Sea Handling, lo sciopero è sospeso Governo e società in cerca di
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Sea Handling, lo sciopero è sospeso Governo e società in cerca di
Varese economia 15 LA PROVINCIA DI VARESE VENERDÌ 11 APRILE 2014 Il caso easyJet a terra Sea Handling, lo sciopero è sospeso Tutti per 24 ore mirino Governo e società in cerca di un socio? Nel ci sono i turni Possibile svolta in arrivo dopo la bocciatura della Ue: si profila un nuovo ingresso Martedì il vertice con il sindacato. Sul tavolo di Bruxelles una nuova proposta MALPENSA ALESSANDRA PEDRONI Il Governo si schiera dalla parte dei lavoratori di Sea Handling? Sarebbe già partito per Bruxelles un documento in cui il Governo italiano, di concerto con Sea, ribadisce alla Commissione europea l’evidenza della discontinuità tra Sea Handling e la nuova società di servizi aeroportuali a terra, Airport Handling, in procinto di aprire i battenti il primo luglio. Diritto d’impresa L’Ue dovrebbe accontentarsi, secondo il Governo italiano, che spinge nella direzione dei lavoratori. Ma visto che il commissario Almunia ha detto chiaro e tondo che la newco non potrà essere al cento per cento di Sea, governo e gestore di Malpensa e Linate sarebbero pronti ad aprire l’ingresso in Airport Handling a un privato quale socio, però, minoritario. Non si impedisca, insomma, al gestore aeroportuale di avere una società di handling, in nome anche del diritto di impresa. Ma la ricerca di un socio privato diventa adesso possibile. Il presidente Sea Pietro Modiano ha convocato le organizzazioni sindacali martedì a Linate e sarà allora che la posizione del Governo e il piano d’azione Sea diventeranno noti. Tanto basta però, al momento, ai rappresen- tanti dei lavoratori per dichiarare il deferimento dello sciopero dei dipendenti di tutto il Gruppo Sea previsto per oggi. Non ci saranno, dunque, braccia incrociate in Sea dalle 13 alle 17 di oggi. Una sorpresa anche per Alitalia che, preventivamente, in particolare sullo scalo di Linate, aveva già predisposto la riduzione di alcuni voli da e per Milano nella fascia oraria interessata dallo sciopero. «Restiamo in una posizione di attesa», dichiara Antonio Ciraci, segretario generale della Filt Cgil di Varese. «Lo sciopero non è stato annullato, soltanto deferito. Abbiamo deciso di fermarci e di andare a sentire se esista davvero una soluzione positiva. Se ci saranno argomenti sufficienti bene, altrimenti siamo pronti a tornare sulle nostre posizioni». Sospeso temporaneamente lo sciopero in attesa del vertice tra sindacati e azienda su Sea Handling Senso di responsabilità E ancora: «Data la delicatezza dell’argomento, la serietà delle relazioni industriali (peraltro rotte quindici giorni fa, ndr) e i 2.300 posti di lavoro in ballo, intendiamo procedere con senso di responsabilità. Ci aspettiamo significativi passi avanti». Dalla Fit Cisl, è il segretario Dario Grilanda a dire: «Riteniamo ci sia uno spiraglio per discutere con Sea e salvaguardare l’accordo del 4 novembre, sottoscritto dalle parti». L’accordo stilato «Abbiamo deciso di fermarci e sentire se esista davvero una soluzione positiva» da azienda e sindacati parla di una newco per i servizi aeroportuali a terra (carico e scarico bagagli, servizio rampa, check-in) con un bilancio a se stante ma ancora di proprietà Sea al cento per cento. Andrà rivisto? La Commissione europea è già stata chiara al riguardo chiedendo l’uscita di scena di Sea. Ritenendo che Sea Handling abbia fatto concorrenza sleale agli altri handler per i cosiddetti aiuti di Stato ricevuti dalla casa madre Sea spa che, ad ogni bilan- cio in rosso, ricapitalizzava le casse di Sea H, Bruxelles vuole una newco senza una quota azionaria di Sea maggioritaria. La proposta del Governo sarà accolta? «Abbiamo sempre chiesto la presenza del pubblico nella nuova società per garantire serietà e durata alla nuova azienda», spiega Liviano Zocchi, segretario regionale Uiltrasporti. «Potremmo accettare cambiamenti solo se i lavoratori saranno riassunti alle stesse condizioni normative e salariali». 1 Sciopero di ventiquattro ore, oggi, degli assistenti di volo di easyJet. Dalle 0 alle 24 (67 i voli in decollo a Malpensa), braccia incrociate del personale navigante di cabina che chiede turni più sostenibili al rinnovo del contratto di lavoro. Non soldi in più, ma più riposi, a supporto di una vita maggiormente vivibile al di fuori del lavoro ma anche di un servizio migliore ai passeggeri. Gli assistenti di volo della low cost inglese in forze in Italia (su 600 persone di cabina, 500 iscritte al sindacato) rivendicano il loro ruolo di assistenza ai passeggeri e di sicurezza a bordo, non soltanto quello di venditori di bibite e snack ad alta quota. Tirare al massimo con dieci- dodici ore di servizio di seguito anche per parecchi giorni di fila, non fa bene al cliente e al lavoratore. Significa poter non avere riflessi pronti e non essere ben disposti come si dovrebbe. Ne va della stessa safety. Lo sciopero indetto oggi da Filt Cgil e Fit Cisl è per la rivendicazione di meno ore di servizio o più giorni di riposo. Inoltre contro la discriminazione per 40 assistenti di volo su 180 che non hanno potuto accedere ai processi di selezione per diventare responsabili di cabina perché con troppi giorni di malattia alle spalle, secondo l’azienda. Come dire che professionalità, meritocrazia e anzianità di servizio – i criteri sposati da easyJet per far carriera – non valgono più? In un periodo in cui la disoccupazione è ai massimi storici e ad una compagnia non certo in crisi, che fa utili, leader in Europa, gli assistenti di volo chiedono soltanto turni più sostenibili. A tutto vantaggio di un servizio migliore.•A.PED. Ma Adl non accetta la tregua. E la grillina è con loro MALPENSA Il Movimento Cinque Stelle al fianco dei lavoratori Sea. La protesta organizzata ieri mattina al terminal2 di Malpensa dal sindacato di base Adl, ha visto la presenza della consigliera regionale Paola Macchi (M5S). «È doveroso essere qui ed essere solidale con i lavoratori. La gestione degli aeroporti dà da pensare, manca una linea di condotta chiara e noi siamo pronti a lavorare con i dipendenti di Sea Handling che, se vorranno inoltrare inter- pellanze alla politica, troveranno la sponda della nostra voce». Dopotutto, ha incalzato Macchi, «Regione Lombardia non vuole essere un palazzo di cristallo? Benissimo, aiuteremo i lavoratori ad entrarci». Nessuna bandiera ma una cinquantina di dipendenti Sea ha messo in piazza timori e sollevato dubbi. «La nuova società di handling deve essere pubblica, con una soglia appartenente al Comune del 51% e deve avere una diri- Una cinquantina i lavoratori che hanno protestato al terminal 2 Crollano ancora i prestiti alle imprese Univa sulle barricate: «Serve lo choc» VARESE Il calo ulteriore dei prestiti alle imprese, certificato dai dati della Banca d’Italia che indicano un meno 5,1%, preoccupa fortemente Univa. «Tra tutti i dati che potevano arrivare sulle scrivanie degli imprenditori questo è di certo il peggiore» commenta il presidente Giovanni Brugnoli. Ancora una volta un segno negativo e un segnale di debolezza del mercato del credito. «Non ci voleva - pro- segue il leader degli industriali varesini - sia perché viene dopo una lunga serie di flessioni consecutive che durano ormai da tempo, sia per il momento, in quanto oggi vediamo finalmente muoversi qualcosa su alcune voci dell’andamento economico». È il momento di cambiare passo Vero che la ripresa non c’è ancora, vero che i miglioramenti registrati anche sul nostro territorio sono ancora incostanti e incerti e vero anche che la scia della svolta deve essere ancora agganciata. «Proprio per questo - argomenta Brugnoli - ci vuole uno choc positivo ed il primo deve riguardare il mondo del credito; invece, a quanto pare, stando ai dati della Banca d’Italia, la situazione rimane critica, quando sarebbe proprio questo il momento di cambiare passo nel finanziamento alle imprese». Univa si appella alle banche, perché facciano la loro importante e fondamentale parte e si pone anche una serie di interrogativi; perché calano gli impieghi quando i depositi aumentano dell’1,8%? «Perché nelle campagne pubblicitarie, gli istituti di credito puntano sul messaggio di credere al Paese, di apertura al dialogo con le imprese e sull’importanza dell’ascolto, quando come Univa registriamo tra i nostri associati genza nuova e capace attingendo anche alle risorse interne», la posizione di Adl. «Chi ha sbagliato paghi. In un’azienda normale, dirigenti che sbagliano vengono semplicemente allontanati, invece in Sea vengono lautamente pagati». L’attacco è ai dirigenti, ma anche ai sindacati firmatari degli accordi con l’azienda. «Hanno sbagliato scelte strategiche nel 2002, quando è nata SeaH già con un passivo di diversi milioni di euro, e nel 2013: scelte da incompetenti oscelteprogrammate?»domanda Adl nel volantino diffuso ieri. E poi, in fila, «stipendi da favola, senza un tetto, ai dirigenti Sea, assunzioni degli “amici degli amici” (120 tra dirigenti, quadri e impiegati di primo livello dal 2008 ad oggi), consulenze milionarie e un numero pazzesco di ore di permessi sindacali», ricorda Francesco Mainardi, coordinatore provinciale Adl. «Le azioni di protesta continueranno». 1 A. Ped.• un crescente disagio per la mancanza di confronto? si chiede il presidente. se non hanno bisogno di aiuti ma di credito, non può esserci svolta nel ciclo economico senza una ripresa dei finanziamenti che è importante tanto quanto la ripresa del mercato interno - conclude il presidente - tutti siamo chiamati ad accettare la sfida dell’innovazione, la politica, la imprese ma anche le banche, che non possono chiamarsi fuori, pena continuare ad essere additate come freno allo sviluppo. Non possiamo permettercelo, non ora che siamo ad un passo dal ritorno alla crescita». Un ritorno che non deve essere dato per scontato, soprattutto di fronte a questi andamenti nella concessione del credito, come certificato anche dalla Banca d’Italia. 1 M. Fon. Neanche la motivazione Una mancanza di informazione segnalata dall’81%delle imprese della provincia di Varese, stando ad una recente indagine promossa dall’associazione di categoria, a cui si deve affiancare il 53% di casi in cui le banche non comunicano nemmeno i rating assegnati. «Non solo i prestiti vengono rifiutati - commenta Brugnoli Ma al rifiuto spesso non segue nemmeno la motivazione; questo è un freno alla ripresa delle nostre imprese che pesa quanto la mancanza di riforme». Univa chiede un deciso cambio di passo agli istituti di credito. «Le impre-