Industria a picco Tutti gli indicatori sono in frenata

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Industria a picco Tutti gli indicatori sono in frenata
[LECCO ECONOMIA 13]
LA PROVINCIA
S A B AT O 2 2 N O V E M B R E 2 0 0 8
[ LA CONGIUNTURA ]
Industria a picco
Tutti gli indicatori
sono in frenata
L’indagine confindustriale sul terzo trimestre
evidenzia le difficoltà di quasi tutte le aziende lecchesi
LECCO L’economia va a picco: ordini, produzione e
fatturato sono in discesa. Il quadro dell’andamento economico tra luglio e settembre, dipinto dall’osservatorio
di Confindustria, è a tinte fosche.
Il confronto con il secondo trimestre evidenzia, infatti,
una riduzione degli ordini del 10,2%, della produzione del 10,8% e del fatturato del 14,8%. Inoltre sulla
performance pesa la sospensione delle attività per la
pausa estiva che quest’anno si è protratta in molti casi
oltre le tre settimane, per fronteggiare la carenza di ordini.
Sono state confermate al ribasso le previsioni congiunturali elaborate tre mesi fa: ci si attendeva una contrazione del 6%, ed invece è andata peggio. L’osservatorio
rileva una battuta d’arresto che si attesta al 10%. Meno preoccupante il confronto con lo stesso periodo del
2007: anche allora si era verificato un calo degli ordini
(-3,4%), mentre la produzione e il fatturato risultavano
sostanzialmente stabili.
E il 2009, a parere di Confindustria, non riserva piacevoli sorprese, al contrario. Le previsioni per il prossimo
trimestre confermano l’attuale scenario: si attendono
variazioni minime per ordini e produzione (+0,6% e
+0,9%), qualche segnale incoraggiante per il fatturato
(+4,3%), che non è certo sufficiente a recuperare la caduta del terzo trimestre.
Nel terzo trimestre si è registrato un incremento della
quota export, che si attesta al 43% del fatturato, contro il 39% nel secondo trimestre. I mercati di riferimento continuano ad essere i Paesi della zona euro, in particolare Germania e Francia, ma anche Est Europa, Usa
e Cina. L’andamento occupazionale nel terzo trimestre
risulta nel complesso stabile, nonostante un incremento dell’utilizzo di ammortizzatori sociali, specie della
cassa integrazione ordinaria.
Le medie imprese subiscono una netta battuta d’arresto: nel terzo trimestre 2008 rispetto allo stesso periodo
2007 gli ordini sono scesi del 3,7%, la produzione è salita dello 0,3%, e il fatturato è calato del 2,7%. Mentre
a livello congiunturale, cioè rispetto al trimestre precedente, gli ordini calano del 9,7%, la produzione del
9,3%, e il fatturato perde il 17%.
Le piccole aziende fanno registrare una performance
peggiore a livello congiunturale per ordini (-11%) e per
produzione (-14,4% ), ma non per il fatturato (-2,7%).
Vanno invece meglio delle medie a livello tendenziale:
il confronto con lo stesso periodo del 2007 è negativo
per gli ordini (-2,4%), ma positivo rispetto a produzione (+0,6) e fatturato (+6,6%). Cautamente positive, per
le piccole, le previsioni per il quarto trimestre: segno
positivo per ordini (+1,1%), produzione (+4,5%), fatturato (+7%). Aspettative che dovranno essere riviste al
ribasso a causa della crisi dell’economia globale degli
ultimi due mesi. Prosegue la crisi del tessile con cali
congiunturali di oltre il 20%. Le imprese metalmeccaniche, invece, pur mantenendo tutti gli indicati negativi, registrano performance sostanzialmente sovrapponili con le aziende nel loro totale: -9,7% degli ordini, 8,6 per la produzione e -16,9% per il fatturato.
Gloria Riva
CRISI TOTALE
Come evidenzia l’indagine congiunturale di
Confindustria Lecco, nel terzo trimestre dell’anno, la maggior parte delle imprese lecchesi ha denunciato un significativo calo
della produzione e del fatturato. Le difficoltà
riguardano tutti i settori merceologici: dal
metalmeccanico al tessile. E anche le prospettive per i prossimi mesi non sono incoraggianti
[ IL COMMENTO ]
«Ora serve la detassazione degli utili»
Franco Keller: «Gli imprenditori faranno la loro parte ma devono essere aiutati»
A GOLOSARIA
Premio a Milano
ad un artigiano
(gl.riv.) In campo culinario il territorio si fa onore, vincendo uno
dei più ambiti premi di Golosaria, la tradizionale kermesse del
gusto che ogni anno si svolge a
Milano.
L’eccellenza alimentare lecchese è stata premiata nell’ambito
di Golosaria, rassegna del gusto. Un evento che ogni anno
porta alla ribalta i migliori produttori artigiani italiani, selezionati da Paolo Massobrio, noto
critico enogastronomico, per la
guida "Il Golosario".
Per la provincia di Lecco, la
"Marco d’Oggiono Prosciutti" ha
meritato il premio "Artigiano Radioso", un riconoscimento assegnato ai produttori che più si sono distinti nella valorizzazione
gastronomica del nostro Paese e dei suoi sapori. Il prosciuttificio brianzolo, aperto nel 1945
ad Oggiono e gestito da Dionigi
Spreafico con le sorelle Agnese e Giulia, prosegue un’antica
tradizione di lavoro artigiano.
LECCO (gl.riv.) «È una crisi
estesa e profonda, occorre una
reazione immediata», commenta Franco Keller (nella foto), presidente di Confindustria Lecco.
E lo scenario dipinto potrebbe
essere anche migliore di quello che si andrà profilando nei
prossimi mesi, mentre uno spiraglio di luce lo si potrà intravedere solo dalla metà del prossimo anno: «I dati dell’Osservatorio congiunturale restituiscono l’immagine di una crisi
ancora ai suoi esordi. L’evoluzione di queste ultime settimane ha reso chiaro che la crisi finanziaria ha impattato con violenza sull’economia reale, determinando uno scenario complesso e non positivo che probabilmente comincerà a schiarirsi solo dalla metà del 2009».
Keller sottolinea inoltre che le
imprese, che hanno sempre reagito alle precedenti difficoltà,
questa volta si trovano ad affrontare una crisi estesa e
profonda. Analisti ed economisti faticano a tracciare scenari e
previsioni che non siano poi disattese, poiché le variabili in
gioco sono molte. «Anche nel
nostro territorio – commenta il
presidente - assistiamo ad una
pesante battuta d’arresto dell’economia, mentre l’utilizzo degli ammortizzatori sociali aumenta, le imprese denunciano
con sempre maggiore evidenza
il calo degli ordini e si rilevano
difficoltà anche nell’accedere
al credito».
Secondo Keller occorre una reazione immediata che consenta
di mettere in campo
strumenti adeguati a sostenere la
fiducia, l’accesso al credito,
gli investimenti e i consumi. «Come
associazione
abbiamo agito
sulla leva del
credito: proponendo un tavolo di
incontro periodico e un
tavolo di crisi, da aprire su sollecitazione aziendale per sviluppare rapporti più trasparenti con le banche, da un lato e
valutare soluzioni alternative
alla restrizione del credito dall’altro. Abbiamo inoltre messo
a disposizione 300 mila euro
per abbattere i tassi di interesse e la garanzia Confidi e ridurre così il costo del denaro».
Ma non basta: altre misure sono attese dalle forze di governo. «In primo luogo la riduzione del cuneo fiscale e la detassazione degli utili reinvestiti in
azienda, il primo intervento è
destinato a sostenere i consumi, l’altro a far ripartire gli investimenti. Sono misure urgenti che potrebbero avere esiti rilevanti anche sulla fiducia, un elemento
necessario per
uscire da questa
situazione. Occorre avere la
lucidità di leggere, pur nelle
difficoltà, i segnali positivi.
Non penso solo
alle aziende che
continuano a crescere, e ce ne sono, anche
nel nostro territorio, ma a condizioni oggettive che bisogna
esser pronti a cogliere, come la
discesa dei tassi di interesse che
dobbiamo ancora sollecitare, il
costo delle materie prime, che
esaurita la bolla speculativa è
tornato a scendere, il costo del
petrolio, che gli studi dicono si
attesterà tra i 55 ed i 60 dollari
nei prossimi mesi».
[ NUOVA VERTENZA ]
Riello: cancelli chiusi, lavoratori in strada
Primo giorno del fermo dell’attività deciso dall’impresa veneta: la protesta dei dipendenti
Ancora problemi
LECCO (gl.riv.) I lavoratori della
Riello, ieri mattina, come ogni venerdì mattina, si sono presentati al
lavoro. Peccato che i cancelli fossero chiusi. Impossibile entrare, a causa della decisione della proprietà di
sospendere l’attività per dodici giorni, dilazionati da qui al 9 gennaio.
Motivo della chiusura: una crisi di
liquidità.
In realtà i lavoratori della Riello sapevano che avrebbero trovato i cancelli chiusi, lo avevano letto in bacheca ieri, e avevano pure organizzato un’ora di sciopero - che si è svolto giovedì - contro quella decisione
aziendale, chiedendo al sindacato di
intervenire. In segno di protesta, e
per organizzare una vertenza sindacale contro l’azienda, si sono presentati in massa ai cancelli di via Risorgimento, facendo girare un foglio di
raccolta firme, così da certificare la
loro presenza e la loro volontà di andare al lavoro «ostacolata dalla presa di posizione unilaterale dell’impresa», dice Mario Venini segretario
della Fiom Cgil.
A cinque mesi dalla tanto contestata vicenda Riello, che ha visto la
chiusura del reparto produttivo, il
taglio di 144 posti di lavoro, e persi-
no l’occupazione dello stabilimento
da parte degli operai, la fabbrica di
caldaie, che oggi ospita a Lecco per
lo più uffici, torna a far parlare di sé.
La vicenda, che ha portato ad uno
scontro di posizioni, viene illustrata dalla rsu aziendale, Francesco
Maggi: «Noi della rsu siamo stati
convocati mercoledì dai vertici dell’azienda per trovare un accordo sulle giornate di chiusura da qui alla fine del periodo natalizio. L’azienda
ha presentato un piano che sceglieva unilateralmente le giornate di
chiusura, sfruttando i par e le ferie
arretrate». In realtà, come spiega Ma-
rio Venini, i par (permessi annui retribuiti), sono utilizzabili solo con il
consenso del lavoratore, che ha diritto di utilizzarli o di farseli retribuire in busta paga: «Per questo l’azienda, prima di decidere dell’utilizzo
dei par, avrebbe dovuto contattare le
rsu, che a loro volta avrebbero dovuto chiedere il permesso ai lavoratori».
Ed infatti giovedì mattina si è svolta un’assemblea sindacale nella quale i 210 lavoratori davano mandato
alle rsu di trattare sulla gestione delle ferie da completare e dei par.
G. Riv.