Olstzyn 2014-2015 di Vanessa Glo

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Olstzyn 2014-2015 di Vanessa Glo
UNA BELLISSIMA ED INASPETTATA SORPRESA:
OLSZTYN
Airport Warsaw – Modlin departure est. 13.30:
guardavo il display di quel piccolo aeroporto dove tutto era iniziato e dove tutto stava
per terminare. Il mio Erasmus in Polonia era ormai agli sgoccioli e la malinconia nel
dire “do widzenia” a quella terra che per sei mesi era stata la mia casa era veramente
tantissima e al contempo si mescolava con quella grande gioia di aver vissuto una
vita intera in una vita.
Ancora trenta minuti di attesa, ma decisi di rilassarmi sulle poltroncine al gate
cercando di ascoltare e cogliere quanto si raccontavano due giovani donne
biondissime, riuscivo a centrare l'argomento e mi sentivo soddisfatta, peccato però
che mi ritornasse in mente l'imminente partenza, allora chiusi gli occhi per un istante
e...
Aprile 2014: la decisione è presa, basta parto in Erasmus! Ma dove? Spagna,
Germania, Francia, Inghilterra, la mia è stata una scelta poco convenzionale Olsztyn
estremo nord della Polonia. Ricordo ancora tutti i volti perplessi dei miei amici e la
classica domanda “Ma che vai a fare in Polonia? Perchè non Spagna” e la mia
classica risposta “A me piace il freddo!”.
Tutta l'estate in attesa della partenza, ero già in contatto con i miei futuri colleghi
Erasmus, ma anche con il mio “mentor”che mi avrebbe dovuto aspettare alla fermata
del bus Olsztyn-Kortowo per poi accompagnarmi all'appartamento a me assegnato
nel Campus. Ma io ero ancora più fortunata il mio mentor aveva voglia di visitare
Pisa e ricoprii il suo ruolo per qualche giorno in città per poi partire insieme per
questa grande avventura polacca.
Non dimenticherò mai lo sbalzo termico appena atterrata e il cielo grigio, il freddo
pungente e il passaggio istantaneo dalla sola t-shirt al piumino invernale. Sono
emozioni che ti accompagneranno per sempre. Come mi accompagnerà per sempre
Olsztyn, perchè un'esperienza del genere è difficile da chiudere nel cassetto dei
ricordi. Iniziai subito a seguire un corso di polacco direttamente in Università, tra le
risate, i dittonghi impronunciabili e qualche fraintendimento è stata una sfida
interessantissima, sopratutto dopo aver seguito le lezioni previste dal mio piano di
studi in inglese, talvolta anche italiano poiché alcuni docenti avevano studiato o
vissuto per qualche tempo in Italia, se non proprio a Pisa.
Ma Olstzyn è molto di più, per me ha significato nuove amicizie, passeggiate nei
boschi del campus e deliziare la mia vista osservando la neve posarsi sul lago
ghiacciato a pochi metri di distanza dalla mia stanza. Ha significato mettere alla
prova la mia resistenza fisica, scoprendo un lato di me che non pensavo esistesse.
Assaggiare una cucina totalmente diversa dalla nostra e apprezzarla, non
dimenticherò mai il momento in cui pensando di fare colazione con cappuccino e
saccottino al cioccolato avevo invece tra i denti un saccottino cipolle e funghi e la
patriottica battuta di un mio caro amico “yeah welcome in Poland”.
Resterà sempre impressa nella mia mente la gioia della prima neve e il non sentire
neppure così tanto freddo nonostante le temperature fossero al di sotto dello zero.
Immergermi in questa cultura che a noi può sembrare diversa ma che mi ha dato
l'opportunità di crescere. Ho incontrato tanti amici con cui ho condiviso l'esperienza
del campus e del dormitorio, delle feste al club Antalek e Rakor (la città è piena di
club e discoteche aperti tutte le sere), viaggi (Torun, Danzica, Cracovia) e momenti di
riflessione profonda come presso il campo di Auschwitz-Birkenau.
Giorno dopo giorno ho conosciuto questa piccola realtà e me ne sono perdutamente
innamorata, e come in ogni amore non sempre tutto è idilliaco, ho avuto iniziali
difficoltà di adattamento fisico e di comunicazione non essendo l'inglese
particolarmente diffuso nella vita quotidiana e nei vari negozi e locali, o anche tra i
giovani. Ma passo dopo passo un mondo si apriva davanti ai miei occhi ed è stato
veramente difficile dirgli addio.
E mentre pensavo a tutti questi piccoli, ma immensi attimi e soddisfazioni, una voce
al microfono mi riportava alla realtà, mostrai il biglietto e così partii, lasciandomi alle
spalle quel che mi era necessario lasciare – cioè tutto.
Vanessa Gloria