n 76 palermoparla

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n 76 palermoparla
SOGNANDO FEDERICO
di Irina Hale
PALAZZO DEI NORMANNI
Sale Duca di Montalto
dal 6 al 17 marzo 2010
DA LUNEDÌ A SABATO
dalle 8,15 alle 17,45
(ultimo biglietto emesso ore 17,00)
DOMENICA E FESTIVI
dalle 8,15 alle 13,00
(ultimo biglietto emesso ore 12,15)
INGRESSO MOSTRA
€ 3,00
INGRESSO MOSTRA
E CAPPELLA PALATINA
€ 9,00
INGRESSO MOSTRA,
CAPPELLA PALATINA
E PALAZZO REALE
€ 10,00
con la partecipazione
Presidenza
della Regione Siciliana
Via Nicolò Garzilli, 36
90141 Palermo
Tel. +390916262833 - Fax +390916262962
GRAFICA Rosy Ingrassia
INGRESSO MOSTRA PER SCOLARESCHE € 1,50 A PERSONA
PALERMO
di Germano Scargiali
In frantumi la sindacatura di sinistra a Bologna
Cammarata regge in bellezza
e Delbono va a pezzi
Flavio Delbono
La stessa sinistra definisce sulla stampa nazionale come “figura di
merda” quella di Flavio Delbono, sindaco della proverbiale Bologna, la città simbolo del governo di marca socialcomunista, oggi
marcato Pd. Interessante: la parola socialcomunista viene data per
inesistente dal vocabulary del computer. Infatti, il socialcomunismo non esiste più.
Perchè mai Delbono “…si sottrae a un confronto pubblico? Ha
mai distratto fondi pubblici per persone a lui vicine? Ha mai usato auto blu per uso personale, per lui o per la sua famiglia? Ha mai
usato foresterie della Regione per uso abitativo? È lo stesso professore accusato di plagio nel 1996 finendo sulla prima pagina del
Corriere? Ha mai ricevuto finanziamenti occulti in questa campagna, ad esempio dalla signora Mantovani?”, la vedova di Luciano Pavarotti. E “Quanto è costata ai cittadini bolognesi la campagna elettorale di Flavio Delbono in termini di manifesti, spot elettorali, volantini e costosissime sedi di comitati elettorali?”.
Le domande di cui sopra vengono poste da un suo avversario politico: dal sindaco che avrebbe governato Bologna se la città della degli Asinelli e della Garisenda fosse tornata a votare liberale
come è avvenuto negli anni 90. Si tratta di Alfredo Cazzola, candidato sindaco di Bologna sostenuto da Pdl e Lega. Contro di lui,
un certo Merighi – ma non Michelangelo, quello detto il Caravaggio – riconosciuto numero uno dei “grandi elettori” di Delbono scarica in risposta una caterva di meri insulti personali, senza fornire alcuna prova, né alcun argomento logico. Zero concetti, ma solo parole, parolacce. Le solite infamità. Così è nello
stile di ciò che resta della sinistra italiana… Che schifo!
Al sindaco di Messina bastò usare l’auto per recarsi con la moglie in automobile, partendo per il viaggio di nozze. Era del Pdl.
Oggi è di nuovo sindaco. Delbono non sarà mai più niente, come Marrazzo.
Ed ecco che cosa ne dice laconicamente un privato elettore di
sinistra. “Se ne va dopo sette mesi, alla vigilia della discussione
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del suo primo bilancio, sapendo di aver fatto
una …leggerezza, come avvicinare vita personale e amministrativa, ma con la convinzione di essere innocente e di star facendo la cosa
giusta, per quanto faticosa, dato che …Bologna
per me viene prima di tutto. Il crollo di Flavio
Delbono, da giugno al timone della città che fu
di Cofferati (che schifo…) e ora dimissionario,
perché indagato per peculato, abuso di ufficio
e truffa aggravata, è diventato realtà nel pomeriggio in consiglio comunale. A farlo cadere l’inchiesta nata dalle accuse della sua ex compagna e segretaria Cinzia Cracchi, anche lei indagata per peculato e abuso d’ufficio”. Che vergogna!
Frattanto, a Palermo, occulti e palesi opinion
leader gettano fango su Diego Cammarata. Peccati veniali i suoi. Grande abilità, carattere, cultura, la sua. Contro i detrattori, Cammarata guida un’intera corrente o sotto corrente nell’ambito dei più incorruttibili appartenenti a Forza
Italia sin dal primo giorno e fedeli a Silvio Berlusconi. Cammarata è uno dei leali, non dei lealisti, parola che non esiste nel vocabulary del pc
(leggi personal computer e non partito comunista). La sindacatura di Cammarata durerà 10
anni e non 7 mesi come quella di Delbono. Che
differenza! Dopodichè Diego diverrà deputato
o senatore, oppure andrà all’Ue a ricoprire incarichi di responsabilità, correttezza e onestà.
Nessuno ha mai accusato Diego di furto.
Meglio un po’ di monnezza per strada che tanta merda sotto il tappeto. Ma, a proposito, il
problema della Monnezza Cammarata lo ha
risolto, per qual che riguarda ciò che è di sua
competenza: il bilancio dell’Amia per evitarne il fallimento. Detto questo, il sindaco di Palermo, al timone di una delle città con più verde d’Italia, cui egli ha contribuito in alta percentuale, rimane al proprio posto a continuare sulla strada del risanamento del centro della periferia e della fascia a mare: il “water front”
che vedeva separata la città dal mare da tempi immemorabili.
Pubblichiamo una
lettera e delle foto
ricevute in redazione
qualche mese fa
da un palermitano
colto e libero.
Ieri ho avuto occasione di
visitare l’area del Castello
a mare, recentemente restaurata e resa pubblica dal
Comune e dalla Sovrintendenza. E’ uno spazio, per
la posizione i ruderi e la sua
ampiezza, di grande impatto. La visita era stata organizzata da una associazione di medici in pensione
guidata dal Professor Balsamo. Io sono stato invitato come esterno.
Allego alcune foto che non
danno assolutamente l’idea
della suggestione del luogo, una foto ritrae il professore, guida della visita, ed
un’altra una vista dall’alto
dal balcone dell’appartameto della figlia del professor Balsamo. In una parte
dell’area è stato allestito anche un palcoscenico dove
si stanno svolgendo una serie di spettacoli musicali.
Credo che potrebbe essere
ancora maggiormente sfruttato, sia per la potenzialità di ricezione di grandi numeri di spettatori sia per la
suggestione del luogo, con
spettacoli di grande richiamo. Penso, se vuoi, che potresti pubblicare qualcosa.
ciao Salvatore.
Al posto di un immenso mondezzaio splende oggi
la realtà bonificata dell’area archeologica del Castello a Mare. Trattasi di uno dei siti topici all’estremità settentrionale della storica città murata. Dà
anche il nome ad uno dei 4 mandamenti: assieme
a Tribunale, Palazzo Reale e Monte di pietà. L’area
bonificata è in buona parte quella recuperata dalla “ex Sailem”, l’impresa di costruzioni portuali che
per molti anni nel dopoguerra realizzò le maggiori strutture in Sicilia e lavorò fino in medio oriente. La bonifica è iniziata con la rimozione dal fondo della cala delle vecchie carcasse abbandonate di
bastimenti e scafi di vario genere accumulatisi sul
fondo dagli anni di guerra in poi. E’ seguita, ad opera del Comune, la bonifica delle acque della Cala
stessa, con la chiusura di tutte le uscite fognanti. Se
“Porta Carbone” (fu una porta della città presso
il mercato ittico, non sarà più sinonimo di fetore,
anche l’area del Castello è divenuta un museo in
plein air, visitabile da un paio d’anni, mentre l’area
della ex Sailem è stata restituita ai primi usi civici:
passeggiata, spettacoli...
Tutto ciò fa parte del recupero programmato del
water front cittadino, che si sta occupando di riportare la città verso il mare, una realtà dalla quale per la povertà, le guerre e la generale grettezza
che ne conseguì, si era fisicamente allontanata. Naturalmente tutti i lavori del water front sono avvenuti e sono in corso nel “vituperato” decennio guidato dal sindaco Diego Cammarata. Invano, con
accuse infamanti, indagini stupide, calunnie belle
e buone, ostacoli burocratici, si è cercato di fermare l’opera della pubblica amministrazione. Spesso colpevole, ma spesso anche vittima della vera mafia cittadina e del peggior conservatorismo. Quello che accetta il degrado per tutelare il privilegio di
pochi.
In concreto l’intera opera di bonifica e valorizzazione del water front è frutto della sinergia, di Comune, Autorità portuale e Soprintendenza ai monumenti. I lavori di rifinitura sono ancora in corso.
Altre opere grandi e piccole seguiranno. Presto
sarà pronta la passeggiata attraverso la cala, a ridosso delle barche da diporto. Prossimamente, verrà
realizzata una lunga banchina d’ormeggio dal molo trapezoidale al molo sud e sarà aperto un varco
per il turismo nautico, alla base dello stesso molo
sud (o Bersagliere). Alla fine disporremo di una lunga passeggiata a mare attrezzata a verde pubblico
che correrà dal fiume Oreto fino al porto commerciale e offrirà alcune strutture aperte alla città, cioè
all’uso civico e turistico.
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LA SICILIA CHE PRODUCE
Giornalisti ed esperti ospiti
dell’Ente Vite e Vino
alla presentazione di Roma
A Palermo
il Concours
Mondial
de Bruxelles
Il Concours Mondial de Bruxelles, manifestazione enologica da quasi 6000
vini e 400 spirits provenienti da tutto il mondo approda a Palermo.
L’evento, giunto alla 17ma edizione, dopo quella dello scorso anno che si
concluse a Valencia, sarà ospitato nel capoluogo siciliano nei giorni 23, 24
e 25 aprile.
La presentazione è avvenuta a Roma nei locali dell’Associazione stampa estera dove giornalisti di ogni provenienza sono stati ospiti del presidente del Concours Baudouin Havaux e del presidente dell’Ente regionale della Vite e del Vino Leonardo Agueci. E’ intervenuto anche il direttore
del concorso Thomas Costenoble. Presenti innumerevoli tecnici e alcuni
personaggi politici fra i quali il presidente Lombardo. Fra i personaggi “di
casa”, Giorgio Calabrese, presidente dell’Onav, l’organizzazione nazionale assaggiatori di vino, che ha assunto una competenza particolare sulle doc
nazionali.
Un grande successo questa presentazione a Roma,che ha riunito 50 giornalisti di tutto il mondo, accolti con ogni riguardo dell’addetto stampa Nando Calaciura. Si tratta di cronisti specializzati in campo eno gastronomico, che rappresenteranno una parte degli “esperti”, essendo gli occhi puntati sui 250 degustatori professionisti che giudicheranno i vini.
Creato nel 1994, il Concours Mondial de Bruxelles si é eretto, in qualche
modo, a campionato del mondo del settore vino e alcolici. Tutti insieme i
campioni dei prodotti esposti rappresentano più di 500 milioni di bottiglie
messe in commercio.
Composta unicamente da professionisti, la giuria del Concours Mondial,
riunisce ogni anno i più grandi personaggi del settore. Le circa 40 nazionalità rappresentate dalla giuria costituiscono una diversità che contribuisce
alla unicità dell’evento.
In alto, un momento
della manifestazione
dello scorso anno a Valencia.
Accanto la medaglia
e il calice
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LA SICILIA CHE PRODUCE
Wine and spirits
protagonisti a Palermo
Concours Mondial ospite (23 - 25 aprile) dell’Ente Regionale Vite e Vino
Certamente un plafond, per l’Ente regionale della Vite e del
Vino, l’aver ottenuto il “passaggio” dalla Sicilia del Concours
Mondiale de Bruxelles. Saranno tre giornate esaltanti in cui
il magico mondo del vino si troverà a confronto ai massimi livelli internazionali. I 6000 vini, ottenuti nelle varie parti del
mondo da innumerevoli uve su innumerevoli terroir e con svariate tecniche, si troveranno di fronte a 600 giurati, oltre che
a tutto il pubblico, il vero arbitro nel decretare alla fine ciò cui
tutti aspirano: il successo. E’ la prima volta che la grande kermesse sbarca in Italia. Trattandosi di vini d’eccellenza, questo è un riconoscimento di valore storico al livello raggiunto
da questa terra nel panorama enologico internazionale.
Adesso l’organizzazione del Concorso mondiale di Bruxelles punta su Palermo per decretare il successo di questa 17ma
edizione che assegna un prestigioso e storico premio. Il
Concorso di Bruxelles, infatti, è sempre stato un appuntamento di straordinaria importanza per il vino di qualità. Nato nel
1994 ha accresciuto la propria importanza a partire dall’edizione 2006, quando ha abbandonato i confini del Belgio,
divenendo itinerante e onorando i paesi europei, grandi
produttori di vino di qualità. Ha, quindi, attraversato Portogallo, la vicina Olanda, Francia e Spagna. Al ritardo dell’Itala sopperisce questa edizione palermitana che suggella l’escalation dei vini siciliani, il successo mondiale dei rossi guidati
dal Nero d’Avola.
L’Italia è adesso il primo paese al mondo nel produrre ed
esportare il vino. Secondo i dati ufficiali Oiv, si trova al terzo posto per superficie vitata, preceduta, però, da paesi molto più vasti. La vite, insomma, è parte integrante del territorio nazionale e siciliano in particolare. Essendo anche stata indicata la provincia di Trapani come la più vitata del
mondo.
Che cosa hanno detto
LEONARDO AGUECI
Ospitare a Palermo il Concorso mondiale di Bruxelles assume un valore di grande significato ed è un traguardo importante conquistato dalla Sicilia
del vino di qualità. E’ il segno
di una maturità raggiunta e riconosciuta alla Sicilia enologica e alle sue istituzioni ed offerte, sotto il profilo organizzativo, a tutti i produttori d’eccellenza del nostro Paese, che, speriamo, partecipino in gran numero e con i loro migliori. La
Sicilia, nell’edizione 2009 a Valencia in Spagna è stata la regione d’Italia con il più alto numero di medaglie assegnate,
confermando ancora una volta un ruolo di primo piano tra le
regioni di produzione di grande tradizione ed eccellenza. Nel
2010 vogliamo consolidare la posizione, consapevoli che i nostri vini potranno confrontarsi sugli stessi livelli delle migliori
etichette del mondo. Ospitare il Concorso è anche un’importante occasione che ci consentirà di aggiornare il patrimonio
di relazioni e di conoscenze che questo Concorso porta in dote alla nazione ospitante.
BAUDOUIN HAVAUX.
L’Italia è il primo produttore
di vino al mondo ed è impegnata da anni nella produzione di vini di qualità. Era logico e naturale che la manifestazione facesse tappa in Italia.
La scelta della Sicilia è stata
consequenziale, dovuta anche
al fatto che abbiamo trovato
nell’Istituto Regionale della
Vite e del Vino un partner affidabile ed entusiasta. La Sicilia, grazie alla propria posizione nel cuore del Mediterraneo
e al suo essere crocevia di culture e popoli, è da sempre terra d’elezione per la coltivazione della vite e per la produzione del vino.
Ma è il presente e il futuro delle enologia dell’Isola che ci interessa e su cui vogliamo investire: territori viticoli di straordinaria unicità, produzioni qualitativamente superiori, caratterizzate dalla tipicità dei vitigni autoctoni, un tessuto produttivo fortemente motivato e orientato all’export, fanno della
Sicilia una sede adeguata e prestigiosa, per ospitare l’edizione 2010 del Concorso in Italia.
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EDITORIALE
Un’allegoria dei porti mediterranei
nella copertina di Francesco Italia
Anno IX - n. 76 marzo 2010
Tutti i testi indistintamente giunti al nostro
giornale possono essere riassunti e modificati
in armonia con la linea formale e morale
della nostra pubblicazione.
Le edicole di “PalermoParla”
Politeama: Mondadori, Turati, Bingo via Amari , R. Settimo (Randazzo); Piazza Massimo.
P. Pretoria. Via Libertà: Matteotti e Fiamma. Via Calvi. Edicole Mercurio: Roccaforte, Pacinotti. Via Pr. Villafranca: Kilt bar e
Schillaci. Via Intorcetta: ang. via P.pe Camporeale. Via Sicilia: Bar Sicilia, V.le Campania: ang. V. Emilia. V.le Strasburgo: Belgio, Aldisio. P.zza Leoni. V.le del Fante: P.le del Fante, Villa Sofia, P.zza Niscemi. P.zza Acquasanta. Mondello: Paese, P.zza Castelforte. Cefalù: V. Roma. Carini: Piazza e bivio Foresta.
Trapani: Villa comunale. Edicole Roma: “Caporali & Caporali” edic. n. 4, Stazione Termini (fronte bin. 14); “Magliano Fiammetta” via S. Pincherle, Mun. XI; Viale Marconi (ang. piazza della Radio (Mun. XV); Mondini Luciano “Edicola Giornali” - Piazza Colonna (Portici Veio); “Ascensi” via Ponzio Cominio, 50 (Mun. X) Edicola-tabacchi “Shangri-La Corsetti” via Algeria, 141 (Mun. XII);
Eur: 2G s.a.s. di Ciocari Giovanni , via Pietro
Maffi, 72 (Mun. XIX) .
da chi ricerca l’interesse proprio: le multinazionali, il nord Italia, l’Europa stessa.
L’Ue afferma di avere tutta l’intenzione di aiutare il Mediterraneo. Ma quale Mediterraneo, se
poi come capitale si candidano Parigi, Milano o
Bologna? Così posti come la Sicilia rimarrebbero due volte “fregati”: prima dallo spostarsi dell’asse economico sull’Atlantico, poi dal lasciare
il “pallino” in mano a quella stessa Europa già cresciuta grazie all’oceano.
Ma qualche segno positivo è nei fatti: la realtà mediterranea torna a trovarsi sulla “via delle Indie” (far
east) e la crescita si allarga a macchia d’olio sotto
i paesi frontalieri. Si fanno vivi i paesi del medio
oriente (Libano) e quelli del Mar Rosso (Giordania, Siria, Oman…) attorno all’Italia e al potente Egitto, alla Libia e a tutto l’evoluto Magreb.
Per questo ci azzardiamo ad inventare l’inserto
“Riviere” (vedi all’interno) che vorrebbe divenire una rivista a sé, mentre ad alto livello – altro
segno di chiara avversione – si parla di diminuire, anziché aumentare la presenza mediatica
sul Mare Nostrum…
Apriamo
al Mediterraneo
4 Cammarata regge in bellezza e Delbono
va a pezzi
6 A Palermo il Concours Mondial de Bruxelles
sommario
Direttore responsabile: Germano Scargiali
Direttore editoriale: Lydia Gaziano
Redattori:
Gregorio Napoli, Aldo Librizzi,
Grazia Gulino, Chiara Scargiali,
Francesco Italia, Vincenzo Scargiali,
Andrea Uzzo, Riccardo Picone
Relazioni esterne: Antonella Gullo
Redazione romana:
M. Antonietta Gaziano Sarao,
Nino Macaluso, Salvatore Ragozzino
Maria Concetta Di Lunardo
Collaboratori:
Giulio Ambrosetti, Vincenzo Baglione,
Benito Bonsignore, Giulio Cusumano,
Sara Favarò, Erwin de Greef,
Gioacchino Guccione,
Giuseppe Lo Verso, Tina La Loggia,
Guido Guida, Amedeo Lo Cascio,
Marcello Malta, Andrea Uzzo,
Marco Vaccarella,
Roberto Gueli, Anna Maria Ingria,
Rory Previti, Bartolo Scalici,
Marcello Scurria, Francesca Tamburello,
Nino Martinez, Armando Vaccarella,
Franco Verruso, G. Zimmerhofer
Corrispondenti:
G. Loy Puddu, Giulio Biasion,
Vincenzo Lombardo,
M. Carola Tuzzolino
Vincenzo Agozzino,
Gaetano Messina, G. Di Quattro
Fotografi e Agenzie:
FrancescoItalia. it
Progetto grafico: FrancescoItalia.it
Impaginazione: Vincenzo Scargiali
Direzione e redazione:
Tel. 091 520971 - 339 4928353
e-mail: [email protected]
www.palermoparla.it
Edizione e Stampa:
Euroservice Puntografica
Trib. Palermo n. 42/1997
Cerchiamo di ampliare l’orizzonte di Palermoparla, estendendolo oltre il mare che circonda
la Sicilia estendendolo al Mediterraneo. Un sogno impossibile il nostro? I problemi del Mediterraneo, dell’Area di libero scambio, che
avrebbe dovuto decollare entro l’anno, ma di
cui si parla poco o nulla, sono paralleli a quelli della Sicilia.
Si scrive a fiumi sulla mafia. Noi ne abbiamo sempre parlato senza troppi
timori e “a modo nostro”,
cioè alla maniera dei “Siciliani veri”, che hanno
interagito nel mondo del
lavoro e dell’impresa. Ma ci riferiamo solo alla
vita d’ogni giorno “a livello stradale”, vissuta
subendo l’onta dei “raccomandati”, della mafia che non sempre uccide, ma che più spesso
deruba del pane, della possibilità di lavorare e
di esprimersi “…se non si è del giro”. Ma un’altra verità sul problema è che la prepotenza agisce con metodi analoghi ad ogni livello. Lo
sviluppo del Mediterraneo meridionale, comunque in atto per motivi epocali (un neo rinascimento è comunque in corso), viene ostacolato
di Germano Scargiali
10 E no Sacconi ti sbagli
11 Il diritto di accesso dei deputati agli atti
della Regione
Fallimentare la politica di Lombardo
12 Stanno cambiando i pentiti
14 Le false dichiarazioni di Cimino
15 Ennesima sconfitta, la Ue esclude la Sicilia
16 Uno sportivo al timone dell’Università
17 Giuseppe Agrusa fra turismo e cultura
18 Parla Polverini donna in positivo
19 Roberto Rastelli (Pdl) dal Campidoglio
alla Regione
20 La Fiumetorto-Castelbuono presto completata
21 La politica per il sud e la Sicilia
22 Mani che parlano
Da e-Governament e e-Democracy
23 Nicolosi: “Puntare su natura e cultura
per il rilancio del turismo”
24 Promossa una petizione popolare
25 Riviere mediterranee
26 Libero scambio solo una speranza
28 Iniziative in corso per il Mediterraneo
30 L’eccellenza. Il Distretto della Pesca
32 Nautica. Appuntamento a San Nicola
La qualità sposa l’innovazione
33 Impasse e ostruzionismo non fermano
i porti
35 Le splendide nozze Maccarone Cumbo
36 Una palermitana a Shanghai
37 Quei giovani di Guaschino
38 Storia del Circolo Velico Mazara Jousha
39 Ma allora il segreto è proprio “Zampa”
Ustica Lines un caso di Eccellenza
40 A.s. Atletica Mondello
41 Giovanni Caramazza addita il problema
degli impianti
L’analisi di biomarcatori sierici nei giovani
calciatori
42 Dieci titoli in Sicilia otto a Palermo
Il siciliano Vacirca vince il “Children”
di Manerbio
43 A Catania la tappa dei Maschili 2010
44 Si affermano ai tricoli Wtka gli atleti
della Roy Team Palestre
45 Il movimento per la vita: aiutiamo i più deboli
46 A Les Cayes portando le stampelle
a Klossome
48 La Grandi navi veloci parte con un grande 2010
49 Apre i battenti l’hotel Piazza Borsa
50 Cresce Palermhotels
51 Travelexpo tra new entry e conferme
52 In un contesto difficile possibili soluzioni
per la ripresa
53 Decreto salvaprecari
Università europea del tempo libero
54 Al Garibaldi si parla del trattato di Lisbona
Il liceo Scaduto di Bagheria va al Ministero
55 Al Don Bosco il valore del latino
57 Giovanni Massa evoca la film-utopia siciliana
Annarita Campo. Autoprodurre è bello
58 Welcome ma è quasi come dire addio
59 Il cinema in versione originale
60 Gastronomia, premiato Filippo La Mantia
61 Dove andiamo stasera
9
EDITORIALI
E no Sacconi ti sbagli
I politici del Sud non sono cattivi per natura
I politici del Sud
Non si può immolare
Italia e della Sisull’altare del federalicilia hanno insmo fiscale l’intera solnovato, sperivibilità morale del sud.
mentato e goverPuò mai, un ministro
nato sempre a liSacconi, buttare la crovello nazionale.
ce addosso alla classe
Anche a livello
politica del Sud Italia
locale non tutti
e della Sicilia, come se
hanno tradito,
fosse tutta marcia.
non tutti hanno
Molti concetti si posdeluso. Hanno
sono opporre a tale geanche incontraneralizzazione, purto difficoltà spestroppo frequente non
so insormontasolo nello spirito leghibili, per motivi
sta, che è, al riguardo,
geografici, storiquanto di peggio si posci e …politici.
sa civilmente immagiCiò che ha delunare. Vi sono verità –
so è l’intero esiper inciso – che anche
to di questo dose hanno un fondamenpoguerra e delto, non possono essere
l’intera unità
sostenute. E una di qued’Italia. Nel corste è che un popolo sia
so degli anni si è
“cattivo per natura”,
fatto ben poco
che sbagli per abitudiper un corretto
ne o per principio. Per- Ilministro Maurizio Sacconi
sviluppo del Sud,
chè questo è razzismo.
Ma le obiezioni che noi opponiamo deci- anzi si è cercato di evitarlo. Il sud si è risamente alla logica espressa da Sacconi fugiato nell’economia in nero e nella masono altre, scendono sul piano pratico, di lavita organizzata, il cui comportamenuna concretezza storica inoppugnabile. to, intendiamoci, è di ribellione al sisteSe gli uomini politici meridionali e sici- ma, alla legalità, anche e soprattutto per
liani hanno deluso, la loro maggior colpa la poca fede che essa ha ispirato negli aniè di aver fatto i vicerè – vedi De Roberto mi più ribelli, negli strati più poveri ed
– cioè di essersi contentati dell’investitu- emarginati della popolazione meridionara dal Centro e di aver letteralmente “ven- le. O si dimenticano le colpe della socieduto” la Sicilia e il Sud agli interessi co- tà nella scaturigine della criminalità stradale. Combattiamola con i mezzi più adelonialistici del Nord Italia.
C’è il sud che subisce ogni angheria, co- guati, sul piano della repressione, ma sul
me l’importazione di prodotti dell’agroa- terreno dello sviluppo, prima ancora che
limentare e della pesca in particola- culturale. Continuare a gettare la croce
re da paesi stranieri, dalle multinaziona- addosso ai “cattivi per natura”, ai “crili, ovvero dai paesi poveri limitrofi (Spa- minali per vocazione”, ai “riottosi per tengna e Grecia) e del terzo mondo, ma co- denza” è solo stolidanza, stupidità assostretto a comprare macchine utensili di luta.
ogni tipo di fabbricazione nazionale (al E non si faccia lo stesso con l’Africa, lasciata nel sottosviluppo per la paura delnord).
C’è quello che subisce l’onta di strade fer- la probabile concorrenza che essa esercirate e vie di comunicazione insufficienti, terebbe se …crescesse. Ma non è vero:
di treni lenti e decrepiti, di mancati inter- una mente che abbia un minimo di lunventi sul costo del biglietto sui mezzi che gimiranza capisce benissimo che lo sviluppo del vicino è, nella sommatoria, mocomunicano con il nord del mondo…
Ma c’è anche una terza osservazione inop- tivo di sviluppo per tutti. Né possiamo
pugnabile: la classe politica nazionale è continuare a tenere alla fame i popoli consempre stata ricchissima di uomini del sud finati. Si esca dunque dall’ignoranza e dale della Sicilia, che hanno ricoperto cari- la stupidità di certi assiomi ripetuti papche di ministro e capo del governo, oltre pagallescamente contro ogni verità, conche di Presidente della Repubblica. Si po- tro ogni cultura.
trebbe infierire affermando che hanno Sacconi in particolare ha scaraventato stapuntualmente mantenuto della propria mani su Rai 1 alle 8,30 circa una caterorigine solo una punta di dialetto e l’abi- va di stupidaggini di infimo profilo. Bertudine a fare le corna scaramantiche die- lusconi non deve e non può mantenere in
tro la schiena come il vecchio presidente carica ministri di tale basso livello.
Leone.
Lydia Gaziano
10
di Gesse
Prosegue la fallimentare politica di Raffaele Lombardo, che svolge il compito di bloccare tutto in attesa che vengano …tempi
migliori. E quali sarebbero questi tempi migliori? Quelli in cui i vecchi notabilati isolani potranno controllare nuovamente la
situazione. Esiste un mese “ottembre” che
non verrà mai e una famosa data latina “le
calende greche”. Una realtà come quella
della Prima Repubblica non tornerà mai
più in essere per mille motivi: l’avvento della “odiata” logica dello sviluppo sposata da
Forza Italia e oggi dal Pdl, la maturazione
della mentalità corrente, la presenza attiva
dell’Ue…
E’ stato notato a ragione che “nonostante siano già stati sottoscritti tra Stati e Regioni i protocolli di intesa per avviare i bandi necessari per attivare le misure su innovazione, ricerca scientifica e integrazione
tra pubblico e privato nei settori della formazione, attività produttive e agricoltura
fino ad oggi nessuna iniziativa è stata realizzata per consentire l’utilizzo delle somme”.
Salvino Caputo, opportuno presidente
della Commissione legislativa Attività produttive dell’Ars ha subito disposto con urgenza l’audizione in Commissione dei Dirigenti generali degli assessorati Attività
produttive, Formazione e Industria per conoscere quali siano gli ostacoli che ancora
oggi impediscono l’utilizzo di oltre 120 milioni di euro destinati alla Sicilia.
“In un momento in cui – ha dichiarato Caputo – il mondo economico e produttivo siciliano, in particolare il comparto agrico-
EDITORIALI
Il diritto di accesso dei deputati
agli atti della Regione
Lo reclama Francesco Cascio presidente dell’Ars
Cascio scrive a Lombardo, ancora una volta per riportarlo
alla ragione e alla correttezza politico amministrativa.
“La invito a voler dare opportune indicazioni agli Uffici della
Regione e agli amministratori
degli enti da essa dipendenti e/o
controllati, affinché la loro attività sia improntata al principio
di leale collaborazione con il Parlamento siciliano, fornendo le
notizie e le copie degli atti che
vengono di volta in volta richiesti dai singoli deputati nell’esercizio del proprio mandato parlamentare”.
Questo il contenuto di una nota
inviata al Presidente della Regione Raffaele Lombardo dal presidente dell’Ars Francesco Cascio, che ha accolto una richie-
sta dell’onorevole Davide Faraone.
Il deputato del PD, infatti, aveva sollecitato l’intervento del
Presidente dell’Ars, lamentando la mancata risposta da parte degli amministratori degli enti sottoposti al controllo o partecipati dalla regione, in merito alle sue richieste di accesso ai
provvedimenti amministrativi
della stessa e dei soggetti ad
essa collegati.
“Esorto il Presidente Lombardo – afferma Cascio – a porre in essere tutti gli atti necessari e opportuni per evitare che
venga leso il legittimo diritto
dei parlamentari all’accesso dei
provvedimenti amministrativi
della regione, posto che diversi deputati mi hanno rileva-
to il disinteresse e il comportamento assolutamente negativo
di alcuni Enti controllati dalla
stessa, in riferimento all’esibizione di atti amministrativi
riguardanti il conferimento di
incarichi di consulenza, l’affidamento di servizi e le dotazioni organiche, confidando nella sensibilità del Governatore
in tema di trasparenza amministrativa e diritto di accesso”.
Cascio, sul punto, ha sottolineato, altresì, che: “La conoscenza degli atti amministrativi adottati dall’amministrazione regionale rientra nell’esercizio delle funzioni parlamentari e, a tal proposito, la legge
regionale 16 aprile, 2003,
n. 4, individua le modalità attraverso le quali tale diritto di
accesso e di informazione deve essere assicurato a favore dei
deputati regionali e delle commissioni parlamentari”.
Cascio non esita ad accogliere le giuste sollecitazioni dei “più
puliti” fra i Ds che, non essendo
conniventi con il potere, fanno
sentire la propria voce contro un
governo assurdo basato sul nulla. Ancora una volta la presidenza Lombardo fa acqua, assume
comportamenti limitativi dell’ordine democratico e dei diritti dei siciliani e dei loro legittimi
rappresentanti all’Ars. Resta da
chiedersi unicamente quando
cadrà il governo Lombardo, in
piedi miseramente solo perché
molti parlamentari aspettano la
pensione che discende dalla durata della legislatura. (D.)
Fallimentare la politica di Lombardo
Quali ostacoli impediscono l’utilizzo di oltre 120 milioni
lo, vive una fase di gravissima crisi economica oltre che di mercato, appare grave ed
immotivato che queste risorse, ingenti e strategiche, rimangano bloccate. È indispensabile che sui temi dell’occupazione e dello
sviluppo venga data dal Governo della Regione l’assoluta priorità per sollevare l’economia della Sicilia che a causa della crisi è
stata messa in ginocchio con ripercussioni
negative sull’intero sistema produttivo della regione”.
I 120 milioni destinati al settore della Ricerca e della Competitività sarebbero utili
per il rilancio delle piccole e medie imprese
e renderebbero le imprese più adeguate alle condizioni di mercato ed in grado di rispondere con adeguatezza al sistema di concorrenza nazionale ed
estero.
Frattanto lo stesso
establishement regionale si impappina. Mentre veniamo a
sapere con quale disinvoltura (circostanza di
per sé positiva, prova
che non tutto va male,
che lo sviluppo c’è) un
giovane imprenditore siciliano possa spendere 2 milioni e mezzo di euro per dragare
il fondo di Porto Empedocle, l’assessore Venturi riesce a fare l’ennesima frittata, spingendo l’imprenditore Moncada a fare marcia indietro. Ciascuno dei due accusa l’altro di coltivare interessi nascosti. Moncada
risponde che il suo interesse era solo quello di accelerare la percorribilità delle acque
portuali empedoclino, aprendo la strada all’attività del martoriato degassificatore e a
navi di proprio interesse. Che male ci sa-
Salvino Caputo e, a sinistra, Porto Empedocle
rebbe? Perché chiedere se il gatto e
bianco o nero, visto che mangia il topo?
Chiedetelo a Venturi, uno dei tanti uomini enigmatici, anzi misteriosi, dell’entourage elefantiaco messo
su dal più incomprensibile uomo politico siciliano d’ogni tempo: Raffaele Lombardo da Grammichele (Ct).
11
POLITICA
Son dolori nella Sicilia in cui nulla dovrebbe cambiare
STANNO CAMBIANDO I PENTITI
Tanto tuonò che piovve. Dopo aver tenuto
fra i denti le verità di base sull’organigramma mafioso, i pentiti cominciano ad uscire
dai binari. Per anni solo poche allusioni colpivano di striscio una verità che tanti conoscono, accennandovi come a fatti episodici, exploit quasi casuali… Tanti o tutti? Noi diciamo da tempo: la conoscono
tutte le persone “vere”, intese come coloro
che hanno realmente interagito nella realtà siciliana o anche extra isolana.
Noi abbiamo recentemente definito come “il segreto di pulcinella” quello che oggi emerge qua e là in modo sempre più minaccioso, ma finora vano. Perché non c’è
peggior sordo di chi non vuol sentire e, per
di più, coloro che dovrebbero sentire non
hanno neppure il potere di prendere atto
della realtà. Non lo hanno fatto per decenni, come e quando potrebbero iniziare a
farlo?
Ci spieghiamo meglio. Finora la verità
sul modo di muoversi
della malavita organizzata, pur trasparendo
tante volte da vari scritti e da vari film, soprattutto americani e francesi, ma anche italiani, veniva considerata Totò Riina
“a latere” della cosiddetta “lotta alla mafia”. Quando si parla di
quest’ultima, infatti, si va dritti verso i Riina, i Provenzano, i Capi dei capi, i Papi…
Ma Papi di che?
Può un pecoraro, per quanti milioni muova, essere il bandolo della matassa del
problema? Al massimo sarà uno dei bandoli della matassa… Può un uomo politico, per quanto in alto, essere lui ad inventare e reinventare un fenomeno di queste
proporzioni?
Le maggiori verità sulla malavita organizzata sono state sempre l’ asso nella manica che per anni ha fatto sì che i malvi-
osservatorio
Nucleare sì grazie
La Sicilia poteva esprimersi in un lampo di originalità, nel non opporsi al nucleare. La sicurezza (unico incidente
il vecchio Cernobyl, ma si pensi ai tanti dell’idroelettrico, il minimo impatto
ambientale (il combustibile entra in un
valigia, lo “spegnimento” delle scorie
durerebbe 200 mila anni, ma con la
tecnologia di oggi, non con quella disponibile domani, le emissioni sono di
vapor d’acqua). Invece la Sicilia si ostina all’atteggiamento ottuso che abbiamo ascoltato. Differente potrebbe e
essere la reazione se l’Isola è scelta
ancora una volta come “agnello sacri-
12
venti caduti nelle mani della legge mantenessero una reticenza
di base, pentiti o meno che fossero. E’ sempre stato come un gioco a rimpiattino, che
confermava la verità
che il sistema “voleva” ascoltare: da una
parte la società “buo- Bernardo Provenzano
na”, dall’altra quella
cattiva. Da una parte i rei, dall’altra gli innocenti. Una reticenza cui non sono estranei personaggi come Cutolo e Riina. Ed è
questo rispetto di un residuo “codice d’onore” che salva i loro patrimoni. Che differenza fa che da 100 scendono a 50 quando si
tratta di milioni di euro. L’importante e che
non si avvicinino a zero… E a zero – fateci caso – non si riduce nessuno. Quindi l’ovvio sistema …funziona.
La realtà malavitosa non si ferma certamente a quella definita ufficialmente dalle comuni fonti. Occorre tener conto del
fatto che la malavita organizzata è un male, fra epidemico ed endemico, presente
in tutto il mondo. Ed è fondamentale anche ammettere che, se
non fosse così, si darebbe spazio alla “malavita disorganizzata”.
E – chiediamo venia
per la battuta – potrebbe esser peggio.
In tale realtà si procede – come abbiamo altre volte scritto – per
pacificazioni (vedi pax Gaspare Spatuzza
mafiosa), sgarri e rappresaglie. Questo è il fondamentale metro
di lettura di tutto ciò cui assistiamo nella cosiddetta lotta alla mafia o, altrove, alla malavita organizzata. Che cosa sta avvenendo adesso? Quale la novità?
La novità è che sempre più “esperti” del
problema – cioè pentiti o diretti protagonisti della lotta alla mafia o malavitosi stessi
– spesso escono dai binari. Vedi ora Spatuzza, Messina, Ciancimino. Nel costume
espressivo siculo si direbbe meglio: pisciano fuori rinale. Prima o poi doveva succedere che qualcuno non
avesse motivo di fermarsi, cioè di darsi la
classica regolata, nell’aggiungere il proprio
tocco di colore alla rappresentazione oleografica di quella “famigerata” realtà.
Leonardo Messina Leonardo Messina
è colui che ha affermato candidamente che “…quando i mafiosi
diventano importanti, allora fanno parte di
logge massoniche”. Pur in presenza di tale affermazione, nuova solo perché lapidaria, si continua a generalizzare sulle “rive-
ficale”. E’ il caso del rigassificatore di
Priolo. A differenza di quello di Porto
Empedocle, non servirà alla Sicilia, ma
a rifornire il resto d’Italia. Per quel che
riguarda la quantità d’energia prodotta non ci sono paragoni. I motivi
di aprire al nucleare sono mille, anzi
“millanta”.
gas si tratta? Cogliamo al volo una cifra: 12 miliardi di metri cubi l’anno.
E la pubblica opinione ha idea di quante navi approderanno e ripartiranno
per rifornire il rigassificatore e quanto
sono grandi le gasiere? Da molti anni il massimo porto d’Italia per tonnellaggio è Augusta: “grazie” a petroliere
e soprattutto gasiere.
Il danno ecologico che questi giganti
del mare apporteranno al Mediterraneo, più la complicazione del traffico
marittimo, che è già in crescita esponenziale, sarà certo sopportabile,
ma notevole. Chi fra noi è in grado tecnicamente di azzardare un paragone
con i danni, supposti, del nucleare?
Il rigassificatore di Priolo
Non vogliamo suggerire nulla a chi
marcia, quasi sempre a sproposito,
contro il progresso. Ma la pubblica opinione ha idea di quante navi approderanno e ripartiranno per rifornire il rigassificatore di Priolo? Sa di quanto
Massimo Ciancimino merita un discorso a parte. E’ partito in quarta per essere il campione di quanto noi auspichiamo nell’articolo a lato e di quanto ci si dovrebbe augurare per poter procedere ad
una vera cura del fenomeno mafioso.
Non a caso l’Unità stessa si dimostra stupita e un po’ sconcertata. Perché, ricordiamolo, la descrizione oleografica del fenomeno malavitoso fa comodo un po’ a tutti. Ciascuno ne trae commenti e conclusioni, a proprio vantaggio. La sola ad essere penalizzata è la verità, quindi la società. E non è poco. Attenersi alla oleografia della mafia è come giocare senza il banco: conoscete quei giochi col piattino?
Ecco le parole significative con cui apre
un articolo su Ciancimino proprio l’Unità. …Ma chi è questo Ciancimino junior?
Da dove sbuca? Da dove prende tante verità? Sono le domande che si pone il cro-
POLITICA
lazioni” di Messina sui rapporti fra mafia e
massoneria. Insomma, per quante evidenze emergano, l’ufficialità le rifugge.
In una recente rievocazione biografica
d’uno dei più importanti imprenditori palermitani, l’articolo più osé, ma anche negativo e impietoso, nel descrivere i successi di
quel personaggio, dava per scontato che l’ammontare annuo del “pizzo” da pagare da
parte della premiata ditta in questione venisse stabilito nel corso di riunioni massoniche: si concordava, per quel che si capisce,
quanto fosse “il giusto”. Cioè …né troppo,
né poco. Ecco un quadro verosimile della realtà mafiosa.
Tuttavia si continua a descrivere il fenomeno del pizzo in ben altro modo. Cioè, ripetiamo: da una parte la Sicilia “bene”, dall’altra “la mala” per eccellenza.
Da evidenze come queste, due fra tante, si
deduce quale sia la realtà da noi spesso agitata: non v’è soluzione di continuità fra logge massoniche e mafia. E’ all’interno di accolite del genere, massoniche o di tipo massonico, che si manovrano le fila del fenomeno mafioso. Tanto più che all’occorrenza c’è persino chi se ne vanta in società…
Vittorio Sgarbi, siciliano improvvisato,
molto colto da una
parte, un po’matto
dall’altra, incarnazione del mito di genio
e sregolatezza, ma certamente personaggio
evoluto, non poteva
non aggiungerci del
suo. Salemi sarà pittoresca, ma è una
Vittorio Sgarbi
piazza calda. Non dimentichiamo che era la patria dei Salvo.
Mafiosi forse, ma del tipo insolito: non
campieri, “peri incritati”, bensì fini gestori delle esattorie, personaggi dell’ufficialità, imprenditori. C’è chi ha sempre visto
con sospetto l’incriminazione dei Salvo.
Ed è proprio su questi
casi “anomali” che occorrerebbe riflettere di
più. Approfondire. Perché mai, infatti, i colletti bianchi – in quella realtà di sgarri e rappresaglie, se è vero che
le più importanti decisioni vengono prese lontano dalle campagne e Ignazio Salvo
Il fenomeno Ciancimino junior
nista. Poi si chiede letteralmente: “…e chi
glielo fa fare di dirle tutte insieme, una dietro l’altra, in un processo pubblico, concedendo perfino che le telecamere lo riprendano? E perché osa sfidare le ire del generale Mario Mori, petto stracolmo di medaglie pesanti, elargite da prima e seconda Repubblica, e imputato per favoreggiamento a Cosa Nostra, avendo, secondo
l’accusa, fatto scappare Bernardo Provenzano, ma, comunque sia, uno fra gli uomini dei servizi segreti più potenti e informati d’Italia?”
Non c’è dubbio che le verità di Massimo
Ciancimino vadano singolarmente ben filtrate. Perché il giovane palermitano procede comunque anche lui a tentativi, nel
ricercare la verità che gli risulti più utile,
Complimenti di Alongi a Castiglione
Giuseppe Castiglione, coordinatore
del Pdl in Sicilia (assieme a Nania), contestato da Lombardo, è certamente un
uomo di spessore. Notevole la sua opera a favore dell’agricoltura siciliana. Ma
chi lavora bene, per misteriosi motivi,
non dura troppo in carica. Adesso castiglione è stato nominato presidente
di tutte le province nazionali .Così è stata commentata la nuova nomina da un
addetto ai lavori. “Sono certo che l’esperienza, la capacità e l’equilibrio politico
di Giuseppe Castiglione rafforzeranno
il ruolo strategico delle province, smentendo i preconcetti sull’utilità di questi
come del resto tutti i pentiti. Ciancimino
junior, fra faccia tosta e rivelazioni a sensazione, rischia di diventare simpatico, di
fronte ad un establishement che cerca sempre più maldestramente di ammantarsi di
perbenismo.
Adesso che accusa indirettamente e direttamente anche Berlusconi sconcerta tutti
e può perdere il pallino del gioco. Perché
è pur vero che nella vita non si può professare verità contraddittorie. Anche se occorre ammetterlo: la realtà è contraddittoria.
Ma ciò che rimane in piedi è il quadro complessivo della situazione che il figlio di
Vito Ciancimino – non dimentichiamolo,
considerato un vero diavolo, un’anima dannata della mafia, il referente politico in per-
enti”. Sono parole del vicepresidente
della Provincia di Palermo Pietro Alongi, congratulandosi con Castiglione per
la sua elezione alla Presidenza dell’Upi
(Unione Province d’Italia).
Assessore di Capodicasa mafioso
Un filo legava Di Maria Mendolia e Papania. Filippo Di Maria cade nella rete dell’Operazione Dioscuri. Autista e
cassiere del boss di Alcamo Nicolò Melodia e factotum del senatore del Pd Nino Papania, ex assessore regionale al
Lavoro nella giunta di centrosinistra guidata da Angelo Capodicasa tra il ‘98 e
il 2000, svolgeva un doppio ruolo. Filip-
dai parlamenti politici – si liberano di alcuni fra loro?
Questa è, infatti, la realtà palmare di tante incriminazioni. Specie quelle del reato
da operetta: partecipazione esterna in associazione mafiosa. Ma quale esterna? Ma
che cosa significa?
Che Sgarbi potesse un giorno sbattere la
porta era facile predizione. Non ci voleva
un mago. Infatti l’ha
sbattuta. Ed ecco che
cosa ha detto: “Mafia? Ma quale mafia?
Con quella che dite
voi non ho avuto problemi. Se mai i problemi vengono dall’anLeonardo Sciascia
ti mafia!”
Una affermazione che
si allinea alla logica maturata da Leonardo
Sciascia. E lo scrittore di Racalmuto non
era l’ultimo arrivato. Come non lo è Sgarbi. Personaggi, ambedue, al di fuori della
mischia. Scomodi come un Pasolini. Gente che non ha paura di perdere… Ben vengano.
Germano Scargiali
sona degli odiati corleonesi –
fornisce, nell’inquadrare le sue
verità particolari. Tale quadro,
uno scenario
che viene dato
per scontato da
un esperto “patentato” della mafia come
lui, è ciò che resta, ciò di cui si può e si
deve prendere atto. Occorrerebbe, finalmente, farlo. E’ un quadro spoetizzante,
quanto aderente a una diagnosi sempre
più chiara e comunque utile, per azzardare cure meno vaghe ai mali che sappiamo.
Come quelle dimostratesi sin qui praticamente vane.
osservatorio
po Di Maria fa parte dei 10 arrestati nell’operazione antimafia condotta dagli
agenti della mobile di Trapani, coordinata dalla Dda di Palermo: l’operazione Dioscuri. Dalle indagini è emerso
che Di Maria, 46 anni, ospite abituale
dei summit di mafia, faceva da giardiniere nel giardino della villa e si occupava dell’auto del parlamentare di cui
frequentava anche la segreteria politica. Le intercettazioni hanno rivelato anche il compito di “porta voti” dell’indagato che, in occasione delle primarie dell’Unione del 2005 per la candidatura alla presidenza della Regione, lavorava per Ferdinando Latteri, candidato della Margherita. Così si chiama- >
13
POLITICA
Ma Godot
non arriverà
Il governo Lombardo non
può che essere agli sgoccioli. Diteci in quale parte del
mondo chi ha stravinto le
elezioni viene relegato all’opposizione. Nella Sicilia
“difficile” (Sciascia) è stato
possibile in questi mesi che
ciò si verificasse. Prova che
nell’Isola i fiumi potrebbero scorrere al contrario e salire dal mare ai monti. Tutto è possibile, ma per quanto tempo? La conferma alle europee di personaggi come Iacolino, sostenuto da
Francesco Cascio e la sconfitta senza eccezione di chi
sosteneva Lombardo non
ha sortito effetto alcuno,.
Ovviamente Lombardo, come si dice in separata sede, si sente ben protetto. Ma
se la democrazia ha un minimo di capacità di funzionamento, questo ribaltone,
il più ignobile mai verificatosi, perché il più contrario ai numeri, quello maggiormente “indotto” da poteri nascosti, venga meno a
favore di ciò che i siciliani
vogliono realmente. Come
abbiamo detto più volte, non
si tratta tanto di “sconfitte”
del governo Lombardo.
Il suo compito è quello di
bloccare tutto, per il momento. Ma in attesa di che?
…Aspettando Godot? Cioè
che sorgano le fantomatiche condizioni, per i decrepiti notabilati, di dominare
la Sicilia come negli anni
più bui? Il Godot dei sostenitori di Lombardo non arriverà mai, esattamente come quello della famosa pièce di Samuel Becket.
>
Le False dichiarazioni di Cimino
Denunciate dal deputato Ue, Giovanni La Via
Riceviamo e pubblichiamo un significativo comunicato di
Giovanni La Via, di cui si rimpiange in Sicilia l’opera già
svolta da assessore all’agricoltura. Adesso, com’è noto,
La Via è stato “promosso” parlamentare europeo, ma, come si vede, non manca di interessarsi ai gravi problemi in
cui versa l’agricoltura isolana, cui, a quanto pare, porranno ben poco rimedio certe tendenziose dichiarazioni dell’attuale assessore Michele Cimino.
E’ a poco tempo dalla morte del grande Claude Levy Strauss, padre della storiografia strutturalista
che certi concetti relativi all’interpretazione dei fatti riemergono riuscendo anche a trovare evidenti casi applicativi. Uno di questi é rappresentato dal comunicato diramato dall’Assessore per l’Agricoltura
e per le Foreste della Regione Siciliana, onorevole
Michele Cimino, nel quale viene “narrato” in maniera molto evenementielle (come direbbe il defunto studioso) un tema di cruciale importanza per
gli agricoltori europei.
Spesso é facile parlare di numeri e fatti inerenti a procedure molto più complesse e non
alla portata di tutti.
Sarebbe stato auspicabile, prima della redazione del
suddetto articolo, leggere - nemmeno in maniera
molto attenta - la pag. 14 del quotidiano “La Sicilia” dell’ 1 novembre u.s. per rendersi meglio conto
della tematica trattata.
Ma procediamo con ordine, e, comunicato alla
mano, ci permettiamo di evidenziare qualche “incomprensione di fondo”.
In primis, questo provvedimento rientra nel lungo
percorso volto alla risoluzione della crisi del comparto lattiero-caseario; una tappa del quale é rappresentato da un emendamento presentato dagli On.li Giovanni la Via e Maria Patrao Neves nella seduta plenaria di Strasburgo ed ivi votato il 17 settembre u.s.
Quindi, raddoppio del livello degli aiuti concedibili
in regime di ‘de minimis’ ed estensione di tale provvedimento a tutti i comparti agricoli, non solo a quello lattiero-caseario; la Commissaria Fischer Boel ne
tiene conto e lo comunica ufficialmente sulla G.U.U.E
il 31 ottobre scorso.
Fatta la cornice, andiamo ai fatti illustrati nell’articolo in questione. Avremmo potuto giustificare tale “orrore” con qualche problema di valuta se non ci
osservatorio
va allora lo stesso partito cui apparteneva Papania. Alle primarie emerse poi
Rita Borsellino, la sfidante. Ma l’impegno di Di Maria non si limitò, secondo
gli inquirenti, ad esse. L’autista del boss
lavorò anche nella battaglia contro il
raggiungimento del quorum al referendum elettorale del 2005. “…Lui mi ha
detto, muovetevi, perché siamo in mezzo a una strada”, diceva Di Maria agli
amici…
Caputo: intervenga Berlusconi
“Si è aperto il balletto del disimpegno e
lo scarica barile per fare ricadere su altri le responsabilità del fallimento del-
14
fosse l’euro, ma per fortuna l’UE é anche unione monetaria e poco si spiega l’indicazione del livello di
aiuto che passerebbe da ben 7 milioni e mezzo di euro a ben 15 milioni di euro. Magari!
La realtà é un po’ più ridimensionata, poiché i corretti numeri parlano di un aumento dei livelli in regime di ‘de minimis’ che passano da 7.500 a 15.000
euro per le imprese agricole attive nella produzione
primaria e arrivano fino a 500.000 euro per le imprese operanti nel settore della trasformazione e della commercializzazione dei prodotti agricoli.
Procedendo nella lettura del comunicato dell’Assessore Cimino ci imbattiamo in un altro numero: 21,
5 milioni di euro che a suo dire verrebbero destinati
alle imprese siciliane e che lui stesso si impegna a
fare arrivare in tempi brevi facendo “pressing” in sede di Conferenza Stato-Regioni.
Nulla di più falso !!
Infatti, questi 21,5 milioni di euro, cui si riferisce, non
sono relativi a nuove risorse e comunque l’impegno
in regime di ‘de minimis’ é stato già destinato con il
D.A. da lui stesso firmato il 28/08/2009 e pubblicato sulla Gurs del 23/10/2009.
Nel complesso, quindi, non vi sono risorse nuove ma
solo la possibilità di utilizzare, con modalità diverse, quelle che eventualmente la Regione vorrà destinare al settore agricolo.
Adesso alla luce di qualche verità, finora omessa per
ignoranza o per dolo, come definireste queste affermazioni?
“Atti concreti” o parole evanescenti?
Non ci sembra affatto corretto promettere moneta
sonante ai nostri agricoltori in difficoltà, non solo
ignari di quanto sta dietro la complessa macchina per
l’erogazione dei fondi ma spesso fuorviati da siffatte
affermazioni, tra le quali, in ultimo, anche la prevista panacea di tutti i mali dell’agricoltura siciliana attraverso la dichiarazione della crisi di mercato,
strumento pressoché inutile come la storia di oltre un
paio di anni fa ci ha insegnato.
Ma forse l’Assessore Cimino non crede nella storia:
povero Levy Strauss!
Bruxelles, lì 04/11/2009
l’azione del Governo della Regione nella gestione della programmazione
dei fondi Comunitari. Scaricare
l’ormai certa perdita di 300 milioni di euro dei
fondi Por sulla
complessità dei bandi e sui ritardi burocratici è una operazione scellerata
che sottrae risorse economiche allo sviluppo della Sicilia e non potrà esimere nessuno dall’assunzione di responsabilità politiche e gestionali”.
On.le Giovanni la Via
Deputato al Parlamento europeo
Lo ha dichiarato Salvino Caputo (nella foto), Presidente della Commissione Attività Produttive dell’Ars, che ha
scritto al Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi e ai Parlamentari Europei eletti in Sicilia per evitare la perdita
dei 300 milioni per la mancata attivazione dei bandi.
“Apprezzo la buona fede del Presidente della Commissione Regionale Ue,
Francesco Musotto – ha continuato Caputo – ma proporre ai siciliani la modifica dei bandi e addossare le colpe alla
loro farraginosità è una critica di basso
profilo politico che serve solamente a diluire e confondere le responsabilità”.
La vera causa dei ritardi nella gestione
POLITICA
Non può passare inosservata un’affermazione così perentoria da parte di un presidente di commissione dell’Ars nei confronti del governo Lombardo, della cui coalizione lo stesso uomo politico fa parte. L’Onorevole Salvino Caputo (Pdl) in queste settimane non ha lesinato accuse nei confronti
del governo.
“Dopo l’ordinanza del Presidente della Provincia Regionale di Palermo, Giovanni Avanti, con la quale veniva disposta l’apertura
della discarica di Partinico e consentire
alle Società d’ambito di Partinico e Monreale ed al Coinres Bagheria di smaltire i rifiuti, è esploso lo scontro tra gli Amministratori Pubblici, che ha comportato la chiusura della discarica. Conseguentemente i
rifiuti continueranno ad invadere le strade ed a creare gravissimi problemi all’ordine, alla sicurezza ed alla salute pubblica.
Questo è il risultato della incapacità del Governo Regionale ad affrontare con serietà
ed immediatezza la riforma degli ATO che
Il governo siciliano
sta mettendo
l’Isola in ginocchio
avrebbe dovuto pianificare la politica ambientale in Sicilia”.
Questa la perentoria dichiarazione di Caputo, Presidente della Commissione legislativa Attività produttive dell’ARS che, dopo lo scontro istituzionale esploso tra gli amministratori locali per l’utilizzo della discarica di Partinico ha chiesto l’immediato intervento del Presidente della Regione e ha
disposto l’immediata convocazione della
Commissione Attività Produttive per l’audizione dell’allora Assessore regionale al
Territorio Mario Milone ed dell’Assessore
con delega alla Protezione Civile, Gaetano
Armao affinché il Governo della Regione
intervenisse con la massima determinazione sul problema rifiuti.
“Siamo di fronte – ha continuato Caputo
– ad un comportamento irresponsabile del
Governo della Regione che ha lasciato
in solitudine i Sindaci a fronteggiare
una emergenza senza precedenti. La tanto
annunciata riforma degli Ato rifiuti, così
come le altre riforme, viene continuamente rinviata per gli scontri politici e per
la inadeguatezza del Governo ad affrontare questa emergenza”.
Poi Caputo conclude: “Ho chiesto al Presidente della Regione nella sua qualità di
delegato per l’emergenza rifiuti di ordinare l’immediata apertura della discarica di
Bellolampo per liberare le strade dalla
immondizia e di adottare i provvedimenti
immediati per uscire da questo stato di gravissima emergenza”.
Ma noi ci chiediamo che cosa se ne sia
fatto dei termovalorizzatori, la cu costruzione, quasi in ato, è stata bloccata da Lombardo. Che cosa è stato capace di fare in alternativa?
Estensione del limite dei livelli d’inquinamento
Ennesima sconfitta, la Ue esclude la Sicilia
L’inquinamento dell’Isola non interessa più all’Europa, che
nega ogni aiuto. “Ancora una volta la Sicilia, a differenza delle altre regioni d’Italia, viene esclusa dai benefici e dalle agevolazioni da parte dell’Unione Europea. E’ di ieri la notizia
del disimpegno di oltre 500 milioni di euro del fondo del POR
2007/2013, perché non spesi nei termini. Adesso l’esclusione
della Sicilia dall’estensione del limite di riduzione del livello
di pm 10 in alcune zone del territorio Siciliano. Mentre la Regione Campania ha ottenuto il richiesto beneficio per raggiungere l’obiettivo di riduzione delle polveri sottili, la Sicilia viene esclusa perché non ha rispettato le condizioni imposte dall’Unione Europea”.
Ad insorgere contro questo ennesimo smacco è l’onorevole
Salvino Caputo, presidente della Commissione Attività produttive (Ars), che ha subito presentato una interrogazione parlamentare al Presidente della Regione ed all’Assessore Regionale all’Ambiente e Territorio, per chiedere spiegazioni in merito alla mancata concessione della estensione.
“Ancora una volta – ha dichiarato Caputo – la Sicilia paga la
inefficienza degli apparati amministrativi e burocratici della
Regione in un settore delicato e vitale come quello relativo all’inquinamento dell’aria, che ha un impatto serio sulla salute
dei cittadini. È assurdo che al di là degli annunci verbali e
degli slogan sui temi importanti come la Sanità, la Salute e
lo Sviluppo Economico la Sicilia venga sempre penalizzata
per lo scarso interesse dei suoi Governanti”.
Non è possibile continuare sulla strada dell’inefficienza e dell’assenteismo dai problemi più importanti per la vita e lo sviluppo economico e civile della Sicilia. L’unico compito cui assolve Raffaele Lombardo è quello di continuare a tener tutto
in un sorta di stand by. Ma ciò dipende da un preciso mandato – il suo vero job politico – che include l’obiettivo di impedire al Pdl e alla sua miglior parte, che ha stravinto tute le
elezioni, di poter governare. Il “blocco” d’ogni reale progresso è una condizione che i siciliani ben conoscono e sono
certamente stanchi di questo andazzo, convinti che in questo
momento l’urgenza dell’Isola sia, soprattutto, la rapida fine
del governo Lombardo e la scomparsa di “Don Raffaele” dalle stanze che contano, cioè da ogni e qualsiasi potere decisionale.
osservatorio
della programmazione dei fondi comunitari – secondo Caputo – è da imputare a Lombardo che incredibilmente continua a variare i direttori della programmazione. Infatti, dopo avere sollevato
dall’incarico la dottoressa Paolocci alla vigilia della presentazione dei bandi ha nominato Robert Leonardi il quale come premio per i danni alla Sicilia
è stato promosso a Bruxelles. Ora il neo
direttore Felice Bonanno si trova a
gestire una situazione compromessa.
“Ho chiesto – ha concluso Caputo – al
Presidente Lombardo ed all’Assessore alla Programmazione Gaetano Armao di riferire in Commissione Attività
Produttive i motivi e le cause della per-
dita dei fondi comunitari e sui provvedimenti che il Governo intenderà adottare”.
Scusi lei è favorevole o contrario?
La disputa tra “favorevoli e contrari” si
ripropone ad ogni piè sospinto. Ma a
ben vedere, all’una e all’altra categoria
appartengono sempre le stesse persone o quasi. Vi sono i favorevoli per natura e i contrari. Antonino Zichichi è lo
scienziato a noi più noto, favorevole al
nucleare: “non c’è nessun motivo per
preferire di far viaggiare tonnellate di
combustibile tradizionale al posto di una
valigetta di combustibile nucleare”, >
15
POLITICA
GENTE NOSTRA
Magnifico rettore a Palermo Lagalla coordina gli atenei isolani
Uno sportivo al timone dell’università
di Germano Scargiali
Mentre Palermo si chiede se sarà questo “il
nostro eroe” che riuscirà a guarire l’Università, Roberto Lagalla, messosi in chiara luce – pur da improvvisato uomo politico – sulla poltrona rovente della sanità regionale, ci riceve con molta cordialità in salotto nella magnifica sede universitaria allo Steri. Non è difficile intervistarlo: è bastato un veloce appuntamento tramite la
segreteria.
Lei ha giocato a basket…
“No a pallavolo, ma i migliori risultati li ho
ottenuti da dirigente”. La domanda sorge
spontanea, data l’altezza inusitata per un
siciliano. Ricordavamo male, ma il magnifico rettore dell’Università di Palermo è uno
sportivo e si vede.
Da assessore stava cercando un contatto con lo sport, visto anche come
salute pubblica. Stava compiendo un
buon lavoro…
“Credo proprio di sì. Molte delle impostazioni di chi sta riformando la sanità sono ancora le mie, ma adesso eccomi qua”.
Sembra vi sia una sorta di rassegnazione ai
trasferimenti, ma scevra da pessimismi.
Beh, un successo anche qui. Anche
con la nuova nomina a dirigere tutta la realtà universitaria siciliana.
“Sì, sono stato chiamato a coordinare le attività del Crus, il comitato che riunisce le
università siciliane. Il mio mandato non è
annuale, ma varrà per il 2010 e il 2011. Dovrò garantire continuità al lavoro di concertazione con il governo regionale e permettere la redazione di un progetto organico di rilancio dell’offerta formativa complessiva delle università siciliane”.
Che cosa si può fare in proposito?
“L’idea è di puntare sull’innovazione tecnologica, lo sviluppo locale e la valorizzazione dei beni culturali e dei valori umani-
osservatorio
> sono le sue parole da noi spesso pubblicate e da lui pronunziate fino a quest’estate. Probabilmente, Zichichi è favorevole anche al Ponte sullo Stretto,
mentre il professore di geografia politica Gigii Cusimano (Università di Palermo) fa notare che i luoghi (naturali e artificialmente attrezzati) sono importanti, quanto più contribuiscono a far incontrare gli uomini tra loro. C’è chi dice che
gli scienziati del pessimismo siano una
minoranza (500 contro 5000) al mondo.
Ma la voce degli ottimisti trova spazio
sui media solo negli incisi. Questo è uno
dei motivi di sospetto: una delle prime
cose che dovrebbe far suonare un campanello d’allarme. L’ottimismo, del re-
16
stici della cultura siciliana, attraverso un sognosa di aiuto, perché opera in un conconfronto istituzionalizzato fra le universi- testo difficile, in presenza di un territorio
tà e il governo regionale. Ciò per raziona- ancora povero di possibili sbocchi e forme
lizzare l’impiego delle risorse a disposizio- di collaborazione con le imprese. Poi vi sone con i fondi strutturali per la ricerca e lo no i parametri… Le faccio un esempio: non
sviluppo”.
si può giudicare il valore di una università
Vi sarà un comitato…
dal numero dei laureati che trovano imme“L’attività del comitato sarà articolata in diata occupazione. Trovarsi lontani dai luoquattro gruppi di lavoro: didattica e offer- ghi dove è concentrata la possibilità d’imta formativa, coordinato dall’università di piego fa sì che l’inserimento di un laureaCatania; ricerca scientifica e trasferimento to del sud sia comunque più laborioso e
tecnologico, coordinato dall’università di richieda tempi maggiori. Occorre giudicaMessina; internazionalizzazione,
affidato all’università di Enna; policlinici universita- Professore ordinario di Diari, coordinato dal- gnostica per immagini e radiol’università di Pa- terapia nella facoltà di medicilermo”.
na dell’ Università degli Studi
Nord e sud, di Palermo, il 1° novembre 2008
nuova ottica in si è insediato come rettore delparallelo alla lo stesso ateneo. Laureatosi in
cura Gelmini.
medicina e chirurgia nel 1979
“Ritengo che la all’Università degli Studi di Paqualità dei nostri lermo, si è specializzato in Ralaureati non sia se- diologia diagnostica e Radioconda a nessuno. terapia oncologica (1983). È staParlo dei migliori to, per anni, direttore del Diparcervelli, che trova- timento di Biotecnologie Medino impiego imme- che e Medicina Legale dell’Unidiato in tutto il versità degli Studi di Palermo
mondo. Ma il pro- prima e direttore del Dipartiblema è più com- mento di Scienze Radiologiche
plesso. Occorre de- del Policlinico universitario di
finire i parametri Palermo poi. Fra gli altri incaper giudicare il va- richi ricoperti si evidenzia quello di Assessore alla Sanità della
lore di ciascuna Regione Siciliana nella XIV Legislatura (2006/2008). Un’occasioUniversità, perché ne che gli ha dato notorietà pubblica, dovuta anche alla grave siè questo ciò che si tuazione di deficit del sistema sanitario siciliano che si è adoperavuol fare. Non è to a risanare con successo. Tanto che è stato subito chiamato a un
facile, perché una nuovo delicato incarico di grande contenuto culturale oltre che amuniversità del sud ministrativo.
può essere più bi-
Chi è Roberto Lagalla
sto, difficilmente rende al singolo. Perché non necessita di …rimedi.
Le due ideologie
Lo spieghiamo ogni volta che possiamo, ma val la pena ripeterlo a lungo.
Che le ideologie siano scomparse è una
falsa opinione. Essa è dovuta a scarsa
cultura. Ne nasce un’illusione, che si
scontra con la dura realtà: che possa
subentrare l’era di un perfetto accordo
sulle “soluzioni pratiche” dei problemi.
Ma la pratica distinta dalla teoria non
esiste. Se la teoria è buona è sempre
pratica e, se la pratica non è teoricamente corretta non funziona. C’è una
dicotomia assoluta fra due ideologie di
base. E varie posizioni le distinguono davanti a troppi bivi. Forse quella fondamentale è che i liberali accettano un mondo
ancora per lungo tempo imperfetto. Gestire il continuo e molteplice ripresentarsi dell’imperfezione è, per i liberali, la
virtù. Nel pensiero “di sinistra”, invece, il
mondo potrebbe correggersi rapidamente sol che la volontà dell’uomo lo decidesse. Quest’atteggiamento è in linea con il
pensiero della rivoluzione francese e dell’illuminismo e si inquadra nella mentalità idealistica di Platone. In questa visione, la soluzione dei problemi basta pensarla perché la si possa realizzare: per gli
idealisti, infatti, le idee sono più vere dei
POLITICA
re in base ad osservazioni più duttili e diversificate”.
In ogni caso occorre risparmiare e
anche competere.
“Il risparmio va realizzato a livello nazionale per tutta la pubblica istruzione. E’ un
must, un obiettivo necessario, una strada
obbligata. Ma si può ricorrere ad una migliore organizzazione, al taglio dei rami secchi, una volta individuati. E’ ciò che stiamo
facendo”.
Lei tende a stabilire un colloquio con
il vecchio establishement universitario, assolutamente contrario alla maggior parte delle novità…
“Certamente. E’ proprio così. Tuttavia, sono anche molto risoluto nell’introdurre l’innovazione. Una serie di soluzioni sono improcrastinabili e vanno adottate. Ripeto occorre individuare dove intervenire ed anche i modi e, infine, i tempi”.
Per la sperimentazione e la ricerca,
quali prospettive.
Le ricerca rappresenta magna pars della realtà universitaria e non va assolutamente
penalizzata. Bisogna intervenire in altri modi, se mai per incentivare, razionalizzando il tutto, motivando e anche finanziando il settore, grazie ad altri risparmi e alla
concentrazione delle risorse sulle ricerche
più necessarie, più utili e funzionali alla crescita dell’Università e della società civile”.
Politica e cultura. Lei ha ricoperto
due ruoli a stretto giro. Che ne pensa del suo incarico di assessore e di
questo impegno universitario? Due
poltrone calde… Troppo? Quale le
pesa di più?
“No, non parliamo di peso. Bensì di un grande interesse, legato all’impiego di tante energie. Già come politico non ho mai perso la
fiducia e il buon umore. Adesso, da rettore,
potrei dire che sono felice, persino che mi
diverto. Non arrivo a tanto, ma osservo
solo, dentro me stesso, che divenire il rettore dell’università in cui ci si è laureati è una
delle maggiori soddisfazioni che potevo
aspettarmi”.
Roberto Lagalla sorride, con il volto solare da eterno ragazzone, fra i più giovani che
abbiano ricoperto l’austera carica di …Magnifico.
fatti, contano più dell’osservazione. La
“botta finale” all’idealismo la diedero i positivisti (Comte, Saint Simon) e seguì
una scienza come la statistica che è l’opposto del platonismo, ma è oggi di eccellente utilità. Vi sono altre differenze:
i liberali e i cristiani pensano che l’uomo sia l’ospite d’onore della natura,
sia lo scopo stesso dell’evolversi naturale, dello stesso organizzarsi della
cellula vivente per garantirsi la sopravvivenza con ogni mezzo. Nel pensiero di sinistra l’uomo è l’ospite scomodo e invadente, la cui sostanziale cattiveria rischia di distruggere il creato.
Sarebbe stato, quindi, un bell’errore
da parte di Dio e/o della natura…
Giuseppe Agrusa
fra turismo e cultura
CARINI. E’ uno dei papabili alla carica di sindaco
Una lunga militanza nella politica locale
e nell’amministrazione fra Carini e Palermo. Giuseppe Agrusa è un assessore “scelto” della giunta uscente del sindaco Gaetano La Fata con l’incarico alla promozione turistica e alla cultura. Lo incontriamo nel suo ufficio, quasi un nido d’aquila, ricavato nella parte alta del Castello.
“Si è fatto molto – esordisce – per migliorare il patrimonio artistico monumentale
della città in questi ultimi anni. Abbiamo
aperto da poco l’ala ovest del Castello. Parlo di apertura perché i lavori sono stati eseguiti con fondi Ue, ma al momento avevamo disponibilità per una inaugurazione in grande stile come merita il sito”.
L’ala ovest riveste particolare interesse…
“Comprende la stanza dove si consumò il delitto della Baronessa. Adesso non solo è aperta al pubblico, ma all’interno i visitatori possono assistere periodicamente alla teatralizzazione itinerante dello storico evento”.
Come avviene?
“La recita è curata dalla locale compagnia
Cialoma. E’ possibile assistere a cento spettatori per volta, che stanno nelle stanze
insieme agli attori”.
Carini ha grosse potenzialità per incentivare le visite…
“A parte le bellezze dei luoghi , della città,
il belvedere, adesso possiamo dire di poter
offrire un circuito turistico e devo dire che
molte agenzie hanno imparato a fruirne”.
Ci parli di questo percorso.
“Comprende il castello, le catacombe, il
museo nel chiostro del Carmine e almeno
tre chiese. La chiesa Madre, la cappella del
Serpotta e la chiesa degli Agonizzanti,
appena aperta al pubblico. E’ la chiesa
del castello stesso”
Le catacombe…
“Sono a Villagrazia. La scoperta è recente, ma antiche sono le origini, probabilmente intorno al III sec. d. C. E’ noto anche il
sito abitativo di Hiccara, a circa un chilometro da esse. Simile a quella delle catacombe di Roma, situate fuori le mura dell’abitato. Alcune lettere di Gregorio Magno testimoniano l’esistenza di una sede vescovile presso Hiccara…”
Che cosa c’è dietro l’angolo?
“Dice bene. Abbiamo vari progetti in corso e stiamo reperendo i finanziamenti…”
L’assessore con un gesto del braccio ci mostra compiaciuto un progetto che fa bella
mostra dietro la scrivania. “Vede – riprende
– abbiamo progettato una scala mobile
che da un grande parcheggio alla base della collina, fra l’altro sistemato a giardino, porterà i visitatori fin sotto al Belvedere, quindi
al castello e al centro storico. Non siamo nel
mondo dei sogni. Lo realizzeremo”.
Ma lei è anche uno sportivo…
Chi è Giuseppe
Agrusa. Giuseppe Agrusa, 51 anni, è sposato con
3 figli e da oltre 30
anni è in politica.
Infatti, a soli 18 anni è già Segretario
Provinciale dei
“Giovani Dc”. Nel
1990 la prima elezione a consigliere comunale tra le fila della Dc, seguita
dall’elezione del 1994 con la lista civica
“Democrazia e Liberta”. Nel 2005 è stato eletto tra le fila della lista “Azzurri
per Carini” con 176 preferenze. Molti gli
incarichi in amministrazioni varie. Dal
maggio 1991 al maggio 93 è Componente del Comitato dei Garanti della Azienda Ospedaliera “V. Cervello” ex USL
n.60; Dal 96 al 97 è stato Componente
del Collegio Sindacale della Banca Popolare di Carini. Fra il 97 e il 99 è stato
componente del Consiglio di amministrazione della Banca Popolare di Carini. Dal 19/06/00 al 30/09/01 ha l’incarico di Consigliere di amministrazione
delegato del Ciem spa ( Centro per l’Internazionalizzazione dell’impresa e la
Promozione della Piccola e media impresa nello spazio del Mediterraneo) rappresentante della Provincia Regionale. Con
D. A. n.28/ Gab. del 26/03/2003 è stato designato dalla Regione Siciliana Assess.to
Turismo Sport e Spettacolo, componente del Consiglio di Amministrazione dell’Aapit di Palermo. Carica ricoperta sino
al 30/06/06.
Con Determina Sindacale n. 117 del
28/06/05 è adesso Assessore Comunale allo Sport / Beni Culturali/Promozione Turistica del Comune di Carini.
“Sì, ho giocato a pallavolo con impegno e
devo dire con un certo successo…”
Tutta Carini è una città sportiva…
“Sì. Ho anche la delega allo sport. L’impiantistica qui non è certo all’anno zero. Disponiamo di una palestra e di un palazzetto dello sport che presto sarà agibile al pubblico e
a manifestazioni ufficiali, ma è aperto per gli
allenamenti. Ma è solo la più imminente aggiunta a vari siti ben attrezzati…”
Si dice che lei pensi ad una carica di
sindaco…
“Spero di essere candidato dal Pdl e di
poter coronare una carriera già lunga sul
piano locale con il massimo spirito di servizio nei confronti della mia amata città e
dei suoi cittadini”.
Germano Scargiali
17
POLITICA
Parla Renata Polverini
donna in positivo
Un enfant prodige pronta a guidare la Regione Lazio
Renata Polverini proviene dal sindacato Ugl, legato storicamente ad Alleanza Nazionale. Nonostante tale sindacato
sia oggi molto vicino al governo, non ha
smesso di battersi per i diritti dei lavoratori. La Polverini, data l’età media dei politici italiani, può considerarsi un enfant
prodige. Ancor giovane, tenta adesso la
scalata alla Regione Lazio, la cui presidenza, cui lei aspira, ha attraversato brutte esperienze. Abbiamo, quindi, ascoltato le idee di questo personaggio emergente, certamente coraggioso e forte di
un alone di simpatia e fiducia.
Lei parla anzitutto di innovazione…
“Non sopporto più una politica che parla …al passato, che ha volti, linguaggi,
colori invecchiati. Voglio affrontare le sfide del presente, del lavoro che non c’è,
dell’economia in crisi, dei servizi inadeguati, della sanità che non funziona, dei
piccoli centri abbandonati a se stessi. Ma
soprattutto voglio costruire il futuro, dar
fiducia ai giovani, valorizzare talenti ed
energie, forze imprenditoriali e centri di
eccellenza di cui il Lazio è ricco”.
Soluzioni, dunque, non problemi?
“Certamente. Non sopporto infatti una
politica che parli soprattutto di problemi
irrisolti. E’ vero, sono sempre tanti, ma
non vanno meramente agitati e discussi
in eterno…”
Tanti problemi permangono…
“I problemi di questa nostra terra li conosciamo ormai bene e, se ci si pensa, sono gli stessi di 5 anni fa. Mi sono candidata per dare una soluzione a tali problemi. Con concretezza, pazienza, determinazione. Così sono abituata a lavorare,
da sempre. Forse anche perché, come donna, ben conosco bene la fatica della vita
quotidiana”.
Lei parla di una nuova storia. Non
le sembra eccessivo?
“No. Intendo costruire, con l’aiuto dei cittadini, una nuova storia per la nostra
regione per farla diventare, fra cinque,
quella in cui si vive meglio in Italia. L’obiettivo è eccellere per trasparenza e partecipazione, puntando sul lavoro di squa-
Renata Polverini
dra. Voglio costruire una regione che
sia prima per sviluppo e servizi pubblici. Dalla sanità a quelli per la famiglia.
Voglio che i milioni di turisti che arrivano a Roma conoscano le altre bellezze
della nostra terra, le sue culture e le tradizioni uniche.
La sua campagna ha anche un motto…
“Vivere meglio tutti, questo è il mio impegno”.
Emma Bonino la nemica delle donne
Si è anche vantata di avere abortito
Della Bonino, recentemente candidata
dalla sinistra a presidente della Regione
Lazio, si dice di tutto e di più. Eroina dei
diritti umani, paladina delle donne, simbolo di progresso… Ma il buonismo di
cui cerca d’ammantarsi le si addice ben
poco. La verità è che poche persone hanno fatto tanto male alle donne (e agli uomini ) quanto lei e questo fino all’ultima
sua campagna, quella per l’elevazione
dell’età pensionabile per le donne. Non
la peggiore tra le sue scelte politiche,
ma comunque abbastanza emblematica.
Grazie alla Bonino e ad altre teste pensanti come la sua, oggi le donne italiane
non hanno né lavoro, né marito né bambini.
Grazie a lei, e ad altre donne della sua levatura, non solo non si è tenuto minimamente conto della situazione reale in
cui le donne italiane si trovano, ma per di
più si è scelto di render loro la vita sempre più difficile.
Ma la Bonino appartiene a quella schiera di donne “liberate” (ma da che cosa?
Forse da se stesse), che supportano scelte
fondamentalmente maschili e maschiliste, per schiacciare tante poveracce che
devono pensare a campare e che non fanno parte della dorata cerchia radical chic
cui appartiene la deputata abortista.
18
Sembra a queste forsennate – oggi sempre meno numerose – che il problema della donna sia il suo bambino. “Uccidi il
tuo bambino e sarai una donna libera e
felice.” Questo il viatico degli anni settanta – ma la storia ha dato torto a queste teorie. E i plotoni di illuministi, positivisti atei che allignano nel nostro paese,
se coerenti con le loro teorie, dovranno
ammettere che la loro politica è stata un
fallimento da ogni punto di vista.
La Bonino si è più volte vantata di aver
abortito personalmente. Mentre l’aborto è comunque un trauma per ogni donna normale che vi ricorra. Oggi la donna italiana rischia di non avere più una
famiglia, che le è stata scippata, il partner
è ormai un incidente di percorso, i figli
solo un rischio da evitare. Per finire,
non ha più una carriera, riservata solo ai
maschi ben raccomandati. E neppure ha
un lavoro. E, se pure ce l’ha, il lavoro è
sempre a rischio ed è tanto faticoso che
non le dà il tempo di occuparsi di altro.
A tale traguardo hanno condotto i “caritatevoli” intenti di socialisti e radicali,
promotori, fra l’altro, nel corso degli anni, del taglio della scala mobile, nonché
di una serie di leggi che sostenevano un
tempo la famiglia!
Alla Bonino non è riuscita neppure la bat-
taglia contro la violenza alle donne, perché
anche questa oggi è più presente che mai.
Ma come meravigliarsi, se chi predica
la violenza e agisce con violenza non ottiene alcun risultato positivo? Chi ha messo sistematicamente contro l’uomo e la
donna, propagandato l’aborto, chi ha deriso e osteggiato la famiglia, irriso alla religione, giustificato l’uso di droghe “cosiddette leggere” che razza di persona è?
Come può convincere gli altri?
Diceva Madre Teresa di Calcutta che solo salvando i bambini si evitano le guerre. E che questa sia la pura verità non è
difficile da capire per chi abbia anche
un’intelligenza minima.
Le donne, grazie alla Bonino e company,
hanno fatto enormi passi indietro in ogni
campo. Non hanno quasi più tutele per la
gravidanza e il puerperio, non possono andare in pensione qualche anno prima, non
possono far carriera, perché l’assenza di politiche familiari lo rende possibile solo alle
donne benestanti. La Bonino, con le sue
teorie e pratiche, ha contribuito a rendere
la vita delle donne del nostro paese più dura, le ha rese più tristi e insicure. E, per colmo d’ironia, a tante donne, per cercare
un po’ di benessere, oggi non resta altro che
il marciapiede.
Lydia Gaziano
POLITICA
Roberto Rastelli (Pdl)
dal Campidoglio alla Regione
Nel Lazio un nome a sostegno della Polverini
Dalla redazione romana, in particolare dal
suo coordinatore Nino Macaluso, riceviamo notizia di un giovane uomo politico particolarmente valente che si prepara ad affrontare le imminenti elezioni regionali del
Lazio. Si tratta di Roberto Rastelli, attuale
consigliere comunale in Campidoglio – e
per tanto onorevole – nelle fila del Pdl.
Il percorso politico di Roberto Rastelli affonda le radici nel 1980 ed è scandito da
numerose date, ognuna delle quali rappresenta una tappa importante per la sua maturazione di amministratore ed uomo pubblico. Infatti, a soli 23 anni, viene eletto consigliere comunale per il comune di Sant’Oreste. Cinque anni dopo, viene nominato assessore ai lavori pubblici ed al commercio sempre nel comune di Sant’Oreste.
Nel 1992, si candida, con successo, nelle liste della Dc. a Consigliere della XIII Circoscrizione del Comune di Roma e viene
anche nominato presidente della Commissione Urbanistica.
Il 2000 è l’anno della sua prima consiliatura in Campidoglio per il gruppo Ccd. Quattro anni dopo torna ad impegnarsi in provincia di Roma e viene nominato assessore ai lavori pubblici presso il Comune di
Cerveteri. Sempre nel 2004 viene designato per ricoprire l’importante incarico di
Consigliere di Amministrazione della Cotral spa.
L’onorevole Roberto Rastelli è eletto, nelle elezioni amministrative del maggio 2006,
Consigliere comunale di Roma e ricopre
anche la carica di Presidente della Commissione speciale Controllo Garanzia e Trasparenza e Vice presidente della Commis-
sione Sicurezza sul lavoro, oltre ad essere
membro della Commissione Turismo, della Commissione Urbanistica e della Commissione Cultura.
Ecco come la pensa l’onorevole Rastelli sui
principali temi del governo regionale.
Sanità. Rimettere al centro le persone, che
non sono numeri ma destinatari di servizi
che esse stesse finanziano. I posti letto non si
tagliano: meno sprechi di denaro pubblico,
meno enti inutili, fuori la politica dalla gestione. Eliminare le consulenze super-pagate attraverso la valorizzazione delle professionalità interne. Rilanciare una rete di assistenza domiciliare per una nuova sanità di
prossimità. Valorizzare ed ampliare i punti
di eccellenza del sistema sanitario laziale.
Lavoro. Lotta al precariato garantendo la
continuità del lavoro nel fisiologico avvicendamento delle realtà imprenditoriali.
Usare la leva fiscale a favore delle imprese,
soprattutto medie e piccole, che decidono
di assumere a tempo indeterminato. Rilanciare la sinergia tra formazione e lavoro,
perchè il momento dello studio non resti fine a sé stesso e chi esce dal mercato del lavoro riceva un’adeguata riqualificazione
per la propria professionalità.
Trasporti. Rispetto rigoroso del contratto di servizio da parte del gruppo FS.
Ottimizzare la rete di trasporto su ferro e
su gomma con particolare attenzione alle
tratte a maggiore incidenza di pendolarismo. Privilegiare il know how dei soggetti
privati che già operano nel Lazio. Ampliare e rendere più efficiente la rete di interscambio per i fruitori del trasporto pubblico su ferro e su gomma.
Tu r i smo. Valorizzare
le ricchezze storiche
artistiche
e paesaggistiche di Roberto Rastelli
cui è ricca
la nostra regione per farne il volano della
ripresa economica del Lazio. Dotare il Lazio di una rete alberghiera e di ricezione turistica di livello europeo. Fare dei 360 km
di coste laziali le nuove autostrade del
mare per l’indotto industriale e il polo crocieristico e nautico da diporto come Fiumicino, Civitavecchia, Anzio, Nettuno, Gaeta. Ottimizzare il sistema aeroportuale esistente – Fiumicino e Ciampino – con il
futuro scalo di Viterbo.
Agricoltura. Il “made in Lazio” come garanzia della provenienza e della qualità dei
nostri prodotti. Rilanciare la capacità della Regione Lazio di eccellere nelle produzioni ortofrutticole, casearie, di allevamento di ovini equini e suini, di olio vini e vigneti di alta qualità.
La regione degli enti locali. Sburocratizzazione e snellimento delle procedure
per avere spese certe a fronte di entrate certe. Certezza dei tempi nel trasferimento
di risorse dal governo centrale alla regione
agli enti locali.
La regione dei cittadini. La Regione
Lazio come un “palazzo di vetro” sotto il
controllo continuo dei cittadini elettori.
La trasparenza come cardine dell’azione
amministrativa regionale.
Città2.0 organizza Centrostorico2.0 aperto a tutti
Un Concorso di idee per Piazza Kalsa
Il centro storico di Palermo, con i suoi 240 ettari, è uno dei più vasti in assoluto e uno dei più ricchi e complessi dal punto di vista architettonico. Le potenzialità artistiche e urbanistiche dell’area, tuttavia, rimangono inespresse,
causa la disattenzione delle istituzioni e l’incuria dei cittadini, che negli anni
hanno frenato la crescita di quello che un tempo era il cuore della città. Con
il patrocinio dell’Assessorato al centro storico del Comune di Palermo,
Città2.0, organizza Centrostorico2.0, un concorso di idee per Piazza Kalsa.
L’iniziativa si articolerà in due fasi: entro il 15 marzo i partecipanti potranno
inviare disegni, schizzi, immagini, video, documenti in formato word o altro
tipo di materiale, su supporto informatico o cartaceo, fornendo degli input,
anche superficiali, attraverso i quali esprimere le proprie idee per la riqualificazione di Piazza Kalsa, porta di accesso alla città murata dal lato mare.
Il comitato organizzatore renderà pubbliche le idee più brillanti, e ciascun cittadino potrà sviluppare ancora i progetti di base, scegliendone uno tra quelli
pubblicati sul sito www.cittaduepuntozero.it e predisponendo, sulla base del
progetto prescelto, un’elaborazione grafica, da inviare entro il 15 maggio 2010. L’indirizzo a cui inviare i file è: [email protected].
In caso di allegati cartacei, o comunque su supporto non informatico, essi vanno recapitati in Via Locarno 16, 90146, Palermo.
La cerimonia finale si svolgerà domenica 23 maggio 2010 nell’ex noviziato dei Crociferi di via Torremuzza 20.
19
SICILIA
La Fiumetorto-Castelbuono
presto completata
Passerà un treno ogni 10’ e alleggerirà anche Cefalù
La ripresa dei lavori per strade e ferrovie in
Sicilia prosegue sotto il governo Berlusconi. Altro segno dell’attaccamento alla Sicilia e alla determinazione di rafforzare le infrastrutture in linea con la logica del Ponte e dell’asse viario Berlino – Palermo.
La notizia è che Entro il 2010 saranno appaltati i lavori per il raddoppio della linea ferrata dalla contrada Ogliastrillo di Cefalù fino a Castelbuono, in provincia di Palermo. Lo ha reso noto il sottosegretario di stato per le infrastrutture Mario Mantovano, rispondendo ieri in Senato, ad una interrogazione parlamentare
presentata dalla senatrice Simona Vicari (Pdl) con il collega del Pd Francesco Ferrante. In realtà si tratta di una linea nuova che sostituirà la precedente risalente al
Regno d’Italia.
“Sono molto soddisfatta - ha dichiarato la
Vicari - della risposta che il Governo oggi
ha fornito su un problema la cui risoluzione sta molto a cuore alla città di Cefalù e ai
centri vicini. Esso dota quest’area della
Sicilia di un’infrastruttura indispensabile
allo sviluppo turistico ed economico”.
“Per dare impulso a tale tratto di raddoppio, nell’ambito dell’aggiornamento 2009
del contratto di programma 2007-2011 –
ha detto in Aula il sottosegretario Mantovano – è stato programmato di anticipare
la realizzazione dell’opera e quindi di consentire l’affidamento dell’appalto principale entro il 2010”.
Il costo per la tratta di 12 chilometri da Ogliastrillo a Castelbuono,
compresa la realizzazione della nuova fermata in galleria di Cefalù, è di 530 milioni di euro.
L’attivazione della tratta da Fiumetorto a
contrada Ogliastrillo (20 km di rete ndr) –
ha anche riferito il sottosegretario – è programmata per il 2011. Qui i lavori per un
importo complessivo di 414 milioni di eu-
Ed anche
Scajola
se ne
accorge
e conferma
20
ro sono iniziati a maggio del 2008.
Fondamentale il tratto di strada ferrata in oggetto per molti motivi. Da 50 anni si attendeva che il doppio binario, che da
Palermo si arrestava alla piccola stazione di Fiumetorto, in aperta camDai politici più attenti notizie rassicuranti per l’imminente futuro dell’Isola e per
l’intero Meridione senza il
cui sviluppo non cresce neppure l’Italia
Simona Vicari
pagna dopo Termini Imerese, proprio presso la zona industriale (Fiat
etc.), sviluppatasi attorno al 1960,
proseguisse in direzione Messina, nell’attesa del completo raddoppio. Adesso si
lavora con impegno ad un radicale spostamento della strada ferrata il cui tracciato risaliva all’800.
Inoltre, come aveva notato la Vicari
nel corso di una precedente interpellanza,
Pronto con l’apporto tecnico di Giulio
Tremonti il Piano Berlusconi per il Sud.
Non tarda a manifestarsi l’interesse del governo Berlusconi e del premier in particolare per
l’economia del Sud e della Sicilia, dove il Pdl
vanta, assieme a Milano, il suo maggior elettorato. Sull’argomento si è espresso a chiare
lettere il ministro allo Sviluppo economico
Claudio Scajola, confermando la massima,
ripetuta da molti che non può esserci sviluppo
in Italia se non s’innesca anche al Sud e se questo non “cresce”.
“Il Sud – ha affermato il ministro – rappresenta una priorità assoluta del governo. Per
questa ragione in questi mesi una task force,
da me coordinata su indicazione del Consiglio
dei ministri, ha lavorato alacremente alla de-
il tratto da Ogliastrillo in poi è più importante del primo, perché è quello che baipassa Cefalù, evitando i passaggi a livello di
Gallizza e del bivio Castelbuono, laddove
transiteranno nei momenti di punta nei due sensi treni al ritmo di quasi dieci minuti, con complicazioni enormi per il
traffico stradale. Complicazioni che dureranno, adesso, solo per un
breve purgatorio. Infine, la nascita della stazione sotterranea di Cefalù renderà possibile
l’utilizzo a parcheggio dell’area dell’attuale stazione
ferroviaria. Un ultima nota per chi combatte ancora il ponte ritiene il traffico ferroviario relativo: solo così potrà giungere in sicilia l’alta velocità. Inoltre il traffico su rotaia è in
notevole aumento ed è chiaro come questo
sia un bene
Lydia Gaziano
finizione del Piano Berlusconi per il Sud, che
verrà presentato nella sua interezza tra qualche settimana dal presidente del Consiglio. Abbiamo impostato il Piano insieme ai colleghi
ministri sul rilancio dell’impresa, del lavoro e
dell’iniziativa dei cittadini meridionali, soprattutto verso le centinaia di migliaia di giovani
diplomati e laureati costretti ad un’emigrazione di necessità che fiacca senza speranza il
Mezzogiorno”.
Tali affermazioni vengono riportate su tutta
la stampa nazionale. I dati recenti, uniti all’aumento del gettito fiscale, secondo Scajola, in
merito ad un’eventuale riduzione delle tasse,
evidenziano una sperequazione a danno dei
lavoratori dipendenti, che va corretta. Uno
dei cardini del programma del Gover-
SICILIA
x
La politica per il sud e la Sicilia
Non vive solo del Ponte
A parte l’indispensabile e provvidenziale realizzazione del Ponte sullo Stretto, attesa dall’Europa, ma anche da tutti i veri operatori economici e dagli stessi responsabili dei sistemi portuali (Professor Rodolfo De Dominicis in testa)
giungono continue conferme dell’interesse
che verte attorno al Sud e alla Sicilia. “C’è
una grande opportunità, da subito, per le regioni del Mezzogiorno costituita dall’attuazione
del Programma operativo nazionale
2007-2013 sulla ricerca e la competitività. Ha una dotazione finanziaria di 6
miliardi di euro e
potrà consentire al
tessuto produttivo del
sud Italia di colmare una parte del di- Rodolfo De Dominicis
vario esistente con le
regioni del Centro-Nord”. Queste le parole della senatrice Simona Vicari (Pdl) che interviene in Commissione Industria del Senato come
relatrice al documento di programmazione economica finanziaria 2007-2013.
“Per favorire l’impiego di queste risorse – ha aggiunto la parlamentare - occorre potenziare
gli interventi che favoriscono le aggregazioni
delle imprese, superando i limiti dimensionali
di piccole realtà, spesso a gestione familiare che
hanno una scarsa propensione a investire nella
ricerca e sviluppo”.
“Nel 2008 – ha sostenuto la Vicari – il Governo ha
aumentato le risorse a favore del Mezzogiorno con
alcuni strumenti come il credito d’imposta per le
aree svantaggiate che ha concesso 4,5 miliardi di
euro per le imprese che hanno investito e che stanno tuttora investendo nel sud del Paese”.
Nella relazione in commissione industria del Senato, Simona Vicari, ha infine sostenuto “l’impegno dell’Italia, insieme ad altri partner europei, per porre maggiore attenzione alle realtà
delle piccole e medie imprese”.
Claudio Scajola
no Berlusconi è la riduzione della pressione
fiscale. Essa va conciliata con l’enorme debito
pubblico accumulato nel passato. Ora che il peggio della crisi è passato, il ministro Tremonti
PERCHÉ STUPIRSI? “L’assegnazione dei
fondi per opere infrastrutturali ed investimenti
al Sud e in Sicilia non deve meravigliare nessuno ma dimostra come, ancora una volta, il
presidente Berlusconi, abbia mantenuto gli impegni presi con gli elettori”. Lo ha detto la senatrice del Pdl, Simona Vicari, commentando
l’assegnazione dei fondi Cipe per la Sicilia “per
cui ci stupiamo che oggi ci sia ancora qualcuno
che si meravigli”.
“Berlusconi – ha aggiunto la senatrice – ha sempre sostenuto che l’Italia si risolleva se cresce il
Sud. Lo sviluppo del mezzogiorno è uno dei primi punti di Berlusconi, del Popolo della Libertà,
della Lega e della maggioranza degli italiani.
A Palermo cala la criminalità
Drastica diminuzione della criminalità in tutta Palermo e nella sua provincia. Il dato è netto e viene comunicato quasi per inciso anche dai media anti governativi. Il ministro Maroni e il prefetto di Palermo
Trevisone hanno illustrato i dati del fenomeno nel
corso di una conferenza stampa. “L’andamento
della microcriminalità – ha detto Maroni – è risultata in forte diminuzione nel 2009 rispetto agli anni
precedenti. E ciò non può che dipendere dall’azione di governo”. I dati forniti dalle forze dell’ordine,
del resto, parlano da soli. Sono circa 44555 mila i reati commessi. La diminuzione, in percentuale è a due
cifre (quasi il 30%). Le rapine nel 2009 sono state
solo 1256 contro le 1936 del 2008. In calo anche i furti: Anche qui nel 2009 il decremento li porta da 29.275
a 23609. La notizia merita più spazio di quanto noi
stessi non ne stiamo dando qui. E’ un fenomeno da
seguire e comunicare.
E’ importante che si sappia che la criminalità
stradale diminuisce, a tutto vantaggio della tranquillità della vita, delle attività economiche e del lavoro in genere. Perché maggior sicurezza provoca crescita, attrae nuove attività, toglie preoccupazioni e
paure. Significativa la politica del governo che non
ha avuto cedimenti sul rigore carcerario per i rei della criminalità organizzata ed ha operato retate ovunque. C’è una crescita culturale in atto, ma sono
molti i segni a Palermo di questa avversione contro la
criminalità: vedi apertura di nuove strade, l’eliminazione dei “tappi stradali”, circonvallazioni e by pass…
ha preannunciato una riforma fiscale che deve
tener conto del federalismo e deve avere come
obiettivo la riduzione della pressione fiscale
sul lavoro e sulla famiglia.
“Il clima di fiducia – conclude Scajola – è molto migliorato già in questo inizio 2010, come dicono le indagini di Unioncamere sulle imprese, soprattutto piccole e medie. E il buon andamento dei consumi e dei saldi nelle ultime settimane lo conferma. Un clima politico più sereno e un dibattito tra i partiti sulle riforme e
non sulla demonizzazione dell’avversario favorirà il clima di fiducia, necessario per ben operare e innescare finalmente uno sviluppo concreto, un progresso reale. Ciò di cui l’Italia e
gli italiani hanno necessità immediata e fin troppo hanno atteso”
Stanziati
16 milioni di euro
per le Zone franche
a Catania, Gela
ed Erice
Prosegue la politica per lo
sviluppo della Sicilia da parte del governo in carica. L’ultima novità viene dal “via”
alle zone franche, cui l’Isola è particolarmente interessata.
“Verrà dato un forte impulso alla realizzazione delle
zone franche urbane con la
semplificazione dell’iter procedurale”. Lo ha detto la senatrice del Pdl, Simona Vicari, al termine della Commissione Industria del
Senato che ha esitato favorevolmente la norma approvata dal Consiglio dei Ministri lo scorso dicembre (Ddl
1955).
“La misura adottata dal Governo – ha sottolineato la
parlamentare – è anche finalizzata a rendere disponibili le risorse finanziarie
per tutte le zone franche. In
particolare occorre sottolineare che in Sicilia sono stati destinati per Catania
7.349.992 euro, per Gela
5.718.855 e per Erice
3.797.252”.
La Commissione ha
ribadito la
necessità di
mantenere
lo strumento delle zone franche urbane. In Italia sono 22, di cui
queste 3 in Sicilia, pensate
per agevolare e incentivare
la nascita di nuove piccole
imprese, aumentare l’occupazione e rivitalizzare le aree
a più alto tasso di disoccupazione.
“Abbiamo anche evidenziato – ha concluso la Vicari –
la necessità di semplificare
le procedure e di confermare tutti gli incentivi già previsti per queste aree”.
Non è da escludere che nuove zone franche possano essere concesse sulla scia della nuova apertura politica.
21
SICILIA
Mani che parlano
Un Albo Regionale per il riconoscimento degli interpreti della Lingua Italiana dei Segni
Sordi ancora una volta protagonisti a Palermo nel corso del meeting regionale dal
titolo “Mani che parlano”, il cui sottotitolo – Quale futuro per la lingua dei segni?
– lasciava già presagire quale tematica sarebbe stata affrontata: il riconoscimento
della figura degli interpreti della lingua dei
segni attraverso l’istituzione di un Albo Regionale.
Organizzato dal Cciss-onlus (Centro
Comunicazione Informazione dei Sordi Siciliani), nella splendida location della Sala
Gialla di Palazzo dei Normanni di Palermo, ha visto l’alternarsi di rappresentanti
istituzionali e di docenti universitari. All’apertura ha portato i saluti l’on. Francesco Cascio – presidente dell’ARS, il quale ha sottolineato l’impegno da parte del
Parlamento Siciliano di riflettere sul futuro della Lingua dei segni, e dei risvolti socio-educativi ed economico-occupazionali che l’istituzione di un Albo regionale comporterebbe.
Il meeting è stato moderato dal dottor
Giovanni Barbaro. Interessante l’intervento della professoressa Giovanna Perricone della Facoltà di Scienze della Formazione di Palermo, che ha parlato dell’interprete della lingua dei segni e del suo percorso di formazione, soffermandosi sul “ruolo di guida” appunto degli interpreti.
La competenza genitoriale e la Lis è stata trattata dalle dottoresse Cettina Polizzi e Maria Regina Morales della Facoltà di Scienze della Formazione di Palermo, da dove è emerso che nella relazione tra genitore-figlio sordo, la Lis non è
semplicemente un terzo elemento della re-
lazione, ma finisce con il diventare parte integrante della
relazione stessa.
In ultimo ha portato la sua testimonianza un’interprete della lingua dei segni, la dottoressa Marcella Poma, che ha
messo in luce l’importanza di
dare dignità a una professione
che permette a chi è privo di
udito di comprendere e di integrarsi nella
società. Gli interpreti, mediatori della comunicazione, permettono una comunicazione integrata e plurima, ed è giusto che
si riservi alla Lis la stessa dignità normativa di qualsiasi altra lingua. Certamente per
troppo tempo si è trascurato che la Lis, al
pari delle altre lingue, è uno strumento attraverso cui il sordo costruisce la propria
identità.
L’evento è stato interamente tradotto da
due interpreti della lingua dei segni: Patrizia Scaletta e Maria Pravatà che con
Percorsi innovativi nella pubblica amministrazione
professionalità e dedizione si sono alternate perché tutto il meeting fosse compreso
dai sordi presenti in Sala.
Infine da sottolineare la presenza dell’on.
Marianna Caronia, sensibile da sempre
a questa tematica, che ha presentato un disegno di legge sul riconoscimento della figura dei mediatori linguistici per sordi
(interpreti della lingua dei segni) e la conseguente istituzione di un Albo a livello regionale che raccolga tutte le professionalità in questo campo.
Giuseppina Bassi
Da e-Governament a e-Democracy
Il momento in cui tutti i cittadini potranno avvicinarsi alla vita e politica e sociale è ormai
giunto. E’ grazie, infatti, all’impegno di Sicilia e-Servizi, la società di servizi della Regione Siciliana, che si potrà parlare di
una nuova era della comunicazione trasparente, che permetterà a ciascun cittadino di “colloquiare” con la Pubblica Amministrazione, rendendosi in tal
modo attore della comunità sociale. Non è casuale il titolo del
convegno: “Da e-Governament
a e-Democracy”,organizzato
da Sicilia e-Servizi in collaborazione con Oracle, svoltosi nell’austera Sala delle Capriate,
dove esponenti dell’Università
e delle imprese hanno a lungo
dissertato sul da farsi.
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Emanuele Spampinato(nella foto), presidente di Sicilia eservizi, ha avviato una riflessione sull’attuale funzionamento della pubblica amministrazione e sul ruolo che la
nuova tecnologia può assumere per migliorarla. Ha preannunciato l’avvio di un Parco
progetti che impegnerà 63 milioni di euro, già in cantiere
a partire da gennaio, ed ancora ha sottolineato l’impegno
della società, strumento della
Regione, atta al reperimento
di fondi finalizzati all’attuazione di progetti per l’innovazione. La Sicilia sembra, dunque, avere nuove possibilità di
crescita anche in termini di comunicazione.
All’ingegnere Spampinato ab-
biamo voluto chiedere qual è
lo stato dell’arte…
“Stiamo lavorando – ha detto
l’ingegnere – su questi nuovi
modelli di democrazia elettronica che cercano di avvicinare
il cittadino alla pubblica amministrazione. Sarà ragionando su quelli che sono i modelli attuali che vanno sicuramente innovati che si farà in modo
che tra la pubblica amministrazione, i cittadini, le università
e le imprese si attivino innovativi canali di comunicazione.
Sicilia e-Servizi, dunque, vuole avere un ruolo di facilitatore nei confronti della Pubblica
amministrazione, e inoltre abbiamo grandi eccellenze da valorizzare per fare arrivare nel
territorio siciliano risorse im-
portanti per l’innovazione”.
Quale sarà il rapporto con il
governo centrale? “Intendiamo avviare a livello nazionale
un’interlocuzione con il governo centrale, ma anche con l’estero, avviare relazioni, in particolar modo con il nord Africa
dove vogliamo portare le nostre imprese”. Largo spazio,
dunque,non solo alla speranza, ma anche ai fatti!
Grazia Gulino
SICILIA
Nicolosi: “Puntare su natura
e cultura per il rilancio turistico”
FARE AMBIENTE. Ecco 20 siti siciliani dove coniugare ambiente e mito
Sono venti, secondo Fare Ambiente i siti siciliani di maggior rilievo, nei quali poter coniugare la bellezza dei luoghi con il fascino
del mito. Sono stati individuati e proposti a
conclusione della manifestazione “I luoghi
e il mito”, organizzata dal noto movimento ambientalista assieme all’Ente Parco
dell’Alcantara, che si è svolta a Randazzo. Nell’occasione sono state visitate le aree
più belle del Parco stesso (Castiglione di Sicilia, Gole dell’Alcantara e Taormina).
In una pubblicazione ideata dall’antropologo Antonino Buttitta e con testi dei docenti Mariny Guttilla , Nicola Cusumano,
e dell’archeologa Marta Granà, Fare Ambiente indica quindi venti luoghi da visitare, laddove la cultura, la storia e il mito si
sposano con la bellezza dei paesaggi. Un’indicazione che diventa anche una proposta
di rilancio turistico del territorio.
“La Sicilia – afferma Nicolò Nicolosi,
Le Gole dell’Alcantara. In alto, Nicolò Nicolosi
coordinatore regionale di Fare Ambiente
– può vivere di turismo. Per questo occorre puntare da un lato sulla natura e in par-
In via Gioacchino Di Marzo sarà faro di cultura cittadina
Nuova sede per l’Unione Filatelica
Un angolo di cultura cittadina rimasto
inalterato nel tempo. Ora il suo storico
animatore e presidente Nino Aquila cede il testimone ad un successore, Giulio
Perricone, che ha tutti i numeri per essergli di valido aiuto. Perché Nino Aquila è sempre attivo ed è lui ancora una volta l’ideatore di un nuovo spazio: una piccola ma ben concepita club house in
via Gioacchino Di Marzo 40. Sarà la nuove sede dell’Ufs, l’Unione filatelica siciliana. Ecco come il filatelico Giuseppe
Di Bella, in un suo scritto, ricorda la fi- Benito Bonsignore, Nino Aquila e Giulio Perricone questi ultimi
gura di Nino Aquila al tempo della stori- past president e presidente dell'Ufs
ca sede dell’Ufs in via Ruggero Settimo:
“…Il dottor Nino Aquila, sempre estrema- gonisti, ma che cos’è un filatelico se non
mente determinato, attivo e volitivo, si av- l’innamorato di quel condensato di storia
vicinava sempre a curiosare tra le cose si- e notizie che egli colleziona?
stemate sui tavoli e spesso trovava di che Un primo “atto” della nuova attività in sesoddisfare l’innata curiosità filatelica; si scor- de è la celebrazione della riedizione di
gevano i segni del rigore metodologico e un volume, stampato da Flaccovio, autol’inclinazione allo studio che l’avrebbe con- ri Rosario La Duca e Giulio Perricone:
dotto a collezionare, coi risultati che tutti Cinquant’anni di vita della città di
apprezziamo, ben altre rarità e a dare alla Palermo, Saluti da Palermo 1890 – 1940.
filatelia siciliana il lustro di un ulteriore Al- E’ la raccolta di 1500 cartoline illustrate.
bo d’oro e alla letteratura filatelica interna- Gli angoli topici della città rivivono testizionale un pilastro quale l’opera I Fran- moniati dalle immagini, alcune delle quacobolli degli ultimi Re”.
li introvabili altrove. La prima edizione
Adesso in via Di Marzo l’intenzione di di questo libro si dovette all’estro culturaAquila e del nuovo presidente Perricone, le di Salvatore Fausto Flaccovio. Il noto
una figura di sportivo oltre che di intellet- personaggio palermitano, molto caro ad
tuale (ci dice fra l’altro che ama la vela), è Aquila – che lo ha di recente commemoquella di fare del club un centro di cultura rato a Villa Magnisi – da giovane di tipoe d’incontro, una sede per vernissage, con- grafia divenne un colto editore, in grado
ferenze e dibattiti senza preclusione di te- di lanciare Tomasi di Lampedusa e Luigi
mi. I francobolli resteranno sempre prota- Natoli (William Galt).
ticolare sui parchi e le riserve, e dall’altro
sull’importanza storica, culturale e mitologica che questi luoghi hanno avuto nel
corso dei millenni. Solo componendo questo meraviglioso mosaico si potrà puntare
alla rinascita della nostra regione e alla sua
crescita economica. In questo modo vogliamo indicare una strategia di valorizzazione del territorio che possa attirare nuovi turisti in Sicilia”.
Di seguito un estratto della pubblicazione con l’indicazione dei siti: La Sicilia è terra di miti e di leggende, che rispecchiano in modo fedele la storia dell’Isola: colonizzazione greca, l’incontro e l’integrazione dei coloni con gli indigeni, espansione territoriale delle città, dominazioni, guerre e
scambi commerciali. Prova eloquente è la
stessa cultura religiosa, che si è nutrita di sincretismi orientali.Gli antichi scelsero la Sicilia come luogo ideale dove ambientare non
solo vicende che riguardavano le grandi divinità olimpiche, venerate in tutta l’Isola con
splendidi templi, ma anche importanti saghe
mitologiche aventi come protagonisti Eracle,
Odisseo ed Enea. Storia di eroi, amori fra dei,
ninfe e pastori. Di ciò fa fede, oltre ad un ricco patrimonio mitico attestato nelle fonti, anche la toponomastica: diversi luoghi, infatti,
hanno il nome di divinità e figure del mito
oppure sono legati a leggende di carattere
eziologico. Così pure i nomi di monti e fiumi, venerati come dei e popolati da ninfe.
Non c’è luogo della Sicilia in cui non ci sia
traccia del mito. La stessa fertilità dell’Isola,
nell’immaginario mitico, era legata al sangue di Urano evirato da Crono con una falce caduta a Zancle, l’antica Messina, o secondo un’altra leggenda, a Depranum, cioè Trapani.Per esemplificare quanto detto, segue
l’elenco, in ordine alfabetico: Agrigento,
Catania, Cefalù, Enna, Eolie, Erice, Etna.
Imera, Lentini, Lilibeo, Milazzo, Mozia,
Ortigia, Paternò, Peloro, Pollina, Segesta,
Solunto, Stretto di Messina, Tindari.
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SICILIA
Promossa una petizione popolare
A Campofelice si torna a parlare dell’ex acciaieria Afem
La riqualificazione del sito dell’ex acciaieria è l’argomento principe di cui si discute
in ogni casa di Campofelice di Roccella. Infatti, al riguardo, l’amministrazione comunale ha indetto un’assemblea popolare dove si è discusso del tema.
Negli anni del boom economico il paese
“Porta delle Madonie” ha vissuto un momento di espansione e sviluppo con la costruzione di due opifici industriali che per
vent’anni hanno dato lavoro a centinaia di
famiglie. Il sindaco del tempo, il compianto Avv. Giuseppe Corsello, sposò l’idea di
uno sviluppo industriale a Campofelice dove per la prima volta le donne uscivano dal
focolare domestico e diventavano operaie. Erano gli anni sessanta, il paese uscito
dalle miserie del dopo guerra affrontava
una sfida di rinascita economica, innovativa moderna e popolare.
Il sindaco del tempo, assumendosi una grande responsabilità, sceglieva la via industriale e dava vita al “consorzio per la zona industriale di Campofelice”. I terreni su cui
vennero realizzati gli opifici (ma.te.si. e
a.fe.m) erano in possesso dei contadini che
li avevano ricevuti dopo anni di dure lotte, lotte che videro l’illustre avvocato Pasquale Cipolla battersi per dare al popolo
le terre del Barone Cammarata. Dopo venti anni di attività industriale le due fabbriche chiusero i battenti e al popolo di Campofelice rimasero le macerie, le tragedie e
le malattie prodotte da anni di inquinamento. Diverse amministrazioni comunali iniziarono una battaglia legale per il riscatto
e la reintegra di quei terreni, (amministrazione Fatta, amministrazione Longo e l’attuale), una battaglia che ha già prodotto due
pronunciamenti dai tribunali amministrativi di Palermo (Tar e Cga) che, decidendo sulla richiesta di sospensiva dell’efficacia degli atti prodotti dall’attuale amministrazione comunale, ha in prima istanza accolto le istanze della proprietà ed, in appello, ribaltando l’ordinanza del Tar, accolto
le ragioni del Comune. Da quel momento
è iniziata una serie di incontri per arrivare
ad un’ipotesi di accordo che attualmente è
in una fase di stallo.
La bozza negoziale prevede la realizzazione di una struttura produttiva con la realizzazione di un Outlet, che è una nuova e
moderna forma di commercio, collaudata
a livello mondiale, di capi di abbigliamento e accessori di grandi firme della moda,
che sono messi sul mercato dopo due stagioni a prezzi scontati, o che durante la produzione hanno subito delle piccole imperfezioni che li rendono di seconda scelta. Nella bozza è prevista la riqualificazione ambientale del sito mediante lo smantellamento e la bonifica dello stesso, l’abbattimento quindi dell’ecomostro sul mare che per cinquanta anni ha rappresentato una cappa ed un freno ad ogni possibilità di ordinato e compatibile sviluppo
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economico dell’intero territorio lungo gli otto chilometri di costa. Nell’ipotesi di accordo è prevista la realizzazione di un
grande parco pubblico periurbano,
quasi cinque ettari di verde fruibile a tutto il comprensorio, la donazione a titolo
gratuito della villa settecentesca La
Lumia, un gioiello storico di 1100
mq che il Comune potrà utilizzare per sede di rappresentanza e servizi. E’
prevista, inoltre, la costruzione di una nuova viabilità efficiente e moderna che dovrebbe smaltire il milione e mezzo di visitatori che ogni anno si prevede possano arrivare a Campofelice di Roccella. Gli studi
fatti dalla proprietà evidenziano che il bacino di utenza della struttura commerciale
si estende a più province, Palermo, Enna,
Catania, Messina, Caltanissetta ed è questa, secondo noi, la ragione principale che
ha indotto gli investitori privati a scegliere
il territorio madonita. Campofelice di Roccella si trova, infatti, a 25 minuti da Palermo, 40’ da Caltanissetta, 1 ora da Enna, 1
ora e 20’ da Catania e 1 ora e 45’ da Messina, senza contare che lo snodo autostradale di Pistavecchia è considerato da tutti
gli operatori economici il più importante
punto strategico dell’isola. Ora se il territorio che si estende da Termini Imerese a Cefalù è effettivamente l’asse strategico della
viabilità isolana, noi siamo convinti che la
realizzazione della struttura commerciale
sarà impiantata su questa fetta di territorio.
Ed allora Campofelice di Roccella può perdere questa grande opportunità? Può permettersi di mancare l’appuntamento con
la storia, rinunciando alla riqualificazione
del sito, alla realizzazione del parco pubblico e verde e alla creazione di nuovi posti di
lavoro?
Riteniamo che le domande siano di vitale
importanza per tutta la comunità, le espressioni in favore dell’iniziativa sono parecchie, i cittadini intravedono la possibilità di
una grande rinascita del Paese, per uno sviluppo economico atteso da oltre trent’anni, e così è nata una petizione popolare in
favore dell’iniziativa, ancora in corso, per
favorire le decisioni dell’Amministrazione
Comunale. Di contro, quasi tutti i commercianti hanno manifestato le loro perplessità, per la paura che il nuovo insediamento
possa recare danni alle loro attività e all’intera economia del paese. Ma cosa pensa
l’amministrazione comunale e cosa ha
deciso di fare? Il sindaco si dice soddisfatto
della grande partecipazione dei cittadini
a questa scelta che interessa il futuro della
comunità, il primo cittadino ha già incontrato due volte i commercianti ed ha organizzato un’assemblea popolare per sentire le opinioni di tutti. Interpellato sull’iniziativa non nasconde il proprio consenso
alla stessa, ma si dice preoccupato per l’eventuale impatto negativo che può produrre
all’economia del paese. L’amministrazione
comunale, insediatasi nel 2006, ha da sempre manifestato un particolare interesse alla riqualificazione del sito che considera un
sogno che, se realizzato, completerebbe il
programma elettorale della lista che ha vinto le elezioni, ma il Sindaco Francesco
Vasta ha ribadito più volte che la realizzazione di questo grande sogno non deve e
non può distruggere i sogni delle famiglie
che vivono con il reddito dei diversi negozi del settore già in crisi. L’amministrazione comunale cercherà in tutti i modi di
tutelare e salvaguardare l’economia locale,
perché l’intento della stessa è quello di
migliorare e far progredire un paese che era
nel ristagno socio-economico e tutte le iniziative messe in campo in questi tre anni di
amministrazione vanno esclusivamente in
questa direzione.
I cittadini hanno preso a cuore l’argomento, si parla in piazza, nelle case, nei negozi
ed anche attraverso i blog sui siti internet,
è una comunità viva che si interroga sul proprio futuro che è già presente. La politica
nicchia, tentenna, nessuno (o quasi) prende posizione, è chiaro che si aspetta la decisione dell’Amministrazione, ma è pur vero che tra i politici comincia a serpeggiare
una grande paura, se questa operazione dovesse andare in porto si toglierebbe ai “politicanti” di turno l’ultima possibilità di cavalcare argomenti che per 50 anni sono stati bandiere di tante battaglie elettorali che
hanno visto il popolo spettatore ma mai beneficiario.
Gaetano Messina
L’ECCELLENZA
Il Distretto
della pesca
MEDITERRANEO
Libero scambio
solo una speranza
INIZIATIVE
in corso
nel Mare Nostrum
attualità
MEDITERRANEO
Libero scambio
solo una speranza
SI APRONO LE PORTE DI UN NUOVO RINASCIMENTO
n di Germano Scargiali
on si nota una particolare scioltezza di linguaggio nelle note scritte che riguardano l’ Area di
Libero Scambio del Mediterraneo. A voce, frattanto, se ne parla troppo poco. Quasi niente.
L’impressione netta, confermata poco più d’un
anno fa dal Ministro Frattini (nella foto), nel corso di una
visita alla Presidenza della Regione Sicilia, è che se ne parlasse di più anni or sono di quanto non se ne sia fatto
negli ultimi tempi. Il ministro degli esteri si rendeva conto,
in effetti, di quanto l’Isola potesse essere interessata e potenzialmente coinvolta da tale iniziativa, ma sottolineava
come, non muovendosi, l’intera macchina rischiava di non
avviarsi. Rimane da capire che cosa una sola regione, sia
pure così ben identificata e posta nel cuore del Mediterraneo, possa fare per smuovere un meccanismo che coinvolge tanti stati sovrani, fra cui al contempo Israele e la Palestina.
Ma occorre tener presente che il
possibile “risorgimento” del Mediterraneo si compie su due piani: il
primo è quello spontaneo e, se è in
atto, chi lo ostacola sarà probabilmente sconfitto. Il secondo è il
terreno della politica, sul quale la
lotta è aperta, ma soprattutto è sorda, sotterranea, da indagare, da
esorcizzare…
L’anno 2010 dovrebbe essere quello del “via” per l’Area di Libero Scambio del Mediterraneo.
Le parole esatte dicono “entro il 2010”. Dal primo gennaio, quindi, si dovrebbero avere 12 mesi di alacre lavoro, ma
dove sono le premesse? L’istituzione di tale “area” viene
definita come di “importanza capitale” già nelle fonti ufficiali, che la indicano come la più grande iniziativa del mondo nel suo genere.
Il Congresso di Barcellona del 1995 rappresenta il momento topico, quasi epico ormai, in cui è stato deciso di
N
26
marzo 2010
istituire l’Area. L’estensione è stata anche definita in
quell’occasione da un elenco preciso di nazioni aderenti.
Esso include i paesi dell’Ue più i 12 seguenti: Algeria, Cipro, Egitto, Giordania, Israele, Libano, Malta, Marocco, Palestina, Siria, Tunisia, Turchia. Rimane la Libia che partecipa alla partnership, ma con un ruolo di osservatore.
Ma i reali confini di tale area sono ancora da definire per
molti motivi: da una parte i limiti alla partnership di alcuni
paesi meno allineati, addirittura in guerra, dall’altra la volontà di paesi non proprio rivieraschi – ad esempio dell’area del Mar Rosso, o ancora più a Sud, di svolgere anch’essi un ruolo nel mercato mediterraneo se non di partecipare alla pari. Sono, infatti, coinvolti commercialmente e civilmente, oltre che legati da vari trattati.
Bisogna aver chiaro, che, a valle di isolati trattati internazionali di natura politica e di contatti spontanei fra imprenditori, esiste da sempre una serie di interrelazioni fra tutti
questi stati, Libia compresa, di cui l’Italia è, ad esempio, la
maggiore interlocutrice commerciale. Tali rapporti dovrebbero rinsaldarsi notevolmente dopo la recente concessione di risarcimento per i danni di guerra concessa dall’Italia. Questo anche il parere dell’ambasciatore a Tripoli Trupiano. La Libia è al contempo l’interlocutore più interessante e più difficile per l’Italia, data la personalità del
premier Gheddafi. Lo sbloccarsi della Libia aprirebbe certamente verso una nuova realtà di rapporti. Ma è per l’armonia e l’equilibrio generale che si sta lavorando.
Non bisognerebbe, quindi, esagerare nel pessimismo,
né ritenere che interagire fra stati rappresenti un fatto
assolutamente nuovo. Questo per far luce su rapporti che, non avendo valenza politico demagogica,
vengono comunemente trascurati dai media. Spesso, del resto, gli stessi interessati stentano a comunicarli per motivi di privacy commerciale,
semplice prudenza e simili.
Ma in che cosa dovrebbe consistere in pratica quest’area di libero scambio è tutto da
attualità
vedere. Si parla di Banca del Mediterraneo, mentre si fa
avanti, per attesa decisione del ministro Tremonti una nuova banca del Sud. Sopravvivono frattanto alcune banche
regionali, sfuggite al gigantismo – che presenta per la verità lati sospetti – delle banche nazionali ed europee, le
quali sono ormai della sopportate, quasi un male necessario, da parte del settore imprenditoriale o comunque
operativo della società civile.
Un grande sostenitore della politica mediterranea è stato
Cuffaro, ma il governatore pare non ci sia più. Niente a che
vedere con quello che si sente e ancor meno si vede oggi. Da qui l’azione sporadica di iniziative che si sommano a quelle singole di privati ed enti nei confronti dei
paesi rivieraschi.
Il Distretto produttivo della pesca Cosvap di Mazara del
Vallo, collegato all’Osservatorio della pesca del Mediterraneo del Cnr che ha sede nella tonnara concessa presso Capo Granitola. Al VI Forum organizzato proprio in quella sede si è lanciato il concetto della Blue economy e registrata la partecipazione di ben altre nazioni rispetto a quelle indicate nell’elenco dell’area di libero scambio. Molti
paesi dal mar Rosso all’Africa, oltre che al medio oriente
sono interessati alla nuova attività.
Tutto si basa sulla fede che sia in atto,
per un cambiamento politico economico a livello planetario con relativa valorizzazione di tutto l’est
e del sud del mondo, un nuovo
Rinascimento del Mediterraneo, simile a quello che,
alla vigilia della scoperta dell’America, vide sorgere tutte
le componenti della rivoluzione moderna dell’economia:
le banche, la partita doppia, la scienza galileiana… n
ARIA DI PACE
FRA PALESTINA E ISRAELE
Secondo fonti Ansamed, è lecito nutrire ottimismo sull’imminente sviluppo dei rapporti tra Israele e la Palestina. L’annosa contesa potrebbe essere finalmente ad una svolta,
grazie alla ragionevolezza degli attuali protagonisti, guidati da Abu Mazen e Netanyahu, e alla maturazione della situazione a livello locale e internazionale. L’inizio del
nuovo anno, secondo Ansamed, fa registrare un risveglio
di attività diplomatiche per rilanciare i negoziati di pace
israelo-palestinesi e vede leader arabi impegnati in una
serie di incontri, come quello di Sharm El-Sheikh, dove il
presidente Hosni Mubarak ha ricevuto il presidente dell’Autorità palestinese Abu Mazen (Mahmud Abbas) e re
Abdallah di Giordania.
E, mentre a Gerusalemme il premier israeliano Benyamin
Netanyahu dice di “avvertire nelle ultime settimane un cambiamento nell’aria che spero possa maturare e portare alla ripresa del processo di pace”, il quotidiano Maariv di Tel
Aviv riferisce che gli Stati Uniti avrebbero formulato un piano per portare entro due anni israeliani e palestinesi a
un accordo su tutto il contenzioso e alla fine del conflitto.
Secondo Maariv gli Stati Uniti propongono l’immediata ripresa delle trattative. Nei primi 9 mesi dovrebbero stabilire i confini di un futuro Stato di Palestina e nei successivi 15 mesi risolvere le altre questioni chiave, come il futuro di Gerusalemme e la questione dei profughi palestinesi. Gli Stati Uniti darebbero ai palestinesi una lettera di garanzia che il periodo di due anni non sarà prorogabile e
che in caso di insuccesso delle trattative Washington sosterrà la richiesta palestinese di un territorio la cui superficie in Cisgiordania – nell’eventualità di uno scambio di terre – non sia inferiore a quella di questa regione prima dell’occupazione israeliana nel 1967. A Gerusalemme il premier Netanyahu ha detto di essere pronto all’immediata e incondizionata ripresa delle trattative mentre il suo
ministro degli Esteri Avigdor Lieberman ha detto “di non ritenere realistica” la prospettiva di un accordo con i palestinesi in due anni. L’odierno colloquio di Mubarak con
Abu Mazen appare legato a quello che egli ha avuto la
scorsa settimana con Netanyahu. Quest’ultimo si era
recato al Cairo con sue proposte per facilitare la ripresa
dei negoziati che avevano, a quanto pare, favorevolmente colpito i governanti egiziani.
Non è chiaro quali esiti abbia avuto l’odierno colloquio.
Abu Mazen non ha dato indicazioni di una prossima ripresa delle trattative e non ha segnalato un ammorbidimento della richiesta palestinese di totale, non solo parziale,
arresto dell’ edilizia negli insediamenti ebraici in Cisgiordania come condizione per il ritorno al tavolo delle trattative. Fonti palestinesi, commentando le voci di un piano Usa e di altre iniziative, hanno detto che si tratta solo di
idee in via di formazione e nulla di più. Mubarak ha ricevuto anche re Abdallah di Giordania che voleva essere aggiornato sugli ultimi sviluppi diplomatici in campo israelopalestinese.
Nella regione è attesa la visita dell’ inviato Usa George
Mitchell, ma prima di lui saranno a Washington due inviati di Mubarak per riferire sui colloqui con Netanyahu e
Abu Mazen. Fra i due contendenti, dopo tanta guerra, potrebbe, dunque, scoppiare la pace.
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attualità
SONO TANTE
MA I RISULTATI
SONO POCHI
E POCO CHIARI
Una veduta della moderna Tripoli
INIZIATIVE
in corso
per il Mediterraneo
n alto numero di iniziative sono state intraprese dal dopoguerra per lo sviluppo in comune dell’area mediterranea, ma esse sono spesso rimaste sul piano di mere occasioni di contatto,
per quanto non siano da ritenere inutili. Il terreno è stato preparato. Non c’è paese che non sia convinto
della opportunità di collaborazioni sempre più intense. Frattanto la vicinanza geografica ha tenuto vivi determinati rapporti economici e non bisogna credere che le varie nazioni
siano come pianeti vaganti in un firmamento sconosciuto.
Qualcosa è in corso, specie sul piano della privata iniziativa imprenditoriale e commerciale, anche in contrasto con
l’assenteismo e la poca incisività dei governi.
Eppure vari ostacoli si frappongono allo sbocciare di una
nuova era di collaborazione: si è incerti su come, dove e
quando iniziare a collaborare, mentre talvolta il nemico è
proprio la diffidenza, di chi si preoccupa più dei rapporti di
concorrenza che si possono creare fra paesi che producono beni similari e possono fornire i medesimi servizi al grande traffico che è tornato a provenire dal Far East. La storia
rivalorizza infatti la vecchia via delle Indie, fondamentale
in epoca anteriore alla scoperta dell’America. Cioè, vedi caso, fino al momento della splendida esplosione del Rinascimento. Fu allora che si gettarono le basi dell’era moderna,
compresa quella industriale. Il Rinascimento contribuì alla
U
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scoperta dell’America, ma provocò, a più lunga scadenza, la stessa crisi del Mediterraneo. L’asse dei traffici e dello sviluppo si spostò sugli oceani.
L’area di Libero scambio rappresenta oggi l’obiettivo principale da realizzare, in concreto (doveva avvenire entro il
2010): un’autentica Area di libero scambio. I ministri dei Paesi dell’Unione Europea hanno fatto il punto della situazione a Bruxelles, nel corso della VII Conferenza Ministeriale
sul Commercio Euro Mediterraneo. L’occasione è stata proficua anche per discutere i metodi da adottare per incentivare l’integrazione e la diversificazione economica, nonché
per promuovere il commercio e gli investimenti Euro - Mediterranei.
I 13 Ministri per il Commercio dei 13 paesi della regione mediterranea insieme ai Ministri del Commercio degli Stati
Membri dell’Unione europea, hanno esaminato i progressi fatti verso un’Area Euro - Mediterranea di Libero Scambio,
con il coinvolgimento di una rete di Accordi di Libero Scambio Nord-Sud e Sud-Sud.
La Euro-Mediterranean Road Map (Tabella di Marcia Euro-Mediterranea) fino al 2010 ha delineato, in sostanza, le
ulteriori azioni per promuovere l’Area Euro-Mediterranea di
Libero Scambio. Secondo i partecipanti alla conferenza, la
Road Map vuole includere sia misure concrete da indirizzare verso il superamento degli attuali punti di debolezza del-
le relazioni e proposte economiche e commerciali dell’area
Euromed, al fine di trasformare gradualmente gli Accordi
Euro Mediterranei di Associazione in Accordi integrali e profondi. Questi ultimi saranno utili per comprendere e rafforzare i provvedimenti intrapresi su questioni come le agevolazioni commerciali, gli accordi riguardanti Tbt e Sps, public
procurement, concorsi, diritti sulla proprietà intellettuale,
problematiche relative allo sviluppo commerciale e sostenibile o alla trasparenza.
I Ministri hanno approvato inoltre la Convenzione regionale del sistema Pan Euro-Mediterraneo delle regole di
origine per determinare la provenienza dei prodotti che vengono immessi in commercio. Ciò rappresenta un passo
avanti rispetto ai contenuti della storica Conferenza Euro Mediterranea dei Ministri degli Affari Esteri tenutasi a Barcellona il 27-28 novembre 1995, considerata un punto di
partenza del Partenariato Euro - Mediterraneo (Processo di
Barcellona). Si cerca di legare l’intera Ue allo sviluppo del
Mediterraneo…
L’iniziativa del Presidente Sarkozy per la creazione di una
Unione per il Mediterraneo, istituita con il Vertice di Parigi
(luglio 2008), ha rappresentato la più recente evoluzione delle relazioni euro-mediterranee. La nuova struttura, denominata Processo di Barcellona, Unione per il Mediterraneo, costituisce un valore aggiunto rispetto all’esistente quadro, sotto i profili della “co-ownership”, ovvero di un maggiore coinvolgimento dei Paesi della sponda sud nel processo decisionale; del livello degli incontri, con i Vertici dei Capi di Stato e di Governo a cadenza biennale; dei contenuti progettuali, attraverso il lancio di progetti in macrosettori prioritari
(infrastrutture, ambiente, energia, sicurezza, cultura), aperti alla partecipazione di attori e capitali privati.
Tra le maggiori novità istituzionali dell’Unione per il
Mediterraneo c’è la creazione di una co-Presidenza, esercitata congiuntamente da un Paese UE e uno della sponda
sud, e di un Segretariato, incaricato della promozione dei
progetti. Nel quadro della cooperazione sub-regionale vanno segnalati i due fori del Dialogo 5+5 (Paesi del Mediterraneo occidentale) e del Forum Mediterraneo (esercizio informale a livello intergovernativo tra 11 Paesi rivieraschi), ma
anche del Partenariato G8-Bmena (Broader Middle East and
North Africa), l’iniziativa sul Grande Medio Oriente avviata
nel 2004 nell’ambito del G8.
Le maggiori organizzazioni regionali già attive nella regione sono la Lega Araba e l’UMA (Unione del Maghreb Arabo),
i cui Stati membri sono in larga parte Paesi mediterranei. Il
Partenariato Euromed copre un quadro esteso di collabora-
attualità
zione, articolato in 4 volet: 1) politico e di sicurezza; 2) economico-finanziario; 3) socio-culturale e umano; 4) cooperazione in materia migratoria. Essi rientrano in iniziative e programmi specifici finanziati dall’Unione Europea. In questo quadro
è essenziale l’attività di coordinamento con la rappresentanza italiana presso l’UE dei Ministeri italiani, che valorizza l’apporto dell’Italia al processo euro-mediterraneo.
La creazione dell’Unione per il Mediterraneo e il particolare rilievo assunto dalla componente progettuale ha reso necessario allargare il coordinamento anche alle Regioni e al mondo delle imprese. Il dialogo interculturale, per il
quale in ambito Euromed è stata istituita la Fondazione Anna Lindh per il dialogo tra le culture. Il rafforzamento, a seguito di emendamenti allo Statuto, degli organi direttivi della Fondazione, attraverso la recente nomina del Presidente, del Direttore e dei membri del Consiglio Consultivo, ha
posto le premesse per una sua più incisiva azione quale
strumento propulsore di attività per il dialogo interculturale.
La Fondazione si avvale dell’apporto delle reti nazionali e di
istituzioni impegnate nel dialogo fra le società civili dei Paesi Euromed.
Il 2008, proclamato Anno Europeo ed Euro-mediterraneo
per il Dialogo interculturale, vede in prima linea la Fondazione Anna Lindh con un programma di eventi di grande
visibilità in tutti i Paesi Euromed, realizzato in collaborazione con le reti nazionali. Il rafforzamento della cooperazione
regionale e multilaterale rappresenta uno strumento prioritario ai fini della pace, della stabilità e dello sviluppo economico, politico e sociale. Poiché condividiamo le medesime sfide globali (ambiente, energia, cooperazione economica, sviluppo, istruzione, dialogo interculturale, migrazioni), i fori multilaterali costituiscono il contesto per affrontarle efficacemente in collaborazione.
Il Sud Italia, e la Sicilia in particolare, devono farsi parte
attiva della propria presenza in tutti i consessi mediterranei
e dovrebbero promuovere anche iniziative autonome. Perché è evidente il rischio che sia nuovamente l’Europa continentale, a partire dalle regioni del nord Italia fino agli stessi paesi atlantici a voler gestire la nuova realtà. Tutto ciò rischia di rasentare l’assurdo, perché tali regioni si sono avvantaggiate in questi secoli della loro presenza atlantica,
traendone notevoli vantaggi, ma oggi vorrebbero gestire
anche l’atteso Risorgimento del Mediterraneo. La Sicilia,
il sud Italia, ma anche la Grecia e la stessa Turchia, come gli
stati del Nord Africa, non devono cadere nella trappola.
Infine, sarebbe interessante appurare – e troppo poco se
ne parla – che ruolo giocherà Israele.
DUE ESPONENTI DEL COPPEM AI VERTICI DELL’ARLEM
Il Coppem è il Comitato Permanente per il Partenariato Euromediterraneo dei Poteri Locali e Regionali. Il presidente del
Coppem è attualmente il presidente della Regione Sicilia. È di estremo interesse perché guarda alle realtà regionali, potendo quindi assecondare realmente lo sviluppo delle aree che ne hanno più diritto, oltre che bisogno, superando di fatto certe generalizzazioni di cui potrebbero godere regioni che mediterranee non sono. Di recente, il presidente Lombardo e il segretario generale Carmelo Motta, hanno espresso soddisfazione per l’avvenuta elezione ai vertici dell’Arlem (Assemblea regionale e locale Euro-Med), il nuovo organismo dell’Unione per il Mediterraneo, di due autorevoli esponenti del Coppem. Si
tratta del Presidente della Regione Taza-Al Hoceima (Marocco), onorevole Mohamed Boudrà e del Governatore di Qalyubiya
(Egitto), sua Eccellenza Adly Hussein. I due rappresentanti del Comitato saranno, per i prossimi cinque anni, co-presidenti
dell’Arlem. Il presidente espresso dai paesi europei è Luc Van den Brande, attuale presidente del Comitato delle regioni.
L’Arlem rappresenta i poteri locali e regionali dei 43 paesi che fanno parte dell’ Upm (l’Unione per il Mediterraneo) e si propone di rafforzare il ruolo delle città, delle province e delle regioni del partenariato euromediterraneo. In altri termini, protagoniste divengono le singole realtà locali, non le nazioni nel loro insieme. Ai lavori dell’Arlem ha preso parte una delegazione del Coppem formata dal vice presidente della Regione siciliana, on. Michele Cimino, dal segretario generale Carmelo
Motta e dal responsabile progetti Michele Raimondi.
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attualità
LA NOVITÀ
MAZARA UNA CAPITALE DELLA REALTA’ MEDITERRANEA
Un esempio di politica mediterranea – economica ma non solo – si
individua certamente a Mazara del
Vallo. A parte l’esperienza locale nell’accoglienza dei lavoratori che provengono dall’Africa e soprattutto dal
Magreb, di cui la città del fiume Mazaro rappresenta un caso pilota, ottima è l’azione del Distretto produttivo della pesca Cosvap. Diremmo
che è proprio l’articolarsi di tale attività, con i successi ottenuti, che ci
dà la forza di destinare queste pagine al grande problema dello sviluppo del Mediterraneo.
Alla pigrizia delle nazioni, alle preoccupazioni dell’Europa settentrionale, nonché di tutti coloro che paventano più i problemi della concorrenza, invece di confidare nei gran-
di benefici della collaborazione, si
sostituisce il processo storico in sé,
che è in atto. E di questo processo
fanno parte tutte le azioni che partono “dal basso”, cioè dal piccolo al
grande. Il moltiplicarsi delle iniziative spontanee, anche a livello minimo è fondamentale. Contribuisce al
risultato positivo della sommatoria
di bene e di male. Perché, come tutti i fenomeni, questa crescita ha dei
nemici …
Il Mediterraneo, in seguito alla crescita dell’Asia (il Far East) si ritrova,
dopo mezzo millennio di difficoltà,
in una posizione di vantaggio. Ciò
ha innescato fenomeni di crescita
generale che, se non si apprezzano
a “vista d’occhio”, sono comunque
in atto. I vantaggi di posizione gene-
rano sempre sviluppo e ciò sta già
avvenendo e sempre più dovrebbe avvenire nel prossimo futuro.
Si richiede più portualità, organizzazione più moderna dei trasporti e articolata in modo intermodale. Occorre capire, ad esempio, perché il
Ponte sullo Stretto serva anche alle
navi e agli aeroporti. Occorre sapere che la Sicilia esporta e ancor più
vuole esportare, ma è anche una
grande importatrice. Molti dati importanti del problema sfuggono alla pubblica opinione, che oggi ha
sempre più importanza. Perché, per
vari motivi, facili demagoghi ostacolano visibilmente il progresso. E ogni
opinione viene sostenuta “in cordata” da chi vi ha interesse o da chi vi
si adegua per mentalità o ideologia.
L’ECCELLENZA
Il Distretto
della pesca
n di Germano Scargiali
Giovanni Tumbiolo
Fra tutte le esperienze in corso da parte dei distretti produttivi, innescate da una precisa volontà pubblica, quella del distretto della pesca Cosvap di Mazara del Vallo sta
certamente funzionando. Da poco il distretto ha confermato il suo consiglio d’amministrazione con Giovanni Tumbiolo a presidente e Nicolò Lisma – che è anche assessore provinciale (TP) alle politiche del mare – vicepresidente. Il distretto della pesca si muove letteralmente a 360 gradi all’interno e all’estero. Cioè, sia in direzione della Regione – governo e Ars – sia verso Roma – vedi ministri Scajola e Urso – sia in direzione di tutto il Mediterraneo e oltre. I successi si possono riscontrare su tanti fronti.
I pescherecci ad Alessandria. Si dice che l’atto più concreto sia stato l’accordo con Il Cairo per inviare sei pescherecci di grosso tonnellaggio a pescare nel golfo di Alessandria, nel cui porto fanno scalo. L’accordo, come gli altri tentati in tal senso, mira a ricambiare l’ospitalità con il
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trasferimento del know how. Infatti, a bordo dei pescherecci sono stati imbarcati alcuni giovani pescatori egiziani, perché apprendano le più recenti tecniche della pesca
e della conservazione a bordo del pescato.
L’Osservatorio della pesca in Mediterraneo può sembrare il più importante degli “strumenti” messi in atto dal Distretto. E’, infatti, una sorta di braccio operativo, creato incentivando l’azione e la presenza del centro del Cnr presso Mazara. Diretto dal professor ingegner Giuseppe Pernice fornisce monitoraggi e studi sulla realtà del mare. Si
dice abbia capovolto una tradizione: di solito tali istituzioni chiedono dati alle imprese e li rielaborano. Questo
osservatorio, invece, fornisce i dati alle imprese della filiera del pesce e a chiunque opera sul mare. L’ufficio è a disposizione di tutti i paesi rivieraschi, cui invia i risultati delle continue indagini. Di recente il lavoro si è concretizzato
nel primo Rapporto annuale (2009) sulla pesca e sull’ac-
quacoltura. L’osservatorio ha trovato una degna sede nella mega tonnara di Capo Granitola da poco riconvertita.
Infine la Regione, soprattutto per interessamento dell’onorevole Salvino Caputo (commissione Attività produttive),
ha promesso tutto il proprio appoggio a questa istituzione, di cui ha compreso la grande valenza nazionale e internazionale.
Il Forum, giunto alla sesta edizione è stata l’occasione per
la presentazione. Ma ciò che ha stupito è stata la partecipazione corale di istituzioni nazionali e, soprattutto, di
ospiti dall’estero. Fra questi, oltre all’immancabile Egitto,
rappresentato dal ministro Fathi Osman, molto gradito il
Libano, con la presenza di un personaggio di grande impatto come Adel Cortaz. Ma quello che si nota sempre più
è l’estendersi del numero degli stati coinvolti dai mazaresi, tramite queste iniziative. Per cui risulta che l’area mediterranea si estenda ormai idealmente anche sotto le riviere, mentre si fanno vivi paesi in via di sviluppo. D’estremo interesse la Giordania e di recente anche la Siria.
Ecco un elenco de partecipanti al VI Forum: Italia, Egitto,
Tunisia, Marocco, Libia, Siria, Libano, Giordania, Malta, Angola, Gabon, Yemen Equatoriale, Oman. Ma l’adesione dei paesi del Mar Rosso, del Medio oriente e della
stessa Africa è crescente. Quindi la collaborazione mediterranea va ben oltre gli orizzonti intravisti dall’Ue nella logica dei trattato di Barcellona.
La Libia è una delle mete più ambite dai contatti intercorsi. Notevoli le potenzialità di pesca nel golfo della Sirte.
Notevoli anche le difficoltà con questo paese che sicuramente è un paese amico, ma con cui proseguono le incomprensioni. E la politica europea (Ue e singoli stati) non
LA BLUE ECONOMY. C’è un concetto che
il distretto della pesca e l’osservatorio di
Mazara vogliono imporre accanto a quello della green economy. E’ quello della Blue
economy, una economia che tragga dal
mare il suo sostentamento, senza offenderlo o depauperarlo. Anzi, vegliando su
di esso e la sua salute. Dal governo di Mubarak proviene una affermazione: “nella
collaborazione di pesca e nella sua incentivazione vediamo una grande opportunità per l’apporto di proteine al nostro popolo”. Questa affermazione la dice lunga
sulla consapevolezza della ricchezza di
pesce che si trova nel mare nord africano.
Ciò cozza contro chi propaganda l’idea di
un Mediterraneo sempre più povero di vita e di pesca. Anche la presenza di pescherecci oceanici (giapponesi e coreani,
non soggetti ad alcun controllo) prova la
ricchezza di tonno nel Mare Nostrum.
Giova il recente rapporto dell’Ispra (Istituto superiore protezione e ricerca ambientale) che nega che sia lo sforzo di pesca il “nemico” dei banchi di pesce. Sono,
se mai, le immissioni da terra (scarichi industriali) e dal mare ( gigantismo navale,
gasiere e petroliere). Il rappresentante di
quest’organo ministeriale italiano, Franco Andaloro, è stato chiaro in proposito
al Forum, rilasciando dichiarazioni che
hanno, finalmente, trovato spazio sui media. La Blue economy vuole insomma
occuparsi della risorsa mare in tutti i suoi
risvolti. Non ritiene che la retta via sia quella di “ritirarsi” dal mare, ma quella di razionalizzarne le ingenti risorse.
attualità
ci aiuta… Ma intensi sono i contatti da parte della troupe
di Tumbiolo con il governo di Tripoli, l’ottimo ambasciatore Francesco Trupiano e i tanti amici già presenti presso il
governo di Gheddafi.
Gli obiettivi prevedono a breve una politica economica
battezzata Blue economy (di cui parliamo a parte in questo servizio) che si estenda tramite un Medi district a tutti i paesi. Tale progetto trova appoggio anche dai Maltesi, recentemente rappresentati da Michael Rendo, da poco a Palermo. Ma fondamentale è la
volontà di estendere l’attività a tutto
l’agroalimentare: dal cerealicolo all’olio, agli agrumi (arancia rossa). Un
progetto a tutto campo che non è più
un sogno, ma trova applicazione nei
primi trattati: vedi i rapporti con la Giordania in materia di grano.
L’aspetto economico risulta anch’esso fondamentale. Prova che nulla è
stato lasciato d’intentato da parte del
Distretto pesca. Se ne occupa il Professor Vincenzo Fazio, ordinario di
Salvino
scienza economica all’Università di
Caputo
Palermo. In collaborazione con il collega di Reggio Calabria Antonio Ricciardi ha anche prodotto un volume dal titolo Il Distretto della Pesca di Mazara del Vallo, Una buona pratica di cooperazione tra
aziende internazionali. Anche l’Ircac, con il suo attivo presidente Antonio Carullo è stata coinvolta e ha ospitato incontri e convegni, mettendo a disposizione la propri capacità finanziaria.
L’ATTEGGIAMENTO DELL’UE. Senza troppi patemi, l’ingegner Giuseppe Pernice si
è espresso nei confronti della politica dell’Ue, che mira a “proteggere il Mediterraneo” imponendo una drastica diminuzione dello sforzo di pesca, applicando la mera massima: niente nuove licenze, niente
nuove barche. Ciò ha già provocato perdita di posti di lavoro e disoccupazione.
“L’Ue – sottolinea Pernice – ha innescato un
meccanismo perverso. Il nostro rapporto
relativo al 2009 fornisce dati freschi. Circa
1000 pescherecci italiani sono andati perduti. Occorre razionalizzare la pesca, diminuire le perdite, migliorare i sistemi di
conservazione, trasformazione e distribuzione. Quel che abbiamo assodato è la presenza di grandi stock esistenti e non sfruttati. Mentre il vero problema è il costo energetico – il gasolio – che giunge al 52% del
fatturato”. L’Ue fa una politica che favorisce
l’arrivo in Mediterraneo e nel resto del mondo di pesce di peggior qualità, pescato in
oceano e distribuito dalle multinazionali. Limita fortemente la pesca del tonno da parte dei pescherecci mediterranei, che vengono pesati alla partenza e all’arrivo, lasciando man salva a Giapponesi e Coreani. Una politica che i rappresentanti dell’Italia e degli altri paesi dell’Ue devono assolutamente modificare drasticamente, perché basata su dati impropri. Salvino Caputo ha dichiarato in proposito: “ in un momento in cui l’Ue sta creando fortissime limitazioni alla nostra pesca, i rapporti privilegiati con i paesi africani sono un’alternativa fondamentale di ricerca e sviluppo”.
IL PROGETTO GAMBERO. Grazie ad un’altra iniziativa il Gambero rosso di Mazara
otterrà presto la Dop. Un atto quasi dovuto per un prodotto di tanta fama e qualità unica al mondo. Perciò Tumbiolo ha inviato da poco una nota di sollecito agli istituti di ricerca impegnati nel progetto, affinché questi presentino al più presto il risultato dei loro studi per consentirne l’acquisizione. Frattanto, pur reclamando la mano dura nei confronti delle frodi, che sono
estranee allo spirito della pesca mazarese, votata alla qualità, Tumbiolo ha anche accusato di disinformazione la cronaca recente che addita alcuni operatori “puliti” per aver venduto per fresco il prodotto
surgelato: “ciò dipende – chiarisce Tumbiolo – dalla scarsa o nulla conoscenza delle
attuali tecniche di conservazione del pesce fresco per la grande distribuzione organizzata”. Fondamentali sono le tecniche
di conservazione del
pesce, tramite sistemi che curano al
massimo
l’igiene e ricorrono a mare a tecniche del
freddo come gli abbattitori di temperatura. A chi loda i risultati della pesca moderna, della conservazione e lavorazione a
bordo etc, dicendo “…voi mazaresi preparate il miglior pesce surgelato del mondo”,
Tumbiolo risponde con una battuta più seria di quel che sembra: “…Noi portiamo in
tavola il miglior pesce del mondo”.
marzo 2010
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NAUTICA
Dal 10 al 18 aprile
organizzata
da Calogero Marino
Appuntamento
a San Nicola
con la
Fiera Nautica
L’inaugurazione della scorsa edizione
In alto Calogero Marino
Compie 14 anni la Fiera Nautica di San Nicola,
divenuta la più grande expo di barche in Sicilia.
Farà porta – si fa per dire, perché trattasi di una
mostra in plein air, con prove a mare – dal 10 al
18 aprile. L’alveo del porto di San Nicola L’Arena a Trabia è molto cambiato dal tempo della
prima edizione di questo evento. Il porticciolo turistico, di cui la Mare Sud di Calogero Marino,
infaticabile motore organizzativo, è la maggiore
ospite,è divenuto adulto. Da sempre, per la verità, ha rappresentato un “saggio tecnico” di quel
che doveva essere in Sicilia la
portualità turistica: banchine
moderne, ben assistite, un paio
di scivoli per le barche carrellate, gru per il varo e l’alaggio, un
distributore di carburante, presenza su internet…
Adesso il porto ha anche una elegante sistemazione della banchina di riva, che non manca di originalità, grazie alle strutture in
legno pregiato, e alla sopravvivenza dell’antica battigia, salvata a tutto favore della tranquillità delle acque interne (niente onda di ritorno). Insomma il porto, pur nelle sue dimensioni, continua ad essere un esempio. Come lo è il grande
bar ristoro gestito a terra sempre ad opera di Ma-
rino. Una meta anche per un gelato eccezionale, sia che lo si acquisti al bar, sia nella storica gelateria
Cicciuzzo. Ma il porto, grazie anche all’alacre presenza della Mare
Sud, che ha stimolato e vegliato sugli interventi di Comune, Provincia e Regione, ha anche tutta quella serie di servizi e norme di sicurezza che oggi l’esigente evolversi
delle leggi prevede. E’ in questo
contenitore, ormai interamente pavimentato, anche nel grande parterre che ospita il bar e serve
solitamente per le auto e le barche in alaggio, che
si svolge la Fiera Nautica. Un appuntamento da
non perdere fra quelli dell’imminente primavera. Un’anticipazione dell’estate, che serve ai visitatori per riprendere dimestichezza con l’amato tema… Infatti ne vengono da ogni dove, creando qualche problema nello svincolo autostradale. Anche perché l’evento è reclamizzato in vari modi, fra cui i tabelloni della ditta Alessi. I week end sono pienissimi e ciò dovrebbe spingere
chi può a visitare la fiera con più calma anche negli altri giorni. Vi si trovano barche usate e nuove a non finire. Il nuovo è esposto dai migliori costruttori e dealer presenti sul mercato. Perché, certamente, disertare la Fiera di san Nicola non è un
buon segno di vitalità...
La qualità sposa l’innovazione
MASTER GOMMONI. Il gommone siciliano naviga fino alla Nuova Caledonia
Al salone di Genova il “gommone per tutti” aveva un divo. Era il 540 magnum della Master. Più
vetroresina, lungo tutti i tubolari a 360 gradi:
nessun compromesso al riguardo, ma a tutto favore della massima rigidità longitudinale e torsionale. Una garanzia di tenuta e velocità ,
una inaffondabilità assoluta. Un prezzo accessibile, per un gommone personalizzabile e dalla grande abitabilità. Caratteristiche da walk
around, insomma. Qualcosa di versatile, una
barca d’arrivo, non una “di passaggio”, per affrontare qualunque mare e poter volare già con
i fatidici 40 hp. Ma master Gommoni non è solo questo ultimo nato. Produce entrobordo e
fuori bordo per tutte le tasche e le esigenze.
Val la pena di preferire questo prodotto siciliano. Un caso di eccellenza del made in Sicily in
assoluto. Val la pena, ripetiamo, di conoscere
meglio il cantiere, che , dopo aver fatto fortuna
in Lombardia, certo della acquisita fama internazionale, è tornato al caldo sole dell’Isola,
nella zona industriale di Carini. Master Gommoni, specializzata nella produzione di battelli
in vetroresina solidi e affidabili, propone ai subacquei la serie Diving, totalmente personalizzabile negli allestimenti.
Master Story. Un’ampia gamma di battelli in
vetroresina solidi e affidabili, utilizzati da semplici amanti del mare, ma anche da centri di immersione ed enti militari, nazionali e stranieri.
Questo il biglietto da visita di Master Gommoni, azienda che commercializza le sue imbarcazioni in Italia, ma anche in Francia, Siria,
Guadalupe, Nuova Caledonia, Spagna, Malta,
Tunisia, Norvegia, Grecia. Un viaggio iniziato
32
nel 1985 a Segrate, in provincia di Milano.
“All’epoca l’azienda era attiva nel settore
del terziario, producendo fino a mille battelli
all’anno – racconta Annalisa Gargiulo, responsabile commerciale di Master Gommoni –. La
svolta è avvenuta negli anni ’80, quando il mercato è stato rivoluzionato dall’ingresso della vetroresina: Pietro Gargiulo, il fondatore di Master, ha creato i primi modelli con una particolare carena in doppia stampata, in grado di
consentire un miglior bilanciamento della struttura e di eliminare il problema dell’appoppamento...”. Da allora Master ha continuato a
crescere. Nel 1997, infine, i Gargiulo sono tornati nella loro Sicilia. La Master si è trasferita
in una nuova sede con stabilimento produttivo a Palermo e ha ampliato progressivamente
il numero dei battelli in catalogo, fino a raggiungere gli attuali 40 modelli, le cui dimensioni vanno dai 4,5 ai 10 metri.
I battelli di Master Gommoni sono progettati per adattarsi anche alle condizioni meteomarine più ostili. Non è un caso che vengano utilizzati in mari particolarmente “difficili”, come la Nuova Caledonia e il Nord della
Francia. Ogni fase costruttiva viene seguita con
un’attenzione “custom”, dalla stampata, all’assemblaggio, fino all’allestimento. Le resine, le fibre di vetro, coremat e compensati sono della
massima qualità. “… Anche per la costruzione dei tubolari – sottolineano in cantiere – adottiamo i migliori materiali, come il neoprene hypalon Orca della Pennel & Flipo”.
Ma quali sono i prodotti di punta di Master Gommoni?
Il Master 540 Magnum
“Il nostro catalogo – spiega il titolare Gargiulo
– comprende le serie Open, tradizionali battelli da turismo, Magnum e Diving. I Magnum sono battelli a doppia stampata, con il piano di calpestio che si estende per tutto il perimetro dell’imbarcazione. Sono progettati per durare nel
tempo, per questo li commercializziamo con
ben 5 anni di garanzia. La serie Diving, invece, è pensata appositamente per la subacquea.
Include le versioni Master 570, 620, 660 fuoribordo e 660, 730, 750, 780, 870, 33 Fuoribordo ed entrofuoribordo, tutte completamente
personalizzabili: il cliente sceglie liberamente non solo il colore dell’imbarcazione, ma anche dove alloggiare gavoni, consolle, rastrelliere. Una caratteristica, questa, che ha decretato
il successo della serie per chi del gommone fa un
uso intenso e professionale”.
Master Gommoni, strada statale 113 est n.
100 Carini (Palermo). Tel 091/8691592. E-mail:
[email protected], www.mastergommoni.it.
PORTI TURISTICI
Impasse e ostruzionismo
non fermano i porti
Incredibile Balestrate segna il passo, ma Trappeto già sogna
Sempre più si dimostra come occorra dare
pronto e pieno appoggio a chi cerchi di portare a termine un’opera in Sicilia, attaccato da ogni parte. Anche nel campo dei porti turistici. Ma il tempo fa giustizia: costruire è l’arte più difficile in Italia e in Sicilia.
L’arte più diffusa è quella di ostacolare, bloccare, distruggere e le maggiori difficoltà le
incontrano proprio i migliori di noi.
Motomar e Marina Villa Igiea hanno oggi
un bilancio risanato, ingenti restauri portati a termine, ma quante difficoltà ha incontrato il manager Gioacchino Guccione…
Per anni chi, da San Nicola l’Arena a Riposto aveva denaro e progetti per realizzare
grandi opere portuali riceveva vaghe risposte: “manca un piano dei porti”. Ora ce ne
sono persino due.
Se poi ci si chiede, approfondendo l’indagine, da che parte vengano i famosi “bastoni fra le ruote”, ci si imbatte negli assessorati e nelle soprintendenze (che in Sicilia
si moltiplicano) o negli enti che sarebbero
preposti nientemeno che ad incentivare il
turismo, quello nautico in particolare, lo sviluppo e via dicendo.
Se Balestrate tardava ad andare in gestione, adesso tarda a mettere mano al lavoro,
perchè Motomar e Marina Villa Igiea – che
in due detengono il 49% della società, dopo aver vinto la gara d’appalto – si imbattono in una nuova fonte di problemi: li crea
Italia Navigando, socio al 51%.
Non bastavano i siciliani stessi… Così
si supera il limite dell’assurdo: un porto pronto da anni, realizzato con i fondi europei,
che tutti dicono vadano sprecati (anche quando non è vero) rimane nell’abbandono. Nulla cambia.
Ed ecco che cosa avviene a Balestrate. Frattanto, la locale delegazione della capitaneria fa multe salate a chi, alla meglio,
lega le cime a terra, comunque in acque
protette. Il Comune balestratese non riesce
ad illuminare il porto e l’Hotel Marina Holiday si stanca di prestare luce e acqua a chi
utilizza la struttura fra una multa e l’altra.
Anzi, pare che la multa più salata l’abbia pagata proprio il signor Palazzolo, il lungimirante proprietario dell’hotel, quello che prestava gratis acqua e luce… Colui che attende, nella perfezione dell’arredo realizzato con soldi propri, che il territorio tutt’intorno si renda “decente”.
Storie di normale isolanità siciliana, ma anche di riottosità nazionale, nel caso della famosa – ormai – Italia Navigando. Ma più
famosa nel male che nel bene. Almeno per
quel che qui al Sud vedono i nostri occhi e
ascoltano le nostre orecchie. E la Sicilia è un
posto …d’onore. Non tanto perché è patria
degli uomini d’onore, quanto perché è l’astro
nascente, l’eterna promessa di qualcosa che
solo da due o tre anni chiamiamo – final-
mente – turismo
nautico.
Il “Turismo nautico”, sottolineiamolo, tale non è
per la legge italiana. Prendiamo
l’Iva: è ancora al
20%, mentre il turismo ne paga la
metà, e comunque
più che in Francia
e Spagna. Errata
è l’applicazione che
ne fa la burocrazia Licata, la banchina e, in alto, una casetta
nazionale: “chi
glielo dice che uno
che arriva da solo
in barca è un turista?”. Incredibile. Mentre al Salone di Genova ancora tre anni or sono in un convegno
dell’Elba si parlava di escursionismo nautico: una
“roba” da boy
scout, insomma,
una arcana atti- Marina di Ragusa
vità, in cui Croazia, Turchia, dopo mamma Grecia, ci han- mune che stanno lottando, perché il solito
no, però, surclassato! Lì i turisti li chia- “braccio a maestrale”, da eterna incompiumano turisti.
ta, divenga un rifugio, un porticciolo turiFrattanto, il porto della pubblica ammini- stico e peschereccio. Così i pescatori locali,
strazione, perché tale è ai nostri occhi l’Au- anziché tenere le barche altrove, le ormegtorità Portuale – cioè Sant’Erasmo di Paler- geranno finalmente vicino casa. Saranno,
mo – trova nemici giurati anche nella stes- forse, troppi i porti nel golfo (Balestrate, Casa p.a.
stellammare, Trappeto fanno 3), famoso per
Superato l’ennesimo confronto con la la bellezza e per la itticoltura? Vi si “coltiSoprintendenza ai monumenti – pardon, ai va” dal tonno rosso, gigante del mare, fino
beni culturali e ambientali – incontra, sul ring alle piccole ostriche. Ma anche il mare, da
della lotta senza quartiere, un ulteriore av- sé, non è mai stato avaro.
versario di turno: la Soprintendenza del ma- Troppi porti, dunque? Troppi gli alberre, recentissima invenzione del siculo perfe- ghi? Non sarà mai così, finché i turisti non
zionismo. E’ quello dell’ottusa legge Galas- avranno la convinzione – se non proprio
so. E quello che non ha capito che le coste so- la certezza – che, giungendo in aereo a Punno qui sabbiose, lì a strapiombo, che non ci ta Raisi, non trovino in questa splendida cosa neppure dire che cosa sia una struttura sta una bella stanza ove alloggiare e un po“per la diretta fruizione del mare”. Secondo sto barca ove tenere uno yacht all’ormegla più ristretta interpretazione, tale struttura gio. Fino ad oggi, dopo decenni di parole,
si ridurrebbe all’ombrellone.
l’ospitalità nel golfo non è certa, né buona,
Ecco l’Isola ancorata al sottosviluppo, al né, soprattutto, sufficiente.
nulla, ovvero all’abusivismo dilagante. Per- Però, nonostante tutto, i porti siciliani non
ché, laddove lo Stato dice no a tutto, pro- sono più l’araba fenice: Riposto e Marina di
sperano l’abuso e anche ...la mafia. Per- Ragusa sono gli ultimi nati e lavorano. Menché quest’ultima i permessi “li dà” e le co- tre a Sant’Agata, Licata, Siracusa, Porto Pase, quando c’è “quel sì”, si fanno. Ecco il lo di Menfi i lavori procedono. Ovunque lapoco che si vede… Ciò che qualcuno te- vorano, a dispetto di tutto e di tutti, operame realmente è l’evoluzione, il progresso, tori alacri e ben attrezzati. Lo stato che avrebla civiltà.
be dovuto aiutarli, nella sommatoria, fa
Frattanto, nel golfo di Castellammare, an- più danno che altro, ma i disfattisti e “i neche Trappeto vuole il proprio porto e ne mici dei porti” ne escono sconfitti.
Germano Scargiali
ha pieno diritto. Qui sono i pescatori e il Co-
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EVENTI
Massimiliano e Giuseppina super festeggiati e felici
Le splendide nozze
Maccarone Cumbo
Gli sposi Massimiliano Maccarrone e Giuseppina Cumbo
Nozze felici fra due giovani di valore: simpatici, disponibili, sportivi, laureati, ingegneri già al lavoro. Lui è Massimiliano
Maccarone, un tecnico presso il porto di
Messina. Suo padre, già ufficiale di marina, è adesso fra i massimi dirigenti di Gioia Tauro. Lei, Giuseppina Cumbo lavora a Siracusa, ma
è stata anche giocatrice di pallanuoto. E’ cresciuta a
Cosenza, con la mamma calabrese, professoressa, e il
papà, neanche a dirlo, ingegnere, proveniente da Agrigento e Palermo.
Dopo la cerimonia alla Catena, tutti nella elegante cornice di Palazzo Butera, gremita per l’occasione, dove
i cuochi del ristorante La mattanza hanno stupito gli
ospiti per qualità e quantità. Si è andato dalle ostriche
fino ai liquori e ai sigari, al suono di una simpatica
orchestrina con il terrazzo illuminato dalle fiaccole.
Una gran festa.
Ma non è bastato. Appena tornati dal viaggio di nozze
si è voluta fare una sorpresa a Gianni, il papà di Giuseppina, per i suoi 70 anni, con la partecipazione di una
parte della numerosa parentela, fra cui il fratello Mario Cumbo, la cognata Anna e i quattro figli, più la cognata Rosa, moglie del compianto Piero e due dei tre
figli. L’organizzazione è stata curata dai figli Tommaso, Salvatore e Chiara. Il ristorante “Ai vecchietti”, gestito dal dinamico amico Castiglia, è stato suggerito
da Palermoparla. E la festa continua…
Con i genitori. In basso gli invitati a Palazzo Butera
Gianni Cumbo spegne le 70 candeline
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REPORTAGE
Una palermitana a Shanghai
Una carrellata della giovane giornalista nella Cina di oggi
di Tiziana Gulotta
Son partita per la Cina con tante speranze:
io moderna Marco Polo o Ibn Battuta, il marocchino che, anche lui nel Medio evo, vi giunse da esploratore. Entrambi i viaggiatori
descrissero città e popolazione di una fantastica Cina nelle loro opere: Il Milione e la Rihla (Il viaggio). Da sempre, i loro racconti
hanno offerto un affascinante sfondo per i visitatori contemporanei. Oggi arrivare in Cina è ben più semplice. Con i moderni jet si
atterra a Pechino, Shanghai e Canton,
principali “porte” del Paese. Per un primo incontro con la Cina viene consigliata ShanGhai, che significa “sul mare” o “verso il mare”. In passato, è stata primo centro del capitalismo cinese e fulcro letterario e politico. La metropoli asiatica conta 18 milioni
di abitanti ed è un ottimo posto non solo per
organizzare una vacanza ma anche per capire dove andrà il mondo.
A 12 ore di aereo da Milano, Shanghai
può contare su 2 aeroporti, Honqiao e Pudong. Nel 2002, è arrivata anche la prima ferrovia a levitazione magnetica del mondo: il
treno Maglev che collega l’aeroporto di Pudong alla stazione cittadina di Long Yang Road ad una velocità di 431 Kmh. Shanghai
è il cuore pulsante dell’economia cinese.
E’ un risveglio iniziato con le riforme del
1992, che hanno ridotto il gettito fiscale a carico delle municipalità, e consentito una vera rinascita. Testimonianza di questa vivacità economica sono i dati dell’ufficio di statistica tedesco che annovera la Cina quale primo paese nel settore delle esportazioni. Sorpassata la Germania.
Questo dinamismo economico è rappresentato nella zona di Pudong, dove svettano grattacieli come il Jin Mao tower fiancheggiato dallo Shanghai world financial center (Swfc), l’osservatorio realizzato nel 2008,
alto 492 metri su 101 piani da cui è possibile ammirare una suggestiva panoramica.
Sempre a Pudong, una visita merita il museo
della storia di Shanghai, posizionato al primo piano dell’Oriental pearl television tower.
Uno dei simboli di Shanghai è la zona del
bund sulle rive del Huangpu, il fiume che attraversa la città. Nella zona ovest del bund, è
la cosiddetta “galleria mondiale dell’architettura”: 52
edifici coloniali
europei di differenti architetture
e stili, da quello
gotico al barocco,
al neoclassico e al
rinascimentale.
Primo porto
della Cina,
Shanghai conserva il Tempio di Longhua, il
maggiore, e la città vecchia avvolta in un’atmosfera magica con bazar e antichi quartieri, un tempo, frequentati dai mandarini be-
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nestanti. In zona, si trova il giardino di Yu,
uno dei più rinomati del Paese, la cui costruzione risale alla dinastia Ming. Il giardino riproduce scenari naturali, sculture di roccia,
canali d’acqua, con tipiche costruzioni a pagoda. Nel cerchio delimitato dalle strade di
Renmin e Zhonghua si trova la casa del tè
Wuxing, un rito per i cinesi. Una visita merita anche la Nanjing road, rinomata per lo
shopping e il quartiere Xin Tian Di, con una
zona chiusa al traffico e vicoli in cui si possono ammirare le tipiche abitazioni “Shikumen”: edifici a 2due e 3 piani con mattoni neri e grigi, risultato di elementi occidentali e stili del basso Yangtze.
L’Expo 2010 è l’appuntamento cui Shanghai si prepara. Hanno già aderito 192 paesi, 50 organizzazioni internazionali e si prevedono 70 milioni di visitatori. L’area interessata è di quasi 6 Kmq lungo le rive del fiume Huangpu. Il tema della manifestazione
sarà “Better city, better life” cioè migliore città per migliore vita. Testimonial dell’expo
2010, è Haibao, un pupazzo di colore azzurro che ritrae un ideogramma cinese che ricorda una V rovesciata. che significa gente,
persone. Sono proprio le persone che devono relazionarsi col mondo. L’expo sarà l’occasione per esplorare la vita nelle città del
21mo secolo ed il suo frenetico sviluppo. I
cantieri già da mesi lavorano giorno e notte. Shanghai è anche un’ottima partenza per
mete come Hangzhou e Suzhou.
La “Venezia d’Oriente”è il soprannome
di Suzhou, antica 2500 anni e si caratterizza
proprio per i pittoreschi canali, ponti e archi,
stradine pavimentate. La prosperità deriva
dall’essere uno dei maggiori centri di produzione della seta.
Hangzhou, invece, provincia del Jiangsu,
è sede del lago dell’Ovest con le varie isolette e pagode. In mezzo al lago, spunta l’isola
della collina solitaria. A questa isola appartiene la triste leggenda della cortigiana Su Xiaoxiao, vissuta nel regno di Qi (479-502). La povera Su, incantevole fanciulla di sedici anni,
costretta a crescere in un bordello di quei tempi, si innamorò perdutamente di Yuan Yu, figlio di un dignitario di corte. Quand Yuan Yu
dovette partire, la povera Su passò il resto della vita a rimpiangere l’innamorato perduto,
fino a morire col cuore spezzato. Sul Lago dell’Ovest, in serata, si può assistere ad una
performance che racconta questa triste storia d’amore diretta da Zhang Yimou, il regista della cerimonia d’apertura delle Olimpiadi di Pechino. Una visita, infine, merita il tempio Lingyin con la statua del Budda Maytreya mentre ride e il gigantesco Budda Sakyamuni ( 24 metri di altezza).
I giornalisti in Cina con la Fijet
Il viaggio a Shanghai da parte di un gruppo di giornalisti specializzati, era motivato dal 51esimo
congresso mondiale della Federazione di giornalisti e scrittori del turismo (Fijet), ospitato nell’Hotel Portman Ritz-Carlton e organizzato con il contributo dell’amministrazione nazionale del turismo cinese, dell’amministrazione municipale del turismo di Shanghai, del coordinamento dell’Expo mondiale di Shanghai, degli uffici Provinciali del Turismo di Jiangsu, Zhejiang e Suzhou e della commissione turistica di Hangzhou. All’evento hanno aderito delegati provenienti da 50 Paesi, tra cui l’Italia. L’appuntamento di Shanghai è stato il più importante congresso di 55 anni di storia della Federazione. Tra i delegati c’era anche un gruppo di giornalisti siciliani coordinati dal presidente Fijet Italia, Giacomo Glaviano. Ad aprire i lavori, a Shanghai,
il presidente della Federazione mondiale, Tijani Haddad, ex ministro del Turismo in Tunisia
e il presidente dell’amministrazione nazionale del turismo cinese, Shao Qiwei.
“Il turismo è un simbolo di pace nel mondo e una via per promuovere
l’amicizia e la cooperazione tra i popoli - ha sottolineato il presidente Qiwei ed esso gioca un ruolo vitale facilitando la comprensione tra paesi e regioni di
tutto il mondo. L’industria del turismo cinese ha fatto significativi passi avanti
negli ultimi 30 anni. Nel 2008, i giochi olimpici di Pechino hanno attirato
l’attenzione del mondo intero. Adesso il Paese si prepara ad ospitare l’Expò
2010 a Shanghai”.
“Ormai è inevitabile una riflessione su come promuovere nuove forme
di turismo - ha affermato Glaviano - su come organizzarsi in modo coordinato, puntando sulla qualità ed evitando sovrapposizioni. È necessario anche agire sull’offerta e riflettere su pacchetti/prodotti idonei ad intercettare
le nuove esigenze, anche in contesti di crisi, laddove il turismo stesso, potrebbe rappresentare il volano di una politica sociale offrendo opportunità di lavoro”. Su iniziativa della municipalità di Shanghai e del comitato Organizzatore, i rappresentanti Fijet hanno
fatto un tour della capitale economica cinese, visitato i cantieri dell’expo 2010 (1
maggio - 31 ottobre 2010), facendo tappa nella Provincia di Zejiang.
ARTE
Quei giovani di Guaschino
costretti a lavorare
Ma i suoi personaggi lo fanno con passione
“Guaschino l’eclettico”, ma sempre impegnato a descrivere il tema che deriva da una
precisa ispirazione. Svariati sono i motivi
d’ispirazione del pittore palermitano, ma
l’impegno sociale mantiene un ruolo primario. E questo, come già è stato notato, non
è roba da poco per un artista “non di sinistra”. Ed è vero che anche il tema degli extracomunitari è stato interpretato da questo
autore con un anticipo quasi profetico.
Fra il rifiuto delle etichette e un trasporto che
deriva da una predisposizione del cuore, Emilio Guaschino affronta da sempre il problema del lavoro, visto dal basso dei lavoratori
minimi, a volte detentori di tecniche artigianali, altre volte spinti dal bisogno verso le attività più umili come il commercio più minuto. Ecco il venditore di aglio intrecciato, fortemente siculo. Poi l’arricogghi cartuna, cioè
il “cartonaro”, come dicono a Roma. Siamo
ai livelli minimi dell’impegno per far soldi:
pochi, quelli che bastano, quando tutto va
bene, per sopperire alle necessità primarie.
Eppure, c’è sempre, assieme al velo di tristezza, una passione lavorativa, in questi personaggi, che Guaschino colora, ovvero ritrae con semplici fili di china. In effetti
questi lembi d’umanità, che appaiono come
di passaggio nelle scene di piccole tele da
50x60, sembrano venir fuori dalle chine similari dell’autore, come altrettanti bronzetti di Vincenzo Gemito. Nei piccoli e grandi
popolani di Guaschino c’è l’accettazione –
un probabile atteggiamento religioso – di
una condizione e c’è la voglia di lavorare. Alcune volte, come dicevamo, la passione e
l’abilità, com’è il caso dello Stigghiularo, che
rigira e sistema gli spiedi e la carne sulla brace con dedizione e pazienza.
Il ragazzino verdumaio pesa i pomodori fa-
“Ninuzzu arricoghi cartuna!”,
in basso: “Ninu guardianu di porci!”
“Lo strillone!”
cendo scorrere il peso
sull’antica stadera, ma,
al contempo, “abbannìa” la merce che il padre o il datore di lavoro ha sistemato sul carretto siciliano. Qui c’è
una realtà che rischia di scomparire. Infatti
i mestieri che scompaiono sono un altro
leit motiv di questo pittore. Un po’ più cosmopolita appare il panettiere che porta
Grandi famiglie
Gruppo patriarcale
di Ciccio Davì e Rosaria Varvarotto
in occasione delle Nozze d’oro
un cesto di sfilatini al rivenditore. E i “parigini” sembra quasi di poterli mangiare, di
sentirne la temperatura, il calore che emanano: il panificio è lì ad un metro, accennato con cura sul marciapiede deserto con
la vetrina ancora vuota, da riempire con
altri sfilatini …caldi. Il pane fresco piace a
tutti, ma a Palermo, come un po’ in tutta la
Sicilia, è frutto di una articolata cultura, un
alimento fondamentale in una terra mai ricca, ma patria indiscussa dei campi di grano.
Che poi per motivi di import export si sia costretti a panificare grano americano è un’altra storia.
Per non divagare, posiamo gli occhi su “Ninu, guardiano di porci”, uno dei più noti di
questi quadretti che formano certamente
una precisa serie. Ninu, stavolta, è veramente contrariato. Un mestiere pesante il suo,
un modo difficile, per un ragazzo, d’interpretare duramente il mestiere di vivere. Infine, ecco l’universale strillone di giornali, un
mestiere “di passaggio” per molti, ma che il
ragazzo di Guaschino interpreta col massimo trasporto. Merita proprio che i passanti
acquistino una copia…
Alisciarg
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SPORT
Storia del Circolo Velico
Mazara Jousha
C.V.M.J.
Si chiama Joshua, il nuovo club del panorama velico siciliano. Nasce a Mazara del
Vallo nel 2001, l’iniziativa di un ricco gruppo di appassionati di nautica e in particolare della vela agonistica, che hanno deciso di associarsi nel CVMJ, che ha come
scopi sociali la promozione della cultura
marinara e la pratica dello sport vela. Sin
dai primi anni di attività i soci fondatori,
tra cui alcuni spiccano per partecipazione
ad attività agonistica nazionale e internazionale, s’impegnano a favore della promozione tra i più giovani, organizzando
corsi di iniziazione e regate promozionali
su derive a cabinati.
Nel 2005, sulla spinta di un interesse sempre in crescita, nasce l’idea di organizzare
un Trofeo velico d’altura che fosse attinente e di richiamo verso la città.
Satirocup è il nome che viene dato al 1°
Trofeo velico d’altura disputato a
Mazara. La Satirocup è una manifestazione sportiva organizzata dal C.V.M.J. in
collaborazione con aziende leader nel campo della nautica da diporto.
Un’occasione di incontro ed aggregazione
a Mazara del Vallo città al centro del Mediterraneo già famosa in Europa quale
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capitale della pesca. Nel 1998 Mazara si fa
conoscere anche nel Mondo come Città del
Satiro Danzante; a conferma di ciò la statua bronzea che risale al III° secolo A.C.
raffigurante una figura mitologica legata a
Dionisio, il dio del vino, è stata in mostra
presso l’Esposizione Universale di Aichi in
Giappone a rappresentare l’Italia.
La Satirocup è dunque un Trofeo velico riservato alle imbarcazioni d’altura, dedicato al Satiro Danzante e alla sua Città. La
sfida sportiva è arrivata alla 5^ edizione,
ed ha visto nelle precedenti edizioni un notevole incremento sia di partecipanti e visitatori, che del tasso tecnico degli equipaggi provenienti da diverse parti d’Italia. Il
successo della manifestazione è dato anche
dall’eccellente riuscita dell’organizzazione di attività collaterali al termine delle
giornate di gara e da iniziative culturali,
quali la visita al Museo del Satiro con i partecipanti alla manifestazione. Molti di essi, grazie all’invito offerto dall’organizzazione, hanno potuto ammirare la statua
bronzea che ha suscitato notevole interesse nei visitatori.
Nel corso di questi anni la manifestazione
è stata sposata e promossa, dal Comune
Di Mazara del Vallo, dalla Provincia Regionale di Trapani e dall’Assessorato Regionale Sport e Turismo perché ritenuta di
richiamo turistico nonché veicolo di promozione per il territorio della Provincia di
Trapani.
La manifestazione, che è anche inserita nel
calendario ufficiale della Federazione Italiana Vela, ha fatto sì che l’organizzazione
stipulasse importanti partnership con aziende Siciliane e non per la promozione dei
propri prodotti e/o servizi.
Ciò che ha contraddistinto in questi anni
di lavoro gli organizzatori, Direttivo e gruppo sportivo del CVMJ sono state una scrupolosa attenzione nel curare l’aspetto promozionale dell’evento utilizzando i canali
pubblicitari più importanti e gli obbiettivi
della associazione, la vela un meraviglioso
veicolo per arricchire e tramandare cultura marinara.
Viva la Vela, dunque, in una città in crescita come la storica Mazara, capitale della
pesca, in vista della copertura dell’intera
costa siciliana in fatto di vela. Un fenomeno ancora in fieri di cui l’Italia – ma qualche regione lo teme – dovrà necessariamente tener conto.
SPORT
Ma allora il segreto è proprio “Zampa”
Il connubio inatteso con la città è la sinergia vincente
Cavani
Un Palermo che vince e che perde, ma che sempre ci diverte. E’
la squadra che ormai non può
dirsi di nuovo formato – il formato Zamparini – perché gli anni passano e ci siamo abituati
ad una certa realtà. Il metro si
è avuto con l’arrivo di Guidolin. E’ vero, l’attuale allenatore del Parma, fu, assieme a Zampa l’artefice del cambiamento,
della rinascita, di un miracolo
quasi da non credere. Ma nello
sport c’è qualcosa di impalpabile che sfugge alla logica e all’osservazione. Qual è il segreto di questo Palermo?
Evidentemente c’è qualcosa che
va al di là degli allenatori. Come mai anche gli acquisti rimangono folgoranti, non avendo sofferto del passaggio del testimone da Rino Foschi a Walter Sabatini?
Non si può non pensare che sia
proprio Zamparini, questo ma-
Pastore
xi bottegaio dei supermercati,
che era nato senza saperlo per
fare il presidente. Succede in Inghilterra: un ex macellaio, neppure di una nazione tanto vocata per il ciclismo, rivoluzionò
la forma dei manubri delle biciclette e stabilì record che erano appartenuti a fior di campioni, come ci sembrava potesse avvenire solo in certi film americani.
Ma non c’è dubbio che Zampa
abbia trovato per altri misteriosi motivi il clima ideale in questa strana Palermo. Per i protagonisti del mondo del Pallone,
la città funge sempre da calamita: si pensi a Vicpaleck, De Bellis, De Grandi, Raffin, ma persino il catanese Di Bella si palermitanizzò a lungo…
Zamparini s’era messo in luce
a Venezia, più vicino a casa sua,
ma non è che avesse fatto faville. Lui è il primo a vantare Pa-
Blasi
lermo: “mi trovo bene, è la sola grande città in cui mia moglie si ritira in piena notte senza tremare…” I soliti menagrami hanno più volte previsto ( e
augurato) la ripartenza, l’abbandono, il ritorno a casa. Ma
Zamparini le valigie non le ha
mai fatte. E, ogni giorno che passa, diviene sempre più palermitano. Il contestato nuovo stadio
di calcio “si farà”. E’ come un
piccolo ponte sullo stretto dello
sport palermitano. E questo legherà Zamparini definitivamente alla città, alla sua patria d’adozione. Per i menagrami non c’è
rimedio, a quanto sembra. Si
parla di “meridionali del nord”
e il vecchio Zampa è uno di questi. Per una volta non è un siciliano a far fortuna fuori dall’isola, ma, al contrario, un “nordista” a far faville qui “da noi”.
Che sia l’ennesimo frutto della
globalizzazione? Comunque
Kjaer
ben venga, se è vero che, come
diceva Mao, non importa se il
gatto è bianco o nero: basta che
prenda il topo.
A proposito di colori sono quelli rosa nero, neanche a dirlo, a
trarne maggior vantaggio. Il Palermo ci diverte sempre e onora la città come, per il tifo, è giusto che sia. Dopo la vittoria con
il Parma e l’imbattibilità in casa, la sconfitta di Roma ha restituito dimensione umana ai
grandi Miccoli, Cavani, Kjaer, Simplicio, Sirigu, Liverani,
Pastore, Bresciano, Cassani Blasi e company. Per il primo tempo, la squadra ha tenuto. Poi lo
squadrone, guidato dal “Pupone”, al momento in ascesa, ha
soverchiato i rosa straripando
oltre misura. Ma il Palermo non
manca di divertire e di presentarsi a testa alta su ogni e qualsiasi campo di gioco. Il miracolo continua. (Gesse)
Nel panorama imprenditoriale siciliano
Ustica Lines un caso di eccellenza
L’aliscafo Laura è l’ultimo nato della flotta per il trasporto veloce di passeggeri della Ustica Lines. La linea di navigazione nata dall’esperienza del napoletano Vittorio Morace, ha rilanciato
gli aliscafi, preferendoli ai catamarani, che pure utilizza nelle sue
numerose tratte per le isole siciliane. Così ha realizzato questo nuovo mezzo con tecnologia Rodriguez. Una tecnologia unica al mondo. “Se qualcuno ha preferito i catamarani – afferma Morace –
ciò dipende soprattutto dalla difficoltà di costruire gli aliscafi. Questi, però, risultano più veloci e più economici per quel che riguarda l’importante voce del consumo di carburante”. L’esperienza di
Morace proviene dalle linee da Napoli per Capri e le isole dell’arcipelago campano, dove lavorò per la flotta Lauro. Si è sempre
occupato della materia, poiché già suo padre, ingegnere, lavorava
nel settore portuale. Ma la Ustica Lines non è solo questo. Azzardiamo una breve descrizione della compagnia, in base alle notizie
da noi raccolte. L’Ustica Lines, solida realtà nel panorama imprenditoriale siciliano, inizia la propria attività dei trasporti in aliscafo
nel 1994, collegando Trapani a Napoli, facendo scalo a Ustica e
Favignana. Oggi la Ustica lines collega la Sicilia con tutte le sue
isole minori e con Napoli.
Importante sottolineare è l’avvio nel
2010 delle nuove linee veloci stagionali, come la linea “Mazara del ValloPantelleria”, Porto EmpedocleLinosa-Lampedusa” e”Lampedusa-Linosa-Pantelleria”.
Inoltre di grande importanza per gli abitanti di Ustica è stata la recente introduzione della linea in aliscafo “Palermo – Ustica” e
viceversa che rappresenta una sicura opportunità per gli isolani per
raggiungere la terraferma in tempi brevi. Grazie all’aggiudicazione del nuovo Bando del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, la società effettuerà anche un nuovo collegamento ro-ro/pax
(gommato più passeggeri, ndr) tra i porti di Catania e Corigliano
Calabro, che affiancherà i già preesistenti collegamenti ro-ro da
“Trapani per Livorno” e da “Civitavecchia per Alicante e Almeria”. Insomma, dopo il trasporto veloce passeggeri, Ustica Lines è passata a solcare il mare con le navi sulle rotte dei grandi traghetti. La Ustica Lines si avvale della collaborazione di uno staff
di circa 340 persone, tra personale marittimo ed amministrativo
e nel 2009 ha trasportato circa 1.300.000 passeggeri.
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SPORT
Campionato dei 10 km alle Palme
Domenica 18 Aprile l’Atletica Mondello, con la collaborazione dell’As Borghi Marinari di Palermo, organizza il
Campionato regionale e provinciale dei 10 km (mt 10000). Una gara open (benvenuti gli
ospiti purché in regola col tesseramento) cui si attendono oltre
200 partenti delle varie categorie maschili e femminili. All’uopo, nella mattinata sarà riservato l’intero Stadio delle Palme.
Seguirà una spaghettata all’aperto con la festa di premiazione. La gara rientra nel programma Sportaporteaperte che
comprende la Wind Cup, regata velica di Cefalù (prima domenica di ottobre) e parte dell’intensa attività pesistica svolta
a Carini dalla Vlassov 200, animata dal tecnico federale Giacomo Farina, della moglie Carola Tuzzolino (corrispondente
della rivista Palermoparla) e figli atleti.
Annullati i contributi regionali ai Centri di avviamento
allo sport giovanili…ma l’Atletica Mondello del prof. Marcello Ruggiero continua a crescere sull’ala dell’entusiasmo! Puro dilettantismo, non costa nulla all’erario.
Nella foto una “piccola rappresentativa” del centro di avviamento all’atletica leggera e triathlon (fascia 7-9 anni) dell’Atletica Mondello: collaboratori istruttori Dario Terrana e Dario Iervolino.
Elenchiamo di seguito alcuni nomi che il prof. Marcello è riuscito a ricordare tra i numerosi bambini del centro: Davide Ceserani, Agostino, Marta, Alessandro Cavataio, Stella, Valentina e Sabrina Di Piazza, Arturo Adelfio, Carlo Filippone, Francesco e il
fratellino sempre dietro, Mattia Giardinieri, Francesco e Flavia
Giordano, Lorenzo Marciante, Giuliana Monti, Ginevra, Arianna Noera, Giorgia Ribolla, Veronica Russo, Salvatore Vassallo,
Marco ed Alessandro, Sara, Giuseppe, Tancredi. Ma “ci sono tanti, anzi tantissimi talenti” ci dice il prof. “che è veramente un’impresa impossibile ricordarli tutti e mi scuso in anticipo con i genitori dei bimbi non citati.
Un’immagine di alcuni elementi di spicco della squadra amatoriale maschile e femminile al
Campionato Regionale Amatori di Corsa Campestre che si è svolto l’anno scorso a Misilmeri e che si ripeterà il 28 febbraio nello stesso percorso. Da oltre vent’anni sempre nelle
primissime posizioni nel settore femminile guidato da Patrizia Iervolino (nella foto in basso
a destra) moglie del prof. Marcello Ruggiero,
nonché atleta-istruttore ancora in attività in
campo nazionale.
In alto da sin.: Giuseppe Nicolosi, Marcello
Ruggiero, Teresa Ferro, Antonella Scaglione, Marilena Ferrante, Fabrizio Ingrassia,Lorena Marino,Tina Mosca, Merusk Mae, Mariella Lo Bianco, Salvatore Verace,Maria Grazia Prestigiacomo, Paolino.
In Basso da sin.: Filippello, Vittoria Spoto, Antonella Casgnola, Giovanna Martorana, Rosa Lumetta, Gabriella Faulisi, Rosy Cammarata e Patrizia Iervolino.
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La squadra ragazzi e ragazze (’97-’98) che ha partecipato il 24 gennaio 2010 a Piazza Armerina al Campionato Regionale di Corsa
Campestre giovanile con ottimi piazzamenti.
Nella foto da sinistra in alto: Anna Canestro, Elisa Benfante, Giuseppe Infantino, Federico Rivolo, Giorgio Maisano, prof. Marcello
Ruggiero. In basso da sinistra: Francesco Manno, Alessandro Cavataio e Silvia Scaglione.
SPORT
Giovanni Caramazza addita
il problema degli impianti
Per il presidente provinciale Coni soluzione ormai alla portata
Quello degli impianti sportivi è
un problema ancora sostanzialmente irrisolto. Un tempo non
esistevano neppure. Ora gli impianti ci sono, ma non si riesce
a farli funzionare. Lo scottante
problema è quello che più preme, al momento, per il presidente provinciale del Coni, Giovanni Caramazza. “Gli impianti a
disposizione del Comune – esordisce Caramazza - versano in uno
stato di degrado sia sotto il profilo della struttura che della gestione corrente e necessitano di
interventi significativi. Ad esempio l’adeguamento alle norme, il
rifacimento degli spogliatoi sia
interni che esterni… Ma soprattutto necessitano di una più efficace strategia gestionale…”
Ma a fronte di tutto ciò il bisogno di impianti da parte
di società sportive e federazioni è grande…
“La domanda di sport in generale è alta. Da tempo come Coni provinciale e anche regionale
indichiamo le strade percorribili, anche sulla falsariga di esperienze che hanno avuto successo
altrove. La finalità che ci proponiamo è soprattutto quella di affiancare l’amministrazione comunale nella risoluzione dei problemi di gestione degli impianti
sportivi palermitani. Ma per gli
altri comuni il problema è identico. Detto apporto può consistere sopratutto nella gestione diretta degli impianti”
Cosa proponete, dunque?
“Che si giunga a bandi di gestione. Ma deve trattarsi di gestione gratuita. Non si illudano i comuni di poter lucrare suolo sport.
Perché i bandi a pagamento sono già andati deserti ovunque.
Incapaci di gestire tecnicamente e in modo economico gli impianti direttamente, i Comuni si
accontentino di vederli funzionare. Il che è il primario dovere
da assolvere nei confronti della
comunità dei cittadini. Viceversa si giunge a situazioni come
quella della piscina comunale che,
pur essendo in funzione, versa in
uno stato quasi pietoso. Oppure
a fatti come quelli di Borgonuovo. Cioè vandalizzazioni dell’esistente, in conseguenza di perio-
di d’abbandono…O ancora alla chiusura di un impianto prezioso di per sé, come il palazzetto di Bagheria”.”
Che cosa si attende dunque?
“Si attendono, a partire da Palermo, da parte dell’assessore alle opere pubbliche Sergio Rappa, l’emissione di bandi adeguati. Affinché i servizi resi dagli impianti sportivi vengano adeguatamente esternalizzati, evitando
danni ad un patrimonio comune che già esiste e rendendo quel
pubblico servizio di cui la comunità fa pressante richiesta”.
A chi dovrebbe andare, dunque, la gestione?
“A soggetti competenti e assistititi anche da passione sportiva.
Quindi le stesse società sportive.
In taluni casi direttamente, con
determinate garanzie e condizioni, ma anche a Coni, Federazioni, Enti di promozione, per
cui possano poi procedere alle
assegnazioni finali per una gestione diretta, responsabile, opportuna...”
Vi sono esempi in proposito…
Giovanni Caramazza
“Certamente. Per esempio a Ragusa il Palazzetto è stato assegnato al Coni e a Parma abbiamo visitato una realtà virtuosa. Tramite bandi si è giunti a tipi di gestione come quelli da noi ipotizzati
con assoluto successo e in buona
armonia generale”.
In conclusione?
“Il Coni Regionale, quello Provinciale e le Federazioni stesse,
preso atto del grave contesto, insopportabile per l’avvenire hanno individuato ormai la necessità di avviare un percorso virtuoso finalizzato alla risoluzione dei
problemi. Essa consiste nel mantenere gli impianti aperti e funzionali, realizzando anche un risparmio per il comune, che eviterà, oltre ai disservizi, le ingenti perdite del passato”.
Vincenzo Scargiali
Un lavoro di ricerca al Dipartimento Scienze Motorie
L’Analisi di biomarcatori
sierici nei giovani calciatori
Sempre attivo il dipartimento di Scienze
Motorie di Palermo, anche nel campo della ricerca. Un lavoro sperimentale è stato
realizzato con i calciatori. Esso ha coinvolto il Dipartimento di Scienze Motorie (DISMOT) e la Cadipe Associati che annualmente organizza l’Equipe Sicilia, un
raduno estivo precampionato per calciatori. La Cadipe Associati è una società appositamente creata per dare informazioni
e soluzioni specifiche a supporto della gestione delle Società e/o Associazioni Sportive, ma anche per i tantissimi aspetti legati al diritto sportivo, alle normative fiscali e al possibile implemento dell’attività svolta e degli obbiettivi da raggiungere.
Il Progetto Scientifico fortemente voluto
dai professori Antonio Palma, Marcello Traina e dai dottori Francesco Pomara, Marco Petrucci, Gabriella
Schiera, Patrizia Proia, Patrizia Saladino e Antonino Bianco da un lato e
da Umberto Calaiò e la Cadipe dall’altro
ha già dato vita ad una interessante comunicazione al 1°Congresso nazionale di
Scienze Motorie SISMES, svoltosi a
Noto Marina (Siracusa) il 2-3 ottobre
2009. In modo particolare i Ricercatori del
DISMOT si sono occupati dello specifico protocollo precampionato somministrato agli atleti (età 20.5 + 2.3 anni) nel periodo estivo (luglio-agosto 2009). La ricerca
ha dimostrato che in 2 settimane di preparazione atletica i giovani calciatori hanno fatto registrare significative variazioni
del profilo lipidico e dell’espressione di due
principali biomarkers muscolari la (CK)
Creatin Kinasi e (LDH) Lattico Deidrogenasi.
L’analisi dei campioni di sangue è ancora
in corso e i risultati preliminari sono molto interessanti. Il progetto è intitolato Analysis of Serum Biomarkers in young soccer players before and after a two week
precompetitive training: Analisi di biomarcatori sierici in giovani calciatori sottoposti a due settimane di preparazione
atletica. Va sottolineato che il Dipartimento DISMOT ha sostenuto e sta sostenendo economicamente il progetto di ricerca
suddetto.
Umberto Calaiò, ex giocatore di calcio
di serie A e fratello di Emanuele Calaiò,
attualmente giocatore del Siena, è il punto
cardine dell’attività tecnico-organizzativa
della Cadipe Associati. Oggi è un professionista molto stimato ed è un riferimento
importante per i calciatori assistiti e per quei
giovani cresciuti nelle piccole realtà e poi
introdotti e divenuti calciatori del campionato italiano professionistico.
Per info e foto:
http://www.cadipesoccer.it/foto_gallery_2009.php
http://www.cadipesoccer.it/imago/equi
pe.png
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SPORT
Dieci titoli in Sicilia otto a Palermo
Pesistica Campionati italiani assoluti di Catania
La stagione agonistica del calendario di
pesistica è terminata in Sicilia con i Campionati italiani assoluti maschili e femminili. Li
ha ospitati, per la prima volta, la città di Catania presso il Centro Federale La Playa,
che si è rivelato location ideale per la gara
nazionale più importante in calendario, manifestazione che si è deciso di dedicare al giovane dirigente ed ex atleta della Fipcf Alessio Muscas, recentemente scomparso.
Ben 15 i record nazionali battuti in tutte
le categorie di età, sia maschili che femminili. Delle dieci medaglie conquistate dalla Sicilia, otto sono andate alla provincia di
Palermo. Le ragazze portano così a casa
due medaglie d’argento con Giovanna
D’Alessandro (cat. Kg.48) e Jennifer
Lombardo (cat. Kg.58) della Dynamo club
di Bagheria che si assicura il terzo posto nella classifica nazionale delle società femminili. La medaglia di bronzo è, invece, appannaggio di Roberta Buttiglieri (cat.
Kg.+75) della Cleading. Per i ragazzi due
sono le medaglie d’argento, una a Massimiliano Rubino (cat. Kg.62) della Jogging e l’altra a Domenico Marzullo (cat.
Kg.69) della Dynamo club Bagheria, mentre quelle di bronzo sono due, una per Angelo Farina (cat. Kg.105) della Vlassof
200 di Carini e l’altra per Manlio Di Salvo (cat. Kg.+105) dell’Athletic Power club.
Presente alla manifestazione il presidente
del Coni Sicilia, avvocato Massimo Costa, che ha evidenziato la prontezza della
nostra regione ad accogliere competizioni
di rilievo nazionale come questa, ricordan-
Equitazione
Il siciliano
Vacirca vince
il “Children”
di Manerbio
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Angelo Farina (il primo da sinistra) sul podio dello strappo. Accanto Massimo Costa
do come la Sicilia, ed in particolare la
provincia di Palermo, diano un contributo
importantissimo alla nazionale italiana di
pesistica, poiché la maggior parte degli atleti proviene da queste. I riconoscimenti non
sono mancati neanche per i dirigenti nazionali della Fipcf palermitani. Al vicepresidente e membro della commissione tecnico-scientifica della Federazione Italiana Pesistica e Cultura Fisica, Flavio Dimitri, è
stata assegnata dal Coni Palermo la medaglia di bronzo al Merito Sportivo per l’anno 2006. La Top Ten della classifica nazionale per l’anno 2009 conferma gli ottimi risultati raggiunti dalle società siciliane di pesistica, che ne annovera tre tra le prime die-
ci sulle 189
presenti, due
delle quali della provincia di
Palermo la Dinamo club Bagheria e la
Vlassof 200
Carini, che occupano rispettivamente la prima e la seconda posizione di quella regionale che conta
74 società. Con queste premesse ci si aspetta un 2010 in crescita e qualche probabile
convocazione per le prossime Olimpiadi
Giovanili di Singapore.
M.Carola Tuzzolino
Il giovane Ernesto Vacirca in sella al suo Voila ha vinto il Gran Premio riservato ai children, in occasione del concorso ippico internazionale che ha chiuso i battenti, domenica 14 febbraio, a Manerbio (Bs). Il giovane cavaliere catanese figlio d’arte (il papà Turi è il suo istruttore) è stato l’unico dei dieci binomi
partenti nella gara più prestigiosa della categoria a riuscire a inanellare due percorsi netti, nel tempo di 39.59, prestazione che ha consentito al giovane Vacirca di guadagnare con facilità la prima piazza del gran premio su ostacoli da 1.25
metri.
Ernesto Vacirca, classe 1997, seguendo le orme del padre-l’istruttore Salvatore, sta attraversando un momento molto favorevole e nelle tre giornate della kermesse bresciana è uscito dal campo senza toccare neanche una barriera. Al gran
premio ha preso parte anche l’altro catanese Renato Agosta, che in sella a Somana M ha chiuso la competizione al decimo posto con 11 penalità.
Proprio questi due binomi nella prova a fasi consecutive del giorno precedente sono stati autori di due buone prestazioni: Vacirca/Voila hanno chiuso al secondo posto senza errori agli ostacoli nel tempo di 20.51, mentre Agosta/Somana M hanno ultimato in settima posizione (0/4; 21.34). Ancora un successo è arrivato per Ernesto Vacirca nella giornata di domenica, grazie alla prima posizione conquistata nella categoria 120 cm a tempo riservata ai children. Sempre in sella a Voila, Vacirca ha chiuso la sua gara con un percorso senza errori nel tempo di 46.75, relegando il secondo classificato ben tre secondi
indietro.
Durante lo stesso concorso buone le prestazioni degli altri binomi siciliani: Umberto Sambataro su Kaline D’Annoeullin 0/0; 27.58, ottavo nella prova a
fasi consecutive del venerdì, Eugenio Risicato su Vera, quinto nella Accumulator del sabato (44; 45.43) e Ilaria Porto su Replay W, seconda nella prova
mista (h. 115 children) del venerdì con un doppio netto nel tempo di 38.73 e seconda nella prova a tempo della domenica (0; 50.09).
Vincenzo Agozzino
SPORT
A Catania la tappa dei Maschili 2010
Campionati Mondiali di Pallavolo
di Vincenzo Scargiali
Bussa alla porta della Sicilia Il grande volley.
Si risveglia un’eterna passione. Finalmente
torna nell’isola la grande pallavolo internazionale. E’ stata presentata infatti a Palermo,
nella sala Alessi di Palazzo d’Orleans, la tappa di Catania dei Campionati del Mondo di Pallavolo Maschile Italia 2010
che si disputerà il 24settembre-10 ottobre. La
città siciliana ospiterà sei Nazionali nella seconda fase della rassegna iridata che, con molto probabilità, vedrà anche l’Italia protagonista in Sicilia. Il Mondiale è il giusto riconoscimento per la nostra terra ha sottolineato
Nino Strano, presidente del Comitato Organizzatore Locale e assessore regionale allo Sport la Sicilia ha da sempre una grande
tradizione pallavolistica e sportiva in generale e questo evento sarà l’occasione per dimostrare ancora una volta come la nostra Regione sia credibile a livello internazionale e
capace di organizzare manifestazioni di questa importanza. E un grande riconoscimento del lavoro svolto negli anni in Sicilia arriva anche dal Presidente della Federpallavolo Carlo Magri.
“Che il Mondiale passasse da qui era una fatto dovuto a questa terra – ha spiegato – questa è una regione con una grande tradizione,
una grande storia e una professionalità che
metterà in campo per far sì che si realizzi
un grande evento”. Quello che si sta facendo e si farà, dovrà rimanere come esempio
per il futuro.
“Per il Mondiale quella di oggi è un’altra giornata importante – ha spiegato Carlo Salvatori, presidente del Comitato Organizzatore – e la Sicilia è da sempre una regione dove la pallavolo è più radicata e grazie all’impegno della federazione, gli enti locali e tutte le istituzioni sono sicuro che daremo vita
ad un grandissimo avvenimento. Un grazie
sincero va al Comitato Locale per l’impegno
che da tempo sta dando, lo stesso che tutti i
Comitati stanno mettendo in ogni città sede di gara per un Mondiale che attraverserà
l’Italia da Nord a Sud”.
Alla conferenza stampa di presentazione, è
intervenuto anche Antonio Scalia, assessore allo Sport di Catania: E’ un’occasione
unica per la nostra città ha detto Scalia soprattutto per la possibilità che abbiamo di
rinnovare e ammodernare le nostre strutture. Catania, secondo una recente ricerca, è
la città più sportiva del Meridione e lo dimostreremo anche questa volta.
Non poteva mancare Andrea Anastasi, il tec-
nico che guiderà la Nazionale italiana al Mondiale: Venire in Sicilia è per me come tornare a casa,
ha sottolineato il coach azzurro,
provo sempre un’emozione particolare visto che proprio in Sicilia ho iniziato la mia carriera. Sono orgoglioso e felice di poter giocare il Mondiale qui, anche se ovviamente dobbiamo prima superare il primo turno che sicuramente è alla nostra portata. La Sicilia merita che la Nazionale giochi a Catania e ogni volta che siamo venuti qui la gente ci ha accolto con un entusiasmo pazzesco. Non solo Catania, dunque,
ma tutta la Sicilia si prepara a vivere l’emozione Mondiale: Saranno tanti gli eventi che verranno organizzati su tutto il territorio – ha annunciato Renato Arena, membro del Comitato Organizzatore e vicepresidente CEV
– da ora fino al Mondiale sarà un susseguirsi di manifestazioni che ci accompagneranno per tutti questi mesi.
Ai piedi del vulcano, si respira già aria di grandi eventi. All’ennesima organizzazione di una
competizione pallavolistica internazionale,
Catania ed i catanesi, si preparano ad accogliere la carovana mondiale.
I cinquemila cuori del PalaCatania, che hanno spinto la nazionale italiana il 21 Giugno
2009 per l’impegno di World League contro
i campioni olimpici in carica degli Stati Uniti, descrivono nel miglior modo possibile il
calore, tipico da queste parti, ma soprattutto la fame di eventi sportivi di primissimo livello internazionale.
La macchina organizzativa etnea non è prima a manifestazioni di elevato spessore tecnico: sede delle gare di World League del 2009
(Italia-USA), 2006 (Italia-Cina), 2005 (ItaliaFrancia), 2002 (Italia-Spagna), 1999 (ItaliaPolonia), 1998 (Italia-Argentina), 1997 (Italia-Spagna), del Torneo di Prequalificazione
Olimpica del 2007 e di numerosi altri eventi, gli sportivi appassionati, ed in maniera particolare gli amanti del volley, pregustano già
il grande evento, contraddistinto certamente dalla spettacolarità e dai grandi numeri,
elementi base di un Campionato del Mondo di Pallavolo.
A Milano nella prima fase dell’evento la nazionale azzurra guidata dal tecnico Andrea
Anastasi ed inserita nel gruppo A, sarà opposta a Giappone, Egitto ed Iran. Poi da nord
a sud, l’Italia di capitan Vermiglio, viaggerà
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con ogni probabilità verso la Sicilia, per il secondo turno, quello decisivo (Catania, Milano ed Ancona saranno le città che ospiteranno la seconda fase). Saranno 18 le squadre
che prenderanno parte al secondo segmento del torneo, divise in 6 gironi da 3 squadre.
Le prime 12 otterranno il pass per il terzo turno, le restanti 6 torneranno invece a casa.
A guidare le operazioni tecniche la macchina organizzativa composta in buona percentuale dai dirigenti del comitato provinciale
FIPAV di Catania: tante ed interessanti, saranno le manifestazioni collaterali, eventi di
ogni genere che accompagneranno il popolo siciliano al Mondiale 2010 di pallavolo maschile.
Una fitta programmazione infatti che
coinvolgerà tutto il movimento pallavolistico isolano, dalle gare alle finali, passando per le manifestazioni, i campionati di
serie e di categoria, e chiudendo con i vari
corsi di aggiornamento tecnico e gli eventi
extra sportivi. Si spera insomma che questo
passaggio del volley d’alto livello giovi alla ripresa dell’attività di base, sulla spinta d’una
passione mai sopita per questo sport.
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SPORT
Si affermano ai tricolori Wtka
gli atleti della Roy Team Palestre
Partita la Maratona Italiana con i palermitani sugli scudi
Nuovo grande successo
per gli allievi che si allenano presso la Roy Team Palestre di Palermo,
che si confermano ai
Campionati Italiani
WTKA Open 2010, svoltisi al Palauditore di Palermo a fine gennaio. Il
circuito di gare nazionali denominate Maratona Marziale Italiana, che
è iniziata proprio a Palermo. Numerosa la partecipazione, a riprova di
come Palermo sia sempre più vicina alle arti
marziali ed agli sport da
combattimento. Atleti
provenienti dalle diverse parti d’Italia hanno
fatto entusiasmare i numerosi presenti sugli
spalti del Palauditore. Nove sono stati gli atleti della Roy Team Palestre, allenati dal Maestro Rosario Carraffa, che hanno preso
parte all’importante appuntamento: Ferdinando Caprì, Stefano Di Gregoli, Tayary
Mohamedali, Ruggero Caprì, Andrea Gambino, Aldo Caputo, Francesco Paolo Rizzuto, Franco Taormina ed Elio Spatola.
Ferdinando Caprì alla sua prima gara in assoluto è riuscito a conquistare il 3° posto,
dimostrando nella sua categoria di continuous
fight, -1,25 di avere ampi margini di miglioramento. Nel fight point è arrivato 4°, penalizzato però da un errore nell’assegnazione
dell’ultimo punto, che gli poteva consentire
di disputare la finale per il 1° ed il 2° posto.
Di Gregoli anche lui alla sua prima gara in
assoluto è riuscito a conquistare il 1° posto
nella categoria continuos fight -1,35, dimostrando un grande carattere ed una buna
combattività, cose che lo potranno far diventare un grande atleta.
Tayari che è ormai un fighter affermato, ha
conquistato il 2° posto nel continuos fight 1,35 cinture alte, perdendo in finale solo per
preferenza, dimostrando ancora una volta
d’essere in crescita e di poter andare lontano
nel Mondo della kick boxing, anche se deve
anno il 2° posto nel continuos fight +1,55 ed
arrivando 4° nel fight point. Deve sicuramente cercare di utilizzare di più durante i round
le tecniche di calcio, anche se ha già un buon
bagaglio tecnico.
Rizzuto nel continuos fight – 70 kg ha conquistato il 1° posto nelle cinture alte ed il 1°
posto in un’altra categoria del continuos fight,
confermandosi e migliorandosi. Ha dimostrato di essere uno dei combattenti più promettenti che ci sono in giro, usando in maniera perfetta tecniche di pugno e di calcio,
mettendo alle corde i propri avversari. Gli avversari nelle due categorie dove è stato presente Rizzuto, si sono dovuti accontentare di
lottare per la conquista dell’argento, vista la
cercare di utilizzare di più le tecniche di calcio. Ruggero Caprì, alla sua prima in assoluta partecipazione ad una gara di kick boxing
ha conquistato il 4° posto in classifica, nel
continuos fight e nel fight point – 1,45, dimostrando di poter crescere tecnicamente e di
essere già entrato nell’ottica di un fighter.
Gambino, superato ormai lo scotto degli esordi, ha dimostrato di trovarsi in una grande
forma, mettendo alle corde i propri avversari sia nel fight point che nel continuos fight –
1,55 cinture alte, conquistando il 2° posto,
confermandosi come uno dei fighter più promettenti della propria categoria. Caputo si è
riconfermato conquistando come lo scorso
gran forza del fighter allenato da Carraffa.
Taormina, non è riuscito a risalire sul podio
come nella precedente edizione dove era arrivato al 3° posto, raggiungendo il 4° posto
in classifica nel continuos fight –1,45, però
questa volta tra le cinture alte.
Il debuttante Spatola, nel fight point -70 kg,
non ha messo la giusta determinazione uscendo nel primo incontro, ma per uno che si
allena da davvero poco tempo, può essere
concessa una seconda opportunità per poter
esprimere un vero e proprio giudizio su di lui.
Si è assistito davvero ad una bella giornata di
sano sport con un pubblico che si è davvero
divertito.
PALERMO
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ATTUALITA’
10 febbraio l’olocausto di fiumani istriani e dalmati
Una data per ricordare martirio
ed esodo degli italiani
Finalmente da qualche anno c’è una data, il 10 febbraio, per
ricordare la diaspora degli italiani che abitavano le terre dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia. Erano la terra natale di quegli italiani da secoli (erano appartenute alla Repubblica di Venezia, poi erano passate alla Austria e, dopo la prima guerra
mondiale, erano finalmente italiane). Il maresciallo Tito, creatore dello stato comunista Jugoslavo, che altro non fu che l’unione forzata di tante nazioni differenti per lingue, religioni e
costumi approfittò allora della situazione politica a lui favorevole per ordinare eccidi di massa allo scopo di costringere i
sopravvissuti a scappare e ad abbandonare tutto, case, terre attività industriali.
Il debole governo italiano di allora non seppe opporsi alle ottuse e ingiuste scelte dei vincitori americani, inglesi e francesi.
Alle migliaia di martiri torturati e gettati vivi nelle foibe si aggiunsero i tanti profughi costretti ad abbandonare tutto per salvare almeno la vita. La conclusione è nota: il regime comunista jugoslavo, dopo tanti crimini perpetrati, è crollato, così come gli altri similari degli altri paesi dell’est europeo, la miseria
nera si abbatté sulle belle e ricche terre italiane e agli abitanti rimasero solo povertà e oppressione, oltre alle guerre che hanno
sconvolto fino a qualche anno fa quei popoli e quei territori.
Ci volle, insomma, il procedere della storia e la sua inesorabile
giustizia per poter riparlare dell’accaduto.
Non saremo certo, noi italiani, a dimenticare le vittime di tanti
altri conflitti, sia che si tratti di ebrei, di polacchi, russi, armeni… Ma noi che siamo, appunto, italiani, non commettiamo
l’errore di dimenticare i torti subiti dai nostri fratelli. Siamo vicini, quindi ogni anno ai profughi e ai loro eredi trasferitisi a Palermo che commemorano il loro olocausto.
Il movimento per la vita:
aiutiamo i più deboli
Con Salvatore Crisafulli testimonial
Davanti alla presidenza della Regione Siciliana, in piazza Indipendenza, si sono
riuniti molti volontari, associazioni e semplici simpatizzanti, per chiedere rispetto
e aiuto per i più deboli in assoluto. In pieno duemila, nell’Italia opulenta, ci sono
ancora situazioni di miseria e di abbandono veramente impressionanti.
Ha voluto partecipare anche Salvatore
Crisafulli, giunto in autoambulanza.
Crisafulli è divenuto il simbolo di chi
lotta per la vita dei malati terminali. E’ divenuto famoso per aver dichiarato di essere stato perfettamente cosciente in una
fase della sua malattia in cui, invece, veniva considerato dall’equipe medica in
stato vegetativo. Quel che più impressiona è il fatto che chi cercava di sostenere
questa tesi veniva scoraggiato oppure ostacolato. Infatti, la signora Maria Rita Calogero che attualmente lo assiste con amore, si licenziò dalla cooperativa per cui lavorava proprio in seguito a questa vicenda. La Calogero sosteneva contro tutti che
Crisafulli capiva… La vicenda ricorda
quella vissuta dallo psichiatra Basaglia, il medico veneziano che lottò per ridare dignità di esseri umani ai malati di
mente, considerati allora niente più che
rifiuti umani e trattati come tali. L’ignoranza e la disumanità sono minacce sempre incombenti, come dimostra anche il
testo, chiamato testamento biologico, presentato in parlamento e che mira in modo subdolo a considerare gli esseri umani come oggetti.
Fra i presenti anche alcune persone di
Scordia (provincia di Catania). La signora Egiziana Cusumano dichiara:
“Io sono malata di tumore, mia figlia ha
la sclerosi multipla, mentre mio marito è
morto 9 anni fa di leucemia. Come se non
bastasse, siamo sotto sfratto, perché non
possiamo pagare la casa.”
Ma come mai tanti malati di tumore nello stesso luogo?
“Pare che nella zona tra Scordia, Ramacca, Lentini siano stati depositati rifiuti tossici ospedalieri. E’ una cosa di cui non si
vuole parlare, ma i casi di tumore sono più
diffusi che altrove. Inoltre non riceviamo alcun aiuto dall’amministrazione
comunale. Solo il dottor Salvatore Consoli, con la Caregives ci aiuta gratuitamente”.
Un’altra storia drammatica ce la racconta la signora Liliana Cocimano, pure
di Scordia: “Io soffro di distrofia musco-
Crisafulli uscito dal coma irreversibile
lare. Mio marito, oltre che gravemente
malato, è pure disoccupato. Abbiamo due
figli di tre e sei anni, anche loro affetti
da distrofia muscolare. Dovrebbero fare
delle terapie, ma non le fanno più dal 2008
perché non abbiamo la macchina. Non ci
danno alcun sussidio (solo 350 euro l’anno) e abbiamo pure la luce ridotta, perché
non la possiamo pagare, e lo sfratto. Diteci se possiamo tirare avanti così.”
Un appello corale dai disabili e dalle loro
famiglie: “considerateci persone e trattateci con amore”. Creiamo, dunque, una
sanità più efficiente e funzionale, soprattutto non abbandoniamo i più deboli.
Alla manifestazione di protesta ci conduce Rosa Rao, instancabile protagonista
del movimento per la Vita.
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ATTUALITÀ
A Les Cayes portando le stampelle a Klos
HAITI. CON TERRE DES HOMMES AIUTI A UNA GIOVANE CHE HA PERSO UN PIEDE MA
Da Haiti riceviamo, tramite Concetta
Di Lunardo della redazione romana, questa voce diretta dall’Isola di Haiti, dove la
presenza del Male, sotto forma di catastrofe mette a dura prova la resistenza, il carattere e la stessa fede dell’uomo. Pubblichiamo, dunque, come di dovere, facendo
eco a chi ci parla dal vivo.
QUESTO IL MESSAGGIO DA OLTRE
OCEANO. ...Ecco l’ultimo aggiornamento del nostro Paolo Ferrara da Les Cayes
(Haiti), con la storia di Klossome, prima paziente a ricevere le stampelle donate da Terre des Hommes nella cittadina. Sfollata da
PaP subito dopo il terremoto, aveva creduto i figli periti ma per una volta tanto il finale è positivo... Un caro saluto, Rossella
Panuzzo. Ufficio stampa Terre des Hommes.
LA CORRISPONDENZA. Haiti, 28 gennaio 2010. Oggi le zanzare di Port au Prince dovranno accontentarsi della metà del
mio sangue. Sveglia alle 4.30 del mattino,
dopo 4 ore di sonno, doccia veloce e via.
Oggi io e Andrea (il collega italo-svizzero
logista della nostra missione) andremo a Les
Cayes. Ci accompagnano Andrea Nicastro,
inviato del Corriere della Sera e una troupe di operatori di Rai 2.
Sono 4 ore e mezza ad andare e altrettante a tornare, lungo quella che in questi giorni è stata la via degli sfollati. Nella Port au
Prince ancora al buio si succedono le macerie, dal Palazzo Presidenziale fino a Carrefour, piccolo centro al confine della capitale. Ingolfano le strade le case crollate, le
condotte dell’acqua esplose sotto la pressione del terremoto, i cumuli di terra accumulati in questi giorni di lenta, lentissima
pulizia della città.
Dopo PaP, Carrefour, Leogane, Grande Goave, Petite Goave, uno dopo l’altro i centri più colpiti, non luoghi dove fino
all’80% delle case è stato spazzato via e dove iniziano a organizzarsi i primi campi,
molti spontanei, alcuni, finalmente, attrez-
pallini
Ciò che in particolare notiamo dalla nostra lontana redazione è quanto Haiti fosse già
bisognosa di aiuto e di come varie organizzazioni assistenziali si trovassero già sul
posto. Eventi del genere servano, dunque, a far pensare che cosa ci sia di più urgente
al mondo: cioè alle “famose” priorità. Fra queste l’autentico sviluppo dell’economia
in genere è il primo passo. La priorità spetterà, al contempo, alla solidarietà sociale,
in loco e nel mondo meno sviluppato. Anche perchè ciò contribuisca anch’esso allo
sviluppo dell’insieme. Ciò che serve allo sviluppo generalizzato dovrebbe precedere
(priorità) soprattutto la politica dei politicanti, cioè la politica di parte. Questa va
surclassata dalla coscienza, dalla cultura e dall’intelligenza democratica del popolo,
che dovrebbero essere più preparate a discernere già il bene dal male e le scelte opportune, dall’interesse e dalla menzogna. Libere, però, da invidia sociale e demagogia di tanta politica bugiarda e fuorviante. (D.)
zati dalle molte organizzazioni che si sono
subito attivate, anche se le tende sono ancora poche, troppo poche, per soddisfare i
bisogni di tutti. Ci vogliono più di 2 ore,
cento km circa, per allontanarci dalla devastazione e riprendere il percorso lungo la
strada di questa spoglia isola dei Caraibi.
Viene tristezza a quanta bellezza sia stata consumata. Guardi le spiagge, le isolette che istoriano il paesaggio, gli sprazzi di
vegetazione lussureggiante e immagini
l’eden. Attorno invece è tutto brullo, abbandonato, spesso sporco. Mi sembra che
non ci sia povertà maggiore, disperazione
maggiore di quella di chi ha rinunciato alla sua bellezza, ma so che di fronte a tanto
urlante dolore questa è solo retorica. Ora
bisogna salvare delle vite e non c’è spazio
per la filosofia, l’estetica o per le polemiche
che pure sento arrivare dall’Italia.
Raggiungiamo Les Cayes che sono passate da un po’ le 10. Qui, nella capitale
del distretto Sud del paese, sembra si siano
riversate oltre 65.000 persone. E’ un calcolo fatto a spanne, intervistando ogni giorno per 2/3 ore chiunque entri nella città e
moltiplicandolo per le ore utili della giornata e i giorni trascorsi dal terremoto. Ma
non è un numero irrealistico. Qui si è riversato soprattutto chi aveva familiari o paren-
ti lontani. Per questo non ci sono tendopoli a Les Cayes, ma non per questo non ci sono tensioni.
Con uno dei nostri operatori di comunità abbiamo incontrato 5 famiglie con sfollati. Quello che emerge nei loro racconti è
sempre la paura, a volte il terrore, la mancanza di qualsiasi idea del proprio futuro.
Ma si respira anche la tensione. Lì dove
c’erano 7 persone in una o 2 stanze, ora
ce ne stanno fino a 10/11, senza servizi igienici, con un piccolo pozzo all’esterno.
Molti di questi devono pagare un affitto,
ma per quanto tempo potranno farlo se non
ricominceranno a lavorare? E per quanto
potranno essere accettati se non saranno in
grado di portare un sia pur piccolo contributo a queste famiglie poverissime?
Oggi, in mancanza di un piano di
accoglienza degli sfollati le incognite sono
molte e le possibilità che l’intera vita dell’isola venga sconvolta anche da questa migrazione biblica, fin nelle sue fondamenta
sociali, mettono paura per il futuro.
Les Cayes è il posto dove Terre des Hommes è presente da oltre 20 anni. Qui
personaggi come Michel Roulet (di cui vi
ho parlato ieri) hanno lavorato a lungo per
migliorare le condizioni di vita di migliaia
di donne e bambini con meno di 5 anni,
a cura del redattore capo
Conservazione e conservatorismo
In Italia è prassi demonizzare i conservatori. Il termine conservatore è
equiparato a “fascista”. Ma è un errore. I conservatori inglesi hanno portato avanti nel tempo un partito moderno, efficiente e perfettamente inserito
nella società. Nell’ottocento i Tories di
Disraeli facevano approvare leggi
che erano all’avanguardia nel sociale, anche rispetto a quanto proposto
dai liberali dell’epoca, come, ad
esempio, la legge per le abitazioni dei
lavoratori, abitazioni che dovevano rispettare alcune norme igieniche molto importanti.
46
Che cosa è accaduto ad Haiti
Al contrario, non va dimenticato che
furono i socialisti di Craxi (col beneplacito dei comunisti), a cancellare in
Italia la scala mobile e a varare altre
norme in danno dei lavoratori. Che
poi lo Stato non ce la facesse più a
sostenere certi oneri è un altro discorso, da fare in altra sede. Ma ciò, in
ogni caso, dipese da tanti altri errori
di politica economica.
Solo il conservatorismo è un errore.
Un conto è conservare ciò che va
conservato (conservazione), un conto mantenere ciò che è negativo, dannoso, obsoleto (conservatorismo).
Così, si confonde il rispetto per le religioni altrui, in nome di un supposto
spirito innovativo, con la difesa di costumi che la nostra coscienza o cultura rifiutano. Un esempio è stato il riconoscimento della poligamia in Italia. Sono state accordate addirittura 2
pensioni a 2 mogli dello stesso uomo.
La giornata della vita
Vogliamo, noi della Redazione di Palermoparla, lanciare un augurio per il
nuovo anno: che si inizi a dare valore
alla vita, in tutte le sue età, in tutte le
sue forme. Che l’umanità del terzo
millennio giri le spalle agli odi e alle
guerre e costruisca finalmente un
mondo di pace e di autentico svilup-
ATTUALITA’
ssome
A RIABBRACCIA I FIGLI
cambiandone le abitudini alimentari e igieniche; insegnado loro la virtù della profilassi e di un consulto medico in gravidanza;
avvicinandole alle vaccinazioni e, quando
necessario, integrando nella dieta dei bambini supporti alimentari come il Plumpy’nut. Qui a Les Cayes il nostro team infermieristico, la nostra psicologa e gli operatori di salute, coordinati dalla splendida
Eleonore Chiossone, responsabile di progetto purtroppo avvezza ai campi di Sudan,
Afghanistan e Kenya, sin dalle prime ore
hanno organizzato l’accoglienza dei malati, la distribuzione tra i casi più gravi, quelli da operare presso l’ospedale pubblico, e
i feriti meno gravi, portati alla clinica Brenda, dove abbiamo allestito due grandi tende da campo oltre a organizzare le cure.
Siamo qui per vedere il lavoro svolto dai
miei colleghi, 59 persone di cui 5 espatriati, ma anche per consegnare le prime stampelle e deambulatori. Ed è qui che incontro Klossome.
Klossome ha 28 anni e le sue belle gambe sono deturpate dall’amputazione di metà piede, regalo offertole dal terremoto nella sua casa di Port au Prince. E’ arrivata qui
3 giorni dopo il terremoto, con il piede
ormai infettato, perchè qui aveva la mamma. C’è venuta dopo aver perso i sensi e
grazie all’aiuto dei vicini che l’hanno salvata da morte quasi certa. Soprattutto, è venuta qui convinta di aver perso anche i figli, sepolti sotto le macerie della casa.
Fortunatamente a Les Cayes sono riusciti a intervenire e a fermare l’infezione,
ma ormai il piede era perso. Non i figli
però. E Klossome ha un attimo di emozione quando i 2 bambini, che l’hanno raggiunta dopo più di 10 giorni le si avvicinano: li ha ritrovati un vicino dopo qualche
ora, ma ci sono voluti 5 giorni finché, ripristinati almeno in parte i collegamenti telefonici, Klossome ha scoperto che erano vivi. La loro voce, insieme alla presenza della sua mamma e alla tenerezza delle nostre
po. L’immagine di un bimbo che apre
gli occhi alla vita sia impressa nei nostri cuori e nelle nostre menti. Cominciamo a guardare il mondo a partire
da quel bambino. E poi continuiamo a
pensarlo più grande, più maturo più
vecchio, fino alla morte. Ma la morte
di quella persona non sia un momento triste, ma sereno. Immaginiamo la
morte di un padre, di una madre, attorniati dai propri cari, un po’ tristi ma
non distrutti. Il momento della morte
non è più una fine ma un inizio: l’amore che la nostra persona cara ci ha
dato si riversa su di noi e sui nostri figli. Il passato non scompare, ma è
trasmesso alle generazioni che ver-
operatrice sono state per giorni la sua unica ancora di salvezza.
Klossome è la prima paziente curata da
Terre des Hommes a ricevere delle stampelle. Dovrà abituarcisi, dopo tutto questo tempo stesa su un materassino, e mentre prova ad appoggiarvisi il dolore è fittissimo, atroce... Ma nei prossimi giorni,
con un po’ di sforzo, ci si abituerà e finalmente potrà tornare a muoversi, a camminare. Un piccolo, ma prezioso barlume di
speranza in tanta disperazione. Cara Klossome, è tempo di andare, ma a te e agli altri: promettiamo di non lasciarvi da soli!
Trascriviamo utili informazioni
Il 12 gennaio 2010 alle ore 21:53:09 GMT,
una prima scossa di 7.3° della Scala Richter
ed altre di minore intensità ma sempre di
grande potenza hanno colpito la capitale
Port-au-Prince, devastando la città. I maggiori edifici - compresi 3 dei 4 ospedali, la
cattedrale, il Palazzo presidenziale, il parlamento, diversi ministeri, il “Montana” (famoso albergo) - sono andati distrutti o gravemente danneggiati. Dalle ultime ufficiali stime, sono oltre 100.000 le vittime. Dal
Blog “Angeli in Astronave – Sintomi
di Luce” si apprende che era previsto già da diversi anni un possibile
terremoto di devastanti proporzioni che avrebbe potuto colpire l’isola di Haiti. Nonostante le previsioni non esoteriche o di qualche profezia Maya, ma legate a studi geologici seri e scientifici, nessuna potenza occidentale pensò d’investire
denaro per rendere l’Isola più sicura:
Nota della ns redazione. E’ veramen-
ranno. Il lavoro iniziato sarà portato
avanti da chi resta. Nulla scomparirà,
nulla si perderà, ma tutto avrà un seguito perché l’amore non muore mai.
Pagheranno 450 mila euro i violentatori
Una condanna esemplare che chiude
un’epoca. Quel che colpisce nella
sentenza di Milano non è la cifra record del risarcimento stabilita dai giudici per il danno alla povera ragazza,
quanto la motivazione: i genitori degli
stupratori non sono stati capaci di
educare i propri figli. Questi, infatti,
trattando l’adolescente come un oggetto, costringendola ad abusi e mo-
te strano, un po’ assurdo, parlare di aiuti da
parte delle potenze occidentali verso certi
stati – ormai rari per fortuna – che si ostinano a chiudersi nel socialismo reale, divenendo per questo miserabili come gli abitanti di questa “mezza Haiti”. La realtà del
mondo deve insegnarci che il Male esiste e la catastrofe è una delle sue manifestazioni. Esso non può essere, fino ad oggi,
evitato al 100%. Neanche nelle realtà evolute. Il Male le pensa tutte: vedi il caso di
Ground zero. E, pur tuttavia, dobbiamo
aver fede che il modello occidentale, nonostante i difetti, sia il migliore da seguire. Ricordiamo Churchill: il nostro è il peggiore
dei mondi, tolti gli altri… Occorre comunque persuadere uomini e nazioni che aiutare il vicino è non solo edificante e in linea
con gli insegnamenti di Dio, ma anche d’interesse generale e, quindi, proprio. Come
spesso avviene con il “fare il bene”.
Ultime testimonianze (da Androkronos). “Eravamo molto preoccupati” ha
ricordato Paul Mann, ricercatore dell’università del Texas., sottolineando comunque quanto sia
“difficile predire” l’esatto verificarsi di una scossa
di questa intensità. “Fenomeni di questo tipo possono rimanere silenti per centinaia di anni” ha
aggiunto. I sismologi sottolineano come il terremoto appena avvenuto sia il più potente degli ultimi
200 anni. Nel 2004 altri due geologi avevano invece sottolineato i rischi di un’altra faglia, che si trova nella parte nord dell’isola, lungo la valle di Cibao nella repubblica Domenicana. “Questa è
una delle zone sismische più attive del mondo, i sismologi non dovrebbero restare sorpresi… “( Jian
Lin - Woods Hole Oceanographic Institution, Massachusetts). fonte ADNKRONOS
pallini
lestie ripetute con violenze e ricatti,
hanno dimostrato non solo di non
avere alcun rispetto per l’altro sesso
ma di non essere neppure capaci di
provare sentimenti. Grazie alla valenza di quanto sentenziato dai giudici,
finalmente il compito educativo dei
genitori non si riduce a quello del
semplice mantenimento della prole
(alcuni di questi genitori risultavano
separati) oppure alla mera cura della
salute e dell’istruzione. Ai genitori tocca il compito di educare i figli in un
senso più ampio e completo. Educazione, infatti, non è solo acquisizione
di saperi, ma crescita effettiva nell’ambito psicologico e del sentimento. >
47
ATTUALITA’
La Grandi navi veloci parte
con un grande 2010
Su Grandi Navi Veloci
sconti per famiglie e gruppi, intrattenimenti per i
bambini, cabine animali, una nuova unità sulla
Civitavecchia – Palermo
e un innovativo servizio
di telefonia, web e telemedicina. A febbraio 2010 Grandi Navi Veloci ha aperto le prenotazioni per il nuovo anno,
confermando tariffe competitive e servizi imbattibili su
tutte le linee servite. La convenienza è garantita ancora
una volta dal sistema di pricing dinamico, che consente
di visualizzare in ogni momento il prezzo migliore sulla base del periodo e dei flussi di
prenotazioni. Le nuove tariffe sono pensate per offrire convenienza a tutti i target, famiglie, passeggeri con auto al seguito, gruppi, camperisti.
Continua con riscontri crescenti l’impegno della compagnia verso il Maghreb, le cui
linee vantano una regolarità
nel servizio unica in tutto il mercato. Anche per il 2010 rimane valida l’opzione BLOCCA
PREZZO che, a fronte di un
diritto fisso, consente di prenotare oggi e pagare 30 giorni prima della partenza bloccando
il posto ed il prezzo.
Qualche esempio per per chi viaggia
in coppia e in famiglia (tasse, diritti e suppl. carburante INCLUSI):
GENOVA–PORTO TORRES/OLBIA: 2 adulti e un
bambino in cabina + AUTO 78.6 euro
pallini
>
GENOVA–PORTO TORRES/OLBIA: 2 adulti e animale in cabina + AUTO
141.2 euro
GENOVA-PALERMO: 2
adulti e un bambino in cabina + AUTO 283 euro
ROMA-PALERMO: 2 adulti in cabina + auto 170.2
euro
Le iniziative per le famiglie non si limitano agli sconti: a bordo anche aree giochi
attrezzate per le diverse fasce
di età (dai 3 ai 6 anni e fino ai
12), menu dedicati in caffetteria. I più piccoli possono vivere al meglio il viaggio grazie
a una nuovissima dotazione di
accessori comodi e funzionali:
Non si hanno cittadini adulti e maturi
senza valori e sentimenti nei confronti
degli altri.
Questa sentenza apre un nuovo capitolo nel rapporto tra i sessi. Forse non
sentiremo più parlare di sesso in senso strettamente materialistico e inizieremo a intendere l’educazione in
un senso più alto e più adeguato alla
natura umana.
Morgan patetica vittima a Sanremo
Le dichiarazioni del cantante Morgan,
a proposito dei positivi effetti terapeutici sulla sua salute (fisica e mentale)
della cocaina, sono state poi sostitui-
48
seggioloni, lettini, fasciatoi, scaldabiberon.
Grandi Navi Veloci punta anche sull’innovazione tecnologica: su tutte le navi è infatti attivo il servizio GSM on the
Ship, che consente di collegarsi a Internet, telefonare, inviare e ricevere sms durante la navigazione. A ciò si affianca
l’esclusivo servizio di telemedicina per il monitoraggio e
l’assistenza cardiologica
da remoto, una novità all’insegna della sicurezza e della
qualità del viaggio.
E infine, GNV pensa anche ai
passeggeri a quattro zampe
con il servizio “Pets, welcome on board”, ovvero la di-
te, dati gli effetti scatenati sulla gente
e sui media, da lacrimevoli dietrofront
da pare del suo autore, con espressioni del tipo: “ho sbagliato, ma mi voglio redimere, mi voglio disintossicare” e simili. Naturalmente i media, un
attimo dopo non hanno esitato a dipingere Morgan come una vittima innocente, una persona sincera che
non meritava di essere punita dalla
Rai. Anzi, caso mai, dovrebbe essere
Morgan a punire la Rai, rea di crudeltà … Che al centro della questione
vadano, invece, collocati i giovani e le
famiglie questi “paladini” non ci pensano. Perchè la società civile deve
subire tali “maestri di vita”?
sponibilità, sulle navi La Superba, La Suprema, Fantastic,
Excellent, Majestid, prevalentemente impiegate sulle linee
per la Sardegna e sulla Genova-Palermo, di aree esterne per
la sosta ed il passeggio e di cabine allestite ad hoc per i compagni a 4 zampe.
GNV effettua tredici linee:
Genova-Porto Torres, Genova-Olbia, Genova-Palermo,
Livorno-Palermo, Civitavecchia-Palermo, Genova-Barcellona, Genova-Tunisi, Civitavecchia-Tunisi, Palermo-Tunisi, Genova-Tangeri e Barcellona-Tangeri, Livorno-Malta
e Palermo-Malta.
Chi lenirà il dolore di chi perderà un figlio in seguito alle sane pratiche consigliate da Morgan? Chi restituirà mai
alle famiglie il denaro buttato, consumando droga e alimentandone il turpe mercato. Infine, volendo dare consigli salutistici di tipo “miracoloso”,
perché non parlare d’una corsa all’aria aperta, di una nuotata, d’una
passeggiata in montagna, di una serata in compagnia, di uno spettacolo
interessante.
Sant’Agostino e il dramma del male
La vita del grande santo di Tagaste
(odierna Tunisia), recentemente tra-
ATTUALITA’
Apre i battenti l’hotel Piazza Borsa
Un 4 stelle superior ospite d’un antico monumentale palazzo
Finalmente si è giunti all’apertura del nuovo Gran Hotel Piazza Borsa a Palermo.
La proprietà, la Costa degli Ulivi spa ha
celebrato con i giornalisti e i più intimi, a
nome di Salvatore e Giovanni Di Giovanni, consiglieri delegati della società,
l’evento con una cena di benvenuto che ha
avuto luogo a Palermo Venerdì 22 gennaio, direttamente presso il Grand Hotel in
Piazza Borsa con ingresso da Via dei Cartari,18.
Si tratta di un immobile che occupa tutto il
fronte della piazza lato mare (guardando a
nord est), un palazzo famoso che ha ospitato nel dopoguerra la sede centrale della
Sicilia della Cassa di Risparmio V.E.
Il palazzo storico, nato come convento, è
molto antico ed è noto per il bellissimo patio a portico in stile neoclassico. Conteneva
una chiesa seicentesca collocata all’interno, che è stata interamente riarredata dal
Basile. Nella Cassa di Risparmio ospitava
le casse, oggi è la grande sala restaurant, nello splendore di uno stile liberty un po’ austero, ma certamente elegantissimo.
Lungo è stato il cammino per ottenere permessi e licenze di trasformazione e di esercizio. Protagonisti del restauro e della integrale trasformazione in hotel 4 stelle superior i due esperti albergatori palermitani, Salvatore e Giovanni Di Giovanni, eredi dei titolari dello studio notarile Di Giovanni, per decenni punti di riferimento ai
4 canti della Via Ruggiero Settimo. Ma anche delle strutture alberghiere della famiglia presso la Torre di Mondello, l’isola di
Vulcano e la Torre Normanna. Nonché,
appunto, della società Costa degli Ulivi.
Il Grand Hotel Piazza Borsa apre, quindi,
dopo cinque anni di lavori di restauro in un
sito monumentale storico, che ha ospitato
la sede centrale della Cassa di Risparmio e
prima ancora un convento. Grazie all’investimento di 30 milioni di euro effettuato dalla società Costa degli Ulivi, i cui
capofila sono i fratelli Di Giovanni, torna
dunque a rivivere l’antico quartiere di Palermo che è contenuto fra corso Vittorio
Emanuele – l’antico cassero perpendicolare al mare – e la via Roma – frutto di uno
sventramento dopo l’Unità d’Italia – arteria del centro storico. Dopo anni di purgatorio, contrassegnati da chiusure di ristoranti, pasticcerie e altri pubblici esercizi,
quest’angolo della città, in cui sono siti
palazzi aviti e la basilica romanica di San
Francesco.
La zona riceverà adesso un impulso sostanziale, mentre l’esperienza di gestione della
Costa degli Ulivi e dei Di Giovanni ga-
rantirà la presenza di ospiti e di eventi all’interno della struttura, che rispetta esteticamente stile e volumetrie dell’antica piazza e della facciata di questo storico palazzo, in stile neoclassico con varianti liberty,
elemento fondamentale della memoria storica all’interno della Città murata. Camere e suite sono tutte differenti per grandezza, articolazione e prezzo, fino alle suite da
700 euro a notte e alle stanze con balcone
in piazza San Francesco. Preferita dalla gestione la collocazione a quattro stelle superior, per un albergo che potrebbe avere facilmente la quinta stella. (G.Scargiali)
smessa in tv, ci fa riflettere sul perenne dramma del male. La stessa esistenza di Sant’Agostino, prima della
conversione, come da lui stesso raccontato ne Le confessioni, era stata
tutt’altro che edificante. E’ l’incontro
con Dio che lo cambia, non il frutto di
una decisione razionale. E, d’altra
parte, non può essere diversamente,
perché l’uomo non può trovare la Verità da solo, con le proprie sole forze.
E questo non perché l’intelligenza
umana sia inutile, tutt’altro. L’intelligenza umana esce potenziata dall’incontro con Dio, perché Dio è Amore
infinito.
Il male, però, non scompare mai del
tutto, neppure dopo l’incontro con
Dio. Quella contro il Male è una lotta
durissima, che si protrae nel tempo,
ma non è eterna. Dura fino al giorno
del giudizio universale, quando finalmente regnerà solo la Città di Dio.
La città di Dio è l’opera di Agostino
che sintetizza ed esprime in forma
magnifica il suo pensiero. Egli dice,
infatti, che mentre l’uomo, sulla terra, costruisce la sua città, cioè uno
stato organizzato secondo le leggi
umane, Dio ne costruisce un’altra, di
natura spirituale. E’ una città felice,
di pace e di benessere autentico,
non come quello che l’uomo produce
con le sue sole forze. L’uomo, però,
ha un compito sulla terra: costruire
la città celeste. L’uomo deve, quindi,
collaborare con Dio per il trionfo del
bene sul male.
E’ importante notare che la concezione manichea (il bene nettamente separato dal male) è respinta, come inconcepibile. Quale merito assegnare
a chi fosse buono per natura? E, allo
stesso modo, quale castigo a chi fosse cattivo per natura?
Si hanno vari esempi di quest’errore.
Vediamo di recente “cattivi” che collaborano con la giustizia, si pentono,
cercano di riparare e “buoni” che tradiscono gli amici, fanno condannare
>
gli innocenti…
pallini
49
ATTUALITA’
L’associazione nata per iniziativa di Attinasi, Farrugio e Coraci sarà anche un portale
Cresce Palermhotels
Diventa operativa Palermhotels, l’associazione nata con intenti promo - pubblicitari, per incentivare l’incoming a Palermo.
In particolare quello alberghiero. Se è necessario tuttoggi esorcizzare il problema
della bassa stagione – ma l’unica via è quella di risolverlo – non c’è dubbio che in Sicilia, solo Taormina e pochi altri siti come
Cefalù siano presenti in modo adeguato
presso i target “giusti”, godendo di scelte
e arrivi con buona continuità…
Palermohotels si presenta come una struttura più agile – vuol essere duttile e operativa – e nasce dall’iniziativa di tre operatori palermitani, che hanno coagulato subito un buon numero di iscritti.
I tre protagonisti dell’operazione sono Nicola carruggio, proveniente da Federalberghi (Confocommercio), Massimo Coraci
esponente di Federturismo (Confindustria)
e Mario Attinasi rappresentante di Assotel
(Confesercenti). Trae forza quindi da ciò
che esiste, ma si propone di combinare gli
sforzi al fine di dare ulteriore impulso al settore turistico alberghiero.
Un settore che ne ha certamente bisogno,
sottolineiamo noi. Se è vero che, al di là di
ogni discorso, pur trovandoci di fronte ad
albergatori e alberghi molto belli moderni,
attrezzati e dotati di adeguate professionalità, il vuoto in certi momenti di “bassa” è
allucinante. Oggi, il viaggiatore e il turista
non vengono da soli. O, per lo meno, non
giungono con quei ritmi che ci si attenderebbe, distratti dalla concorrenza di altre
mete, diffidenti, timidi.
Palermhotels sta studiando modi, luoghi
e tempi sui quali concentrare gli sforzi, la
presenza dell’offerta, la via più consona di
pubblicizzarla e promozionarla. Non sfugge la valenza “locale” dell’iniziativa, che
mira esclusivamente a Palermo e provincia, certamente un punto di arrivo e anche
un punto obbligato passaggio, in grado di
sollecitare la apertura a ritmo continuo di
nuove strutture per l’ospitalità “a stelle”,
pallini
>
Il caso Bertolaso insegna
Se ce ne fosse bisogno, il “caso Bertolaso” prova che c'è un'Italia che gioca allo sfascio, che sogna d'essere
Sansone - ma per fortuna non lo è - e
di buttar giù le colonne. Ma l'Italia meriterebbe, dunque, la fine dei Filistei?
Di caso Bertolaso si parla da anni come un caso di eccellenza. Trattasi di
un personaggio che si è fatto notare
da tempo. Nelle dispute fu lui sempre
a sembrare e ad essere dalla parte
della ragione. Ora si parla dell'Aquila
come la sua prima performance, ma
è stata la centesima. Chi gioca allo
sfascio spera che tutto vada male.
50
ma, pur essendo il capoluogo dell’Isola –
che pur ne condivide tanti problemi – rimane una sorta d’eterna promessa.
Aperta a tutte le categorie alberghiere la
nuova organizzazione si prepara a fiere e
workshop, eventi pubblici e privati.
Palermhotels sarà anche un portale on line, destinato soprattutto alla promozione
di eventi, iniziative tendenti ad attirare turisti in genere e di nicchia.
Il presidente della provincia Giovanni Avanti ha già assicurato il sostegno del proprio
ufficio e di tutta l’amministrazione, mentre
gli intenti dei tre promotori hanno ricevuto di recente il dichiarato elogio del ministro Michela Brambilla. L’attuale dirigenza vede Nicola Farrugio presidente e Massimo Coraci vice presidente. Metro del successo, le adesioni, giunte nell’ultimo elenco a quota 26, ma prossime a superare le
30 unità. Camere a fronte dei primi 26 scritti: 1406. Non è, certo, uno scherzo.
Germano Scargiali
L'Aquila doveva essere la Waterloo
del governo, invece è stata la Austerlitz. E di tante vittorie è fatta la storia
di personaggi come Berlusconi, Tremonti, Bertolaso… e anche altri personaggi che stanno facendo la seconda repubblica, a dispetto delle cure di medici corrotti e assassini, antichi e moderni.
Questa è la realtà dell'Italia di oggi.
Questa è la verità nuda e cruda. Distinguere i buoni dai cattivi è ogni ora
più facile. Di fronte alla tracotanza di
chi augura il male persino a se stesso, pur di vederci incappare anche gli
altri, il linguaggio lapidario diviene un
must. Per tutto ciò le prossime regio-
• La Germania si pre-
occupa dei lavoratori
italiani che hanno prestato la propria opera in
terra tedesca. L’Ambasciatore tedesco Michael Steiner (nella foto) incontrerà la
stampa italiana presso l’Ambasciata di
via San Martino della Battaglia, 4, Roma, il 10 marzo alle ore 11.00. L’incontro è appunto dedicato alla questione della pensione cui hanno diritto i lavoratori italiani che hanno lavorato in Germania.
Per informazioni ulteriori. Deutsche Botschaft Rom / Ambasciata della Repubblica Federale di Germania. Pressereferat / Ufficio Stampa via San Martino
della Battaglia, 4 I-00185 Roma. Tel.
+39 06 49 213 284. Fax +39 06 49 213
252 www.rom.diplo.de
nali saranno una strepitosa vittoria
della destra liberale finalmente al governo.
Il rispetto delle istituzioni
C’è da chiedersi come ci si dispera
per il mancato rispetto degli italiani
per le istituzioni. Ma i primi ad infangare senza ritegno le istituzioni sono
la magistratura e i media. Nessun segreto istruttorio, nessun pudore, anche quando si tratta di massime cariche dello stato. E’ un bene? No di
certo. Occorrerebbe aspettare prima
di ingiuriare, all’interno e all’estero, il
capo del governo italiano, il presiden-
ATTUALITA’
Travelexpo tra new entry e conferme
La dodicesima manifestazione dal 9 all’11 aprile all’Hotel Village Città del Mare
Pronta al via la XII edizione di Travelexpo, il salone del turismo mediterraneo,
(www.travelexpo.it) nella tradizionale location dell’Hotel Village Città del Mare di
Terrasini. La borsa del turismo made in Sicily, promossa e organizzata interamente
da Logos srl Comunicazione e Immagine di Palermo, rappresenta un appuntamento consolidato fra gli eventi di settore.
E infatti, ad appena 60 giorni dall’inizio della manifestazione, il 90% degli spazi espositivi disponibili, compresa l’area Vip Lounge, sono già stati impegnati e l’organizzazione pensa, come già fatto lo scorso anno,
a riproporre e raddoppiare l’Area Foyer, in
una accogliente tensostruttura all’ingresso
dell’hotel.
“Travelexpo è ormai considerato un appuntamento strategico per sistema distributivo ed operatori turistici interessati al
mercato siciliano, ma principalmente –
spiega Toti Piscopo, patron della manifestazione – costituisce un termometro per
verificare lo stato di salute del settore.
Travelexpo infatti pur essendo un appuntamento rigorosamente riservato agli addetti ai lavori, riesce – grazie ad un’azione
di comunicazione costante e mirata – ad
orientare i consumatori verso scelte da effettuare presso le agenzie di viaggio. Quindi – conclude Piscopo – non solo casuale
appuntamento borsistico, ma punto di partenza ed arrivo di una grande operazione
di co-marketing orientata verso il mercato
individuato per area geografica e segmento d’interesse”.
Tra le novità di quest’edizione, da segnalare il debutto a Travelexpo dell’Ente nazionale della Repubblica Ceca, dei tour operator Press Tours e MetaMondo, della compagnia crocieristica Royal Caribbean, e del
gta Travelcube. Inoltre anche quest’anno
Costa Crociere ha deciso di riconfermare
la propria partecipazione.
Con la compagnia tornano anche Eden
Viaggi, Holiday Malta, Sogni nel Blu, Fe-
vi Tour, Top Viaggi,
Land Tour, Agesind
Viaggi, Chiariva,
Mantione Travel, Kenobi, Open Travel
Network, Alpitour, Vacanze by Virtus, Digital Tours, Gim Tours,
I Viaggi dell’Airone,
Oby Whan, Sprintours, Welcome Travel; I grandi Viaggi, la
compagnia aera Air
Malta; le compagnie di navigazione Grimaldi Lines e Virtu Ferries e il cruise operator Gioco Viaggi; il parco di divertimenti Gardaland e l’Ente del Turismo di Stoccarda; le società di servizi Mondial Assistance e Formica Rappresentanze.
Un’offerta sempre più ricca, dunque, a disposizione degli adv che come ogni anno
giungeranno nella struttura di Terrasini per
conoscere tutte le novità commerciali in vista della stagione estiva. Ma anche per aggiornarsi su alcuni dei temi ‘caldi’ che ri-
te della Protezione civile, che il mondo ci invidia. Ma anche tutte le altre
cariche per le quali non si ha nessuna
accortezza. Un cristiano resta sempre
perplesso e addolorato, davanti alla
manifestazione del male. Si ricorda, infatti, che l’uomo è fatto ad immagine e
somiglianza di Dio, ovvero istintivamente ha pudore per la parte peggiore della
nostra natura, cui il male si appiglia.
Niente di questo giudici e media nazionale. Per loro scoprire il male è una sorta di festival, l’orgia del potere: sembra
siano felici di scovare il male, forse perché esso giustifica tutto il male che proprio essi hanno dentro. Si indirizzi anche lo zoom verso tutto il bene che
scorre attraverso la storia e che la realtà attuale contiene, Ma non ci si illuda di
trovarlo scevro da difetti. Che cale, del
resto, se ciascuno ha un difetto, se poi
è proprio lui a fare il bene meglio e più
degli altri? Nessuno è perfetto.
guardano il settore con i consueti open forum e seminari. Un grande momento d’incontro in cui la Logos ripropone la consueta formula: un agente di viaggio per ragione sociale, potrà godere dell’ospitalità
gratuita in pensione completa offerta dall’organizzazione per una notte.
Immancabile, per finire, il concorso “Penne all’Agrodolce”, decima edizione, gara
prevista per il venerdì sera 9 aprile, per i
giornalisti-cuochi. (www.travelexpo.it) [email protected]
Un saluto ad Antonio Arcidiacono
Palermo ha perso un brillante ingegnere. Gli amici numerosissimi, oltre che i parenti, hanno perso una persona cara. E’ Antonio Arcidiacono, una presenza affabile per tutti coloro che hanno avuto il piacere di conoscerlo. Un gran signore, come si diceva un tempo. Avemmo modo di apprezzarne a lungo le doti di cultura e al contempo di tratto e cordialità. Era sempre in movimento, iperattivo nel lavoro e nello star vicino ad una famiglia articolata e numerosa. Una bellissima famiglia palermitana. Antonio
Arcidiacono aveva un sorriso per tutti. Era comunicativo e solerte verso i bisogni degli altri e della città, avendo ricoperto varie cariche con funzioni
tecniche di rilievo. Tramite conoscenza diretta e grazie alla comune amicizia con il
professor Benito Bonsignore, collaborò anche alla rivista Palermoparla. Avremmo voluto dargli più spazio. Ma il continuo correre, nella vita moderna, ci impedì di conoscerlo meglio e di fruire dei suoi consigli e delle sue conoscenze tecniche. Ce ne rammarichiamo. Ma noi, come i tantissimi altri amici, non lo dimenticheremo. Le strade
fra via Valdemone e via Liguria hanno perso una delle presenze più care.
pallini
Fra differenziata e chiusure
Mentre non si trovano (in tutta Italia
da parte dei comuni) i fondi per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti, scatta la differenziata. Sembra, in giro,
che sia il top del bene e si opponga al
male assoluto. Ma la pubblica opinione dovrebbe sapere che la raccolta
differenziata è un lusso. Il ricavato
della raccolta dell’umido, del vetro etc
non ripaga assolutamente del costo
della differenziata. Questo perché sia
chiaro. Occorrerebbe avvertire che
solo i termovalorizzatori avrebbero risolto il problema con un risparmio per
tutti. Quanto all’inquinamento di Palermo, speriamo che un giorno qualcuno faccia giustizia della taratura
delle “macchinette” che decretano la
salute dell’aria. Ripetiamo che Palermo, città di mare e di monti (brezze
continue), esposta al Maestrale, non
può essere inquinata. Si è giunti all’assurdo per “far contenta l’Ue”, ma è
il festival della stupidità: vedi anche le
piste ciclabili.
51
SALUTE
In un contesto difficile
possibili soluzioni per la ripresa
Lettera aperta di un siciliano alla classe politica
Sono andato in giro per la Città ed ho provato a chiedere pareri e informazioni a colleghi e amici, ma soprattutto alla gente comune, anziani e ragazzi con il problema del
presente e del futuro: sbarcare il lunario,
crearsi una opportunità di lavoro, una famiglia... Gente che vive in città convulse e
caotiche, spesso tormentata, ma anche gente generosa, con un cuore che palpita. Gente che ha sviluppato negli anni uno spirito
di adattamento eccezionale. Gente fiera,
abituata a sopportare… E mi riferisco, soprattutto, agli anziani. Siamo arrivati al capolinea ed occorre cambiare. La crisi finanziaria ha appesantito le condizioni di vita e
si è creato un clima di sfiducia che non giova. Il dipendente pubblico ha problemi
alla quarta settimana, il commerciante privato aspetta i saldi e, questi alla fine non decollano. La Fiat di Termini chiude. E la pentola potrebbe anche esplodere! I problemi
della Sicilia e dei siciliani sono grandi, enormi, atavici, ma adesso s’intravede una ripresa alle porte.
Come smuovere la sfiducia che attanaglia
le nostre generazioni? Il disinteresse alla vita civica della maggior parte dei giovani?
L’accettazione ineluttabile di vivere in una
regione al di fuori del mondo, gravata dall’impossibilità, l’impotenza dell’iniziativa
privata, le pastoie burocratiche ed il fatale
asservimento al potere politico. Estirpare
la piovra mafiosa che tarpa le ali all’iniziativa privata privandola dello spirito d’impresa? Occorre una visione lungimirante,
ma che possa dare frutti anche nell’immediato.
Partiamo dalla città capoluogo: Palermo.
Punto primo, la viabilità. La paralisi quo-
tidiana del traffico imprigionato nello smog.
Occorre investire in infrastrutture: in primis strade e ferrovie. Portare a termine i
progetti di finanziamento, sia fondi europei sia nazionali affidando l’incarico a gente capace e consapevole riprendendo la figura del general contractor che porta a termine l’impegno senza considerare ostacoli di sorta, spesso legati a interesse di lobby od a rivendicazioni politiche e sindacali. È vergognoso che un viaggio in ferrovia
tra Palermo e Catania, che potrebbe assorbire gran parte del trasporto merci, duri sei,
sette ore come succedeva 50 anni fa. Palermo, gravata com’è da una struttura urbanistica poco modellabile e gestibile, necessita della realizzazione di enormi parcheggi alla periferia della città. È impossibile as-
sistere giornalmente all’ingresso ed all’uscita di corriere e mezzi pesanti che bloccano
sistematicamente il traffico. Grandi parcheggi multipiano in fondo alla via Oreto
(ingresso autostrada per Catania), Viale delle Scienze, porto, svincolo via Belgio. Con
navette ogni 3-4 minuti che trasportano i
passeggeri nei punti nevralgici.
Commercianti che possano offrire biglietti e pasti gratuiti per una giornata di shopping scontato nei propri negozi. Liberalizziamo gli sconti, gli orari di apertura dei
negozi; se occorre anche sette giorni su sette no stop e con chiusura serale protratta
(ore 22 ed oltre: vedi la positiva esperienza di Catania). Musei e siti culturali affidati a cooperative giovanili competenti. Penso alla Favorita, polmone verde di Palermo,
attrezzata come Central Park o Villa Borghese con strutture sportive, musei, aree di
svago. Questo potrebbe essere creato a costo zero affidandone la realizzazione e la
gestione a cooperative e società private. Occasioni di lavoro grazie a quel principio di
sussidiarietà che sta ad indicare il primato
della persona nei confronti dello Stato. Uno
Stato che controlla, che detta le regole di
un vivere civile e responsabile, ma che non
gestisce con carrozzoni di municipalizzate
occasioni di clientele e disservizi (Amat ed
Amia docent). Liberalizziamo i servizi! Creiamo quelle benedette zone franche o con
tassazione ridotta (10-20%) che hanno fatto la fortuna di tanti stati degli USA (Florida, New Jersey) e di alcuni paesi europei (Irlanda) per attrarre capitali nazionali e stranieri.
Guido Francesco Guida
[email protected]
Il San Raffaele Giglio in Burundi incontra il presidente
L’intervento umanitario della Fondazione Istituto San Raffaele Giglio di Cefalù in favore del Burundi ha riscosso l’apprezzamento
del presidente della Repubblica dello stato africano, Pierre Nkurunziza. A margine di una tappa della campagna elettorale per
le presidenziali, Nkurunziza ha ricevuto il presidente della Fondazione siciliana Stefano Cirillo con la delegazione presente in
Burundi (l’ingegnere Giuseppe Franco, il medico Rosario
Squatrito e il giornalista Vincenzo Lombardo), accompagnata dal presidente dell’Associazione internazionale umanitaria per
le terre d’Africa, mons. Serapion Bambonanire. L’incontro si
è tenuto a Rutega, piccolo comune a circa 30 minuti da Gitega.
“La vostra attività – ha detto il presidente Nkurunziza – serve al
nostro popolo. Posso trasferivi il nostro programma per la formazione, per l’educazione scolastica, per la sanità e potrete partecipare alla vita di questo paese. La sapienza è la ricchezza fondamentale per la nostra gente…”.
L’invito è stato accolto dalla Fondazione siciliana. “Abbiamo constatato – ha detto Cirillo – la situazione drammatica in cui versano alcuni ospedali, mentre qualche altro offre un livello sanitario
52
accettabile, ma migliorabile. Oggi possiamo meglio pianificare il
nostro contributo”.
Il San Raffaele Giglio, infatti, in base a quanto constatato, rivedrà il proprio impegno in favore del paese africano che in un primo momento era destinato solo alla organizzazione di un’area materna infantile nell’ospedale di Mabayi. “Una delle priorità – ha
affermato Cirillo – è la formazione che incide direttamente nel tessuto culturale. Negli ospedali mancano infermieri e medici. Per tale ragione prenderemo in seria considerazione l’invito del vescovo di Bubanza Ntagwarara, per una collaborazione con la scuola di infermieri della Diocesi, la cui costruzione terminerà a settembre”. La delegazione del San Raffaele Giglio ha visitato più strutture sanitarie e dispensari (poliambulatori di medicina territoriali
ndr) in particolare di Muyinga, Muramba, Gasura, Bubanza, Cibitoke, Kaburantwa, Gitega e Ruyigi dove la Regione Siciliana ha
finanziato la costruzione di un ospedale, che sarà gestito dalla diocesi. “La prossima settimana – ha detto il vescovo Joseph Nduhirubusa – un aereo italiano, della Presidenza del Consiglio dei
ministri, porterà strumentazioni e arredamenti.”.
ATTUALITA’
Decreto Salvaprecari. Questa volta la Gelmini non si salva
La riforma della scuola superiore, avendo prodotto una grandissima riduzione del numero
dei docenti, ha di fatto escluso dall’insegnamento molti professori che sono rimasti del tutto disoccupati, non potendo neppure accettare un
altro lavoro perché in attesa di un’ipotetica chiamata. E questo è un altro “colmo”, perché si risolve in una sorta di fabbrica della disoccupazione… Col Decreto Salvaprecari tutti quei
professori che avevano insegnato nelle scuole
paritarie private sono stati scavalcati da colleghi con appena qualche mese di esperienza
di lavoro nelle scuole statali, che avevano un
punteggio inferiore. Cioè, di regola, meno esperienza, meno professionalità, meno istruzione.
Qualcuno potrebbe pensare che una possibilità di lavoro si possa ancora trovare tramite i
progetti scolastici. Va detto, invece, che i
progetti scolastici di fatto vengono quasi sempre realizzati da coloro che già lavorano nelle
scuole statali, dove tali progetti vengono attuati. Il punteggio degli istituti paritari, inoltre, è
più basso di quello che si ottiene insegnando
nelle scuole pubbliche. In che cosa, dunque,
consiste, anzi consisterebbe, la parità di questi
istituti, se poi alla fine tanti anni di lavoro non
contano più niente? Si parla da anni di dar spa-
zio all’insegnamento privato, ma poi non se ne
traggono le conseguenze, la logica non si declina se non per quel tanto che interessa alla demagogia complessiva del provvedimento. Va
inoltre ricordato che gli insegnanti delle scuole private sono sottopagati e accettano condizioni di lavoro pesanti per cercare di fare punteggio. Perché mai ciò si verifichi in una Italia
in cui i sindacati e la legge stessa sono spietati
con qualsiasi altro datore di lavoro di ogni settore? Insomma, siamo in una nazione in cui la
legge è disuguale, applicata a “spizzichi e
bocconi”, mentre la scuola è la cenerentola della realtà occupazionale. Che genere di pubblica istruzione pretendiamo, dunque, di avere in
Italia? Ci si lamenta che la scuola va male? Ma
è una sorta di morto vivente: è un miracolo o,
nella sostanza, è un malato in coma.
Adesso al danno si aggiunge anche l’ennesima
beffa. Chi ha lavorato di più a condizioni più
gravose si trova scavalcato da chi ha avuto la
fortuna di poter lavorare per un tempuscolo in
una scuola statale. Da anni ci si chiede se i ministri della PI siamo mai andati a scuola. Cioè
sappiano di che cosa si tratti. Tant’è… Il Decreto Salvaprecari ha perciò creato nuove discriminazioni, diviso la categoria, penalizzato
L’Università europea del Tempo Libero di Palermo svolge un’intensa attività, organizza corsi di letteratura italiana, lingue straniere, recitazione, disegno, danza, ginnastica, cultura alimentare. Promuove, inoltre, visite guidate ai
monumenti artistici, conferenze, gite, viaggi.
Dopo il periodo lavorativo, queste Università
consentono ai soci di dedicarsi a interessi che
prima non avevano avuto modo di coltivare,
socializzando nello stesso tempo con altre persone. In quanto “europea” , l’Utle di Palermo ha partecipato anche a un progetto europeo in collaborazione con altre Istituzioni dello stesso genere degli altri paesi. Tra le sue attività, l’Università europea del tempo libero
una ha avuto particolare successo: un concorso dal titolo “Tra i miei ricordi di vita cittadina”. Ma già nel 2005 aveva bandito un concorso su un tema simile “Ricordi del tempo di
guerra in Sicilia”. Gli elaborati pervenuti
erano stati raccolti in un bel volumetto , che
aveva consentito, attraverso i ricordi dei partecipanti, di conoscere aspetti inediti di quel periodo non citati dai libri di storia. Il nuovo concorso si è ispirato agli stessi principi. Oggi si diffonde sempre più l’interesse per quelle picco-
le storie che fanno la Storia, per quei personaggi che testimoniano la vita quotidiana di un
paese e il cui ricordo, se non viene tramandato in un testo scritto, rischia inevitabilmente di perdersi. Questo concorso ha consentito
un’opera di recupero di aspetti e personaggi
della Palermo di un tempo. L’autore di
uno dei lavori premiati, Francesco Brucoli,
ha parlato dei suoi ricordi legati a Piazza Magione e ad altri siti del centro storico. Con uno
stile in cui il lirismo si alternava alle descrizioni realistiche e folkloristiche, ha fatto rivivere
la vita che si svolgeva un tempo nei quartieri
popolari, con vivaci e vivide rievocazioni di alcune tipiche figure.
La Commissione ha premiato altri tre lavori
che hanno offerto un quadro della vita cittadina di un tempo quanto mai interessante, anche perché legato a personaggi e figure note
colte in aspetti assolutamente insoliti. Tra questi, due personaggi ben noti nella Palermo degli anni trenta: il Magnifico Rettore dell’Università Nicola Leotta, chirurgo di fama internazionale e grande umanista, capace di creare durante le sue lezioni profondi parallelismi
tra la bellezza dell’arte e l’equilibrio del corpo
I premiati del concorso
Università europea del tempo libero
La giuria del Concorso: Alfio Inserra Angela Plazzotto, Ida Rampolla Sara Castelluzzo Elio Giunta
i più preparati: un caos. Si parla tanto di meritocrazia, ma a restare fuori sono adesso proprio quegli insegnanti che hanno aumentato il
proprio punteggio tramite la partecipazione
a master e ottenendo abilitazioni e diplomi di
vario tipo. Vedi Sissis. E’ vero: la Sissis rappresentava un orpello in una realtà malata. Ma
formava, arricchiva certamente il bagaglio culturale, carente per le “colpe” dell’università. Finalmente, a quasi 30 anni di età, almeno i più
bravi pretendono un lavoro. Niente! Ricordate quanto fosse difficile essere ammessi alla Sissis? Ebbene, è ovvio che l’Italia è un paese in
cui i titoli non contano niente. Abbiamo troppi “brocchi” nelle cattedre? Ce lo meritiamo!
Le continue riforme ci impediscono, come accennato sopra, di svolgere e, quindi, di cercare
altri lavori, perché la burocrazia ci costringe a
continui studi di materiale legislativo e burocratico e di riforme continue e imprevedibili
che non ci consentono di programmare né il
nostro lavoro né la nostra esistenza. Noi insegnanti vogliamo soltanto lavorare, non vogliamo né regali né elemosine. Non vogliamo più
aspettare né pregare, specie in casi come il mio
in cui abbiamo tutti i titoli per farlo.
Vincenzo Scargiali
umano, e il prof. Maurizio Ascoli, Preside della Facoltà di Medicina, anche lui dottissimo
e clinico di grande fama. I due sono descritti
dall’Autrice del testo, Antonella Leotta Calefati di Canalotti, in un momento quanto
mai difficile e imbarazzante, quando, dopo un
bagno mattutino in una Mondello deserta e
priva di capanne, non avevano trovato più in
macchina abiti e scarpe. Spinti dal desiderio di
essere puntuali all’Università, si erano messi in
auto avvolti negli asciugamani, ma un esterrefatto vigile urbano aveva fermato quell’unica
macchina che passava e, non volendo credere alle loro spiegazioni, li aveva accompagnati al posto di polizia. La descrizione, ricca di
humour, ricostruisce la personalità dei due illustri clinici e la Palermo d’un tempo.
Un altro racconto premiato, “A casaccio…a
casaccio..” di Edoardo Perollo presenta un
gustoso bozzetto di vita cittadina, in una Palermo in cui , sul finire della II guerra mondiale. E’ rappresentata con grande spirito e abilità descrittiva la figura di un ciabattino, arguto, abilissimo nel suo lavoro, la cui bottega è
un luogo d’incontro e di scambi d’opinioni. Si
dimostra come artigiani e popolani rappresentassero la vita autentica della città. L’Autore,
recentemente scomparso, aveva già pubblicato un libro di ricordi legato alla sua esperienza
universitaria in Fuci, la Federazione Universitaria Cattolica Italiana. Il libro ha come epigrafe un elogio della memoria.
Altro riconoscimento a “Premiata sartoria Moncada”, di Alba Coglitore, che ricostruisce
l’atmosfera di una famosa sartoria palermitana, rievocata sia nelle sue decorazioni liberty
sia nella sua importanza legata ad usi e costumi. La figura del sarto, i suoi giudizi sulla personalità dei clienti e le sue reazioni davanti
alle trasformazioni di gusti e abitudini rivelano i cambiamenti della società
Ida Rampolla
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SCUOLA
Al Garibaldi si parla
del trattato di Lisbona
Il preside Martorana riceve l’onorevole Jacolino
Incontro - dibattito al Liceo Garibaldi di
Palermo sul tema “Il trattato di Lisbona.
Per un’Europa più unita e più integrata: realtà e prospettive”.
L’Aula Magna del Liceo è stata ancora
una volta teatro di un interessante evento culturale.
L’incontro è stato organizzato
dall’Associazione Culturale Sirius e costituisce
un momento di
informazione e
di confronto con
gli studenti e il Il preside Martorana
mondo della
scuola, per comprendere quanto le novità del Trattato avranno il merito di avvicinare i giovani e i cittadini all’Ue, in virtù dei mutamenti e delle necessità che l’Europa introduce in campo economico, sociale, ambientale, culturale e della tutela
dei diritti umani.
Al dibattito è intervenuto l’euro parlamentare e Vicepresidente della Commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni, Salvatore Iacolino
Dopo un intervento introduttivo della prof.ssa
di Storia e Filosofia, Silvia Sansone e i saluti del dirigente scolastico, Antonio Martorana, si darà spazio agli interventi degli
studenti.
“L’obiettivo di questi incontri informativi
– ha affermato l’Onorevole Iacolino – è
quello di far comprendere agli studenti che
l’Europa è più vicina ai giovani, al mondo
della scuola e ai cittadini dell’Ue in virtù del
processo di integrazione introdotto dal Trattato di Lisbona”.
“L’incontro – ha dichiarato il dirigente Antonio Martorana – ha costituito un importante momento di informazione che deve
tradursi in un percorso formativo in quanto gli studenti saranno chiamati a confrontarsi, con i temi dell’integrazione Europea,
in un dibattito che consentirà loro di fare il
punto della situazione in virtù dell’entrata
in vigore del Trattato di Lisbona”.
Il trattato di Lisbona, entrato in vigore il 1°
Salvatore Jacolino
dicembre 2009, dota l’Unione europea di
istituzioni moderne e di metodi di lavoro
ottimizzati per rispondere in modo efficace ed efficiente alle sfide del mondo di oggi. In una realtà in rapida evoluzione, per
affrontare temi quali la globalizzazione, i
cambiamenti climatici, l’evoluzione demografica, la sicurezza e l’energia, gli europei
guardano all’UE. Il trattato di Lisbona rafforza la partecipazione democratica in Europa e la capacità dell’UE di promuovere
quotidianamente gli interessi dei propri cittadini.
Il Liceo F. Scaduto
di Bagheria va al Ministero
Scuole e Istruzione “I come innovazione, invenzione e inclusione”
Si è da poco concluso a Roma
con l’evento finale il progetto
“I come innovazione, invenzione e inclusione” promosso
dalla rete di scuole Educare
all’Europa e approvato dal
Ministero dell’istruzione e dell’Università e della ricerca. Anche il Liceo F. Scaduto, rappresentato dalla professoressa
Maria Civello (collaboratrice esterna dell’istituto), dagli
alunni Ivan Barone (II B), Noemi Blando (II E) e Rosalba Potenzano (II E), ha preso parte
all’incontro. Già dal 2006 il liceo rientra in questa rete di
scuole che si propone di ideare competenze chiave per un
nuovo tipo di apprendimento per il XXI secolo.
Nel corso di questi anni lo Scaduto, con il sostegno del Dirigente Domenico Figà, ha
portato avanti questa iniziativa curata dalle professoresse
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Il dirigente Domenica Figà
Maria Civello e Caterina
Lentini.
Questa ha coinvolto attivamente le proprie classi, mentre una
collaborazione tecnica è stata
fornita dal professor Roberto Martorana. Quello che si
è appena concluso è l’ultimo
dei tre incontri dopo quello di
Castel Gandolfo, tenutosi a
Marzo, e quello di Torino a fine Settembre.
Importante esperienza quella
vissuta dai ragazzi, che non solo hanno avuto la possibilità di
socializzare con coetanei di altre scuole di altre regioni, ma
anche di partecipare a convegni tenuti da importanti membri istituzionali.
Ad aprire i lavori presso “Spazio Europa” (sede della rappresentanza in Italia della
Commissione Europea e dell’Ufficio di Informazione per
L’Italia del Parlamento Europeo), è intervenuto il rappresentante della Commissione
Europea per gli Affari Internazionali Antonio Giunta
La Spada, seguito dalla dott.sa
Maria Grazia Nardiello,
Dirigente Istruzione e Formazione Tecnica Superiore delle Regioni.
Al secondo incontro presso il
Ministero dell’ Istruzione, è avvenuta la cerimonia di premiazione delle scuole “Label”.
In entrambi i giorni le conferenze sono state trasmesse in
diretta su www.radio-attiva.eu,
dove ancora adesso è possibile ascoltare le registrazioni degli interventi tenuti. Seguite
e commentate da alcuni fra i
ragazzi più validi, tra i quali
gli alunni dello “Scaduto” - per
l’occasione speakers di una web
radio-, le dirette radio si sono
articolate con ospiti, interviste
e curiosità.
Rosalba Potenzano II E
Noemi Blando II E
Liceo Classico “F. Scaduto” Bagheria
SCUOLA
Al Don Bosco il valore del Latino
Mentre è in cantiere l’Edipo re
Diverse sono le iniziative attivate dal Dipartimento di latino/greco dell’Istituto
Don Bosco Ranchibile, sostenuto da quest’anno nelle sue proposte dall’agenzia
editoriale Pietro Vittorietti: oltre al già
consolidato Laboratorio teatrale, che
si è fatto conoscere e apprezzare per la
messa in scena negli scorsi anni delle tragedie “Eumenidi” e “Baccanti” (e che quest’anno metterà in scena una trasposizione dell’Edipo re di Sofocle) , in questa
fase l’attenzione è stata diretta in particolare sulla formazione dei docenti.
Per dare inizio alle attività, presso il teatro dell’Istituto si è svolta una conferenza
sul tema Insegnare Latino oggi, tenuta dal prof. Nicola Flocchini. Il relatore,
già docente di Italiano e Latino e Preside
nei Licei, è autore di diversi libri e di
una grammatica latina molto diffusa nelle scuole italiane.
Partendo dall’interrogativo se sia ancora
valido lo statuto della lingua latina, priva
ormai di una funzione comunicativa in
una società complessa in cui prevale il “saper fare” sul “sapere”, il professor Flocchini ha escluso che il problema della didattica delle lingue classiche, dai risultati notoriamente alquanto deludenti, sia di
I proff. Flocchini e Di Girolamo
natura tecnica, cioè relativo alla ricerca
di nuove metodologie. Il relatore ha piuttosto posto l’accento sul ripensamento
di finalità ed obiettivi, individuandoli nell’educazione dei giovani al ragionamento, all’acquisizione di un metodo scientifico e ad un controllo della comunicazione sia in ricezione sia in trasmissione
proprio attraverso lo studio della madrelingua, senza una fossilizzazione sulle
norme grammaticali. Il docente, fautore
di uno studio organico del “sistema” lingua ispirato ad un “cauto eclettismo”, ha
sostenuto la necessità di un parziale abbandono di certe impalcature sintattiche,
di una prospettiva contrastiva fondata
su un modello grammaticale comune al
Latino e all’Italiano, di una tecnica di traduzione “laboratoriale”, nonché l’importanza dell’utilizzo di media interattivi.
Senza fornire facili ricette, l’intervento
dell’insigne professore ha lasciato in un
uditorio ristretto, ma particolarmente coinvolto, la confortante impressione che lo
studio delle nostre radici rimanga un strumento prezioso e valido, da difendere strenuamente, anche per la lettura della complessità del mondo contemporaneo.
A tal proposito, il Dipartimento di latino/greco del Don Bosco ha tratto ulteriore motivazione per portare avanti le
proprie iniziative, in particolar modo per
coinvolgere sempre più i giovani in questa passione per le lingue classiche, attraverso varie proposte, che saranno via via
presentate alla città. A breve, ad esempio,
sarà pubblicato il bando di partecipazione ad un Certamen – una competizione di traduzione – a livello cittadino. Si
tratta di una scommessa difficile, ma esaltante. È proprio il caso di dire: alea iacta
est...
I docenti del Dipartimento di latino e greco dell’Istituto Don Bosco
L’INAUGURAZIONE DELLA FILDIS DI MONREALE
Foto ricordo della inaugurazione della sede Fildis di
Monreale, presenti il sindaco Filippo Di Matteo e il
vice sindaco Salvino Caputo. La nuova Fildis Monrealese è presieduta da Grazia Turdo, moglie di Caputo,
l’ex sindaco, ora impegnato come deputato regionale, presidente della commissione Attività produttive.
Presente all’evento anche la mazarese Liana Tumbio-
lo, giunta alla presidenza nazionale (in carica) che è
stata la promotrice di questa nuova sede della Fildis,
assieme a tutto il direttivo e le socie di Palermo. La
Fildis (Federazione italiana donne laureate e diplomate) è attiva dagli anni 20 e ha combattuto battaglie
continue per la cultura e la valutazione della professionalità al femminile.
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LETTERE
Le lettere di Giovanna Messina
All’attenzione del Presidente della III sezione Tar Sicilia
Giudice Calogero Adamo
Stimatissimo Signor Giudice,
Il mio grido rimane inascoltato ormai dal
lontano 2000. Dopo la Sentenza da Lei
firmata per la ripresa dei lavori, il Direttore dei lavori e la Ditta appaltatrice, impediti dal Comune di Pollina a gettare il
cemento già pronto dentro la struttura in
legno, scompaiono. E, con essi, la struttura appena accennata ed il materiale che
circonda la villetta: ferro, rete metallica,
blocchi di cemento, recinzione in ferro del
terreno, attrezzatura deposita della fossa Imof, come dalle fotografie allegate alla presente. Ho somatizzato il depredamento, lacrimando sino ad asciugare per
sempre i miei occhi, ma non cessa la mia
volontà di continuare a lottare per la verità e la giustizia.
Ho iniziato a scrivere ai Vari Personaggi
della politica italiana e non, inviando alcune lettere alla rivista Palermoparla Sicilia. E intanto provvedo alle ripetute
recinzioni del terreno, alla pulizia annuale dell’erbaccia infestante e a togliere i frigoriferi e le encine distrutte, e le bottiglie di vetro e di plastica ed altro, gettati
dai proprietari delle villette vicine.
Che fare? Rodolf Steiner mi direbbe:
“donna, l’evoluzione della tua esperienza umana e sociale, dolori e delusioni, coraggio e fiducia e la volontà che dimostri nel chiedere aiuto, hanno dischiuso i
tuoi orecchi e i tuoi occhi spirituali e sei
divenuta chiaroveggente”.
Gli uomini di Buona Volontà sono pochi,
ma esistono. Essi ti sorreggeranno e trionferà la Giustizia da te tanto amata e invocata!
E mentre ringrazio, l’illustre personaggio,
del sostegno umano, invoco la Divina Prov-
videnza che faccia trionfare la Verità,
affinché possa esclamare: vale la pena soffrire!
Ho raggiunto, finalmente, la libertà da
me tanto amata. Ed è con questa fiducia
che Le porgo, Signor Giudice, i miei deferenti saluti.
Giovanna Messina
P.S. Ho allegato alla presente il rilievo effettuato su incarico del Comune di Pollina il 18/03/2004 del geometra Vincenzo Faramo, iscritto al Collegio dei Geometri della provincia di Messina al numero 1729 ed iscritto all’albo dei consulenti tecnici del tribunale di Messina al numero 967, con studio professionale in Messina. Il geometra così ha scritto: peraltro
debbo aggiungere che, mentre sul catastale la linea di demarcazione tra la proprietà privata e il demanio coincide perfettamente con l’aerofotogrammetria e
con il rilievo da me effettuato, invece con
la linea di battigia si trova avanzata verso
la proprietà dei privati, per cui risulta ridotta.
Tutto questo era prevedibile visto che l’amministrazione aveva realizzato una scogliera per il ripascimento della spiaggia.
E’ da ritenersi quindi che alla data di cui
si tratta, lo stato di fatto era come quello
rilevato.
Il ricorso al Tar è stato presentato il 19 luglio 2001 dall’avvocato Nicola Messina.
Allego, inoltre, alla presente alcune lettere, pubblicate e non, della Rivista Palermoparla Sicilia e fotografie già inviate all’Assessorato Territorio e Ambiente, con
la risposta ricevuta in data 9 ottobre
2009,che allego alla presente.
Il 26 gennaio 2010 dal Territorio e Ambiente, Prot. N. 4611, una seconda lettera in merito viene inviata al Signor Prefetto di Palermo, alla Capitaneria di Porto di Palermo; al Comune di Pollina; al
Servizio Demanio Marittimo Sede.
Sanità inchinati all’Eterna santità!
Studi il corpo umano pensando a come
guarirlo con il bisturi e gli elementi chimici, mentre, con la tua presunzione di
studi scientifici, le povere membra degli
indifesi, distrutti dalla fame, dallo sforzo
continuo per la sopravvivenza guizzano e
si torcono come anguille, per sfuggirti!
Uomini della Sanità, pieni di vitalità, anche Voi vi spegnerete lentamente…Inchinatevi all’Eterna Santità! Solamente allora capirete come, vivendo da egoisti, avete distrutto la vita degli “Altri e anche la
Vostra”, per non aver tenuto conto della
Scienza Divina che è impressa nel nostro
corpo e nell’armonia dell’Universo. Vivere significa godere dell’armonia della
società civile, liberata dalla vita di stenti e
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di privazioni. Politici, siete ancora in tempo! Riflettete sui Vostri errori. Imprimete sul Vostro Cuore la volontà di creare
una società umana civile, oggi! Non domani!
Rimandare tutto a “domani” è peccato
mortale, del quale le nostre anime renderanno conto al nostro Creatore.
All’Aria Condensata
La Mafia è come una nube tossica prodotta dai vari punti nevralgici dell’apparato burocratico del nostro Paese.
Se un bel giorno, aprissimo le finestre delle nostre case e tutti insieme soffiassimo
con tutta la forza dei nostri polmoni e più
forte soffiassero“quelli che stanno in alto”
questo attributo del popolo siciliano svanirebbe nell’aria, purificandola.
Il Condominio è simile al parapiglia di
teneri ranocchietti, cui non rimane che
brontolare e disapprovare, rumorosamente, le parole dell’oratore di turno.
Ferie significa trascorrere dei giorni dedicandoli a se stessi, liberi dal condizionamento e dall’espletamento dei doveri civici.
Il Cittadino è Colui che partecipa a
doveri e diritti di uno Stato. La Cittadinanza, quindi, impone di obbedire alle leggi.
SPETTACOLI / CINEMA
Frenetica passion
a cura di Gregorio Napoli
Giovanni Massa
evoca la film-utopia siciliana
Matar e Pino Mercanti “cinema irresistibile sirena”
Non è mai troppo tardi per far risplendere
un vecchio monile sepolto nella polvere del
tempo. Giovanni Massa frequentava le produzioni del papà Antonino, luminoso dirigente del Banco di Sicilia, che anche il sottoscritto ricorda per il tratto squisito e formativo onde si intratteneva coi semplici impiegati. La seconda vocazione del dottor
Antonino Massa era la settima arte, cui si
dedicava con manageriale passione. Esordisce su quella straordinaria figura di bancario “illuminato” il documentario Matar
es mi destino, che Giovanni presenta in
sagace approccio storicistico e, naturalmente, nel lieve afflato di malinconia sempre
connesso con l’apertura di un antico baule.
Oltre all’avventura dell’Ofs Organizzazione Filmistica Siciliana, finanziata dal Banco (il sottoscritto dismise le poche scenografie legate al pegno, suggerendo di regalarle ad un museo), Matar evoca l’utopia del
cinema in Sicilia, di cui Pino Mercanti (Palermo 16 febbraio 1911 Roma 3 settembre 1986) fu insieme l’apostolo ed il poeta.
Giovanni Massa ha dato al suo film il titolo dell’estrema, non fortunata esperienza
registica del Mercanti, in terra di Spagna,
anno 1970.
Nelle nostre orecchie risuona la voce fievole di Pino, afflitto ci scriveva in una lettera del 3 aprile 1979 dall’ennesima influenza” ma ancora vivace e combattivo,
ricco di progetti, come nell’età dei suoi capolavori Turi della tonnara, I cavalieri dalle maschere nere, Il principe
ribelle (1946-49). E nelle riprese di Turi, alla Sala degli Specchi, piano terra nel
Teatro Massimo, la voce del Mercanti
era ben vibrata, imponendo ad Otello Toso una decina di ciak poiché l’ardente attore padovano sgarrava la battuta: “avanti”, di “andiamo”. Erede di quella civiltà,
Giovanni Massa regala allo spettatore immagini “non perdute” bensì vivificate dalla virtù della proiezione. I fratelli Gorgone, il principe Alliata, Turi Vasile dànno
impulso all’esegesi degli eventi; Antonio
Pica e Pepe Calvo, visitati in Spagna, testimoniano la professionalità di Mercanti; e
dappertutto, sulla palpebra bianca dello
schermo, rifulge il bianco/e/nero di un
maestro.
Matar è un manufatto insigne, una pagina
veneranda su Pino Mercanti “vinto vincitore”, per l’Utopia che afferma George San-
tayana - è un dramma recitato esclusivamente nell’immaginazione. Con qualche
taglio a saccenteria inutile, il documento
potrà rappresentare un altro versante della questione meridionale: pensare, progettare, fabbricare per poi essere collezionisti
dalla mano pesante del cinema romanocentrico”. Riusciranno i giovani cineasti siciliani ad orientare la barra per l’inversione
di rotta? Giovanni Massa sembra già un
buon nocchiero.
Autoprodurre è Bello
L’ Estetica/Estatica di Annarita Campo
Nel caso di Annarita Campo si può parlare di Estetica/Estatica nel far cinema.
Questa sacerdotessa della
Settima Arte alterna ironia, sarcasmo, gioia di creare ed usa la macchina da
presa per esprimere quel
che ditta dentro, ma soprattutto per affermare la
propria indipendenza. L’ancor breve (per età) sua carriera nasce all’insegna del
free, ossia nel disdegno delle formule produttive correnti. Lei supera il ricatto
del committente (il film
deve essere
come dico io;
è indispensabile che tu,
regista, traduca sullo
scher mo la
mia ideologia, i miei interessi, la mia
visione della
vita; ed occ o r r e ,
caro/a-amico/a, che il
tuo manufatto esalti la
mia strategia
Annarita Campo insieme a Gregorio Napoli
per la conquista dell’agorà, si
insomma,
esalti/assalti…) Lei,
Annarita,
ignora codeste coercizioni. Appena può, impugna un
bagaglio leggero (ieri la
cinepresina,
poi strumentazioni
via via più
sofisticate e
tecnologicamente in linea
col moderno linguaggio) e
filma ciò che le garba. Se
risaliamo indietro, nella storia dell’Arte Lumière, possiamo giungere alla new
wave inglese, all’underground nuovaiorchese, a
verune tendenze della poetica canadese nei decenni
1950 e 1960; o, per restare
in Italia, all’esperienza dei
fratelli Vergine, di Alberto
Grifi, di Mario Schifano,
se non vogliamo toccare le
sponde ruscellanti di Franco Piavoli. Ci troviamo ad
analizzare, dunque, un’Estesegue a pagina 58
57
SPETTACOLO
segue dalla pagina 57
tica ascrivibile, grossomodo, a
quel ramo del pensiero che si
occupa del Bello e dell’Arte; e
che senza scomodare Alexander-Gottilieb Baumgarten, nella lettura di Annarita è fomite
di Estatica, èkstasis, ovvero
comunione di sé con qualcos’altro: diciamo il mirino della camera raffrontato al desiderio di concludere coerentemente una sequenza, vigilare un carrello, espungere dall’attore la microfisionomia adatta a sollecitare un’emozione,
far scorrere un luccicone, o soltanto indurre al sorriso.
Questa filosofia dell’autoprodurre ha conquistato - lo ritengo fermamente – anche il notissimo Gigi Marzullo. Ideatore e conduttore della rubrica RaiUno Cinematografo, Marzullo mi telefona (anzi, mi fa telefonare dalla giornalista sua assistente Rosellina Mariani lui è sempre così
impegnato…) e mi chiede se
conosco Annarita Campo, una
cineasta siciliana che impugna
la macchina da presa, e fa film,
dall’età di 14 anni. Non la conosci? Intervistala. Mi metto
in contatto telefonico con Annarita, mi faccio inviare il dvd
Nel cuore di una diva, ed
il venerdì successivo… mi ritrovo la signorina Campo sul
monitor durante la registrazione della puntata di Cinematografo.
Cosa aveva fatto, la nostra?
Aveva acceso il motore della
sua Bmw e, alternandosi al volante con la mamma Marilena, aveva raggiunto Roma, gli
studi di via Teulada 66, e si era
assisa accanto ai nomi famosi onde va fiero il mazzulliano
programma.
Da Palermo, viale Strasburgo,
espressi il mio parere ampiamente positivo su Nel Cuore, esaltando non soltanto la
purezza narrativa, la concinnitas e la pietas della cineasta, bensì anche le doti canore ed il magnifico pentagramma con cui lei, musicista, condisce la colonna sonora.
E’ tempo di stilare un commento al film, non prima però di
aver illustrato meglio il “clima”
di Cinematografo, unico appuntamento con la Settima Arte: ricordate… su Raiuno. Stanotte, se non avete ancora voglia di dormire…
Gregorio Napoli
58
Recensione del film Welcome a cura di Concetta Di Lunardo
Welcome ma è quasi
come dire addio
Scrivo poche righe soprattutto per i miei studenti e i miei
figli, per invitarli a vedere un
film commovente che non predilige slanci patetici, non distilla una lacrima, ma che rapisce e dà voce alla coscienza
creando sintonie psicologiche.
Pungente. Difficile trovare titolo più ironico e amaro per
un film compatto ed efficace
come pochi, che concentra
molteplici vissuti dei nostri
giorni in un pugno di figure
e conflitti tanto essenziali da
togliere davvero, rieccoci, il respiro e il sonno. Non si attarda in condanne inutili, non
predilige il patetico, forse non
rilascia gratificazioni all’etica,
non distribuisce i torti e le ragioni, non offre soluzioni immediate alla mediocrità umana. E’ una storia d’amore e di
amicizia, a tratti ingenua, dove si intrecciano il realismo politico, la speranza e il disincanto, e sinergicamente la giusta
forza del “poter fare” grandi
imprese, per “poter essere”.
Sono i giusti ingredienti? Forse, Bilal per esempio non ce la
fa, eppure ha un fisico d’atleta e un sogno impossibile.
Il sogno è raggiungere Londra, dove vive la
fanciulla che ama e dove gioca la sua squadra
del cuore, il Manchester United. Ma per ora
è arrivato dal Kurdistan, sua città natale, solo a Calais, sulla costa francese, ha traversato 4000 chilometri pattugliati di militari anti - immigrati e ogni tipo di inferni, tutti via
terra. però, mentre fra Calais e Londra c’è la
Manica.
La storia di Bilal si colora nel confronto con
un personaggio più vicino a noi: Simon.
Un ex-campione di nuoto che vive facendo
l’istruttore in piscina e che, per varie vicissitudini compie un gesto imprevedibile. Nel tentativo di misurarsi con i problemi di un diciassettenne immigrato clandestino e per questo emarginato, finisce per trovare se stesso.
Accoglie Bilal e un compagno di fuga in casa. Li aiuta, li sfama e per questo attira l’odio
dei vicini e le minacce della polizia. Mica è
facile aiutare un clandestino in Francia e non
rischiare fino a 5 anni di prigione. Non a caso il regista Philippe Lioret, presentando la
pellicola, ha definito degna di Vichy la legge
promulgata dal ministro Eric Besson. A costo
di restare ore e ore in un’acqua a 10 gradi, inizia ad allenare Bilal, che vuole andare in Inghilterra a nuoto sfidando venti miglia di ma-
re e correnti gelide , battute da petroliere e
motovedette.
Perché Simon, interpretato dallo straordinario Vincent Lindon, fa una cosa così pericolosa? Forse per lanciare segnali alla ex
moglie,molto impegnata in organizzazioni
umanitarie, che lo ha lasciato, ma continua
ad amare? Perché si sente solo? Perché non
ha figli e Bilal ha appena diciassette anni? O
perché quando bruciano i fallimenti si comprende meglio dove stia il giusto e che cosa
bisogna “fare”, oltre regole e parole, qualcosa di giusto? Anche sfidare le leggi?
“Lui ha fatto 4000 km a piedi per rivedere la
sua ragazza”, dice Simon alla moglie. “Tu sei
andata via e io non ho nemmeno attraversato la strada per fermarti”.
Sullo zerbino del vicino che denuncerà Simon
alla polizia c’è scritto Welcome, Yes ragazzi il
titolo è in inglese e loro sono gli stessi cittadini francesi dell’Ancien regime che hanno
sognato la rivoluzione francese.
Welcome! Regia: Philippe Lioret. Sceneggiatura: Philippe Lioret, Emmanuel Courcol,
Olivier Adam. Uscita ITA: 11/12/2009
Uscita Originale: 11/3/2009. Cast: Vincent Lindon, Firat Ayverdi, Audrey Dana, Derya Ayverdi, Thierry Godard, Selim Akgul,
Firat Celik, Murat Subasi, Olivier Rabourdin, Yannick Renier (tutto il cast...)
SPETTACOLI
Il cinema in versione originale
Al Centro Culturale Francese
Una presenza a Palermo che fa ormai tradizione. Attivo anche quest’anno, nel tessuto culturale cittadino, il Centre culturel
francais. Con l’inizio del nuovo anno il Centro Culturale Francese di via P .Gili riprende la sua attività con un programma di film
in lingua originale. Dice a tal proposito il
selezionatore Eric Biagi: “Parte del pubblico ritiene che non esista in Francia un cinema di fantascienza”. Ma si sono dovuti
ricredere dopo aver visto il film “Les yeux
sans visage”, occhi senza il viso, vero capod’opera del film fantastico ed è con questo
film che il cinema francese ha conosciuto
un buon successo con spettacoli che per
qualità e suggestione di immagini avrebbero dovuto essere notati sin dal loro apparire. Il cinè-club presenta una serie di film del
genere fantastico, sicuramente non completo, ma che danno una idea del genere in
questione. Il 29 gennaio viene presentato,
La citè de l’indicible peur, (1964) di Jean
Pierre Mocky, protagonisti Bourvil e
Jeans Luois Barrault, il 5 febbraio un film
di Alain Resnais, regista ottantenne mai
sufficientemente elogiato, dal titolo Je t’aime, je t’aime. (1968) attore Claude Rich, il
12 febbraio è in programma, Litan: la citè
des spectres verts, un film del 1981 con Marie Josè Nat ed il cantante attore Nino
Ferrer, il 19 febbraio La riviere du hibou.
La serie dedicata ai film fantastici si conclude con Ils (essi) del 2006, co-prodotto da
Francia e Romania. A marzo viene dedicata una breve retrospettiva dedicata a Denis Geherbrandt, il sorvolatore. Denis è
uno dei grandi documentaristi del nostro secolo; cineasta,
viaggiatore, realizzatore e cameraman, da oltre trent’anni sorvola la Francia, in solitario, documentando con le sue
riprese la parte debole della
popolazione di cui impressiona anzitutto la dignità nel vivere. Su territori spesso attraversati da crisi egli ferma lo
sguardo della sua cinepresa su
ciò che rimane, i sogni che riemergono, i desideri di una società che non si abbatte. Denis Geherbrandt presenta ope- “Ils” di Xavier Palud e David Moreau
re fra le più calde ed umane
del cinema francese, da artista
e da artigiano. I docu-film vengono proiettati nel seguente
ordine: il 5 marzo Et la vie, il
12 marzo L’amour rue de Lappe, il 19 marzo Le voyage à
la mer. Il cinema di animazione o quelli che un tempo venivano chiamati, i cartoni animati, è l’ultimo genere che il
cinè-club presenta a fine inverno. Gli Americani hanno dato vita a questo genere rallegrando adulti e bambini, i pro- “Persepolis” di Marjane Satrapi e Vincent Paronnaud
duttori francesi, invece, si sono dimostrati restii a produrre film di que- serie il cartone Crying Freeman, che prensto tipo. Il Centro francese ne presenta quat- de spunto dai personaggi creati dal giappotro come esempio: Bleuberry, L’esperienza nese KazuoKoike.
Aldo Librizzi
segreta, Persepolis, Iznogoud. Conclude la
Lode al Teatro Al Massimo che porta in città una prosa spigliata e spettacoli leggeri, ma di
pregio, movimentando le serate. La città è ricca di teatri, ma questo riesce ad essere il numero uno, subito dopo le tre gradi realtà di Massimo, Politeama e Biondo. Ottimo il passaggio
di tre spettacoli di pregio come la Coggi di Spa,
la Laurito di Tutti insieme abbondantemente
e soprattutto del grande Franco Castellano.
Quello che è ormai uno dei nostri migliori interpreti in assoluto, si affianca ad Eleonora Giorgi, la bellissima che accetta lo scorrere degli anni, in Fiore di cactus, di Neil Simons. Una ricetta infallibile, anche se sarebbe bello vedere
qualcosa di nuovo. E la coppia Castellano Giorgi ha grosse potenzialità. Perché non dar fiducia agli autori italiani degli anni di Pirandello?
C’è una produzione che va dalla Maschera e il
volto di Chiarelli ad autori come Giacosa, Nicodeme e De Filippo.
Lelio. Chi sperimenta in proprio è il teatro di
Giuditta Lelio, che ha prodotto un’opera impegnativa come Letto Matrimoniale ed è in grado di esportarlo. Teatro vero, quello della Lelio, che quando può ospita anche i migliori attori e autori. Più mezzi e un pubblico più atten-
to e competente sarebbero necessari e questo
teatro ricavato da un ex “Cinema Paradiso”
della affollata zona Parlatore-Aurispa. Li merita. Che dire di un prezzo di soli 80 euro per 8
spettacoli? Il teatro dimostra grande tenuta e la
stagione prosegue. La novità è stata il Progetto Don Chisciotte, spettacolo rivoluzionario,
come quello anch’esso recente tratto da un Amleto rivissuto e rivisto su più piani in contemporanea. Domenica 11 aprile è la volta dello storico gruppo musicale agrigentino I Dioscuri,
con il recital Voci e suoni di Sicilia, e il 18
aprile ecco lo spettacolo di danza Liberi percorsi, con le coreografie di Marisa Benassai.
Domenica 9 maggio torna Letto matrimoniale, confessioni erotico-piccanti di una coppia, con Virginia Alba e Dino Spinella, regia della Lelio.
Vito Zappalà. Il teatro di Vito Zappalà è rinato grazie al recupero (fatta giustizia finalmente) della struttura di proprietà di Vito in viale
Galatea. Lì il teatro è di casa da sempre nelle
fresche serate mondellane. Ma l’inverno riporta la compagnia super familiare al teatro Savio.
Ultima opera in scena, Uomo arzillo cerca moglie giovane e bella: Tutto in casa, tutto in fami-
Fra successi difficoltà e sperimentazione prosegue la stagione teatrale
glia, Vito Zappalà, la scrive, la dirige e la recita con i parenti stretti. Non è la prima volta.
Franco Zappalà. Il teatro tenda di Franco
Zappalà di via Autonomia sostiene sempre una
stagione ricca di ospiti ed è un benemerito con
la propria presenza nel cuore della città nuova.
Non ti pago, 3 atti di E. De Filippo e regia
di Nino Zappalà è in scena fino al 7 marzo. Segue l’operetta La Baiadera di Emmerich Calman con Silvia Felisetti e Anita Venturi.
Altri teatri. Non può dirsi che a Palermo manchino i palcoscenici. Il Golden rimane sede di
grandi sorprese, capace di ingaggiare le vedette. Il teatro Libero si distingue per la sperimentazione. In viale Strasburgo il grande teatro Metropolitan si caratterizza anch’esso per l’impegno artistico. Ma lodi vanno al Teatro Spicuzza di via Don Orione e a tante altre iniziative. Il cabaret si distingue Al Convento, dove
è spesso di scena Gianni Nanfa. Segnaliamo
un nuovo teatrino di cui ci hanno intessuto le
lodi: è il teatro Alle Balate, ovviamente, nel
centro storico, dove si è esibita di recente la coppia Moschella e Mulè, in partenza per la Sicilia con Scarafaggi/Beatles.
Antonella Gullo
59
Gastronomia
Il palermitano Filippo La Mantia
tra i “Best 12 in Sicily 2010”
Premiato il miglior ambasciatore siciliano del gusto nel mondo
La cucina siciliana cresce anche grazie ai suoi migliori interpreti. Il cuoco palermitano
Filippo La Mantia – titolare dell’omonimo ristorante presso l’Hotel Majestic di Roma – è
stato insignito ieri del titolo di
“Miglior Ambasciatore Siciliano del gusto nel mondo” nell’ambito del Premio Best in
Sicily 2010.
Il Premio è andato alle 12 eccellenze dell’enogastronomia e
dell’accoglienza siciliana. I 12
premiati sono professionisti impegnati nella produzione di servizi e prodotti di alta qualità che
innalzano il prestigio della Sicilia nella loro terra natìa e
nel mondo e contribuiscono così allo sviluppo della Regione.
“Sono davvero onorato per l’assegnazione di questo Premio –
ha commentato La Mantia –
perché mi sento legato indissolubilmente alla mia terra; fin
dall’inizio della mia attività di
cuoco. La Sicilia è stata protagonista dei piatti della mia cucina e ho trasferito nelle mie ricette la cultura dell’isola. Dopo anni di duro lavoro questi riconoscimenti attestano la professionalità dell’attività svolta
finora”.
Dopo diversi anni di attività nella ristorazione, in Italia
e all’estero, Filippo La Mantia
ha da pochi mesi aperto l’omonimo Ristorante presso il prestigioso Hotel Majestic in via
Veneto a Roma, dove ha portato la filosofia della sua cucina
e le tradizioni della sua amata
Sicilia. Nel suo Ristorante, Filippo utilizza per la maggior
parte ingredienti che arrivano
IL RISTORANTE DEL MESE
Filippo La Mantia
direttamente dall’isola, dagli
ortaggi al pesce, dai vini alla
frutta.
E’ famosa la cucina di Filippo
La Mantia, perchè si basa sui
profumi mediterranei di ingredienti semplici quali il basilico,
la menta, i capperi, i limoni,
le arance: niente soffritti, dun-
que, ma pesti a crudo a base
di agrumi per insaporire ed inebriare le pietanze che traggono ispirazione dalle più antiche
ricette siciliane.
La caponata, la pasta alla
norma, il cous cous, la cassata sono tra i piatti che non
mancano mai nel menù del Ri-
storante, che si completa con
molti altri piatti che La Mantia varia in continuazione per
non annoiare mai sé stesso
né il commensale. Anche la tradizione, infatti, si evolve e la
fantasia è protagonista della
buona tavola.
La redazione di Cronachedigusto.it ha scelto 12 nomi
che si sono distinti nel loro settore di riferimento. Vino, olio
e formaggi: Marco de Grazia
(Tenuta delle Terre Nere – Randazzo, provincia di Catania)
per il vino, Francesco Pellegrino (Terre di Shemir – Trapani) per l’olio e Mario Mirabile (Santa Lucia del Mela, provincia di Messina) per il formaggio. Antonio e Giuseppe
La Rosa per il loro ristorante
(Locanda di Don Serafino Ragusa), mentre il riconoscimento come miglior bar andrà a Giuseppe Denaro (Bar
Irrera - Messina). Il premio per
la migliore pizzeria spetterà Al
Giardino (Palermo). Ritirerà
il premio il pizzaiolo Dario Genova. Migliore pasticceria Salvatore Cappello (Pasticceria
Cappello - Palermo) migliore
fornaio Francesco Vescera (Forno Parisi – Lentini, provincia
di Siracusa). Per la migliore
macelleria riconoscimento ad
Aldo Blasco (Il Punto della Carne – Cefalù, provincia di Palermo). Per il migliore albergo
vince Vincenzo Scrofani (Hotel Poggio del Sole - Ragusa).
Infine, al sindaco di Ragusa
Angelo Dipasquale il premio
come miglior Comune per l’offerta enogastronomica sul territorio.
LA RUOTA. Per mangiare bene “alla romana”, in piena capitale, è bene spesso andare dagli abruzzesi. I romani lo fanno. In via Enrico Fermi 90, La Ruota ha un grande prospetto e un gestore di quelli con la ristorazione e l’accoglienza nel dna. Parliamo di Fernando Cattani coadiuvato dalla moglie Alberta. Gentilezza e versatilità sono alla base di un buon pranzo. Ma il menù non è da meno. Ampia scelta. La “casa” si vanta del pesce fresco, sempre presente in grande quantità e varietà, neanche fossimo sul mare. Ma noi
della Sicilia preferiamo le classiche carbonare e le amatriciane, l’abbacchio
a scotta dito, le fritture, i carciofi alla giudìa… Una cucina più “di terra” da gustare e cercare di imitare …al ritorno in Sicilia. Questo locale, un po’ fuori mano, ma ben servito dalle strade romane è in via Fermi, zona piazzale della
Radio, raggiungibile dalla Cristoforo Colombo ovvero anche da Porta Por- Il titolare del ristorante con i nostri redattori romani Concetta Di Lunardo e Antonitese. Tel. 065586301
no Macaluso
60
D ove andiamo stasera?
I RISTORANTI
IN CITTA’
IN PROVINCIA
AI GAGINI. In via Casciari, praticamente alla Cala,
questo locale, elegante e raccolto da sempre, ha
da un po’ di tempo una gestione molto qualificata curata dai signori D’Amato e Lupo. Si pregia del
sottotitolo “music restaurant”. Aspettatevi il meglio
dal menu, dalla musica e …dal conto. 091 321518
TRATTORIA AI NORMANNI. Tradizione e professionalità si sommano in questo locale collocato in
un edificio medievale accanto al Palazzo reale e
dove “si parcheggia” come nel tempo che fu. Ricavato nell'antica stalla, dove sono visibili vecchi
abbeveratoi in pietra. Veramente caratteristico. Cucina “a la carte” di livello e, una tantum, una buona cantina. Un locale da graduatoria. 091 6516011.
IL GABBIANO A MONDELLO. In testa alla classifica, per rapporto prezzo/qualità, resiste questo ristorante gestito da una famiglia “magica” del
settore ristorazione. Si mangia sul mare con pesce
e crostacei pescati la notte prima, i gamberoni da
gustare anche crudi con un po’ di limone e …ostriche sempre disponibili. Fidatevi dei locali zeppi di
gente e del signor Biondo. 091 450313.
LA ROSA DEI VENTI a pochi metri dal mare di piazza Acquasanta, questo locale in stile marina riserva le sorprese suggerite dal vulcanico titolare Emanuele Riccobono, un tuttologo, un simpatico iperattivo che fa di questo locale un lavoro, una passione e un’espressione artistica. Le sorprese non
mancano, tra cui la salsiccia …ovviamente “di pesce”. 091 6377825.
AI VECCHIETTI (di “minchiapititto”). Un ristorante “al
centro”, a due passi dal Politeama. Menu variato
e intelligente, include il pesce azzurro, i piatti della tradizione cittadina… Ma non rinunzia all’innovazione. Via Paternostro 091 585606.
IL COVO DEI BEATI PAOLI. Non ci sono proprio i beati paoli, antenati di mafie e massonerie, ma un po’
di mistero sì e qualche pupazzo che simula gli antichi “fratelli”. Niente paura: scegliete i famosi arrosticini e, se per voi è serata da pizza, continuate così. Ovvero alla carta. 091 6166634.
EXÈ. Lo abbiamo provato per voi senza sconti: giudizio imparziale. E’ bello pranzare in un hotel di lusso come l’Excelsior e ci sono due scelte a prezzo
fisso. Originalità, servizio premuroso, porzioni dimensionate da alta cucina, per chi non vuole appesantirsi… Soluzioni a prezzo fisso per il mezzogiorno, la sera, il brunch domenicale. 091 7909146.
LA MATTANZA. Fra i prediletti di Palermoparla che
vi ha tenuto più d’una festa di redazione. Dai signori Prestigiacomo è passato a nuova gestione, ma
sempre all’altezza delle aspettative, sul mare
della Vergine Maria, a piazza Tonnara, si pranza
sul Golfo, bene e a buon prezzo. 091 6376298.
DA NINO AL BORGO. Scatenati dalla voglia di mangiare un boccone (o due) a mezzodì, rimane un
dei posti dove si casca meglio. I due pazienti proprietari, ai tavoli fra mille avventori, sono cortesi
e veloci, ma deliziosamente severi con chi non sa
stare al gioco. Tutto è “popolare autentico”: una
taverna senza trucchi, ma romantica come poche. Si mangia ai tavoli tutti insieme, ma non se
ne soffre. Piatti tradizionalissimi, ma leggeri. Perché …si torna al lavoro. E' in piazza Sturzo lato
mare. Non prenotate: è sempre pieno e c'è sempre posto.
ANDREA IL PIRATA. Sempre a Terrasini, ma in territorio di Cinisi, accanto al Florio P. Hotel, ecco questa grande e frequentatissima sala ristorante, consigliata anche dai “tassinari”. Non smentisce le promesse per qualità e prezzo. Pesce. 091 8682725.
TURIDDU. A Terrasini, sul lungomare. Ecco uno dei
ristoranti più panoramici d’Italia. Uno spettacolo:
aerei (P.Raisi), pescherecci e un cormorano. Garganelli con vongole e zucchinette. Ora la gestione è diretta, curata dai proprietari. 0918682193.
AL PALAZZACCIO. A Castelbuono, in pieno corso
(via Umberto I, 23) a pochi metri da Fiasconaro, si
scopre questo ristorantino ben arredato e molto
raccolto. Tutto buono, dagli antipasti in cui primeggia non isolato lo sformatino di ricotta ai porcini ai
secondi di tagliata di carne e alle paste fatte in casa. 0921 676289. www.ristorantepalazzaccio.it
LA ROTONDA. Un locale veramente all round. Peccato ve ne sia uno solo in tutta la provincia. Perché
la formula adottata dai geniali gestori di Casteldaccia rimane unica, al top di un modo di servire
il pubblico. Si direbbe “all’americana”, ma non riferito alle specialità culinarie, che sono locali e internazionali. Si trova contemporaneamente di tutto: menù, gelateria, cocktail. Lo abbiamo battezzato: un locale che vale qualche km di strada in più.
In tanti, infatti la percorrono. E’ proprio sul mare.
091 953717.
NELL’ISOLA
DA GIANNINO a Santo Stefano di Camastra: una scoperta. Pienissimo ogni giorno anche a pranzo, ma
veloce nel servirvi. Freschezza e fantasia sono parole che ci venivano in testa fra le proposte del menu,
i consigli di chi ci accoglieva al tavolo e il piato di maccarruna alla marinara che abbiamo gustato. Buoni
anche i secondi e …i prezzi. 0921 331748.
A CANNATA. A Salina (Lingua), ecco un grande ristorante, con mille tavoli, dove il pesce è un must
e si mangia nella splendida cornice della seconda
delle Eolie, che, come tutte le 7 “ninfee”, ha la
propria spiccata personalità esclusiva. È un’isola
nell’isola. Vengono a prelevarvi in auto a Santa Marina telefonando al 090 9843161.
AI BASTIONI. Un nuovo ristorante a Trapani. Nuovo
l’arredo, nuovo il menu e il buffet, per chi non vuol
perdere tempo, perché il servizio, anche per i piatti espressi è velocissimo. C’è di tutto, anche il polpo fresco, ma la carne è un must: il “patron” viene
dal settore. Via XXX Gennaio al centro, dietro la villa, 0923 20579.
L’APPRODO. A Castellammare, lungo il porticciolo
che sarà arredato al meglio, sotto il castello è un
punto d’arrivo. Da Palermo vale due passi in più.
Attraverso i vetri, la vita del porto, mentre gusti il
couscous. 0924 31525
A ROMA
LA RUOTA. A Roma in via Enrico Fermi 90, il gestore, abruzzese, uomo di grande esperienza nel settore, cucina alla romana e secondo la terra d’origine. Piatti ricchi di sapori, notevole carrello degli
antipasti. Tutto buono fino al dolce. Da segnalare
una grande carbonara e, ovviamente, l’amatriciana. 06 5586301.
Lamovida
TINA PICA. Fra San Domenico e il
mare, neanche a dirlo, uno dei
più famosi e attrezzati pub della
città. Una meta sicura, di qualità
TRIBECA. Difficile la sosta in auto, ma il Tribeca di via Stabile è
sempre gettonato. Una sosta
d’obbligo per la miglior movida cittadina.
SOPHIE. In via Empedocle Restivo, angolo via Sardegna, un nuovo arredo accoglie gli ospiti con
cortesia e signorilità. Gradevol- Dalle polpettine di pesce spada e cernia alle grappe di Bonamente. Maxi schermi. Si cena. ventura maschio. Per gli amanti della buona tavola, del buon
bere, della buona musica, a Palermo si può andare da “Gli
091 513902.
Amanti” un locale veramente polifunzionale, pronto per voi
GLI AMANTI. Si va sul sicuro. Mo- a tute le ore, in piazzetta Colonna, angolo via Cavour (nella fodernità e tradizione si armoniz- to i titolari Samuele e Mauro Mannino)
zano nella professionalità di due
giovani “figli d’arte” della stirpe Collica. Così questo locale assolve all’unisono a varie funzioni: consente a coppie o gruppetti affiatati di riunirsi attorno ad un tavolo e in tanti separè. Gastronomia, vini, birre e cocktail sono protagonisti. E’ un pub – ristorante, in Piazzetta Colonna (ang. via Cavour).
GENESI. L’originalità è di casa in questo angolo sceltissimo della movida palermitana. E’ un pub-ristorante, si mangia alla tedesca, tanta ottima carne. All’Uditore.
FUSO ORARIO. Nella seicentesca piazza Olivella riappare lo storico nome di questo locale, che cresce sempre più nella considerazione cittadina. Non esitiamo a raccomandare questo pub originale
e ben gestito.
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ATTUALITA’
Aggredito dalla grande distribuzione
è comunque necessario
Viva il negoziante
di fiducia
La “guerra” alla piccola distribuzione era
stata preceduta dal “passaggio dell’aviazione e dell’artiglieria” e anche da una vera campagna di propaganda presso la pubblica opinione, in linea con la più alta tradizione moderna. Ci spieghiamo meglio. L’introduzione dei registratori di cassa, auspicata da tanta popolazione, è stata una mazzata alla piccola e piccolissima distribuzione. E’ giunta
dopo l’avvento dell’Iva, che già l’aveva messa in ginocchio. Se si considera il rincaro e il
moltiplicarsi di tasse, obblighi e balzelli locali (enorme tassa per le insegne…), il registratore di cassa assomigliò visibilmente al fatidico colpo di grazia. E per molti lo è stato, in
questi anni.
Ma ecco la professionalità del negoziante.
Però, è di altro ancora che vogliamo parlare.
Il discorso – che come accennavamo è enorme – è mirato per il momento al negoziante
professionale, al buon negoziante, quello
che ci accoglie con un sorriso, ci serve a puntino, ci consiglia e non ci appioppa la fregatura. Sia per un fatto umano (la diretta conoscenza), sia perché mira a quella che forbitamente si definisce la “fidelizzazione” del cliente.
La campagna d’opinione. Quale è stata la
campagna di opinione di stampo propagandistico politico? E’ quella sostenuta dai
soliti opinion leaders a voce e per iscritto.
I tuttologi che dichiarano le verità assolute.
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La famiglia Cangelosi commercianti
di abbigliamento e tessuti del negozio
“Zio Saro” in via Montalbo
Il frequente signor “ve lo dico io” che va in
giro, affermando: “il negozio d’angolo è destinato a sparire”.
Il dettagliante è necessario. Creare una situazione artificiosa in cui la piccola distribuzione scompaia, come stava avvenendo ad
un certo punto, è un errore madornale. Infatti la grande distribuzione non arriverà mai
presso tutti i posti e tutte le persone. Perché
il territorio è vasto e frastagliato e le persone hanno differenti bisogni, età, gusti… E’
stato, quindi, già necessario porre dei correttivi: licenze più facili, regimi forfetari (Berlusconi). Frattanto, il “sistema” finisce per tollerare, anche a torto, tanto abusivismo che
dà spazio anche ai sopravvissuti analfabeti.
E i mega store non hanno partita vinta. La
grande distribuzione non ha mai avuto partita vinta per i motivi che abbiamo già elencato e altri che diremo fra poco. Ma è evidente che anche la grande distribuzione ha avuto i suoi problemi. A livello mondiale, la Monsanto, la più grande e più “cattiva” delle multinazionali del settore, è stata svenduta in stato fallimentare. La grande distribuzione si è
sgretolata in un numero notevole di operatori, assicurando la concorrenza. Il fenomeno
degli Hard ha calmierato i supermarket, così come questi avevano fatto con il dettagliante tradizionale. Ciò ha finito per avvantaggiare anche il negoziante. Inoltre, la grande
distribuzione si è difesa, ricorrendo a forme
intermedie con soluzioni del tipo del franchising. Ed è un nuovo
modo per il piccolo di
sopravvivere.
Il negozio si caratterizza. Sono nati, frattanto, molti marchi che
danno l’esclusiva, anche per zona, alla piccola distribuzione, assumendo un’aria di
maggior ricercatezza.
Insomma, il “negozio d’angolo” che si era
cercato di stendere al tappeto si è dimostrato comunque un ottimo incassatore e, facendo leva su tutti quei motivi naturali per cui
“non poteva” morire, ha colpito a sua volta,
ed è sopravvissuto meglio di quanto ci si potesse aspettare. Ciò non toglie che abbia sofferto e soffra per ogni nuova apertura di grandi magazzini. Ma anche questi spesso sono
andati a gambe all’aria. Anche i nomi più altisonanti sono scomparsi o hanno cambiato
rotta. La realtà, quindi, si dimostra ben più
complessa di quanto la faciloneria degli occhiuti opinion leaders non volesse contrabbandare. Molti elementi si intersecano con
realtà umane di così ampia portata. La realtà sociologica è variegata, imprevedibile,
sorprendente. La storia non manca di stupire e oggi scorre velocissima.
Plaudiamo al “nostro” negoziante. Ma qui
cogliamo l’occasione per sottolineare il fenomeno e per plaudire alla vitalità di realtà a misura di uomo. Inoltre, non si può che esortare noi stessi a coltivare la salute del negozio di
pregio, come di quello vicino casa. Alla prima categoria appartengono, in tutti i settori
merceologici, i negozi più raffinati, anche quelli di lusso, ma anche coloro che sanno trovare, nella realtà variata di cui parlavamo, lo spazio per servire il cliente al meglio, con più grazia, più duttilità, più onestà. Anche perché
nessun commerciante che voglia sopravvivere può consentire che si dica in giro che è un
imbroglione. La garanzia della bontà del servizio e del prodotto il negozio a misura d’uomo lo fornisce anche agli acquisti successivi.
Si stabiliscono rapporti umani impossibili, se
non difficili, nella grandissima distribuzione. Altre volte, su queste pagine siamo giunti a propagandare gratuitamente i mercati tradizionali da Ballarò a via Montalbo.
Acquistiamo, quindi, dal negoziante di fiducia, contenti di spendere anche pochi euro in
più, ma consapevoli di alimentare una presenza indispensabile alla buona qualità della nostra vita.