Duma il mio migliore amico di Elin Arcuri Categoria A (4.a e 5.a
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Duma il mio migliore amico di Elin Arcuri Categoria A (4.a e 5.a
Duma il mio migliore amico di Elin Arcuri Categoria A (4.a e 5.a elementare) La storia comincia un Natale di due anni fa: sotto l’albero decorato di bocce e nastri colorati avvolto in una coperta di soffice lana, con grande stupore trovo un gatto tutto nero e con gli occhioni gialli. Che bello, era così carino con quello sguardo da furbacchione: subito decisi di chiamarlo Duma. I primi tempi Duma non faceva altro che dormire, mangiare e giocare, era così bello seguirlo con lo sguardo nei suoi giochi che a volte io non capivo. Così giorno dopo giorno il tempo scorre in fretta e dopo un anno Duma è già diventato bello grande, ed aveva già conosciuto il mondo che gli stava accanto. Un giorno di dicembre, dopo una nottata passata insieme a Duma, ci alzammo dal letto, guardammo fuori dalla finestra appannata e vedemmo che nevicava; Duma sembrava felice perché era la prima volta che vedeva la neve. Chiesi alla mamma se potevo farlo uscire e andare a giocarci insieme. Dopo colazione la mamma acconsentì. Subito mi misi la giacca pesante e corsi fuori. Mentre costruivo un pupazzo di neve Duma sembrava che mi voleva aiutare, così ad un certo punto si arrampicò sul pupazzo e cadde assieme alla testa. Che buffo era con la neve addosso e la carota sulla schiena! Poi cominciammo a giocare: io gli lanciavo una pallina di neve e lui la rincorreva ma in un occasione rimase sorpreso perché la pallina si aprì in due e lui non sapeva dietro quale parte lanciarsi. Andammo in avanti fino alla sera poi, dopo cena, sfiniti ci addormentammo assieme tra il calore delle coperte. Dopo una settimana ricominciò la scuola. A mezzogiorno, al mio rientro dalle lezioni, giovavo con Duma. Ma quando ritardavo lui iniziava ad agitarsi e a guardare fuori dalla finestra, guardava sotto il divano, apriva la porta della mia camera e poi quando mi vedeva miagolava, faceva le fusa e passava in mezzo alle mie gambe. Mentre si faceva pranzo, come un cagnolino, si sedeva sulla sedia e aspettava che io finivo di mangiare per poi giocare insieme a lui. Dovete sapere che adora giocare con la pallina: io la buttavo, lui la rincorre, la fa volteggiare in area e la riporta. Si va avanti così per ore e ore. Un giorni ricevetti un altro gatto ma questa era una femmina e la chiamai Zela. All’inizio fu abbastanza diffidente, ma in seguito Duma le si affezionò molto. Notai che Duma divenne ancora più speciale perché le insegnava tutto quello che lui aveva imparato nei primi mesi di vita. Ma per me rimaneva sempre il mio migliore amico, il solito furbacchione che quando ne combina una si nasconde nella sua cuccia, si accovaccia e fa finta di dormire, ma scopro sempre che è stato lui.