
sala Shakespeare
mer-ven ore 21.00
AbBONAMENTI
il teatro a partire da 10 euro
Abbonarsi all'Elfo Puccini è davvero il sistema più
comodo e conveniente per venire a teatro.
Decidi tu la tua stagione, scegliendo liberamente tra
i 50 titoli programmati nelle nostre tre sale.
Solo gli abbonati possono modificare la prenotazione
fino al giorno precedente lo spettacolo e ritirare poi
i biglietti mezz'ora prima dell’inizio.
coppia
carnet
• € 171 (€19 a tagliando)
carnet non nominale da 9 ingressi da utilizzare senza vincoli per
tutti gli spettacoli della stagione
carta regalo
• € 61
2 ingressi da utilizzare senza vincoli per tutti gli
spettacoli della stagione
7 spettacoli a scelta per due persone
gli abbonamenti sono validi per la stagione 2015/2016
non sono validi per il 31 dicembre e per repliche speciali
• intero € 196 (€ 14 a tagliando)
• ridotto € 168 (giovani < 25 e anziani > 65 -
i biglietti abbonamento possono essere acquistati anche sul sito,
tramite il servizio vivaticket (obbligatoria l'iscrizione al portale),
utilizzando direttamente il codice dell'abbonamento
promozione coppia più
promozione festival
Milanoltre
(l'intestatario più un accompagnatore)
12 € a tagliando)
due omaggi per lo spettacolo Mr Pùntila e
il suo servo Matti a chi acquista l'abbonamento
coppia entro il 1 ottobre
prima settimana
• € 70 (€ 10 a tagliando)
abbonamento personale per 7 spettacoli a scelta,
valido esclusivamente per le prime 6 repliche, debutto incluso
prima settimana in due
• €140 (€ 10 a tagliando)
7 spettacoli a scelta per due persone (l'intestatario più un
accompagnatore), valido esclusivamente per le prime 6 repliche
più tre
• € 45 (€15 a tagliando)
abbonamento personale per tre spettacoli nel trimestre scelto:
ottobre-dicembre, gennaio-marzo, marzo-maggio
per gli abbonati: 80 biglietti a € 6,50 cad. per lo
spettacolo complexe des genres, prima del
festival Milanoltre (lunedì 21 settembre - ore 21.00)
scuole e università
v e n i r e a l t e at r o
e l f o p u cc i n i è s e m p r e
p i ù fa c i l e
biglietteria
c.so buenos aires 33
tel 02.00.66.06.06
lun/sab 10.30/19.00
[email protected]
tel. 02.00.66.06.06
www.elfo.org
mm1 lima
passante ferroviario porta venezia
tram 33, autobus 60
acquisti telefonici
i biglietti si possono acquistare anche
telefonicamente con carta di credito chiamando la
biglietteria (tel. 02.00.66.06.06) e ritirare entro 30
minuti prima dell'inizio dello spettacolo (servizio
senza costi aggiuntivi)
acquisti online
i biglietti e gli abbonamenti possono essere
acquistati online sul sito www.elfo.org
e su www.vivaticket.it con carta di credito
o bancomat (ritiro la sera stessa, entro 30 minuti dall’inizio
abbonamento scuola
dello spettacolo)
da concordare presso l’ufficio promozione e scuole:
tel. 02.00.66.06.07/31 – [email protected]
print@home
• 3 spettacoli € 30 (€ 10 a tagliando)
abbonamento università
• 4 spettacoli € 36 (€ 9 a tagliando)
presentando il tesserino al botteghino
salta la coda in biglietteria, stampa a casa
il biglietto acquistato online o telefonicamente
e presentalo alle maschere all'ingresso del teatro
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Il Teatro dell'Elfo sostiene il progetto «Km verde»
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dell’Alzaia del Naviglio Grande di Milano,
adottando 30 piante per un anno.
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