Inutilmente cercheremo la felicità lontano e

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Inutilmente cercheremo la felicità lontano e
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COLLANA
N A R R A T I V A
~
Inutilmente cercheremo la felicità lontano e vicino,
se non la coltiviamo dentro di noi stessi
Jean-Jacques Rousseau
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Casa Editrice Kimerik®
Ornella Ostieri
C’è posto per me?
Kimerik® è un marchio registrato
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NOTE DELL’EDITORE
Ogni eventuale riferimento a nomi di persona, luoghi, avvenimenti, fatti
storici, siano essi realmente esistiti o esistenti, è da considerarsi puramente
casuale.
Ornella Ostieri
C’è posto per me?
Prima edizione ottobre 2013
©
Casa Editrice Kimerik
Proprietà letteraria riservata
Tel. 0941.21503 - Fax 0941.243561
Casa Editrice Kimerik, Piazza Gramsci, 1/3 - 98066 – PATTI
Partita IVA 02778870838
Posta elettronica: [email protected]
www.kimerik.it
I diritti di riproduzione e traduzione sono riservati. Nessuna parte di questo
libro può essere utilizzata, riprodotta o diffusa con qualsiasi mezzo senza
autorizzazione scritta della Casa Editrice. Copia singola non cedibile a
terzi. La riproduzione, anche parziale, è vietata.
Progetto editoriale e copertina: Casa Editrice Kimerik
ISBN 978-88-6096-978-1
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Prefazione
Antonella ha 31 anni: è giovane, è bella, è
simpatica. È la protagonista indiscussa di questo
frizzante romanzo.
Le figure maschili sgomitano e si alternano nella
sua vita, fuggevoli come meteore, lasciando in bocca
il sapore… gustoso della pizza! Ma Antonella crede
nell’amore nonostante tutto, dopo tante storie si
sente una veterana, una sopravvissuta, una
pluridecorata.
Saprà riconoscere l’amore vero? Quando il treno
passerà, se ne accorgerà? Lei questo viaggio lo vuole
fare… “se salta su anche lui posto ce n’è”…
L’Autrice
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Note biografiche
Ornella Ostieri nasce a Vico Equense, provincia
di Napoli, il 28 agosto 1981. Nel 2000 si diploma in
lingue con la votazione di 98/100, con una tesina in
tedesco su Heinrich Böll e le Kurzgeschichten.
La sua passione, oltre la letteratura, il teatro: nel
2006 frequenta il CAT, cooperativa artistica
dell’indimenticabile Italo Celoro di “Scugnizzi”. Nel
2009 cambio di rotta: il matrimonio con Nico e nel
2010 la nascita di Paolo.
“C’è posto per me?” è il suo primo romanzo, ma
già si prevede un seguito…
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A Papu e Nico
laddove il testo parla di amore
io parlo di voi...
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Capitolo 1
Che gloriosa figura di merda!
Ops scusate, non ci siamo nemmeno presentati
e... beh, lo so che la prima impressione è quella che
conta e credo che mi abbiate già pesato, ma... vi
sbagliate! Sì! Non si giudica una persona dalle prime
due parole che dice, e poi questa è stata una
giornataccia, uffffff!!!
In ogni caso: tanto piacere, io sono Antonella,
classe 1981, 1 metro e 63 per 52 kili.
Niente male, direte voi! E invece no, niente bene!
Perché stamane mi sono presentata ad un casting,
cercavano modelle per tagli e colorazione di capelli,
ma mi hanno scartata subito, senza nemmeno farmi
provare a sfilare! Io quando mi fermo in posizione
“Milano” sono un gran figa, e anche il “mezzo giro,
passo, mezzo giro” a metà passerella ha sempre
fatto un grande effetto... fino all’ultima volta
almeno... il che vuol dire... circa 6 anni fa...
Ecco, 6 anni fa avevo... uhm... 25 anni! E... ho
detto di averli ancora... 25 anni!!! Nella moda il
numero 30 fa paura, hanno una smorfia tutta
particolare loro, la paura non fa 90, fa 30! E poi che
fiscaloni, mammamia! Chiedermi la carta d’identità!
Non hanno apprezzato molto le mie
giustificazioni: io mi sento giovane dentro! “Fuori!”
mi han risposto in coro loro...
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...e così ho perso mezza giornata per raggiungere
Via Marina, arrivata poi di corsa alla
Circumvesuviana leggo il cartello scritto a penna: il
mio treno è soppresso...!!! Degna conclusione di una
degna giornata! Anzi, sono solo le 14.00, quindi non
si è nemmeno chiusa la giornata! In ufficio ho detto
che avevo delle analisi da fare in day hospital, non
mi chiameranno mai!
Le note di “Judas” dal mio cellulare mi
distolgono dai miei pensieri: “Studio Acampora”,
sarà il mio datore di lavoro, nonché mio bellissimo e
sexissimo fidanzato, Avv. Alessio Acampora! Ok, lui
non sa di essere il mio fidanzato, ma ci sto
lavorando... In questi 10 mesi passati dal 1° bacio
non siamo mai usciti di sabato, perché il fine
settimana lui fa tennis con i soci ed è letteralmente
distrutto e non vuole che le sue... “prestazioni”...
siano sotto la media, però siamo usciti alla vigilia di
San Valentino (certo che esiste la vigilia di San
Valentino!!!) ed una volta ha anche dormito da me!!!
...rispondo!!!
“Dovediaminesei??? Ho telefonato a casa tua,
hanno detto che sei a Napoli!!!”
“Ehm... sì, sono in clinica...”
“Clinicauncorno! La prossima volta che inventi
una scusa ricorda di avvisare tua mamma!”
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“Amore, poi ti spiego da vicino allo studio... Ehm
a proposito, stasera cenetta da me? Ti preparo il
polpettone di tonno?”
...clic...
Maledetti cellulari, eravamo sul più bello della
conversazione, lui avrebbe accettato l’invito a casa
mia ed avremmo fatto pace prima di cena... sul
tavolo apparecchiato... e probabilmente anche
dopo...!!! Sarà libero stasera, no? Nel dubbio la spesa
la faccio comunque...
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Capitolo 2
Sabato mattina, studio chiuso, un mare di tempo
libero e zero persone con cui condividerlo! Alessio
ieri non è venuto e la mia cucina puzza un casino! Sa
di tonno, candele alla vaniglia accese per ore che
hanno lasciato un odore stomachevole e... bruciato?
Da dove viene questa puzza di bruciato? Oh nooo!
Il caffè sul fuoco!
Mi vengono i lacrimoni grossi grossi agli occhi,
inizio a vedermi per quello che sono e non per
quello che credo: una cacchina... Non ho terminato
l’università, non ho un bel lavoro, perché se pensate
che le segretarie siano quelle signorine tanto
efficienti con l’occhialino intellettuale, lo chignon e
lo spacchetto sexy sulla gonna del taillerino
professionale, vi sbagliate! Nel mio studio segretaria
significa più o meno... addetta al caffè, l’unico stage
che ho fatto è con la Lavazza, caffè ristretto per
l’Avv. Acampora, americano per l’Avv. Salmi,
decaffeinato per Russo.
Mi sta montando anche un dubbio piccino picciò:
forse forse, chissà, credo, non è che io sia molto
perspicace ma mi pare che le cose con Alessio non
vadano alla grande, e non mi riferisco solo alla
“sparata” di ieri, pardon, intendo dire al litigio per
telefono... A essere del tutto onesti mi sa che ci
siamo arenati, che il nostro rapporto manchi di
qualcosa di essenziale, che nel nostro caso è... ehm...
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il rapporto appunto! Eh sì, perché mi sa che avere
rapporti, beh... quel tipo di rapporti... non faccia
proprio un rapporto, è una somma che non dà
nessun risultato! Urge chiamare Angela!
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Capitolo 3
Angela: occhi scuri, mèches bionde, amica
storica... Siamo come due sorelle, di più: due
gemelle! Unica differenza: lei sa di avere 31 anni, io...
ni! Insieme negli ultimi 18 anni ne abbiamo passate
di tutti i colori... compresi il bianco e nero dei giorni
più bui ed il color marrone del mio periodo più
caccoso in assoluto, quando Giuseppe mi ha
lasciata...
Sembra ieri, invece son passati 2 anni... e chi se lo
dimentica: era il giorno del mio compleanno! Mi è
venuto a prendere e siamo scesi in spiaggia... era
strano, serio, nervoso...
“Ho la siderodromofobia” mi ha detto... “Ti
lascio ora per non darti più dolore poi...”
Ci siamo abbracciati, abbiamo pianto (ma ora che
ci ripenso forse ho pianto solo io, lui era solo
inondato dalle mia lacrime...). Sono corsa a casa, ho
chiamato Angela... è corsa da me...
“Ha la siderodromofobia...”
“Che?”
“La siderodromofobia...”
“E almeno si è preso la briga, il signorino, di
spiegarti cos’è?”
“No, ma suppongo sia grave...”
“Di grave, tesoro, c’è solo lo stato pietoso del suo
micro-cefalo! Siderodromofobia... dal greco: paura
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di andare in treno! Te sei sicura di aver capito
bene?”
“Sì, guarda, me lo sono anche scritto sulla mano,
per non dimenticarlo, perché credevo fosse latino e
lo sai che ero una schiappetta al liceo... Quindi mi
stai dicendo che... Giuseppe non morirà? Ha solo
paura di viaggiare in treno? Ma è stupendo, glielo
dico subito, questo non cambia le cose fra di noi,
potremo comunque sposarci, ed avere dei figli, e in
viaggio di nozze andare in crociera... mica il mare gli
farà male?”
“Antoooooooooooo!!! Sveglia!!! Non capisci un
tubo tu, eh? Ti ha mollata con la più meschina delle
scuse, conoscendo il suo linguaggio contorto ti
spiego: paura di andare in treno, ossia paura di
prendere al volo con te il treno di questa stupenda
occasione per una serena vita insieme... Qui finisce il
viaggio signore e signori, lui scende, grazie e tanti
saluti!”
“Magari lo chiamo e glielo chiedo...”
“Antooooooooooooooooo!!!”
“Capito...”
In ogni caso l’ho chiamato... perché le cose in
sospeso pesano più delle cose risolte, ed è strano
che si usi proprio il termine “sospeso”, che sembra
così leggiadro, leggero, per indicare invece un
macigno che si forma fra cuore e stomaco... In ogni
caso... Angy aveva ragione... al solito! Ed io sono
una perdente sfigata... patentata!
Ecco perché ho bisogno di lei, ora!
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Capitolo 4
Con Angela ti puoi regolare per sincronizzare
tutti gli orologi della casa, quando bussa sono le 10 e
30 in punto. Si siede... mi intimorisce, sembra la
preside della mia scuola, tranne per i baffi: Angy non
li ha!
“Allora, come va con tuo marito, Anto?”
“Ma... Alessio non è mio marito!”
“Ecco, appunto, e non lo sarà mai! Se dovete
rotolare un po’, rotolate pure, ma non ti fare
illusioni e soprattutto non sprecare energie e
tempo... Niente cenette romantiche, niente lume di
candela, niente di quello che fanno le coppie
normali, è tutto una perdita di tempo con quel
signorino là! Cosa gli hai cucinato ieri sera?”
“Mhmmmm nulla! Perché?”
“E non mi mentire signorinella! Hai fatto il tuo
menù speciale “Ti cucino come mamma, ma ti
cuocio a modo mio!” e per l’ennesima volta... ti sei
scottata!”
“Ma no, ho giusto sbariato un po’ in cucina, dai,
così, nel caso passasse qualcuno...”
“Hai fatto anche il cuore di cioccolata?”
“No!”
“Sì!”
“Uhm, forse, ma perché, a casa mia è vietato fare
cuori di cioccolata?”
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“Anto, tesoro mio, il tuo stallone è sicuramente
bravo nella monta, ma se ti smonta così il cuore e
l’orgoglio... è un affare a perdere...!!!”
“Metto il cuore al cioccolato nel microonde... ho
bisogno di zuccheri, di dolcezza, quella vera!”
“Uno per me! A proposito, ma che ci facevi a
Napoli?”
“Uhm... controllo medico!”
“Che controllo?”
“Uhm... analisi del sangue”.
“Ma il tuo studio di analisi non è quello vicino
alla ferrovia?”
“Uhmmmmmmm...”
“Al prossimo “Uhm” ti prendo a craniate, tanto
non rischio di danneggiare la materia grigia, che
ormai ce l’hai tutta sbavata! Ma perché mentire
proprio a me, la tua migliore e matura amica? Tua
mamma mi ha detto che sei andata a fare un casting
a Via Marina!”
“Fantastico! Pensi che ci sia qualcuno che ancora
non lo sa?”
“Onestamente penso di no... Allora, ti hanno
presa?”
“Presa? Sì, certo, a calci nel popò! Non mi hanno
proprio considerata!”
“...e... non pensi che sia ora di finirla con questo
hobby e di pensare alle cose serie? Che poi ogni
volta che fai uno show con i parrucchieri, ti fanno
dei colori assurdi!”
“Non sono assurdi, sono da passerella!”
“Il BEVERLY HILLS STAR era osceno...!!!
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Sembravi Wanna Marchi! Con la sola differenza che
lei era rosso fiamma, tu arancione... fiammella!!!”
“Uhm... ammetto che quello non è stato il look
più riuscito...”
“Ed il ROCK STAR DIVA non ti dice nulla?”
“Stavo tanto male con i capelli neri e viola?”
“No, ma hai pianto per due giorni perché avevi
un appuntamento con un tizio, uno rimorchiato in
disco, e hai pagato fior di quattrini per un
rassicurante color miele con effetto immediato per
uscire con lui il sabato sera! E quella volta che ti
promisero di lasciarti bionda? E invece ti lasciarono
solo... due ciocche bionde avanti, tutto scuro
dietro... sembravi Crudelia De Mon auhauhauh!”
“Sì ma poi dopo due giorni mi hanno fatta
ritornare come prima...”
“Come prima??? Ma le tarme si sono rosicchiate
la tua memoria a breve termine? Proprio non
ricordi, eh? Ci sei tornata almeno due volte dai
parrucchieri ed hanno dovuto usare così tanto acido
per farti tornare bionda che dopo un po’ hai iniziato
a perdere i capelli, hai perfino fatto le foto per
un’eventuale denuncia...!!!”
“Uhm... sì, ora ricordo... qualcosa...”
“Non sei uscita di casa per una settimana...”
“Sei giorni!!!”
“E io e le altre raga abbiamo beccato il tuo ex
belloccio in disco con un’altra...”
“...ed io volevo raggiungervi e dirgliene quattro...
anzi quarantaquattro, ma il cappello non copriva il
disastro...”
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“Oh, guarda! Ti è tornata la memoria! Comunque
non ti sei persa nulla, certi desideri non realizzati a
volte sono la più grande fortuna! Il Cielo ti ha fatto
un favore, lassù qualcuno ti ama!”
“...Eh già! Pensa se lassù a qualcuno stavo sulle
balle!!!”
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Capitolo 5
Domenica mattina, sveglia ore 6.00. Sto posando
per un quadro che verrà esposto nella hall di un
hotel a 4 stelle! L’artista deve riprodurre una Venere
che nasce dalle acque, e dovevamo vederci a luglio
per queste foto di prova, ma si sa, gli artisti non è
che stanno a guardare l’orologio... o il calendario... e
si è fatto ottobre... ed io avrei un tantinello freddo!
Tra uno scatto e l’altro mi metto il cappotto, e
non è che sia un sollievo... considerando che sotto
ho solo un microbikini e dei... veli che fanno molto
Antica Grecia! Etciù! Spero solo di non prendere un
malanno, che domani devo assolutamente andare a
lavoro... No, non sono mica una stacanovista io, è
solo che devo parlare con Alessio...
“Cerca di essere più naturale!” Ok questo è facile!
Clic!
“Ora sali su quella roccia, ma cerca di essere più
sinuosa! Posiziona braccia e gambe in modo
asimmetrico”. Sinuosa? Ma che crede, che mi metto
a fare una danza acrobatica sugli scogli? Clic!
“Fai un’espressione più... adatta... più... antica!!!”
Oddio, questo è matto, come si fa un’espressione
antica?
“Ricorda che sei una Venere, una dea. Tu sei... tu
sei... ma tu sei una frana!!”
Finale scontato, sono caduta in acqua!
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Ovviamente no, non avevo con me un costume di
ricambio, né un asciugamano, perché non pensavo
che mi sarei dovuta bagnare, né asciugare di
conseguenza! In ogni caso sono viva, etciù, sono a
casa finalmente, etciù, però non mi sendo dando
bene!!!
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Capitolo 6
Ore 7.00 a.m. No, no, noooooooo!!! Ho il naso
rosso, gli occhi rossi, la faccia bianca, insomma, non
un colore che sia giusto!!! Eh no, non era così che
dovevo sembrare questa mattina! Nel mio
immaginario
dovevo
essere
“Forte
ed
Imperturbabile” e non “Malaticcia e Sciupatella”
mentre dicevo addio ad Alessio, girando sui tacchi
12 e lasciando una scia di profumo “Poison” (non a
caso: veleno!) aleggiare nella stanza... Me ne spruzzo
un po’, comunque, ma mi fermo ricordandomi che
ho fatto un’abbondante passata di Vicks vaporub sul
petto, e il contrasto fra il mentolo ed il profumo che
sa di gelsomino e licheni è terrificante... Mi spruzzo
un po’ di Tantum verde in gola, provo sollievo, ma
mi rendo conto che ho un alito... ospedaliero... Non
so se esista un alito per ogni ambiente, ma il mio sa
di camera di ospedale.
Passo al make up e correggo i colori quanto
meglio posso, ma starnutisco di continuo, mi cola
anche una lacrimuccia dagli occhi febbricitanti e
sembro un quadro di Picasso venuto male, dovevo
apparire come Barbie, ma sembro Tanya, anzi
nemmeno Tanya, ma la bambolina economica di
plastica scadente che vendono sulle bancarelle... e
così, carica e gasata come una ruota sgonfia, parto
per la mia missione!
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Arrivo in orario in ufficio, Alessio è già lì, la porta è
socchiusa, non ci sono ancora gli altri avvocati,
bene!
“Avvocato Acampora, le devo parlare!” Il solo
chiamarlo col suo titolo da dottore mi eccita tutta...
Dovete sapere che nell’intimità gli piace essere
chiamato Avvocato, e devo dire che anche io
gradisco moooolto quando mi chiama Signorina
Amato (sì, il mio cognome riflette la mia indole
romantica... Amato! Anche se non vedo l’ora di
tramutarlo... Antonella Amato in Acampora, suona
bene!!!)
“Mi dica pure, signorina Amato...”
Oh, no, non doveva chiamarmi così! Sento i miei
propositi vacillare...
“Avvocato... Alessio... La nostra storia non va da
nessuna parte e... etciù”
“Ma noi non abbiamo una storia... Avevi capito
che avevamo una storia? Noi... fottiamo, senza
pietà!”1
Oddio, noooooo! Ed io che credevo che le 50
sfumature fossero per sole donne! Che poi alla fine
della saga il maniaco se la sposa la timida sottomessa
assatanata, no?
“Alessio, non cercare di fermarmi, ora io uscirò
da questa porta e metaforicamente anche dalla tua
vita, non c’è posto per me, per i miei desideri, i miei
sogni... Da oggi in poi sarò solo la tua segretaria, che
ti piaccia o no... Addio!”
1 Cit. “Cinquanta sfumature di grigio”.
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“Antonella...”
“Sìììììììììììììì??????”
“Senza rancore?”
“Senza rancore...”. Senza rancore??? Ma se sono
tutta rancorosa, al posto delle lacrime piangerò
rancore!!!
“Un caffè ristretto allora!!!”.
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Capitolo 7
“Capisci Angela? Mi ha perfino chiesto di
preparargli il caffè ristretto... senza rancore!!! Ma io
mi sono vendicata, sai?”
“Ahah sì, ne sono certa, e come? Gli hai fatto un
caffè lungo? Poverino immagino!”
“Beh, sì, in effetti è proprio quello che ho fatto...
Lui odia quei lunghi caffettoni all’americana...”
“Anto, sei troppo buona...”
“Angy, non c’è posto per me nella sua vita, cosa
dovevo fare? Farmi spazio a gomitate nel suo
cuore?”
“Cavolo, Anto, stavolta sei stata tu più matura di
me... Però ora tirati su... Sai cosa facciamo adesso?
Shopping! Una donna appena lasciata ha diritto ad
un guardaroba nuovo!”
“Non mi ha lasciata!!!”
“Ma non ti ha nemmeno tenuta!”
“Grazie, eh? La prossima volta che penserò al
suicidio verrò da te... nel caso avessi dubbi a
buttarmi di giù... grazie a te spariranno!!!”
“Devi diventare più tosta!”
“Mi sento come un puzzle che nessuno ha voglia
di fare!”
“Ma che sciocchezza, tutti amano fare i puzzle!”
“Anche quelli da 5.000 pezzi?”
“Soprattutto quelli!”
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“...e se avessi accidentalmente perso dei pezzi?”
“Ma basta! Non sei un puzzle tu... Sei una... pazza
però se ti incupisci così! La fortuna sarà di chi quei
pezzi li trova, e ti riaggiusta il cuore! A patto che
non soffra anche lui... di siderodromofobia!!!”
Oramai la battuta sulla siderodromofobia è
diventata un classico quando si parla di uomini, ma
così è... Voglio i suoi consigli, mi devo tenere anche
le punzecchiature!!!
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Capitolo 8
Presa da lacrime e Baileys, fedeli compagni di
quest’ultimo mese da single, non mi sono resa conto
che si è fatto novembre ed il mio quadro... doveva
essere esposto una settimana fa, sì, per la riapertura
dell’Hotel prima del Ponte di Ognissanti... Chiamo
l’artista, Jean, che poi sarebbe Giovanni, visto che è
più napoletano di me...
“Jean sono io” gli dico tutta allegra e civettuola.
“Allora, caro, il mio dipinto ha spaccato? Però non
si fa, eh! L’Hotel apre e nemmeno un invito alla
Musa hihihi!”
“Antonella, cara, alla fine ho avuto
un’ispirazione... Mentre ti scattavo le foto pensavo...
Natura morta, quella hall ha le luci adatte ad esaltare
un’intensa, spettacolare... natura morta!”
“Ah... cioè... magari, vedendomi cadere dallo
scoglio hai pensato... morta ahahah! E ti è venuta in
mente la natura... cioè, cavolo, che ideona Jean, sì
sono d’accordo con te... Bella la natura morta, una
scelta molto... uhm... azzeccata in questo periodo!”
“Sapevo che avresti capito ma chérie!”
“Ed il mio quadro?”
“Ah, no, no lo farò più, non mi serve, ma grazie
per esserti prestata!”
“...Ma figurati!!!” Ma vaffa...
La storia è sempre la stessa, ogni mia velleità
artistica finisce con un nulla di fatto! In passato ho
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posato per promuovere il sito di una palestra, un
pomeriggio intero passato fra pesi e bilancieri da
sollevare e sorrisi tiratissimi dato lo sforzo! Mi sono
anche procurata uno strappo muscolare, ma ne
valeva la pena... o così pensavo... In ogni caso le
foto non sono mai finite in rete... e dopo un po’ mi
son stancata di chiederne il motivo... Domani devo
essere su un set, faccio una comparsata per un film
su Pompei... che non verrà mai trasmesso, me lo
sento!!!
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Capitolo 9
Ho il sospetto che questo film non avrà mai
successo... No, non ne conosco la trama, a noi
comparse viene solo spiegata la scena da girare, ma...
mi sembra un remake fatto male dei soliti film visti e
rivisti su Pompei! Ad ogni modo la tunica da Antica
Romana mi dona parecchio, ho fatto anche i boccoli
e sembro una vera matrona! E laggiù c’è un Cesare
che mi ispira parecchio! Biondo, occhi azzurri, fisico
di una statua greca... Lo avvicino!
“Ave Cesare!” Ehm, ok, non mi sembra un modo
molto ortodosso di avvicinare un uomo, ma lui mi
sorride, ha capito la mia ironia!
Riassumendo: si chiama Nico, ha 29 anni, quindi
è un po’ più giovane di me – dettaglio trascurabile! –
e si è appena laureato in Lettere... Fra le righe mi fa
capire di essere disoccupato, ed io so di per certo
che se nel mondo del lavoro non esiste più il posto
fisso, con la disoccupazione una certezza ce l’hai: è a
vita! E se non muovi il cul... ehm, il curriculum
rischi che l’unico posto fisso sia la poltrona di casa e
la tele accesa su una puntata dei Simpson! Purtroppo
io amo i casi difficili, ho il cuore tenero ed anche un
lieve problema a gestire l’astinenza dal... beh,
insomma... da quella cosa lì... Quindi il numero
glielo ho lasciato... Tanto mi sa che il brillantocchio
non mi arriva prima della fine della crisi economica:
abbiamo tutto il tempo di innamorarci, lasciarci,
affondare e riprenderci!
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Capitolo 10
Niente male! Cioè, davvero davvero niente male!
Ho una fame tremenda perché non ho mangiato
quasi nulla, e poi non volevo che la pancia mi si
gonfiasse, che il vestito si sporcasse e poi... Ok,
partiamo dall’inizio che mi sa che non mi state
seguendo!
Nico... Ve lo ricordate Nico, sì? Ecco, mi ha
telefonata tre giorni dopo la comparsata sul set... 1 a
0 per lui, ottima la tattica dei tre giorni: pochi per
essere definito uno stronzo bastardo inaffidabile, ma
abbastanza da accrescere la curiosità! Ad ogni modo,
mi ha invitato a cena, ed io proprio non me lo
aspettavo... Mi è venuto a prendere in auto ed aveva
scelto un ristorante vista mare a Positano... Ma vi
rendete conto? Positano! Che là solo il parcheggio
costa quanto un I-Phone, con l’unica differenza che
non lo puoi pagare a rate! Vabbè, ho esagerato... ma
mica poi tanto!
Al ristorante ordina lui per me e non indovina un
piatto! E comunque non avrei mangiato per i motivi
di cui sopra! Ma mi piace che abbia gestito lui il
gioco, mi sento come una bambina che vuole essere
guidata per mano, così glielo concedo...
L’unica cosa che mangiucchio con più gusto è
un’insalatina, ma all’improvviso temo che mi possa
restare qualche fogliolina verde fra i denti e la
lascio...
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Devo essere perfetta per il 1° bacio, che poi è un
po’ ridicolo se penso che non sarebbe il primo, visto
che ne avrò scambiati almeno un milione di baci dal
liceo in poi, ma a me i baci piacciono... come mi
piace la pizza! Non ci si stanca mai! Io ogni bacio lo
classifico col nome di una pizza! Giuseppe baciava
alla Broccoli e Salsiccia: una fetta non ti basta!
Stefano baciava alla Margherita: troppo classico,
formale! Marco baciava alla Croccopizza: originale!
(In realtà era mooooooolto originale, in generale... in
tutto diciamo... Sì, questa era una cosa molto
buona!).
Alessio baciava alla Gorgonzola, Porcini e Speck:
un’esplosione di sapori ed emozioni! (No,
Gorgonzola non è una brutta cosa, Gorgonzola non
è un formaggio, Gorgonzola è IL FORMAGGIO!!!)
Abbiamo passeggiato sulla spiaggia, il mare in
autunno ha un fascino diverso...
Abbiamo parlato di tutto, abbiamo riso, ci siamo
spinti, rincorsi, mi stavo divertendo così tanto che
avevo quasi dimenticato che il bacio non era ancora
arrivato...
Poi si è avvicinato, in maniera definitiva, tanto
che ho sentito le note legnose del suo Fahrenheit
staccarsi da lui e saltare su di me, ed impregnarmi i
vestiti, ed il collo...
“Hai per caso la siderodromofobia?”
Non mi ha risposto, ma mi ha baciata, per un
istante, per un’eternità, e non ho più desiderato
sapere...
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Io su questo treno ci voglio salire, se salta su
anche lui posto ce n’è...
P.s. Lui è una pizza con cornicione ripieno:
quando pensi di aver assaggiato tutto, un nuovo
sapore ti stupisce!!!
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Capitolo 11
È passato Natale, è passata l’Epifania, è passato
l’inverno, si avvicina la Pasqua e... io e Nico ci
frequentiamo ancora! Ed è giunta l’ora della nostra
prima fuga d’amore! Abbiamo scelto Perugia ed il
nostro nido si chiama Choco-Hotel... Così, non sarà
un weekend di sola lussuria, ma anche di gola! Che
poi sono gli unici due peccati che mi interessano!!!
Appuntamento alle 8.00 del mattino, vedo
un’auto grigio metallizzata in lontananza, ma io le
auto non le riconosco mai, però ho un’ottima
memoria per i numeri, quindi se leggo “EM” ed il
resto della targa, so che è Nico... il mio Nico, il mio
uomo, il mio fidanzato, il mio amore... mi riempio la
bocca e l’anima di queste parole, tanto che quando si
ferma impiego un attimo ad uscire dal sogno ed
entrare in auto!
L’Hotel è... come dire... cioccolatoso! Ci
assegnano una stanza al piano “Fondente” e la Hall
sembra un Paese dei Balocchi, fra vasche piene di
cioccolato, souvenir e sculture... Ed il menù del
ristorante prevede primi e secondi a base di... vabbè,
avete capito!
I primi due giorni passano pigri, fra i piaceri del
palato e quelli della carne! Il nostro non sembra un
letto, ma un ring, le lenzuola sono stropicciate,
mentre Nico è in bagno le avvicino al viso, imprimo
nella mia mente per sempre questi odori che sanno
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di noi, li imparo a memoria, li immagazzino come
riserva d’aria... ossigeno che fa bene all’anima...
“Penso che dovremmo andare un po’ in giro a
scattare qualche foto da mettere su Facebook,
altrimenti questo weekend penserò di averlo
solamente sognato!”
“Se ti do un pizzicotto... o qualcos’altro... ci credi
che non è un sogno?”
“Tu proprio non la conosci la differenza fra uso
ed abuso, vero?”
“Ognuno ha i suoi difetti, che ci vuoi fare...!!!”
...Cerco di ricordare qualche buon motivo per cui
valga la pena di visitare Perugia, ma poi penso che in
fondo ci son stata già nel 1991, con i miei genitori...
prima che si separassero... Quindi non sarà cambiata
poi tanto, no? E poi stasera prima di ripartire
prenderò un ciocco-souvenir per Angela, che
domani si piomberà sicuramente a casa e mi
costringerà a raccontarle tutto, e temo che porterà
con sé una bottiglia di Madeira... serata fra donne...
così sarà certa che le racconterò PROPRIO
TUTTO!!!
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Capitolo 12
“Angy, ti devo confessare una cosa... Credo di
essere definitivamente, irreversibilmente... pazza di
Nico!”
“Ma se sono passati solo cinque mesi Anto!”
“No Angy, dopo tante storie sono una veterana,
una sopravvissuta, una pluridecorata! Credo
nell’amore nonostante tutto, non mi posso fermare,
non posso smettere, non ora! Ci pensi se si
smettesse di costruire case dopo un terremoto? Se
non uscissimo quando piove per non bagnarci? Se
non corressimo per evitare di cadere, se non
giocassimo per paura di perdere? L’amore è tutto
questo: inizi per gioco, poi prendi la rincorsa, corri,
affronti con lui i giorni di sole e quelli grigi... e
intanto costruisci...”
“Anto, ho solo paura per te... non vorrei che
Nico diventasse un surrogato dei tuoi desideri... Lui
non può sostituire la famiglia che non hai!”
“Famiglia è chi ti cresce, chi con te cresce...!!!
L’ho capito solo ora!
Fino ad oggi mia mamma era talmente presa dal
suo dolore per la separazione da dimenticarsi di me,
o comunque da non ricordarsi di me abbastanza. Per
fortuna a farne le veci c’è stata zia Nina, col suo
calore, il suo buon odore, della pelle e dei dolci che
mi preparava! Lei è stata la mia prima casa, io ero
mattone e lei cemento che mi teneva insieme, lei era
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la pazienza che mi faceva vedere l’arcobaleno
laddove io credevo vi fosse solo pioggia, lei era la
zolletta di zucchero dopo la medicina, il pane caldo
col sale e olio dopo un pomeriggio di compiti, i
cuscini piegati a sediolina sul lettone per simulare un
cinema laddove c’era solo un vecchio televisore... E
questo è solo ciò che di zia Nina so raccontarti,
perché le mie parole non sanno arrivare pulite dal
cuore alla bocca, e si perdono nel percorso, e
sembra tutto poca cosa... Lei mi ha dato la forma, io
sono ciò che sarebbe lei se fosse ancora qui, sono
l’erede dei suoi pensieri, dei suoi gesti, la memoria di
ciò che di più bello abbia mai fatto... Lei è stata la
famiglia che mi ha cresciuto fino al suo ultimo
respiro, ora voglio qualcuno che con me cresca...
Con zia Nina ero bruco, con Nico voglio essere
farfalla... e volare nel tempo che ci è dato, insieme...”
“Ok, prova superata, ti credo... e questo vuol dire
che hai dimenticato Alessio... ed è giunta l’ora di
consumare una fresca, appagante vendetta!”
“Ma... ma... ma... Io lavoro lì, non posso fare più
di tanto... cioè... ogni tanto gli sputo nella tazzina, gli
metto disordine fra le pratiche, una l’ho anche fatta
finire per... ops, errore, nel tritacarte!!! Ma ho le
mani legate... Non posso giocarmi il posto di
lavoro!!!”
“Sì che puoi, perché io... ti ho fissato un
colloquio domattina in un nuovo studio, il notaio è
un mio caro amico, in pratica sei assunta!
Quindi...!!!”
“Angy, sei il massimo! Allora, qual è il piano?”
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Capitolo 13
Il colloquio di lavoro è andato bene, una
formalità, come previsto! Ora sono eccitatissima,
sono allo studio battendo la mia lettera di dimissioni
con effetto immediato ed ho lasciato all’Avv.
Acampora il mio romantico ultimo addio... a modo
mio!!! Avete idea di quanti polpettoni di tonno gli ho
cucinato i cui effluvi sono rimasti ad aleggiare nella
mia cucina per ore, fino a quando non capivo che lui
non sarebbe venuto? Ebbene, chi col tonno ferisce
di tonno perisce! Sono arrivata in ufficio un’ora
prima dell’apertura pomeridiana... ho le chiavi... ed
ho con me un cestino da pic-nic... Lo apro, prendo il
coltello e spalmo... spalmo... spalmo... Spalmo il mio
polpettone ovunque, fra le pagine dei suoi faldoni,
fra le pratiche aperte, fra i registri ed i manuali di
diritto... E più spalmo, e più mi gaso, e più mi gaso e
più spalmo... E non potrà mai accusarmi senza
uscirne colpevole... Mentre spalmo però un po’
piango, mi montano su tutta la rabbia ed il dolore
che questo rapporto mi ha creato... E capisco che
non si guarisce mai completamente da un amore e
dalla sua fine, il cuore è come un’auto e se qualcuno
si mette alla guida dei tuoi sentimenti e poi te lo
restituisce, non è più nuovo, e tu diventi un usato
garantito, un usato in buono stato, un usato
accidentato, ma per la strada e sui sentieri del suo
corpo hai lasciato tracce di te... e pezzi! E quel che
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resta talvolta è ammaccato... Ma va... cammina... e da
qui io riparto...
All’improvviso, la folgorazione: perché non
imbrattargli anche il completino da tennis? Apro il
borsone, che so essere nello sgabuzzino... e l’odore
di quella stanza mi ricorda amplessi da urlo, gridolini
soffocati, risate... Sì, risate, perché noi ridevamo... e
se in genere si ride quando si è rilassati, felici... io mi
domando perché non abbracciare tutta questa gioia
con le mani unite a coppa, per trattenerla, invece di
spalancare le braccia e tremando lasciarla scappare
via...
Nel borsone trovo la divisa, come previsto, ciò
che non mi aspettavo era trovare nel taschino una
nostra foto, dietro ci ha scritto la data e col suo bel
corsivo leggo le parole “Io e Anto”... Mi domando
se ha usato il mio diminutivo per affetto, o se la
scritta serve solo a classificarmi, a catalogarmi...
perché non mi illudo più... non sono una su un
milione, semmai una DI un milione...
Nel dubbio amletico: imbrattare o non
imbrattare... io imbratto!
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Capitolo 14
Nooooo! Non ci credo!!! Mi hanno scelta! Fra
tante hanno scelto me per una puntata dell’Eredità
su Rai1! Cioè, lo avevo capito che il provino era
andato bene, ma erano passati mesi, e travolta
dall’uragano Nico avevo dimenticato gli ami lanciati
in mare in attesa che i pesci abboccassero!
Chiamo Nico...
“Amore ho una notizia da darti, non ci crederesti
mai! Mi hanno chiamata per giocare all’Eredità...
No, no, non a casa di amici, ma in Tv!!! E devo
comunicare il nome del mio accompagnatore...
Ovviamente sei tu... No? Perché no? Cosa hai da
fare, a parte i doposcuola al pomeriggio? Non dici
sempre che i tuoi alunni sono solo dei mocciosetti
spocchiosi? Daaaaaaaaiiiiii!!!”
Ci ho messo un’ora ma alla fine l’ho spuntata con
Nico, eppure è una vittoria che non sa di nulla, non
capisco perché così poco entusiasmo, in fondo sarà
divertente: una giornata a Roma, io, lui, un piatto di
amatriciana la sera per consolarci se non abbiamo
vinto, una Berlucchi da stappare sotto al Colosseo in
caso di vincita... Boh, uomini! E poi dicono che le
donne sono complicate...
Inizio a fare mentalmente una lista dei vestiti da
mettere in valigia, e devo dire che fra abiti, scarpe,
accessori, gioiellini e abbinamenti vari passo l’intero
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pomeriggio e no, non chiamo Nico manco una
volta, perché sono lievemente irritata dal suo
atteggiamento... Ho carta e penna in mano ed inizio
a scrivere una serie di motivi da analizzare per capire
il suo comportamento disfattista:
a) Teme che io possa fare la figura dell’oca
sbagliando tutte le risposte, perfino le più facili.
b) Teme che Alessio mi possa vedere in Tv e
cogliere al volo l’occasione per ricontattarmi (anche
se da quando ci siamo lasciati non lo ha fatto ed è
rimasto indifferente anche allo scherzo del tonno...
Fra parentesi: ma in amore non vince chi fugge?
Beh, io sono fuggita, ma non mi pare che mi abbia
rincorsa... Forse non conosce i proverbi...).
c) Teme che un produttore mi possa vedere e
contattarmi per qualche fiction. No, questa la
cancello, è una stronzata...
Boh, allora resta che o Nico mi considera una
svampitella o è geloso, io voto per la seconda!
In ogni caso lunedì si va... Evvai!
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Capitolo 15
Siamo in auto, Nico non parla, il navigatore
chiacchiera da solo... All’improvviso mi chiede se ho
voglia di un caffè e io vorrei urlare che no, non ho
voglia di un caffè, perché dovrei averne voglia? Sono
già nervosa abbastanza! Quello che vorrei è che il
mio Nico mi parli come sempre, mi guardi come
sempre, che infili la mano sotto la maglietta con la
solita scusa del solletico per poi salire un po’ più su...
Che si metta un cioccolatino in bocca e lo mastichi
godendo, prendendo in giro me che sono
perennemente a dieta... Vorrei che si accorgesse che
da più di mezz’ora l’autoradio è sintonizzata su
Radio Maria e cambi canale, invece sembra in trans,
fuori da se stesso... Lui non c’è, ed io vorrei
chiedergli dove ha messo il mio cuore, perché non
mi sento tanto tranquilla a lasciarglielo così... Lo
perderà... ci perderemo... Sfrecciamo sull’autostrada,
cambiano i paesaggi e per l’ennesima volta nella mia
vita mi chiedo quale sarà il mio posto, il mio posto
dov’è? E soprattutto... c’è posto per me?
Arriviamo agli studi della Dear, conosciamo
gente, ma non ci scambiamo gli indirizzi... Ci
pesiamo, ci radiografiamo... fra poco saremo
nell’arena, gli uni contro gli altri, come moschettieri
all’inverso... Ognuno per sé, nessuno per tutti!
In un lampo tutto diventa frenetico, manca poco
e si va in onda... Ed i volti piatti della Tv prendono
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forma, hanno calore e profumo... Sono calma, ohm
ohmmmmmm... sono calma ohm ohmmm... sono
calma ohm ohmmmm... una veloce presentazione e
poi il primo giro di domande, quello facile!
“Buonasera, sono Antonella, ho 31 anni... vabbé
dai, quasi 32... Il mio lavoro vero è quello di
impiegata, ma lavoro anche tanto con la testa... cioè,
non il cervello, i capelli! Ho fatto spesso la modella
per tagli, colori, nuove tendenze e... e sono
follemente innamorata del mio accompagnatore, il
mio fidanzato Nico!”
“Ahahah, bene! E dopo questa dichiarazione in
diretta sentiamo Nico, il tuo fidanzato... Allora Nico,
la tua bella ora evidentemente si aspetta una
proposta da te! Rimboccati le maniche al lavoro,
dacci dentro e sposala entro l’anno, che ho la
sensazione che tu non abbia altra scelta! Allora caro
Nico, leggo dalla tua scheda che il tuo cognome è
Caldiero e sei di Napoli, quasi quasi ti conviene
chiedere un prestito ai tuoi omonimi concittadini
caro Nico, i boss della Caldiero spa, la famosa
catena alberghiera napoletana... Conosci?”
“Sì, la Caldiero spa... sono io...”
“Accidenti! Complimenti allora! Sono stato circa
un anno fa in uno dei vostri resort, e ci ritornerò in
estate... Bene bene, bando alle ciance e iniziamo il
gioco!”
Un momento... un momentooooo!!! Fermate lo
studio, sta girando tutto!!! Il mio Nico è Nico della
Caldiero spa? E come mai io non ne sapevo nulla?
All’improvviso sono la donna di un uomo ricco,
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noto ed evidentemente molto affascinante, ma io
volevo altro, volevo solo essere la donna di un
uomo sincero... Perché? Perchééééééééééééééé???
“Antonella, è il tuo turno, devi solo dirmi se
questa affermazione ti sembra vera o falsa...”
Io... io... io... io non lo so più cosa è vero e cosa è
falso, avevo le risposte, ma erano bugie... e le bugie
son fatte di fumo, aria cattiva, che all’arrivo della
verità si dissolve, ma non prima di averti
intossicato...
“Falso?”
“Nooooooo!!! È vero, è tutto vero cara
Antonella... e per te il gioco finisce qui... Vuoi
salutare qualcuno?”
“No, no... grazie...”
Addio Nico...
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Capitolo 16
“Cosa significa di preciso che la Caldiero spa sei
tu? Tu ti sei appena laureato in Lettere e sei in cerca
di impiego!”
“No, non è esattamente così...”
“Come può una cosa che mi hai raccontato non
essere esattamente così? E quante altre cose devo
ancora sapere di te?”
“Anto... con calma... ascolta... Ok, non sono un
neo-laureato e non sono un disoccupato cronico...
La laurea l’ho conseguita a 25 anni e da allora
gestisco le strutture della catena alberghiera di
famiglia, è un reato?”
“Non lo so, dimmelo tu... Io credevo non lo
fosse, ma tutto ciò che nascondiamo negli armadi in
genere è scheletro... Vorrei solo capire perché...!!!”
“Anto, ascolta... e guardami negli occhi diamine!
Ci siamo conosciuti su uno stupidissimo set... ed io
venivo da una storia che mi aveva distrutto...”
“Rosa...”
“Sì, Rosa, questo è vero come vedi... Non ti ho
mai raccontato nulla di preciso, ma solo dopo anni
mi son reso conto che io per lei ero null’altro che
polvere di fata, quella che fa volare... ero la magia,
ma non quella romantica, no, ero la lampada di
Aladino... ma non da strofinare, bensì da svuotare,
saccheggiare... È stata tutta una maledetta questione
di interesse, da parte sua almeno...”
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“Sei ancora innamorato di...”
“Ma no, che cosa stai capendo? Ho rivangato il
passato solo per farti capire quanto io fossi poco
lucido e sfiduciato... Ed io pensavo che tu fossi
l’ennesima attricetta in cerca di glitter e paillettes...
Così mi sono presentato sotto altre sembianze... ho
scoperto solo una parte di me.... Ma sono ancora
io... e son così felice che ora tu sappia tutto, perché
io di te non ho paura... Solo non ho saputo capire
quando confessarti tutto... Un attimo prima eri
poco, un attimo dopo eri tutto per me... Solo che tu
non hai mai sospettato nulla... e la mia bugia
diventava sempre più ingombrante... ma ora...”
“Ma che stupida, Dio, mi strapperei i capelli dalla
testa... La vacanza a Pasqua, l’auto che non
sembrava proprio quella di un figlio a carico... ma io
pensavo che venisse tutto da sacrifici immani, non
che avessi una pianta dei dollari in giardino... In ogni
caso, non mi interessano i tuoi hotel, non mi
interessano i tuoi soldi e non mi interessi più tu...”
“Stai scherzando?”
“No, il problema è proprio questo... mai
scherzato con te... mai! Hai presente quando ci
siamo presentati e ti ho detto di chiamarmi
Antonella? La sai la cosa sconvolgente? Mi chiamo
davvero Antonella! E quando ti ho detto di avere 31
anni? Incredibile, era vero anche quello... E hai
presente quella volta quando ti ho detto ti amo?”
“Sì...”
“Ed hai presente quella volta quando ti ho detto è
finita?”
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“Tu non l’hai mai detto!!!”
“Quella volta è adesso!”.
Il viaggio di ritorno è, se possibile, più penoso
dell’andata... ed io vorrei tornare a qualche ora fa...
Sguazzare nelle bolle di bugia, che in fondo ti
proteggono dal duro... fino a quando non scoppiano
almeno.... Nelle bolle i suoni sono ovattati... nulla è
reale se non ciò che vedi e senti, c’è solo ciò che
sai... e quello che sapevo mi piaceva, quelli che
eravamo mi piaceva...
Dico mentalmente tre Ave Maria ed una serie
infinita di Atti di dolore, mi pento e mi dolgo dei
miei peccati, mi pento e mi dolgo se ogni tanto ho
pensato ad Alessio, ma era per abitudine, era perché
lo avevo tutti i giorni davanti, era perché mi
mancavano i tasselli ed io sono puntigliosa, mancava
solo la parola “Fine” in fondo alla pagina, ma era un
libro che non avevo più voglia di leggere, e già la
polvere vi si formava su, mentre mi lanciavo a
capofitto nella nuova avventura con Nico... Gli
errori si scontano, tutti, vita natural durante... ma...
ho davvero sbagliato così tanto?
Tra un’ora sarò a casa, mi aspetta il frigo vuoto...
non pensavo di tornare così presto, non pensavo di
tornare così sola... Voglio zia Nina, voglio una
mamma... Voglio la mia amica Angy... ed è lei che
chiamo appena a casa...
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Capitolo 17
Tu tuuuuuu... tu tuuu...
Il telefono di casa suona a vuoto, il cellulare
suona a vuoto... Andrò a sedermi fuori la porta di
casa sua, figurina patetica come nei peggiori film
adolescenziali, ma non so dove andare, e qui non so
come restare...
Arrivo a casa sua a piedi, e mi illumino vedendo
la finestra del primo piano – la sua – con le luci
accese... La mia amica c’è! Per un attimo sono
distratta da un dettaglio... un’auto rossa con la targa
“CV”... ma sono stanca, il mio cervello ha fatto il
pieno di dati quest’oggi e rifiuta di elaborarne altri.
Rosso... era un segnale... fermati Anto, fermati! Ma
io no...
Busso... e tutto ciò che accade dopo è
inconcepibile, indescrivibile, mi si otturano le
orecchie e si secca la gola, gli occhi vedono, il cuore
rifiuta, il corpo cede, i nervi crollano... Cosa ci fa la
mia migliore amica, la mia sorella, non di nascita, ma
d’animo, con Giuseppe? Il mio Giuseppe!
Il sorriso di lei si cristallizza in una smorfia... Non
parla... sembra me... ha le mie stesse reazioni, solo
che lei è dall’altra parte dello specchio, oltre la mia
realtà, in un mondo che non esisteva prima che lo
vedessi, prima che ne assaggiassi il morso
avvelenato...
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Le scale che un minuto prima mi han visto salire
ora sopportano i miei passi, un milione di volte più
pesanti, un milione di volte più veloci, passi
vigliacchi, passi che portano lontano, ma lontano
dove?
Mi rincorre in vestaglia, lei, Angela, la mia sorella,
la mia gemella, la mia anima... doveva essere bella
fino a 5 minuti fa, ha un nuovo taglio e non mi ero
accorta di quanto fosse in forma... ma ora no, è solo
patetica svestita di rosa sul ciglio della strada...
“Cosa ho visto?” le chiedo, le do la possibilità di
negare... Le do la possibilità di salvarmi...
“Lo sai cosa hai visto...”
“Cosa ci fa lui a casa tua, come fa a sapere dove
abiti, quanto tempo è passato dall’ultima volta che
abbiamo parlato? Dimmelo ora, perché lo sai cosa
accadrà fra poco... Mi chiamerai al telefono ed io
attaccherò, busserai alla mia porta ed io non ci
sarò... Diventerai l’estranea che conosco meglio di
chiunque altro... Stai morendo dentro me!!!”
“Tu sei felice con Nico, ed io... no, non ti
racconterò la solita storia del mi sentivo sola, esclusa,
no, tu meriti molto di più di una scusa... La verità è
che ci siamo incontrati per caso, e...”
“...e avete scopato per caso!!!”
“No, no, non è andata così, io non me lo ricordo
come è andata, ma nella versione che mi ripetevo
nella mia testa non c’era nulla di sbagliato... Ho
preso solo ciò che tu avevi buttato, i tuoi scarti, i
tuoi avanzi, nulla che sia davvero tuo, che sia ancora
tuo!”
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“Un mio ex è ancora mio! Lui è stato le mie risa, i
miei pianti, il mio passato, la famiglia che speravo,
l’amore che cercavo!”
“E basta con questa scusa della ricerca
dell’amore, che in nome della ricerca ti sei prestata
ad infiniti esperimenti! Non è rimasto un ragazzo
illibato in tutta la Penisola! Hai giocato a fare
l’orfanella per costruirti un alibi, ma una famiglia ce
l’hai, hai inventato storie per coprire i tuoi limiti e i
tuoi fallimenti, ti sei sempre chiesta se c’è posto per
te, e mentre te lo chiedevi te lo prendevi un posto,
sempre in prima fila, sempre tu, tu e solamente tu ed
i tuoi serissimi problemi!”
“Questa è la nostra conversazione più sincera,
più vera, grazie per quest’ultimo tuo dono Angela!
Mi sembra una storia così assurda, così incestuosa!”
“Ma io non sono tua sorella!”
“Ecco, appunto...”
Un altro addio...
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Prima Settimana
Colonna sonora Nico: Amici mai (Antonello
Venditti);
Colonna sonora Angela: Per un amico in più
(Riccardo Cocciante);
Colonna sonora Antonella: Vaffanculo (Marco
Masini);
Seconda Settimana
Colonna sonora Nico: Alta marea (Antonello
Venditti);
Colonna sonora Angela: Un amico è così (Laura
Pausini);
Colonna sonora Antonella: Vaffanculo (Marco
Masini);
Terza settimana
Colonna sonora Nico: Mi manchi (Fausto Leali);
Colonna sonora Angela: I’ll be there for you,
colonna sonora di Friends;
Colonna sonora Antonella: Vaffanculo (Marco
Masini).
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Capitolo 18
Un mese... è passato un mese... I risvegli del
lunedì mattina, si sa, son sempre tragici, il letto mi
chiama, il caffè non funziona, ho voglia di fare i
capricci e non andare a scuola e stare tutta la mattina
a vedere cartoni animati, ma non ho 8 anni, e lavoro
dal notaio Puglia da poco più di un mese... Ed odio
il mio lavoro, ma siamo in piena crisi economica, e
me lo devo tenere! Che poi non è un problema di
lavoro, io odio la mia collega Dea! Sì, un nome che
sembra evocare suggestivi scenari classici, invece è
solo un diminutivo: Demetria, ma per me è
DEMENTRIA! Il nostro non sembra uno studio,
no! Sembra di assistere alla fashion week di Milano,
e Dementria potrebbe essere la Claudia Schiffer dei
poveri, una Claudia SCHIFER in pratica!
Altezza: sotto la media;
Peso: sopra la media;
Eleganza: sotto la media;
Sfacciataggine: sopra la media.
Il fatto è che lei di tutto questo sottosopra
sembra non esserne cosciente, e tenta in ogni modo
di finire sotto... sotto alla scrivania del capo, o sotto
le sue lenzuola, qualsiasi sotto va bene, purché la
tenga a galla, o se possibile anche più su...
Perennemente in ritardo sul lavoro, sembra una
majorette fuori tempo massimo, un incrocio fra un
pagliaccio ed una cheerleader...
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E se normalmente le sue punzecchiature mi
lasciavano indifferente prima, ora ho un fascio di
nervi scoperti, una ruga in più sul viso ed un mal di
testa cronico, e non posso, non voglio condividere
un’altra giornata, la stanza ed il mio tempo con lei!
Arrivo allo studio, accendo le luci, apro le portefinestre, respiro l’aria di questa primavera in
ritardo... Accendo il pc, controllo la posta, ogni
mattina la stessa tortura... Decine e decine di mail...
di Nico e di Angela... e ogni mattina lo stesso rituale:
eliminare messaggio!
“Eliminare i messaggi in modo permanente?” mi
chiede il cestino.
Sì, permanente, permanentissimo! Se potessi non
cancellerei solo i messaggi, ma tutto... Perché quel
che resta fa male come quel che è andato via, come
la vista di un moncone fa stringere uno stomaco
sensibile... E la mia memoria diventa un diario
segreto a cui qualcuno ha brutalmente strappato le
pagine, inutile leggerlo, mancano i pezzi che fanno
ridere se non puoi condividerlo con chi con te ne
era protagonista...
Il cellulare suona, è lei, Angela, da me ribattezzata
in rubrica come Stronzola, l’ottava nana! Stacco, ma
dopo un attimo riprende... È Nico, ed anche stavolta
il display mi strappa un sorriso, perché l’ho
rinominato Merdaccia, così, per ricordarmi di non
rispondere... per tenere viva la memoria del torto...
Per fortuna la giornata passa in fretta, e poi il da
fare è poco, visto che Dementria fa i salti mortali
pur di farsi notare dal capo, quindi è lei che gli porta
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il caffè, che come un polpo dai mille tentacoli cerca
di prendere tutte le telefonate pur di passargliele e di
sfondarsi di lavoro per poi mostrarsi stanca, ma fiera
di essersi prestata, immolata, sacrificata per il bene
dello Stato! Io mi limito, vado a 30 all’ora, almeno
non faccio danni...
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Capitolo 19
Torno a casa a ora di pranzo, ed evito di passare
davanti alle cassette della posta, so già che altrimenti
mi innervosisco, mi si chiude lo stomaco e non
mangio nemmeno oggi, in questo mese ho perso
una taglia... Eh sì, perché Nico non si arrende, e
tenta disperatamente di raggiungermi con lettere e
regali, non ha capito che la casella postale del mio
cuore è stata disabilitata...
Nell’ultimo mese ho ricevuto:
2 biglietti per il concerto dei Modà che si terrà a
Roma... Rimandati al mittente (a malincuore!).
2 biglietti di ingresso alle terme “per una giornata
rilassante insieme ad Angela, rilassatevi, insultatemi
pure, sfogati, ma poi torna da me!”. Rimandati al
mittente (volevo scrivergli sulla busta un grosso
“Vaffanculo, ma che fai sfotti?”, ma poi mi son
ricordata che l’uno non sa del tradimento dell’altro...
Anche se sembra tutto così ben concertato e
sincronizzato perché io rimanga infinitamente,
irrimediabilmente, irreparabilmente SOLA!).
La foto scattata sul set in cui siamo vestiti da
coglioni romani, io caccio la lingua e mostro il
pollice giù, lui mi guarda adorante... Per mesi gli
avevo chiesto di svilupparla... Rimandata al mittente.
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Una foto di lui bambino... e questo è stato
davvero un colpo basso... Perché lui è bellissimo, ed
io mille volte gli avevo chiesto una sua foto, per
impossessarmi col cuore di tutti gli anni di lui che mi
ero persa, per iniziare un album nuovo, nostro, dove
non mancano pezzi... Per affiancarci un giorno le
foto dei nostri bambini e litigare sulle somiglianze...
Questa non gliel’ho rimandata, che poi lui mica
può sapere se mi è arrivata o meno? Magari l’ha
persa la posta...
Ad ogni modo, a parte questo lieve “quasi”
cedimento delle mie barriere, Nico non è riuscito ad
abbattere la muraglia, ed io mi sento stitica di
sentimenti, non riesco più a cagare nessuno, non
permetterò ad alcuno di fare scempio di me, nessuna
relazione amorosa e nessuna amicizia, mai più!
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Capitolo 20
Sabato... Per fortuna non mi tocca stare a casa a
cambiare la predisposizione dei mobili e cucinare
dolci da mangiare da sola... Oggi ho un servizio
fotografico per un calendario, nulla di osé però, è
per promuovere un’azienda di arredamento, quindi
foto nei vari ambienti domestici.
È maggio, e la mia carnagione chiara mette
tristezza, negli anni passati non ero così pallida
perché io e Angy andavamo... Ok, cancella tutto...
Negli anni passati non ero così pallida. Punto.
In effetti non è solo il pallore a preoccuparmi...
Ho due borse sotto agli occhi... blu, profonde... Non
dormo bene... anche se mi sembra di passare ore a
letto, non mi bastano mai...
Mi trucco, e mentre sono davanti allo specchio
rido come una scema ripensando alle risate di ieri
sera, le prime dopo secoli, le prime della mia vita
post-Angela, post-Nico...
Sono uscita con Rosaria ieri, mi sentivo
terribilmente sola e l’ho contattata su Facebook, non
ci vedevamo dai tempi del liceo, ma non ricordo
esattamente il motivo per cui ci eravamo
allontanate... In ogni caso abbiamo riso di gusto... o
era tutta colpa del whisky? Rosaria è arrivata alle
21.00 a casa mia, puntual... mente in ritardo, come
sempre... È così diversa da Angela, e questo mi
piace...!!! Abbasso Angela, abbasso Miss Precisione
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dei miei stivali, che poi quando si è trattato di tradire
me non è che ci è andata tanto per il sottile...!!!
Ad ogni modo mi ha convinta ad indossare
un’improbabile mise da ragazzina che mi regalava 10
anni di meno, e di conseguenza ho calamitato
l’attenzione di un gruppo di adolescenti così giovani
che immagino avessero sconfitto l’acne da 10 minuti
o poco più! Comunque una seratona, di quelle da
ricordare, beh... o che almeno ricorderei meglio se
non avessi bevuto così tanto...!!!
All’improvviso mi accascio sul water e vomito...
bleah! Vabbè, ora ho lo stomaco vuoto e la pancia
perfettamente piatta, l’ideale per un servizio
fotografico...!!!
Arrivo allo studio lievemente in ritardo. Enzo, il
mio fotografo, di solito sempre sorridente, batte le
mani e mi incita a sbrigarmi, ma che palle, ma che
vuole da me?
Comunque sia, le luci dei faretti e degli obiettivi
mi rilassano, e perfino Enzo dopo un po’ si
ammorbidisce, dice che ho una luce nuova in volto,
che appaio radiosa, ed io in altre circostanze ne sarei
lusingata, invece per contrasto mi sento triste ed
avvilita... Ma quale luce? Mai come in questo
periodo mi son trovata sola a scandagliare i fondali
più bui della mia anima. È tutto così scuro ovunque
io volga lo sguardo che ho paura dei fantasmi, dei
mostri e del pagliaccio di It... Ma per un’ora decido
di giocare con le luci artificiali, le più vere a cui io
possa ambire in questo momento, e lascio ai flash
scandire i minuti di questa giocosa mattinata...
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Capitolo 21
Sono a casa, è ora di pranzo... Non ho fame...
Starò mica diventando anoressica? No, non credo,
perché le anoressiche se lo provocano il vomito, io
semplicemente... non riesco a smettere...!!!
Panico... lucidità... calendario... calma... oh
cazzo!!!
Ricontrollo, rido, sono una pazza a pensare
anche lontanamente che... o invece sì?
Mi vengono i lacrimoni grossi grossi... Urge
chiamare Ang... Oh no! Lei no! La meretrice no, per
fortuna che c’è Rosaria... La chiamo... risponde... mi
sento fortunata!
Con Rosaria ti puoi organizzare per sincronizzare
tutti gli orologi di casa... se le lancette corrispondono
all’orario del nostro appuntamento... li puoi anche
buttare, vuol dire che si son rotti!!!
Se richiedevo aiuto tramite le Poste Italiane,
magari arrivava prima, il che è tutto un dire!
Ad ogni modo è qui, ed è tutto ciò che conta...
Solo che non so da dove iniziare... Fino a due giorni
fa non ci sentivamo neppure per Pasqua e Natale ed
ora eccomi qui, a spiegarle che ho un ritardo ed il
papà, Nico, è...
“Irreperibile?”
“No, lui è...”
“Un bastardo traditore?”
“No, lui...”
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“Roba di droga?”
“Ma no!”
“...È fuggito all’estero con tutto il tuo denaro?”
“Ma la pianti? No, io e Nico ci siamo lasciati
perché... mi aveva fatto credere di essere povero in
canna, uno che si raccapezzava per sbarcare il
lunario, invece è l’erede della Caldiero spa...”
“Un fottutissimo principe azzurro? Figo!”
“Io non ho mai chiesto a nessuno di essere il mio
principe azzurro, io ho chiesto solo un po’ di
sincerità...”
“Iniziamo col fare il test, poi vediamo quanti
soldi spillare al bel principe!”
“No, tu non capisci, io non gli dirò nulla, se non
ha avuto amore a sufficienza per me, come può
averne un po’ di scorta per questa creatura?”
“Però qualcuno che vi mantenga ti serve... Ho un
piano...!!!”.
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Capitolo 22
Mi manca Angela, mi manca da impazzire...
Quando lei diceva “Ho un piano” il mondo
ricominciava a girare per il verso giusto, Angela
curava i miei torcimenti alla pancia meglio del
Maalox... Lei era la mia Vivin C per i mal di testa da
pensieri cupi, il mio fazzolettino di carta pulito
quando i miei occhi erano fiumi in piena...
Ora, come nei cartoni animati, temo di avere un
grosso punto interrogativo disegnato sulla testa... Il
piano di Rosaria mi sembra un piano Kamikaze, anzi
KAPICAZZE, come diceva Angela quando sentiva
una cosa allucinante... Ma tant’è, questo è il consiglio
che mi passa il convento...
“Ieri mi parlavi della tua collega stronza che cerca
di farsi ingroppare dal capo...”
“Dementria, sì, quanto la detesto...”
“Bene, noi coglieremo due piccioni con una fava:
ti vendicherai di Dementria e contemporaneamente
di Nico...!”
“???”
“Seduci il capo e appioppi a lui la paternità! La
Dea scenderà perdente dall’Olimpo ed il tuo bel
Pinocchio si pentirà amaramente di aver mentito ad
una fatina dolce come te...”
“Più che una fatina mi sento una...”
“Bando alle ciance, devi far presto, diciamo
entro... domani!!! Prima che la pancia cresca e
nessun uomo si sognerà più di avvicinarsi a te...”
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“Ti ringrazio...”
“Ti verranno le smagliature su pancia, seno e
fianchi e non potrai più mettere un baby-doll fra
poco senza il rischio di sembrare un grosso arrosto
legato con lo spago da cucina...”
“Ari-grazie!”
“La camminata a papera poi non è affatto sexy!”
“La mia autostima, prima di suicidarsi, ti ha
mandato i suoi più cordiali ringraziamenti...!!!”
“E la puzza di vomito poi... Dovrai girare sempre
con un pacchetto di mentine per l’alito...”
“Ma senz’altro...!!! Quando ti ho chiamata
pensavo proprio a questo: piccoli saggi consigli per
piccoli grandi problemi quotidiani...”
“Lieta di esserti stata utile!”
A questo punto voi vi chiederete: ma perché si
fascia la testa prima di cadere? Fa’ prima il test, no?
L’ho fatto, l’ho fatto, ed è positivo, positivissimo...
E ancora mi griderete: Bando all’orgoglio, chiama
Angela! Giammai!!!
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Capitolo 23
Gira e rigira però il ragionamento di Rosaria non
fa una grinza: sono sola, ho bisogno di un uomo, di
un compagno, di un padre, e Dea si merita una
lezione...!!!
Il notaio Puglia è un bell’uomo, indubbiamente...
Sulla quarantina, o poco più... Separato per giunta,
quindi in pratica libero... Ha due figli, ma non mi
importa se paga loro gli alimenti o se viene spolpato
dalla ex moglie: io non voglio il suo denaro, solo un
po’ di calore...
Arrivo in ufficio puntuale, indosso un tailleur
color cipria di Armani, la gonna arriva appena sopra
al ginocchio... L’ho pagato un occhio, ma “una
donna che si è appena lasciata con un uomo merita
un guardaroba nuovo” diceva sempre Ang... Beh,
insomma, mi son data alle spese folli... Una sorta di
investimento, come dice Rosaria, il che suona un po’
meno divertente della massima di Angela, ma è
vero...
Accendo la macchinetta del caffè e scarico la
posta! Non posso permettere a Dementria di
arrivare dal capo prima di me, non oggi, mai più!
Dea arriva dopo 10 minuti... mi guarda, no anzi
mi squadra, sente puzza di bruciato, tira appena
fuori la lingua per inumidirsi le labbra, ma a me
sembra più l’avvertimento di un serpente che sibila
tirando fuori la lingua velenosa e biforcuta!
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Aspetta che io mi sposti, ma io resto immobile,
come una guardia svizzera, ho conquistato la prima
base! Lei sospira, mi scansa, fa il suo caffè e torna
circospetta alla sua scrivania... Ha capito, ha
mangiato la foglia... Cavolo!!!
Il dott. Puglia non arriva, mi siedo scoraggiata al
mio posto, è stata solo una partenza in sordina...
“Ti spiezzo in due!”2
“Come scusa?” Sbaglio o Dementria mi sta
minacciando?
“No, nulla, non dicevo a te, mi si è solo spezzata
un’unghia! Porca m...!!!”
“Questa è Sparta!!!”3
Dea mi guarda in cagnesco, non capisco: “Come
scusa?”
“Sparita, anche questa è sparita... la limetta dal
mio cassetto, ne sai niente te?”
Ho le traveggole, le allucinazioni sonore, e me la
sto facendo addosso dal nervoso... Devo tirarmi
indietro, non posso, non devo, non sono obbligata a
sedurre il capo... E poi perché dovrei vendicarmi di
Dementria? È totalmente, irreversibilmente scema, è
un’illusa, ma... fino a ieri non mi era mai saltato in
mente di vendicarmi... Oh, Santo Piripillo!!!
2 Cit. Ivan Drago, dal film “Rocky IV”.
3 Cit. tratta dal film “300, lo dice Leonida ad un messaggero
di Serse.
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Capitolo 24
Il notaio Puglia arriva alle 10.00 esatte.
Dementria non si alza, osserva me andare alla
macchinetta del caffè e preparargli un espresso. Dea
mi studia, mi fa la radiografia e spero che non abbia
la vista a raggi x perché sotto al tailleur ho un
completino color rosa maialino, no, rosa cipria...
pardon, la commessa ha detto rosa cipria, e fa
pendant con la mia mise, ma io appena l’ho visto ho
pensato rosa maialino...
Porto il caffè al notaio, e lui mi guarda sorpreso,
non è abituato a vedermi nella sua stanza,
ultimamente tengo un profilo molto basso... Mi
ringrazia, e nel farlo mi sorride... Ha un’espressione
buona, dolce, ma poi penso che è separato e chissà
quante gliene ha combinate alla povera ex moglie...
Gli sorrido anche io, lascio la stanza, con una
lentezza calcolata, esasperante...
“Buona giornata dottore...”
“Gianluigi, mi chiami pure Gianluigi...”
Ah, uomini, tutti uguali, basta un nulla e
traballano!!!
Torno nella mia stanza, ed il mio cellulare si
mette a suonare, cavolo! Ho dimenticato di inserire
la vibrazione e le note di “Judas” invadono lo
studio... È ora di cambiare suoneria, questa mi ha
portato sfiga: “Judas”, Giuda, il traditore per
antonomasia... Eppure perfino Gesù è stato tradito
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da uno solo dei suoi, io dai due che mi erano più
vicini... Presa da questi pensieri ed ansiosa di mettere
a tacere Lady Gaga, distrattamente rispondo... È
lui... Nico... ed il mio cuore perde un battito... subito
rimpiazzato dai mille successivi, velocissimi...
“Antonella, amore mio...”
Vado fuori al balcone, dovrei attaccare lo so, ma
era per questo motivo che non avevo mai risposto...
La sua voce è musica, è il suono che avrei voluto
sentire appena sveglia, con cui avrei voluto
convivere in tutti i suoi toni e frequenze: ci avrei
voluto litigare con la sua voce, far pace, fare l’amore,
ari-litigare e poi daccapo! Per tutta la vita e sempre!
“Cosa vuoi?” gli chiedo brusca...
“Solo un’ora del tuo tempo... Non un’ora
preziosa, un’ora qualunque, un’ora inutile, un’ora in
cui non hai nulla da fare e ti annoi... Dimmi solo a
che ora è quell’ora ed io ti raggiungo... Voglio solo
parlarti...”
“Non abbiamo nulla da dirci!” Abbiamo tutto da
dirci... “In cinque mesi mi hai mentito, usato,
lacerato e se il mio corpo fosse il riflesso della mia
anima mi vedresti a brandelli!!! C’è qualcos’altro che
devi fare? Ah già, giusto, il tuo lavoro non è
compiuto se non mi uccidi... Cosa sei tu, una sorta
di giustiziere? Una donna ti ha deluso ed ora ti
vendichi sulla categoria?”
“Anto, le critiche sono distruttive, le proposte
costruttive... Dimmi cosa devo fare, dammi un
mattone per iniziare ed io ti innalzo un castello...”
“Ma tu proprio non lo capisci? Io non voglio
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castelli, carrozze e cavalli bianchi! Io con te volevo
una casa in affitto, un mutuo, un televisore
comprato a rate! Volevo nascondere il mio estratto
conto sotto al letto e litigare con te se eravamo in
rosso... Io con te volevo vivere su questo mondo,
l’unico che conosco... e provare tutto... Annoiarmi
con te: anche questo avrei voluto...!!!”
“Non guarderei mai sotto al NOSTRO letto se tu
sei nei paraggi, se tu ci sei sopra...”
Ha messo l’accento su nostro, io non avevo detto
nostro, io avevo detto letto, e basta!
“Sei fuori tempo massimo...” Clic.
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Capitolo 25
Cambio numero... è urgente, è necessario...
Cerco una tariffa che faccia per me...
“You&Me”? No, non c’è nessun You per me!
Vuoi parlare con tutti ILLIMITATAMENTE?
No, voglio limitare i contatti con tutti, anche perché
il mio tutto è diventato polvere oramai, cenere che si
consuma e se ancora traccia c’è, armerò il mio cuore
di ramazza e paletta e tutto svanirà!
Mancano 10 minuti alle 9, devo correre allo
studio... La giornata di ieri è stata inconcludente, io
non ho ancora un padre per il mio bambino e non
posso rispettare i lunghi tempi del corteggiamento,
quegli attimi che sembrano immensi, quei 30
secondi al giorno di intimità, quello sfiorarsi appena
di due vite che saggiano il sapore l’una dell’altra,
quei dettagli insignificanti agli occhi degli altri, ma
che riempiono pagine e pagine di diari segreti e nei
racconti con le amiche si colorano di particolari, le
attese, le aspettative, no... Io devo andare a letto con
il dottore, e dargli il figlio di un altro. Punto.
Dementria è già allo studio... in assetto di guerra:
oggi si è vestita come Alessia la fantastica trapezista,
quella vecchina del programma su Canale45! Ha un
abito rosa shocking che stona con le pareti beige,
tenui, del nostro ufficio... E tutto quel trucco fa
risaltare ancora di più i suoi difetti, che poi non son
difetti, sono solo anni, e non sarebbero così
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impietosi con lei se si limitasse ed accettasse di aver
passato gli anta... se scegliesse di essere più signorile,
anziché così volgare... Poi la sento parlare, e perdo
ogni speranza: la classe non è acqua e non avendo
quella, che punti pure sul technicolor!!!
“Come sei trash oggi!” Oh, cavolo, mi è
scappato, volevo dire glamour, ma mi è scappato
trash, oddioooooooo!!!
“Tu dici? Beh grazie, fanno sempre piacere i
complimenti a prima mattina!”
Ok, non ha capito un’acca, d’altra parte il suo
italiano è primitivo, non potevo pretendere che
spiccasse l’inglese, fiuuuuuuu!!! Dopo 10 minuti
inizia a guardarmi storto, e temo vivamente che sia
andata su Google a cercare “trash”... Cavolo!!!
“Prima che giunga la mia ora io riderò sul tuo
cadavere!”4
“Come scusa?”
“Ho detto che abbiamo un bel po’ da fare prima
che giunga l’ora di andare!”
“Ah!” Ari-fiuuuuuuu!!!
Oggi indosso un tailleur rosso, con le maniche
che arrivano ai gomiti, leggermente svasate...
La fortuna sembra essere dalla mia, perché
Dementria è al bagno quando arriva il dottore, ed io
mi precipito a fargli un caffè...
Mi saluta, cordiale... Oggi ha messo un profumo
nuovo, più forte, virile, fresco, ma senza essere
pungente. Io da donna so: lo ha messo per me! 1 a0!
4 Cit. dal film “Troy”.
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Capitolo 26
Ore 22:00. Ho i piedi a pezzi per aver lavorato
tutto il giorno sui tacchi ed un macigno che mi pesa
sullo stomaco: un altro fiasco, un’altra sconfitta...
Con un conato di vomito mi libero del macigno: era
solo acidità... ed il pensiero del bambino senza papà
mi assale... beh, e quando mai durante il giorno è un
pensiero latente? Ad ogni modo, non sono riuscita a
sedurre il boss, uff!!! Ed io che credevo che i titolari
passassero tutto il tempo a sbattersi le segretarie,
ahhhhhh!!! Non esistono più i titolari di un tempo!
Ed il colmo è che proprio la volta in cui ho bisogno
di una botta e via, mi imbatto in un uomo di altri
tempi... tempi lunghissimi, fra l’altro... che se io fossi
un’altra sarei su una stella ora, a ridere con le amiche
ed analizzare ogni suo cambio di umore, contarne i
sorrisi, studiare le sue parole su vari piani di
interpretazione...
Se io fossi un’altra, se io fossi quella di prima...
Vado a dormire, prendo un po’ di valeriana, un
rimedio naturale, innocuo... sperando di scampare
agli incubi che popolano le mie notti, che poi non
sono incubi: la notte io vedo Nico, e ci amiamo, e ci
baciamo, e viviamo, e siamo... L’incubo è dato dalla
discrepanza col risveglio, incubo è lui che non c’è...
Mi sveglio, della notte mi rimane solo un velo di
sudore sulla pelle, poggio il naso sul cuscino e
respiro, no anzi, aspiro... per cercare tracce, ma era
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solo un sogno... Il sudore è solo il mio...
Vado allo studio, sono arrabbiata, stanca! Stanca
di far l’amore con un sogno, come l’ho sempre e
comunque fatto con le mie illusioni! Oggi sono
guerriera!
Il Dottore è già arrivato, non mi fa attendere, non
conosce le regole del gioco ed io ne approfitto, non
sono gentile, oggi non mi sento una signora, oggi si
gioca il tutto per tutto, ed io non ho nulla da
perdere...
Chiudo la porta, ho una contrazione involontaria
ai lombi, anche se non sono innamorata questo
gioco mi piace... e tanto! Con un balzo gli sono
sopra, lui non si scansa, sembra sorpreso, come se
avesse ricevuto un dono inaspettato, immeritato...
Ma non ho tempo per emozionarmi, la sua
commozione vorrebbe straziarmi, tanto mi sembra
dolce, infantile... Note stonate se inserite sul mio
spartito... La canzone è sbagliata, non ho tempo per
la musica classica, musica gentile... Il mio pezzo è
rock... il mio pezzo suda... il mio pezzo stordisce i
neuroni e spinge il corpo a muoversi come in preda
al delirio... Mi muovo su di lui... e le stoffe
primaverili dei nostri abiti non ostacolano la scarica
che da me passa a lui... e lo trapassa... Spogliarsi
diventa urgente, come un bisogno necessario,
antico, come saziare la sete con l’acqua, la bocca con
la carne, primitivo come il congiungersi per creare...
Ma siamo una bestia che non ne ha mai abbastanza,
abbiamo una fame atavica di vita, di amore... e non
ci basta un’ora...
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Capitolo 27
Missione compiuta, se non sapessi di essere
incinta da più di un mese, non mi sorprenderei di
esserlo ora... Sono stranamente serena, qualcosa
finalmente gira... Ho rotto il ghiaccio e sono di
nuovo nel mondo... Prendo posto in prima fila, non
so a quale spettacolo mi toccherà assistere... però ci
sono...
Guardo negli occhi Gianluigi prima di andare via
e scorgo una verità chiara come la luce... Lui è solo
come me... Muove le labbra, starà solo gustando il
sapore dolce che rimane in bocca dopo un bacio,
dopo tutto... Eppure mi sembra in quel movimento
di leggere qualcosa di quasi sospirato, un grazie... A
volte abbiamo solo bisogno di qualcuno, uno
qualunque...
La giornata di lavoro passa in fretta, torno a casa,
ho registrato un film su My Sky ed ho tutte le
intenzioni di guardarmelo, stravaccata sul divano... Il
telefono suona e mi sorprende mentre ancora sono
sulla porta di ingresso... un numero nuovo... È lui,
Gianluigi... La sua voce sorride, e per l’ennesima
volta mi domando se abbia davvero 45 anni o ne
abbia 25 portati un po’ male... Parla tanto per non
lasciare spazio ai silenzi, parla anche per me, ride per
due... mi invita a cena stasera... e a me viene il
dubbio che i sogni per realizzarsi si affidino alle
Poste Italiane: quando arrivano realizzati sono già
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scaduti, consumati... e della candela accesa per
guidarli fino a noi non rimane nulla, se non cera e
lacrime... ed è proprio la fiamma della nostra
speranza perpetua che l’ha divorata...
Chiamo Rosaria, il piano sta prendendo una piega
inaspettata... Le spiego tutto...
“Cosa faccio ora?” Aspetto una soluzione, ma i
miei dubbi rimbalzano su di lei e tornando indietro
mi schiaffeggiano la faccia...
“Cazzo ne so, ma te che hai fatto per avere un
appuntamento? Dovevi sedurlo, non innamorarlo!”
Dopo 2 minuti mi rendo conto che sto
sprecando una telefonata e nonostante i minuti
gratis, non ho voglia di stare al cellulare con lei...
Mando un breve messaggio a Gianluigi, accetto...
D’altra parte è il minimo che io possa fare, tra un
po’ dovrò appioppargli un figlio non suo, con la mia
compagnia pago un debito che lui ancora non sa che
io ho contratto...
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Capitolo 28
Un ristorante arabo a Vietri sul Mare... Questa
poi! Io proprio non me l’aspettavo! Gianluigi lo
facevo più tipo da “La Torre d’Oro”, “La
Cornucopia”, ristoranti rinomati, di quelli che sul
menù della donna non appaiono i prezzi, cifre alte
ma che non spaventano chi quelle cifre le ha... chi le
sceglie come garanzia...
All’improvviso mi ricordo del mio bambino e di
tutte le precauzioni che dovrei usare col cibo...
Kebab... cos’è? Gianluigi mi sorride ignaro, non
posso dirgli nulla, nessuna donna scopre di essere
incinta dopo 12 ore, anche se dopo il primo round
di stamattina mi domando se sia possibile una
gravidanza gemellare, non posso credere che tutta
quella potenza non trovi spazio dentro me... mi ha
invasa, sono piena di lui... Mi sfugge un sorriso...
sono una deficiente: qui c’è solo da piangere...
Ci accomodiamo... a terra, su un tappeto
morbido e colorato... Ci servono kebab e cous cous,
e da bere del sidro di mele... Gianluigi alza il
bicchiere con la stessa solennità con cui la Statua
della libertà tiene alta la fiamma e mi invita a fare
“Cin cin!”. Rido, stavolta davvero... mi sento
giovane, mi sento una liceale, non mi sento io...
Assaggio tutte le salsine ed incrocio le dita... il mio
stomaco regge e lo prendo come segno di buon
auspicio!
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Il tempo vola... Perché quando ridi il tempo
fugge? Ha paura? Perché quando piangi il tempo si
dilata? Ci gode?
Torno a casa con una sola certezza: sono nei
guai... Ma decido di mettermi a letto, prima che i
pensieri cupi invadano questa giornata: questa serata
è stata perfetta, la lascerò così, e se la chiudo ora è
salva, pulita, è un mondo a sé stante senza rapporti
col passato o col futuro, non contestualizzata... un
giorno mi rifugerò qui per sopravvivere...
Giro la chiave nella serratura, entro in salotto,
lancio un urlo, terrore allo stato puro! Munch mi
disegnerebbe! E la paura non sarebbe spennellata
come aria concentrica che sale, la mia paura è solida,
reale!
“Sono io piccola, calmati!”
“Aless... Avvocato, cosa ci fa Lei qui?” Perché
diamine non mi son fatta rendere le mie chiavi di
casa? Che poi non le aveva mai usate e se non erro
aveva anche detto di averle perse!!!
“Andiamo a letto, ti devo un orgasmo...”5
“Avvocato, Alessio, hai per caso... bevuto?”
“Ti voglio da impazzire, soprattutto adesso che ti
mordi il labbro...”6
“Ma io non sto mordendo nulla! Sto solo
togliendomi un pezzetto di insalata dagli incisivi!”.
Diamine, questo qui non è che ha letto le 50
sfumature, si è fatto fare una trasfusione, ha
trasferito l’intera saga dall’e-book al cervello tramite
5
6
Cit. “Cinquanta sfumature di grigio”.
Cit. “Cinquanta sfumature di grigio”.
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bluetooth!!!
“Il nostro scopo è il piacere!”7
“Mò prendo la ramazza e ti scopo fuori di qui
subito subito! Nessun doppio senso!”
“Tu sei un terno al lotto, la cura contro il cancro,
i tre desideri della lampada di Aladino, tutto in uno!
Lo capisco solo ora!”8.
“Alessio, tu per me sei un guaio di notte, la mora
sulla tassa pagata in ritardo, l’Imu, il canone Rai, il
pignoramento di Equitalia, tutto in uno! L’ho capito
già da un po’!”.
Non replica... crolla, come imploso su se stesso...
Ma le donne incinte non dovrebbero stare quiete ad
accarezzarsi il pancione e fare pediluvi per gli arti
doloranti? Cercando di non sforzarmi troppo lo
trascino fuori... Ha lasciato l’auto aperta... Lo adagio
lì... Gli lascio un bacio sulla fronte, tanta bellezza
non può andare sprecata... Solo un bacio, come un
rigurgito del mio amore oramai andato oltre... Un
bacio casto, puro, come era il mio sentimento per
lui... Un altro desiderio divenuto realtà dopo il
gong... Non mi stupirei se tra un po’ si presentasse a
casa mamma col camper rosa di Barbie... Lo avevo
segnalato a Babbo Natale nella mia letterina del
1991... La prossima volta che esprimo un desiderio
nuovo, devo ricordare di annullare gli ordine vecchi,
un po’ come si fa in amministrazione: “Il suddetto
ordine annulla e sostituisce il precedente!”.
7 Cit. “Cinquanta sfumature di grigio”.
8
Cit. “Cinquanta sfumature di grigio”.
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Dicono che Dio sia infinitamente buono, io in
questo momento me lo immagino sulla sua
nuvoletta a contorcersi dalle risate... per me è
infinitamente burlone...
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Capitolo 29
Il secondo appuntamento con Gianluigi eclissa di
gran lunga il primo... Mi porta al Drive in a vedere
un film scemo... Sono più rilassata di ieri, e la trama
del film banale è un ottimo sfondo per noi, le risa
che attraverso la nostra autoradio si diffondono
nell’abitacolo ci tengono compagnia, fanno eco alle
nostre... Non abbiamo bevuto, ma siamo ebbri di
allegria, e ci baciamo, e ci spingiamo, e ci tiriamo, e
ci avviciniamo, anzi a dirla tutta non stiamo mai così
lontani da non poter intrecciare le mani nelle mani,
gli sguardi negli sguardi...
Succede... di nuovo... così siamo a quota due
(beh, quattro, se consideriamo le doppiette...!!!). Mi
vien voglia di dirgli tutta la verità, ora che non è
tardi... Mi sale alle labbra, ma la ingoio, quest’amara
verità... La sincerità è per chi ha alternative, per chi
si può permettere di farsi terra bruciata e cambiare
direzione, per chi ha un altro posto dove andare... Io
il mio posto me lo devo guadagnare a gomitate... e
che sia un posto comodo, visto che tra un po’ il mio
corpo e la mia vita saranno molto ingombranti...
Opto per la menzogna... “Mors tua, vita mea”... e
succhio la sua vita, avida come un vampiro col
sangue... Metto il mio cervello su “off”, tolgo il
vivavoce, anzi lo metto proprio in modalità
silenzioso... Ecco, così va meglio...
“Ti amo Antonella...”
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Ma basta, questo è troppo, ora lo picchio!!!
Scende una lacrima, lui pensa che io sia commossa,
me la bacia via... Dio, manda un fulmine, riducimi in
cenere!
Il silenzio invade l’auto, si impadronisce dello
spazio irritante come un ospite indesiderato... Lui
fraintende, pensa di aver sbagliato i tempi, il sorriso
tramonta, sorge un dolore che conosco: il dolore del
rifiuto... Ma è un dolore timido il suo, un dolore che
non vuole colpevolizzare, un dolore signore,
galantuomo, che imputa a sé tutte le colpe,
lasciandomi pulita, innocente... Per la prima volta
inizio a capire Nico, e cosa debba aver provato
quando ad un tratto Io + Lui non eravamo più una
somma, un’unica essenza, ma un calcolo matematico
sbagliato, eppure un risultato così perfetto per le
leggi dell’Amore... Lo scagiono, ma è tardi...
All’improvviso mi estraneo dal mio corpo,
evaporo, e dall’alto mi vedo con chiarezza: ho avuto
la fortuna di innamorarmi due volte, di due uomini
stupendi, di imbattermi due volte nell’Amore... Loro
hanno avuto la sfortuna di imbattersi in me...
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Capitolo 30
Dea non mi parla da una settimana... Non che
prima dialogassimo per davvero, più che altro
giocavamo a ping pong con le parole, qualcuna fra
di noi rimbalzava, del tipo “Buongiorno - ’ngiorno”
“Come stai? - Bene grazie e tu?”. Ora
paradossalmente la stanza è ancora più piena di
parole, nessuna molto lusinghiera a dire il vero,
nessuna pronunciata però... Lei sa... Lei certe cose le
annusa, le sente... perché le conosce... Ad ogni
modo, Dea è l’ultimo dei miei problemi, che come
sapete non son pochi, quindi lei è tipo in posizione...
numero 100!!!
I rapporti con Gianluigi non si sono raffreddati,
direi piuttosto intiepiditi... e questo non è il
momento adatto per dirgli del bambino, eppure è il
momento...
Busso alla sua porta, la mia espressione lo turba...
Lui, adulto, delicato come un bambino... ha paura di
me... ha paura dell’assenza di me... Invece sto per
dirgli che resto, vorrei dirgli che la bugia che gli sto
propinando si è sciacquata nelle acque dell’amore, e
che si sta purificando... ma non so se è così, io non
so più nulla, so solo che il mio cuore è straziato,
lacerato da due uomini ed io vorrei solo che l’uomo
con cui sto ed il padre di mio figlio siano la stessa
persona, l’uno o l’altro, Dio, scegli tu per me!
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Una folgorazione, all’improvviso la cosa giusta da
fare si prospetta davanti a me, nitidamente: Nico è il
padre, è lui che deve saperlo, lui che deve restarmi a
fianco... Posso perdonarlo fino in fondo? No... non
ci riesco... e pronuncio le maledette parole...
“Sono incinta Gianluigi, aspettiamo un figlio...”
Non mi chiede perché mai non usassi
anticoncezionali, non dubita neanche per un attimo
di me... e la settimana di tensione svanisce, lui mi
corre incontro, mi solleva da terra e mi bacia... Io
aggiungo un altro peccato alla mia lista, un’altra
pietra nera appesantisce la mia anima... che un
giorno verrà trascinata giù, per l’eternità...
Mi dice di prendere il pomeriggio libero, io
accetto, è ora che vada da una ginecologa e inizi a
fare bene i miei calcoli: spero tanto che questo
bambino sia piccolo... Per Gianluigi, lui nascerà
settimino...
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Capitolo 31
Passano i mesi... veloci... e siamo a fine estate...
Gli abiti leggeri evidenziano la mia pancia tonda,
perfetta... bellissima... Mi sto abituando alla mia
nuova vita, io e Gianluigi siamo felici, in ufficio
prendo parecchi permessi, sono al 5° mese e
sebbene proceda tutto facilmente, il mio compagno
non vuole che mi strapazzi... Aspetto che Rosaria mi
venga a prendere per accompagnarmi dalla
dottoressa, il campanello suona, apro la porta
sorridente... è Alessio... “A volte ritornano...”.
Stephen King aveva ragione!!!
Se Alessio fosse un cartoon, lo disegnerebbero
con la mascella slogata, tale è la sua espressione
appena focalizza la mia pancia, capendo che no, non
ho nascosto un Super Santos sotto l’abitino...
“È mio?” Allora è per questo che è sconvolto?
“No Alessio, non è tuo, ci siamo lasciati da 9
mesi, io sono al quin... quarto mese!”
“Ah, sembravi più grossa!”
“Ti ringrazio!” Sparisci!!!
“È di Nico, quello della puntata dell’Eredità?”
“No, ho un nuovo compagno...” gli dico... Ma
vaffanculo, penso!!!
Si aspetta che lo inviti ad entrare per un caffè, e
lo faccio, anche se è buffo... non ricordo più come
lo prende... Penso ai tempi spensierati in cui ogni
bacio era il gusto di una pizza, ogni uomo aveva il
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suo caffè del cuore, ed io giocavo con amore e
sapori... Mi sa che ora ho messo troppa carne sul
fuoco, troppi ingredienti bollono nella pentola... ed
in bocca solo il gusto amaro della bile...
“Ristretto...” mi viene in aiuto, e capisce che io
sono oltre, l’ho superato, l’ho dimenticato... si sente
svanire, svaporare, come se non fosse mai esistito...
Eppure è stato così reale, il suo corpo era reale... Mi
chiedo di quale sostanza son fatti i sogni e gli
amori... Certo di materia precaria, che si altera fino a
scomparire al minimo urto, al minimo graffio, al
minimo tocco che non c’è...
Va via... so che è l’ultima volta che lo vedrò...
raramente la gente conosce l’ultima volta di un
qualcosa... Sai quando inizi, ma non quando finisci,
sai quando nasci, non sai quando muori... Oggi
moriamo noi...
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Capitolo 32
La visita ginecologica è andata bene, aspetto un
maschietto, un altro uomo d’amare... come se non
bastassero!!! Guardo negli occhi Rosaria, cercando
una lacrima di commozione che mi tenga
compagnia, ma lei è qui senza esserci, è qui solo
perché ci si è trovata dentro...
Conoscete una sensazione peggiore di quella in
cui ricevete una gran bella notizia, un miracolo, una
grazia, un successo e nessuno intorno a voi ne
capisce la portata? Si chiama solitudine...
Torno a casa... mi preparo... ho appuntamento
con Gianluigi. Il sesso del bambino a lui non lo
posso ancora dire, poiché crede che io sia indietro di
un mese... ed il mio sorriso, già mitigato dalla
freddezza di Rosaria, lentamente si spegne... Capisco
che non pagherò con l’Inferno per il mio peccato...
La mia punizione è qui, su questa terra. È convivere
ogni giorno con me stessa, una me bugiarda,
sbagliata, indegna... La mia punizione è avere tutto
ciò che ho sempre desiderato senza mai poterne
godere appieno...
Lui arriva, bello come il sole di questa estate che
ancora ci scalda... Ha indossato dei jeans ed una
t-shirt, mi piace quando si toglie gli abiti da
lavoro e indossa quel sorriso sbarazzino... mi piace
quando si toglie gli abiti... in generale!!!
Andiamo a fare un pic-nic sul Monte Faito,
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stende a terra una tovaglia a quadri, al menù ha
pensato lui... Io ho solo portato dei dolcetti...
“Avrei portato un formaggio... uno a caso...”
“Gorgonzola!!! IL formaggio!!! Ma non ne posso
mangiare... Buuuuuuuh!!!”
“Ma sì che puoi!!! Mia mamma ne mangiava a
tonnellate quando aspettava me, e guarda il
risultato... Non ti darei mai qualcosa che potrebbe
nuocere al nostro bambino... È un Puglia, è una
buona forchetta, dagli qualcosa di saporito, sennò
appena esce dal tuo bel pancino avrà già qualcosa su
cui ridire!!!”
È un Puglia... è una buona forchetta... No, non è
un Puglia amore mio... e per un attimo lunghissimo
penso a Nico, al suo sorriso, ai suoi denti bianchi...
Ripenso ai 10 comandamenti, ed a quello che intima
di non rubare, ed io gli sto portando via un figlio per
donarlo ad un altro, e mi sento più peccatrice di
un’adultera, e non perché io abbia condiviso il mio
corpo con due uomini, no, ma perché l’ho venduto
come nuovo, come terreno fertile da arare e
coltivare, quando invece il vecchio fattore aveva già
fatto la semina, e con successo...
Ci metto un momento di troppo a capire che
Gianluigi sta aspettando il dolce, ma mi riscuoto... e
prendo dal mio paniere i cupcakes ed i macarons...
Lui è felice... è tutto perfetto: ha una donna che lo
ama, un figlio, un prato ed un dolce fra le mani... Io,
fra le dita, solo sabbia...
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Capitolo 33
Mai e poi mai!!!
“Ma che bello!” dico invece... Secondo Gianluigi
è arrivato il momento che io conosca mammà... e
voi vi chiederete cosa c’è che non va... visto che ho
sempre sognato di avere una famiglia... Sì, ma una
mia, non quella presa in prestito, affittata, usata da
qualcun altro... Il fantasma di Chiara, la prima
moglie, inizia a farmi “Buh” e dal nervoso mi
rosicchio le unghie... Anzi, magari fosse un
fantasma, magari fosse... invece è!!! Viva e vegeta,
leggiadra, bionda e bella, un’eterea presenza che
invade ancora lo spazio che non occupa più... Sì, ne
son certa... l’ho capito dal fatto che Gianluigi non ne
parla mai... sceglie il silenzio laddove io ho bisogno
di una spiegazione, necessito di chiarezz... no,
proprio di quella no! Vorrei spegnere la luce su di
lei, farla sparire, “Puff!”
E poi c’è da dire che le riunioni familiari proprio
non fanno per me! Io, che puntualmente son
mancata a compleanni e Comunioni con ogni scusa,
ho avuto tre volte il morbillo e due gli orecchioni,
l’anno della maturità poi è stato uno sballo, perché
non ho dovuto trovare scuse, solo calcare un po’ la
mano, affliggermi un po’ di più per i test finali, fare
la secchiona per non fare la sfigata che a 18 anni
invece di uscire va alle feste dei cuginetti con
mamma e papà...
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Ad ogni modo, domenica si pranza con la Sacra
Famiglia!
Mia suocera si chiama Luisa, è una donna bella,
elegante, ma stronza! Mi chiedo se Gianluigi sia
davvero figlio suo, e mentre sto per catalogarla
anche come zoccola, mi ricordo che di certe cose
son capace solo io...
Avete presente il film “Quel mostro di suocera”
con Jennifer Lopez? Ebbene, in questo caso J-Lo
sono io, e di certo il mio sedere a questo stadio della
gravidanza è vistoso come il suo! Devo rivedere
assolutamente il dvd, tanto per ricordarmi come
finisce, se non sbaglio la cara mammina muore con
una siringa conficcata nel collo... Ah no! Quello era
un documentario sulle iene...!!! Sarà un caso che
anche l’organizzazione di queste simpatiche
bestioline sia matriarcale?
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Capitolo 34
“Mi odia!”
“Ma no, ha solo detto che lei questi dolcini non li
conosce... e preferisce la pastiera...”
“Per l’esattezza ha detto che i miei macarons non
sono dolci, ma solo l’assurdo connubio fra zucchero
e coloranti. E non è che lei ami la pastiera in
generale, ma si è lasciata sfuggire che quella di
Chiara in particolare era divina! E poi pensa che io
sia grassa!!!”
“Non ha mai detto che tu sei grassa!”
“No, non esplicitamente, ma ha insinuato che qui
dentro ci sono due gemelli, e ha aggiunto se per caso
io sia ipotiroidea!!!”
Gianluigi ride, e ride l’aria tutt’intorno a noi... No,
non è arrabbiato, vorrebbe riprendermi, ma non ce
la fa, gli scappa un po’ di felicità dagli occhi e non è
credibile...
È incredibile quanto mi ami, stavolta davvero
l’ho fatta grossa, volevo essere spiritosa, ma ho solo
rischiato di far saltare il by-pass alla vecchia nonna
di Gian...!!! È solo che ero sotto pressione e quando
Luisa mi ha chiesto se usassimo precauzioni con
questo pancione, non credevo si riferisse
all’astinenza totale dal sesso... e le ho risposto che sì,
per non far pressione sul bambino Gian mi
prendeva da dietro...!!! Non volevo essere volgare, è
solo che un’immagine di noi in piedi, io appoggiata
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al muro... dagli occhi della memoria è corsa come un
Eurostar fino alla bocca che le ha dato voce... Non
l’ho fatto apposta, giuro! E poi in tavola avevano
messo quel delizioso vino liquoroso portoghese... ed
all’improvviso sento me stessa dire quanto possa
essere eccitante passare tutta la vita con lo stesso
uomo, al giorno d’oggi la vera trasgressione non sta
nel tradimento, ma nella fedeltà... Quante “salse” e
quante “spezie” conosce un uomo per condire e
propinarti ogni giorno sempre la stessa minestrina
per tutta la vita e sempre? Mimo anche le virgolette
con le dita, nel caso qualche ingenuo avesse voluto
pensare che stessi recitando solo un libro di ricette!
Al mattino mi sveglio e penso “Che ingrediente avrà
aggiunto la scorsa notte?”. Nessuno ha riso, ora
mentre la sbornia si dirada e metto a posto le tessere
di quella conversazione ne capisco il motivo... E
questo è solo quel che ricordo!!!
Dall’autoradio partono le note di “Per
dimenticare” degli Zero Assoluto, cantano di
tombole a Natale e mal di testa ricorrenti, di
affrontare suocera, cognato, nipoti e parenti...
Ridiamo,
senza
metterci
d’accordo
ma
perfettamente sincronizzati, io e Gian... e capisco
che involontariamente ho risolto i miei problemi:
siamo stati banditi dal regno!!!
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Capitolo 35
Il regalo più bello che una persona possa farti è
aiutarti a perdonarla... Insistere, prendere l’altra per
sfinimento, per nostalgia, tentare, accettare i rifiuti...
Combattere, nonostante le battaglie perse, per non
esser mai bandito dal cuore...
Angela non è mai andata via, e quando me la
vedo dritta, fiera, decisa all’assalto finale alla mia
fortezza sorrido... Non voglio che sprechi altre
energie...
“Ti stavo aspettando...”
Mi zittisce, ride e piange, non vuole che parli io,
ha un breve discorso, un qualcosa da dirmi che le
brucia in gola... Forse è questo l’effetto collaterale
delle parole troppo a lungo trattenute... Se non
sgorgano fuori fanno male...
“Sai quando ho capito che siamo sorelle?
Quando Giuseppe mi ha detto di avere la
siderodromofobia!”
“Ma lo sapevi già!”
“Sì, ma io ho pensato di poterlo guarire... Proprio
come te!”
Mi abbraccia e solo scontrandosi con la mia
pancia si rende conto che sono incinta... Ora mi vien
da piangere... ma senza gioia... E capisco che se lei
fosse stata con me io non sarei in questo casino, poi
però penso a Gian, che è stato il risultato dei miei
errori, il premio al posto della punizione, e allora
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nonostante tutto in questa vicenda io non cambierei
nulla... solo premo il tasto “Pause”... perché ora
tutto è perfetto, sulla corda di questo equilibrio
instabile io ho imparato a danzare... Dio, fa’ che non
si alzi il vento...
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Capitolo 36
“...e per tutta la durata del pranzo non ha fatto
altro che chiamarmi Chiara!!!”
“Allora tua suocera ha paura di te!”
“Macché, mi detesta, non ci siamo prese, a
pelle...”
“No, si disprezza sempre la pietra di valore,
affinché il commerciante sciocco ne sbagli la
valutazione del prezzo... Tu sei diamante!”
“Non mi interessa la stima che ha fatto di me...
Più che altro son basita dall’impressione che ha fatto
lei a me... Insomma, ha più di 65 anni, ha due
nipoti... Io me la immaginavo più come una dolce
nonnetta, casalinga e tranquilla, un po’ come lo è
stata la mia... Invece credo che i nonnini di oggi
guardino troppo i programmi alla Tv, ed emulano!
A 105 anni si vogliono innamorare, risposare,
reinventare, paracadutare, vogliono spopolare! Ma
dove son finiti gli abiti a fiori, i capelli bianchi, i seni
enormi per le troppe gravidanze, quei pettacchioni
esagerati su cui addormentarsi!
’Ste nonnine qui hanno la french su mani e piedi,
ai nipoti non fanno biscotti, ma gli danno 50 € e
dicono “Compra quello che vuoi!”. Il tempo che
non danno, lo pagano... Metti mia suocera, Luisa: si
è lamentata per tutto il tempo di non vedere mai i
figli di Gian, ma secondo me son loro che non
trovano un buco d’amore nel tempo della nonna!
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Luisa fa Tango al martedì ed al giovedì, gioca a
Scala 40 al Circolo, ha l’abbonamento al San Carlo e
da un mese, per vincere la noia – come dice lei!!! –
ha iniziato a fare equitazione... Ai nipoti non li cag...
calcola manco di striscio...!!!
In compenso ha un amore impulsivo convulsivo,
sviscerato e direi a tratti maniacale verso Gian, che
lei chiama Luigino! Maddai!!! Mi ha consegnato un
valigione pieno delle sue camicie stirate, gli ha
comprato 10 paia di boxer nuovi e lo ha riempito di
cibo da portare a casa (preparato dalla cuoca, però!),
nel caso dovesse scoppiare la Terza Guerra
Mondiale, venire una carestia globale o, ipotesi più
plausibile, gli dovesse capitare una compagna
disadattata come me che rimane incinta al 1°
incontro ed usa il Bimby per impastare!”
“Anto... ma dell’ex moglie, la mitica, unica,
insuperabile Chiara... cosa ne è venuto fuori? Perché
si son separati?”
“Gianluigi non te lo ha mai detto? Pare che
Chiara non sopportasse le intrusioni nel suo privato
di Luisa!!!”
“Sta bene!!!”
All’improvviso Angy prende la borsa e tira fuori
un pacchetto... sottile, quadrato...
“Cos’è?”
“Beh, nel caso tu non avessi voluto aprirmi... mi
ero preparata una sorpresina strappalacrime per te,
anche se più che altro avresti pianto sì, ma dalle
risate... Hai presente i miei amici che hanno la “Fade
In”? La sala di registrazione ad Acquara? Beh, metti
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su questo dvd e capirai a cosa sono arrivata per
te...!!!”
Non ridevo così tanto da una vita... No, no,
Angela non è ridicola, è tutta la scena che è comica!
Il dvd parte e lei è in sala con due cuffie
professionali alle orecchie... Con un piede porta il
tempo, attacca... canta per me... mi dedica
“Perdono” di Tiziano Ferro, il ritmo la avvolge, si
impadronisce di lei, acquista sicurezza, mima un
passo rap... si ingarbuglia nei fili... ma non smette di
cantare...
“Ripenso a quando ho fatto io del male
e di persone ce ne sono tante
buoni pretesti sempre troppo pochi...”
Ora tocca a me... almeno con Angy devo essere
sincera, ma mi vergogno, vorrei tornare bambina, o
quanto meno adolescente.
La mia mente ritorna ad un pomeriggio del 1996,
quando i Take That si sciolsero ed io pensai che se il
mio cuore avesse retto a quello allora potevo
sopportare di tutto! Sul muro di fronte casa apparve
una scritta: “Vasco non si dividerà mai!” ed io mi
incazzai, pensai “Certo che non si può dividere: uno
è uno!”. Ma ora capisco che anche uno si può
dividere, io sono due metà, io sono bugia e verità,
bene e male, gioia e dolore... Io sono... nella merda!!!
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Capitolo 37
“Cosa?????”
“Angela ascolta, non è come credi, lasciami
finire...”
“Perché, c’è dell’altro? Dio Anto!!!”
Lo sapevo, lo sapevo che non dovevo dirle tutta
la verità...!!! Forse avrei dovuto prepararmi un
discorso, con le parole giuste magari non
suonerebbe tutto così... sbagliato!!! Un po’ come
fanno gli avvocati...!!!
“Allora, ricapitoliamo Anto: il figlio è di Nico,
che non lo sa... Gian crede di essere il padre, ma non
lo è... La tua ginecologa ha strappato la laurea,
perché tu affermi di essere al 4° mese, mentre sei nel
5°, se non addirittura nel 6°!!! A gennaio nascerà un
bambino, che tutti aspettano per febbraio... In
pratica tutto ciò che c’è da capire è che la verità è
esattamente l’opposto di quella che hai raccontato,
giusto?”
“Più o meno... beh, sì...”
“Cosa conti di fare?”
“Aspetto che tu mi dica qual è il piano!”
“Perderai Filipp e o panar!”
“No, non posso permetterlo...”
“Esattamente, per intenderci... tu ami Gian?”
“Da morire... anche se è iniziato tutto per errore,
per voglia di rivincita, per disperazione... sai, Rosaria
pensava...”
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“Rosaria???”
“Beh, sì, ultimamente mi son vista spesso con
Rosaria Ercolano...”
“Quella di classe nostra?”
“Sì...”
“Quella che in quinta ti convinse a fare sega e
andare agli scavi di Pompei quando avevamo il test
di preparazione per la terza prova? Che poi la
preside vi ha sgamate e sospese... e voi non vi siete
più parlate ed alla maturità tu hai goduto che lei
abbia preso 60... su 100!”
“Cavolo, avevo rimosso tutto!!!”
“Vedo che è sempre brava a dispensare
consigli...”
“Insuperabile...”
“Ma Nico in tutto questo che ruolo ha? Se non lo
senti, e non lo vedi... perché tenere tutto così in
sospeso?”
“Perché non mi perdonerebbe mai, cambierebbe
per sempre l’idea che ha di me...Non basterebbe una
canzone con lui... E poi lo amo ancora... non sono
pronta a lasciarlo andare via...”
“Ma non amavi Gian?”
“Io li amo entrambi!!! Che vuoi, mi son
dimenticata di resettare il cuore e l’ho sublocato a
tutti e due!”
“Stai scherzando spero!”
“Magari...”.
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Capitolo 38
L’estate lascia il posto all’autunno, io e Gian
siamo seduti in giardino, a terra, sotto un albero...
Lui mi sfiora la pancia...
“È un maschietto...”
“Anto, amore mio! È fantastico...!!! Gli comprerò
subito un completino del calcio Napoli, prima di
imparare a camminare gli insegnerò a calciare...!!!
Non te l’ho mai detto, ma se non avessi fatto il
notaio a quest’ora non mi avresti mai conosciuto, di
certo mi avrebbe acquistato il Real Madrid!”
Amore mio, Nico, il papà del nostro bambino,
non sa calciare una palla manco se ce l’avesse a
portata
di
piede...
Lui
inciamperebbe,
imprecherebbe, detesta il calcio...
“Sarà di certo così!” dico invece...
“Dobbiamo scegliere un nome...”
“Io ci avrei già pensato... Vorrei si chiamasse
Gaetano, come mio nonno... Lo so, ci sono milioni
di nomi più moderni, più musicali, più adatti ad un
bambino, ma io vorrei chiamarlo così...”
“Devi averlo amato molto! Il nome è davvero
bruttino amore mio!”
“Quindi?”
“Quindi... Esci fuori Gaetano, mamma e papà
non vedono l’ora di abbracciarti!!!”
Gian dopo pranzo va allo studio... Io aspetto
Angela... e così ogni giorno... e l’arancio diventa
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marroncino, e le maniche dei vestiti si allungano e
sui capelli appaiono i berretti... Il tempo scorre e
gennaio si avvicina... Oramai non vivo più a casa
mia, sono da Gian già da un po’... La gente per
strada mi chiama Signora... e ne ho tutte le
sembianze... Angy mi tiene compagnia tutti i
pomeriggi, soprattutto ora che ogni movimento è
una tortura e la paura del parto si fa più pressante...
E già, perché presa da tanti pensieri, avevo
dimenticato che sebbene si diventi genitori in due, in
realtà chi va in sala parto sono solo io!!! I dolori si
son fatti più forti da ieri sera, ma io resisto...
“Tesoro, sei troppo suscettibile, ti stai
impressionando... Manca ancora un mese... si vede
che sei impaziente!!!” mi ha detto Gian ieri dopo
cena...
Eh già, per lui manca un mese... così tengo duro...
non uscire bambino, gioca nella placenta ancora un
po’... Mammina ti sta chiedendo tanto, lo so, ma
vedrai che mi farò perdonare...
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Capitolo 39
“Angy ci siamo!” La coinvolgo, ma in realtà non
è corretto, io ci sono... e se queste son solo le doglie,
mi domando cosa mi aspetta...!!! Maledico
mentalmente la mia dirimpettaia, la vicina di casa
chiacchierona che mi ha fatto la testa tanta da
quando vivo qui e per tutta la gestazione mi ha
ripetuto: è come avere le regole, appena solo un po’
più percettibile...
Col cavolo!!! Mi sento come una gallina che ha
fatto la birichina con un pachiderma, ed ora stessi
cacciando un uovo di elefante! Sì, lo so che gli
elefanti non copulano con le galline, era solo per
fare un esempio! Suona il telefono, è mia mamma...
che tempismo...!!!
“No, Angy, dille di no... Non mi occorre nulla...
Va bene così!”
L’ultima persona che voglio a fianco mentre
partorisco è mia mamma, son certa che mi
inciterebbe sì, ma al suicidio!!! Ed è strano che
proprio lei, un’insegnante di Lettere, non sappia
come combinare le parole... Ne usa a milioni, ma
tutte sbagliate!!! Devo a lei infatti tutte le mie
insicurezze ed ansie... È lei che per una vita intera
non ha fatto altro che ripetermi...
“Hai visto la Ilary Blasi? È dell’81 come te, ed è
sposata con un calciatore famoso... lei!!!”.
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O anche senza andare così oltre: “Hai visto la
Nunzia? È dell’81 come te ed è alta 1 metro e 80!!!”
Mica è colpa mia che la mamma della Nunzia si è
accoppiata con un watusso e te con Grande Puffo!!!
Vi chiederete: son questi i pensieri che si fanno
durante le doglie? Non lo so, non son mica una
donna universale!!! Questi sono i pensieri che faccio
io...!!!
Angy prende l’auto, mi porta in ospedale, chiamo
Gian... è sua la mano che voglio tenga la mia in sala
parto...
Mia mamma è qui... noooooooooooo!!! Iniziano
col farmi un tracciato, ma sono molto avanti con le
contrazioni, quasi del tutto dilatata... Oddio!!
“Fatele
l’epidurale...
fatele
l’epidurale
subitoooooooo!!!”
Una combinazione di quattro parole nell’ordine
giusto... al momento giusto... Chi è questa
indemoniata travestita da mia mamma? La adoro!!!
A tratti piombo nell’incoscienza... è vellutata... mi
accarezza... bellaaaaaa!!!
Sento le voci come fossi sott’acqua... Vedo il
mondo lento... Ahhhhhhhh, che gioia! Finalmente
l’ha capito che non serve a nulla correre, che è solo
una sfera che gira su se stessa... Mi piace questo
ritmo, anzi... quest’assenza di ritmo... Conto i volti
delle persone intorno a me... Cerco di ricordare un
qualcosa, ma mi sfugge... Chi manca? Ah, giusto,
mio padre, il grande assente... In linea col suo non
volerci, è perfettamente logico che non sia qui...
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Lui ci ha cancellate, ma non con un tratto di
penna, che conserva il ricordo delle parole scritte,
no! Con la gomma a rotellina, avete presente? Quella
che doveva salvare i quaderni, renderli ordinati e
presentabili... e invece sbavava e lasciava buchi nel
foglio grandi così! Ecco... la nostra anima è un po’
groviera! Io e mamma siamo stropicciate, vittime di
chi ha voluto scrivere una storia e poi cancellarne i
tratti, quelli salienti, lasciando i protagonisti incapaci
di avanzare sulle pagine bianche e senza la sicurezza
di una trama solida alle spalle... Ora che ci penso
non ho nemmeno detto a mio padre che ero in
attesa... lo avrà però sicuramente saputo...
“Se non mi rivolgi la parola è perché ti ho ferito,
e ferirti è quello che volevo...” vorrei gridargli in
faccia se fosse qui...
Ma ora basta pensare, devo spingere!
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Capitolo 40
Apro gli occhi... le pareti bianche... la luce tenue...
Attaccato al mio letto, un palloncino celeste con una
scritta:
“È nata una mamma. Ti amo. Gian”. Ti amo
anche io, tantissimo...
Mia mamma non è qui. Angy mi dice che è da
un’ora al nido, guarda Gaetano innamorata e capisco
che lui è la sua pagina bianca... Ma lei stavolta è
cresciuta, saprà cosa scriverci su, saprà quale ninna
nanna cantargli, saprà come tenerlo in braccio se
avrà una colichetta o un fantasma nascosto
nell’armadio...
Tutto è perfetto... Gian si avvicina, mi bacia, non
posso desiderare più di questo, non merito più di
questo...
“Non è tuo figlio Gian...”
Lui mi guarda ed io vorrei morire, così, seduta
stante... Anche il pallore ha un colore, ma lui no,
non ce l’ha...
Va via in silenzio... Io son leggera e lui pesante...
Ho sgravato... ho partorito Gaetano e la verità...
Forse è troppo per me... Compongo veloce il
numero di Nico, mai dimenticato: “Corri, sono in
ospedale...” Missione compiuta... e leggera svengo...
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Capitolo 41
“Come hai potuto Anto! Come!!! Tenermi
nascosto che avevamo concepito un figlio!”
“Ora siamo pari...”
“Ti sbagli, tu hai perso, tu hai perso me...!”
Quante volte ci dobbiamo dire addio? Non era
già successo? Anche l’altra volta aveva fatto così
male? Eppure son felice... libera di ricominciare da
dove mi ero lasciata, da me...
Nella piccola cappella dell’ospedale conosco un
prete, Don Domenico... È giovane... 30? Immagino
di sì... Mi abbraccia, mi assolve... Dio è
misericordioso, magari un giorno anche io mi
perdonerò... ma per ora no...
Ho un progetto... Io voglio andare laddove esiste
un sogno e se non si sgretolerà fra le mani, lì farò la
mia casa...
Non so questo posto dove sia, spero non di
fronte ad Utòpia... In ogni caso, qui non c’è più
posto per me... Non adesso almeno, non ora che col
mio caos ho sconvolto tutti i posti in tavola...
Chiamo zia Carla a Bettolle, le dico della
cicogna... e che tra due giorni sarò lì, da lei... 400 km
lontana da qui...
Guardo Gaetano, e per fortuna così piccolo
sembra non assomigli a nessuno se non a me...
Fra due giorni ci dimettono, siamo forti e sani, ci
dicono i medici...
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“Si sente bene?” mi chiede il primario.
Vorrei dirgli che non capisce nulla, noi siamo
fragili, ammaccati, piegati, soli, indifesi, impauriti,
infreddoliti...
“Tutto bene...” La risposta che si dà al mondo, la
risposta di cui si accontenta chi non scava o non ha
interesse a farlo...
Firmo le carte per le dimissioni, pronta per
andare... ed il mio è un andare lontano, un andare al
quadrato, al cubo... Via da tutti... via da qui...
Angela si è occupata dei bagagli e mi ha proposto
di accompagnarmi fino in Toscana da zia... È
un’insolitamente bella giornata di gennaio, avvolgo
Gaetano nelle coperte ed aspetto sul ciglio della
strada che Angy accosti con la sua auto...
Poi un rumore, poi più nulla... e nella mia mente
solo delle lettere e cifre, così vicine ai miei occhi che
vi rimarranno per sempre impresse: “EM”...
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Indice
Prefazione
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
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Pag.
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Capitolo 31
Capitolo 32
Capitolo 33
Capitolo 34
Capitolo 35
Capitolo 36
Capitolo 37
Capitolo 38
Capitolo 39
Capitolo 40
Capitolo 41
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Ornella Ostieri
C’è posto per me?
Finito di stampare nel mese di ottobre 2013
presso Andersen Spa (Borgomanero, Novara)
Casa Editrice Kimerik
PATTI (ME)
tel. 0941 21503 - fax 0941 243561
www.kimerik.it
[email protected]
Io sono la PAROLA
Io sono l’emozione
Non conta un bel nulla se mi sfiori o se mi sfogli
Io sono
Il libro
Kimerik® è un marchio registrato
Stampato in Italia
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