gennaio - Centro Culturale Candiani
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0117 Anno XII, numero 01 gennaio 2017 Autorizzazione Tribunale di Venezia n. 17 R.S. del 26/05/2006 direttore responsabile: Roberto Ellero Mensile edito dal Comune di Venezia | Centro Culturale Candiani redazione e amministrazione: Centro Culturale Candiani, P.le Candiani, 7 30174 Venezia Mestre | T. 041 2386111 | F. 041 2386112 http://www.centroculturalecandiani.it | [email protected] direttore: Michele Casarin redazione: Elisabetta Da Lio, Silvia Favaro, Stefania Zennaro hanno collaborato a questo numero: Giovanni Bassi, Gabriella Belli, Giovanni Cecchinato, Giorgio Conti, Mariateresa Crisigiovanni, Susi Danesin, Claudio Donà, Raffaella Ferrari progetto grafico: StudioLanza | Stampa: Grafiche Veneziane S NEW gennaio CANDIANI ATTORNO A KLIMT Chi ha paura di Giuditta? © Archivio fotografico Fondazione Musei Civici di Venezia 2012 L’uomo senza miti sta eternamente affamato, in mezzo a tutti i passati, e scavando e frugando cerca radici, a costo di scavare per questo nelle antichità più remote. Friedrich Nietzsche Gustav Klimt, Giuditta II (Salomè) (particolare) Sola a combattere il terribile condottiero assiro Oloferne, sola nell’accampamento nemico per salvare la città di Betulia, sola, ma con Dio nel cuore, Giuditta conosce la potenza dell’unica arma su cui potrà fare affidamento, la sua bellezza. E la sua bellezza sarà come un veleno mortale sciolto in quell’ultimo bicchiere di vino che Oloferne, già ebbro, beve ignaro della fine ormai prossima. Imprudente Oloferne, avveduta Giuditta che ben conosce il potere di Eros! Nasce così, dall’opposizione di Eros e Thanatos, Amore e Morte, quella che oggi si può considerare una delle più antiche incarnazioni dell’eroismo femminile, Giuditta, giovane vedova ebrea, le cui gesta vennero narrate nel Vecchio Testamento, una figura di cui si appropria la storia dell’arte fin dall’epoca medioevale come simbolo della Virtù che trionfa sul Male. I codici miniati del XIII e XIV Secolo sono tra le prime testimonianze del mito di Giuditta, rappresentata nell’atto di decapitare Oloferne, esemplare punizione per gli infedeli. Come esempio di virtù la dipingono anche i grandi pittori del Rinascimento. Celebre il gruppo scultoreo di Donatello e i dipinti di Mantegna, Botticelli, Michelangelo. Tiziano nel 1508, nello stesso anno della Lega di Cambrai, affresca sulla facciata del Fondaco dei Tedeschi a Venezia, una Giuditta salvatrice, che calpesta la testa mozza di Oloferne, profezia delle future lotte vittoriose della Serenissima. Pure Giorgione nella stupenda opera oggi conservata all’Ermitage ne traccia un ritratto indimenticabile: dolce Giuditta che si incammina verso Betulia insieme alla serva che porta la testa di Oloferne, trofeo della sua vittoria sul vizio, una rappresentazione di donna angelicata, incontaminata pur con le mani macchiate di sangue. Ma quando irrompe sulla scena Caravaggio, il realismo della sua composizione non lascia scampo all’evolversi in direzione più laica del mito di Giuditta. La composizione, dipinta nel 1598-99 ca, è sovrastata da una luce cruda, che illumina la scena resa con un realismo macabro e mostra per la prima volta con tanta fiera crudeltà, l’atto tremendo della decapitazione di Oloferne. Siamo sulla scena stessa del delitto e Giuditta, esile eroina quasi impaurita, trae forza dall’investitura divina per compiere giustizia senza esitazioni, exemplum virtutis per la Chiesa, che ha da pochi decenni chiuso il Concilio di Trento (1563), trovando il tempo in quei lunghi 18 anni di redigere norme morali per la rappresentazione dei temi religiosi, che avrebbero dovuto essere didascalici, come la Biblia Pauperum, e capaci di sollecitare nei fedeli emozioni, imitazione ed empatia. continua alla pagina successiva 1 Mostre: Il sogno del Serpente Piumato / Il Gioco / Attorno a Klimt 2 Mostre: Attorno a Klimt 3 Mostre: Il Gioco di Pepi Merisio / I sogni del Serpente Piumato / Giorno della Memoria 4 Candiani Groove: Medfreeorkestra / Aeham Ahmad / Giovanni Guidi & Daniele Di Bonaventura 5 Candiani Fotografia Lo sguardo e l’ombelico 6 Scaffale aperto / Avventure nel mondo / Incontri confronti sulla sostenibilità 7 Videoteca: SecondLife / Paolo Mereghetti / Short in Translation 8 Agenda MOSTRE >> ATTORNO A KLIMT. CHI HA PAURA DI GIUDITTA continua dalla pagina precedente In quel XVII Secolo, in cui la Chiesa stessa invoca esempi di fortitudine, sono i molti pittori della cerchia di Caravaggio a cimentarsi con questo soggetto. Ed è proprio nell’opera di Artemisia Gentileschi, dunque in pieno caravaggismo, che si mostrano nuove crepe nel mito valoriale positivo di Giuditta. Artemisia dipinge, infatti, un’eroina non più grondante bontà, fede e virtù, ma piuttosto una donna vendicatrice, spinta da sentimenti molto terreni, che la critica non ha esitato a interpretare come autobiografici, facendo riferimento allo stupro che Artemisia aveva subito ad opera del suo maestro di prospettiva, Agostino Tassi, caro amico del padre. Nella rappresentazione Giuditta non esita, è robusta, forte, è una creatura spinta dal preciso desiderio di uccidere, una donna che è uscita ormai dal mito e fa i conti con la storia. E proprio questa Giuditta risalirà i secoli fino all’età di Klimt, via via spogliandosi nella letteratura, nella poesia e nell’arte della sua castità, della sua virtù e di quella fortitudine, che l’aveva sorretta nella prova del suo estremo gesto di eroismo, in un’inversione negativa del suo mito, che sarà appunto cantato da Klimt nel magnifico quadro dipinto nel 1909. Quella che il maestro viennese ci mostra non è più un’eroina della storia, non è una salvatrice, non è casta, piuttosto è una donna che ha scoperto la propria sessualità, che rifiuta la propria marginalità sociale, che ha disceso il buio dell’inconscio scoprendo le proprie più intime pulsioni, anche quelle legate al desiderio di dare morte. Di questo mondo ctonio, notturno, al quale ormai l’eroina ebrea appartiene, e di cui da alcuni decenni, tra la fine dell’Ottocento e l’inizio nell’ordine: Vittorio Zecchin (Murano, 1878 - 1947) Principessa e guerriero, 1914 Olio e oro su tela Ca’ Pesaro - Galleria Internazionale d’Arte Moderna, Fondazione Musei Civici di Venezia Hartmann Schedel (Norimberga, 1440 - 1514) Liber Chronicarum, Norimberga, Anton Koberger, 1493 Biblioteca del Museo Correr, Fondazione Musei Civici di Venezia Anton Maria Zanetti (Venezia, 1706 - 1778) La Giustizia o Giuditta (da Tiziano Vecellio), 1760 Acquaforte e bulino Museo Correr, Gabinetto dei disegni e delle stampe Fondazione Musei Civici di Venezia Edvard Munch (Løten, Norvegia, 1863 - Ekely, Norvegia, 1944) La vanità, 1899 Litografia Ca’ Pesaro - Galleria Internazionale d’Arte Moderna, Fondazione Musei Civici di Venezia Egon Schiele (Tulln, Austria, 1890 - Vienna, 1918) Nudo (Torso femminile), 1911 Matita e acquerello su carta Collezione privata in deposito presso la Fondazione Musei Civici di Venezia, Ca’ Pesaro Galleria Internazionale d’Arte Moderna fino al 5 marzo 2017 Fondazione Musei Civici di Venezia Attorno a Klimt Giuditta, eroismo e seduzione sala espositiva II piano, orari: dalle 10.00 alle 19.00 La biglietteria chiude mezz’ora prima Chiuso il lunedì (ad eccezione del 26 dicembre) Aperture straordinarie nei weekend fino all’8 gennaio, tutti i venerdì, sabato e domenica 10.00 - 22.00 25 dicembre e 1 gennaio 16.00 - 22.00 Biglietti: vedi info pag. 8 del Novecento, la filosofia, la letteratura, la poesia e, più giovane ma ben presente, la psicanalisi discutono, anche Klimt vuole parlare quando dipinge la sua Giuditta, nella forzatura di una verticalità eccessiva, che è dimensione fisica e psicologica insieme, un passaggio iniziatico dalla fine dell’eroismo e alla vittoria di Thanatos. Del resto il pittore ha deciso di vivere e dipingere il suo tempo, non felice per chi sa leggere (ma non sono molti) tutte le sue contraddizioni sociali e politiche: è il tempo della caduta degli ideali liberali e del rafforzarsi pericoloso delle tendenze antisemite, del nazionalismo e del pangermanesimo. Il finis Austriae è alle porte e con esso la capitolazione di tutta l’Europa, che corre incosciente verso la prima guerra mondiale e i suoi otto milioni e mezzo di morti. Raccontare in pittura questo tempo è un compito non facile per lui, formatosi nel gusto di Hans Makart, il più barocco dei pittori austriaci del XIX Secolo. Ma saranno proprio le commissioni per le grandi decorazioni del Ring a Vienna, che Klimt, giovanissimo, condivide con Makart e l’amico Franz Matsch, quelle del Burgtheater o dell’Università per ricordarne solo alcune, che gli faranno conoscere quel repertorio di figure e immagini tratte dalla classicità e dagli antichi miti, che nutriranno la sua rivoluzione stilistica. Il pittore austriaco ha capito che c’è un modo nuovo per essere moderno, ricorrere al linguaggio antico, rappresentare l’attualità con l’ “inattualità” di modelli iconografici del passato. La sua pittura diventa così l’affascinante paradosso del suo tormentato cammino verso l’invenzione di una mitologia dell’uomo contemporaneo. Nella sua straordinaria capacità di rinnovare i repertori iconografici simbolico-allegorici, attualizzandoli, nel suo desiderio costante di bellezza e verità, nello scavo impietoso del buio dell’inconscio, nella sua capacità di richiamare alla luce attraverso la pittura, quelle pulsioni archetipiche che il mondo sta proprio in quel torno di tempo imparando a riconoscere, Klimt interpreta appieno il suo ruolo di caposcuola. Per il pittore viennese i miti, non sono un semplice repertorio letterario e iconografico, ma piuttosto la fonte dove scegliere modelli e figure “emblematiche”, allegorie e simboli di temi e argomenti diventati a quell’epoca cruciali per tutte quelle Arti che, come la pittura, indagano nella profondità della natura umana. Eros, Thanatos, Cronos, Nuda Veritas, Medusa, Apollo e Diniosio, Athena, Giuditta, non sono forse queste le figure che dall’ombra dell’inconscio emergono con prepotenza alla luce della coscienza dell’uomo del primo ‘900? Certamente per quanto riguarda le figure femminili, il passaggio da una formulazione eroica (quella di Caravaggio per intenderci) a una psicanalitica come avviene nell’opera di Klimt, richiede un cammino di deflorazione del mito, che viene via via privato di molte virtù morali, per lasciare spazio a una figura ambigua, insieme seduttrice e crudele assassina, femme fatale e vendicatrice, simbolo di tutto ciò che tra Ottocento e Novecento la società maschile teme di più. La minaccia della castrazione – la testa tagliata non è forse il simbolo della cancellazione dell’identità e della perdita del potere? – che si perpetua a ogni apparire di Giuditta, prende il sopravvento sulle buone intenzioni dell’eroina ebrea, che si assicura, grazie anche all’impareggiabile interpretazione di Klimt, il primato di peccatrice e seduttrice della storia dell’arte. Klimt, al pari di Freud, usa dunque la mitologia come metafora per riportare alla luce la vita degli istinti lungamente repressi, una metafora che si fonda su una nuova drammaturgia, affrancata dalla tradizione e destinata a rappresentare le nuove figure dell’inconscio: la scoperta tragica di una realtà indeterminata e priva di coordinate sicure gli svela “l’eccesso come verità”, secondo l’affermazione di Nietzsche. Ecco dunque l’eccesso di bellezza della sua Giuditta II, che ha ormai superato il sottile confine tra angoscia e isteria, tra ansia e nevrosi, gettandosi alle spalle tutto quell’esercito di seduttrici crudeli, nulla al suo confronto, che erano state le protagoniste del decadentismo e del simbolismo in pittura e letteratura, a cominciare dalla Salomé di Flaubert, di Moreau, Beardsley, Mallarmé, Wilde, Huysmans. La nuova Giuditta è una donna contemporanea, che ha conosciuto la passione e si è concessa ad Oloferne che, come Habbel aveva scritto nel suo celebre dramma Judith, ne violerà la verginità, decidendo così del suo macabro destino. Ma la descrizione di tutto questo è tralasciata e il dipinto ci mostra invece solo il ritratto di Giuditta, una donna moderna in preda ad un attacco d‘isteria, le mani contratte a trattenere la folta chioma dell’amante assassinato, lo sguardo in preda all’angoscia, la decorazione del fondo a motivi fitomorfi, che ingloba come fosse pianta carnivora il corpo della bella Giuditta. L’accesso alla conoscenza dell’Io e del Sé, che la psicanalisi gli ha indicato, ha dunque portato Klimt verso la piena consapevolezza del suo ruolo di narratore di una mitologia contemporanea, che ha avuto accesso ai labirinti più profondi della psiche, una strada senza ritorno. Non molto lontano, geograficamente e temporalmente, solo due anni prima, nel 1907, Picasso aveva dipinto l’icona dell’arte moderna, Les Demoiselles d’Avignon. Anche in questo capolavoro, a ben guardare, vediamo moderne Giuditte, in fuga dal mito e riunite in un bordello, dove partecipano a un rito iniziatico sotto lo sguardo terribile di Eros e Thanatos. Nella modernità che avanza, la parabola di Giuditta sembra sbiadire. Il suo mito non interessa gli ismi delle avanguardie, che fuggono il ricorso alla storia e si allontanano da ogni figurazione mimetica. Non è neppure ben accolto, per l’eversione del suo significato, tra le caute allegorie che occhieggiano dal vento del “ritorno all’ordine” che soffia in tutta Europa dopo il 1915. Eppure Giuditta, sotto nascoste spoglie, giocherà ancora un ruolo importante nella storia dell’arte tedesca del ‘900, nell’emergenza della Repubblica di Weimar, dove si riaccenderà il fuoco dell’eversione che metterà in scena un esercito di donne, passate dal divano di Freud alla lotta per l’emancipazione, per il riconoscimento del proprio libero arbitrio, del proprio corpo, della propria individualità. Ora Meduse ora Sfingi, ora Giuditta ora Salomè, queste donne non hanno nulla dell’antica bellezza, si sono mostrate per quello che sono, con il diritto di essere brutte e terribili forse per la prima volta nella storia dell’arte, finalmente soggetti e non più oggetti. L’arte contemporanea ne ha raccolto il testimone. Giuditta ha avuto dunque giustizia? Difficile a dirsi: certo è che “l’affermazione della propria individualità” non possiamo dire sia per le donne un atto compiuto se la risposta al loro autodeterminarsi è a tutti gli effetti il femminicidio che dilaga, paradossalmente il ribaltamento del mito di Giuditta. dal catalogo della mostra Attorno a Klimt. Giuditta, eroismo e seduzione Edizioni Linea d’Acqua (Venezia, 2016) Gabriella Belli Direttore Fondazione Musei Civici di Venezia MOSTRE >> TRA FOTOGIORNALISMO E POESIA: INTERVISTA A PEPI MERISIO Empatia da fotografo umanista e la funzione storica di memoria della sua fotografia, che non ha mai voluto sorprendere o scioccare, Pepi Merisio è rimasto fedele a un suo linguaggio già maturo dagli anni Cinquanta, uno stile narrativo diretto e immediato, senza preziosismi e compiacimenti formali. Maestro Merisio, dal lusso del Vaticano ai contadini, il suo stile è sempre stato chiaro e definito. Quali sono i suoi soggetti preferiti? La gente normale, che si alza la mattina e deve andare a lavorare tutto il giorno. Fotografo allo stesso modo il contadino come il Papa. Il lavoro, la tradizione contadina, sono sempre stati i miei temi, in tutte le fotografie che ho fatto. Quello che mi interessa è la compartecipazione: io vengo da un paese, e gli incontri con la gente semplice sono stati sempre più congeniali al mio modo di vedere le cose, ovunque. La dimensione spirituale attraversa tutta la sua ricerca, fino a essere scelto come fotografo ufficiale di Papa Paolo VI. La spiritualità l’ho vissuta fin da piccolo, con il Santuario di Caravaggio. Vedere i pellegrini che arrivavano con i carri di notte e dormivano sotto i portici, mi ha sempre affascinato. Sono arrivato a lavorare come fotografo ufficiale del Papa senza forzature, mi ha scelto il suo segretario Don Macchi. Un Papa straordinario, dormiva pochissimo, scriveva da solo i suoi discorsi. Giochi perduti Fotografie, balocchi e racconti alla riscoperta del tempo passato IL GIOCO di Pepi Merisio fino al 26 febbraio 2017 sabato 21 gennaio, ore 17.00 PEPI MERISIO: tra fotogiornalismo e poesia La gente comune, la tradizione contadina, il lavoro, il gioco e insieme Papa Paolo VI. Delicatezza e spiritualità, semplicità e grandezza nell’opera di uno di più grandi nomi della fotografia italiana. Lezione a cura di Raffaella Ferrari sala conferenze quarto piano ingresso libero giovedì 12 gennaio, ore 18.00 Dall’arte di mettersi in gioco al gioco da mettersi in arte: iconografie del serissimo divertimento a cura di Paolo Pistellato, storico e critico dell’arte sala conferenze quarto piano ingresso libero giovedì 19 gennaio, ore 17.30 A cosa serve giocare? Un percorso per immagini sul significato educativo del gioco nell’infanzia a cura di Orietta Zanato docente dell’ Università degli studi di Padova sala seminariale primo piano ingresso libero giovedì 26 gennaio, ore 18.00 Gamification e cultura come il gioco può rivoluzionare e rendere più coinvolgente e divertente la fruizione del pubblico conversazione con Fabio Viola, gamification guru e presidente di TuoMuseo sala seminariale primo piano ingresso libero Giochi perduti / NOT ONLY FOR KIDS domenica 29 gennaio, ore 17.00 In compagnia di … incontra e gioca con un personaggio amico! Laboratorio di teatro d’ombre per bambini da 3 a 7 anni e genitori a cura di Nicoletta Garioni – Teatro Gioco Vita auditorium quarto piano posti esauriti Come è cambiata invece la fotografia oggi? Oggi con lo sviluppo della tecnologia e con le macchine digitali fotografano tutti, e male. Quella fatta con i telefonini non è fotografia. Oggi non c’è più preparazione e manca il potere di critica. Non si pensa più. Va molto di moda la fotografia di guerra; il mio carissimo amico Paolo Monti diceva che è la più semplice, scatti quello che vedi, non hai possibilità di scelta e i fotografi di guerra di conseguenza, che dovrebbero essere dei testimoni, sono testimoni miopi. C’è il gusto della spettacolarizzazione della tragedia, delle disgrazie; ma non c’è nessun bisogno; Spettacolare è la vita in sé stessa. Io, Fulvio Roiter, Cesare Colombo e i fotografi della mia generazione abbiamo scelto di fare un mestiere che non c’era ancora. Negli Stati Uniti la fotografia documentaristica si è sicuramente sviluppata dopo la crisi del 1929; in Italia questa lezione è arrivata vent’anni dopo, siamo stati influenzati da questi fotografi. Un luogo in cui le piacerebbe andare a fotografare. Ad Amatrice, documentare questo terremoto devastante. Raffaella Ferrari INCONTRA E GIOCA CON UN PERSONAGGIO AMICO In compagnia di … rappresenta un’occasione per bambini e genitori di partecipare e giocare in prima persona, e non solo come spettatori, “al teatro”. Un personaggio a loro caro si staccherà dalle pagine del libro sulle quali normalmente vive per prendere vita sullo schermo del Teatro d’Ombre. Dopo essersi presentato, il nostro personaggio, inviterà i bambini a giocare con lui … Sarà questo l’inizio di un percorso che condurrà il bambino alla scoperta e conoscenza delle tecniche del teatro d’ombre fino alla costruzione, assieme ai genitori, di una o più sagome o di piccoli teatrini. Un percorso che coinvolgerà il bambino in una girandola di situazioni teatrali di grande semplicità ma di sicuro incanto dove gli sarà possibile giocare con il personaggio che è venuto a incontrare, con i propri genitori e con tanti altri bambini. Un percorso dove nasceranno storie, avventure, viaggi che partendo dalle pagine di un libro si trasferiranno liberamente sulla scena, diventando il semplice pretesto per giocare tra bambini e adulti senza altri fini che il piacere dello stare insieme. I Sogni del Serpente Piumato. Fiabe e leggende dal Messico dalla Fondazione Štěpán Zavřel di Sàrmede fino al 26 febbraio 2017 - sala Polifunzionale Spazio M9 via Poerio, 34 domenica 1 e 15 gennaio, ore 17.00 domenica 8 gennaio, ore 17.00 domenica 22 gennaio, ore 17.00 Walkin’ Sarmede Viaggio animato nella mostra a cura di Woodstock Teatro Sala polifunzionale Spazio M9 via Poerio, 34 - Mestre ingresso libero Il tenace soldatino di piombo. Un film da palcoscenico Consigliato dai 4 anni Eolo Awards 2015 come miglior spettacolo di Teatro di Figura Spettacolo vincitore del Premio operatori Piccolipalchi 2014/2015 Teatrodelleapparizioni / Teatro Accettella auditorium quarto piano Ingresso spettacoli: posto unico 6 euro, gratuito under 3 Promozione “Family pass”: un ingresso omaggio ogni due paganti dello stesso nucleo familiare Notivà: abbonati al Candiani! Ingresso ai quattro spettacoli: 20 euro (la promozione family pass vale anche per gli abbonamenti) Mayan Medallion! Sala polifunzionale Spazio M9 Laboratorio per bambini a cura di Silvia Fabris Ingresso gratuito previa iscrizione al n. 041.2386158 SPAZIO GIOCO! Per bambini da 6 a 11 anni Costruiamo e divertiamoci con i giochi di una volta Martedì 3, 10, 17, 24, 31 gennaio Attività straordinaria 6 gennaio ore 17.00 Ludolab terzo piano ingresso libero Il violinista di Praga IL GIORNO DELLA MEMORIA martedì 24 gennaio, ore 18.00 Lezione - spettacolo Il violinista di Praga a cura di Woodstock Teatro e Il Libro con gli stivali auditorium quarto piano ingresso libero fino a esaurimento posti mercoledì 1 febbraio, ore 17.00 Proiezione del documentario Ritorno a casa - Pescantina 1945: dalla deportazione all’accoglienza (Italia, 2016, 44’) in collaborazione con IVESER Istituto veneziano per la storia della Resistenza e della società contemporanea, Associazione rEsistenze, ANPI Erminio Ferretto di Mestre Partecipano all’incontro Dario Dalla Mura e Elena Peloso, Maria Teresa Sega, Mario Bonifacio, Stefania Bertelli sala conferenze quarto piano ingresso libero È una lezione-spettacolo pensata per il giorno della Memoria, e ideata per le scuole medie, ma pensata anche per gli adulti. Lo spettacolo prende spunto dal libro Il violinista di Schindler. Storia di un’amicizia di Angela Krumpen, nel quale è narrata la storia di Judith, una ragazza di undici anni dei nostri giorni che, attraverso il suo amore per il violino e la colonna sonora del film Schindler’s List, scopre il dramma dell’Olocausto dal racconto di un anziano violinista deportato da bambino. Il tema della Memoria viene proposto in una forma leggera, nuova, profonda e storicamente veritiera attraverso un’amicizia fuori dal comune fra una ragazzina e un anziano divenendo momento di incontro tra passato e presente, di dialogo tra diverse generazioni: suonare e creare bellezza come mezzo per difendere la vita e creare il futuro. Lo spettacolo, commisto di realtà storica e finzione, porta in scena e affronta temi ancora attuali come quello dell’ospitalità del diverso, dell’interiorità dell’individuo vista come un nascondiglio in cui rifugiarsi. Il parallelismo tra un fatto storico tragico come l’Olocausto e il mondo contemporaneo e interiore diviene in scena ‘racconto’ e permette di non dimenticare né la Storia né il nostro vivere quotidiano. RITORNO A CASA Il paese di Pescantina nel 1943 è testimone diretto dei drammatici momenti dopo l’8 settembre, quando i treni pieni di deportati politici, ebrei e internati militari percorrono la linea del Brennero, diretti verso i lager nazisti. Ma, alla fine della guerra, proprio a Pescantina, ritorneranno centinaia di migliaia di ex deportati e internati; qui si fermeranno e troveranno, in un campo allestito dalla cittadinanza, solidarietà, aiuto e accoglienza. Il documentario ricostruisce e racconta una grande storia di umanità, ancora poco conosciuta attraverso le testimonianze di alcuni protagonisti di quel periodo: deportati, militari e volontari. CANDIANI GROOVE >> Tonnosubito Rappresentare la bellezza ma non dimenticare la bruttezza, affrontare temi difficili ma con il sorriso sulle labbra. Il compito sulla carta appare complicato, ma Tonnosubito, l’album che sarà presentato al Candiani, è nato proprio con questa idea. Un progetto forte, ambizioso, racchiuso nell’album della maturazione, rappresentato con il ‘solito’ sound coinvolgente e trascinante della Med Free Orkestra, una realtà forse unica nel panorama musicale italiano, che unisce cinque Paesi, tre continenti e cinque lingue diverse, sedici artisti tutti diversi tra loro, tutti uguali nella passione e nella qualità che riescono a mettere sul palco. La ricetta: si mettono insieme un ‘folle trombonista ucraino, un fisarmonicista della vera tradizione romana, un ‘principe’ Griot del Senegal che ti racconta in mandingo magiche storie accompagnandosi con la sua Kora, due voci femminili profondamente diverse ma in perfetta sintonia, due percussionisti che si sfidano a suon di djembe e tabla indiane, una sezione fiati che se la sognavano a New Orleans, un gigante buono che guida tutta la ritmica, chitarra elettrica, basso, tastiere, violino, banjo, tuba, tamburelli… e per non farsi mancare nulla pure l’elettronica’. CANDIANI GROOVE sabato 14 gennaio, ore 21.00 MEDFREEORKESTRA Tonnosubito Tour Lavinia Mancusi, violino, tamburello, castagnette e voce Madya Diebate, voce e Kora Emiliano Bonafede, chitarra classica ed elettrica, ukulele Alessandro Severa, fisarmonica Agnese Valle, voce, clarinetto Ismaila Mbaye, percussioni africane e sudamericane Ihor Svystun, trombone Andrea Angeloni, trombone, tuba Angelo Olivieri, Alessio Guzzon e Francesco Fiore, trombe Vincenzo Vicaro, clarinetto, sax tenore, sax baritono Riccardo Di Fiandra, basso elettrico Andrea Merli, batteria Daniele Di Pentima, percussioni arabe e indiane L’ensemble capitolina, composta da musicisti provenienti da mezzo mondo, non tradirà le attese: contaminazioni attraversano i brani in un senso di non appartenenza che scorre felice come in Balla, che con leggerezza invita a superare ogni situazione dell’esistenza ballando. In una dimensione multipla ci spostiamo, piacevolmente sorpresi senza una meta – quando non addirittura persi – come nella narrazione di Haidara, che tanto ci ricorda Diario Mali del duo Einaudi-Sissoko, complice l’uso di uno strumento etnico qual è la kora. Tonnosubito vale a tutti gli effetti un lavoro senza alcuna necessità di geografia: una volta dentro se ne torna fuori abitanti del mondo, di ogni angolo spettatori, compresi quegli spazi virtuali descritti in Social e in Mamma ha detto andiamo al mare, altro pezzo che riesce a cogliere con partecipata ironia le tematiche sociali legate al mare dei nostri tempi e per le quali non deve mancare attenzione. Nella irregolare regolarità del generale clima festoso all’ascolto la direzione rimane univoca verso la bellezza senza mai una deviazione. Conferma precisa ne è la delicatissima Flor do amor, ninna nanna quadrilingue al femminile per ritrovarsi il cuore. La leggenda di Aeham, il pianista di Yarmouk Le sue immagini, al pianoforte tra le macerie nel suo quartiere alle porte di Damasco, hanno commosso il mondo intero. È stato il giorno in cui l’Isis gli ha bruciato il piano che Aeham ha deciso di fuggire e venire in Europa. La musica Aeham l’ha nel cuore, da sempre: classe 1989, pianista, Aeham Ahmad lavorava nel negozio di strumenti musicali di suo padre, violinista non vedente. “All’inizio dell’assedio volevo rinunciare alla musica, restare neutrale nel conflitto siriano. Vendevo falafel, e tenevo la musica chiusa nel cuore. Ma dopo sei mesi, non riuscivo più a contenerla: era più forte di me. Perciò ho ripreso il mio piano, l’ho fissato sul carretto dello zio ortolano, e ho cominciato a trasportarlo fra i quartieri più segnati dalla guerra per ridare speranza cantando per la gente stremata dall’assedio delle truppe di Assad, dai jihaidisti, dai bombardamenti e dalla fame”. Aeham Ahmad diventa il pianista di Yarmuk, campo profughi palestinesi alle porte di Damasco. I video che lo ritraggono suonare sui cumuli di macerie hanno fatto il giro del mondo e tutto il mondo conosce la sua storia interrotta il giorno in cui i miliziani dell’ISIS bruciarono il suo pianoforte in quanto haram - proibito. In quel momento percorrerà le migliaia di chilometri che separano Damasco da Berlino a piedi, su bagnarole di fortuna, autobus devastati, solo con uno zaino in spalla e la miseria a tracolla. In Germania trova rifugio in un vecchio motel abbandonato, dove c’è un pianoforte e ricomincia a fare ciò che faceva a Yarmuk: suona e canta per i bambini sballottati dall’esilio. Inizia a fare concerti e riceve un premio per il suo impegno a favore dei diritti umani, realizza anche un disco che uscirà a breve, incontra Angela Merkel, Martha Argerich, conquista il premio Beethoven: “Il nostro messaggio è vivere senza pallottole e solo di musica” domenica 22 gennaio, ore 18.00 Aeham Ahmad Il pianista di Damasco Aeham Ahmad, voce e pianoforte venerdì 27 gennaio, ore 21.00 Giovanni Guidi & Daniele Di Bonaventura Duo Giovanni Guidi, pianoforte Daniele Di Bonaventura, bandoneon ingresso: intero 8 euro - ridotto 5 euro ridotto speciale per i giovani fino ai 29 anni (posti limitati) 3 euro auditorium quarto piano Biglietti già in vendita alla biglietteria del Centro e online (ad esclusione del ridotto speciale) sui siti www.centroculturalecandiani.it e www.biglietto.it (diritto prevendita 1 euro) *Riduzioni per Candiani Card, Cinemapiù, IMG Card, Associazione Caligola, studenti DANIELE DI BONAVENTURA & GIOVANNI GUIDI Duo C’è la migliore sinergia umbro–marchigiana in questo duo di recente formazione, cui hanno dato vita Giovanni Guidi, pianista lanciato una decina d’anni fa da Enrico Rava e protagonista anche di un apprezzato duo con il trombonista Gianluca Petrella, e Daniele Di Bonaventura. Bandoneonista di grande sensibilità (ma suona in altre occasioni anche il pianoforte), Bonaventura attivo in diverse fromazioni, fra cui l’ormai collaudato e popolarissimo duo con il trombettista Paolo Fresu. Con Guidi e Di Bonaventura si incontrano generazioni ed esperienze musicali diverse, accomunate da una vivace fantasia melodica e da un gusto raffinato, ma anche da una spiccata attitudine per la composizione e l’arrangiamento. Entrambi hanno inciso, non solo come partner di Rava e Fresu, ma anche come leader, per l’Ecm di Manfred Eicher, etichetta che da almeno un trentennio è ai vertici del jazz internazionale. Dal loro dialogo nasce una musica lirica e allo stesso tempo inquieta, cantabile eppure imprevedibile, in grado di non cadere mai nella trappola del facile sentimentalismo, sapendo trarre suggestioni non solo dal jazz, ma dal tango, dal blues, dal minimalismo e dalla musica etnica, soprattutto quella proveniente dal bacino del Mediterraneo. Grazie alla capacità di mettersi continuamente in gioco, con un atteggiamento disinibito ma inflessibile, i due musicisti si mettono a nudo di fronte all’ascoltatore, ponendo al centro del loro progetto le emozioni e i sentimenti veri, non gli atteggiamenti di maniera né quelli solo di facciata. Daniele Di Bonaventura (Fermo, 1966) ha davvero vissuto la musica a tutto tondo, dalla classica (è diplomato in composizione e direzione d’orchestra) al jazz, dalla contemporanea al tango e alla world-music. Ha collaborato con tutti i più importanti jazzisti italiani, fra cui Paolo Fresu e molti protagonisti del jazz internazionale, da Omar Sosa a Miroslav Vitous, da David Murray a Dino Saluzzi. Numerose le sue incursioni nel campo della danza, del cinema, del teatro e della letteratura. Ha composto e inciso un Requiem per bandoneon e orchestra, ma anche una Suite per bandoneon e quartetto d’archi (Sine nomine). Giovanni Guidi (Foligno, 1985), dopo i primi passi mossi nei gruppi di Enrico Rava, è da ormai qualche anno un leader maturo e affermato. Ha dato vita, soprattutto dopo la vincente collaborazione con Petrella, a progetti personali sempre molto interessanti e diversificati, che vanno dal solo a numerosi duetti, dal trio al quartetto o all’ampio organico della Unknown Rebel Band. È stato molto apprezzato dalla critica il suo ultimo lavoro, Ida Lupino (Ecm), disco che lo vede affiancato, oltre che dall’amico trombonista, da due prestigiosi ospiti internazionali: Louis Sclavis e Gerald Cleaver. CANDIANI FOTOGRAFIA >> Sulla fotografia del terzo millennio a cura di Giovanni Cecchinato Da tempo seguo con interesse, a volte direttamente a volte in streaming, gli incontri che a Milano si susseguono con autori importanti, per capire e definire il ruolo della fotografia nel nostro tempo. Sicuramente i rimandi e il necessario confronto con i grandi maestri sono sempre alla base di ogni discussione, ma il lavoro tangibile di un autore odierno permette di fare anche un check a ciò che percepiamo del “fare fotografia” al giorno d’oggi. Se rivolgo invece l’attenzione agli incontri offerti nel nostro territorio, sento ch mi manca qualcosa, molto, e anzi, mi assale una sorta di deja vù continuo, poco produttivo, stantio, autoreferenziale, una sorta di “guardarsi l’ombelico” ben diverso da quello “sguardo” che invece ho notato altrove. Ho usato virgolettare il “fare fotografia” perché nella lingua italiana il termine fotografia indica sia un supporto materiale che un arte in se e anche, in aggiunta, una specie di insieme di attività che riguardano l’atto fotografico. Fulvio Bortolozzo LO SGUARDO E L’OMBELICO Incontri, storie e conversazioni sulla fotografia del terzo millennio a cura di Giovanni Cecchinato sabato 28 gennaio, ore 17.30 Tracciare un contorno alle definizioni di fotografia nei suoi vari aspetti non per circoscrivere ma per delinearne gli ambiti Intervengono Fulvio Bortolozzo e Riccardo Caldura sabato 11 febbraio, ore 18.30 La fotografia non esiste Interviene Efrem Raimondi sabato 25 febbraio, ore 18.30 Come diventare un grande fotografo senza esserlo Interviene Settimio Benedusi sabato 11 marzo, ore 18.30 Fotografia come forma d’Arte. Un approccio alla fotografia differente, alla riscoperta dell’estetica dadaista e pop Interviene Maurizio Galimberti sabato 25 marzo, ore 18.30 Fotografia come mezzo enciclopedico della bellezza dei luoghi Interviene Massimo Siragusa sala conferenze quarto piano ingresso libero fino a esaurimento posti Oltre a questo accorpamento linguistico (In altre lingue, come l’inglese, sono ben definiti e netti i termini lessicali dell’atto, dell’arte e del supporto fisico) mi sono accorto, ma ci vuole poco, di una confusione ancor più grande sulla distinzione tra la fotografia professionale, quella amatoriale/quotidiana e quella artistica. I social imperanti (facebook, twitter, instagram, etc.) hanno amplificato la voglia di utilizzare mezzi fotografici per aumentare la già enorme quantità di immagini che corredano le nostre vite. Inserendo, mescolando, ingarbugliando i concetti, le storie, gli autori, le persone, in un guazzabuglio tecnologico di idee permeate da tanto narcisismo, tanta banalità e poco confronto. Già negli anni Settanta e Ottanta un grande interprete come Luighi Ghirri basava alcune sue intuizioni sull’evidenziare quanto le immagini interferivano con la vita quotidiana e i territori. Al giorno d’oggi forse anche per lui sarebbe impossibile farne una netta distinzione. In aggiunta, nell’atto fotografico di molti, gratificato da una buona qualità (dovuta a mezzi fotografici sempre più automatizzati e qualitativamente eccellenti) si evince una mancanza di contenuti, dovuti a un mancato processo di acculturamento o di confronto. La fascinazione per le immagini belle e veloci (ma banali) prevale sulle immagini buone e utili (ma non capite o a detta di molti “brutte”). Ho sentito allora la necessità di affrontare con speranza (anche per conto di chi come me ama la Fotografia) questa confusione iniziata e già percepita nel secolo scorso attivando una serie di incontri con temi analitici condotti da chi ha competenza e spirito critico, che possano portare un po’ di luce al nostro discutere. Magari eventi non risolutori, ma spero stimolanti e di (ripeto) confronto. Ecco come nasce questa rassegna. Una serie di occasioni di incontro che possano indagare questa “Fotografia” odierna, nell’epoca dei millenials o, almeno in parte, avviare una sorta di dialogo su di di essa, ma anche (e soprattutto) aiutarci a distogliere l’occhio dall’ombelico e avviare uno sguardo diverso, nuovo, attuale … Gli ospiti che interverranno hanno tutti una professionalità riconosciuta in ambito nazionale e internazionale e già avezzi allo speeching su questi temi: da chi ha competenza nella didattica e nella critica (Riccardo Caldura e Fulvio Bortolozzo) a chi ha competenza nella fotografia professionale e autoriale (Efrem Raimondi e Settimio Benedusi), da chi ha competenza sulla foto d’arte (Maurizio Galimberti) a chi invece ha competenza nella fotografia documentaristica (Massimo Siragusa). Un’occasione per quanti di partecipare a un dibattito serio sulla Fotografia, con l’invito a partecipare attivamente per risolvere l’enigma. Giovanni Cecchinato Tracciare un contorno alle definizioni di fotografia nei suoi vari aspetti non per circoscrivere ma per delinearne gli ambiti Fulvio Bortolozzo. Si diploma nel 1980 alla Scuola di Scenografia dell’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino. Usa la fotocamera come dispositivo di osservazione. Espone le sue fotografie in Italia e all’estero. Dal 1998 è docente nei corsi triennali dell’Istituto Europeo di Design di Torino. Dal 1999 scrive articoli sul web e nel suo blog personale. Dal 2009 al 2011 dà vita al progetto Osservatorio Gualino, nell’ambito del quale cura la mostra concorso Lens Based Art Show (2010). Nel 2013 apre su Facebook il gruppo di discussione We Do the Rest. Nel 2014 cura il progetto editoriale Questo Paese. Nel 2015 avvia il progetto editoriale REST. Svolge inoltre attività di formazione e consulenza nel contesto delle arti visive. http://borful.blogspot.it Riccardo Caldura. Laureato con Umberto Galimberti e Giuseppe Mazzariol alla Facoltà di Lettere e Filosofia di Venezia. Soggiorna, lavora e studia fra il 1988 e il 1994 a Salisburgo, Vienna e Monaco. Nel 1989 all’attività di ricerca teorica accosta quella di curatore. Dal 1996 ha reiteratemente lavorato come consulente per il comune di Venezia, organizzando manifestazioni espositive, seminari, convegni e progetti di public art. Tematiche ricorrenti dei suoi saggi, articoli, conferenze e corsi sono stati il rapporto fra arte e tecnica, l’analisi di figure cardine (Hugo Ball, Marcel Duchamp, Gerhard Richter) e del linguaggio formale del Moderno, gli aspetti della ricerca contemporanea italiana, la produzione artistica nel contesto pubblico. Negli ultimi anni il suo lavoro si è concentrato sulla relazione fra parola e immagine. Nell’ a.a. 1994/95 ha iniziato ad insegnare Fenomenologia delle arti contemporanee, di cui è titolare di prima fascia. È membro del Consiglio Accademico. La fotografia non esiste Efrem Raimondi. La sua cronologia di fotografo parte nel 1980, le sue collaborazioni sono tantissime, sia nel panorama dell’editoria che in quello dell’advertising. Conosciuto per essere fotografo prediletto da Vasco Rossi per raccontare la sua carriera musicale, ritrae grandissimi personaggi della cultura e del jet-set mondiale con uno stile asciutto, minimale e intimista. Lavora per le più grandi riviste di architettura ed arredamento nazionali. Nel 2009 è uno dei fotografi giurati al prestigioso Hasselblad Masters a internazionale riconoscimento del suo talento. http://www.efremraimondi.it Come diventare un grande fotografo senza esserlo Settimio Benedusi. Inizia la sua professione nel 1990 a Milano provenendo dalla sua città del cuore, Imperia. Si fà notare già dalle prime collaborazioni con Cioè. Collabora a lungo per Sports illustrated poi allarga la sua collaborazione alla Gazzetta dello Sport con Sportweek ed il Corriere della Sera. Oltre a un blog e dei profili social iperseguiti (prendiamo ad esempio Instagram con più di 28.000 followers) è su Facebook dove Settimio Benedusi genera conversazioni provocatorie dallo sviluppo ciclopico sulle modalità di fare fotografia oggi. Nel corso di quest’anno si è reso interprete di una impresa non facile da Imperia a Milano a piedi, barattando ospitalità e cibo con fotografie, per ridare un senso ed un valore alla professione del fotografo. http://www.benedusi.it Fotografia come forma d’Arte. Un approccio alla fotografia differente, alla riscoperta dell’estetica dadaista e pop Maurizio Galimberti, nato a Como nel 1956, è un artista di fama internazionale conosciuto come fotografo Instant artist e creatore del movimento Dada Polaroid: la sua fotografia si è sviluppata nel corso del tempo in una dimensione di ricerca e scoperta del ritmo e del movimento. Ha mosso i primi passi con una Widelux per un progetto on the road, dopo il quale ha scoperto la Polaroid con la quale lavora da più di 20 anni. La creatività e la progettualità sono le caratteristiche principali della sua tecnica più nota: il mosaico, strumento attraverso il quale ha trovato il modo per esprimere il dinamismo e per reinventare una tecnica già esistente, ma fino ad allora mai sviluppata in modo tanto efficace. Galimberti ama considerarsi un pittore che può mischiare i colori e creare nuove emozioni attraverso l’uso di uno strumento apparentemente molto semplice, ma allo stesso tempo estremamente suggestivo. http://www.mauriziogalimberti.it Fotografia come mezzo enciclopedico della bellezza dei luoghi nell’ordine: Efrem Raimondi, Settimio Benedusi, Maurizio Galimberti e Massimo Siragusa Massimo Siragusa nato a Catania nel 1958, vive a Roma, dove insegna fotografia presso l’Istituto Europeo di Design. Le sue fotografie sono apparse sulle migliori riviste internazionali e ha firmato numerose campagne pubblicitarie per aziende come Lavazza, ENI, Provincia di Milano, Comune di Roma, My Chef, IGP, Auditorium di Roma, Autostrada Pedemontana, ENI, a2a, Bosch, Boscolo Hotels, LAVAZZA, F2i, Aeroporti di Milano, Versace, Conad, Bisazza, Kartel, Unipol Banca. http://www.massimosiragusa.it scaffale aperto SCAFFALE APERTO Incontri con gli autori venerdì 13 gennaio, ore 17.00 La via di Schenèr - Un’esplorazione storica delle Alpi (Marsilio editore, 2016) di Matteo Melchiorre in collaborazione con l’associazione storiAmestre Partecipano all’incontro l’autore, Giacomo Bonan e Mario Infelise sala seminariale primo piano ingresso libero venerdì 13 gennaio, ore 17.00 Il mondo dopo l’elezione di Trump Presentazione del libro Hillary. Vita e potere in una dynasty americana (Mondadori, 2016) di Gennaro Sangiuliano Partecipa all’incontro il Sindaco Luigi Brugnaro sala conferenze quarto piano ingresso libero fino a esaurimento posti Spietati i mansueti Come sono spietati i mansueti come sono crudeli i cortesi Dio ruppe il contratto con l’Agnello per mitigare il vento Emily Dickinson, J1439/F1465 Lisa Ginzburg appartiene a quella ristretta schiatta di palombari della penna impermeabili ai preziosismi stilistici e che, divorati da un’urgenza che sovrappone esito creativo e travaglio ideale, si immergono nelle acque torbide della realtà per trascinare in superficie e rendere oscenamente visibile il dolore così com’è, per riportarlo alla luce senza cosmesi di sorta. In una Parigi scansionata nella sua topografia anonima e insieme glamour come in un romanzo di Modiano, Lisa Ginzburg sorvola la città e, tra milioni di sottili infelicità che formicolano come vermi, estrae cinque biografie paradigmatiche e ci abita dentro per un tratto di tempo utile a svelarne le incrinature. Cinque vite non illustri, come cinque dita di una mano che impugna il mistero di vivere. Crocifisso Dentello Lisa Ginzburg, vive e lavora a Parigi,dove è stata direttrice di cultura della Unione latina. Ha pubblicato con Feltrinelli il romanzo Desiderava la bufera (2002), la raccolta di racconti Colpi d’ala (2006). L’e-book La guerriera (Terra Ferma 2015). Il romanzo Per amore (Marsilio 2016). Ha curato con Cesare Garboli il testo di Natalia Ginzburg È difficile parlare di sé (Einaudi 1999). È autrice di una biografia (Anita. Racconto della storia di Anita Garibaldi, e/o 2005) e di due reportage (Mercati. Viaggio nell’Italia che vende, Editori Riuniti 2001, Malìa Bahia, Laterza 2007). sabato 14 gennaio, ore 17.00 Carlo e Nello Rosselli, testimoni di Giustizia e Libertà (Edizioni Clichy, 2016) di Valdo Spini in collaborazione con Anpi sezione Erminio Ferretto – Mestre Partecipa all’incontro l’autore sala conferenze quarto piano ingresso libero mercoledì 18 gennaio, ore 18.00 Spietati i mansueti (Gaffi editore, 2016) di Lisa Ginzburg Presenta la poetessa Bianca Tarozzi sala seminariale primo piano ingresso libero sabato 28 gennaio, ore 18.00 Reading e presentazione del libro Ritorno a Haifa (Edizioni Lavoro, 2014) di Ghassan Kanafani in collaborazione con l’associazione Oltre il Mare e Arabook auditorium quarto piano ingresso libero fino a esaurimento posti CANADA e ALASKA Ultima frontiera venerdì 20 gennaio, ore 21.00 Avventure nel mondo in collaborazione con l’Angolo dell’Avventura di Venezia e Università popolare di Mestre Canada e Alaska – ultima frontiera di Giovanni Bassi sala conferenze quarto piano ingresso libero INCONTRI – CONFRONTI SULLA SOSTENIBILITÀ Un progetto degli Archivi della Sostenibilità Università Ca’ Foscari Venezia mercoledì 18 gennaio, ore 17.30 In collaborazione CasaClima Network Padova-Rovigo-Venezia CASACLIMA. LA SOSTENIBILITà SI DIFFONDE DI CASA IN CASA Risparmio energetico ed economico. Ecocompatibilità dei materiali edilizi. Più comfort abitativo meno impatti sui cambiamenti climatici Partecipano all’incontro: Carlo Dario, auditore e consulente energetico CasaClima; vicepresidente del CasaClima Network Padova-Rovigo-Venezia, Massimo Righetto, consulente energetico CasaClima e membro del direttivo del CasaClima Network Padova-Rovigo-Venezia Coordinamento scientifico: Giorgio Conti sala conferenze quarto piano ingresso libero The Last Frontier così recano scritto in basso le targhe automobilistiche in Alaska. Ed è così che, nell’immaginario collettivo, vengono ancora visti questi territori. Intere generazioni di ragazzi sono cresciute leggendo Jack London, affascinati dal suo inquieto stile di vita che, prima di condurlo ad essere uno scrittore di successo, gli ha fatto sperimentare i più svariati tipi di lavoro: lo strillone di giornali, il lavapiatti, il cacciatore di foche, il pugile, il corrispondente di guerra e, naturalmente, il cercatore d’oro. Il Richiamo della Foresta e Zanna Bianca sono solo alcuni dei suoi libri ambientati tra Canada e Alaska: forse quelli che più hanno sollecitato la fantasia di molti lettori facendo nascere in essi il desiderio di poter muovere i propri passi, un giorno, in quelle terre primordiali. Questo viaggio inizia nell’Ovest del Canada: nella provincia della British Columbia. Vancouver è il punto di partenza, da cui poi muoviamo recandoci nella vicina Vancouver Island alla scoperta della quotidianità canadese, dei totem variopinti delle First Nations (popoli indigeni autoctoni), dei suoi enormi cedri che incombono sulle foreste e del fascino della sua frastagliata costa Ovest, schiaffeggiata dalle onde dell’Oceano Pacifico, ove spesso si pratica lo storm watching. Segue l’Alaska con il Denali National Park ed il suo Mount McKinley, la vetta più elevata del Nord America, la costa Sud frequentata da megattere ed orche marine, ed infine il Katmai National Park con la maggior concentrazione al mondo di orsi Grizzly. L’ultima parte del viaggio vede il ritorno in Canada, nella Provincia dell’Alberta, alla ricerca di vallate senza fine, laghi glaciali di uno splendido color menta o anice, fragorose cascate che si fanno strada tra le rocce ed il verde. Sono ancora oggi le terre del castoro, dell’alce e dell’orso. Sono i luoghi dell’affannosa ricerca dell’oro, dove i destini degli avventurieri potevano cambiar corso ad ogni setacciata di ghiaia. Qui i cacciatori di pellicce russi, francesi e inglesi dovevano vedersela con gli Algonchini, gli Irochesi, gli Uroni… E presso Anchorage, in Alaska, il Capitano James Cook dannava sé e la propria ciurma alla vana ricerca del Passaggio a Nord-Ovest. Giovanni Bassi INCONTRI – CONFRONTI SULLA SOSTENIBILITà CASACLIMA: UN CORSO GRATUITO PER UTENTI: COSTRUIRE O RISTRUTTURARE LE ABITAZIONI IN MODO SOSTENIBILE L’Agenzia CasaClima di Bolzano è una struttura pubblica della Provincia Autonoma di Bolzano che si occupa della certificazione energetica degli edifici. Fino ad oggi sono stati certificati più di settemila edifici CasaClima, distribuiti su tutto il territorio nazionale. Il corso si rivolge agli utenti che intendono costruire o risanare la propria abitazione fornendo informazioni chiare e obiettive sui principi delle costruzioni a basso fabbisogno energetico e sulla bioedilizia. Durante il corso vengono illustrati gli aspetti della sostenibilità di una costruzione, le attenzioni necessarie nella scelta dei materiali e l’importanza di un edificio a basso consumo energetico e ad un alto benessere abitativo risparmiando tempo e denaro. Il corso è tenuto da esperti nel settore e docenti qualificati CasaClima. I temi trattati saranno: Introduzione al sistema Casaclima; il “perché” di una CasaClima; cambiamenti climatici, risorse, sicurezza e fornitura d’energia. Qualità e sostenibilità di una CasaClima Cosa è una Casaclima? efficienza energetica e sostenibilità ambientale La certificazione Casaclima: verifica del progetto e controllo in cantiere Ecologia e sostenibilità: Criteri per l’ottenimento del marchio e comfort termico Principi per una corretta qualità dell’aria all’interno dei vani abitati; l’impianto di ventilazione controllata Le componenti di una Casaclima: parete, tetto, solaio, serramenti. protezione solare Il risanamento dalla diagnosi al progetto: la parete esterna, il tetto, i serramenti Esempi di edifici Casaclima realizzati nel Veneto: un edificio in legno e un edificio in muratura; una CasaClima R; I costi di costruzione e i consumi di una CasaClima. L’iscrizione al corso è assolutamente gratuita e non è necessaria alcuna conoscenza specifica dei temi che verranno trattati. Giorgio Conti videoteca SECOND LIFE – DOPO LA PRIMA Via Castellana Bandiera (2013, Italia, Svizzera, 94’) di Emma Dante Con Emma Dante, Alba Rohrwacher, Elena Cotta, Renato Malfatti, Dario Casarolo Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile 2013 fresche e non facili da guarire. 2011. L’amore può finalmente mettere radici, ma solo se gli amanti riescono a liberarsi del passato. Il male e il sospetto non sono completamente scomparsi dalla loro vita e la catarsi è difficile da raggiungere, ma forse non impossibile. (cinematografo.it) SECOND LIFE DOPO LA PRIMA Non essere cattivo (2015, Italia, 100’) di Claudio Caligari Con Fabrice Luchini, Sidse Babett Knudsen, Eva Lallier, Miss Ming, Berenice Sand Con Luca Marinelli, Alessandro Borghi, Silvia D’Amico, Roberta Mattei, Alessandro Bernardini Coppa Volpi 2015 per migliore attore Migliore sceneggiatura alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica Venezia 2015 Miglior fotografia e miglior sonoro in presa diretta ai Nastri d’Argento 2016 Miglior fonico in presa diretta ai David di Donatello 2016 Xavier Racine è un maturo giudice togato della corte d’Assise di Saint-Omer, nella regione nordoccidentale del passo di Calais, soprannominato il magistrato “a due cifre”, perché è difficile che le vittime dei suoi verdetti scontino meno di dieci anni di reclusione. Nonostante una brutta influenza di stagione, Racine è chiamato a presiedere l’aula in cui si svolge il processo a un giovane disoccupato, accusato di aver ucciso la figlia di sei mesi. Ma a sconvolgere Racine non è l’omicidio di Melissa, bensì la presenza tra i giurati popolari di Ditte Lorensen-Coteret, un’anestesista di origini danesi che aveva conosciuto anni prima, quando era stato ricoverato in ospedale per un incidente, e della quale si era perdutamente innamorato. (mymovies.it) Remember (2015, Canada, Germania, 95’) di Atom Egoyan Con Christopher Plummer, Martin Landau, Bruno Ganz, Jürgen Prochnow, Heinz Lieven Via Castellana Bandiera è una strada di Palermo stretta tra il mare e la montagna, talmente piccola che due automobili non riescono a passare contemporaneamente. Samira, un’anziana albanese trapiantata nella famiglia palermitana dei Calafiore, con la sua macchina ostruisce il passaggio all’auto con cui si muovono Rosa, palermitana trapiantata a Milano per via delle incomprensioni con il padre, e la compagna milanese Clara, arrivate in città per il matrimonio di un amico. Poiché né Samira né Rosa vogliono arretrare, tra le due automobiliste si scatena una disputa che attira le attenzioni di tutti gli abitanti della via, subito pronti a intervenire con le loro osservazioni. A far da intermediatore ci prova senza troppo successo il giovane Nicolò Calafiore, l’unico di cui Samira si fida, mentre tra gli astanti si aprono le scommesse su chi cederà per prima. Stanca di rimanere sotto al sole in una situazione per lei inconcepibile, Clara chiede a Nicolò di accompagnarla con il suo scooter in un giro per Palermo. (filmtv.it) Tom à la ferme (2013, Canada, Francia, 105’) di Xavier Dolan Con Xavier Dolan, Pierre-Yves Cardinal, Lise Roy, Evelyne Brochu, Manuel Tadros Tom, giovane pubblicitario, moderno e urbano, parte per la campagna per assistere ai funerali del suo amante morto in un incidente stradale. È in una fattoria isolata che incontra per la prima volta la madre del defunto. Lei non ha idea di chi sia o di cosa abbia visuto con suo figlio. Tom scopre allora tutta una realtà inventata dal suo amante: quella di un uomo innamorato di una donna che si chiama Ellen. Per salvaguardare l’onorabilità della famiglia e per non spezzare il cuore della madre, il fratello maggiore del defunto costringe Tom, con le minacce e le botte, a partecipare alla finzione. (comingsoon.it) Ostia, 1995. Vittorio e Cesare sono amici da una vita, praticamente fratelli. Cresciuti in un quartiere degradato campano di espedienti, si drogano, bevono e si azzuffano con altri sbandati come loro. A casa Cesare ha una madre precocemente invecchiata che accudisce una nipotina malata, la cui madre è morta di Aids. Vittorio invece sembra non avere nessuno al mondo, e quando incontra Linda vede in lei una possibilità di costruire una vita normale. Trova lavoro e cerca di coinvolgere anche Cesare, che nel frattempo si è innamorato di Viviana, una disperata come lui ma piena di voglia di costruirsi un futuro. Riusciranno Rosencrantz e Guildenstern a diventare protagonisti della loro vita? (mymovies.it) Premio della Giuria ‘Un Certain Regard’ Al Festival Di Cannes 2015 Tre storie differenti tra di loro, ma tutte incentrate su un amore proibito. Ambientate in due villaggi della Bosnia e in un arco temporale di tre decenni (1991, 2001 e 2011). 1991. Una coppia è costretta a vivere clandestinamente la propria storia d’amore poiché l’amore è un lusso proibito nell’atmosfera prebellica intrisa di follia, confusione e paura. 2001. La guerra è finita, ma gli amanti non riescono a trasformare la loro relazione in un rapporto stabile: le cicatrici della guerra sono ancora troppo martedì 17 gennaio, ore 16.30 e 21.00 Tom à la ferme (2013, Canada, Francia, 105’) di Xavier Dolan giovedì 19 gennaio, ore 16.30 e 21.00 Non essere cattivo (2015, Italia, 100’) di Claudio Caligari martedì 24 gennaio, ore 21.00 La Corte – L’Hermine (2015, Francia, 98’) di Christian Vincent giovedì 26 gennaio, ore 16.30 e 21.00 Remember (2015, Canada, Germania, 95’) di Atom Egoyan ingresso riservato ai soci Candiani Card (validità annuale a partire dalla sottoscrizione – 15 euro) e CinemaPiù 2016/2017 (valida sino al 30 giugno 2017) e CinemaPiù 2016/2017 (valida sino al 30 giugno 2017 – tessera ordinaria 35 euro, studenti 25 euro) in vendita alla biglietteria del Centro SHORT IN TRASLATION Zev Guttman, ebreo affetto da demenza senile, è ricoverato in una clinica privata con Max, con cui ha condiviso un passato tragico e l’orrore di Auschwitz. Max, costretto sulla sedia a rotelle, chiede a Zev di vendicarli e di vendicare le rispettive famiglie cercando il loro aguzzino, arrivato settant’anni prima in America e riparato sotto falso nome. Confuso dalla senilità ma determinato dal dolore, Zev riemerge dallo smarrimento leggendo la lettera di Max, che pianifica il suo viaggio illustrandone i passaggi. Quattro le identità da verificare, uno il colpo in canna per chiudere una volta per tutte col passato. Tra America e Canada, Zev troverà il suo ‘nazista’ e con lui una sconvolgente epifania. (mymovies.it) Con Tihana Lazovic, Goran Markovic, Nives Ivankovic, Mira Banjac, Slavko Sobin giovedì 12 gennaio, ore 21.00 Sole alto (2015, Croazia, Serbia, Slovenia, 123’) di Dalibor Matanic sala conferenze quarto piano La Corte – L’Hermine (2015, Francia, 98’) di Christian Vincent Sole alto (2015, Croazia, Serbia, Slovenia, 123’) di Dalibor Matanic martedì 10 gennaio, ore 21.00 Via Castellana Bandiera (2013, Italia, Svizzera, 94’) di Emma Dante Corso di Storytelling Scrivi e gira un cortometraggio Progetto realizzato all’interno del Bando Venice in Traslation della Direzione Coesione Sociale, Servizi alla Persona e Benessere di Comunità dal 24 gennaio al 28 marzo 2017 tutti i martedì 18.30 – 21.00 corso gratuito numero chiuso 15 iscritti iscrizioni da inviare a [email protected] entro il 17 gennaio Una grand bouffe cinamatografica firmata Mereghetti Il cinema non è un pezzo di vita, è un pezzo di torta Alfred Hitchcock Chi di noi non ha mai sfogliato in questi ventitre anni il piu’ noto dizionario dei film? Chi non ha mai interrotto gli amici durante una discussione sul cinema con la frase definitiva “Lo dice anche il Mereghetti!” Ora, dopo tre anni dall’ultima uscita, il Mereghetti torna arricchito di oltre 3000 nuove schede, 5000 pagine, 56 percorsi tematici, 20.000 voci per i titoli originali, 48.000 voci per gli attori, 9.500 voci per i registi. Ma c’è di più: ora ‘il Mereghetti’ è pronto a materializzarsi in carne e ossa per noi, distratti spettatori televisivi o visionari fanatici . Lo avremo finalmente a por- tata di mano per scambiare le emozioni di un’inquadratura, una sequenza, una dissolvenza, un dialogo, un titolo di coda che ci è rimasto dentro. A lui, a noi. Ma chi sarà mai questo pantagruelico critico cinematografico e appassionato cinefilo che ci dedica con tanto rigore il suo amore per la scatola magica dove la vita vive, sogna e soffre ? Si tratta di un eterno ragazzo che ha scritto per Ombre Rosse, Linea d’ombra, Reset, Lo Straniero e per I Cahiers Du Cinema, oltre che per il Corriere della Sera come critico ufficiale. “Ho cercato di trovare un modo di parlare che fosse comprensibile e che però non andasse a discapito del rigore analitico” sottolinea l’autore che si qualifica come ‘il bravo schedatore’ la cui preoccupazione fondamentale deve essere l’attenzione alla trama. Ma il cinefilo prende spesso il sopravvento e si manifesta anche crudelmente stabilendo il valore del film e la qualità del suo significato. Questo evento vedra’ protagonista anche Roberto Ellero, critico cinematografico e giornalista per le maggiori testate e riviste specializzate. Dobbiamo a lui ,oltre a memorabili monografie della collana Castoro Cinema, l’ideazione e la fondazione della Settimana Internazionale della Critica alla Mostra del Cinema di Venezia e la programmazione dello straordinario Circuito Cinema che ci ha offerto per oltre trent’anni la visione dei più raffinati films da tutto il mondo, la cui distribuzione viene solitamente trascurata nelle sale tradizionali. Un incontro dedicato, che ci riguarda da vicino, dove i due protagonisti a sorpresa ci mostreranno frammenti di alcuni film per loro irrinunciabili. Sarà divertente provare sorpresa o un sentimento di gratificante condivisione davanti a una commedia sofisticata, un grande classico, un musical degli anni d’oro o, chissà, un cartone animato. Mariateresa Crisigiovanni mercoledì 11 gennaio, ore 17.30 Una grand bouffe cinamatografica firmata Mereghetti Presentazione della nuova edizione de Il Mereghetti Dizionario dei film 2017 (Baldini & Castoldi, 2016) di Paolo Mereghetti Partecipano all’incontro con l’autore Mariateresa Crisigiovanni e Roberto Ellero auditorium quarto piano, ingresso libero fino a esaurimento posti agenda Candiani INFORMAZIONI CENTRO CULTURALE CANDIANI Piazzale Candiani 7 – 30174 Mestre Venezia Telefono 041-2386126 Fax 041-2386112 http://www.centroculturalecandiani.it Biglietteria martedì e giovedì 10.00 – 12.00 e 16.00 – 18.00 mercoledì e venerdì 10.00 – 12.00 In occasione degli spettacoli dalle 15.00 fino all’orario di inizio Telefono 041-2386126 *Vendita dei biglietti degli spettacoli alla biglietteria del Centro e on line su www.centroculturalecandiani.it e www.biglietto.it (diritto di prevendita 1 euro) Videoteca di Mestre (Aderente all’AVI – Associazione Videoteche-Mediateche italiane) L’archivio della Videoteca è consultabile su appuntamento telefono 041-2386111 e-mail: videoteca.candiani@comune. venezia.it CANDIANI CARD costo 15 euro validità di un anno a partire dalla sottoscrizione CINEMAPIÙ costo: Tessera ordinaria 35 euro Studenti 25 euro validità un anno (sino al 30 giugno 2017) In vendita alla biglietteria del Centro Culturale Candiani Segreteria Not Only For Kids e Laboratori Didattici per le Scuole da lunedì a venerdì: 9.00 – 13.00 telefono 041 2386116 - 2386117 [email protected] Si ricorda che non è consentito l’ingresso in sala a spettacolo iniziato. domenica 1 gennaio sala polifunzionale Spazio M9, ore 17.00 NOT ONLY FOR KIDS / FIABE DAL MESSICO Walkin’ Sarmede Viaggio animato nella mostra a cura di Woodstock Teatro ingresso libero martedì 3 gennaio Ludolab III piano, ore 17.00 NOT ONLY FOR KIDS SPAZIO GIOCO! Per bambini da 6 a 11 anni Costruiamo e divertiamoci con i giochi di una volta ingresso libero venerdì 6 gennaio Ludolab III piano, ore 17.00 NOT ONLY FOR KIDS SPAZIO GIOCO! Per bambini da 6 a 11 anni Costruiamo e divertiamoci con i giochi di una volta ingresso libero domenica 8 gennaio auditorium IV piano, ore 17.00 NOT ONLY FOR KIDS Il tenace soldatino di piombo. Un film da palcoscenico Consigliato dai 4 anni Eolo Awards 2015 come miglior spettacolo di Teatro di Figura Spettacolo vincitore del Premio operatori Piccolipalchi 2014/2015 Teatrodelleapparizioni / Teatro Accettella Biglietti già in vendita* martedì 10 gennaio Ludolab III piano, ore 17.00 NOT ONLY FOR KIDS SPAZIO GIOCO! Per bambini da 6 a 11 anni Costruiamo e divertiamoci con i giochi di una volta ingresso libero sala conferenze IV piano, ore 18.00 SCUOLA DI FILOSOFIA / SPERANZA a cura di SFI sezione di Venezia Esistenza e speranza nel pensiero dell’esistenzialismo Relatore Madricardo Alberto ingresso libero sala conferenze IV piano, ore 21.00 SECOND LIFE – DOPO LA PRIMA Via Castellana Bandiera (2013, Italia, Svizzera, 94’) di Emma Dante ingresso soci Candiani Card e Cinema Più mercoledì 11 gennaio sala conferenze IV piano, ore 16.00 PIANETA ACQUA in collaborazione con l’Università del tempo libero Presentazione del ciclo di incontri La gestione del servizio idrico integrato nel territorio veneziano Andrea Razzini, Direttore generale Gruppo Veritas ingresso libero auditorium IV piano, ore 17.30 Una grand bouffe cinamatografica firmata Mereghetti Presentazione della nuova edizione de Il Mereghetti. Dizionario dei film 2017 (Baldini & Castoldi, 2016) di Paolo Mereghetti ingresso libero fino a esaurimento posti giovedì 12 gennaio sala conferenze IV piano, ore 18.00 GIOCHI PERDUTI Dall’arte di mettersi in gioco al gioco da mettersi in arte: iconografie del serissimo divertimento a cura di Paolo Pistellato, storico e critico dell’arte ingresso libero sala conferenze IV piano, ore 21.00 SECOND LIFE – DOPO LA PRIMA Sole alto (2015, Croazia, Serbia, Slovenia, 123’) di Dalibor Matanic Ingresso soci Candiani Card e Cinema Più venerdì 13 gennaio sala seminariale I piano, ore 17.00 SCAFFALE APERTO Incontri con gli autori Presentazione del libro La via di Schenèr - Un’esplorazione storica delle Alpi (Marsilio editore, 2016) di Matteo Melchiorre ingresso libero sala conferenze IV piano, ore 17.00 SCAFFALE APERTO Incontri con gli autori Il mondo dopo l’elezione di Trump Presentazione del libro Hillary. Vita e potere in una dynasty americana (Mondadori, 2016) di Gennaro Sangiuliano ingresso libero fino a esaurimento posti domenica 22 gennaio sala polifunzionale spazio M9 NOT ONLY FOR KIDS / FIABE DAL MESSICO Mayan Medallion! Laboratorio per bambini a cura di Silvia Fabris ingresso gratuito previa iscrizione al tel. 0412386158 sabato 14 gennaio sala conferenze IV piano, ore 17.00 SCAFFALE APERTO Incontri con gli autori Presentazione del libro Carlo e Nello Rosselli, testimoni di Giustizia e Libertà (Edizioni Clichy, 2016) di Valdo Spini ingresso libero auditorium IV piano, ore 18.00 CANDIANI GROOVE Aeham Ahmad Il pianista di Damasco Biglietti già in vendita* domenica 29 gennaio auditorium IV piano, ore 17.00 NOT ONLY FOR KIDS / GIOCHI PERDUTI In compagnia di … incontra e gioca con un personaggio amico! Laboratorio di teatro d’ombre a cura di Nicoletta Garioni - Teatro Gioco Vita Posti esauriti martedì 24 gennaio Ludolab III piano, ore 17.00 NOT ONLY FOR KIDS SPAZIO GIOCO! Per bambini da 6 a 11 anni Costruiamo e divertiamoci con i giochi di una volta ingresso libero martedì 31 gennaio Ludolab III piano, ore 17.00 NOT ONLY FOR KIDS SPAZIO GIOCO! Per bambini da 6 a 11 anni Costruiamo e divertiamoci con i giochi di una volta ingresso libero auditorium IV piano, ore 21.00 CANDIANI GROOVE MEDFREEORKESTRA Tonnosubito Tour Biglietti già in vendita* domenica 15 gennaio sala polifunzionale Spazio M9, ore 17.00 NOT ONLY FOR KIDS / FIABE DAL MESSICO Walkin’ Sarmede Viaggio animato nella mostra a cura di Woodstock Teatro ingresso libero martedì 17 gennaio sala conferenze IV piano, ore 16.30 e 21.00 SECOND LIFE – DOPO LA PRIMA Tom à la ferme (2013, Canada, Francia, 105’) di Xavier Dolan Ingresso soci Candiani Card e Cinema Più Ludolab III piano, ore 17.00 NOT ONLY FOR KIDS SPAZIO GIOCO! Per bambini da 6 a 11 anni Costruiamo e divertiamoci con i giochi di una volta ingresso libero mercoledì 18 gennaio sala conferenze IV piano, ore 17.30 INCONTRI-CONFRONTI SULLA SOSTENIBILITà CASACLIMA. LA SOSTENIBILITà SI DIFFONDE DI CASA IN CASA Risparmio energetico ed economico. Ecocompatibilità dei materiali edilizi. Più comfort abitativo meno impatti sui cambiamenti climatici ingresso libero sala seminariale I piano, ore 18.00 SCAFFALE APERTO Incontri con gli autori Presentazione del libro Spietati i mansueti (Gaffi editore, 2016) di Lisa Ginzburg ingresso libero giovedì 19 gennaio sala conferenze IV piano, ore 16.30 e 21.00 SECOND LIFE – DOPO LA PRIMA Non essere cattivo (2015, Italia, 100’) di Claudio Caligari Ingresso soci Candiani Card e Cinema Più sala seminariale I piano, ore 17.30 GIOCHI PERDUTI A cosa serve giocare? Un percorso per immagini sul significato educativo del gioco nell’infanzia a cura di Orietta Zanato ingresso libero venerdì 20 gennaio auditorium IV piano, ore 17.30 Psicoanalisi e Danza Trauma e attualità dell’odio in collaborazione con la Scuola Lacaniana di Psicoanalisi, Segreteria di Venezia coordina Francesca Duro ingresso libero fino a esaurimento posti sala conferenze IV piano, ore 21.00 Avventure nel mondo in collaborazione con l’Angolo dell’Avventura di Venezia e Università popolare di Mestre Canada e Alaska – ultima frontiera di Giovanni Bassi ingresso libero sabato 21 gennaio sala conferenze IV piano, ore 17.00 CANDIANI FOTOGRAFIA GIOCHI PERDUTI PEPI MERISIO: tra fotogiornalismo e poesia? a cura di Raffaella Ferrari ingresso libero auditorium IV piano, ore 18.00 NOT ONLY FOR KIDS / IL GIORNO DELLA MEMORIA Il violinista di Praga a cura di Woodstock Teatro e Il Libro con gli stivali ingresso libero fino a esaurimento posti sala conferenze IV piano, ore 18.00 SCUOLA DI FILOSOFIA / SPERANZA a cura di SFI sezione di Venezia Senza speranza. Note sul nichilismo Relatore Zanin Ruggero ingresso libero sala conferenze IV piano, ore 21.00 SECOND LIFE – DOPO LA PRIMA La Corte – L’Hermine (2015, Francia, 98’) di Christian Vincent Ingresso soci Candiani Card e Cinema Più mercoledì 25 gennaio sala conferenze IV piano, ore 16.00 PIANETA ACQUA in collaborazione con l’Università del tempo libero Presentazione del ciclo di incontri Cinquanta sfumature di acqua Silvia Rizzo ingresso libero sala seminariale I piano, ore 17.30 TERRITORIO e PROGETTUALITà: QUALE FUTURO? Il rapporto con la natura Come conciliare la salvaguardia del territorio e lo sviluppo economico (?) in collaborazione con Università Popolare Mestre ingresso libero giovedì 26 gennaio sala conferenze IV piano ore 16.30 e 21.00 SECOND LIFE – DOPO LA PRIMA Remember (2015, Canada, Germania, 95’) di Atom Egoyan Ingresso soci Candiani Card e Cinema Più sala seminariale I piano, ore 18.00 GIOCHI PERDUTI Gamification e cultura come il gioco può rivoluzionario e rendere più coinvolgente e divertente la fruizione del pubblico conversazione con Fabio Viola, gamification guru e presidente di TuoMuseo ingresso libero venerdì 27 gennaio sala seminariale I piano, ore 17.30 Le strade della Ragione in collaborazione con UAAR Unione Atei e Agnostici Razionalistici - Circolo di Venezia Economia e libertà a cura di Michele Cangiani laureato in Economia e Sociologia e docente a Ca’ Foscari Venezia ingresso libero auditorium IV piano, ore 21.00 CANDIANI GROOVE Giovanni Guidi & Daniele Di Bonaventura Duo Biglietti già in vendita* sabato 28 gennaio sala conferenze IV piano, ore 17.30 LO SGUARDO E L’OMBELICO Incontri, storie e conversazioni sulla fotografia del terzo millennio Tracciare un contorno alle definizioni di fotografia nei suoi vari aspetti non per circoscrivere ma per delinearne gli ambiti Intervengono Fulvio Bortolozzo e Riccardo Caldura ingresso libero fino a esaurimento posti auditorium IV piano, ore 18.00 SCAFFALE APERTO Reading e presentazione del libro Ritorno a Haifa (Edizioni Lavoro, 2014) di Ghassan Kanafani ingresso libero fino a esaurimento posti MOSTRE fino al 26 febbraio 2017 Giochi perduti Fotografie, balocchi e racconti alla riscoperta del tempo passato IL GIOCO di Pepi Merisio sala espositiva Paolo Costantini III piano orario: dal mercoledì alla domenica 16.00 – 20.00 aperto anche 1 e 6 gennaio Ingresso libero fino al 26 febbraio 2017 I Sogni del Serpente Piumato Fiabe e leggende dal Messico a cura di Monica Monachesi per la Fondazione Štěpán Zavřel di Sàrmede sala polifunzionale Spazio M9 via Poerio, 34 Mestre orario: dal mercoledi alla domenica 16.00 - 20.00 aperta anche 1 e 6 gennaio ingresso libero fino al 5 marzo 2017 Attorno a Klimt Giuditta, eroismo e seduzione sala espositiva II piano, orari: dalle 10.00 alle 19.00 La biglietteria chiude mezz’ora prima Chiuso il lunedì Aperture straordinarie nei weekend fino all’8 gennaio, tutti i venerdì, sabato e domenica 10.00 – 22.00 25 dicembre e 1 gennaio 16.00 – 22.00 26 dicembre 10.00 – 19.00 Biglietti Intero: € 5 / Ridotto*: € 3 *Ragazzi da 6 a 14 anni studenti da 15 ai 25 anni cittadini over 65 personale del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo possessori Museum Pass titolari di Muve Friend Card possessori VeneziaUnica Pack Adult e Junior titolari di Carta Rolling Venice titolari Carta Giovani membri Icom soci FAI Convenzionati soci Touring Club Italiano clienti Trenitalia (viaggiatori Frecciargento e Frecciabianca con destinazione Venezia, viaggiatori in possesso di biglietto internazionale con destinazione Italia, dipendenti del Gruppo FS e i possessori di Carta Freccia) titolari Carta Servizi Cinema Più possessori del biglietto di Ca’ Pesaro – Galleria Internazionale d’Arte Moderna, possessori di IMG Card. Gratuito* portatori di handicap con accompagnatore guide autorizzate e interpreti turistici della Provincia di Venezia che accompagnino gruppi accompagnatori (max. 2) di gruppi di ragazzi o studenti accompagnatori (max. 1) di gruppi di adulti Partner ordinari MUVE possessori di The Cultivist card (più tre accompagnatori). *è richiesto un documento INFO E AGGIORNAMENTI visitmuve.it/cortocircuito [email protected] 848082000 (dall’Italia) + 39 041 42730892 (dall’estero) CATALOGO Linea d’Acqua (Venezia, 2016)