newsletter fismic 15 giugno

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newsletter fismic 15 giugno
 * , 8 * 1 2 “Un giorno ti sveglierai e
non ci sarà più tempo per
fare le cose che
avresti voluto fare.
CRISI CONTRATTO CONGRESSO
Fallo ora.”
Paulo Coelho
,148(672
180(52
di Roberto Di Maulo
Una finestra
sull’Europa
Chi paga l’uscita
della Grecia
dall’Euro.
Strage di cani in
Ucraina.
Paura del terremoto? Affari tuoi!
TFR e detassazione
2012
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Come spesso succede, una lettera dell’alfabeto può assumere
una simbologia che caratterizza
un intero periodo: per la
FISMIC l’anno in corso più
che l’anno dei Maya (ormai
il pericolo scaramantico
l’abbiamo alle spalle avendo datato i matematici al 5
giugno scorso la predizione
della fine del mondo) sarà
l’anno delle 3 C: crisi, contratti e congressi.
Il perché della crisi mi sembra evidente e nemmeno
varrebbe la pena sprecare
altro inchiostro, dato che
trattiamo l’argomento con
interventi illustri nelle pagine successive. Qua vogliamo solo ricordare che una
crisi di questa profondità il
mondo come mai prima
d’ora, che è scosso alle fondamenta l’equilibrio finanziario del mondo così come
l’avevamo conosciuto finora e che questa crisi porterà a
cambiamenti epocali, basti pensare che nel 2011 la Cina continua ad essere il primo Paese
industriale al mondo per il secondo anno di seguito, ma anche che India, Brasile e Corea
del Sud hanno superato nel
corso del 2011 il nostro Belpaese che si ritrova dal 5° all’8°
posto nella classifica dei Paesi
più industrializzati.
La crisi sta cambiando il mondo e resisteranno solo i Paesi
che rapidamente sapranno modernizzare le proprie strutture e
flessibilizzare i fattori della
produzione industriale: noi che
abbiamo partecipato da protagonisti all’accordo di Pomigliano speravamo che l’intero Paese capisse che quello è il modello da seguire, così come sta
capitando in tutto il mondo (a
partire dalla Germania per arrivare alla Turchia che già ha
alzato la freccia di sinistra per
iniziare il sorpasso nei nostri
confronti). Invece purtroppo se
si esclude il Prof. Ichino, l’ex
ministro Sacconi e pochissimi
altri, l’accordo di Pomigliano è
rimasto chiuso nella realtà
FIAT ed altri comportamenti
positivi tardano ad arrivare,
mentre continuano a crescere,
insieme allo SPREAD, quelli
negativi, a partire dai nostri
partiti politici che hanno superato qualunque misura del catti-
vo gusto e di dare spettacoli
assai poco edificanti ad un Paese i cui cittadini vengono chiamati quotidianamente a grossi
sacrifici di cui non si intravvede
mai la fine, mentre la Casta continua a viaggiare al di sopra di
ogni tenore di vita che abbia un
minimo di raffronto rispetto ai
politici degli altri Paesi al mondo.
In questo clima parte la stagione
dei Contratti Nazionali, dei
meccanici e della FIAT. La richiesta avanzata è di 150 € mensili lordi a regime sulla media.
Una richiesta in grado solo di
ripristinare parte dell’erosione
che hanno subito le nostre
retribuzioni dall’inflazione, ma
che, nonostante questo sarà
dura da portare a termine con
successo.
Ed è proprio questo che i cittadini italiani non comprendono
più: sprechi e corruzione aumentano, la Casta vive continua allegramente a spendere e
spandere e arrivano metalmeccanici, quelli che producono la
ricchezza della Nazione e trovano invece la porta chiusa…
Su questo il Paese è chiamato
a dare delle risposte che tardano ad arrivare dalla classe politica.
La FISMIC CONFSAL, nel
suo piccolo tenterà di fornire
delle risposte nei Congressi
territoriali che si sono già aperti (Cuneo, Roma, Avellino e
Terni sono i primi) e che si concluderanno a novembre col
Congresso Nazionale a Montesilvano (PE).
Il titolo è già un programma di
lavoro preciso, senza tentennamenti, senza se e senza ma, di
schieramento:
“DALL’IMPORRE
CONDIZIONI, AL
CONDIZIONI ...
PER IL LAVORO”.
CREARE
* , 8 * 1 2 UNA FINESTRA SULL’EUROPA
Da circa un anno la stampa internazionale
tiene acceso un “faro” sulla situazione economico-finanziaria dell’Italia e sulla conseguente crisi del nostro Paese. Da più parti sentiamo
dire che siamo in recessione e che abbiamo
evitato il “baratro” in cui, invece, è caduta la
Grecia. Dapprima abbiamo partecipato al
continuo balletto di notizie, con molta apprensione e preoccupazione. Finiremo come la
Grecia? Ora, come in tutte le cose, cerchiamo
di essere più forti e determinati ed alla apprensione è subentrata la volontà di accettare i
gravosi sacrifici che la situazione richiede. Se
pensiamo che ci siamo abituati persino a quella parola, all’inizio difficile anche solo da
pronunciare, lo “spread” e che ora invece è
entrato nelle orecchie di tutti, anche
dell’uomo della strada, dobbiamo riconoscere
che il nostro è un grande Paese, dalle grandi
risorse, in primis, quelle umane, di coraggio e
di impegno sociale. Lo constatiamo anche ora
in occasione del dramma del terremoto
dell’Emilia Romagna, dramma che ci riconferma la forza del popolo Italiano. Una delle
nostre peculiari caratteristiche è infatti quella
di saper reagire e rimboccarci le maniche per
raggiungere l’obiettivo. Ma cerchiamo di fare
ordine nella “girandola” di cose succedutesi in
questi mesi, per comprendere meglio quello
che ci aspetta nel prossimo futuro. Prima ci
hanno detto che il Governo Berlusconi di
fronte ad un continuo e crescente rialzo dello
spread (oltre i 500 punti) dovuto a manovre
speculative ed ad attacchi al nostro Paese,
aveva, con grande senso di responsabilità,
fatto un passo indietro, lasciando il posto ad
un Governo di tecnici (per lo più professori
Universitari) presieduto dal Senatore Monti,
che avrebbe dovuto adottare quelle misure di
grande sacrificio per tutti che il momento
richiedeva e successivamente fare le riforme
che i politici non avevano saputo fare nel
tempo (la modernizzazione del Paese, la riforma elettorale, le liberalizzazioni, i tagli della
politica ed altro ancora). Si parlò di una prima fase caratterizzata dal rigore e di una seconda fase finalizzata alla crescita.Abbiamo
già assistito a pesanti e sgraditi interventi sul
versamento dei tributi, sino a giungere
all’introduzione dell’IMU che ci accingiamo a
pagare ed ad un paventato aumento di 2 punti
dell’Iva, previsto per il mesedi ottobre se la
spending review (i tagli alla spesa pubblica
oggi allo
studio di
tre Commissari
incaricati
dal Governo)
non darà
il necessario gettito finanziario indispensabile
per avvicinarsi all'obiettivo imposto dall'Europa e da settembre inserito nella nostra Carta
Costituzionale del pareggio di bilancio da
raggiungere nel 2013. Vedremo cosa ci riserverà la 2° fase della crescita.Sicuramente sarà
una fase difficile e complessa in quanto coinvolge l’intera Europa, alla quale si richiede
un sostanziale contributo nell’adozione di
severe misure per la crescita (la creazione di
un fondo salva Stati, la necessità che la Banca
Centrale Europea funzioni come sostegno alle
banche dei vari Paesi, sul modello della Banca Centrale Americana, ma cosa più importante: l’unione politica e fiscale
dell’Europa).Del resto si sapeva che
all’Europa non sarebbe stata sufficiente la
sola unione monetaria, ma mancava il pilastro
che ora è arrivato il momento di realizzare. I
tempi sono maturi, ma le difficoltà sono tante.
La Germania intende mantenere la sua politica incentrata
sul
rigore
e
non vuole
rinunciare
al
su o
primato
economico
in Europa. Sino ad un mese fa, su questa linea, era sostenuta dalla Francia di Sarkozy,
ma le recenti elezioni politiche francesi hanno
visto la vittoria del socialista Hollande, che
non condivide, per nostra fortuna, la linea del
precedente Presidente. In questo quadro il
Premier Monti riveste un ruolo determinante,
che gli viene riconosciuto da più parti compresi gli Stati Uniti di Barack Obama, ossia
l’attuazione di quelle riforme di cui abbiamo
parlato, ritenute indispensabili per uscire
dalla crisi ed intraprendere il percorso della
crescita per quanto riguarda l'economia e, dal
punto di vista politico, un elemento di mediazione indispensabile tra la Germania e la
Francia.La crisi Europea si ripercuote oltreoceano in quanto l’Europa è il primo partner
economico degli Stati Uniti e questi ha un
$ 8 7 2 1 2 0 , / , % ( 5 , 0 2 ' ( 5 1 , In questi giorni, il Presidente americano ha più
volte rivolto un monito all’Europa a fare presto
le riforme, che devono essere severe e profonde, ed ha riconosciuto all’Italia di essersi avviata su un cammino giusto.Però si profilano
all’orizzonte delle nubi minacciose che potrebbero ostacolare il duro lavoro del Presidente
Monti.In poche parole, lo spread italiano ha
ricominciato a salire (470 punti) la crisi economica ha contagiato anche la Spagna che è stata
costretta a rivolgersi al fondo salva Stati europeo (che ha stanziato per quel Paese 100 mld di
euro ma sembra che siano insufficienti) e la
Grecia, nelle recenti elezioni di maggio, non è
riuscita a formare un Governo e deve ricorrere
nuovamente alle elezioni.In questo contesto,
all’iniziale entusiasmo che aveva accompagnato la nascita del Governo Monti come toccasana per il ns Paese, è subentrato uno stato di
malcelata rassegnazione degli italiani che hanno visto nell’opera di Monti un prevalente
inasprimento delle tasse sul ceto medio-basso
del Paese e solo un timido atteggiamento nel
taglio della spesa pubblica, dei privilegi della
casta e degli sprechi che alimentano il fiume
del debito pubblico che grava su tutti i cittadini.Tale situazione impensierisce, non poco, i
partiti che appoggiano Monti e comincia a
serpeggiare l’idea di elezioni anticipate in autunno invece di attendere il naturale termine
della legislatura nella primavere del 2013.Per
concludere possiamo sostenere che la cristi
economica dell’Italia coinvolge l’intera Europa
che deve, nonostante le resistenze della Germania, impegnarsi seriamente sul cammino delle
riforme e quindi della crescita; che la crisi ha le
sue origine non solo in Europa, ma viene da
molto lontano, e che la soluzione del problema
non è certo quella che affacciano molti stregoni” ossia l’uscita dall’euro che invece comporterebbe, a nostro parere, un vero e proprio
disastro. Il caso Grecia insegna ed è per questo che da più parti, si richiede ad alta voce, la
permanenza della Grecia in Europa. L’effetto
“domino” ed il “contagio” sono in agguato!!
Le prossime due settimane saranno decisive
per l’Italia e per l’Europa: le elezioni in Grecia
del 17 giugno p.v. la riunione del Consiglio
europeo, il 28 giugno, nel corso della quale
riunione verrà varato il piano della “crescita”
attraverso le misure ritenute più giuste. Non
sarà una soluzione né semplice né breve ma
porterà, quantomeno, ad intravedere, finalmente, tra le nubi della crisi, un vero e concreto
spiraglio di luce. (Dott. Alessandro Esposito)
3 $ * * , 8 * 1 2 CHI PAGA L'USCITA DELLA GRECIA
di Daniel Gros (tratto da www.lavoce.info)
Un'uscita dall'Eurozona non comporta necessariamente il default della Grecia. Il ritorno alla
dracma, seppure pesantemente svalutata, farebbe
crescere le esportazioni e in una decina di anni il
Pil greco tornerebbe ai valori attuali, rendendo
così possibile la restituzione del debito estero.
Soprattutto se questo fosse ricontrattato su scadenze più lunghe e a un tasso dell'1,5 per cento.
La Germania alla fine non registrerebbe alcuna
perdita. Mentre i paesi più deboli dell'area subirebbero il doppio colpo dell'effetto contagio e dei
più alti costi di rifinanziamento. A quanto ammonterebbero le perdite dei creditori della Grecia se il paese dovesse lasciare l'Eurozona? In
genere, si presuppone che un'uscita dall'euro
dovrebbe essere seguita da un default perché la
nuova valuta si deprezzerebbe così pesantemente
che un servizio del debito in euro sarebbe impossibile. È un'ipotesi sbagliata. Nella sua gran parte
il debito greco è debito estero e in ultima analisi
va ripagato con maggiori esportazioni o con una
compressione delle importazioni. Un'uscita seguita da un forte deprezzamento della nuova
dracma dovrebbe accelerare la crescita delle
esportazioni e provocare un'ulteriore caduta delle
importazioni, incrementando così la capacità del
paese di ripagare il suo debito estero. Dopo un
decennio di aggiustamento, la Grecia dovrebbe
essere in grado di pagare i suoi debiti.
L'EQUAZIONE USCITA=DEFAULT
Oggi, il Pil greco ammonta a circa 200 miliardi
di euro l'anno. Se la Grecia dovesse re-introdurre
la dracma, la nuova moneta si deprezzerebbe di
circa il 50 per cento, cosicché il Pil del paese
probabilmente scenderebbe al sotto dei 100 miliardi di euro. Anche le entrate dello Stato greco
registrerebbero una caduta di proporzioni simili:
dai circa 80 miliardi di oggi a circa 40 miliardi
dopo l'uscita dall'euro. Queste magre risorse
sembrano del tutto insufficienti per ripagare gli
oltre 330 miliardi di euro che lo Stato greco deve
ai suoi creditori stranieri. La maggior parte del
restante debito del paese è dovuta a creditori
europei istituzionali, in particolare Efsf e Bce. A
prima vista, sembra che questi creditori istituzionali dovranno rinunciare a reclamare i loro diritti, almeno in larga parte (tralasciamo qui i 22
miliardi dovuti dalla Grecia all'Fmi, che sono
innegabilmente senior e dunque saranno probabilmente rimborsati in toto). Tuttavia, dopo l'iniziale sfondamento, è probabile che il tasso di
cambio ritorni al suo equilibrio di lungo periodo,
chiudendo lentamente il divario di prodotto.
Esperienze simili per i mercati emergenti suggeriscono che dopo dieci anni il Pil nominale
(misurato in una valuta forte) dovrebbe tornare
almeno ai livelli precedenti; nel caso della Grecia, diciamo almeno 200 miliardi di euro. Inoltre,
le esportazioni non necessariamente cadono
con una svalutazione, al contrario è probabile
che crescano più del Pil. (1) E questo, nel tempo,dovrebbe aumentare la capacità del paese di
ripagare il debito sovrano. Le esportazioni potrebbero arrivare a raddoppiare nel corso di un
decennio, passando dagli attuali circa 42 miliardi
di euro (beni più servizi) a circa 85 miliardi.
A quel punto, il paese sarebbe in grado di ripagare il suo debito estero, posto che i tassi di interesse
Tavola 1. Esposizione verso la Grecia per paese (miliardi di euro)
DEFAULT DEL DEBITO PRIVATO E
DEL DEBITO PUBBLICO
Un'uscita dall'euro della Grecia con conseguente introduzione
di una dracma svalutata del 50 per cento potrebbe perciò condurre a uno scenario in cui lo Stato greco dichiara ufficialmente il default sulle sue restanti obbligazioni verso i creditori privati e il settore privato del paese non è in grado di ripagare la gran parte del suo debito estero. Ciò comporta che le
banche europee dovranno cancellare la maggior parte dei
restanti 70 miliardi di esposizione verso la Grecia (e dato che
le banche fanno affidamento sugli aiuti statali, ciò significa
una perdita corrispondente anche per gli stati).
Tuttavia, i creditori istituzionali dell'Eurozona possono assumere una prospettiva di lungo periodo e dare il loro assenso a
un congelamento temporaneo dei crediti con il consueto
sistema dell'“extend and pretend” (prolunga e pretendi). Facciamo l’ipotesi che i creditori istituzionali concedano un periodo di tregua di dieci anni seguito da un pieno ripagamento
dei debiti nei successivi venti anni (sono i termini dell'ultimo
accordo Efsf) a un tasso di interesse dell'1,5 per cento
(l'attuale tasso dei Bund). In questo scenario il servizio del
debito del paese (aggregando le obbligazioni dello Stato greco
verso l'Efsf e il debito delle banche verso la Bce) dovrebbe
essere soltanto di circa 6 miliardi l'anno, equivalenti al 3 per
cento del Pil, certamente non un peso insostenibile. Ciò dovrebbe valere in particolare per lo Stato, le cui obbligazioni
interne dovrebbero essere state svalutate dall’inflazione nel
frattempo.Il trasferimento di risorse agli stranieri dovrebbe
ammontare a circa il 6 per cento del totale delle entrate per
esportazioni, di nuovo non un peso eccessivo. Infine, poiché è
probabile che il Pil greco (e le esportazioni crescano in termini nominali molto più dell'1,5 per cento, la capacità di ripagare il debito dovrebbe continuare a migliorare dopo che il paese
si è aggiustato al nuovo equilibrio.Certo, a prima vista, un
tasso di interesse dell'1,5 per cento rappresenta
Tavola 2. Totale perdite fiscali (in miliardi di euro e come percentuale del Pil)
un sussidio straordinario per un paese
i cui titoli attuali vengono scambiati
con rendimenti superiori al 25 per
cento: in termini di valori attuali rappresenterebbe un haircut di più dell'80
per cento attraverso la ridefinizione
del debito ufficiale. Ma i rendimenti
sui titoli del settore privato sono oggi
così elevati perché tutti i crediti del
settore pubblico sono di fatto divenuti
senior rispetto a quelli del settore
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Per lo Stato tedesco, tuttavia, un tasso
di interesse dell'1,5 per cento rappresenterebbe il costo che affronterebbe
per rifinanziare i suoi diritti sulla
Grecia e dunque non comporterebbe
alcun haircut. Ciò implica che se la
Grecia fosse in grado di ripagare il
suo debito nel corso di trenta anni a
un tasso dell'1,5 per cento, la Germania potrebbe alla fine non registrare
alcuna perdita rispetto alla sua esposizione. La tavola 2 mostra che le sole,
piccole, perdite per la Germania deriverebbero dalla esposizione residuale
delle banche tedesche. Tuttavia, la
maggioranza dei paesi dell'Eurozona
dovrebbe sopportare un peso gravoso,
dato che hanno costi di rifinanziamento ben più alti. Per esempio, Italia e
Spagna dovrebbero partecipare
all’operazione per un ammontare che
in termini di Pil è simile a quello della
Germania: circa il 4 per cento del Pil
(vedi tavola 1). Ma dato che i costi di
rifinanziamento per Spagna e Italia
sono ora sopra il 6 per cento l'anno, da
un'operazione di questo genere ricaverebbero una perdita di circa il 60 per
cento (in termini di valore attuale)
(vedi tavola 2). La tavola 2 mostra
anche che il paese con minori possibilità di sopportare un peso ulteriore, il
Portogallo, è anche quello che rischia
di perdere di più, oltre il 5 per cento
del Pil. L'ironia della situazione attuale è che il paese con la maggiore esposizione e che in larga parte detta la
politica sulla Grecia è anche quello
che probabilmente alla fine della vicenda perderà meno, lo 0,3 per cento
del Pil. Il peso reale di un'uscita della
Grecia ricadrebbe in modo sproporzionato sui paesi più deboli dell'Eurozona , che sarebbero investiti dal
“doppio” colpo dell'effetto contagio e
di costi fiscali diretti, che per loro
sarebbero dieci volte maggiori, a circa
il 2,2 per cento del Pil.
Fonte:
Nostri calcoli su dati Bis, Bce e Efsf.
* , 8 * 1 2 Fortunato è l’uomo che trova rifugio in se
stesso. Una massima che il detective
Harry Bosch ha fatto sua e di cui è debitore all’uomo che ora giace sul pavimento dell’emporio di liquori, nella periferia
sud di Los Angeles. John Li, un commerciante cinese immigrato da anni negli
USA, non ha neppure fatto in tempo ad
afferrare la pistola che teneva per difesa
sotto il bancone prima di essere freddato
con tre colpi al petto. Forse una semplice
rapina finita male, niente di insolito in
quella zona della città. Ma scorrendo le
registrazioni della telecamera di sorveglianza, una sequenza che risale alla settimana prima attira l’attenzione di Bosch:
uno strano scambio di denaro tra Li e un
giovane asiatico che ha tutta l’aria di essere una tangente.
Il ragazzo viene fermato come principale
sospettato, e l’ombra della Triade, la potente mafia cinese di cui Los Angeles
Il libro consigliato
Il Respiro del Drago (Michael Connelly)
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una delle roccaforti, inizia a insinuarsi tra le pieghe
del caso.Ma questa volta Bosch avrebbe preferito
che le sue ipotesi non avessero conferma. Perché nel
video che riceve sul cellulare sua figlia, tredici anni,
è legata e imbavagliata e fissa l’obbiettivo con uno
sguardo che a Harry lacera l’anima. Qualcuno a
Hong Kong, dove Maddie vive da sei anni con la
madre, ha deciso di mandargli un chiaro avvertimento, colpendolo là dove è più vulnerabile.Bosch
sapeva che sarebbe successo. Che, prima o poi, le
forze oscure con cui combatte ogni giorno
l’avrebbero trovata e usata per avere lui. Quel momento è arrivato.
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I supereroi più famosi si riuniscono in una squadra di personaggi
Marvel leggendari come Iron Man, l'incredibile Hulk, Thor,
Captain America, Occhio di Falco e la Vedova Nera. Quando la
comparsa di un nemico inatteso minaccia la tranquillità e la sicurezza del mondo, Nick Fury, direttore dell'agenzia internazionale
per il mantenimento della pace conosciuta come S.H.I.E.L.D., si
trova ad aver bisogno di una squadra che salvi il pianeta dall'orlo
del disastro. Inizia così, da un capo all'altro della terra, un audace lavoro di reclutamento. Dopo aver riunito la squadra, Nick
Fury e il suo fidato assistente, l'Agente Coulson, dovranno convincere i supereroi a convivere e lavorare insieme, utilizzando i
loro incredibili poteri contro il pericoloso Loki che è riuscito ad
accedere al Tesseract e ai suoi poteri illimitati.
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* , 8 * 1 2 STRAGE DI CANI IN UCRAINA, DUE CUCCIOLI
SALVATI CERCANO PADRONE IN ITALIA
Questa è la storia di Hope e Jimmy, due orfanelli per colpa degli Europei di calcio, che
hanno tuttavia trovato la loro salvezza nel
nostro tanto amato Paese. Contrariamente a
quanto potrebbe sembrare, non parliamo di
due bambini bensì di due cuccioli di cane (un
maschio e una femmina) nati in Ucraina, dove
in attesa della kermesse calcistica è in atto una
strage per liberare le strade dai randagi e renderle più "decorose". Un ragazzo ucraino li ha
notati mentre vagavano in strada in cerca di
cibo con la loro madre. Il ragazzo non ha fatto
purtroppo neanche in tempo a chiedersi se
quanto i giornali riportassero corrispondesse
a realtà o meno, quando
un accalappiacani si è fiondato su di loro riuscendo a portar via la madre ma non i cuccioli,
che nel frattempo si erano fortunatamente
riusciti a nascondere in mezzo ad una siepe.
Il ragazzo è riuscito a recuperarli solo tre giorni dopo trovandoli spaventati, sporchi ed affamati e per metterli al sicuro evitando loro di
fare la fine di tanti altri (le stime ufficiose
parlano di 30.000 fra cani e gatti trucidati, a
volte seppelliti vivi), è riuscito a farli arrivare
in Italia tramite amici.
«Tutti i protagonisti della vicenda devono
rimanere assolutamente anonimi», spiega
Elide, volontaria
di Adotta un cane dal canile, uno dei gruppo
animalisti più attivi di Facebook, «perché i
cagnolini hanno dovuto varcare la frontiera di
nascosto. Ma se queste persone riusciranno a
salvarne altri, avranno sempre il nostro appoggio». Ora Hope e Jimmy, che sono stati curati
da un brutto eczema e rifocillati dai volontari
italiani, cercano casa in Italia. Ma il sogno, per
loro, è quello di farli adottare entrambi dalla
stessa famiglia. «Sono praticamente inseparabili, sembrano capire il rischio che hanno corso», spiega Elide. «Capiamo però che si tratta
di una possibilità molto remota. Quindi, per
due buone adozioni, ci rassegneremo anche a
separarli. Purché vivano felici».
Tratto da LEGGO
PADOVA CHOC, ARTIGIANO IN CRISI: "OFFRO UN RENE PER 30MILA EURO"
PADOVA - Pronto a vendere un rene per salvare la sua condizione debitoria. É il caso di un artigiano di Padova
che ha messo diversi annunci su alcuni siti internet offrendo il prorpio organo in cambio di 30 mila euro, soldi che
basterebbero a salvare la sua attività in crisi. «l mio calvario è iniziato poco meno di due anni fa», racconta l'uomo al Gazzettino.it, «sembrava una cosa risolvibile nel giro di un paio di mesi poi invece la situazione è precipitata, la crisi si è acuita, da sette mesi non lavoro se non saltuariamente e le entrate troppo scarse non mi permettono
di far fronte alle necessità della mia famiglia».L'uomo ammette di avert tentato di essere aiutato anche dalla Caritas, ma senza avere però soluzione ai suoi problemi. E conclude: «Forse se trovo l'acquirente serio riuscirò a rimettere in ordine la mia vita, ad avere una base per far ripartire il mio lavoro, capisco le difficoltà di salute a cui mi
espongo, ma non sarà sicuramente peggio della situazione che vivo ora».
(tratto da Leggo Venerdì 15 Giugno 2012)
$ 8 7 2 1 2 0 , / , % ( 5 , 0 2 ' ( 5 1 , 3 $ * * , 8 * 1 2 Paura del terremoto? Sono affari tuoi!
Se dormi in tenda 140€ di multa
TERREMOTO Il Comune di Correggio
sfratta le tende dai parchi pubblici. Nuova
scossa di 3.6 alle 8.48 con epicentro Concordia.
Ordinanza del sindaco Marzio Iotti: «Il campeggio sarà vietato da lunedì». Una cittadina
impaurita ribatte: «E’ la mia seconda casa, che
ci faccia pagare l’Imu...». Ma la paura non
passa: alle 8.48 nuova scossa di magnitudo 3.6
con epicentro Concordia (Modena), a meno di
10 chilometri dal confine con il Reggiano
Vorrebbero continuare a dormire all’aperto,
anche oltre l’ordinanza emessa dal sindaco
Marzio Iotti, che – da lunedì –vieta la sosta
abusiva con tende da campeggio nei parchi
pubblici. E non lo farebbero per dispetto ma
perché «alla paura non si comanda». Ma ieri
la giunta ha imposto uno stop alle tende piantate nei parchi correggesi, spuntate dopo il
sisma del 29 maggio. Tende da campeggio,
disposte qua e là, di cittadini impauriti che,
per ora, visto lo sciame sismico continuano a
dormire fuori casa, preferendo le tende alle
auto. Il sindaco l’ha comunicato con
un’ordinanza e con tanto di una lettera firmata
e attaccata con lo scotch tenda dopo tenda.
Agli sfollati – per obbligo o per scelta – si
chiede di sloggiare entro domenica. La paura
di queste famiglie sarà, allora, da multare per
non aver osservato il regolamento che prevede
il divieto di campeggio sull’intero territorio
comunale. Un fatto che, per chi vive in tenda,
è «vergognoso». Ma qual è il problema?
Secondo l'ordinanza si tratterebbe di «incuria,
problemi di sicurezza e igiene pubblica».
Eppure, in ogni parco i bagni chimici ci sono e
«Il bagno chimico c’è, ma per una doccia?
per quanto riguarda la sporcizia, passeggiando
al parco della Memoria o in quello di via Cel-
Devo lavarmi con l’idrante da giardino. Da
quando siamo qui nessuno ci ha mai offerto
lini non ce n’è. Se si parla di estetica o decoro,
invece, se ne può discutere come sul fatto di
nulla. Ho chiesto di poter usare le docce alla
pista di atletica ma mi hanno detto di no. Per
mandare a casa, di punto in bianco, tutte le
famiglie che alloggiano in tenda. Per loro
fortuna i miei figli fanno sport e si lavano in
palestra». Domenica lei andrà comunque via:
parla Silvia, 33 anni, mamma di tre bambini di
5, 8 e 9 anni. Da martedì 29 maggio dorme in
la sua casa è agibile ma ha delle crepe che,
psicologicamente, le fanno paura. Prima di
tenda, al parco di via Cellini con i figli e il
marito: «Vorrei sapere quale fastidio diamo al
andare vuole spiegare al sindaco cosa avrebbe
potuto fare: «Metterci a disposizione un’area
nostro signor sindaco. Non siamo qui in villeggiatura e se fosse per noi saremmo già
attrezzata, con docce, bagni e letti. Noi non
vediamo l'ora di tornare a casa ma adesso non
rientrati a casa. Ma lui sa poi a casa cosa succede? Che i miei figli mi chiedono “mamma ti
ce la facciamo. La paura non si comanda. E se
la prossima mossa di Iotti sarà farci pagare
prego, torniamo in tenda”. E che torna una
scossa. Hanno paura, ce l’ho anche io, e se per
l’Imu sulla tenda che faccia. Siamo a disposizione, perché per noi questa è la seconda ca-
farli dormire un po’ la notte dobbiamo venire
qui in tenda allora lo faccio».
sa».
Se si parla di s porcizia, Silvia non ci sta:
Tratto da NOCENSURA:COM
* , 8 * 1 2 FISMIC
Detassazione 2012 Straordinari e Premi
Ancora un anno di proroga per la detassazione di straordinari e premi di produzione che vale anche nel 2012 con l'imposta sostituiva del 10%.
L'Agenzia delle Entrate e il Ministero del Lavoro hanno prorogato, nonostante i forti tagli del Decreto Monti, a tutto il periodo d'imposta 2012 lo
sgravio dei contributi sui premi di produttività e straordinari, come già fatto per la detassazione 2011.
Per chi fosse interessato a leggere le circolari e le leggi per avere maggiori informazioni da Poter sottoporre in azienda, riportiamo alcuni riferimenti:
Circolare n.3/E del 14 febbraio 2011 Agenzia delle Entrate e Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali Art. 26 della legge 15 luglio 2011, n.
111, modificata dall'art. 22, comma 6, della Legge 12 novembre 2011, n. 183. Secondo la legge le aziende devono applicare l'agevolazione fiscale
del 10% per tutto il 2012 a: indennità forfetaria per lavoro straordinario compensi per clausole elastiche e flessibili lavoro a turno, lavoro domenicale o festivo anche svolto durante il normale orario di lavoro lavoro notturno, premi variabili di rendimento e comunque ogni altra voce retributiva finalizzata ad incrementare la produttività aziendale, la qualità, la competitività, la redditività, l'innovazione ed efficienza organizzativa. I datori
di lavoro devono applicare le agevolazioni fiscali a tutti i dipendenti, anche se occupati presso sedi o unità produttive fuori dalla sede legale dell'azienda. Aggiornamento al 14 maggio 2012 - nonostante la proroga con la legge di stabilità, attualmente la detassazione non è applicabile fino all'emanazione del Presidente del Consiglio di un decreto ad hoc .
S I
R I N G R A Z I A
P E R
L A
C O L L A B O R A Z I O N E
V I N C E N Z O
M I E L E
-
F I S M I C
M I R A F I O R I
* , 8 * 1 2 FISMIC : 2° Congresso Territoriale di Roma 12 e 13 giugno
Si è da poco concluso il 2° congresso territoriale di Roma, congresso caratterizzato dalla presenza
di ospiti illustri del panorama lavorativo, a conferma di come la nostra Organizzazione abbia, nel
corso degli ultimi anni intrecciato stretti legami con importanti aziende locali.
Il secondo giorno invece il testimone è passato alle RSA FISMIC di aziende comeTecnosky, Atos, Sogei, Fiat Center, che hanno
raccontato le proprie esperienze sindacali,
lavorative e personali, da quando sono entrati
a far parte della nostra organizzazione.
Tanti gli spunti di riflessione, le proposte
fatte, le critiche evidenziate, le idee emerse.
Ma ciò che ha soprattutto contraddistinto
questo congresso è stata la voglia di dialogo,
di interpretare il Sindacato come un organo di
supporto e non di contrasto, come un partner
piuttosto che un nemico.
Collaborare insieme: azienda, lavoratori e
sindacato, è il futuro del mondo lavorativo e
prima questo concetto entrerà a far parte del
pensare comune, prima usciremo dalla profonda crisi economica in cui siamo piombati.
Vorremmo concludere facendo presente che
la segreteria Territoriale di Roma, ha deciso
di devolvere alla Caritas tutto quanto non è
stato utilizzato durante il delizioso catering
offerto agli ospiti per il congresso. Un piccolo gesto di solidarietà per ricordare come la
nostra organizzazione sia sempre incentrata
anche sulle tematiche sociali.
Vi diamo appuntamento al prossimo congresso che si terrà ad Avellino, lunedì 18 giugno.
Nel corso della prima giornata si è infatti assistito alla passerella di responsabili e direttori delle
Human Resources che ci hanno raccontato come sono giunti a diventare interlocutori della Fismic
e come ne interpretino l’importanza all’interno delle loro aziende.
Entrando più nello specifico, erano presenti tra gi altri, al Congresso:
•
Dr. Mario Bondone direttore risorse umane del Gruppo Lottomatica;
•
Da Milano Dr. Alessandro Magrini FUIJTSU TS responsabile risorse umane;
•
Da Milano Dr. Piero Zurla tecnico risorse umane della Atos Italia;
•
Dr. Rosario Sgroi, amministratore SO.TEL;
•
Dr. Claudio Esposito responsabile risorse umane ENAV;
•
Dr.ssa Cinzia Rossi Amministratore CROSS;