L`utilizzo della termocamera e del faro per i censimenti

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L`utilizzo della termocamera e del faro per i censimenti
COMPRENSORIO ALPINO CN2
“Valle Varaita”
L’UTILIZZO DELLA TERMOCAMERA E DEL FARO PER I
CENSIMENTI NOTTURNI IN AMBIENTE ALPINO:
DUE TECNICHE A CONFRONTO
A cura di
Omar Giordano
Tecnico faunistico C.A. CN2
RELAZIONE TECNICA
INDICE
1. Introduzione
3
2. Obiettivi dello studio
3
3. Area di studio
3
4. Materiali e metodi
4
4.1 Esecuzione dei conteggi
6
4.2 Strumenti utilizzati
6
5. Risultati
7
5.1 Sforzo di campionamento
7
5.2 Osservazioni effettuate
7
5.3 Indici rilevati
9
6. Discussione
10
7. Conclusioni e proposte gestionali
11
Bibliografia
12
Allegati
13
2
1. INTRODUZIONE
La conoscenza dello status di una popolazione di animali selvatici è alla base di un corretta e sostenibile
gestione della stessa. Proprio per questo motivo uno dei principali compiti affidati agli enti che si occupano
di gestione faunistica (Comprensori Alpini, Ambiti Territoriali di Caccia, Aziende Faunistiche, Parchi, ecc.) è
quello di promuove ed organizzare le attività di ricognizione delle risorse ambientali e delle consistenze
faunistiche nel territorio di competenza.
Al fine di ottenere una valutazione numerica di una popolazione sono state affinate, negli anni, varie
tecniche di censimento che hanno portato alla selezione di quelle ritenute maggiormente nel dare
uniformità ai dati raccolti.
La gestione della fauna selvatica è una “scienza” relativamente giovane in Italia e dunque in continua
evoluzione. Proprio per questo motivo si sta continuando nella sperimentazione di nuove metodologie e
nel perfezionamento di quelle attualmente utilizzate.
Il lavoro illustrato nella presente relazione si inserisce in questo contesto mettendo a confronto una
metodica standardizzata, nonché ufficialmente prevista dalla legislazione vigente (D.G.R. n. 76-2075 del 17
maggio 2011 “Linee guida per la gestione dei ruminanti selvatici nella Regione Piemonte”), come il
censimento notturno con il faro con una tecnica più recente e innovativa come il censimento notturno con
la termocamera.
L’utilizzo della termografia per il conteggio degli animali selvatici può dare buoni risultati quando viene
utilizzata in ambienti caratterizzati da vegetazione fitta nei quali è difficile applicare le metodologie
classiche. Esperimenti condotti nel Parco Regionale “La Mandria” di Torino hanno dimostrato che, con lo
sviluppo del visore G.U.F.O. acronimo di “Galileo Unit for Fauna Observation”, l’uso della termocamera
poteva aumentare significativamente la probabilità di contatto di Cervo e Cinghiale rispetto all’utilizzo del
faro (Franzetti & Focardi, 2006). Alcuni altri lavori (Morgante et al., 2006; Alessi, 2009; Franzetti, 2010)
hanno continuato nell’analisi e nella sperimentazione di questa metodica come strumento per la raccolta
dati riguardanti la fauna selvatica.
2. OBIETTIVI DELLO STUDIO
I censimenti notturni vengono svolti annualmente dal personale tecnico del Comprensorio Alpino al fine di
incrementare i dati del censimento primaverile dei cervidi (cervo e capriolo) e di stimare la consistenza
delle specie più elusive (lepre e volpe) abitualmente censite con altre metodiche.
Obiettivo del presente lavoro è quello di mettere a confronto due strumenti che possono essere utilizzati
per il conteggio notturno degli animali: il faro e la termocamera.
Ci si prefigge dunque di valutare l’efficacia e l’applicabilità sul campo di ciascuna delle due tecniche
esaminandone i diversi aspetti.
3. AREA DI STUDIO
I dati sono stati raccolti all’interno del Comprensorio Alpino CN2 “Valle Varaita”. Il C.A. ha un’estensione di
47.831 ha con un’altitudine che va dai 400 m s.l.m. circa del comune di Manta ai 3.841 m s.l.m. del
Monviso.
Il Comprensorio è stato suddiviso in tre aree campione all’interno delle quali si sviluppano i transetti:
- Bassa Valle: ambiente di fondovalle pedemontano caratterizzato da prati stabili, coltivazioni
intensive (principalmente frutteti) e boschi di latifoglie (principalmente castagni e querce) con
quota media di circa 500 m s.l.m.;
3
- Media Valle: ambiente di fondovalle di media montagna caratterizzato da prati stabili e partipascolo, boschi di latifoglie (principalmente castagni e faggi) ed una quota media di circa 1000 m
s.l.m.;
- Alta Valle: ambiente di fondovalle di media/alta montagna caratterizzato da prati-pascolo, pascoli
e boschi di conifere (principalmente larice e pino cembro) con una quota media di circa 1600 m
s.l.m..
Fig. 1 – Immagine satellitare con evidenziato il territorio di pertinenza del CA CN2 “Valle Varaita”
In allegato è riportata la cartografia C.T.R. riferita ad ogni singolo transetto.
4. MATERIALI E METODI
La metodica utilizzata è quella del censimento notturno con faro che consiste, come previsto dalla D.G.R.
76-2075 del 17.05.2011 “Linee guida per la gestione degli ungulati ruminanti nella Regione
Piemonte”, nel conteggio notturno da automezzo munito di faro a lunga gittata su percorsi predefiniti e
ripetuti negli anni. Questi conteggi vengono realizzati in concomitanza con il ricaccio vegetativo dei prati di
fondovalle (indicativamente tra metà marzo e metà maggio a seconda della quota) riuscendo così a
sfruttare la naturale concentrazione di animali in aree aperte come radure e prati; al fine di ottenere i
migliori risultati è opportuno effettuare le uscite nel periodo in cui i prati presentino già la rinnovazione
erbacea mentre la vegetazione arborea non abbia ancora sviluppato le nuove foglie. Il transetto viene
censito percorrendolo con l’autovettura, in un solo senso di marcia, a bassa velocità ed indagando tutto il
territorio a destra e sinistra della strada.
Dall’elaborazione dei dati raccolti viene estrapolato un Indice Chilometrico d’Abbondanza (I.K.A.) che,
essendo questo indice basato sulla probabilità di avvistare un dato animale proporzionalmente alla densità
della popolazione, può indicare la tendenza demografica della popolazione nel tempo quando viene
sistematicamente ripetuto negli anni. L’I.K.A. viene calcolato dividendo il numero di animali contati per i
chilometri lineari del transetto percorso.
Dunque la tecnica di base utilizzata è quella del conteggio notturno da automezzo su percorsi predefiniti
impiegando, come strumenti per la ricerca degli animali, un faro alogeno ed una termocamera sensibile
all’infrarosso termico.
Il faro alogeno, proiettando un fascio luminoso, consente di individuare gli animali principalmente grazie al
riflesso dell’occhio dovuto al tapetum lucidum (strato riflettente posto nell’occhio di molti animali); la
4
termocamera invece rileva il calore emanato dal corpo degli animali mettendoli in evidenza rispetto allo
sfondo più freddo. Il termine termografia indica la tecnica mediante la quale è possibile elaborare
l’immagine di un oggetto impiegando proprio l’emissione di calore da questi prodotta. In particolare, la
termografia ad infrarossi permette di elaborare le lunghezze d’onda dell’infrarosso termico (3-20 μm)
tramite apposite termocamere (cfr. § 4.2), che funzionano come normali videocamere in cui un obiettivo
ottico convoglia le radiazioni termiche emesse dagli oggetti inquadrati verso i sensori ad infrarossi, in grado
di restituire una rappresentazione grafica della scena su di uno schermo in bianco/nero oppure a colori
(Trocchi et al., 2005).
Nelle immagini una rappresentazione delle situazioni classiche.
Fig 2 – A sinistra un immagine scattata con la termocamera in cui sono evidenti le sagome degli animali più calde sullo sfondo più
freddo. A destra un capriolo illuminato dal faro con il riflesso degli occhi
Per la raccolta dei dati su campo sono stati utilizzati i tre transetti destinati agli annuali censimenti notturni
del C.A. (cfr. § 3) che coprono in totale 42,8 km, nella tabella seguente viene riportata la lunghezza di ogni
singolo transetto che è rappresentato graficamente nella figura 2.
TRANSETTO LUNGHEZZA (km)
Bassa Valle
16,4
Media Valle
12,9
Alta Valle
13,5
Tab. 1 – Lunghezza dei transetti percorsi
Elaborazione P. Tizzani
Fig. 3 – Rappresentazione grafica dei tre transetti utilizzati
5
Al fine di ridurre al minimo le variabili esterne alla metodica (condizioni meteo-climatiche, spostamenti
degli animali, ecc.) le uscite sono state effettuate in contemporanea con l’utilizzo simultaneo dei due
strumenti. Sono stati dunque organizzati due “equipaggi” indipendenti formati ciascuno, come minimo, da
un operatore addetto alla guida, all’osservazione e alla compilazione della scheda, ed uno addetto all’uso
della termocamera o del faro e all’osservazione; dunque per ogni uscita sono state impiegate un minimo di
quattro persone con due autoveicoli.
4.1 Esecuzione dei conteggi
Sono state realizzate sei uscite, due per ogni transetto, effettuate mediamente tra le 21.30 e le 00.30.
I due equipaggi indipendenti procedevano ad una distanza di circa 500 m l’uno dall’altro, il primo con la
termocamera il secondo con il faro. Questo perché, essendo la termocamera meno “invasiva”, gli operatori
del primo automezzo potevano avvistare e osservare gli animali senza che questi, nella maggior parte dei
casi, fuggissero consentendo dunque al secondo equipaggio, dotato di faro, di avere le stesse possibilità di
contattare gli animali.
Ad ogni avvistamento veniva fermato il veicolo al fine di determinare (specie e qualora possibile classe di
sesso e di età) e contare gli animali. Per ciascun contatto venivano inoltre registrati la distanza (in km)
dall’inizio del transetto, il lato su cui viene avvistato l’animale (rispetto al senso di marcia) ed eventuali
ostacoli presenti tra l’operatore e l’animale (rami, piante, rovi, ecc.).
In allegato viene riportata la scheda utilizzata su campo per la raccolta dati.
4.2 Strumenti utilizzati
Per l’osservazione e la determinazione degli animali sono stati utilizzati binocoli Swarovski 8x42 e 10x42
mentre i dispositivi impiegati per la ricerca e l’individuazione sono, come detto in precedenza, il faro e la
termocamera di cui vengono riportate di seguito le caratteristiche tecniche:
FARO ALOGENO: Proiettore dotato di lampadina alogena da 50W di potenza che produce un fascio
di luce particolarmente potente (luminosità pari a 1000000 di candele). L’alimentazione è a 12V con
attacco per accendisigari da auto. La parabola misura 12,5 cm di diametro ed il peso è di circa 1kg.
TERMOCAMERA: È stata utilizzata una telecamera termica Fluke TiR1 che opera nella banda di
spettro ad infrarossi da 7,5 a 14 µm con una risoluzione di 640x480 pixel. La gamma di misura della
temperatura va da -20°C a 150°C con precisione di ±2°C con una sensibilità termica ≤0,07°C. È
dotata di batterie ricaricabili ed è in grado di scattare fotografie (anche in formato jpeg)
dell’immagine visualizzata sullo schermo. Misura 27 cm di lunghezza per un peso di 1,2 kg.
Va precisato che questo strumento nasce per uso edilizio (rilevamento dispersione termica edifici,
ecc.) e non specificatamente per il monitoraggio della fauna.
Foto: www.fluke.com
Fig. 4 – A sinistra il faro alogeno e a destra la termocamera
6
5. RISULTATI
5.1 Sforzo di campionamento
I dati utilizzati nel presente lavoro sono stati raccolti in sei uscite per un totale di 17 ore di monitoraggio e
una media di circa 3 ore/uscita; sono stati percorsi 85,6 km con l’impiego contemporaneo di minimo 4
operatori/uscita. I censimenti sono stati effettuati tra il 23 marzo ed il 18 maggio 2011.
Il tempo mediamente impiegato per percorrere ogni singolo transetto, con l’impiego della termocamera, è
stato di 3,2 ore; con l’utilizzo esclusivo del faro il tempo medio impiegato è di 1,5 ore ogni transetto
(calcolato sulle uscite di censimento notturno 2010).
5.2 Osservazioni effettuate
Nelle tabelle seguenti sono riportati tutti gli avvistamenti divisi per transetto e per metodica.
FARO
Transetto
Bassa Valle
Media Valle
Alta
Valle
Data
23/03/2011
30/03/2011
06/04/2011
20/04/2011
02/05/2011
18/05/2011
MM
4
3
10
12
16
8
CAPRIOLO
FF ?
3 5
4 1
26 13
18 9
15 24
4 7
TOT
12
8
49
39
55
19
MM
6
1
CERVO
FF KK Fu
18
2
10
?
3
31
7
8
CERVO
FF KK Fu
?
1
TOT
0
0
55
10
22
0
VOLPE
LEPRE
4
0
3
4
2
3
1
0
0
2
1
0
VOLPE
LEPRE
1
0
5
3
4
3
1
0
0
0
0
0
TERMOCAMERA
Transetto
Bassa Valle
Media Valle
Alta
Valle
Data
23/03/2011
30/03/2011
06/04/2011
20/04/2011
02/05/2011
18/05/2011
CAPRIOLO
MM FF ?
1
1 14
1
2 4
7
4 30
3
1 19
6
2 32
5
1 7
TOT
16
7
41
23
40
13
MM
7
1
40
2
21
1
TOT
0
0
48
2
21
1
Tab. 2 – Riepilogo di tutte le osservazioni effettuate nelle sei uscite
Dal momento che sono state effettuate due uscite per ogni transetto i dati utilizzati per le elaborazioni
sono quelli riferiti al miglior risultato ottenuto sul singolo transetto come riportati nella tabella.
Capriolo
Cervo
Volpe
Lepre
BASSA VALLE
FARO
TERMO
12
16
0
0
4
1
1
1
TOTALE CENSITO
MEDIA VALLE
FARO
TERMO
49
41
55
48
4
5
2
0
ALTA VALLE
FARO
TERMO
55
40
22
21
3
4
1
0
Tab. 3 – Massimo numero di animali censiti per specie
7
FARO
TERMOCAMERA
FF
6
0
KK
Fu
Capriolo
Cervo
MM
10
0
0
0
FF
26
18
KK
Fu
Capriolo
Cervo
MM
10
6
0
0
FF
15
10
KK
Fu
Capriolo
Cervo
MM
16
1
3
0
?
2
0
?
13
31
?
24
8
Bassa Valle
Tot
MM
18
1
0
0
Media Valle
Tot
MM
49
7
55
7
Alta Valle
Tot
MM
55
6
22
0
FF
1
0
KK
Fu
0
0
FF
4
1
KK
Fu
0
0
FF
2
0
KK
Fu
0
0
?
14
0
Tot
16
0
?
30
40
Tot
41
48
?
32
21
Tot
40
21
Tab. 4 – Suddivisione degli avvistamenti per sesso e classi di età riferiti al miglior risultato ottenuto in ogni transetto
Fig. 5 – Rappresentazione grafica del numero massimo di cervidi censiti, suddivisi per specie e transetto, in base al metodo
utilizzato
Fig. 6 – Rappresentazione grafica del numero massimo di capi di lepre e volpe censiti, suddivisi per transetto, in base al metodo
utilizzato
8
Durante il censimento notturno viene privilegiato l’aspetto quantitativo, del dato, rispetto a quello
qualitativo in quanto non è sempre agevole classificare con precisione l’animale osservato. Mentre la
discriminazione della specie è facilmente realizzabile la valutazione della classe di sesso ed età non è
sempre possibile, sia per le difficoltà visive che si possono presentare con animali distanti o seminascosti,
sia per la repentina fuga dei selvatici al sopraggiungere dell’automobile; per questi motivi la percentuale di
indeterminati è di solito decisamente più elevata rispetto ad altre metodiche di censimento utilizzate.
Di seguito viene presentato un grafico in cui sono riportate le percentuali di animali indeterminati rilevate
con il faro e con la termocamera.
Fig. 7 – Percentuale di animali indeterminati rilevata durante i conteggi
5.3 Indici rilevati
Dall’elaborazione dei dati raccolti sono stati estrapolati gli Indici Chilometrici di Abbondanza riportati in
tabella divisi per specie, transetto e metodica utilizzata.
Capriolo
Cervo
Volpe
Lepre
BASSA VALLE
FARO
TERMO
0,73
1,0
0,0
0,0
0,2
0,1
0,1
0,1
I.K.A.
MEDIA VALLE
FARO
TERMO
3,8
3,2
4,3
3,7
0,3
0,4
0,2
0,0
ALTA VALLE
FARO
TERMO
4,1
3,0
1,6
1,6
0,2
0,3
0,1
0,0
Tab. 5 – Indice Chilometrico di Abbondanza (I.K.A.)
9
6. DISCUSSIONE
Per la gestione dei cervidi nel C.A. CN2 “Valle Varaita”, il censimento notturno con il faro viene utilizzato
come supporto ai dati raccolti nei censimenti primaverili (osservazione diretta) e come indicatore
dell’abbondanza di popolazione per lepre e volpe. I transetti sono i medesimi da circa 10 anni permettendo
di confrontare dati raccolti con metodo standardizzato su una stessa area campione.
Nel corso degli anni però si sta assistendo ad una graduale “chiusura” delle radure e dei prati da parte della
rinnovazione forestale (crescita di nuove piante lungo i margini stradali o sviluppo di quelle esistenti) che
potrebbe limitare nel futuro l’utilizzo del faro, portando di conseguenza ad una diminuzione del censito a
causa della riduzione della visibilità. Al fine di ovviare a questo problema è nata l’idea di avvalersi di una
termocamera confidando che questa metodica potesse incrementare la capacità di ricerca degli animali.
Andando ad analizzare i dati raccolti si nota come il numero caprioli e cervi contati sia sempre più alto con
l’utilizzo del faro nei transetti di media e alta valle (rispettivamente +20% e +37%); al contrario nel transetto
di bassa valle sono stati conteggiati con la termocamera circa il 33% di caprioli in più rispetto al faro.
Tale differenza può essere spiegata prendendo in considerazione il fatto che i transetti hanno
caratteristiche ambientali diverse con copertura arborea che diminuisce all’aumentare della quota (cfr. § X
Area di studio). Dunque nel transetto di bassa valle, caratterizzato da un maggiore presenza di “ostacoli”
che possono riflettere la luce del faro (rami, cespugli, ecc.), la termocamera ha permesso, come atteso, di
conteggiare un maggior numero di caprioli rispetto al faro riuscendo a “vedere” animali altrimenti non
osservabili (Figura 8).
Fig. 8 – Capriolo nascosto tra i rami rilevato dalla termocamera ma non con il faro
A ulteriore riprova di quanto detto si nota come nel transetto di media valle, contraddistinto da prati e
radure più ampie che in bassa valle ma ancora con alcune porzioni importanti di piante e arbusti, il
rapporto venga ribaltato a favore del faro ed il divario aumenti ulteriormente nel transetto di alta valle
dove dominano pascoli e prati sostanzialmente privi di copertura arborea.
Per quanto riguarda la volpe, invece, i dati sono discordanti in quanto nettamente a favore del faro in bassa
valle (+75% rispetto alla termocamera) mentre in media e alta valle il numero di animali contati è maggiore
con la termocamera (rispettivamente +20% e +25% rispetto al faro). Tale differenza non ha
apparentemente una spiegazione oggettiva se non il fatto che, essendo una specie molto diffidente, al
sopraggiungere dell’auto gli animali, nella maggior parte dei casi, si allontanavano immediatamente quindi
o venivano avvistati contemporaneamente da entrambi gli equipaggi oppure solo da uno dei due.
Sulla lepre ci si auspicava di ottenere, con la termocamera, un aumento degli animali censiti riuscendo a
“scovare” eventuali animali nascosti in rovi o cespugli non contattabili con il faro. In questo caso però
l’ipotesi iniziale è stata decisamente disattesa, in particolare nei transetti di media e alta valle dove nessun
animale è stato censito. Questo risultato può essere spiegato da una maggiore difficoltà nel riconoscere con
10
la termocamera, se non a distanze decisamente ravvicinate, la sagoma di una lepre in ambienti che possono
presentare elementi in grado di confondere la lettura attraverso lo schermo (pietre che restituiscono di
notte il calore accumulato di giorno, vedi foto in allegati) oppure con il fatto che il calore emesso da un
piccolo animale sia troppo basso per poter essere adeguatamente rilevato a distanza.
Un elemento importante da tenere in considerazione per una lettura più oggettiva dei dati è che, a causa
della lentezza di perlustrazione del territorio con la termocamera, non sempre è stato possibile indagare
adeguatamente entrambi i lati della strada, come previsto dalla metodologia (cfr. § 4), con il rischio di
perdere qualche avvistamento.
Dall’analisi dei dati è inoltre emersa una differenza rilevante nella percentuale di indeterminati (cfr. Fig. 7).
Questo particolare è interessante poiché mette in luce un limite della termocamera, perlomeno di quella
utilizzata in questo lavoro, nel classificare gli animali avvistati a distanze medio-lunghe. Al fine di
riconoscere l’animale avvistato infatti, se questo non era decisamente vicino agli operatori (20-30 metri), si
rendeva necessario l’utilizzo di un piccolo faro alogeno.
Durante l’utilizzo della termocamera su campo sono inoltre emerse alcune altre problematiche. Lavorando
sulla diversità di temperatura di un oggetto rispetto allo sfondo freddo può capitare di essere “ingannati”
da massi o cumuli di pietre che, riscaldandosi durante il giorno, risultino più caldi dello sfondo facendo
nascere il dubbio che ci si trovasse davanti ad animali accovacciati; quindi in questi casi ci si soffermava sul
particolare per valutarne la natura oppure si doveva ricorrere all’utilizzo del faro con notevoli perdite di
tempo.
Al fine di indagare adeguatamente l’area circostante attraverso lo schermo della telecamera, la velocità di
marcia nel percorrere il transetto doveva essere notevolmente ridotta, rispetto a quella abitualmente
mantenuta con il faro, raddoppiando mediamente i tempi di percorrenza (cfr. § 5.1).
A favore della termocamera va però detto che risulta decisamente meno invasiva del faro non producendo
quasi nessuna reazione negli animali e che, in situazioni di vegetazione abbondante, restituisce risultati
migliori nel conteggio degli ungulati.
Un ulteriore elemento importante da prendere in considerazione è il costo del materiale necessario per
l’esecuzione dei conteggi. Il faro utilizzato è di proprietà del Comprensorio Alpino ed ha un costo di circa
120 euro. La termocamera è stata presa a noleggio ad un costo, comprensivo di operatore, di 1.248 euro
per sei uscite. Il costo di acquisto della termocamera è di circa 3.500 euro.
7. CONCLUSIONI E PROPOSTE GESTIONALI
Sulla base dei dati e delle considerazioni riportate nella presente relazione viene confermato quanto
riportato in letteratura. La termocamera migliora il dato di censimento in ambienti con vegetazione
abbondante, riuscendo a “vedere” animali non contattabili con il faro.
Per contro la termocamera, con riferimento esclusivamente al modello utilizzato non propriamente adatto
allo scopo (cfr. § 4.2), rispetto al faro si è dimostrata poco versatile nell’utilizzo su campo per vari motivi:
operazioni di perlustrazione dell’area campione per la ricerca degli animali decisamente rallentate,
difficoltà nel riconoscimento degli animali, rapporto costi/benefici sfavorevole.
In conclusione si può affermare che facendo un bilancio tra costi/benefici, praticità di esecuzione/risultati
ottenuti e tenuto conto delle condizioni ambientali presenti ad oggi nell’area di studio, con ampi spazi
aperti seppur in diminuzione, il faro risulta ancora lo strumento ottimale da utilizzare nell’attività ordinaria
di censimento operata dal Comprensorio, data anche la finalità di rinforzo ai censimenti primaverili del dato
raccolto.
Alla luce di quanto detto si potrebbe prevedere, qualora la copertura arborea diventi tale da impedire
l’utilizzo esclusivo del faro, un impiego combinato delle due metodiche, a supporto l’una dell’altra,
riuscendo così a fruttare le peculiarità di ciascuno strumento
11
BIBLIOGRAFIA
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abbinato all’uso della termocamera. Regione Valle d’Aosta, Ufficio per la fauna selvatica, Direzione Flora,
Fauna, Caccia e Pesca.
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Accademico 2008-2009
CADEI A. (2008). La gestione faunistico-venatoriatra scienza e tradizione: il caso del cervo Cervus elaphus
(Linnaeus, 1758) nel trentino orientale. Tesi di Laurea, Anno accademico 2007-2008.
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bimestrale di informazione ambientale dell’ISPRA 49: 14-15
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dove stanno: il distance sampling e la termocamera ad infrarossi per stimare la densità e la distribuzione
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thermography for evaluating health and welfare status in ruminants: preliminary results. Atti “VII
Conference of theEuropean Wildlife Diseases Association”. Aosta 27-30 settembre 2006, 66
12
ALLEGATI
Scheda di rilevamento dati
13
CARTOGRAFIA
Transetto “Bassa Valle”
500 m
14
Transetto “Media Valle” (I parte)
500 m
15
Transetto “Media Valle” (II parte)
500 m
16
Transetto “Alta Valle” (I parte)
500 m
17
Transetto “Alta Valle” (II parte)
500 m
18
IMMAGINI
Capriolo con trofeo in velluto, essendo irrorato di sangue anche il palco emana calore rendendolo evidente
nella termocamera
Testa di una femmina di cervo accovacciata dietro un dosso
19
Due immagini di caprioli dietro vegetazione fitta. Da notare nella seconda foto il notevole disturbo delle
rocce in primo piano.
20
Immagini di cervi
Immagine di un gruppo di 55 cervi a circa80 metri
21
Volpe a circa 50 metri
Fotografia di una lepre (punto giallo in mezzo al prato). Da notare come la roccia situata sul lato destro
dell’immagine possa far pensare ad un animale accovacciato
22