newsletter fismic 15 giugno
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* , 8 * 1 2 “Un giorno ti sveglierai e non ci sarà più tempo per fare le cose che avresti voluto fare. CRISI CONTRATTO CONGRESSO Fallo ora.” Paulo Coelho ,148(672 180(52 di Roberto Di Maulo Una finestra sull’Europa Chi paga l’uscita della Grecia dall’Euro. Strage di cani in Ucraina. Paura del terremoto? Affari tuoi! TFR e detassazione 2012 'LUHWWRUH(GLWRULDOH 5REHUWRGL0DXOR 'LUHWWRUH 5HVSRQVDELOH 9LQFHQ]R%DFDUDQL 5HGD]LRQH 6LPRQD(VSRVLWR 3URJHWWR*UDILFR HUHGD]LRQH 9HURQLFD0LODUGR 6HJUHWHULD5HGD]LRQH YHUD#ILVPLFLW 7HO )D[ Come spesso succede, una lettera dell’alfabeto può assumere una simbologia che caratterizza un intero periodo: per la FISMIC l’anno in corso più che l’anno dei Maya (ormai il pericolo scaramantico l’abbiamo alle spalle avendo datato i matematici al 5 giugno scorso la predizione della fine del mondo) sarà l’anno delle 3 C: crisi, contratti e congressi. Il perché della crisi mi sembra evidente e nemmeno varrebbe la pena sprecare altro inchiostro, dato che trattiamo l’argomento con interventi illustri nelle pagine successive. Qua vogliamo solo ricordare che una crisi di questa profondità il mondo come mai prima d’ora, che è scosso alle fondamenta l’equilibrio finanziario del mondo così come l’avevamo conosciuto finora e che questa crisi porterà a cambiamenti epocali, basti pensare che nel 2011 la Cina continua ad essere il primo Paese industriale al mondo per il secondo anno di seguito, ma anche che India, Brasile e Corea del Sud hanno superato nel corso del 2011 il nostro Belpaese che si ritrova dal 5° all’8° posto nella classifica dei Paesi più industrializzati. La crisi sta cambiando il mondo e resisteranno solo i Paesi che rapidamente sapranno modernizzare le proprie strutture e flessibilizzare i fattori della produzione industriale: noi che abbiamo partecipato da protagonisti all’accordo di Pomigliano speravamo che l’intero Paese capisse che quello è il modello da seguire, così come sta capitando in tutto il mondo (a partire dalla Germania per arrivare alla Turchia che già ha alzato la freccia di sinistra per iniziare il sorpasso nei nostri confronti). Invece purtroppo se si esclude il Prof. Ichino, l’ex ministro Sacconi e pochissimi altri, l’accordo di Pomigliano è rimasto chiuso nella realtà FIAT ed altri comportamenti positivi tardano ad arrivare, mentre continuano a crescere, insieme allo SPREAD, quelli negativi, a partire dai nostri partiti politici che hanno superato qualunque misura del catti- vo gusto e di dare spettacoli assai poco edificanti ad un Paese i cui cittadini vengono chiamati quotidianamente a grossi sacrifici di cui non si intravvede mai la fine, mentre la Casta continua a viaggiare al di sopra di ogni tenore di vita che abbia un minimo di raffronto rispetto ai politici degli altri Paesi al mondo. In questo clima parte la stagione dei Contratti Nazionali, dei meccanici e della FIAT. La richiesta avanzata è di 150 € mensili lordi a regime sulla media. Una richiesta in grado solo di ripristinare parte dell’erosione che hanno subito le nostre retribuzioni dall’inflazione, ma che, nonostante questo sarà dura da portare a termine con successo. Ed è proprio questo che i cittadini italiani non comprendono più: sprechi e corruzione aumentano, la Casta vive continua allegramente a spendere e spandere e arrivano metalmeccanici, quelli che producono la ricchezza della Nazione e trovano invece la porta chiusa… Su questo il Paese è chiamato a dare delle risposte che tardano ad arrivare dalla classe politica. La FISMIC CONFSAL, nel suo piccolo tenterà di fornire delle risposte nei Congressi territoriali che si sono già aperti (Cuneo, Roma, Avellino e Terni sono i primi) e che si concluderanno a novembre col Congresso Nazionale a Montesilvano (PE). Il titolo è già un programma di lavoro preciso, senza tentennamenti, senza se e senza ma, di schieramento: “DALL’IMPORRE CONDIZIONI, AL CONDIZIONI ... PER IL LAVORO”. CREARE * , 8 * 1 2 UNA FINESTRA SULL’EUROPA Da circa un anno la stampa internazionale tiene acceso un “faro” sulla situazione economico-finanziaria dell’Italia e sulla conseguente crisi del nostro Paese. Da più parti sentiamo dire che siamo in recessione e che abbiamo evitato il “baratro” in cui, invece, è caduta la Grecia. Dapprima abbiamo partecipato al continuo balletto di notizie, con molta apprensione e preoccupazione. Finiremo come la Grecia? Ora, come in tutte le cose, cerchiamo di essere più forti e determinati ed alla apprensione è subentrata la volontà di accettare i gravosi sacrifici che la situazione richiede. Se pensiamo che ci siamo abituati persino a quella parola, all’inizio difficile anche solo da pronunciare, lo “spread” e che ora invece è entrato nelle orecchie di tutti, anche dell’uomo della strada, dobbiamo riconoscere che il nostro è un grande Paese, dalle grandi risorse, in primis, quelle umane, di coraggio e di impegno sociale. Lo constatiamo anche ora in occasione del dramma del terremoto dell’Emilia Romagna, dramma che ci riconferma la forza del popolo Italiano. Una delle nostre peculiari caratteristiche è infatti quella di saper reagire e rimboccarci le maniche per raggiungere l’obiettivo. Ma cerchiamo di fare ordine nella “girandola” di cose succedutesi in questi mesi, per comprendere meglio quello che ci aspetta nel prossimo futuro. Prima ci hanno detto che il Governo Berlusconi di fronte ad un continuo e crescente rialzo dello spread (oltre i 500 punti) dovuto a manovre speculative ed ad attacchi al nostro Paese, aveva, con grande senso di responsabilità, fatto un passo indietro, lasciando il posto ad un Governo di tecnici (per lo più professori Universitari) presieduto dal Senatore Monti, che avrebbe dovuto adottare quelle misure di grande sacrificio per tutti che il momento richiedeva e successivamente fare le riforme che i politici non avevano saputo fare nel tempo (la modernizzazione del Paese, la riforma elettorale, le liberalizzazioni, i tagli della politica ed altro ancora). Si parlò di una prima fase caratterizzata dal rigore e di una seconda fase finalizzata alla crescita.Abbiamo già assistito a pesanti e sgraditi interventi sul versamento dei tributi, sino a giungere all’introduzione dell’IMU che ci accingiamo a pagare ed ad un paventato aumento di 2 punti dell’Iva, previsto per il mesedi ottobre se la spending review (i tagli alla spesa pubblica oggi allo studio di tre Commissari incaricati dal Governo) non darà il necessario gettito finanziario indispensabile per avvicinarsi all'obiettivo imposto dall'Europa e da settembre inserito nella nostra Carta Costituzionale del pareggio di bilancio da raggiungere nel 2013. Vedremo cosa ci riserverà la 2° fase della crescita.Sicuramente sarà una fase difficile e complessa in quanto coinvolge l’intera Europa, alla quale si richiede un sostanziale contributo nell’adozione di severe misure per la crescita (la creazione di un fondo salva Stati, la necessità che la Banca Centrale Europea funzioni come sostegno alle banche dei vari Paesi, sul modello della Banca Centrale Americana, ma cosa più importante: l’unione politica e fiscale dell’Europa).Del resto si sapeva che all’Europa non sarebbe stata sufficiente la sola unione monetaria, ma mancava il pilastro che ora è arrivato il momento di realizzare. I tempi sono maturi, ma le difficoltà sono tante. La Germania intende mantenere la sua politica incentrata sul rigore e non vuole rinunciare al su o primato economico in Europa. Sino ad un mese fa, su questa linea, era sostenuta dalla Francia di Sarkozy, ma le recenti elezioni politiche francesi hanno visto la vittoria del socialista Hollande, che non condivide, per nostra fortuna, la linea del precedente Presidente. In questo quadro il Premier Monti riveste un ruolo determinante, che gli viene riconosciuto da più parti compresi gli Stati Uniti di Barack Obama, ossia l’attuazione di quelle riforme di cui abbiamo parlato, ritenute indispensabili per uscire dalla crisi ed intraprendere il percorso della crescita per quanto riguarda l'economia e, dal punto di vista politico, un elemento di mediazione indispensabile tra la Germania e la Francia.La crisi Europea si ripercuote oltreoceano in quanto l’Europa è il primo partner economico degli Stati Uniti e questi ha un $ 8 7 2 1 2 0 , / , % ( 5 , 0 2 ' ( 5 1 , In questi giorni, il Presidente americano ha più volte rivolto un monito all’Europa a fare presto le riforme, che devono essere severe e profonde, ed ha riconosciuto all’Italia di essersi avviata su un cammino giusto.Però si profilano all’orizzonte delle nubi minacciose che potrebbero ostacolare il duro lavoro del Presidente Monti.In poche parole, lo spread italiano ha ricominciato a salire (470 punti) la crisi economica ha contagiato anche la Spagna che è stata costretta a rivolgersi al fondo salva Stati europeo (che ha stanziato per quel Paese 100 mld di euro ma sembra che siano insufficienti) e la Grecia, nelle recenti elezioni di maggio, non è riuscita a formare un Governo e deve ricorrere nuovamente alle elezioni.In questo contesto, all’iniziale entusiasmo che aveva accompagnato la nascita del Governo Monti come toccasana per il ns Paese, è subentrato uno stato di malcelata rassegnazione degli italiani che hanno visto nell’opera di Monti un prevalente inasprimento delle tasse sul ceto medio-basso del Paese e solo un timido atteggiamento nel taglio della spesa pubblica, dei privilegi della casta e degli sprechi che alimentano il fiume del debito pubblico che grava su tutti i cittadini.Tale situazione impensierisce, non poco, i partiti che appoggiano Monti e comincia a serpeggiare l’idea di elezioni anticipate in autunno invece di attendere il naturale termine della legislatura nella primavere del 2013.Per concludere possiamo sostenere che la cristi economica dell’Italia coinvolge l’intera Europa che deve, nonostante le resistenze della Germania, impegnarsi seriamente sul cammino delle riforme e quindi della crescita; che la crisi ha le sue origine non solo in Europa, ma viene da molto lontano, e che la soluzione del problema non è certo quella che affacciano molti stregoni” ossia l’uscita dall’euro che invece comporterebbe, a nostro parere, un vero e proprio disastro. Il caso Grecia insegna ed è per questo che da più parti, si richiede ad alta voce, la permanenza della Grecia in Europa. L’effetto “domino” ed il “contagio” sono in agguato!! Le prossime due settimane saranno decisive per l’Italia e per l’Europa: le elezioni in Grecia del 17 giugno p.v. la riunione del Consiglio europeo, il 28 giugno, nel corso della quale riunione verrà varato il piano della “crescita” attraverso le misure ritenute più giuste. Non sarà una soluzione né semplice né breve ma porterà, quantomeno, ad intravedere, finalmente, tra le nubi della crisi, un vero e concreto spiraglio di luce. (Dott. Alessandro Esposito) 3 $ * * , 8 * 1 2 CHI PAGA L'USCITA DELLA GRECIA di Daniel Gros (tratto da www.lavoce.info) Un'uscita dall'Eurozona non comporta necessariamente il default della Grecia. Il ritorno alla dracma, seppure pesantemente svalutata, farebbe crescere le esportazioni e in una decina di anni il Pil greco tornerebbe ai valori attuali, rendendo così possibile la restituzione del debito estero. Soprattutto se questo fosse ricontrattato su scadenze più lunghe e a un tasso dell'1,5 per cento. La Germania alla fine non registrerebbe alcuna perdita. Mentre i paesi più deboli dell'area subirebbero il doppio colpo dell'effetto contagio e dei più alti costi di rifinanziamento. A quanto ammonterebbero le perdite dei creditori della Grecia se il paese dovesse lasciare l'Eurozona? In genere, si presuppone che un'uscita dall'euro dovrebbe essere seguita da un default perché la nuova valuta si deprezzerebbe così pesantemente che un servizio del debito in euro sarebbe impossibile. È un'ipotesi sbagliata. Nella sua gran parte il debito greco è debito estero e in ultima analisi va ripagato con maggiori esportazioni o con una compressione delle importazioni. Un'uscita seguita da un forte deprezzamento della nuova dracma dovrebbe accelerare la crescita delle esportazioni e provocare un'ulteriore caduta delle importazioni, incrementando così la capacità del paese di ripagare il suo debito estero. Dopo un decennio di aggiustamento, la Grecia dovrebbe essere in grado di pagare i suoi debiti. L'EQUAZIONE USCITA=DEFAULT Oggi, il Pil greco ammonta a circa 200 miliardi di euro l'anno. Se la Grecia dovesse re-introdurre la dracma, la nuova moneta si deprezzerebbe di circa il 50 per cento, cosicché il Pil del paese probabilmente scenderebbe al sotto dei 100 miliardi di euro. Anche le entrate dello Stato greco registrerebbero una caduta di proporzioni simili: dai circa 80 miliardi di oggi a circa 40 miliardi dopo l'uscita dall'euro. Queste magre risorse sembrano del tutto insufficienti per ripagare gli oltre 330 miliardi di euro che lo Stato greco deve ai suoi creditori stranieri. La maggior parte del restante debito del paese è dovuta a creditori europei istituzionali, in particolare Efsf e Bce. A prima vista, sembra che questi creditori istituzionali dovranno rinunciare a reclamare i loro diritti, almeno in larga parte (tralasciamo qui i 22 miliardi dovuti dalla Grecia all'Fmi, che sono innegabilmente senior e dunque saranno probabilmente rimborsati in toto). Tuttavia, dopo l'iniziale sfondamento, è probabile che il tasso di cambio ritorni al suo equilibrio di lungo periodo, chiudendo lentamente il divario di prodotto. Esperienze simili per i mercati emergenti suggeriscono che dopo dieci anni il Pil nominale (misurato in una valuta forte) dovrebbe tornare almeno ai livelli precedenti; nel caso della Grecia, diciamo almeno 200 miliardi di euro. Inoltre, le esportazioni non necessariamente cadono con una svalutazione, al contrario è probabile che crescano più del Pil. (1) E questo, nel tempo,dovrebbe aumentare la capacità del paese di ripagare il debito sovrano. Le esportazioni potrebbero arrivare a raddoppiare nel corso di un decennio, passando dagli attuali circa 42 miliardi di euro (beni più servizi) a circa 85 miliardi. A quel punto, il paese sarebbe in grado di ripagare il suo debito estero, posto che i tassi di interesse Tavola 1. Esposizione verso la Grecia per paese (miliardi di euro) DEFAULT DEL DEBITO PRIVATO E DEL DEBITO PUBBLICO Un'uscita dall'euro della Grecia con conseguente introduzione di una dracma svalutata del 50 per cento potrebbe perciò condurre a uno scenario in cui lo Stato greco dichiara ufficialmente il default sulle sue restanti obbligazioni verso i creditori privati e il settore privato del paese non è in grado di ripagare la gran parte del suo debito estero. Ciò comporta che le banche europee dovranno cancellare la maggior parte dei restanti 70 miliardi di esposizione verso la Grecia (e dato che le banche fanno affidamento sugli aiuti statali, ciò significa una perdita corrispondente anche per gli stati). Tuttavia, i creditori istituzionali dell'Eurozona possono assumere una prospettiva di lungo periodo e dare il loro assenso a un congelamento temporaneo dei crediti con il consueto sistema dell'“extend and pretend” (prolunga e pretendi). Facciamo l’ipotesi che i creditori istituzionali concedano un periodo di tregua di dieci anni seguito da un pieno ripagamento dei debiti nei successivi venti anni (sono i termini dell'ultimo accordo Efsf) a un tasso di interesse dell'1,5 per cento (l'attuale tasso dei Bund). In questo scenario il servizio del debito del paese (aggregando le obbligazioni dello Stato greco verso l'Efsf e il debito delle banche verso la Bce) dovrebbe essere soltanto di circa 6 miliardi l'anno, equivalenti al 3 per cento del Pil, certamente non un peso insostenibile. Ciò dovrebbe valere in particolare per lo Stato, le cui obbligazioni interne dovrebbero essere state svalutate dall’inflazione nel frattempo.Il trasferimento di risorse agli stranieri dovrebbe ammontare a circa il 6 per cento del totale delle entrate per esportazioni, di nuovo non un peso eccessivo. Infine, poiché è probabile che il Pil greco (e le esportazioni crescano in termini nominali molto più dell'1,5 per cento, la capacità di ripagare il debito dovrebbe continuare a migliorare dopo che il paese si è aggiustato al nuovo equilibrio.Certo, a prima vista, un tasso di interesse dell'1,5 per cento rappresenta Tavola 2. Totale perdite fiscali (in miliardi di euro e come percentuale del Pil) un sussidio straordinario per un paese i cui titoli attuali vengono scambiati con rendimenti superiori al 25 per cento: in termini di valori attuali rappresenterebbe un haircut di più dell'80 per cento attraverso la ridefinizione del debito ufficiale. Ma i rendimenti sui titoli del settore privato sono oggi così elevati perché tutti i crediti del settore pubblico sono di fatto divenuti senior rispetto a quelli del settore p r i v a t o . Per lo Stato tedesco, tuttavia, un tasso di interesse dell'1,5 per cento rappresenterebbe il costo che affronterebbe per rifinanziare i suoi diritti sulla Grecia e dunque non comporterebbe alcun haircut. Ciò implica che se la Grecia fosse in grado di ripagare il suo debito nel corso di trenta anni a un tasso dell'1,5 per cento, la Germania potrebbe alla fine non registrare alcuna perdita rispetto alla sua esposizione. La tavola 2 mostra che le sole, piccole, perdite per la Germania deriverebbero dalla esposizione residuale delle banche tedesche. Tuttavia, la maggioranza dei paesi dell'Eurozona dovrebbe sopportare un peso gravoso, dato che hanno costi di rifinanziamento ben più alti. Per esempio, Italia e Spagna dovrebbero partecipare all’operazione per un ammontare che in termini di Pil è simile a quello della Germania: circa il 4 per cento del Pil (vedi tavola 1). Ma dato che i costi di rifinanziamento per Spagna e Italia sono ora sopra il 6 per cento l'anno, da un'operazione di questo genere ricaverebbero una perdita di circa il 60 per cento (in termini di valore attuale) (vedi tavola 2). La tavola 2 mostra anche che il paese con minori possibilità di sopportare un peso ulteriore, il Portogallo, è anche quello che rischia di perdere di più, oltre il 5 per cento del Pil. L'ironia della situazione attuale è che il paese con la maggiore esposizione e che in larga parte detta la politica sulla Grecia è anche quello che probabilmente alla fine della vicenda perderà meno, lo 0,3 per cento del Pil. Il peso reale di un'uscita della Grecia ricadrebbe in modo sproporzionato sui paesi più deboli dell'Eurozona , che sarebbero investiti dal “doppio” colpo dell'effetto contagio e di costi fiscali diretti, che per loro sarebbero dieci volte maggiori, a circa il 2,2 per cento del Pil. Fonte: Nostri calcoli su dati Bis, Bce e Efsf. * , 8 * 1 2 Fortunato è l’uomo che trova rifugio in se stesso. Una massima che il detective Harry Bosch ha fatto sua e di cui è debitore all’uomo che ora giace sul pavimento dell’emporio di liquori, nella periferia sud di Los Angeles. John Li, un commerciante cinese immigrato da anni negli USA, non ha neppure fatto in tempo ad afferrare la pistola che teneva per difesa sotto il bancone prima di essere freddato con tre colpi al petto. Forse una semplice rapina finita male, niente di insolito in quella zona della città. Ma scorrendo le registrazioni della telecamera di sorveglianza, una sequenza che risale alla settimana prima attira l’attenzione di Bosch: uno strano scambio di denaro tra Li e un giovane asiatico che ha tutta l’aria di essere una tangente. Il ragazzo viene fermato come principale sospettato, e l’ombra della Triade, la potente mafia cinese di cui Los Angeles Il libro consigliato Il Respiro del Drago (Michael Connelly) (KNO%QPUKINKCVQ (KNO%QPUKINKCVQ una delle roccaforti, inizia a insinuarsi tra le pieghe del caso.Ma questa volta Bosch avrebbe preferito che le sue ipotesi non avessero conferma. Perché nel video che riceve sul cellulare sua figlia, tredici anni, è legata e imbavagliata e fissa l’obbiettivo con uno sguardo che a Harry lacera l’anima. Qualcuno a Hong Kong, dove Maddie vive da sei anni con la madre, ha deciso di mandargli un chiaro avvertimento, colpendolo là dove è più vulnerabile.Bosch sapeva che sarebbe successo. Che, prima o poi, le forze oscure con cui combatte ogni giorno l’avrebbero trovata e usata per avere lui. Quel momento è arrivato. 3HUSUHSDUDUHOHSROSHWWHGLEDFFDOjSHUSULPDFRVDGLVVDODWHLOEDFFDOj VFLDFTXDQGROR EHQH VRWWR O·DFTXD FRUUHQWH H SRQHQGROR D EDJQR SHU GXH JLRUQL LQ DFTXD IUHGGD H FDPELDQGR O·DFTXD DOPHQR GXH YROWH DO JLRUQR,QWDQWR SRQHWH LQ XQ PL[HU 7KH$YHQJHUV I supereroi più famosi si riuniscono in una squadra di personaggi Marvel leggendari come Iron Man, l'incredibile Hulk, Thor, Captain America, Occhio di Falco e la Vedova Nera. Quando la comparsa di un nemico inatteso minaccia la tranquillità e la sicurezza del mondo, Nick Fury, direttore dell'agenzia internazionale per il mantenimento della pace conosciuta come S.H.I.E.L.D., si trova ad aver bisogno di una squadra che salvi il pianeta dall'orlo del disastro. Inizia così, da un capo all'altro della terra, un audace lavoro di reclutamento. Dopo aver riunito la squadra, Nick Fury e il suo fidato assistente, l'Agente Coulson, dovranno convincere i supereroi a convivere e lavorare insieme, utilizzando i loro incredibili poteri contro il pericoloso Loki che è riuscito ad accedere al Tesseract e ai suoi poteri illimitati. OD PROOLFD GL SDQH IUXOODWHOD ILQHPHQWH H PHWWHWHOD LQ XQD FLRWROD 3DVVDWL L GXH JLRUQL DVFLXJDWH EHQH LO EDFFDOj H SRL WDJOLDWHOR D SH]]HWWL 3ULYDWH GHOOH OLVFKH L ILOHWWL GL PHUOX]]R FRQO·DLXWRGLXQDSLQ]HWWDHWULWDWHOLILQHPHQWHFRQXQFROWHOORRSSXUH PHWWHWHOLQHOPL[HUSHUTXDOFKHVHFRQGR,QXQDFLRWRODFDSLHQWH SRQHWHODPROOLFDWULWDWDLOSUH]]HPRORLOWLPRO·DJOLRLOEDFFDOj HSHUXOWLPRLOSDUPLJLDQRJUDWWXJLDWR8QLWHTXLQGLGXHXRYDH DJJLXVWDWHGLVDOHHGLSHSH0HVFRODWHEHQHSHUDPDOJDPDUHLOWXWWR LQ PRGR GD RWWHQHUH XQ SDQHWWR FRPSDWWR &RQ OH PDQL IRUPDWH GHOOH SLFFROH SDOOLQH FRQ O·LPSDVWR HDGDJLDWHOHVXXQYDVVRLR 3UHGLVSRQHWH WUH FLRWROH XQD SHU ODIDULQDXQDSHULOSDQJUDWWDWRH XQDLQFXLPHWWHUHXQXRYRVEDW WXWR 3DVVDWH TXLQGL OH SDOOLQH SULPDQHOODIDULQDSRLQHOO·XRYRVEDWWXWRHLQILQHQHOSDQJUDWWDWR )ULJJHWH OH SROSHWWH LQ ROLR GL VHPL EHQ FDOGR 4XDQGR OH SROSHWWH VDUDQQR GRUDWH VFRODWHOH FRQ O·DLXWR GL XQD VFKLXPDUROD H SRVDWHOH VX GHOOD FDUWD DV VRUEHQWHLQPRGRFKH SHUGDQRO ROLRLQHFFHVVR * , 8 * 1 2 STRAGE DI CANI IN UCRAINA, DUE CUCCIOLI SALVATI CERCANO PADRONE IN ITALIA Questa è la storia di Hope e Jimmy, due orfanelli per colpa degli Europei di calcio, che hanno tuttavia trovato la loro salvezza nel nostro tanto amato Paese. Contrariamente a quanto potrebbe sembrare, non parliamo di due bambini bensì di due cuccioli di cane (un maschio e una femmina) nati in Ucraina, dove in attesa della kermesse calcistica è in atto una strage per liberare le strade dai randagi e renderle più "decorose". Un ragazzo ucraino li ha notati mentre vagavano in strada in cerca di cibo con la loro madre. Il ragazzo non ha fatto purtroppo neanche in tempo a chiedersi se quanto i giornali riportassero corrispondesse a realtà o meno, quando un accalappiacani si è fiondato su di loro riuscendo a portar via la madre ma non i cuccioli, che nel frattempo si erano fortunatamente riusciti a nascondere in mezzo ad una siepe. Il ragazzo è riuscito a recuperarli solo tre giorni dopo trovandoli spaventati, sporchi ed affamati e per metterli al sicuro evitando loro di fare la fine di tanti altri (le stime ufficiose parlano di 30.000 fra cani e gatti trucidati, a volte seppelliti vivi), è riuscito a farli arrivare in Italia tramite amici. «Tutti i protagonisti della vicenda devono rimanere assolutamente anonimi», spiega Elide, volontaria di Adotta un cane dal canile, uno dei gruppo animalisti più attivi di Facebook, «perché i cagnolini hanno dovuto varcare la frontiera di nascosto. Ma se queste persone riusciranno a salvarne altri, avranno sempre il nostro appoggio». Ora Hope e Jimmy, che sono stati curati da un brutto eczema e rifocillati dai volontari italiani, cercano casa in Italia. Ma il sogno, per loro, è quello di farli adottare entrambi dalla stessa famiglia. «Sono praticamente inseparabili, sembrano capire il rischio che hanno corso», spiega Elide. «Capiamo però che si tratta di una possibilità molto remota. Quindi, per due buone adozioni, ci rassegneremo anche a separarli. Purché vivano felici». Tratto da LEGGO PADOVA CHOC, ARTIGIANO IN CRISI: "OFFRO UN RENE PER 30MILA EURO" PADOVA - Pronto a vendere un rene per salvare la sua condizione debitoria. É il caso di un artigiano di Padova che ha messo diversi annunci su alcuni siti internet offrendo il prorpio organo in cambio di 30 mila euro, soldi che basterebbero a salvare la sua attività in crisi. «l mio calvario è iniziato poco meno di due anni fa», racconta l'uomo al Gazzettino.it, «sembrava una cosa risolvibile nel giro di un paio di mesi poi invece la situazione è precipitata, la crisi si è acuita, da sette mesi non lavoro se non saltuariamente e le entrate troppo scarse non mi permettono di far fronte alle necessità della mia famiglia».L'uomo ammette di avert tentato di essere aiutato anche dalla Caritas, ma senza avere però soluzione ai suoi problemi. E conclude: «Forse se trovo l'acquirente serio riuscirò a rimettere in ordine la mia vita, ad avere una base per far ripartire il mio lavoro, capisco le difficoltà di salute a cui mi espongo, ma non sarà sicuramente peggio della situazione che vivo ora». (tratto da Leggo Venerdì 15 Giugno 2012) $ 8 7 2 1 2 0 , / , % ( 5 , 0 2 ' ( 5 1 , 3 $ * * , 8 * 1 2 Paura del terremoto? Sono affari tuoi! Se dormi in tenda 140€ di multa TERREMOTO Il Comune di Correggio sfratta le tende dai parchi pubblici. Nuova scossa di 3.6 alle 8.48 con epicentro Concordia. Ordinanza del sindaco Marzio Iotti: «Il campeggio sarà vietato da lunedì». Una cittadina impaurita ribatte: «E’ la mia seconda casa, che ci faccia pagare l’Imu...». Ma la paura non passa: alle 8.48 nuova scossa di magnitudo 3.6 con epicentro Concordia (Modena), a meno di 10 chilometri dal confine con il Reggiano Vorrebbero continuare a dormire all’aperto, anche oltre l’ordinanza emessa dal sindaco Marzio Iotti, che – da lunedì –vieta la sosta abusiva con tende da campeggio nei parchi pubblici. E non lo farebbero per dispetto ma perché «alla paura non si comanda». Ma ieri la giunta ha imposto uno stop alle tende piantate nei parchi correggesi, spuntate dopo il sisma del 29 maggio. Tende da campeggio, disposte qua e là, di cittadini impauriti che, per ora, visto lo sciame sismico continuano a dormire fuori casa, preferendo le tende alle auto. Il sindaco l’ha comunicato con un’ordinanza e con tanto di una lettera firmata e attaccata con lo scotch tenda dopo tenda. Agli sfollati – per obbligo o per scelta – si chiede di sloggiare entro domenica. La paura di queste famiglie sarà, allora, da multare per non aver osservato il regolamento che prevede il divieto di campeggio sull’intero territorio comunale. Un fatto che, per chi vive in tenda, è «vergognoso». Ma qual è il problema? Secondo l'ordinanza si tratterebbe di «incuria, problemi di sicurezza e igiene pubblica». Eppure, in ogni parco i bagni chimici ci sono e «Il bagno chimico c’è, ma per una doccia? per quanto riguarda la sporcizia, passeggiando al parco della Memoria o in quello di via Cel- Devo lavarmi con l’idrante da giardino. Da quando siamo qui nessuno ci ha mai offerto lini non ce n’è. Se si parla di estetica o decoro, invece, se ne può discutere come sul fatto di nulla. Ho chiesto di poter usare le docce alla pista di atletica ma mi hanno detto di no. Per mandare a casa, di punto in bianco, tutte le famiglie che alloggiano in tenda. Per loro fortuna i miei figli fanno sport e si lavano in palestra». Domenica lei andrà comunque via: parla Silvia, 33 anni, mamma di tre bambini di 5, 8 e 9 anni. Da martedì 29 maggio dorme in la sua casa è agibile ma ha delle crepe che, psicologicamente, le fanno paura. Prima di tenda, al parco di via Cellini con i figli e il marito: «Vorrei sapere quale fastidio diamo al andare vuole spiegare al sindaco cosa avrebbe potuto fare: «Metterci a disposizione un’area nostro signor sindaco. Non siamo qui in villeggiatura e se fosse per noi saremmo già attrezzata, con docce, bagni e letti. Noi non vediamo l'ora di tornare a casa ma adesso non rientrati a casa. Ma lui sa poi a casa cosa succede? Che i miei figli mi chiedono “mamma ti ce la facciamo. La paura non si comanda. E se la prossima mossa di Iotti sarà farci pagare prego, torniamo in tenda”. E che torna una scossa. Hanno paura, ce l’ho anche io, e se per l’Imu sulla tenda che faccia. Siamo a disposizione, perché per noi questa è la seconda ca- farli dormire un po’ la notte dobbiamo venire qui in tenda allora lo faccio». sa». Se si parla di s porcizia, Silvia non ci sta: Tratto da NOCENSURA:COM * , 8 * 1 2 FISMIC Detassazione 2012 Straordinari e Premi Ancora un anno di proroga per la detassazione di straordinari e premi di produzione che vale anche nel 2012 con l'imposta sostituiva del 10%. L'Agenzia delle Entrate e il Ministero del Lavoro hanno prorogato, nonostante i forti tagli del Decreto Monti, a tutto il periodo d'imposta 2012 lo sgravio dei contributi sui premi di produttività e straordinari, come già fatto per la detassazione 2011. Per chi fosse interessato a leggere le circolari e le leggi per avere maggiori informazioni da Poter sottoporre in azienda, riportiamo alcuni riferimenti: Circolare n.3/E del 14 febbraio 2011 Agenzia delle Entrate e Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali Art. 26 della legge 15 luglio 2011, n. 111, modificata dall'art. 22, comma 6, della Legge 12 novembre 2011, n. 183. Secondo la legge le aziende devono applicare l'agevolazione fiscale del 10% per tutto il 2012 a: indennità forfetaria per lavoro straordinario compensi per clausole elastiche e flessibili lavoro a turno, lavoro domenicale o festivo anche svolto durante il normale orario di lavoro lavoro notturno, premi variabili di rendimento e comunque ogni altra voce retributiva finalizzata ad incrementare la produttività aziendale, la qualità, la competitività, la redditività, l'innovazione ed efficienza organizzativa. I datori di lavoro devono applicare le agevolazioni fiscali a tutti i dipendenti, anche se occupati presso sedi o unità produttive fuori dalla sede legale dell'azienda. Aggiornamento al 14 maggio 2012 - nonostante la proroga con la legge di stabilità, attualmente la detassazione non è applicabile fino all'emanazione del Presidente del Consiglio di un decreto ad hoc . S I R I N G R A Z I A P E R L A C O L L A B O R A Z I O N E V I N C E N Z O M I E L E - F I S M I C M I R A F I O R I * , 8 * 1 2 FISMIC : 2° Congresso Territoriale di Roma 12 e 13 giugno Si è da poco concluso il 2° congresso territoriale di Roma, congresso caratterizzato dalla presenza di ospiti illustri del panorama lavorativo, a conferma di come la nostra Organizzazione abbia, nel corso degli ultimi anni intrecciato stretti legami con importanti aziende locali. Il secondo giorno invece il testimone è passato alle RSA FISMIC di aziende comeTecnosky, Atos, Sogei, Fiat Center, che hanno raccontato le proprie esperienze sindacali, lavorative e personali, da quando sono entrati a far parte della nostra organizzazione. Tanti gli spunti di riflessione, le proposte fatte, le critiche evidenziate, le idee emerse. Ma ciò che ha soprattutto contraddistinto questo congresso è stata la voglia di dialogo, di interpretare il Sindacato come un organo di supporto e non di contrasto, come un partner piuttosto che un nemico. Collaborare insieme: azienda, lavoratori e sindacato, è il futuro del mondo lavorativo e prima questo concetto entrerà a far parte del pensare comune, prima usciremo dalla profonda crisi economica in cui siamo piombati. Vorremmo concludere facendo presente che la segreteria Territoriale di Roma, ha deciso di devolvere alla Caritas tutto quanto non è stato utilizzato durante il delizioso catering offerto agli ospiti per il congresso. Un piccolo gesto di solidarietà per ricordare come la nostra organizzazione sia sempre incentrata anche sulle tematiche sociali. Vi diamo appuntamento al prossimo congresso che si terrà ad Avellino, lunedì 18 giugno. Nel corso della prima giornata si è infatti assistito alla passerella di responsabili e direttori delle Human Resources che ci hanno raccontato come sono giunti a diventare interlocutori della Fismic e come ne interpretino l’importanza all’interno delle loro aziende. Entrando più nello specifico, erano presenti tra gi altri, al Congresso: • Dr. Mario Bondone direttore risorse umane del Gruppo Lottomatica; • Da Milano Dr. Alessandro Magrini FUIJTSU TS responsabile risorse umane; • Da Milano Dr. Piero Zurla tecnico risorse umane della Atos Italia; • Dr. Rosario Sgroi, amministratore SO.TEL; • Dr. Claudio Esposito responsabile risorse umane ENAV; • Dr.ssa Cinzia Rossi Amministratore CROSS;