Le targhe e i veicoli della Polizia Penitenziaria

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Le targhe e i veicoli della Polizia Penitenziaria
LE TARGHE E I VEICOLI DELLA
POLIZIA PENITENZIARIA
di Guglielmo Evangelista
Come si sa bene, dal dopoguerra, il numero delle sigle che compaiono sulle targhe ordinarie è rimasto
invariato fino agli anni ’90, cioè fino all’inizio della proliferazione delle nuove provincie, che oggi sembra
inarrestabile, con le due sole eccezioni di Pordenone ed Isernia, la cui comparsa nel 1968 e nel 1970, con la
riedizione degli ormai dimenticati numeri uno, attirò una certa attenzione.
Una cosa analoga si può dire per le targhe “speciali”: fino a che non si sono moltiplicate le nuove sigle dei
Vigili del Fuoco, dei Corpi Forestali e della Protezione Civile locali, non ci fu nessuna novità per quasi mezzo
secolo, con l’unica eccezione delle targhe del Corpo della Polizia Penitenziaria che, negli anni ’80, era
chiamato Corpo degli Agenti di Custodia.
Le targhe della Polizia Penitenziaria non solo fra le più interessanti: sono state fin dall’origine alfanumeriche
e mancano nel parco quei veicoli antiquati o di tipo inusitato che rappresentano interessanti singolarità.
Da quando è iniziato il servizio di trasporto dei detenuti sono anche diventate piuttosto comuni perdendo
quel carattere di rarità che avevano nei primi anni della loro esistenza.
BREVE STORIA DELLA POLIZIA PENITENZIARIA
Le funzioni di questo corpo sono semplici e non sono cambiate nel tempo, e consistono nella custodia dei
detenuti e nello svolgimento di tutti i servizi nell’ambito dei penitenziari.
La storia delle carceri e delle guardie carcerarie è vecchia quanto quella dell’Italia ma, come corpo
organizzato, esso ha le sue radici nel “Corpo Compagnia custodi di Marina” istituito nel 1808, in uno strano
connubio fra i penitenziari e la Marina Militare, probabilmente derivante dall’antico uso di adibire i condannati
a remare sulle galere. Nel 1866 il Corpo, cambiando nome e struttura, fu posto alle dipendenze del Ministero
dell’Interno e nel 1922 passò al Ministero della Giustizia, assumendo il nome del Corpo degli Agenti di
Custodia.
Con la legge 395 del 15 dicembre 1990, il Corpo venne ristrutturato venendo ridenominato Corpo di Polizia
Penitenziaria.
Una delle innovazioni più importanti di quest’ultima riforma che, come avremo modo di dire dopo, influì in
modo determinante anche sulla consistenza del parco veicolare, fu l’affidamento di tutti i servizi di traduzione
e di piantonamento fuori delle carceri dei detenuti, compito fino ad allora affidato ai Carabinieri.
Questa competenza venne gradatamente assunta a partire dall’estate del 1991, per completarsi fra il 1995 e
il 1997.
LE TARGHE “AGENTI DI CUSTODIA”
In origine i veicoli dell’amministrazione penitenziaria portavano la targa civile e la targa speciale fu istituita
solo agli inizi degli anni ’80, secondo le disposizioni pubblicate nel Bollettino Ufficiale del Ministero di Grazia
e Giustizia n. 9 del 15 maggio 1981 “Istruzioni impiego mezzi polizia penitenziaria”.
Dovette passare un po’ di tempo perché le nuove targhe venissero effettivamente introdotte, e vidi la prima
nel febbraio 1984: si trattava della AA 088, appartenente ad una non nuovissima Alfasud.
Stante il periodo di adozione, fin dagli inizi la targa fu del tipo esclusivamente alfanumerico, con le scritte su
una sola riga e identica sia anteriormente che posteriormente, di mm. 340x115.
Da sinistra si trova, in rosso, la sigla A di C, il piccolo stemma del Corpo, in azzurro, seguito da una
combinazione progressiva di tre cifre e due lettere separate da un punto nero.
La foto illustrata su Targheitaliane.it mostra lo stemma sopra le lettere minuscole di, quindi nello stesso
spazio della sigla, ma è una targa dal numero elevato e quindi piuttosto tarda: ricordo in origine di averne
visti situati all’estrema sinistra, prima della sigla.
E’ da notare che, a parte le targhe delle Forze Armate che hanno la stelletta verde e quelle delle Croce
Rossa, tutti gli altri Corpi ed Enti titolari di targhe proprie non hanno su di esse alcun proprio simbolo.
E’ esistita anche una targa motociclistica che fu presumibilmente introdotta più tardi (Avvistai la prima solo
nel 1989).
Essa era del consueto formato di mm. 165 x 165 con sulla riga superiore la sigla e lo stemma e su quella
inferiore un numero di due cifre da 01.
Il parco automobilistico degli Agenti di Custodia non era molto numeroso e i suoi mezzi si vedevano sulla
strada raramente, limitandosi alle autovetture di servizio ed ai veicoli impiegati nella sorveglianza esterna e
interna delle carceri che non si allontanavano da essi: nei sette-otto anni di uso della targa, non si
immatricolarono più di una cinquantina di automezzi all’anno e il numero di targa più alto che conosco è AA
447. I motocicli, a quanto mi risulta solo Guzzi V50, furono acquisiti in blocco nel 1989, e la relativa targa
raggiunse il numero 40.
LE TARGHE “POLIZIA PENITENZIARIA”
Con il cambio della denominazione del Corpo, le targhe non potevano più portare una sigla che si riferiva ad
un nome scomparso, e così dovettero essere conseguentemente modificate.
Queste restarono invariate nelle dimensioni ma, al posto della sigla, caso unico fra le targhe speciali, è stata
adottata l’indicazione del nome, benché abbreviato (“Polizia Pen.”). Essendo troppo lungo per poter essere
situato nel posto dove si trovava la sigla, si trova su una riga superiore. La targa si presenta quindi così:
all’estrema sinistra lo stemma, tre cifre e due lettere in nero, con i due gruppi divisiate dal punto separatore,
sormontate dalla scritta in rosso e in caratteri più piccoli.
Le targhe motociclistiche sono su righe: su quella superiore la parola “Polizia”, su quella mediana
l’abbreviazione “Pen.” e, sotto, due o tre numeri in caratteri grandi. Lo stemma si trova sulla seconda riga, a
sinistra dell’abbreviazione.
La prima che vidi risale all’inverno 1991-1992. Tutte le vecchie targhe sono state rapidamente sostituite.
LE NUOVE TARGHE
Il Decreto del Presidente della Repubblica n. 82 del 15 febbraio 1999, nel disciplinare vari aspetti dell’attività
del Corpo, parlava dei veicoli in dotazione negli articoli da 66 a 69, e specificatamente delle targhe
nell’articolo 68. Esse dovevano essere costituite da una sigla seguita da un numero corrispondente a quello
di immatricolazione: è una dizione piuttosto impropria perché, in realtà, non si può parlare di sigla (la dizione
è per esteso), nè di numero perché il codice è alfanumerico.
L’immatricolazione viene effettuata dal Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria secondo le
disposizioni in materia per le Forze armate e le Forze di polizia ad eccezione della punzonatura
dell’emblema del Corpo, ma anche qui in modo improprio perché vi sono differenze nei sistemi adottati: basti
pensare alla varietà dei formati e delle combinazioni sulle targhe militari, della Guardia di Finanza, della
Polizia di Stato e del Corpo Forestale.
Il Decreto Presidenziale rimetteva la determinazione delle caratteristiche delle targhe ad un Decreto del
Direttore Generale dell’Amministrazione Penitenziaria, al quale era rimessa anche la determinazione degli
schemi di coloritura dei veicoli, mentre il loro numero e il loro tipo dovevano essere stabiliti con Decreto del
Ministro.
Il Decreto del Direttore Generale dell’11 marzo 2003, che attuò le disposizioni di legge, mantenne sulle
targhe la precedente disposizione delle diciture, ma stabilì delle nuove dimensioni:
- Targa anteriore e posteriore cm. 36 x 11
- Targa motociclistica cm. 17,7x17,7
- Targa per rimorchi cm. 34x11
- Targa di prova cm. 52x11
Purtroppo non ho rintracciato gli allegati al Decreto ed è presumibile che le targhe dei rimorchi e di prova
abbiano scritte aggiuntive.
Era stabilito che le nuove targhe venissero adottate entro il 31 dicembre 2003, cosa che infatti avvenne
secondo le disposizioni applicative della Circolare 110538 di fine anno.
Le targhe preesistenti furono tutte sostituite, ma conservarono il vecchio numero.
Le nuove targhe, essendo state solo ingrandite senza modiche nella disposizione delle scritte, appaiono
piuttosto spoglie, con ampi spazi vuoti .
LA REIMMATRICOLAZIONE DEI VEICOLI TARGATI A di C
Come abbiamo detto, in occasione dell’adozione della targa “Polizia Penitenziaria”, si è provveduto a
ritargare l’intero parco: questa operazione si svolse rapidamente, ma in modo abbastanza disordinato.
A giudicare da quanto ho potuto osservare sembra che, con l’occasione, contemporaneamente alla
sostituzione delle targhe, si sia provveduto anche a rinnovare quasi completamente il parco circolante: ci
sono infatti parecchi modelli portanti la targa precedente che, pur non essendo particolarmente anziani, non
troviamo più circolanti non la targa nuova.
Non si ha infatti più traccia di quasi tutto il precedente parco Alfa Romeo, con l’esclusione di qualche Alfasud
e di tutte le Fiat Nuova Campagnola.
I gruppi di cui è possibile individuare con ragionevole certezza il passaggio da una targa all’altra, sono le Fiat
Tipo (AdiC 3xx e 4xx) che ricevettero le targhe con i numeri più bassi (Polizia Pen.0xx), assieme ad altre del
medesimo modello di nuova acquisizione e le Alfa 75 (AdiC 3xx) poi Polizia Pen.275-300. Qualche altra
autovettura, i furgoni e i pulmini che passarono da un parco all’altro e li ritroviamo sparsi nelle prime serie in
modo discontinuo, e comunque sempre con targhe precedenti ad AA 999.
I motocicli dovrebbero invece aver mantenuto il medesimo numero, cosa d’altra parte logica non essendovi
all’epoca altri tipi in servizio oltre al nucleo originario di Guzzi V50.
I VEICOLI
Il parco originario era composto quasi esclusivamente da autovetture per due tipi di impiego: ordinario di
servizio (Alfasud, Alfa Romeo Arna, Fiat Uno, Fiat Duna) e di rappresentanza (tutte Alfa Romeo).
Mancano modelli precedenti agli anni ’80, tanto da far pensare che, come abbiamo già accennato, in
occasione dell’istituzione della nuova targa il parco preesistente, forse molto esiguo, sia stato
completamente sostituito. Completavano la dotazione una serie di pulmini e di furgoni dei soliti tipi Fiat
Ducato, Daily e Alfa Romeo 35 e un nucleo di Fiat Nuova Campagnola usate per la sorveglianza degli edifici.
Complessivamente, con poco più di quattrocento veicoli sparsi in cento provincie, la dotazione risultava
molto limitata, appena sufficiente al più stretto necessario.
Dopo la riforma del Corpo il parco ha avuto un notevole incremento, non solo per rinforzare la debole
dotazione dei mezzi di servizio ma, in particolare, per far fronte ai nuovi compiti di traduzione dei detenuti,
che viene effettuato con appositi furgoni cellulari che viaggiano scortati da autovetture Alfa Romeo,
successivamente affiancate da Fiat Marea e da motocicli.
Nel 2002 il parco si componeva di circa 2500 veicoli: considerato che erano state completate le sequenze
AA, AB e AC, corrispondenti complessivamente a tremila unità, nel deriva che, nel corso dei dieci anni di
esistenza della targa, il 20% dei mezzi era stato nel frattempo radiato.
Pur nella modestia del parco, anche la Polizia Penitenziaria non ha mancato in questi ultimi tempi di
acquisire i soliti automezzi (Mitsubishi, Yundai, Mercedes), decisamente costosi e probabilmente inadatti ad
un pesante lavoro di routine, e forse anche troppo vistosi (o vezzosi) per il Corpo a cui appartengono come,
d’altra parte per tutti gli enti che oggi li utilizzano.
I CELLULARI
Come abbiamo detto più volte, uno dei fondamentali compiti della Polizia Penitenziaria è il trasporto dei
detenuti, compito che in precedenza era affidato ai Carabinieri.
Con il trasferimento delle competenze anche un buon numero dei cellulari posseduti da questi, all’epoca
ancora targati E.I.: quelli più recenti erano già stati acquistati con i fondi del Ministero della Giustizia
A fine 1998 risultavano in servizio 1215 cellulari, dei quali 898 erano quelli ceduti mentre 317 erano stati
acquistati dal Corpo dopo l’avvio del servizio.
Negli anni ’70 le traduzioni erano effettuate dai Carabinieri con cellulari Fiat 242 (e ancora prima ricordo le
“giardinette” 1100i e i furgoni OM), acquisiti fino al 1980, dei quali nessuno – anche se parecchi erano
ancora in servizio nella prima metà degli anni ’90 – venne trasferito alla Polizia Penitenziaria, ai quali più
tardi si affiancò un certo numero di Fiat Ducato. Dopo il 1991 i Carabinieri non acquistarono più alcun
cellulare.
Pur non essendo possibile entrare in dettaglio mancando dati circostanziati, i Carabinieri hanno avuto in
servizio oltre 500 cellulari Fiat Ducato (immatricolati in numerosi gruppi frammentari in genere da 50 o 100
pezzi da E.I. AT a E.I. CX, che ritroviamo, più meno in lotti separati ciascuno formato da un simile numero di
unità, nel parco della Polizia Penitenziaria con targhe da AA 001 (probabilmente) fino a metà della sequenza
AB.
Più numerosi, circa 600, anche se sembra strano un numero così elevato perché su strada si sono sempre
visti raramente, erano i cellulari di tipo “grande”, dei quali un certo numero protetti, derivati dai furgoni
OM/Iveco 55. Nel parco della Polizia Penitenziaria sono riuscito ad individuarne soltanto un centinaio. E’
probabile che alcuni non siano stati trasferiti perché troppo anziani, ma sta di fatto che, anche elaborando il
più possibile le informazioni disponibili, non si riescono a trovare nelle sequenze dei numeri di targa degli
intervalli che potrebbero aver ospitato tutti gli altri.
Nel gruppo AC 24x-26x dovrebbe invece trovarsi una buona parte dei cellulari di grande capacità su telaio
Iveco 370 e Iveco 315 che, presso i Carabinieri, erano immatricolati in piccole serie nei gruppi BE, BK, BP e
CG.
Presumibilmente a partire da AB 22x sono iniziate le serie di cellulari acquistati nuovi dal Corpo, in gran
parte derivati dai telai dell’articolata famiglia di Iveco Daily, di nuovo modello e mai acquisiti dai Carabinieri.
Nelle sequenze AB e AC della Polizia Penitenziaria è possibile individuare anche i 300 e più automezzi
acquistati a complemento di quelli ricevuti dall’Arma per poi proseguire con le nuove acquisizioni degli ultimi
anni.
TIPOLOGIA E STIMA DEL NUMERO DEI VEICOLI
AUTOVETTURE
Anni di
acquisizione
Alfa Romeo Alfasud 1,2
Alfa Romeo Giulietta 1,6
Ala Romeo Alfetta 1,6
Alfa 90 1,8
Alfa Arna SL
Fiat Uno
Fiat Duna 70
Alfa 75 1,8
Alfa 33 1,5 ti-1,8
Fiat Tipo
Fiat Croma
Alfa 155
Alfa 146
Punto S
Brava SX
Marea 2,0 HLX
Marea 2,0 HLX SW
Fiat Stilo
Subaru Impreza
Mercedes classe A
Semovente elettrico
Fiat Panda 4x4
BMW 316 Sw
Lancia Lybra
Lancia Lybra SW
FUORISTRADA
Fiat Nuova Campagnola
Land Rover
Yundai Galloper
Mitsubishi Pajero
Iveco VM 90
1984
1984
1985
1986
1986
1986-1990
1988
1990-1992
1990
1990-1992
1991-1997
1994-1998
1999-2003
1994-2001
1996-2003
2003-continua
2003-continua
2003-continua
2000-2003
2001
2001
2005
2005
2005
2005
150
50
10
10
40
-
1984-1992
1984-2003
10
250
*
15
Alfa Romeo AR 30/35
Iveco Daily
1986-1993
1984
35
170
35
10
Mercedes Sprinter
Fiat Doblò
Mitsubishi L200
Iveco pulmino blindato
Iveco ACL 75
Mercedes Actros
59.14
2003
2003
2005
1984-1990
1986
2003
1997-2003
40
5
10
25
*
10
30
35
*
-
1986-1993
1984-2001
2005-continua
35
90
20
25
25
-
MEZZI DI SERVIZIO
Fiat 242
Fiat Ducato
AUTOBUS
Iveco 315T
Iveco 370T
Iveco 100 E 8
1984-1986
1995
2003
2005
2003
Quantità stimata
Note
Con targa Con targa
Pol.Pen.
A di C
*
20
25
*
*
20
75
75
Uno 45, SX, 50, 60
10
20
220
20
*
35
210
20
100
145
110
290
100
200
140
60
20
*
*
40
10
10
30
-
Pulmino, furgone
Pulmino, furgone, pulmino blindato,
ambulanza
Pulmino blindato, furgone, ambulanza
30-8, 35-8, 35-10, 45-10, 45-12, 60C15.
Pulmino, pulmino blindato, furgone,
ambulanza
Pulmino
50AI, 55-13, 65-13, OM Z
Furgone
Carro attrezzi
CELLULARI
Ducato
Iveco 55.13
Iveco Daily
Iveco 370
Iveco 315
Iveco 100E8
1991-2002
1991-1998
1995-continua
1991-1998
1991-1998
2000
1130
80
240
25
15
10
20
-
MOTOCICLI
Guzzi V 50
Guzzi 850T 3
BMW 850
Aprilia
Suzuki
1989
2000-2003
2003
2004-continua
2005
40
70
40
60
10
40
-
39-12, 45-12, 59-12, 65C15
(*) Numero di unità presumibilmente inferiore a 10.
COLORITURA E SCRITTE
In origine tutti i veicoli avevano una livrea blu scuro, eccetto i mezzi servizio (furgoni, pulmini e autocarri) che
erano verniciati in grigio. Le moto Guzzi avevano invece una tonalità azzurra più chiara, probabilmente
perché era un colore già disponibile presso il costruttore che evitava un’apposita verniciatura.
Esclusi i motocicli e le autovetture, tutti gli altri mezzi avevano anche, posteriormente e sul frontale, un
rettangolo a fondo azzurro con lo stemma del Corpo in argento.
Poco prima dell’adozione della targa di nuove dimensioni è stata aggiunta una striscia azzurra lungo i lati
della carrozzeria e, talvolta, la scritta “Polizia Penitenziaria”.
Sul Bollettino del Ministero di Grazia e Giustizia n.18 del 30 settembre 2001 furono diramate le disposizioni
per l’applicazione dei nuovi schemi, che consistono in adesivi. I veicoli del gruppo sportivo e delle basi navali
portano in più il proprio distintivo.