Uno scrigno colmo di storia e superba, magica bellezza
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Uno scrigno colmo di storia e superba, magica bellezza
PAGINA 4 Costiera amalfitana Giugno 2008 Uno scrigno colmo di storia e superba, magica bellezza CINQUANTA CHILOMETRI DI MERAVIGLIE La Costiera Amalfitana, patrimonio culturale e mondiale appartenente all’UNESCO, comprende le zone litoranee che vanno da Vietri sul Mare fino a Positano e paesi interni, lungo un percorso di 50 chilometri circa. I Comuni compresi lungo la costa e immediatamente a ridosso sono: Vietri sul Mare, Cetara, Maiori, Minori, Tramonti, Ravello, La Divina Costiera è una delle località più ambite da genti di tutto il mondo, basta citare Positano, Amalfi, Ravello meta non solo di turisti provenienti da tutto il mondo, anche di artisti, meta sia di persone in cerca di mare sole e pace che di giovani alla ricerca di divertimento e vita notturna. Amalfi, caratterizzata da un’architettura fantastica di loggette, scale e scalinatelle che si intersecano in un gioco di geometrie azzardate, intrecci di costruzioni che sembrano mantenersi sospese per caso fece dire a Le Corbusier “Non è possibile, ma esiste”. Renato Fucini, invece, incantato dalle incantevoli vedute panoramiche e dalle scogliere che cascano a picco sul mare disse che “per gli Amalfitani che andranno in Paradiso, sarà un giorno come tutti gli altri”. Amalfi fu la più antica fra le quattro Repubbliche Marinare italiane e le sue leggi marittime, contenute nella famosa “tabula amalphitana”, furono per secoli il codice accettato e preso ad esempio in tutto il Mediterraneo. Positano è chiamata la città verticale. Le abitazioni, addossate le une alle altre, sono tinte in sgargianti colori dando una immagine d’insieme dai mille riflessi multicolori, si arrampicano sulla roccia e guardando del mare danno l’impressione di un presepe. Le stradine strette sono caratterizzate da una miriade di boutique, ricavate negli scantinati, che vendono i famosi vestiti di Moda Positano: costumi, abitini estivi e anche tipici abiti da sposa. Sulle origini di Positano, uno dei miti più noti vuole che Positano sia stata fondata da Poseidone dio del mare per amore della ninfa Pasitea. Spiaggia Grande, è forse l’unico caso al mondo in cui il panorama del paese alle spalle è più bello della vista del mare di fronte. Positano ha spesso ospitato nelle sue raffinate ville illustri personaggi. Nella Villa Sette Santi, intorno al 1940, risiedette la pittrice Irene Kowaliska, i cui dipinti su stoffa sono tuttora un simbolo di Positano. Villa Stella Romana ha ospitato Papa Giovanni Paolo II e probabilmente il pianoforte di Chopin. Intorno al 1750, sui resti di un convento benedettino, fu edificato quello che successivamente prese il nome di Palazzo Murat, in quanto si pensa che vi abbia soggiornato Gioacchino Murat. In esso, divenuto in seguito albergo, nacque il Premio Positano per la Danza che vide tra gli ospiti più celebri: De Sica, Zeffirelli, De Filippo, e lo scrittore Tennesse Williams. Positano è anche la custode del mito greco delle Sirene. Ma la nascita del mito forse aveva una finalità pratica: le isole dovevano costituire, viste da lontano, un punto di riferimento per i marinai che, però, noin dovevano avvicinarsi troppo per non rischiare di schiantarsi sugli scogli a causa dei vortici e del gioco delle correnti. Sull’isola del Gallo Lungo, la maggiore delle isole Li Galli, il ballerino russo Leonide Mas- sine costruì nell’estate del 1924 la sua villa, ristrutturata nel 1927 da Le Corbusier e poi acquistata da colui che nel balletto fu il suo supremo successore: Rudolf Nureyev. In memoria del grande coreografo e ballerino Leonide Massine ogni anno si tiene a Positano il premio internazionale per l’arte della danza. Ravello con i suoi 350 metri d’altezza domina i paesi di Minori e Maiori. Un luogo incantato è tra i più belli della Costiera Amalfitana, con un ambiente e un panorama intensi e unici. Villa Cimbrone è rinomata per il suo emozionante Belvedere. Gore Vidal, celebre scrittore americano e cittadino onorario di Ravello, dice che da qui si gode il più bel panorama del mondo. Ogni estate nei giardini di Villa Cimborne viene organizzato un festival di musica classica con musica di Wagner. È infatti nei giardini di questa villa che Wagner compose una delle sue opere più famose: il Parsifal. Questa villa venne acquistata nel 1904 da Ernest William Beckett che, con l’aiuto delle personalità locali in quindici anni la trasformò in un “museo” dove si intrecciano pezzi antichi e moderni. Tra gli ospiti più illustri della sua villa ricordiamo: David Herbert Lawrence (autore di L’amante di Lady Chatterley e Greta Garbo, in fuga d’amore con Leopold Stokowski, come ricorda la scritta sistemata all’ingresso del viale. Oltre a Boccaccio (che nel suo Decamerone parla delle bellezze artistiche e naturali di Ravello, testimoniando la magia impalpabile di questo luogo) e a Wagner, moltissimi altri artisti sono rimasti stregati da queste straordinarie atmosfere, specie nell’Ottocento romantico. Per esempio, nel 1819 il grande pittore inglese William Turner soggiornò in Italia e si spinse fino a Ravello. Gli schizzi e i disegni che produsse della Costiera Amalfitana, sono esposti alla Tate Gallery di Londra. Nelle giornate più terse, la Costiera si può abbracciare con lo sguardo da Vietri a Praiano e Positano, le cui acque sono contrassegnate dall’isolotto Li Galli o delle Sirene. In età rinascimentale, lo scrittore e naturalista Giambattista Della Porta paragonava lo splendore dei mitici orti Esperidi ai giardini di limoni della Costa d’Amalfi. Il vasto territorio comunale di Praiano occupa il tratto di costiera amalfitana tra Positano e Conca dei Marini, ai due lati di Capo Sottile. Ai tempi della Repubblica Amalfitana, Praiano fu scelta come residenza estiva dai Dogi di Amalfi, a testimonianza di una vocazione di questo paese per la villeggiatura rilassante e discreta, lontana dai flussi turistici usuali e amata dalle elites. Oggi la Marina di Praia è un’apprezzata località balneare e con brevi escursioni in barca è possibile visitare la costa nei dintorni, in particolare le suggestive Grotte di Suppraiano e la Grotta dell’Africana. Un aspetto particolare di Praiano sono le “edicole votive”, piccole cappelle in miniatura disseminate qua e là sul territorio praianese come testimonianza della devozione religiosa popolare. Realizzate in genere su mattonelle maiolicate oppure affrescate sugli intonaci, si trovano sui muri di confine delle proprietà terriere o sui muri esterni delle case e sono espressione delle antiche consuetudini sociali, per cui una famiglia al momento dell’insediamento abitativo si affidava ad una immagine sacra sia per invocare la protezione divina che per affermare la fondatezza del suo diritto al mantenimento della proprietà. Fonte: www.lacasadelmelograno.it L’isola delle sirene Il Cilento è terra di miti. Anche Omero e Virgilio hanno tratto ispirazione da alcuni luoghi incantevoli della costiera. La descrizione dei luoghi fatta nell’Odissea lascia immaginare che su un’isoletta di fronte a Punta Licosa si trovassero le sirene che con il loro canto portavano alla follia i marinai di passaggio e li atti- ravano verso l’isola fino a farli schiantare sugli scogli. Nel poema omerico Ulisse, messo in guardia dalla maga Circe sulla pericolosità di queste donne-pesce e sugli effetti di queste melodie e non volendo rinunciare al piacere di ascoltare questo canto che si diceva meraviglioso cercò uno strataggendo per poter esaudire la sua curiosità senza, però subirne le conseguenze. Ci riuscì con una delle sue trovate geniali. Nelle rime omeriche la maga dice all’eroe: “fuggi e tura gli orecchi ai compagni, cera sciogliendo profumo di miele, perché nessuno di loro le senta: tu invece, se ti piacesse ascoltare, fatti legare nell’agile nave i piedi e le mani ritto sulla scarpa dell’albero, a questo le corde ti attacchino, sicché tu goda ascoltando la voce delle Sirene”... E Ulisse seguendo alla lettera le parole di Circe riesce nel suo intento. Si dice che il canto delle Sirene poteva essere udito ad una distanza di 200 metri e tutti gli uomini che si trovano in questo raggio non riuscendo a resistere a tale soavità, abbandonavano tutto ciò che stavano facendo per gettarsi in mare e raggiungerle e lasciarsi uccidere senza opporre resistenza. Le donne, invece, erano immuni a questo canto. Le sirene oltre ad essere descritte come bellissime donne vengono altresì indicate come mostri marini capaci di irretire l’uomo e stregarlo con la loro bellezza. Ulisse e la sua nave, non fu l’unico ad essere scampato a questo pericolo mortale. Gli Argonauti si salvarono grazie alle doti canore di Orfeo che le batté nel canto e le sirene preso dallo sconforto si buttarono in mare e furono trasformate in sassi. Anno XII - n. 4 - giugno 2008 Direttore responsabile Enzo Abramo Editore: Associazione C.A.L.T. Centro Assistenza Lotta ai Tumori c/o Ospedale Cardarelli Padiglione C Via A. Cardarelli, 9 80131 Napoli Redazione: c/o Asl Ce/2 Aversa Via Santa Lucia, Tel. 081.5001411 www.calt.it [email protected] Autorizzazione Tribunale di Napoli n. 4682 del 30-9-1995 Stampa: Rotostampa srl - Nusco (AV)