Saluto introduttivo. Per la libertà... Insieme

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Saluto introduttivo. Per la libertà... Insieme
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S. E. Mons. Mario Toso - Saluto introduttivo. Per la libertà... Insieme
Saluto introduttivo.
Per la libertà... Insieme
di S. E. Mons. Mario Toso,
Vescovo di Faenza-Modigliana
Rev.me Eccellenze Mons. Nunzio Galantino, segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana, Mons. Tommaso Girelli, vescovo di Imola, Mons. Claudio Stagni, vescovo emerito
di Faenza-Modigliana, Signor Sindaco Giovanni Malpezzi, Signor Prefetto Sandra Sarti, Autorità politiche e militari, Signore e Signori, cari giovani,
oggi non viviamo un’epoca di cambiamento quanto un cambiamento d’epoca. Basti pensare che nel mondo stanno sorgendo nuovi equilibri economici e politici che si strutturano
attorno a Paesi che non sono l’Europa e gli Stati Uniti. La globalizzazione ha instaurato nuove comunicazioni ed interconnessioni che hanno favorito la concentrazione del potere finanziario nelle mani di pochi: un potere quasi irresistibile, rispetto a cui la stessa politica, che ha favorito un simile processo, sembra aver ceduto il passo. I sistemi finanziari, poi, appaiono poco propensi a finanziare l’economia reale, malati come
sono di eccesso di volatilità e dominati da troppo capitale «supersonico» e da scarsità relativa di capitale «paziente». L’atmosfera simbolica, che caratterizza le attuali culture, appare gra18
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vitare verso una comunicazione pervasiva, rigidamente controllata da modelli consumistici e tecnocratici. Alle élites tecno-finanziarie, sempre più autoreferenziali, corrispondono
élites economiche governate dalla logica del profitto a breve
termine, che finisce per emarginare il lavoro manuale, artigianale, agricolo, sociale. E, pertanto, la stessa libertà di lavorare
diventa una libertà per pochi.
Non si può, infatti, dimenticare che la rivoluzione tecnologica
non regolata porta a forti squilibri occupazionali e distributivi, al capitalismo dei robot, a diseguaglianze crescenti.
Il mondo che si sta costruendo si manifesta come una trappola senza vie di scampo per i più deboli e i più poveri, un mondo
ove sovrastano implacabili dinamismi che stringono le maglie
della libertà.
Vi è oggi un’abbondante fenomenologia che dimostra come la
libertà sia tolta in maniera brutale come all’aeroporto di Bruxelles nello scorso marzo, o scippata in forma meno violenta,
e tuttavia non meno pericolosa per le persone e le famiglie.
La libertà è sottratta a quegli ingenti flussi migratori che segnano il nostro pianeta con esodi biblici verso la terra promessa di un mondo più giusto e pacifico. Viene rubata a tutti coloro che periscono quali vittime di conflitti e ai quali è proibito
di venire al mondo o di rimanerci. La libertà è sovente messa
in discussione sul piano religioso con riferimento all’uso dei
segni quali il crocifisso o il presepe, alla facoltà di insegnamento nelle scuole paritarie, quando queste sono ingiustamente
tassate. Non sono da trascurare anche incomprensibili «moniti» da parte della Corte Europea a proposito della libertà di coscienza dei medici cattolici a riguardo dell’aborto. Episodi di
libertà carente si verificano ugualmente sul piano politico
specie allorché si producono prassi o legislazioni che diminuiscono il diritto di scelta dei propri rappresentanti. Non va trascurato il fatto che l’ordine del giorno dei nostri parlamenti è
non poche volte condizionato da lobbies finanziarie interna19
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zionali che riducono significativamente la sovranità nazionale. Analogamente la libertà è compressa in quei mercati finanziari ove dominano oligopoli, oligarchie. Ciò che in tutto questo scenario appare più preoccupante e concorre a distruggere
il tessuto civile dei nostri Paesi è la rivendicazione dei propri
diritti motivata a partire da un individualismo libertario, che è
il peggior nemico dello Stato di diritto.
Solo questa fenomenologia è sufficiente a mostrare la crucialità del tema scelto e la sua rilevanza antropologica, sociale e
culturale. Ecco perché la diocesi di Faenza-Modigliana e la
Diocesi di Imola, assieme al nutrito gruppo di giovani provenienti da Roma e capitanati da don Sandro Fadda, salesiano,
organizzano la Due giorni di riflessioni e di esposizione di buone pratiche, a complemento del percorso educativo iniziato lo
scorso anno con il varo della Scuola di formazione sociale e politica per i giovani. Il tema scelto, non a caso, è «Per la libertà, insieme».
La Due giorni sarà attraversata, nel suo svolgimento, dall’interrogativo se un concetto di libertà riduttivo, come quello
che stiamo sperimentando oggi, sarà adatto a porre le fondamenta della futura costruzione degli Stati Uniti d’Europa. Potrà offrirebbe garanzie per il futuro della democrazia europea
e per il bene comune, il bene di tutti? Di quale libertà abbiamo
bisogno? Una libertà senza verità? E, comunque, - ecco quanto si vorrà comunicare con la Due giorni - tutti potremo godere
di una libertà sempre più piena se ci si mobiliterà insieme. A
cominciare dall’affrontare il problema del lavoro giovanile,
mettendo in sinergia l’associazionismo cattolico o di ispirazione cristiana. Occorre lavorare in positivo, avendo una visione,
elaborando una nuova progettualità per l’inclusione di tutti.
La libertà fiorisce là ove si può accedere ad un lavoro dignitoso. Per riappropriarsi della libertà e della democrazia bisognerà, in particolare, superare l’assolutizzazione del relativismo
che sta alla base dell’individualismo libertario. Secondo Hannah Arendt il dialogo pubblico è fondamentale per la vita politica quando svolge una funzione di ricerca della verità. Questa
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è raggiungibile tramite discussione e argomentazione, è riconoscibile da tutti a partire da un comune confronto che si impernia sul patrimonio condiviso che è la dignità umana. Il bene
umano riconosciuto presente nell’altro ci fa apparire simili e
fornisce le ragioni della benevolenza, dell’amicizia civica, della
collaborazione e della giustizia. Se vi è un bene umano comune l’altro non mi è più uno straniero.
Dopo la sua lectio magistralis, Eccellenza Reverendissima
Mons. Nunzio Galantino, domani si terrà una tavola rotonda,
nella sala del Consiglio Comunale di Faenza, con illustri relatori, come il sen. Stefano Collina, il Prefetto Sandra Sarti, Vice
Capo Gabinetto del Ministero dell’Interno, il prof. Leonardo
Becchetti, ordinario di economia politica all’Università Tor
Vergata di Roma. Ognuno di essi offrirà un apporto specifico
nell’indicare quale spazio dovrà avere in Europa la democrazia
in una prospettiva di libertà. Al termine della mattinata il
prof. Mauro Magatti dell’Università Cattolica del Sacro Cuore
di Milano ci offrirà un’analisi della società italiana in vista di
risvegliare il senso della partecipazione. Nel pomeriggio padre
Francesco Occhetta, s.j., consulente ecclesiastico dell’Unione
Cattolica Stampa Italiana, inviterà a riflettere su Per una partecipazione del territorio dal globale al glocale. Si svolgerà, poi,
nei locali dell’ex complesso dei Salesiani, dopo la presentazione del progetto Policoro a 20 anni dalla nascita, una Fiera sulle
buone pratiche del lavoro – una trentina di stand –, promossa
dalle diverse associazioni, aggregazioni, movimenti cattolici,
di ispirazione cristiana, che scendono in campo compatti, per
intercettare la domanda di lavoro dei giovani faentini e imolesi. La Fiera Giovani e lavoro è stata voluta dalle Diocesi coinvolte, quale sperimentazione di un movimento sociale cattolico che
si aggrega di fronte alle sfide della storia come quella della libertà – senza lavoro i giovani non hanno una concreta possibilità di crescere più liberi e responsabili – ma anche in collegamento con il Convegno, organizzato a Bologna, lo scorso ottobre, sotto l’egida della Conferenza episcopale dell’Emilia Romagna sul lavoro giovanile, in occasione del Bicentenario della
nascita di don Bosco. Prima della visita alla Fiera, il vescovo S.
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Ecc. Mons. Tommaso Ghirelli, vescovo di Imola, presiederà
l’adorazione eucaristica. Il 3 aprile, il cammino formativo si
concluderà con gli interventi del dott. Renato Cursi e del vescovo di Faenza-Modigliana. La Due giorni vivrà il suo culmine
con la celebrazione Eucaristica presieduta da S. Em. Rev.ma
Gualtiero card. Bassetti, arcivescovo di Perugia.
Eccellenza, qui, in questa chiesa dedicata dai Salesiani a Maria
Ausiliatrice, Lei vede presenti, assieme a diversi adulti, parecchi giovani. Per essi, come già accennato, è stata organizzata
una Scuola di pensiero e laboratorio di buone pratiche. Con i
giovani, per i giovani si è pensato ed organizzato la Due Giorni,
memori delle parole di papa Francesco a Firenze, rivolte alle
nuove generazioni. Merita richiamarle, anche per far capire
che questa iniziativa non è un’attività estemporanea. Dopo
aver fatto appello ai vescovi, alla Chiesa italiana, ai credenti
adulti perché diano il loro contributo specifico al dibattito
pubblico, così il pontefice si rivolge ai giovani: «Faccio appello
soprattutto “a voi, giovani, perché siete forti”, diceva l’Apostolo Giovanni (1 Gv 1,14). Giovani, superate l’apatia. Che nessuno disprezzi la vostra giovinezza, ma imparate ad essere modelli nel parlare e nell’agire (cfr 1 Tm 4,12). Vi chiedo di essere
costruttori dell’Italia, di mettervi al lavoro per una Italia migliore. Per favore, non guardate dal balcone la vita, ma impegnatevi, immergetevi nell’ampio dialogo sociale e politico. Le
mani della vostra fede si alzino verso il cielo, ma lo facciano
mentre edificano una città costruita su rapporti in cui l’amore
di Dio è il fondamento. E così sarete liberi di accettare le sfide
dell’oggi, di vivere i cambiamenti e le trasformazioni».
È per aiutarci a capire che cosa significa essere costruttori
dell’Italia, mettersi al lavoro per una Italia migliore, non guardando la vita dal balcone, bensì immergendosi nell’ampio dialogo sociale e politico, che l’abbiamo invitata ad essere tra noi,
Eccellenza. Le siamo profondamente riconoscenti per essere
qui tra noi, nonostante i suoi molteplici impegni. A Lei la Parola, Eccellenza.
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