2a Conférence Me Chantal Mathieu

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2a Conférence Me Chantal Mathieu
46e GIORNATE INTERNAZIONALI
FICPM
«DALLA CONVIVENZA
AL SACRAMENTO DEL MATRIMONIO»
26 – 29 LUGLIO 2012
Saint-Augustin-de-Desmaures
Quebec - Canada
Dal punto di vista legale... nella convivenza si vince o si perde?
Me Chantal Mathieu, notaia
Introduzione1
Buon giorno a tutti e grazie della vostra presenza a questa seconda conferenza. Gli organizzatori
hanno proposto come titolo e tema di questo intervento “Da un punto di vista legale …
nell’unione di fatto si vince o si perde”. Lo scopo della mia
conferenza é quello di cercare di capire cosa è successo concretamente, da un punto di vista sociale e giuridico, per arrivare ad avere un numero notevole, in continua crescita, di
coppie che vivono in unione libera. Non pretendo di avere
tutte le risposte e neanche la verità assoluta su questo fenomeno, ma vi propongo alcuni elementi di comprensione sotto l’aspetto giuridico che vi permetterà, almeno spero, di
capire meglio la scelta delle persone che vivono in Quebec.
Iniziamo dando uno sguardo alla storia e all’evoluzione legale dell’unione libera.
Cronistoria e evoluzione legale dell’unione libera
Il matrimonio è una vecchia istituzione in Quebec come nelle altre parti del mondo. Tuttavia un
aspetto importante della celebrazione del matrimonio differenzia il Quebec da altri Paesi di diritto
civile quali la Francia, il Belgio e la Svizzera. Infatti in Quebec, il matrimonio religioso ha anche
valore civile, cioè è sufficiente una sola cerimonia per la validità del matrimonio e la sua iscrizione al registro di stato civile, a differenza di altri Paesi dove il matrimonio religioso è valido solo
se c’è un’altra cerimonia celebrata civilmente (in municipio). Questa particolarità deriva dal fatto
che all’inizio della colonizzazione i notai sono le persone autorizzate dal re a far firmare i contratti matrimoniali ed i testamenti. Tuttavia una popolazione a bassa densità abitativa non poteva
dare lavoro a sufficienza ad un notaio. Inoltre la popolazione si distribuiva su un territorio molto
vasto ed i notai all’epoca non erano così numerosi da poter ricevere tutti i contratti matrimoniali e
in generale gli atti di stato civile della Nuova Francia. Così nel 1722 tutti i missionari della colonia furono autorizzati ad acquisire i testamenti e nel 1733 questo permesso fu esteso ai contratti
matrimoniali, qualora non fossero effettuati alla presenza di un notaio. Nel 1866 fu adottato il
Codice civile del Basso Canada e la crescente presenza della Chiesa e delle sue rappresentanze
ebbero una grande influenza sulle nostre leggi, come per es. il fatto che la celebrazione del matrimonio fosse affidata ai ministri del culto (come un sacramento religioso) e che gli impedimenti
al matrimonio comprendessero, salo rare eccezioni, quelli decretati dalle Chiese principali. Inoltre il codice civile del Quebec non prevedeva che un matrimonio potesse sciogliersi prima del
decesso degli sposi, mentre il Codice civile francese permetteva il divorzio già dal 1894. E’ solo a
partire dal 1968 che il Codice civile del Quebec prevede che il matrimonio possa sciogliersi in
modo diverso dalla morte di uno dei coniugi. Dunque dal tempo della colonizzazione e fino al
1994 (cioè in occasione della riforma del Codice civile in Quebec) gli atti di stato civile e la loro
conservazione (nascite, matrimoni e decessi) erano confessionali e la relativa custodia era a carico della parrocchie. A quell’epoca, i genitori che non volevano far battezzare i figli potevano tuttavia dichiararli presso il segretario-tesoriere o il cancelliere municipale o un giudice di pace.
Questo sistema era sempre più inefficace e complesso da un punto di vista tecnico e corrisponde1
In questa relazione i termini « coniugi di fatto » e «unione libera» saranno utilizzati per rappresentare la stessa
realtà.
va sempre meno alla realtà sociologica dove convivono pluralità di credenze e una laicità in crescita.
Per quanto riguarda il matrimonio e le sue regole giuridiche, sino al 1970 in Quebec era in vigore
il regime legale della comunione dei beni. All’inizio questo regime aveva la particolarità di dare
al marito la responsabilità totale della gestione dei beni della famiglia, compresi quelli della moglie. Inoltre le donne dovevano avere l’autorizzazione del marito per firmare un contratto, effettuare un ricorso alla giustizia o per esercitare una professione. Considerando che le mentalità evolvono e che prendeva sempre più piede il ruolo delle donne nei confronti di una sana gestione
del budget familiare in qualità di sagge consumatrici e considerando la prospettiva che un marito
con attività in proprio potesse coinvolgere nel fallimento tutti i beni della famiglia, compresi anche quelli della moglie, divenne sempre più comune un altro regime matrimoniale, cioè quello
della separazione dei beni. Poiché il rischio di rottura era molto basso, questo consentiva una migliore protezione dei beni della famiglia in caso di una cattiva gestione finanziaria da parte del
marito. Tuttavia, in caso di separazione o di divorzio, gli svantaggi finanziari erano grandi per le
donne più deboli da un punto di vista economico. Per questi motivi nel 1970 è stato adottato un
nuovo regime legale che permette di avere i vantaggi della comunione dei beni, consentendo al
coniuge non proprietario di un bene di avere diritto alla metà (1/2) del valore dei beni del coniuge
sposato e facendo anche in modo che ognuno conservi i propri debiti come nella separazione dei
beni.
Questa incursione nel passato ci ha permesso di constatare che il diritto, attraverso le leggi e la
loro applicazione, è stato per molto tempo differenziato rispetto alle aspirazioni più ugualitarie
degli abitanti del Quebec.
Il Quebec si distingue notevolmente dalla province vicine per il maggior numero di unioni libere.
Alcuni sociologi puntano sulle differenze tra le religioni protestante e cattolica. L’aumento della
convivenza senza matrimonio potrebbe spiegarsi con il fatto che la maggior parte della popolazione francofona in Quebec era cattolica e il rifiuto della chiesa, alla fine degli anni ’60, di modificare la sua dottrina in merito al matrimonio e alla sessualità ed il rifiuto di dare voce ai laici in
materia di dottrina morale potrebbero aver dato ai cattolici delle buone ragioni per lasciare le
norme cristiane tradizionali. Inoltre nello stesso periodo la Chiesa si ritirò dalle istituzioni che
riguardavano in gran parte la vita quotidiana, quali la salute, l’educazione e l’assistenza caritativa. Gli abitanti del Quebec si sentirono liberi di abbandonare la morale cattolica per affidarsi al
sistema laico, appoggiandosi maggiormente sulle scienze umane come la psicologia, la sociologia
e l’antropologia.
Oltre a questi cambiamenti, a partire dagli anni 1970 e 1980 una serie di trasformazioni hanno
modificato i costumi in Quebec.
In primo luogo : nella maggior parte dei Paesi occidentali, come del resto in Quebec, è usanza
che le donne sposate prendano il cognome del marito. Nel 1981 la riforma del Codice Civile impose alle donne sposate di conservare dopo il matrimonio il patronimico di nascita. Cioè non è
più una scelta, ma per le donne è obbligatorio utilizzare il loro cognome da ragazze (nome della
famiglia d’origine) in tutti i loro rapporti giuridici. E’ possibile scegliere diversamente, ma solo
nei rapporti sociali. Nella vita di tutti i giorni, questa dissociazione ha reso ormai invisibile lo
stato matrimoniale delle donne sposate e indirettamente anche quello degli uomini, trasformandolo ad uno stato simile a quello delle coppie in unione libera che esistevano già. La sola eccezione
era forse l’anulare alla mano sinistra. Ecco dunque un altro cambiamento che consentiva di diminuire l’aspetto negativo della coppia in unione libera.
Secondo punto : a partire dal 1981 il Codice Civile, che sino a quella data non aveva detto nulla
sull’argomento, consente ai genitori di dare ai figli il cognome del padre o della madre o anche il
cognome di entrambi i genitori. Notoriamente prima del 1980 era consuetudine che il figlio portasse il cognome del padre. Così nel 2002, 3 figli su 4 portavano solo il cognome del padre, 5%
solo quello della madre e il 13% il cognome di entrambi i genitori.
Terzo punto : nel 1981 il Codice Civile ha introdotto il principio di uguaglianza tra tutti i figli,
cioè oramai sono accordati gli stessi diritti in materia di obbligo degli alimenti e dell’esercizio
dell’autorità parentale a tutti i figli, sia che questi siano nati prima o durante il matrimonio o che
siano nati da genitori in unione libera. Tutto questo porta a pensare che lo statuto matrimoniale
dei genitori non abbia più alcun effetto sui figli. Contrariamente alla maggioranza delle province
canadesi, in Quebec non c’è presunzione di paternità per i coniugi di fatto (cioè persone che vivono in unione libera). Inoltre, contrariamente ad alcuni altri Paesi di diritto civile dove il riconoscimento di paternità esige pratiche particolari e talvolta complesse per i coniugi di fatto (persone
che vivono in unione libera), qui in Quebec è sufficiente la semplice aggiunta di una firma su un
modulo da parte del personale dell’ospedale, senza che sia necessario indicare lo stato matrimoniale dei genitori. Ancora una volta, questa semplicità delle procedure ha senz’altro contribuito
all’idea che il matrimonio sia solo un affare di scelta personale rapportata alle credenze degli individui e dunque che il matrimonio non sia più necessario.
Un altro fenomeno che ha modificato i costumi degli abitanti del Quebec risiede nel fatto che a
partire dalla fine degli anni ’60, il legislatore ha istituito il matrimonio civile, dando ai protonotari e ai protonotari aggiunti della Corte Suprema (che ora si chiamano cancellieri) la responsabilità
di celebrare i matrimoni non religiosi.
In considerazione della diversificazione dei culti praticati e l’adozione della Carta canadese e del
Quebec sui diritti e le libertà, che riconosce la libertà di religione, e in conseguenza di una nuova
mentalità di fronte alla molteplicità dei dogmi religiosi, nel 1994 si decise di allargare la tradizionale delega per la celebrazione dei matrimoni e di nominare così altre categorie di celebranti, cioè
ministri del culto di altre religioni. Successivamente nel 2002 fu adottato un ulteriore allargamento relativamente a nuovi tipi di celebranti. Così possono celebrare i matrimoni i sindaci e gli assessori municipali, i notai ed anche amici o parenti della coppia (questi ultimi tuttavia sono celebranti per un giorno). Anche i luoghi per la celebrazione sono meno severi e molto meno penosi o
austeri (quale può essere un palazzo di giustizia).
In questo si può vedere la volontà di un movimento sociale di privatizzare la cerimonia del matrimonio. Tuttavia ci si può porre la domanda: il carattere ufficiale di questo tipo di unione non ne
risulta indebolito?
Concludiamo tuttavia che a partire dagli anni 1960 il sistema matrimoniale si è largamente disarticolato ed è diventato stranamente più elastico, contribuendo così a ridurre il carattere formale,
perfino legale, del matrimonio, ed ha confermato in un certo qual modo il carattere privato del
matrimonio. In altre parole, tutti questi fattori hanno contribuito a mascherare socialmente le differenze degli statuti giuridici tra i coniugi sposati ed quelli in unione libera, portando così a credere al mito del matrimonio automatico, cioè dopo un certo numero di anni di convivenza tra
coniugi in unione libera, o ancora se si hanno figli in comune, le persone si considerano come
sposate. Si capisce allora che non è più necessario sposarsi, a meno che le nostre convinzioni lo
esigano o almeno lo suggeriscano.
Statistiche
Le statistiche che seguono comprendono qualsiasi matrimonio celebrato in Quebec (senza tener
conto del domicilio degli sposi), ma gli abitanti del Quebec che si sposano fuori Quebec non ne
fanno parte.
In Quebec ed in Francia la base del nostro mondo giuridico è il codice Napoleonico ed i matrimoni sono retti dal diritto « francese ». Nel Canada anglofono e negli Stati Uniti non c’è la professione del notaio e il mondo giuridico si basa sulla « common law »; pertanto ci sono poche
statistiche sui matrimoni in queste regioni.
Il numero dei matrimoni in Quebec negli ultimi 40 anni si è drasticamente ridotto della metà;
infatti nel 1969 (secondo l’Istituto di statistica del Quebec) c’erano stati 46519 matrimoni religiosi contro i 1026 matrimoni civili, per un totale di 47.546 matrimoni.
Nel 2009 questo numero si è ridotto a 14.000 matrimoni religiosi contro i 10.000 matrimoni civili, per un totale di 24.000.
L’abbassamento del numero dei matrimoni ha raggiunto il punto più basso nel 2003, cioè 21.145
matrimoni. Da allora si è osservato un leggero incremento dovuto probabilmente
all’autorizzazione al matrimonio tra persone dello stesso sesso, che rappresenta circa il 2%
dell’insieme dei matrimoni. In Quebec il numero degli uomini e delle donne omosessuali che si
sposano è equivalente.
C’è stata anche un incremento di matrimoni tra persone di sesso diverso. Nel 2010 sono gli uomini e le donne tra i 25 e 34 anni a sposarsi di più (nel 1970 la fascia di età era tra i 20 ed i 24
anni). Le persone che si sposano meno sono quelle che si collocano tra i 35 e i 49 anni.
Gli abitanti del Quebec di età inferiore a 35 anni scelgono l’unione libera al 51% rispetto al 29%
degli altri canadesi. 29% scelgono l’unione libera in occasione della loro prima unione, il 69% in
occasione della seconda unione e l’80% in occasione della terza unione. Inoltre il 25% delle unioni libere in Quebec si trasforma in matrimonio contro il 37% del resto del Canada.
I celebranti
Nell’anno 2010, il 55% dei matrimoni di coniugi di sesso diverso è stato celebrato da un ministro
del culto (matrimonio religioso). Come già sottolineato in precedenza, a partire dal 2002 una
nuova legge abilita nuovi celebranti per officiare il matrimonio civile in Quebec. Oltre ai cancellieri del palazzo di giustizia e i notai, possono agire come celebranti tutte le altre persone designate dal Ministro della Giustizia del Quebec. Questo rappresenta il 15% dei matrimoni nel 2010
celebrati da un notaio o da una persona designata ed il 19% dai cancellieri.
Le unioni civili furono autorizzate dalla nuova legge nel 2002 per consentire ai coniugi dello
stesso sesso di unirsi ufficialmente, ma la legge fu modificata nel 2004 per consentire a queste
persone anche di sposarsi. Così ci sono pochissime unioni civili, poiché rappresentano solo l’1%
delle celebrazioni ufficializzate.
La distinzione tra unione civile e matrimonio civile risiede solo nel modo di scioglierlo in caso di
separazione. Cioè il matrimonio richiede una sentenza di divorzio, mentre l’unione civile richiede
semplicemente un documento davanti ad un notaio perché l’unione sia sciolta legalmente. Inoltre
si devono avere 18 anni per contrarre un’unione civile, mentre è possibile sposarsi a 16 anni. E’
possibile che l’unione civile ponga dei problemi in materia di diritto internazionale privato, poiché non si sa se sarà riconosciuta all’estero. Quindi per le coppie eterosessuali che ipotizzano di
trasferirsi all’estero il matrimonio resta una istituzione meno rischiosa rispetto all’unione civile.
Le coppie ci parlano
Leggendo i testi scritti da sociologi che hanno intervistato diverse coppie di ogni tipo, la convivenza nelle coppie sembra essere il modo più diffuso per entrare in un ménage coniugale, anche
se il suo significato cambia considerevolmente secondo le coppie. Ma il matrimonio resta un segno di impegno, anche se il semplice fatto di convivere ed il fidanzamento possono svolgere lo
stesso ruolo. Per alcune coppie il matrimonio sembra essere visto, non come un obbligo, ma come un quadro protettivo per la famiglia ed i figli. Per altre il matrimonio è associato alla rottura,
poiché la metà dei matrimoni in Quebec si conclude con un divorzio. Ora, parlando da un punto
di vista statistico, non è che le unioni libere siano più stabili dei matrimoni. Alcune coppie si rafforzano nella loro scelta di vivere in unione libera, poiché, per loro, la vita coniugale giorno per
giorno sembra essere più vera e più autentica di quella che sarebbe imposta dall’esterno
dall’istituzione del matrimonio. Inoltre per alcune persone il costo della celebrazione del matrimonio costituisce un altro freno importante. Ma sono pochissime le coppie che dicono di non
volersi sposare perché non si sentono pronte sul piano della relazione tra di loro. La maggior parte delle coppie che non si sposano non richiama il fatto che uno dei due desidera più fortemente
dell’altro ufficializzare la loro unione con il matrimonio. Dunque l’assenza di consenso genera
coppie che vivranno in unione libera per un tempo più lungo. Raramente le questioni giuridiche o
le implicazioni finanziare legate ad una rottura anticipata sono affrontate per prendere la decisione se sposarsi o no.
Alcune altre coppie celebrano un certo rituale amoroso organizzando una cerimonia che riproduce tutti gli aspetti del matrimonio ma ne escludo ogni istituzione giuridica o religiosa. In questi
casi non sarà firmato alcun contratto e nessun ministro del culto o altra persona sarà incaricato di
ufficializzare l’unione: un puro « matrimonio d’amore ».
Evidentemente se il mito del «matrimonio automatico », secondo il quale la situazione giuridica
delle coppie in unione libera equivale a quella della coppie sposate, dopo qualche anno di vita
insieme o dopo la nascita di un figlio, questo mito contribuisce verosimilmente a dissociare la
questione del matrimonio da quella della protezione giuridica, poiché, secondo loro, questa protezione è ugualmente assicurata indipendentemente dal matrimonio. Quindi dal punto di vista giuridico la percezione dello statuto « ufficiale » della libera unione è indifferente e la scelta del matrimonio si basa solo più su delle simboliche poste in gioco (sia l’impegno davanti a Dio o il proseguimento della tradizione o un’attestazione di amore, ecc.) o in termini terra-terra (i costi della
cerimonia …) poiché per molti, le coppie sposate sono simili alle coppie che vivono in unione
libera.
Ma alla base tutti i rapporti di coppia si fondano sugli stessi temi, cioè l’amore, l’impegno, la
fiducia, la fedeltà e gli obblighi di solidarietà.
Si può dunque chiedere che se le coppie in maggioranza considerano che vi siano tante similitudini tra le coppie sposate e quelle che convivono, anche le nostre leggi dovrebbero riflettere questa somiglianza ed estendere gli effetti di tutte le nostre leggi ai coniugi in unione libera?. Si arriva così alla causa Lola contro Eric.
Il processo Lola contro Éric cambierà il nostro diritto? Ecco i fatti riguardanti una causa che sarà
discussa davanti alla più alta istanza giuridica in Canada, cioè la Corte Suprema. Il caso è questo:
il signore e la signora hanno vissuto come coniugi di fatto e da questa unione sono nati 3 figli.
La coppia si separa e la donna chiede all’uomo (che è miliardario), tra le altre cose, un assegno
alimentare, diritto non riconosciuto in Quebec secondo il Codice Civile del Quebec. Se la Corte
Suprema dovesse accettare questa richiesta, cambierebbe la vita quotidiana di moltissime coppie
che vivono in unione libera in Quebec. Non si deve confondere questa richiesta con la divisione
dell’insieme dei beni accumulati dall’uomo, si tratta solo di una richiesta da parte della donna per
un assegno alimentare in favore del coniuge meno garantito (dato che l’assegno alimentare a favore dei figli è già riconosciuto). Questo tipo di causa comincia ad accumularsi davanti ai Tribunali canadesi, ma è la prima volta in Quebec che un caso arriva sino alla Corte Suprema. Attualmente questo processo si trova davanti ai tribunali e ci porta a parlare dell’evoluzione del diritto
nei confronti del matrimonio rispetto all’unione libera.
Prima del 1980, il matrimonio è un’unione vista come superiore all’unione libera poiché proteggeva tra l’altro la stabilità e la pace delle famiglie, l’integrità della discendenza filiale oltre che
quella della morale pubblica. Passato qualche anno, l’unione libera (tra concubini) era vista come
se avesse una validità incerta con un trattamento non ugualitario per i figli nati fuori del matrimonio (figli naturali) in caso di successione e donazione. E’ stata necessaria una riforma del diritto di famiglia nel 1980 affinché il giudizio morale della legge sparisse, poiché sono sempre più
numerose le persone che adottano l’unione libera come modo di vivere. Le statistiche ci dicono
che nel 1981 l’8% delle coppie sceglieva l’unione libera in Quebec mentre arriviamo al 38% circa nel 2011 e in questo stesso anno, il 2011, il 60% dei bambini in Quebec sono nati fuori del
matrimonio. L’unione libera viene sempre più percepita come un’unione che si basa sulla libertà
e l’uguaglianza, incentrata sull’affetto della coppia e non sul suo ruolo sociale.
L’evidente aumento delle coppie che vivono in unione libera ha dunque spinto il legislatore a
passare da una semplice tolleranza ad un riconoscimento reale dell’unione libera. Si sono quindi
estesi ai coniugi di fatto alcuni vantaggi accordati ai coniugi sposati in certe leggi, come quelle in
materia di regime di rivalsa o di indennizzo sociale (es. Esattoria delle Imposte Dirette delle rendite in Quebec), l’aiuto sociale, l’aiuto giuridico, l’imposta sulle entrate, gli incidenti sul lavoro.
Queste leggi, dopo un certo lasso di tempo o dal momento in cui si hanno dei figli in comune,
considerano ora i coniugi di fatto come sposati. Anche l’articolo 15 della Carta canadese dei diritti e delle libertà riconosce che se si limitano gli effetti di queste leggi al solo matrimonio, questo è DISCRIMINATORIO. Di questo riconoscimento, solo per certe leggi sociali, potranno
beneficiarne anche le coppie di fatto omosessuali. Infine nel 2002, il termine “coniuge” mirato
principalmente agli sposi fu esteso ai coniugi di fatto. Al riguardo bisogna sapere che solo fino a
qualche anno fa, quando una persona era incapace o a causa di un incidente o per malattia oppure
per motivi di età, si doveva formare un consiglio di famiglia costituito dai figli maggiorenni di
quella persona incapace, i fratelli, le sorelle e il coniuge sposato e quindi secondo la legge non si
era nemmeno obbligati a convocare il coniuge di fatto.
Di conseguenza, modificando certe leggi sociali, lo stato rispetta allo stesso tempo la pluralità
coniugale e la libertà individuale. Tuttavia è proprio per questo che nel processo Lola contro Eric
è stato sollevato il paradosso dalla Corte d’Appello. Cioè che il diritto protegge l’unione libera
non intervenendo nei suoi effetti patrimoniali (cioè che un coniuge non proprietario non ha alcun
diritto sui beni dell’altro coniuge, né alcun diritto agli alimenti, a meno che non abbiano lavorato
entrambi in una stessa ditta ad esempio senza remunerazione adeguata). Così la Legge protegge
una libertà tra coniugi di fatto, libertà che dal 1989 rifiuta ai coniugi sposati con il patrimonio
familiare. Per esempio, questa è una legge di ordine pubblico e imperativa, per la quale gli sposi
non possono rinunciarvi in anticipo (ma solo al momento di un divorzio o di una decesso). Per
questo motivo la Corte d’Appello del Quebec si è chiesta « perché questo doppio sistema »?
Quando verrà una coppia che desidera sposarsi e invocare la discriminazione rispetto alla libertà
accordata ai coniugi di fatto? I coniugi di fatto non sono retti da regimi matrimoniali e possono
decidere a chi andranno i beni in caso di decesso o di separazione. Mentre si impongono leggi e
regole ai coniugi sposati. E’ giusto e equanime per tutte le coppie ?
Bisognerà dunque rivolgere la nostra attenzione su ciò che vogliamo, cioè su leggi uniche per
tutti. E’ necessario che i diritti della famiglia ritrovino una coerenza che hanno perso sia negli
obiettivi che nei mezzi. La famiglia si è privatizzata, si è contrattualizzata, si è pluralizzata. C’è
stata questa evoluzione, ma il diritto non ha saputo seguire e divarica la tradizione che intendeva
uniformare la famiglia e la realtà contemporanea che si basa sulla pluralità e sulla liberta, ma anche sulla protezione e sulla solidarietà.
In breve nel 2012 in Quebec si ci ritrova con differenti tipi di coniugi e precisamente:
• coniugi sposati davanti ad un ministro del culto, che avrà iscritto detto matrimonio come
valido al registro dello stato civile;
• i coniugi sposati civilmente, la cui celebrazione è stata officiata da un notaio, un sindaco,
un cancelliere, una persona autorizzata dal Ministro della Giustizia. Questo tipo di matrimonio è aperto sia alle coppie eterosessuali che a quelle omosessuali:
• i coniugi uniti civilmente, la cui celebrazione sarà stata effettuata dallo stesso tipo di persone del matrimonio civile. Questo tipo di unione è aperto sia alle coppie eterosessuali
che a quelli omosessuali, ma la dissoluzione di queste unioni sarà effettiva mediante un
semplice contratto redatto presso un notaio, mentre nel caso di un matrimonio civile sarà
necessaria ottenere un sentenza di divorzio per sciogliere la coppia;
• e infine i coniugi in unione libera senza nessun riconoscimento giuridico ad eccezione di
alcune leggi sociali (imposte, aiuto sociale, ecc...).
Considerando il poco inquadramento giuridico per le coppie in unione libera, si suggerisce di
redarre e di firmare un contratto di vita comune.
Il suo contenuto può basarsi sui seguenti aspetti:
• l’appartenenza dei beni, immobili e mobili (auto, mobili per l’arredamento della residenza…);
• la condivisione delle spese;
• la gestione delle finanze;
• l’uso dell’abitazione;
• il pagamento delle ristrutturazioni della casa;
• riconoscere e dichiarare i contributi in beni o in servizi dei coniugi o della loro famiglia
(es. Manon acquista una casa con il coniuge Louis, ciascuno al 50%, e la sua quota di
40 000,00$ proviene da una donazione fatta dai suoi genitori);
• prevedere delle clausole in caso di decesso (diversamente da un testamento dove si stabiliscono i propri eredi). In questo caso prevedere una tale clausola in caso di decesso obbliga gli eredi a rispettare certe intese concluse con il coniuge superstite, come per esempio « lascio per legato la mia parte della casa ai miei figli » mentre la convenzione prevede : « i miei eredi (cioè i miei figli secondo il testamento) saranno tenuti a vendere la mia
parte al giusto valore di mercato (JVM) al mio coniuge ». Così loro avranno il denaro
•
della mia eredità ed il mio coniuge non sarà obbligato a essere comproprietario con i miei
figli …
enunciare i principi riguardanti i figli (tuttavia i figli di coniugi sposati o di fatto sono tutti
uguali ed hanno diritto al sostentamento finanziario da parte dei loro genitori, etc…..)
Questo contratto tra coniugi di fatto può essere modificato con l’accordo delle due (2) parti contrariamente al testamento che può essere modificato solo unilateralmente.
Questo tipo di contratto permette dunque di :
• proteggersi in caso di rottura o di morte;
• evitare litigi costosi e stressanti;
• evitare la condivisione di beni che il coniuge considera propri;
• evitare uno squilibrio nella contribuzione di ciascuno alla vita familiare o aver stabilito
una intesa specifica su questo squilibrio;
• evitare azioni giudiziarie quali l’arricchimento senza causa (poiché è difficile provare
questo arricchimento da parte del coniuge che non è proprietario del bene che desidera ottenere o della somma di denaro che desidera come compenso monetario).
La causa Lola contro Éric ha suscitato alcuni commenti sulla validità di un contratto di questo
tipo tra coniugi di fatto poiché non c’è un contratto di questa natura definito o spiegato nel
Codice Civile del Quebec. Per contro la Camera dei Notai del Quebec si è pronunciata spiegando che un contratto contiene un’intesa tra le parti e che il contratto è riconosciuto valido
poiché era stato firmato da persone adulte e consenzienti.
Vantaggi e inconvenienti
Le coppie sposate o anche quelle unite civilmente hanno dei vantaggi, come quello di essere riconosciuti come eredi secondo il Codice Civile del Quebec. Tuttavia, il coniuge superstite avrà
soltanto una parte dei beni del coniuge defunto con il quale era sposato o unito civilmente, a meno che il coniuge defunto non abbia firmato un testamento che lo prevedesse. Se non c’è un testamento, al coniuge sposato superstite spetta ricevere una parte dei beni cioè un terzo (1/3) del
complessivo della successione, mentre i figli del coniuge defunto ne ricevono i due terzi (2/3). Se
non ci sono figli, il coniuge superstite sposato o unito civilmente riceverà la metà (1/2)
dell’insieme dei beni, mentre l’altra metà (1/2) sarà destinata agli ascendenti o ai fratelli e alle
sorelle (per la legge gli eredi possono andare sino ai nipoti del coniuge defunto).
Per quanto riguarda i coniugi di fatto questi non ottengono nessuna eredità per Legge, ad eccezione del caso in cui un testamento citi il coniuge superstite come erede. Tuttavia alcune leggi
sociali, quali la RRQ (Esattoria delle Imposte Dirette delle Rendite in Quebec) consente al coniuge di fatto superstite di ottenere una rendita, purché non esista alcun ex-coniuge sposato nei confronti del quale non sia stato pronunciata alcuna sentenza di divorzio. Potreste dunque essere separati di fatto da 20 anni ed anche più, ma se non c’è stata una sentenza di divorzio, è questo coniuge, che risulta ancora ufficialmente sposato, ad ottenere la rendita a titolo di coniuge superstite
secondo l’esattoria delle imposte dirette delle rendite del Quebec (RRQ). E’ possibile ritrovare
questo stesso principio anche in certi regimi di rivalsa.
Un altro vantaggio in caso di rottura del matrimonio, il coniuge sposato o unito civilmente che è
meno provvisto finanziariamente avrà una certa protezione secondo il regime matrimoniale adottato, poiché ciò che la coppia avrà accumulato durante il matrimonio (come casa, abitazioni se-
condarie, regime di risparmio pensionistico, vettura, arredi per i due tipi di residenze) potrà essere
oggetto di compensazione finanziaria a favore del coniuge non proprietario dei beni suddetti.
Per le coppie sposate uno degli svantaggi in caso di rottura è intraprendere delle procedure giudiziarie per ottenere una sentenza di divorzio (processo più complesso e talvolta costoso) rispetto
alle coppie unite civilmente che ufficializzano la loro rottura con una contratto davanti ad un notaio senza l’obbligo di ottenere una sentenza.
Conclusione
La domanda posta all’inizio della nostra conferenza si traduceva così : « Da un punto di vista
legale, si vince o si perde nell’unione libera? » L’incursione nel passato che abbiamo fatto
all’inizio di questa conferenza consente di constatare che il diritto, attraverso le leggi e la loro
applicazione, per lungo tempo si è spostato seguendo le aspirazioni più ugualitarie degli abitanti
del Quebec. Le presentazioni fatte hanno dimostrato di volta in volta i vantaggi e gli inconvenienti delle diverse situazioni matrimoniali. Volendo riassumere, si può vedere che l’unione libera
impone meno vincoli ai coniugi, particolarmente al momento della separazione. Per contro, in
questo stesso caso, questo stato matrimoniale è ugualmente quello che da meno sicurezza sul piano patrimoniale. I tipi di unione sanzionati dalla legge : unione civile, matrimonio civile e matrimonio religioso sembrano presentare un leggero vantaggio sull’unione libera per quanto riguarda
le garanzie legali procurate ai coniugi.
I notai hanno svolto un ruolo importante per spiegare alla popolazione delle leggi complesse in
materia di regimi matrimoniali e renderle comprensibili ai non-iniziati. Hanno consigliato i futuri
sposi ad adottare il regime matrimoniale che meglio rispecchiasse le realtà e le mentalità che si
modernizzavano sempre di più. I notai hanno contribuito ieri ed anche oggi ad evidenziare la dimensione legale del matrimonio. Ancora una volta potranno dare il loro contributo a tutte le coppie, sia che queste scelgano il matrimonio religioso o quello civile o l’unione civile o ancora
l’unione libera. Ogni coppia subisce gli effetti giuridici a seconda della sua situazione ed secondo
il tipo di unione realizzato è necessario conoscere i propri diritti come coppia e per i propri figli.
In qualità di accompagnatori di coppie che hanno un progetto di vita a due, siate dunque attenti e
informatevi sulle condizioni legali che reggono le diverse forme di impegno. Non esitate nemmeno ad informare le future coppie delle condizioni che reggeranno il loro stato di vita futura.
Domande proposte per i lavori di gruppo:
1.
Qual è la legislazione nel vostro Paese relativamente a questa situazione?
2.
Ritenete importante che ci sia una legislazione che riguardi questa forma di unione nel
vostro Paese? Perché?
BIBLIOGRAFIA
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