aggiornamento per i soci n° 25
Transcript
aggiornamento per i soci n° 25
AGGIORNAMENTO PER I SOCI N° 99 Marzo 2017 Associazione Culturale Le Nuvole Per info: 3887590052 www.lenuvoledicivita.it 1 Sommario Sommario p. 2 Un’esperienza in ScuolaAgire p. 3 Formazione Vetralla: laboratorio di danza colorata p. 5 Calendario Vetralla p. 6 Educazione olistica: il Carnevale p. 7 Progetto ScuolAgire Lucca, Lodi e Napoli p. 8 Benefici della Natura p. 9 Teatro Evolutivo al liceo Midossi p. 11 Tavola Rotonda Astrologia Bolsena p. 12 Scienza dello Spirito: i Misteri dell’Egitto p. 13 La Costituzione Pitagorica p. 16 La Civiltà delle Donne p. 18 E’ ATTIVO UN SERVIZIO di COUNSELING GRATUITO ON LINE 24 ORE SU 24 PROMOSSO DAL CENTRO YOGA LE NUVOLE. Hai un problema al lavoro? Stai attraversando un periodo difficile? Sei depresso e demotivato? Hai un conflitto con i tuoi genitori/figli? Sei incerto su una decisione da prendere? Hai un caro in fin di vita e ti senti crollare il mondo addosso? I nostri counselor mettono la loro esperienza al servizio di chi cerca una risposta alle proprie domande. Scrivi a: [email protected] 2 CORSO DI FORMAZIONE PER EDUCATORI DI NUOVA PEDAGOGIA VETRALLA (VITERBO) Dopo diversi anni di ricerca, studio e pratica di tecniche di Nuova Pedagogia e l’uscita del nostro report ‘Pedagogia, un’arte in divenire’ (Anima Edizioni, Milano, 2014), l’associazione Le Nuvole ha avviato il Corso di formazione per educatori di Nuova Pedagogia domenica 16 ottobre 2016 ed è in procinto di iniziare nuovi corsi in altre città italiane. Qui di seguito si riporta l’esperienza di Federica Masini, educatrice pisana che frequenta il corso a Viterbo come uditrice in attesa che parta un gruppo di studio ScuolAgire anche in Toscana. DAL RISVEGLIO ALLO SVILUPPO PSICOLOGICO «Come si arriva a ScuolAgire? Credo che ognuno ci arrivi per una via diversa, come è giusto che sia. Nelle differenze che ci contraddistinguono ogni individuo cerca il suo percorso per evolvere e migliorarsi. La cosa sorprendente in realtà è scoprire che c’è una “tappa” comune e necessaria. Io posso solo raccontare il mio inizio in questa avventura, nella speranza che possa essere utile. Avete mai avuto la sensazione di vivere anestetizzati? Come in uno stato di torpore perenne. Un lavoro con orari impossibili, la casa, un padre anziano che adoro, ma che mi impegna un po’ di energie, i pomeriggi passati a dormire per recuperare il sonno circadiano interrotto e le relazioni sociali molto ridotte. Quando riesco il pilates. Quando riesco il cinema. Quando riesco prego, medito e penso. Quando ho un minuto fra un lavoro domestico e una rogna burocratica da sbrigare leggo. Vi suona familiare? Mi sono fermata. Mi sono ascoltata e ho sentito qualcosa che non mi piaceva. Quella non ero io. Non del tutto almeno. Quella era la Federica che ha scelto un lavoro e una casa, cioè un mutuo che ti vincola a vita ad un sistema che ti schiaccia per spremerti. Lavora, compra, consuma. Cosa? Oggetti che tanto non godi, perché non hai il tempo per farlo. Vorresti goderti le relazioni, ma non puoi, perché mentre gli amici sono liberi il week-end tu lavori e quando sei libero tu loro lavorano. La sera esci troppo tardi per cenare fuori o andare al cinema e non riesci ad andare a letto ad un orario decente. E per citare Primo Levi, “Se questo è un uomo”… Ci sono molti modi per togliere la dignità ad un essere umano. Privarlo della possibilità di realizzare i suoi talenti, la sua intelligenza e naturale predisposizione, perché “bisogna lavorare per permettersi una casa e pagare le bollette e mangiare e per il resto se avanza qualcosa bene, altrimenti pace” è uno di quei modi. E’ ridurlo alla vita da automa, da sinapsi bruciate, come nel bellissimo film di Charlie Chaplin “Tempi Moderni”. Ma la bella addormentata si è svegliata. Si alza, si stiracchia, fa un bello sbadiglio e si scrolla un po’ di torpore di dosso. Nella vita c’è di più, molto di più. C’è un mondo da rivoluzionare perché non è l’eredità che intendo lasciare a nessun bambino quella che vedo là fuori. Le risorse del pianeta che finiscono, l’organizzazione della società da rifare, l’impoverimento dello spirito, la manipolazione delle informazioni…solo per dirne alcune. Da dove iniziare allora? Dalle fondamenta, dalla costruzione di solide basi, L’EDUCAZIONE. Iniziamo da lì, ricominciamo. Ma in che modo fare? La scuola pubblica non mi rispecchia. Pesante, obsoleta. Uno strumento per addormentare quei poveri bambini, per opprimerli, senza insegnare loro a ragionare, senza rispetto per i loro tempi. Mi informo e scopro che esistono delle alternative e mi imbatto in un articolo online che parla di Adele Caprio. Chi è Adele? Una bomba atomica per istituzioni; destabilizzante, esplosiva, una persona che ha fatto tabula rasa su se stessa per ricostruirsi dal principio. Una donna energica, con una grande volontà. La contatto e lei mi risponde subito, molto disponibile e gentile e mi aggiunge al suo gruppo: SCUOLAGIRE VITERBO. Scopro che fra le tante attività in ballo hanno l’apertura di scuole genitoriali! Il tipo di alternativa che cercavo. E l’occhio mi cade su un corso che sta partendo, suddiviso in diversi seminari. Decido di partecipare al primo a fine dicembre. LABORATORIO DI RISVEGLIO. Questa è stata la parola magica che ha fatto scattare la molla, che mi ha spinta a 3 fare 5 ore di treno da Pisa a Civita Castellana. Se vogliamo costruire una nuova pedagogia, più adatta ai tempi che stanno cambiando dobbiamo iniziare da noi stessi. Liberarci dei vecchi schemi che spesso ci portano a convincere noi stessi che tante delle nostre scelte siano effettivamente nostre. Ma è davvero così? Siamo sicuri che non vengano condizionate da famiglia, istituzioni, stimoli esterni come pubblicità, credenze e tutte le sovrastrutture che fanno parte del nostro bagaglio culturale? Il risveglio non è una parte facile. E’ come un pugno dritto allo stomaco, una voragine che ti si apre sotto i piedi, che fa franare tutte le piccole certezze dell’essere umano. Impari che la storia non è proprio come te l’hanno raccontata e nemmeno la religione. Nessun tipo di religione usata per manipolare le persone, almeno. Ci vuole molto coraggio a destrutturarsi, ad accettare di mettersi in discussione. Ogni volta cade un pezzo e tu non sai dove aggrapparti. Vi ricordate la “Storia Infinita”? Nella scena finale sembra che il Nulla abbia ingoiato tutto. Sebastian, il protagonista, siede davanti all’Infanta Imperatrice di quel regno ormai perduto. E’ amareggiato e si sente impotente. Ma poi lei gli porge un granello di sabbia e con un sorriso gli dice che quello è l’ultimo granello del suo mondo. Se lui userà la sua immaginazione potrà creare un mondo nuovo. E’ questo il senso. Il granello è quello che resta di noi dopo che ci siamo tolti tutti i condizionamenti. Ma da quell’unico piccolo granello possiamo ricostruirci davvero per come vogliamo essere. Con immaginazione e creatività. Noi siamo i creatori del nostro mondo. Se impariamo a cambiare l’interno potremo cambiare anche l’esterno. Il “nulla” non deve spaventarci, è solo una fase, una materia in potenza che sta a noi trasformare. Amatela quella non materia, quel buio e fatene una risorsa. Abbiate fede e fate il salto nel vuoto; vedrete che sotto di voi si formerà un ponte fatto di mani tese pronte ad aiutarvi, come quelle di Adele e di tutte le persone che ho conosciuto al corso, genitori e aspiranti educatori, persone piene di passione e amore per il proprio lavoro, che non si credono arrivate ma sanno che il percorso di ‘educAzione’ dura tutta la vita. L’ambiente e le persone mi hanno fatta sentire “a casa”. Il pranzo condiviso è stato un momento indimenticabile in cui ognuno offre un servizio all’altro, perché abbiamo dimenticato la gioia del servizio che ci unisce in una intima familiarità. Pensate che siano cose troppo astratte? Allora se avete coraggio vi consiglio il secondo corso, PSICOLOGIA DELLO SVILUPPO. Tosto, ma scientifico e vi mostrerà come la pedagogia usata nelle scuole oggi sia inutile e dannosa. Cosa vi ricordate delle nozioni imparate a scuola? In che percentuale le avete utilizzate o le state utilizzando per il vostro lavoro o le vostre scelte di vita? Pensate davvero che vostro figlio possa essere valutato da un voto e, in caso, che cosa valuta davvero il voto? Vi sembra che vostro figlio sia felice di andare a scuola? Che i suoi tempi di apprendimento siano rispettati, che le sue predisposizioni naturali vengano incentivate? In verità, cosa vi aspettate davvero dalla scuola? Io mi sono messa in discussione. Sento che mi piacerebbe insegnare, ma che non posso farlo fino a quando non sarò certa di NON riversare sui bambini/ragazzi frustrazioni, aspettative, problemi e schemi mentali che sono solo miei e che possono condizionarli. Io credo nella capacità dei bambini di autoeducarsi. Credo che gli abbiamo dato motivazioni sbagliate e che dovremmo ricominciare con un percorso tutto da inventare, più libero, per insegnare loro a pensare in maniera autonoma. A diventare responsabili del proprio futuro. La parola chiave che mi risuona dentro è COMPRENSIONE di sé e dell’altro. Se capiamo noi stessi non accusiamo gli altri delle nostre mancanze e ci può essere la vera INTEGRAZIONE dentro noi stessi e con il prossimo. Le nostre diversità sono una risorsa anche quando sembrano stonare. Vanno semplicemente accordate. L’integrazione delle nostre conoscenze, competenze, personalità è la chiave per creare insieme un percorso educativo per una nuova Era, che ci impone un distacco dal vecchio perché le nuove generazioni non appartengono più ai vecchi schemi. L’umanità sta evolvendo e il futuro dell’insegnamento è nelle mani di una “comunità educante” composta da genitori, docenti e chiunque possa apportare una conoscenza utile a tutti. Benvenuti in ScuolAgire e se non vi piacerà ciò che sentirete… Buona Vita a tutti». Federica Masini 4 Prossimo seminario domenica 26 marzo ore 9 - 18 LABORATORIO DI DANZA COLORATA VETRALLA (VT) per info e prenotazioni 3887590052 Sono Ilaria Stella una donna e mamma di una figlia di 5 anni. Ho studiato cinema e teatro e l’arte ha sempre accompagnato il mio cammino. La danza in questo senso non mi ha mai abbandonata. Il mio respiro e la mia evoluzione come donna sono sempre partite dal danzare. Non dimenticherò mai il viso di Adele quando mi guardava eseguire delle posizioni yoga durante la mia gravidanza. Diceva che vedeva in me quella passione X, la danza che io le avevo già raccontato. Forse mi ha scelto lì in quel momento. Forse ci siamo scelte entrambe. Lo scambio la condivisione e il passaggio di emozioni sono il fulcro della lezione che vado a presentare in questo corso. La scoperta delle emozioni attraverso il movimento coreografico e l'uso istintivo dei colori. Questa è la mia danza colorata... 5 Ass. Cult. Le Nuvole presenta CORSO DI FORMAZIONE PER EDUCATORI DI NUOVA PEDAGOGIA VETRALLA (VT) Dopo diversi anni di ricerca, studio e pratica di tecniche di Nuova Pedagogia e l’uscita del report ‘Pedagogia, un’arte in divenire’ (Anima Edizioni, Milano, 2014), l’associazione Le Nuvole (www.lenuvoledicivita.it) e lieta di presentare il suo prossimo Corso di formazione per educatori di Nuova Pedagogia che avra come obiettivo lavorare sullo sviluppo del potenziale umano dell’adulto per salvaguardare il naturale sviluppo del potenziale umano dei bambini. Calendario del primo anno: domenica 16.10.16 domenica 13.11.16 domenica 11.12.16 domenica 15.01.17 domenica 26.02.17 domenica 26.03.17 domenica 09.04.17 domenica 07.05.17 Principi e metodi di Nuova Pedagogia 1 Laboratorio di Risveglio Elementi di Psicologia dello Sviluppo 1 Laboratorio di pittura pratica di Stern Costellazioni familiari Laboratorio di danza colorata Educazione ambientale Principi e metodi di Nuova Pedagogia 2 Per info: 3887590052 https://www.facebook.com/groups/726228314077670/?fref=ts 6 EDUCAZIONE OLISTICA Si fanno le burle, si mangian le brighelle! Nella nostra cultura questa festa ha un ruolo importante, credo forse sia quella che realmente mostra un eccesso che è carico di senso, in cui il consumo, alimentarmente rappresentato da noi dai fritti, si colora di arcobaleni e non rimane impacchettato in troppi strati come le confezioni eccessive decisamente poco ecologiche e sostenibili di altre feste in cui il mercato si ingegna per crear bisogni (e si può sempre migliorare). A Carnevale il pacco si apre in un' esplosione di risa e trombette, ed il caos gentile, non violento intendo, quindi comunque supervisionato da una buona autocoscienza che deve essere ben formata nel resto del tempo, può riempire le piazze in un caldo abbraccio di fantasia. Ricordo i miei festeggiamenti d'infanzia, ricordo i carri allegorici: ricordo la capacità di unione che poteva nascere: per tutti un giorno si poteva finalmente ridere insieme (e non è poco!)! Ricordo una questua rituale che noi facevamo, e ricordo la divisione del contenuto dei panierini: ognuno tornava a casa con le parti uguali, era una bella legge.. Poi le tradizioni in parte si trasformano giustamente ed in parte si perdono: il rischio è di estraniarsi da quella 'simpatia', ed essere tutti un po' meno simpatici.. Tutti impacchettati appunto, sterilizzati, freddi e giudicanti. Il Carnevale ci ricorda l'importanza del travestimento, che oggi riacquista un significato tra i giovani (manga, emo, Tolkieniane/i) QUI AIUTAMI ci ricorda l'importanza della trasformazione e ci porta per un giorno ad essere non solo qualcun'altra/o, ma addirittura un personaggio, una storia, un mito; e non è poco se lo si vive veramente nella gioia del non giudizio. In quel giorno si possono inventare storie nuove di quel personaggio e farsene un'idea diversa da quella già scritta, già letta, già raccontata. È un tuffo nell'oralità: e non è poco! Infondo le favole e le fiabe nascono da lì e resiste al tempo, perché strutturale e necessario, il fatto di educare attraverso di esse. ..Carnevale dunque per esplorar metafore: buon divertimento! Ricordiamoci che poi il coriandolo nasce come sostituto dei semi di coriandolo, elemento troppo dispendioso per una Comunità intera e quindi, quanto agli eccessi alimentari, prepariamoci a fare il sacro e non al sacrificio… Elena Bussolotti 7 Progetto ScuolAgire TAVOLE ROTONDE DI NUOVA PEDAGOGIA: LUCCA, LODI, NAPOLI Il cambiamento epocale che stiamo vivendo in tutti i settori della nostra vita impone una rivisitazione del concetto di pedagogia. Mentre ci aspettiamo un cambiamento dall’alto, cioè dalle istituzioni, ci accorgiamo che esso è già in atto da tempo grazie al pionierismo di tante persone di buona volontà che hanno a cuore il destino dei propri figli e dell’umanità in genere. IN QUESTO STRAORDINARIO MOMENTO DI TRANSIZIONE BISOGNA UNIRE LE FORZE FRA GENITORI, EDUCATORI, INSEGNANTI ED OPERATORI CONSAPEVOLI E PER QUESTO PARTIRANNO, DA QUESTO INCONTRO, GRUPPI DI LAVORO SUL TEMA CHE SI CHIAMERÀ PROGETTO SCUOLAGIRE. venerdì 31 marzo 2017 CAPANNORI (LUCCA) TEL.: 349 3135013 (ILARIA) Sabato 1 aprile 2017 LODI TEL.: 339 3746343 (CARMEN) Venerdì 5 maggio 2017 NAPOLI TEL.: 334 2601551 (LOREDANA) 8 I Benefici della Natura La papaya (Carica papaya L.) è il frutto piu importante della famiglia botanica delle Caricaeae. Si ritiene che la pianta sia originaria del Messico del Sud e delle regioni dell'America centrale e storicamente è stata importata in tanti altri paesi dal clima favorevole tra cui anche il l'Italia nel 1500 da mercanti napoletani. Questa straordinario frutto che vedremo ha tantissime proprietà, è stato dalle popolazioni indigene utilizzato e tenuto in gran considerazione e faceva parte della medicina popolare. Il lattice fresco contenuto nel frutto, infatti, veniva utilizzato per il trattamento delle macchie cutanee, delle verruche e delle lentiggini. Una volta bollito il lattice viene anche somministrato come vermifugo. Le caratteristiche nutritive delle papaya derivano per la maggior parte dalla presenza di un enzima che si chiama papaina la quale permette di proteggere l'intestino e di favorire la digestione. La polpa della papaya contiene molta vitamina C e pro-vitamina A (carotenoidi) e' usata anche come base per creme da applicare sulla pelle sia per eliminare le cellule morte che per rendere la pelle più morbida ed elastica. Questo bellissimo frutto la cui pianta ha anche la caratteristica di produrre fiori diversi, ha tantissimi principi attivi: enzimi: sono detti catalizzatori biologici. La loro funzione consiste nel permettere ad una reazione chimica di avvenire o di accellerare senza che essi ne subiscano la mutazione, sono per questo fondamentali per la sopravvivenza della vita. licopene: importantissimo carotenoide dalle forti proprietà antiossidanti e antiradicalica. Sono fondamentali per la prevenzione delle malattie degenarative , cancro e cardiovascolari. La papaya contiene inoltre la vitamina A etutte le vitamine del gruppo B e B1, B12 Contiene inoltre tanta vitamina C che favorisce la sua presenza la funzione della vitamina A che come sappiamo è importante per la protezione della pelle. E ancora, sodio, calcio, ferro, fosforo e magnesio. Non solo...questo frutto meraviglioso ha in se' anche tanti aminoacidi come la Leucina che agisce da stimolante sia per le funzioni cerebrali che per le prestazioni muscolari. Favorisce inoltre la guarigione delle lacerazioni cutanee e delle fratture ossee. Altro aminoacido importante è la Valina che è una fonte di riserva energetica per fegato e muscoli dove viene metabolizzata. Migliora la salute del nostro cuore, la papaya contiene infatti una buona quantità di fibra molto efficace per ridurre il livello di colesterolo nel sangue che essendo depurato raggiunge il cuore in maggiore quantità. Questo influisce sul buon tenore di vita e diminuisce il rischio di ictus, attacchi cardiaci e pressione alta. Se volete sapere ulteriori informazioni sull'utilizzo di questo incredibile frutto potete collegarvi al sito www.naturalefreschezza.it Catia Gianni 9 OFFICINA POETICA Scuola di Teatro Civita Castellana Ogni mercoledì laboratorio di teatro a Civita Castellana … non un semplice corso di teatro ma la possibilità di lavorare su recitazione, scene, costumi, allestimenti, in un gruppo di ricerca già attivo sul territorio con un proprio spazio scenico... Che differenza passa fra una fabbrica che ti rende schiavo e un'officina che ti rende ...libero? Libera l'artista che c'è in te! Se ami il teatro e vuoi capirne di più… contattaci al 3887590052 10 ‘Fare Teatro...al Midossi’ ALTERNANZA SCUOLA LAVORO AL LICEO ARTISTICO Tra i vari progetti di Alternanza Scuola Lavoro proposti ai ragazzi del Liceo Artistico Midossi di Civita Castellana quest’anno ne figura anche uno relativo alle professione dello showbusiness: Fare teatro. Nato dalla collaborazione con la Compagnia teatrale PoEtica, il percorso valorizza l’interrelazione tra scuola e imprese presenti sul territorio e risponde alle sollecitazioni del Miur, esplicitate nel recente quadro normativo, circa il ruolo e l’importanza del teatro nell’ambito del progetto educativo-didattico delle istituzioni scolastiche. Il progetto Fare teatro: le professioni dello showbusiness intende dunque promuovere il confronto con delle “buone pratiche” sia della creazione artistico-teatrale, sia della conoscenza dell’universo lavorativo di natura tecnico-specialistica (dalla fabbricazione di scenografie e macchinerie, alla sartoria teatrale, al settore illuminazione, alla gestione e direzione di comparti tecnici, ecc...), così come il confronto con le dinamiche attinenti al versante economico-produttivo (definizione di bilanci, gestione amministrativa, rapporti con il personale e le ditte collaboratrici, rapporti con eventuali enti coproduttori, ecc...) o a quello comunicativo e commerciale (comunicazione e promozione di spettacoli e progetti, promozione sul territorio, marketing, elaborazione di materiali pubblicitari o informativi cartacei e on-line, ufficio stampa, ecc...). Iniziato a gennaio, il percorso di Alternanza Scuola Lavoro ha fino ad ora fatto confrontare i ragazzi con la scenografia e la scenotecnica, la macchina teatrale nella conoscenza dei vari ruoli e professioni, i rudimenti dello stare in scena e delle tecniche di recitazione, la scrittura di una drammaturgia e soprattutto il saper lavorare in gruppo e rispondere delle mansioni ed incarichi assegnati e il sapersi confrontare con date e scadenze tipiche del mondo lavorativo. Il progetto Fare teatro, condotto insieme ai colleghi Mario Annesi e Valeria Carfia, ha inoltre puntato sull’integrazione, in un ambito di simulazione lavorativa, dei ragazzi con varie forme di disabilità diventando un momento di socializzazione e di acquisizione di possibili strumenti lavorativi. Lo spettacolo al quale stiamo lavorando e che avrà il suo debutto a Gioia del Colle (Bari) il 26 aprile 2017 nell’ambito di un festival di teatro per le scuole, si intitola ‘T.A.Z., Zone temporaneamente autonome… al Midossi’ e vuole essere uno spaccato sulla vita della scuola di oggi. Interamente scritto ed interpretato dai ragazzi, lo spettacolo verrà anche replicato a maggio a Civita Castellana. Paola Guerrini 11 L.A.P. Laboratorio di Astrologia Permanente L’ass. cult. Le Nuvole è lieta di presentare la 7° TAVOLA ROTONDA DI ASTROLOGIA EVOLUTIVA OLTRE I CONFINI Siamo fatti di polvere di stelle DOMENICA 28 MAGGIO 2017 Presso LIBRERIA LE SORGENTI BOLSENA INGRESSO LIBERO – GRADITA PRENOTAZIONE per info 3887590052 12 SCIENZA DELLO SPIRITO Il Pantheon Egizio è formato da numerose divinità anche con caratteristiche zoomorfe come il Dio-Falco Horus, Patrono del Cielo, che uccide il malvagio Seth, Anubi dalla testa di sciacallo, Dio dell'Oltretomba che, insieme ad Osiride, accompagna le Anime dopo la morte fisica sulla Barca Solare. Le divinità più importanti sono Atum-Ra, il Dio Sole, "Colui che tutto crea", Padre degli Dei, che nasce dal mare primordiale e ribollente. Osiride, Dio della Vita e della Morte, ucciso e smembrato dal suo perfido fratello Seth, Dio del Caos, ma ricomposto e riportato in vita dalla sua sposa Iside, Dea delle madri partorienti, protettrice dei bambini e degli uomini sofferenti, Sua sposa e sorella, madre di Horus, "Colei che ama per sempre Osiride e gli ridà la vita". Edoardo Schuré, nel suo libro "I Grandi Iniziati" del 1899 racconta i Misteri e la storia segreta delle Religioni: Il sacerdozio in Egitto ha disciplinato la sovranità e governato la nazione con profonda saggezza. In 5.000 anni si sono succedute 50 dinastie. La prima civiltà egizia risale all'antica Razza Rossa. Un importante simbolo dell'Egitto è la Sfinge, unione dei Quattro Segni Zodiacali: la testa d'uomo-l'Acquario, il corpo del Toro, gli artigli del Leone e le ali dell'Aquila-Scorpione: è l'Iside terrestre, la natura umana che emerge dalla natura animale. Sono i Quattro Elementi nella Visione biblica di Ezechiele: l'AcquaScorpione; la Terra-il Toro; l'Arial'Acquario/Uomo; il Fuoco-il Leone. In Astrologia Esoterica si tratta della Croce Fissa o del Discepolato: il passaggio dal desiderio-Toro all'aspirazione-Scorpione, dall'io egoistico del Leone al Sé Superiore o Anima-Acquario. Ermete è il Grande Maestro di Sapienza, delle Lettere, dei Numeri, della Geometria Sacra. Toth, Dio della Scrittura e Magia, scriba di Osiride, uniti insieme sono venerati in Egitto come Psicopompi, accompagnatori dei defunti nell'Oltretomba. Ermete-Toth è l'Iniziatore dell'Egitto e fonde la Razza Bianca con la Razza Nera (tra l'Etiopia e l'Alto Egitto). Ermete Trismegisto è Hermes-Mercurio, legato alla Ideografia Sacra, alla dottrina del Fuoco e del Principio Verbo-Luce. La Luce di Rama dell'Iran, 5.000 anni prima di Cristo, diventa in Egitto la Legge di Amon-Ra, Dio Solare di Tebe. Osiris, Suo Figlio, è "il Signore dell'Intelletto", il Figlio della Mente. La leggenda della coppia Iside e Osiride racconta dell'uccisione di quest'ultimo da parte del fratello Seth e del suo smembramento e resurrezione per opera della sposa Iside e di suo figlio Horus, l'Intermediario Divino, che ritrovano le sue membra nel Nilo, trasportate dalla corrente. I Sacerdoti Egiziani istituiscono i Misteri e decidono di applicare regole ferree, giuramenti, per non divulgare i segreti della Scienza dello Spirito ed applicare la pena di morte ai trasgressori. In Egitto la Religione si insinua in tutti i campi della triplice natura dell'uomo. Nei Misteri Egizi l'Iniziazione è il graduale addestramento per "giungere al dominio di sé". L'uomo deve unire la parte psichica, morale, intellettuale mediante il simultaneo esercizio della volontà, dell'intuizione, del raziocinio. L'Anima possiede dei "sensi assopiti" all'inizio del cammino terreno e l'uomo, se vuole, può mettersi in rapporto diretto con le Forze Occulte dell'Universo, aprirsi la via dell'Al-di-là e conquistare la sua Libertà Divina. 13 Al tempo della dinastia dei Ramses la civiltà è all'apogeo. Costruzioni maestose si ergono a Luxor, Speos, Ibsambul in Nubia, a Tebe e a Menfi. Dopo la consacrazione nel segreto del santuario, il Faraone si espone alla folla, sul suo pavese sorretto da 12 ufficiali flabelliferi, che sventolano i ventagli cerimoniali. Il Faraone porta sulla testa il flabello, il ventaglio simbolo di autorità e regalità, passato anche nella liturgia cristiana. Precedono il Faraone dodici giovani leviti, membri della tribù israelita di Levi, che hanno il compito di suonare e di cantare nelle cerimonie ed anche di custodire l'Arca dell'Alleanza. Sui cuscini le insegne della dinastia, lo scettro, la testa dell'Ariete, la spada e l'arco. Seguono il corteo i Sacerdoti e gli Iniziati. Il Gran Sacerdote indossa la tiara bianca con il pettorale rilucente di dodici pietre simboliche. Intorno a loro decorazioni dell'Ariete, del Leone, del Giglio. Poi sfilano le corporazioni, e sui laghi artificiali, le barche con le orchestre regie, le danzatrici e le suonatrici di tiorbe, una sorta di liuto egizio. Le cerimonie si svolgono nei grandi Templi come quelli di Tebe o di Menfi, con colonne e capitelli a forma di giganteschi fiori di loto che sorreggono il frontone con il simbolo del Disco Solare. L'uomo che decide di intraprendere la Via Iniziatica si presenta allo Ierofante che lo porta attraverso un accesso intagliato nelle rocce, a cielo aperto, adornato di Sfingi e Stelle ed insieme giungono ad un Tempietto, ingresso alle cripte sotterranee. La porta è mascherata dalla statua di Iside, seduta, con un libro chiuso sulle ginocchia, in meditazione, un velo sul viso e sotto la statua si legge: "Nessun mortale sollevò il mio velo". Lo Ierofante indica le due Colonne, una Rossa ed una Nera: la Rossa rappresenta l'Ascensione dello Spirito verso la Luce di Osiride, la Nera, la cattività nella materia e l'annichilimento. Solo i buoni, gli intrepidi entrano per questa porta, la oltrepassano e non tornano più indietro. Se scelgono di oltrepassarla, devono trascorrere una settimana con i servi, aiutarli a fare i più umili lavori in rigoroso silenzio. Poi due Neocori, che appartengono ai gradi inferiori della Gerarchia Sacerdotale, accompagnano il neofita alla porta un pò occultata del santuario, entrano in un vestibolo nero apparentemente senza via d'uscita. Lungo i due lati di una lugubre sala ci sono delle statue con testa di leoni, uccelli, tori e serpenti. Alla fine di questo sinistro andito c'è una mummia e, di fronte, uno scheletro umano. I Neocori mostrano al novizio un buco nel muro davanti a lui, l'ingresso di un corridoio lungo il quale deve avanzare carponi. " Puoi ancora tornare indietro" - gli dicono - "o continuare la strada senza ritorno". I Neocori gli consegnano una piccola lampada accesa, il vril, e lo lasciano solo, chiudendo con fracasso la porta del santuario alle sue spalle. Il neofita entra nel corridoio strisciando e sente una voce con sette eco: "Qui muoiono i pazzi che hanno agognato la Scienza ed il Potere". L'uomo procede per il corridoio che si allarga con una pendenza sempre più ripida fino a diventare un imbuto che finisce con un foro, dove inizia una scala di ferro; quando giunge all'ultimo gradino il suo sguardo si posa su un orrido pozzo. La lampada è debole ma l'uomo vede alla sua sinistra una fenditura nel muro, allora si aggrappa alla scala con una mano e la lampada nell'altra. Vede alcuni scalini, salta, si lancia su questi e risale, fugge dal baratro. La scala attraversa la roccia e sale a spirale. Il neofita si trova di fronte ad un cancello di bronzo che lo introduce in una larga Galleria sostenuta da Cariatidi. Sui muri sono dipinti affreschi simbolici, undici da ogni lato, illuminati da lampade di cristallo che le Cariatidi reggono. Il Pastoforo, che nella Gerachia Sacerdotale viene subito dopo il Gran Sacerdote, è il Mago, Guardiano dei Simboli Sacri. Apre il cancello al neofita e lo loda per aver felicemente superato la Prima Prova. Gli spiega i 22 Arcani, i Tarocchi collegati all'Alfabeto della Scienza Occulta ed ai Principi Universali. Ogni Principio è collegato ad una Lettera della Lingua Sacra ed ai Numeri, connessi alle Lettere. Ogni Lettera e Numero esprime una Legge Ternaria che proviene dal Mondo Divino e si riflette sul mondo intellettivo e fisico, come la lira che fa risuonare una nota e questa vibra, evocando la sua potenza nei tre mondi mentale, astrale e fisico. La lettera A ed il Numero Uno esprimono nel Mondo Divino l'Essere Assoluto dal Quale emanano tutti gli altri Esseri, nel mondo intelletuale il Due e nel mondo fisico il Tre, Sintesi dell'Umanità. 14 L'Arcano Uno è il Mago, vestito di bianco, simbolo di purezza, con lo scettro del comando e la fronte cinta da una corona d'oro che rappresenta la Luce Universale. Il Pastoforo gli spiega l'intima verità che produce la Manifestazione materiale e la Vita, la concatenazione delle Cause, il senso degli Arcani e lo conduce idealmente da Iside Urania, la Musa dell'Astronomia che scruta le Stelle osservando il Globo Celeste, al Carro di Osiride, dalla Torre fulminata alla Stella fiammeggiante fino all'ultimo Arcano, la Corona, con i Quattro Segni Zodiacali della Croce Fissa: il fine del Discepolo. "Chiunque unisca la sua volontà a Dio per manifestare la Verità e operare la Giustizia, partecipa della Potenza Divina sugli esseri e sulla cose; è questa la ricompensa eterna per gli Spiriti Liberati". Altre prove attendono l'uomo. Il Pastoforo lo accompagna in un'altra galleria, stretta e lunga, in fondo alla quale c'è una fornace, la Prova del Fuoco, che è solo un'illusione. Un sentiero gli permette di passare in mezzo. Ora lo attende la prova dell'Acqua, nera, morta, che contiene nafta e che continua a bruciare. Poi due assistenti lo portano in una grotta oscura, rischiarata da una lampada di bronzo, lo asciugano, lo vestono di finissimo lino e lo fanno adagiare su un morbido giaciglio in attesa dello Ierofante. Il novizio si riposa, ripensa alle figure simboliche osservate, rivede interiormente il Decimo Arcano: la Ruota della Vita, sospesa sul suo asse fra due colonne; da un lato, l'Ermanubi, Genio del Bene, dall'altro, Tifone, Genio del Male, che precipita negli abissi; tra i due, seduta sulla sommità della Ruota, la Sfinge sostiene una spada con i suoi artigli. Ecco che arriva una donna della Nubia, Sacerdotessa dei Misteri di Mylita, dalla provocante sensualità, accompagnata da una musica eccitante. "Sventura a lui se osa sfidarla e bere alla coppa che lei gli porge. Sventura a lui se osa soggiacere al suo amplesso e se berrà al suo bicchiere il liquido che lo immergerà in un sonno profondo". Lo Ierofante gli dice: "Sei stato vincitore nelle prime Prove, hai trionfato sulla Morte, sul Fuoco, sull'Acqua, ma non sapresti vincere te stesso, tu che aspiri alle altezze dello Spirito sei precipitato nell'abisso della materia. Chi vive schiavo dei sensi, vive nelle tenebre. Tu hai preferito le Tenebre alla Luce. Rimani dunque nelle Tenebre. Rimarrai schiavo del Tempio sotto pena di morte". Ma il neofita rovescia la coppa e respinge la tentatrice, e cosi' viene circondato da 12 Neocori e condotto trionfalmente nel Santuario di Iside dove i Maghi lo attendono in assemblea plenaria. Nel fondo del Tempio troneggia la colossale statua di Iside, dalla rosa d'oro sul petto e tra i capelli un diadema a Sette Raggi, con in braccio il figlio Horus... fine prima parte… Rosella Pirodda 15 Pitagora SACRA TETRAKTIS o Sacra Decina Ora che possedete gli elementi essenziali della QUATERNITA’, esamineremo alcuni aspetti della simbologia di tutti i numeri fino al 10. 1. Intelligenza. Inizio. Istante del tempo. Infinito. Vita. Veniva chiamato anche Hestia (la Vesta dei Latini), perché, come questa divinità femminile alimenta il fuoco in un braciere circolare posto al centro della casa, l’1 trova la sua dimora in un cubo infuocato che sta al centro dei quattro elementi (fuoco, aria, terra, acqua), li genera e li alimenta. L’1 è anche l’Equilibrio perché sta sempre al centro, cioè nel mezzo delle cose. 2. Divenire. Andare o passare attraverso. Movimento. Audacia. Sventura (perché conosce il dolore della separazione). È chiamato anche Erato (Musa del canto corale e della poesia amorosa e lirica, sempre raffigurata con la Lira e il Plettro, invocata dagli antichi aedi all’inizio del loro canto). Appartiene ad Eros e ne subisce l’assalto amoroso, come il 2 subisce quello dell’1 generando da questa unione tutti i rimanenti numeri. 3. Traguardo. Compimento. Perfezione. Ma anche Indomabile e Instancabile (non smette mai di creare). E Assennatezza e Prudenza, cioè quelle virtù degli uomini che agiscono con correttezza rispetto al presente e con la previsione del futuro e secondo l’esperienza acquisita dal passato: così la prudenza contempla in qualche modo le tre parti del tempo, sicché anche la conoscenza si svolge in funzione del 3. I Pitagorici chiamano il 3 Pietà e perciò il nome 3 deriva da tremare, cioè temere e quindi essere cauti. (Nel Proemio dantesco è la LUPA, la TERZA belva, che fa TREmare le vene i polsi e per la quale chiede miserere, PIETA’, allo spettro di Virgilio). 4. Materia, tutto ciò che è stato Creato: i 4 elementi (fuoco acqua terra aria) e nell’aria il 4 si espande creando la Geometria Solida. 5. Giustizia. Civiltà. Legge. Il mondo organico e vegetale. Vita vegetativa dell’anima. Enumera il quinto elemento, l’Etere, che separa la Terra dal Cielo, e quindi viene anche chiamato Unione e Luce. Più precisamente, in quanto Luce indica il lampo mediatico e misterioso dell’Intuizione. Il Genio. 5 è anche Legge e Bilanciere e Giustizia, perché è l’ago fra fra l’1 e il 9. 6. Ordine. Perfezione. Integrità delle membra. Unione d’amore. Salute. Incudine. Resistenza. La figura geometrica corrispondente è il Cerchio, che è irradiato da sei segmenti che si incrociano al centro a forma di stella. Inoltre il 6 è protetto da Afrodite. La perfetta armonia del Cosmo e la perfetta armonia dello Stato. Il primo numero perfetto perché è prodotto dalla sacra Triade: 2x3. 7. Numero venerabile, veniva chiamato settade, perché anch’esso, come il 3, il 4 e il 10, delimita un ciclo (Triade, Tetrade, Settade, Decade). Numero venerando, perché la provvidenza di Dio, creatore del 16 mondo, produsse tutti gli enti traendo il principio e la radice della loro generazione dall’Uno primogenito, giacché l’universo procede a impronta e immagine della suprema bellezza, e poiché egli poneva la perfezione e la conclusione del realizzarsi della sua opera creativa nella stessa decade, dio creatore del mondo dovette necessariamente considerare il 7 come un suo strumento e come il nesso più dominante e la forza che assumeva il suo proprio potere creativo … Strumento di Creazione, quindi, e dominava i principi vitali, i cicli lunari, quelli femminili, le età della Vita, la dentizione, le malattie… Sommando il 7 con i numeri che lo precedono si ottiene 28, i giorni del ciclo lunare diviso in 4 fasi di 4 settimane… il ciclo delle maree, della proliferazione dei molluschi, della fecondità delle semine e dei raccolti, per cui era anche chiamato il Foraggiere. E’ protetto da Atena perché è anche strumento dell’ Intelligenza Razionale, Illuminata e Speculativa: numero filosofale. E strumento di Creazione, umana e divina. 8. La panarmonia: i cieli sono nove, i cieli delle sette sfere celesti più il cielo delle Stelle Fisse e il cielo Cristallino detto anche Primo Mobile; quindi 9 sfere e 8 intervalli, intesi dai Pitagorici anche come accordi armonici, per cui l’8 produce l’armonia di tutto l’Universo. È un numero soave, dedicato a Euterpe, l’ottava Musa preposta alla Musica. Il Bene Perfetto. La Grazia Divina. 9. Il numero 9 è il più grande tra i numeri inferiori a 10 e costituisce il Limite Insuperabile, per cui viene anche chiamato Orizzonte e Oceano. È l’Ultimo Numero perché enumera e contiene e domina i Nove cieli che sono tutto l’Universo conosciuto, e perché il 10 non è altro che il ritorno all’1 e ne perpetua tutte le proprietà come ben conosce Dante quando nel Convivio scrive… dal diece in su non si va se non esso diece alterando cogli altri nove e con se stesso. Dedicato a Tersicore, Musa della danza, perché il 9 dirige e fa girare come un coro - di danzatori - la ricorrenza e la convergenza dei rapporti numerici, come se da un certo punto finale si muovessero verso il centro e quindi verso l’inizio…: verso l’1. Perfettissimo numero perché 3 volte 3: è la potenza, la Dünamis dell’atto creativo che conclude un ciclo, iniziandone un altro all’Infinito per cui è detto anche Progetto. Per tre volte tre, esso domina il Passato, il Presente e il Futuro. Non dimentichiamoci che per i Pitagorici il filosofico 3 è l’Infinito, la Triade Instancabile nella perpetuazione della Creazione. Perché in ogni istante l’Universo è sempre in potenza Pura Creazione. La somma dei numeri che precedono il 9 dà 36, e quindi 3+6 ancora 9, ma 36 è anche uguale a 4x9 = il Creato (4) moltiplicato per la sua Potenza (9). E Nove sono le Muse - storia, commedia, tragedia, poesia, danza, musica, astronomia, retorica, eloquenza – che indirizzano sostengono e proteggono gli Atti Creanti dell’Umanità. 10. Cosmo. Cielo. Tutto. Destino. Eternità. Forza. Fiducia. Necessità. Atlante. Il Consapevole, proprio perché non può sfuggirgli un grammo dell’Universo Intero. Può essere pensato - oltre ai numerosi procedimenti aritmetici che vi risparmio e che ovviamente comprendono anche 10 allaⁿ - come il 9+1: il Creatore che guarda il suo Creato e che ne contempla non solo la Potenza che l’ha generato ma anche ciò che In Potenza lo può trasformare. Il gesto del Pittore che si discosta dalla tela che ha appena dipinto, la legge, la contempla, la scruta progettando le altre che verranno… Per questo i Pitagorici lo chiamano Il Consapevole e Intelletto Contemplativo. ….fine terza parte Maria Castronovo 17 LA CIVILTÀ DELLE DONNE Vandana Shiva Abbiamo iniziato a gennaio a parlare di donne che hanno fatto la storia, ispirandoci agli studi di Maria Gimbutas, proseguendo con Artemisia Gentileschi, a cui Roma ha dedicato una mostra. Questo mese vogliamo parlare di VANDANA SHIVA, fisica quantistica ed economista, è considerata la teorica più nota di una nuova scienza: l'ecologia sociale. . http://www.filosofico.net/shiva.htm Vandana Shiva è nata nel 1952 a Dehra Dun, nell'India del nord, da una famiglia progressista. Ha studiato nelle università inglesi e americane laureandosi in fisica. Tornata a casa dopo aver terminato gli studi, rimase traumatizzata rivedendo l'Himalaya: aveva lasciato una montagna verde e ricca d'acqua con gente felice, poi era arrivato il cosiddetto "aiuto" della Banca Mondiale con il progetto della costruzione di una grande diga e quella parte dell'Himalaya era diventata un groviglio di strade e di slum, di miseria, di polvere e smog, con gente impoverita non solo materialmente. Decise così di abbandonare la fisica nucleare e di dedicarsi all'ecologia. L’opera più importante di Vandana Shiva è Terra madre. Sopravvivere allo sviluppo. In questo libro, ella affronta i vari aspetti della globalizzazione imposta dall'Occidente, e propone una visione dello sviluppo nel suo paese diversa, nel rispetto delle tradizioni e dei principi. Affronta con grande passione e spiega le conseguenze della rivoluzione del verde, riferito alle culture alimentari, quella bianca riferita al latte, elemento indispensabile per la crescita dell'infanzia, e ultima quella dell'acqua; criticando aspramente tutto ciò che stravolge questi tre elementi fondamentali dell'equilibrio umano. Critica aspramente i nuovi modelli di sfruttamento della globalizzazione applicati al territorio, perché modificano l'equilibrio dei cicli vitali della natura. Il suo impegno tende a mettere in luce le due principali visioni del mondo: 1. La visione dell'Occidente che esalta il progresso misurando tutto in termini di profitto. 2. La realtà delle comunità contadine del terzo mondo. Lo scontro fra queste due realtà, che potrebbe a tutta prima far pensare a un grande beneficio per le popolazioni povere, aumenta la povertà delle popolazioni e causa gravi conseguenze sull'ambiente. Queste sono le premesse del discorso che l'autrice esprime in questo libro e che descrive l'esperienza delle donne indiane, che si compendia nel fondamentale “principio femminile” della natura, come produttrice di vita: come terra madre. Il forte legame tra natura e donna vede in questo contesto un grave pericolo per la figura femminile nell’equilibrio dell'economia dei paesi poveri. L'autrice traccia una realistica analisi del rapporto donna-natura, descrivendo come questo rapporto stia cambiando in India, per le scelte giustificate dalla richiesta di sviluppo industriale, scelte fatte da un contesto sociale patriarcale, quindi maschile. Lo sfruttamento delle risorse naturali, delle foreste, dell'acqua (con la costruzione di dighe), delle zone coltivate, sta cambiando l'economia della popolazione rurale indiana, quell’economia che era sostenuta dalle attività della donna in armonia con la natura stessa; questo sfruttamento è una forma di violenza e poiché la donna dipende da queste realtà, dalla natura, ne deriva una violenza sulla figura femminile. La scienza moderna e lo sviluppo industriale sono progetti di origine patriarcale, che si sviluppano in Occidente, nascono in Europa con la rivoluzione scientifica tra il XV e il XVII secolo, e danno origine al capitalismo industriale. 18 Questa rivoluzione scientifica ha trasformato la natura della terra, nonché i suoi abitanti, in “macchina” per la fornitura di materie prime. L'opposizione delle donne a questo stravolgimento è diventato in India un movimento ecologista e femminista. Nei Paesi di nuova indipendenza, lo sviluppo concepito secondo il modello patriarcale occidentale non includeva nella sua organizzazione la figura femminile; in questo contesto le donne non hanno alcun peso, perché ciò che conta è avere più merci da esportare, anche se le popolazioni locali non potranno mai acquistarle. Secondo il modello di sviluppo patriarcale, la natura così come si trova è improduttiva e quindi anche la figura della donna legata alla natura è di per sé improduttiva. “Le foreste naturali sono improduttive finché non vengono coltivate a monocolture destinate al commercio, capaci di produrre profitti e capitale". Questo tipo di sviluppo, privo dei principi conservativi e che non permette il rinnovarsi degli elementi naturali, è un “malsviluppo”. Lo sviluppo che accentua la diversità fra i sessi, creando discriminazioni nelle attività sociali fra maschi e femmine, è sinonimo di sottosviluppo, con gravi conseguenze anche per la natura in cui queste popolazioni abitano. Questa crisi colpisce maggiormente le donne perché sono tra i poveri, le più povere. Gandhi diceva: “ sulla terra c'è abbastanza per soddisfare i bisogni di tutti, ma non per soddisfare l'ingordigia di pochi”. La violenza fatta sulla natura, è una violenza fatta alla donna, che si basa sulla condizione di sfruttamento delle risorse, quindi di predominio maschile sulla natura e sulla donna. La natura e la donna diventano in questo contesto concetti passivi. In questo contesto si possono distinguere due tipi di povertà: 1. La povertà percepita in senso culturale. 2. La povertà materiale. La povertà culturale è comunque capace di soddisfare i bisogni quotidiani: questa povertà non è materiale, perché è capace di trovare nelle tradizioni e nella natura l'indispensabile. La povertà materiale è una conseguenza del “malsviluppo”. Una cattiva valutazione dello sviluppo in certe zone del terzo mondo ha causato maggior povertà, in senso sia culturale che materiale. In questi luoghi il processo di sviluppo ha significato: meno acqua, meno suolo fertile, meno ricchezza genetica, una diretta conseguenza da tutto ciò si riscontra dalle migrazioni di popolazioni dai loro territori. abbiamo anche creato una pagina Facebook https://www.facebook.com/groups/347854025584901/ 19