musica emoticon
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I giovani e la mediazione comunicativa: Il Linguaggio Il laboratorio in oggetto è stato animato da don Alessandro Amapani. Tutto il tempo del laboratorio è stato assorbito dalla presentazione, da parte di don Amapani, di strumenti necessari per capire in fondo il problema dei linguaggi del mondo giovanile. Oggi i giovani sono guidati, animati, spinti da cinque percezioni. La percezione del tempo. Se si ha uno sguardo attento ci si accorge che sono pochi, rari, i giovani che oggi portano un orologio al polso. Si è persa la percezione del tempo: c’è un tempo indefinito, un non-tempo o piuttosto è tutto tempo pieno. Infatti i giovani hanno la loro giornata tutta riempita. Gli stessi genitori hanno la preoccupazione e fanno in modo che ogni istante della vita quotidiana dei figli sia in qualche modo riempita. Dunque i ragazzi e i giovani hanno perduta la percezione del tempo. Seconda percezione è quella del rischio. Per ovviare alla routine della quotidianità ci si affida all’ebbrezza del rischio, sperando sempre che vada bene. Terza percezione è quella dei sentimenti. I giovani di oggi vivono in un contesto che da molta importanza ai sentimenti. Quarta percezione è il sacro. C’è un senso sacrale della vita che ai giovani non sfugge affatto. Quinta percezione è la fragilità. I ragazzi e i giovani sono fragili. Questo lo attesta, soprattutto in Italia l’alto numero di suicidi in età giovanile. Si fanno dei drammi esistenziali a volte solo perché l’amico o l’amica non risponde allo squillo del cellulare. Si è poi passati ad illustrare i linguaggi. 1. la musica. Il linguaggio musicale è quello più seguito e più diffuso tra i ragazzi e i giovani. Soventi li vediamo con le cuffiette. Bisogna dare, da parte degli educatori, molta importanza alla musica che i giovani ascoltano. Particolare attenzione ai testi della musica che hanno grande capacità di presa sull’inconscio giovanile. 2. i cellulari. Oggi l’80% dei sentimenti dei ragazzi e dei giovani passano attraverso i cellulari. A loro si affidano emozioni e stati d’animo (vedi emoticon). Gli affetti sono preda dei cellulari (ci si lascia con uno sms…). 3. la pubblicità. Essa influenza il modo di pensare, agire, vestire, essere dei giovani e non solo. 4. la televisione. Alla televisione si lascia, o quasi, tutto il compito educativo. E se abbiamo a che fare con i reality che conosciamo (isola dei famosi, grande fratello, x factor, …) o trasmissioni quali uomini e donne, amici… già sappiamo dove stiamo andando e quali valori vengono trasmessi ai nostri ragazzi. 5. palestra-fitness. Oggi c’è la cultura della bellezza fisica. Per stare in linea si fanno scelte anche le più assurde. 6. il cinema. Negli ultimi anni tanta è stata la filmografia uscita che riguardava il mondo giovanile. 7. riviste giovanili. Anche le riviste che i giovani leggono hanno grande influsso sul loro modo di pensare e di agire. 8. internet. C’è poi il linguaggio di internet. Social network, chat, email è un mondo molto conosciuto e praticato dai ragazzi e dai giovani. Nella discussione è emerso che innanzitutto gli operatori pastorali devono conoscere questi linguaggi; bisogna essere competenti per poterli utilizzare con le finalità che vogliamo. Le nostre comunità parrocchiali devono dotarsi di mezzi e strumenti che offrano spazi comunicativi idonei e adeguati. Si propone all’ufficio comunicazioni sociali di promuovere un corso sui new media.