n° 52, settembre 2012

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n° 52, settembre 2012
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trimestrale di informazione dell’unità sanitaria locale valle d’aosta
PER SAPERNE DI PIÙ
Parliamo di SPENDING REVIEW
di Daniela Tarello – Direttore SC Affari Generali e Legali
P
er garantire il successo dei programmi di risanamento dell’economia e per stimolare la crescita e la competitività, il Governo Monti si è posto, tra gli obiettivi prioritari, quello della revisione della spesa pubblica. Il processo di revisione della spesa
- che viene comunemente denominato “spending review”- intende sostituire la logica dei ‘tagli lineari’ con un sistema di razionalizzazione che ottimizzi il mix di risorse umane e materiali
a disposizione delle pubbliche amministrazioni, senza modificare la quantità e la qualità dei servizi erogati, ma colpendo gli
eccessi e gli sprechi.
A cosa serve la spending review?
- eliminare sprechi e inefficienze
- garantire il controllo dei conti pubblici
- liberare risorse da utilizzare per interventi di sviluppo
- ridare efficienza al settore pubblico allo scopo di concentrare l’azione su chi ne ha bisogno.
Per concretizzare il progetto di revisione della spesa sono stati emanati, nella primavera – estate 2012, tre provvedimenti, il
primo dei quali è stato il decreto legge n. 52 del 7 maggio 2012,
contenente “Disposizioni urgenti per la razionalizzazione della spesa pubblica” (convertito in legge n.
94/2012 (cosiddetto Spending Review 1).
Il decreto prevede la nomina di un Commissario straordinario per la razionalizzazione della spesa per acquisti di beni e
servizi con il compito di definire il livello di
spesa per voci di costo (incarico affidato ad
Enrico Bondi) e contiene norme sostanziali
concernenti tagli alla spesa pubblica, alcune delle quali applicabili anche agli enti
del Servizio Sanitario Nazionale, quando
non riferite esclusivamente agli stessi (parametri di prezzo/qualità per l’espletamento delle procedure di
acquisto, acquisizioni di beni e servizi relativi ai sistemi informativi automatizzati attraverso il ricorso a centrali di committenza,
mercato elettronico della pubblica amministrazione, misure urgenti per la riduzione dei prezzi unitari corrisposti dalle aziende
sanitarie locali per gli acquisti di beni e servizi, disposizioni in
materia di certificazione e compensazione dei crediti vantati dai
fornitori di beni e
servizi nei confronti
delle amministrazioni pubbliche, etc).
Il secondo provvedimento (decreto legge n. 87 del 27 giugno 2012) non è stato
convertito in legge in quanto confluito nel terzo provvedimento, ovvero nel decreto legge n. 95 del 6 luglio 2012, contenente
“Disposizioni urgenti per la riduzione della spesa pubblica a servizi invariati” (convertito nella legge n. 135 del 7 agosto 2012)
(cosiddetto Spending Review 3).
Prendendo spunto anche dalle lettere inviate dai cittadini che
hanno partecipato alla consultazione pubblica sulla spending
review, i risparmi previsti dal decreto comporteranno l’applicazione di misure di razionalizzazione nei confronti di un’ampia
gamma di settori della Pubblica Amministrazione. Per quel che
riguarda la sanità occorrerà, in estrema sintesi, concentrare gli
sforzi per:
a) migliorare le condizioni di acquisto di beni e servizi (mediante
la riduzione del 5% degli importi e delle prestazioni previsti nei
singoli contratti di fornitura e l’obbligo, per
le centrali di acquisto, di tenere conto dei
prezzi di riferimento pubblicati dall’AVCP);
b) ridurre la spesa per farmaci (lo sconto dovuto al SSN per i farmaci di classe A da parte
delle farmacie viene fissato al 2,25%, il tetto
per la spesa farmaceutica territoriale viene
fissato dal 2013 all’11,35%, quello della farmaceutica ospedaliera al 3,5%);
c) ridurre la spesa per prestazioni sanitarie
da soggetti privati accreditati (viene stabilita una riduzione dell’importo e dei volumi,
tale da ridurre la spesa complessiva, rispetto al consuntivo 2011,
dello 0,5% nel 2012, dell’1% nel 2013 e del 2% nel 2014).
Un ulteriore contributo alla revisione della spesa verrà dall’accelerazione dei processi di razionalizzazione delle reti ospedaliere
che le Regioni sono chiamate a realizzare, in modo da evitare
duplicazione di funzioni e mantenimento di presidi sottoutilizzati: pertanto, è fissato al 31 dicembre 2012 il termine per la riduzione dei posti letto ospedalieri in base al nuovo standard di
3,7 posti per mille abitanti, che sarà attuata al 50% nel pubblico
al 50% nel privato.
Viene introdotta, infine, la possibilità di sperimentare nuovi modelli di assistenza che conseguano effettivi contenimenti della
spesa, anche attraverso sinergie tra strutture pubbliche e private, ospedaliere ed extraospedaliere.
Il risparmio stimato è di 900 milioni di euro per il 2012, 1.800
milioni per il 2013, 2 miliardi per il 2014, aumentati di 100 milioni a decorrere dal 2015. Nella legge è prevista la possibilità di
rimodulare, entro novembre 2012 insieme alle Regioni, il tipo
di interventi sulla sanità per gli anni 2013 e seguenti, fermo restando il saldo complessivo del risparmio da ricavare, attraverso
l’intesa sul Patto per la Salute.
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trimestrale di informazione dell’unità sanitaria locale valle d’aosta
P
Il saluto di Lorenzo Ardissone, ritornato tra noi per ricoprire
il ruolo di direttore amministrativo
er prima cosa vorrei provare a trasmettervi tutti i sentimenti e le sensazioni positive
che ho provato ritornando dopo cinque anni
e mezzo.
Sto vivendo questi momenti come un ritorno
a casa e non lo dico né tanto per dire, né per
maniera.
Se dico questo è perché prima del 2000 ed in
questi anni di lontananza ho potuto apprezzare lati davvero tanto positivi.
Di certo un lato positivo è il Capo. Stefania
Riccardi è il miglior capo che ho avuto fino ad
oggi perché ha doti uniche di cortese e ferrea
determinazione, di intelligenza e di equilibrio.
Quindi poter continuare a lavorare con lei è
uno stimolo eccezionale.
Ho potuto apprezzare il sistema valdostano
per la vera e profonda attenzione che ha verso
i suoi cittadini, perché lo ritengo davvero un
modello importante e di riferimento generale.
Gli anni trascorsi con voi mi hanno poi convinto
della qualità della organizzazione dell’Azienda,
perché racchiude professionisti e collaboratori
di vera eccellenza e di onestà intellettuale.
Quando ho ripreso a lavorare con voi mi sembrava di essere uscito dall’ufficio la sera prima
(invece erano passati cinque anni e sei mesi). Il
mio ritorno ha coinciso con l’entrata in vigore
della norma ormai entrata nel dizionario comune come “spending review” che impone,
nella sostanza, una revisione dei livelli di spesa
ad invarianza dei servizi.
Sarà un momento di collaborazione comune
che ci permetterà di raggiungere gli obiettivi
di contenimento senza andare a toccare i capisaldi di quel modello di assistenza del quale
condivido pienamente i contenuti, come vi ho
detto prima.
Farò di tutto per dare un mio contributo affinché ogni operazione di contenimento dei costi
non abbia ad incidere sul valore aggiunto creato nel tempo dalla nostra Azienda.
Buon lavoro e grazie per la splendida accoglienza di questi giorni.
Lorenzo Ardissone
Via la carta… arrivano cedolini e cartellini on-line
di Cristiana Charrère – dirigente SSD Attività informative risorse umane
C
om’è noto a tutti i dipendenti, a partire dal
mese di agosto, è stato attivato il servizio
di consultazione dei propri cedolini/cartellini
on-line, sia da postazioni di lavoro aziendali
che dalla propria abitazione, tramite l’accesso al
portale http://cedolini.ausl.vda.it/IrisWeb.
La prima fase del progetto di dematerializzazione, inteso come progressivo addio alla carta
nelle Pubbliche Amministrazioni, dei cedolini/
cartellini, prevede la visualizzazione da parte di
quasi tutti i dipendenti - per una minima percentuale rimane necessaria la consegna del cartaceo - del proprio cedolino e del proprio cartellino definitivo on line. Questa fase prevede per i
primi tre mesi anche la distribuzione cartacea in
parallelo dei documenti.
I cartellini seguono per il momento l’attuale iter
autorizzativo cartaceo; è prevista però la pos-
sibilità di consultare on line giorno per giorno
il proprio cartellino per abituarsi ad un uso sistematico del servizio. Al termine dei tre mesi
in parallelo, a decorrere dal mese di novembre,
non verranno più consegnati i cartellini definitivi
che potranno essere esclusivamente consultati
on line. I cartellini provvisori continueranno ad
essere consegnati in formato cartaceo e, per
completare l’iter autorizzativo, dovranno essere
corretti/giustificati manualmente, autorizzati,
firmati e riconsegnati in forma cartacea alla SC
Personale.
Per completare la dematerializzazione effettiva
anche dei cartellini, verrà automatizzato l’iter
autorizzativo. Sarà quindi attivata una fase sperimentale che coinvolgerà un gruppo di strutture
pilota. Al termine di questa fase saranno individuate le eventuali personalizzazioni necessarie
alla messa a regime del servizio per tutti. In caso
di cessazione del rapporto di lavoro verranno
disattivate le credenziali di accesso al portale.
Il dipendente è pertanto tenuto a conservare i
propri cedolini salvandone una copia. L’eventuale richiesta di cedolini arretrati alla SC Personale implicherà un costo così come definito
dal regolamento in materia di diritto di accesso
ai documenti amministrativi art 31, pubblicato
sul sito istituzionale dell’azienda all’indirizzo
http://www.ausl.vda.it/elementi/www/modulisticaonline/regolamentoaccessoatti.pdf.
Screening del colon retto in Valle d’Aosta
I
l programma di screening del cancro del colon retto consiste nel sottoporre la popolazione generale
(uomini e donne), compresa nelle fasce di età 50-74 anni, ad un test per selezionare i soggetti a rischio.
Il test utilizzato è la ricerca del sangue occulto fecale, seguito dalla colonscopia nei soggetti positivi
(circa il 5%). Il primo biennio di prevenzione ha dato ottimi risultati sia in termini di partecipazione di
popolazione (oltre il 63%, fra i più alti d’Italia) che di tumori trovati. Il tutto è stato reso possibile anche
grazie anche all’ottima collaborazione di tutti i soggetti coinvolti, fra cui i Volontari della Lega Italiana
per la Lotta contro i Tumori (LILT)
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L’Azienda è diventata provider accreditato ECM
Le novità per il piano di formazione 2013
di Sonia Fiacchi – Responsabile Ufficio Formazione – SC OSRU
L
a nostra Azienda dal mese di luglio è diventata Provider accreditato ECM, in via
provvisoria, per un anno. L’Amministrazione
regionale, in qualità di Ente accreditante, nello stesso arco di tempo verificherà il possesso di tutti i requisiti dichiarati nella domanda
di accreditamento provvisorio, per il rilascio
dell’accreditamento standard.
In linea con l’evoluzione della formazione a
carattere nazionale, anche noi abbiamo dunque messo un tassello importante nella nostra
storia di ente erogatore di formazione, avvalorando un percorso iniziato nell’ormai lontano 1998, passato attraverso l’esperienza della
sperimentazione dell’ECM - a cui l’Amministrazione regionale e l’Azienda hanno aderito
fin dalla sua istituzione - e sviluppato, rivisto,
maturato sotto la spinta delle forti e continue
innovazioni che hanno interessato la nostra
organizzazione, negli ultimi cinque anni.
Per l’Ufficio Formazione ciò rappresenta fonte
di soddisfazione per il lavoro svolto e di stimolo a proseguire su questa strada, mai facile e
scontata, in un’ottica di continuo miglioramento e con il prezioso supporto del Gruppo di valutazione della qualità della formazione.
Il ruolo di Provider accreditato aumenta la responsabilità del provider rispetto a tutto il processo formativo. Il Provider accredita i propri
eventi formativi continuando ad utilizzare il
portale regionale ECM, sulla base delle indicazioni dell’Amministrazione regionale, la quale
ha recepito ed applica le disposizioni degli
Accordi Stato-Regioni e ha il compito di monitorare e verificare che tali indicazioni siano
rispettate. Le disposizioni dell’ultimo Accordo
Stato-Regioni e la Deliberazione n. 480/2012,
con cui la Giunta Regionale ne ha recepito i criteri, sono alla base di diversi cambiamenti che
interessano la progettazione e la gestione delle iniziative formative e che sono più che mai
attuali, visto che in questo periodo le strutture
aziendali sono chiamate a predisporre il piano
di formazione/aggiornamento per l’anno prossimo. Vediamo i principali.
INIZIATIVE RESIDENZIALI
E’ stata inserita una specifica che non implica
cambiamenti sostanziali nella progettazione,
ma permette di indirizzare
meglio la scelta dei metodi
didattici e del target complessivo (in termini numerici) dei
destinatari. Si parla quindi di:
“Formazione residenziale
non interattiva”, definita
come attività in cui uno o
pochi docenti si rivolgono
a molti discenti e il livello di
interattività è limitato alla
possibilità di fare domande e partecipare
alla discussione. I metodi didattici consentiti e
riconosciuti dal sistema
sono: lezioni e relazioni
su tema preordinato,
tavole rotonde, dimostrazioni tecniche senza esecuzione diretta da parte dei partecipanti,
oltre naturalmente alla verifica di apprendimento. Ne sono esempio i grandi convegni e
congressi.
“Formazione residenziale interattiva (RES)”,
definita come attività in cui i partecipanti svolgono un ruolo attivo e il livello di interazione
con i docenti è ampio. I metodi didattici riconosciuti sono molteplici, citando ad esempio i
role playing, i lavori a piccoli gruppi, l’istruzione
e presentazione di un project work. Per questo
tipo di formazione residenziale il numero massimo di partecipanti è di 25.
Per entrambe sono confermati i requisiti minimi precedenti rispetto a:
- durata minima delle iniziative da accreditare
= 4 ore
- acquisizione crediti per i progetti aziendali =
frequenza obbligatoria del 90% del monte ore
totale
- acquisizione crediti per gli eventi formativi
= frequenza obbligatoria del 100% del monte
ore.
I crediti acquisibili possono variare da un minimo di 5 ad un massimo di 50 per iniziativa.
Resta inoltre valida la distinzione dei ruoli: il Responsabile scientifico può al contempo essere
docente, ma non partecipante; un docente di
un’iniziativa non può iscriversi come partecipante.
FORMAZIONE SUL
CAMPO
Le novità sono più incisive, in quanto sono
stati differenziati i tempi di durata per le varie
sottotipologie previste
e, per alcune, sono state inserite limitazioni
numeriche per i partecipanti.
I requisiti per i progetti
di formazione di Tipologia A sono i seguenti:
Audit clinico: durata minima 6 ore.
Progetto di miglioramento: durata minima 4
incontri di 2 ore ciascuno, per un totale di 8 ore.
In questo caso il sistema calcola i crediti in base
al rapporto di 1 ogni due ore, non frazionabili. Il
numero massimo di partecipanti è 20.
Attività di ricerca: durata minima 6 ore.
Il numero massimo di crediti acquisibili con la
formazione di tipologia A è 40.
Requisiti per i progetti di formazione di Tipologia B
Per Tirocinio, Addestramento e Stage la durata minima di ogni progetto di formazione è di
20 ore. Il numero massimo di partecipanti è
3.
Il numero massimo di crediti acquisibili con la
formazione di Tipologia B è 30.
La frequenza minima richiesta per l’acquisizione dei crediti per tutte le iniziative di formazione sul campo di entrambe le tipologie, corrisponde all’80% del monte ore totale previsto
per ogni partecipante.
Ricordo che il calcolo del credito avviene sempre a sistema, sulla base di una formula algebrica le cui varianti sono dettate dalle infinite
possibilità di “incastro” dei dati inseriti. Tutte le
novità di cui parliamo comporteranno l’adeguamento del gestionale e ciò verrà effettuato
compatibilmente con la risoluzione delle problematiche finanziarie legate alle recenti manovre di contenimento della spesa pubblica.
Per concludere rammento che tutte le indicazioni di cui sopra sono reperibili anche nelle
schede di macroprogettazione residenziali e
di formazione sul campo pubblicate in Andromeda – Formazione – Modulistica 2013 e nelle
legende ad esse allegate.
I Dipartimenti/Aree dovranno trasmettere le
schede di macroprogettazione dei corsi all’Ufficio Formazione entro il 15 ottobre p.v., per
consentire l’inoltro del piano completo all’Amministrazione regionale entro fine ottobre,
come richiede la normativa vigente.
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trimestrale di informazione dell’unità sanitaria locale valle d’aosta
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ome nuovo collaboratore del Newsl per
prima cosa mi presento, sono una Jack
Russel e mi sono presentata alla vita ed al
mondo da poco più di un anno.
La mia mamma mi ha insegnato che dovrò
stare attenta a capire se dal fatto che il cane
è il migliore amico dell’uomo discenda anche
la conseguenza che l’uomo è il miglior amico
del cane.
Nel primo anno di vita ho avuto tanti dubbi,
nell’ultimo mese, invece, ho capito che in alcuni casi è proprio così. Però so di essere fortunata e che non è sempre così, anzi in alcuni
casi noi cani facciamo di tutto per l’uomo, ma
lui ricambia con modi non da amico ma da
cattivo.
Nel mio cuore c’è la voglia di contribuire a
cambiare queste cose perché un bel rapporto
di amicizia fa bene a tutti: cane e uomo, uomo
e cane.
Il mio uomo (posso dire così perché l’uomo è
solito dire il mio cane) è un pigrone e quando non lavora mi porta con se (dice che andiamo a guardare la televisione ma in realtà è
la televisione che guarda noi che dormiamo)
nei momenti di relax. Sovente riceve delle
telefonate (ho imparato anch’io che cosa è
quella cosa che suona a ripetizione anche nei
momenti meno indicati…) e discute su argomenti che riguardano il suo lavoro (che mi sa
lo impegna 24 ore al giorno…).
Ora che ho imparato a conoscere il mio uomo
e a capire che lavoro fa, mi rendo conto che
nelle telefonate parla di cose che non sono
poi così lontane dalle nostre dinamiche di
branco.
Lo vedo mettersi lì, con pazienza, a cercare di
risolvere (nella gran parte dei casi) problemi
di “convivenza pacifica”, piuttosto che problemi specifici legati alla effettiva prestazione
lavorativa.
Lo sento dire che più un’organizzazione è
complessa e più nascono conflitti organizzativi che non sono sempre determinati da
diverse interpretazioni dei fenomeni ma da
posizioni pregiudiziali .
Dice sempre che, pur sapendo che queste
dinamiche esistono ed esisteranno sempre,
non devono prendere troppo tempo, perché
come ha detto qualcuno tanti anni fa (non
riesco però a ricordarmi chi) c’è un tempo per
tutte le cose, il che vuol dire che se una cosa
si mangia tutto il tempo non rimane tempo
per il resto.
Ho capito che il mio uomo lavora da parecchi
anni ma mantiene tanta fiducia nelle qualità
degli uomini, per cui è sempre ottimista circa
la soluzione dei problemi (anche se a volte lo
sento innervosirsi). Anche se lavora da tanti
anni e sa che a tutti non si può dare fiducia, mi
dice sempre che non sarà mai così pessimista
da pensare che “nessun uomo sia degno di
incenso perché in ogni uomo c’è l’inganno”.
E sono contenta che la pensi così perché se
no in che mondo vivremmo?
Bisogna solo essere attenti.
Alla fine, in tanti casi riesce a convincere la
gente a collaborare, usando sì la competenza,
ma anche tanto buon senso. Quindi, visto che
mi coinvolge, dico la mia. Il confronto delle
idee e delle valutazioni crea le competenze
indispensabili per far crescere le organizzazioni e le abilità tecniche individuali (perché
nessuno sa tutto, al massimo può solo crederlo), il buon senso è quello che rende semplici
le cose e le soluzioni, invece il pregiudizio non
ha valore aggiunto, fa perdere tempo e prima
o poi qualcuno si fa male (la pensa così anche
mia sorella Marta).
Vi abbraccio e alla prossima.
Poldina
ACCREDITAMENTO ALL’ECCELLENZA
PER IL NOSTRO REPARTO DI ONCOLOGIA
a cura di Gianmauro Numico – Direttore SC Oncologia
I
l 23 novembre 2011 la SC di Oncologia ha
ricevuto la certificazione di accreditamento
all’eccellenza da parte di un ente costituito
da oncologi direttori di Struttura Complessa
appartenenti al CIPOMO (Collegio Italiano
Primari Oncologi Ospedalieri), da professionisti della qualità delle società SIQuAS (Società
Italiana per la Qualità dell’Assistenza Sanitaria)
e AMOS (Associazione per il Management e la
qualità nelle Organizzazioni per la Salute), da
infermieri di oncologia appartenenti a AIIO
(Associazione Italiana Infermieri di Oncologia)
e da pazienti oncologici rappresentati dall’Associazione Bianco Airone Pazienti Onlus.
Il motivo per cui è stato intrapreso il percor-
so dell’accreditamento, che consegue ad una adesione volontaria, a
cui hanno ad oggi aderito circa 15
strutture di Oncologia in Italia, è
stato la ricerca di un confronto con
istituzioni autorevoli per consentire una valutazione oggettiva della
qualità del lavoro prodotta e delle aree di possibile ulteriore miglioramento. Dopo un lavoro di
preparazione condotto da tutte
le figure professionali interne
durato circa un anno, un gruppo di verificatori ha trascorso
due giornate presso la nostra
struttura con l’intento
di valutare non solo la
coerenza organizzativa
dei percorsi ma anche
la qualità dell’assistenza
fornita ai pazienti.
La valutazione è stata
condotta
contestualmente da medici, infermieri e pazienti. I risultati
sono stati davvero incoraggianti e l’Oncologia
ha conseguito un risul-
tato complessivo
molto buono. La commissione ha valutato
come “estremamente positivo il lavoro
svolto dal team oncologico, che ha raggiunto una performance prossima al 97%
ed ha espresso pertanto il proprio vivo apprezzamento al team ed all’Azienda”.
Si è trattato quindi di una importante conferma di quanto finora costruito e un incoraggiamento a continuare l’opera di miglioramento
continuo.
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trimestrale di informazione dell’unità sanitaria locale valle d’aosta
CHI È E COSA FA L’OSTETRICA CONSULTORIALE?
a cura di Carla Foletto (ostetrica) e dell’équipe delle ostetriche consultoriali
S
ono passati 37 anni dall’approvazione
della legge istitutiva dei consultori familiari n. 405/75, ma nonostante il lavoro
effettuato dalle ostetriche territoriali nel
corso di questi anni, sembra che non tutti
conoscano questa figura, le sue competenze e i suoi ambiti professionali.
L’ambulatorio della
gravidanza fisiologica
Nella primavera 2005 nasce in Valle d’Aosta
(sia in ambito ospedaliero che consultoriale) l’ambulatorio della gravidanza fisiologica, organizzato e gestito dalle ostetriche
per garantire, a tutte le gestanti che lo desiderano, un percorso di elevato profilo assistenziale, secondo le precise regole indicate dal Decreto Ministeriale Bindi del 1998,
per la tutela della maternità responsabile.
L’accesso all’ambulatorio della gravidanza
fisiologica è gratuito e la prenotazione può
essere effettuata tramite CUP, segnalando
il consultorio al quale si desidera accedere.
L’ostetrica consultoriale ha l’opportunità di
incontrare la donna in tutte le fasi della sua
vita ed è proprio quando l’utente si presenta per un pap test, un tampone vaginale o
una semplice consulenza, che l’ostetrica ha
l’opportunità di avviare un colloquio finalizzato non solo all’esame da eseguire, ma
anche all’individuazione delle situazioni a
rischio legate ad abitudini di vita scorrette,
utilizzo di sostanze voluttuarie (alcool, droga e fumo) e malattie infettive che potrebbero mettere a rischio il decorso fisiologico
della gravidanza. Inoltre, grazie alla capillare presenza dei consultori sul territorio, la
donna può accedere alla sede consultoriale
più vicina al proprio domicilio, con notevole risparmio di tempo e costi.
Competenze in ambito ostetrico:
• consulenza pre-concezionale;
• controllo e assistenza, in autonomia, alla
gravidanza a basso rischio (sorveglianza
dello stato di salute materno-fetale);
• sostegno e supporto alla coppia nel processo di maternità e paternità;
• organizzazione e gestione dei corsi di
accompagnamento alla nascita e collaborazione con la mediatrice interculturale per il sostegno alle donne extracomunitarie;
• esecuzione della cardiotocografia (poliambulatori di Morgex e Donnas)
• esecuzione del tampone vagino-rettale
per la ricerca dello streptococco beta
emolitico;
• precoce individuazione di eventi patologici e successivo accompagnamento
della donna gravida allo specialista di
riferimento (ginecologo, diabetologo, ecc.).
Competenze durante il puerperio:
• sostegno, assistenza e cura alla puerpera e al bambino in collaborazione
con altre figure professionali;
• riconoscimento precoce delle patologie a carico della puerpera e collaborazione con lo specialista di riferimento;
• sostegno alla donna in merito all’allattamento materno;
• counseling sessuale;
• conduzione dell’incontro post parto
dei corsi di accompagnamento alla
nascita;
• eventuale visita domiciliare.
Competenze in ambito
ginecologico preventivo:
• prevenzione primaria e secondaria
dei tumori della sfera genitale femminile (esecuzione del pap test – attività di
screening e coordinamento screening);
• applicazione e rimozione di pessario vaginale;
• misurazione e addestramento all’utilizzo del diaframma;
• educazione alla salute rivolta alla persona, alla coppia, alla famiglia e alla collettività;
• prevenzione delle malattie a trasmissione sessuale;
• assistenza e sostegno alla donna con
problemi ginecologici (medicazioni, rimozioni punti, trattamento della ferita
chirurgica);
• consulenza alla donna/coppia sulla contraccezione, infertilità, sterilità;
• esecuzione dei tamponi vaginali;
• educazione sanitaria alla donna in menopausa.
Competenze in ambito
preventivo - educativo:
Si tratta di interventi
di educazione sessuale presso le Istituzioni
scolastiche di I e II grado (medie e superiori). Le ostetriche territoriali si occupano
di questa tematica da
oltre 15 anni e molte
istituzioni scolastiche
continuano a chiedere il loro contributo in
tal senso.
Dagli ultimi studi di
settore e dalle eviden-
ze statistiche, risulta fondamentale l’attuazione di un programma di informazione e
di educazione rivolto in modo particolare ai
giovani che, con timore e curiosità, iniziano
ad orientarsi nel mondo della sessualità.
Solo una tempestiva e capillare informazione permetterà ai ragazzi di agire pratiche
sessuali consapevoli, scevre da rischi di gravidanze precoci e/o indesiderate e di malattie a trasmissione sessuale (MTS).
A questo punto dovremmo sorprenderci delle tante competenze professionali
dell’ostetrica, che vanno ben al di là della
sola assistenza al parto. E citiamo, come
doverosa conclusione, un articolo del
nuovo Codice Deontologico: “L’ostetrica è
l’operatore che deve salvaguardare in ogni
circostanza la dignità ed il decoro della professione, assumendo come unico valore di
riferimento la tutela della vita e della salute
intesa come diritto della madre, del bambino,
della coppia, nell’interesse della collettività”.
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trimestrale di informazione dell’unità sanitaria locale valle d’aosta
Corso di Formazione sul campo del Dipartimento Cardio-Toraco-Vascolare:
esperienza di addestramento del personale OSS e Tecnico da parte degli
studenti del 3° anno del Corso di Laurea in Infermieristica
a cura di Stefania Lasciandare (Tutor) e Anna Melli (Coordinatore Infermieristico)
“C
ontinuità dell’assistenza infermieristica: integrazione
tra infermieri e personale di supporto” è il titolo del corso di formazione sul campo svolto nei mesi di
marzo e aprile 2012, organizzato
dal Dipartimento Cardio-Toraco-Vascolare diretto dal Dott. Flavio Peinetti. Il personale coinvolto è stato
tutto il personale OSS (Operatori
Socio-Sanitari) del Dipartimento e
il personale tecnico della SS di Diagnostica Vascolare.
La formazione nasce da un’analisi organizzativa in seguito alla quale
il C.I. Anna Melli ha evidenziato una duplice necessità: per gli OSS di
implementare le abilità tecniche nell’ottica di realizzare un modello
organizzativo per piccole équipe nel reparto di degenza; per i tecnici
della Diagnostica Vascolare di approfondire alcune nozioni assistenziali per intervenire in caso di necessità durante l’esecuzione degli esami
diagnostici.
Il corso ha previsto 20 ore di formazione di cui 5 teoriche e 15 di addestramento pratico.
Durante il periodo di addestramento il Tutor della Sede Didattica di
Chirurgia Vascolare e Toracica, Stefania Lasciandare, e le studentesse
del 3° anno di Infermieristica Elisa Perino e Alice Gottardi hanno creato, in collaborazione con il C.I., le condizioni favorenti l’apprendimento
del personale coinvolto: durante i turni di addestramento: è stata revisionata l’organizzazione delle attività degli OSS; sono state predisposte delle schede di autovalutazione sulle competenze acquisite compilate da OSS/Tecnici; infine, per alcune tecniche che vengono svolte
raramente (ad esempio aerosol terapia, gestione del catetere vescicale
ai fini della prevenzione delle infezioni ospedaliere), sono state create
diverse occasioni di sperimentazione.
Al termine della formazione sono state raccolte alcune testimonianze
sull’esperienza vissuta. Le studentesse hanno affermato che “durante
il corso di formazione ci siamo trovate a giocare il ruolo di docenti,
non appartenente alla nostra quotidianità” e hanno espresso anche
alcune preoccupazioni iniziali: “nel momento in cui ci è stato proposto di partecipare al corso abbiamo avuto tanti dubbi : cosa ci chiederanno? come affronteranno una formazione impartita dagli studenti?
sapremo essere chiare nelle spiegazioni?”. Il personale OSS e tecnico,
informato e coinvolto, ha manifestato apprezzamento per le capacità didattiche delle studentesse, aspetto che è emerso anche dalle
stesse: “con l’inizio dell’addestramento queste
perplessità sono via via scomparse; il gruppo
OSS e tecnico è stato ben disposto nei nostri
confronti, interessato ad apprendere e ad approfondire le conoscenze sottese alle tecniche;
per noi è stata un’esperienza positiva, abbiamo
acquisito più consapevolezza sui ruoli, sull’interazione e collaborazione tra infermieri e OSS,
il tutto orientato all’integrazione professionale,
affinché l’assistenza erogata venga percepita
anche dal paziente come personalizzata e di
buona qualità”.
Sia gli OSS, sia i tecnici si sono espressi sull’iniziativa di formazione. Alcune OSS hanno riferito che “ nonostante gli argomenti trattati facciano già parte del percorso formativo dell’OSS, alcuni di essi ci sono stati
riproposti in maniera dettagliata e creativa; abbiamo apprezzato il garbo dimostrato dalle studentesse nel trasmettere le nozioni a persone
più mature di loro e questo confronto ci ha portato ad una riflessione:
talvolta, gli automatismi acquisiti nello svolgere le attività quotidiane,
portano a dimenticare i dettagli, che nella pratica assistenziale fanno
la differenza. Per noi questa formazione ha portato una ventata di freCLINICAL GASTROENTEROLOGY AND HEPATOLOGY 2012;10:633– 638
schezza alla pratica assistenziale di tutti i giorni”.
High Rate of Advanced Adenoma Detection in 4 Rounds of Colorectal
Cancer Screening With the Fecal Immunochemical Test
SERGIO CROTTA,* NEREO SEGNAN,‡ SIMONA PAGANIN,* BRUNA DAGNES,* ROBERTO ROSSET,§ and
CARLO SENORE‡
*Gastroenterology and Gastrointestinal Endoscopy Unit, Beauregard Hospital, Aosta; ‡Oncological Prevention Center of Piemonte, San Giovanni Battista Hospital,
Turin; §General Practitioner, Chatillon, Aosta, Italy
See related article, Pox CP et al , on page 1460
in Gastroenterology; see editorial on page 570.
BACKGROUND & AIMS: Few data have been published
on the performance of colorectal cancer (CRC) screens that use
multiple rounds of the fecal immunochemical test (FIT). We
and advanced adenomas.5–9 As a consequence of this evidence,
FITs recently were recommended as the fecal test of choice for
population-based programs.3
There is, however, limited experience regarding the results
achievable with FIT screening over several rounds in terms of
attendance, positivity rates, and yield of neoplasia.
The present study was undertaken to describe the outcomes
of a CRC population screening program in a cohort of people
who were offered 4 FIT invitations.
evaluated
outcomes of
4 screening rounds allo
in over 7 years
in an
Un
lavoro
dedicato
screening
del colon retto in Valle
Italian population-based program. METHODS: We conducted a prospective cohort study of 2959 average-risk subjects,
d’Aosta
è
stato
recentemente
pubblicato
dalla prestigiosa
aged 50 –74 years, who were invited for the first screening round
Methods
in 2001. We assessed the participation rate, the yield of adStudy Population
vanced adenomas
and CRC detected in
the screening examinarivista
scientifica
statunitense
“Clinical
Gastroenterology
We conducted a prospective cohort study among people
tions, and we collected information about interval CRCs, with
enrolled in a population-based screening program for CRC, in
a follow-up period of 8.5 years. RESULTS: Participation in
the
municipalities
of
Chatillon
and St. Vincent,
in the Aosta
and
Hepatology”.
Gliof eligible
autori
Crotta,
Nereo
each round
varied from 56% to 63%; 48.1%
subjects sono Sergio
Valley Region in Italy. In these two municipalities, a pilot study
attended all 4 invitations. The positive predictive value of the
was
started
in
2001
and
repeated
in
2003,
aimed
at
evaluating
FIT for advanced neoplasia (CRC or advanced adenoma) was
Segnan,
Simona Paganin, Bruna
Dagnes,
Roberto
Rosset
the feasibility
of a program
using biennial FIT.
All subjects
40% at the first round, and approximately 33% in the subseenrolled
in
the
pilot
study
in
2001
and
2003
were
invited
again
quent rounds. This decrease was attributable mainly to a de(ifalla
still eligible)
and 2008, in the context of the regional
e crease
Carlo
Senore,
appartenenti
SCin 2006
Gastroenterologia
in the detection
of CRC, although
a high rate of adscreening program offering all residents the same FIT test. This
vanced adenomas (range, 0.8%–1.7%) was observed over all
invited 4 times over 7 years, was included in
rounds. To find one advanced neoplasia in the study period the
dell’Azienda
USL Valle d’Aosta cohort
e analysis.
alof people,
centro
di Prevenzione
the
number of people that needed to be screened was 28, and the
number of tests needed was 74. CONCLUSIONS: About
Invitation
60% of invited individuals
participated
in every single
Oncologica
del
Piemonte.
All residents in the study area, aged 50 –74 years, idenround of FIT screening for CRC, but less than 50% attended
10
all 4 tests. A high detection rate of advanced adenomas in
all rounds indicates that FIT screening could have a higher
impact on incidence of CRC than the guaiac fecal occult
blood test.
Keywords: Colon Cancer; Early Detection; FOBT; Diagnostic.
he efficacy of screening strategies based on fecal occult
tified through the Regional Health Service register, were targeted for recruitment in the screening pilot in 2001. Subjects
older than age 74 at the beginning of each round were excluded
from invitation. General practitioners (GPs) were involved in
the organization of screening and were asked to exclude their
patients with a personal history of polyps or CRC and inflammatory bowel disease. People reporting recent colorectal endoscopy (within the previous 5 years), or FOBT (within the previ-
8
trimestrale di informazione dell’unità sanitaria locale valle d’aosta
a cura di Elisa Pasini – Ufficio Piani di Comunicazione e gestione Bilancio sociale
I
l primo articolo dedicato al bilancio sociale e
di genere appariva su queste pagine nell’aprile 2009. Da allora sono state pubblicate due
edizioni del documento e la terza - appena avviata con la ricostituzione dei gruppi di lavoro,
il “nucleo di coordinamento” e il “gruppo temi”sarà presentata nel 2013.
Inserito nell’atto aziendale, il bilancio sociale e di genere continua a essere un progetto
volontario, ma con il valore aggiunto di essere stato ufficialmente integrato con l’insieme
delle finalità e attività aziendali. Si tratta di un
segnale significativo per quanto fatto finora
e per quanto occorrerà fare in futuro. I primi
passi sono stati necessariamente incerti, tra lo
studio di linee guida e analisi di benchmark, tra
gli entusiasmi per una rendicontazione sociale
divenuta un tema à la une e le difficoltà di mi-
surarsi con il contesto locale.
Forse anche per i progetti c’è un’età dell’adolescenza, quando emergono lo spirito critico, la
rielaborazione di una identità, la ricerca, anche
faticosa, delle collaborazioni. E, soprattutto, lo
sguardo attento a cogliere i cambiamenti per
adeguarvisi. Dato il momento storico che si attraversa, probabilmente la principale utilità del
bilancio sociale e di genere è quella di ricondurre coloro che collaborano alla sua realizzazione e chi ne fruirà al confronto continuo con
la realtà, a un approccio non assoluto, sciolto
da vincoli, ma ad essi relativo, legato.
Fare rendicontazione sociale ci insegna a correlare i risultati agli obiettivi, l’offerta alla domanda di servizi e a misurare l’impatto delle
azioni. Ci ricorda che la quotidianità dovrebbe
servire per unire il “cosa abbiamo detto di fare”,
al “cosa facciamo” e al “cosa faremo”. Ci allena a
spiegare i numeri e a semplificare il linguaggio
e fa parlare tutti alla terza persona singolare,
quella dell’Azienda. Ci spinge a dare dei perché, a interrogarci sul punto di vista dei destinatari ai quali ci si rivolge e a trovare i canali per
un dialogo continuo con loro.
Il bilancio sociale e di genere non fa tutto questo, ma è uno strumento che può dare un utile
contributo. Come nell’adolescenza, si sognano grandi ideali e poi si va a scuola e si fanno
i compiti, imparando un po’ alla volta un metodo. È con questo approccio che continuerà
la raccolta, selezione, verifica, integrazione,
rielaborazione, condivisione e diffusione delle
informazioni.
Per informazioni www.ausl.vda.it > home > bilanci > bilancio sociale e di genere
Atto aziendale approvato con la deliberazione n.1134/2011
L’
ART. 27 ASCOLTO, PARTECIPAZIONE, RENDICONTAZIONE
Azienda è consapevole del proprio ruolo
di servizio pubblico e della propria appartenenza al contesto sociale, economico e
culturale del territorio valdostano. Promuove
occasioni di ascolto, partecipazione e rendicontazione per contribuire all’espressione
di valori, bisogni e istanze, emergenti ai vari
livelli di aggregazione presenti nella società,
da tradurre in servizi e progetti a essi rispondenti con forme di collaborazione trasversali,
basate sul modello organizzativo della rete.
Tali attività sono rivolte a tutti i portatori di in-
teresse dell’Azienda: i cittadini-utenti, innanzitutto, le istituzioni pubbliche, le organizzazioni del terzo settore, i dipendenti e operatori dell’Azienda, le organizzazioni sindacali, i
fornitori e partner economici, le associazioni
dei consumatori, gli organi di informazione.
L’Azienda definisce, quindi, strategie ed azioni finalizzate a:
a) sviluppare canali di comunicazione che
permettano un confronto diretto e immediato e il consolidamento della relazione di fiducia tra le parti
b) rilevare il grado di soddisfazione e la qualità percepita dall’utenza, il rapporto tra le
sue aspettative nei confronti dell’Azienda e le
esperienze vissute
c) conoscere il punto di vista dei portatori
di interessi sui risultati ottenuti rispetto agli
obiettivi precedentemente individuati
d) avviare il processo di revisione continua finalizzato al miglioramento della qualità
e) elaborare e diffondere documenti di rendicontazione sociale, come il bilancio sociale e
di genere.
“L’ECOLE A L’HOPITAL” E LA SCUOLA ENTRA IN OSPEDALE
D
a qualche mese la Direzione generale ha autorizzato l’attivazione, in via
sperimentale, del progetto
“L’école à l’hộpital”. Si tratta di un servizio reso a tutti
quegli alunni malati che, a
causa dello stato patologico in cui versano, sono
temporaneamente
costretti a sospendere la frequenza alle lezioni presso
la scuola di appartenenza. Il progetto garantisce
d
r
a
g
eaure
il diritto alla salute, da un
OspedaRepleartoBPediatria
lato, e quello all’istruziovedì
ne, dall’altro. Una inseLunedì e0 algleioore 17.30
.0
gnante volontaria autodalle ore 15
rini
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P
rizzata dalla direzione,
.
U
e
l
a
d
OspeBiblioteca (4o piano)
la Professoressa Solange Herren, (o altri
volontari) interviene,
secondo le tipologie
dei degenti e la durata del ricovero, per contrastare l’abbandono scolastico forzato a
seguito dell’ospedalizzazione. L’iniziativa concorre, inoltre, a migliorare
l’umanizzazione del ricovero. Il progetto “L’école à l’hộpital”, oggetto di
apposita convenzione senza oneri per l’Azienda, è rivolto a tutti gli alunni
L’école l
a
t
i
p
ô
h
’
l
à
Referente
n
ange Herre
Prof.ssa Sol
55035
Cell. 348.04 oo.it
opital@yah
Mail: ecole.h
ricoverati (dai 3 ai 18 anni) frequentanti le scuole dell’infanzia, primaria,
secondaria di 1° e 2° grado. Il docente/operatore volontario provvede alla
registrazione giornaliera della presenza e compila regolarmente il registro con le indicazioni delle attività svolte. Il curricolo comprende tutte le
discipline scolastiche.
L’insegnante e i volontari sono riconoscibili attraverso un cartellino e
sono coperti da assicurazione. Le lezioni vengono effettuate presso i
presidi ospedalieri “Parini” e Beauregard, in particolare il lunedì e giovedì
dalle 15,00 alle 17,30 in Pediatria. Negli altri giorni, in fascia oraria compresa tra le 14,30 e le 18,00, il servizio può essere svolto negli altri reparti
ospedalieri o, se possibile, nei locali della biblioteca “Maria Bonino”.
Per attivare il servizio è sufficiente inviare una mail alla Prof.ssa Solange
Herren al seguente indirizzo: [email protected]
(gg)
9
trimestrale di informazione dell’unità sanitaria locale valle d’aosta
HPH NEWS
A cura di Giorgio Galli - Coordinatore regionale Rete HPH
XV CONFERENZA NAZIONALE HPH & HS
TRIESTE - Stazione Marittima - 8/11/2012 - “INVESTIRE IN SALUTE: SISTEMI E RETI PER OTTIMIZZARE I RISULTATI”
C
ondividendo i principi del programma ministeriale Guadagnare Salute, la Conferenza Nazionale HPH & HS intende trattare i temi fondamentali della promozione della salute in una visione unitaria e integrata
lungo le due direttrici fondamentali: i setting e le fasce di età.
Il programma della conferenza vuole focalizzare le buone pratiche delle
Regioni aderenti alla rete HPH & HS nell’applicare metodi efficaci di lavoro in rete e di alleanze stabili, il tutto finalizzato al recupero dell’unitarietà del percorso assistenziale che, comincia nella comunità, transita nei
servizi sanitari e negli ospedali e rientra nelle funzioni della comunità.
La visione che caratterizza la rete HPH & HS mira a definire una nuova
governance, che sia in grado di articolare armonicamente e consapevolmente tutte le potenzialità di un comunità per un obiettivo comune che
è la salute delle persone. Uscire dalla logica dei “muri” di competenza
della frammentazione specialistica per andare verso l’integrazione sinergica delle azioni fra i vari servizi , necessita di spazi di dialogo e collaborazione strutturati e stabili con ambiti e portatori di interesse extrasanitari.
Il programma si articola in due sessioni: quella della mattina privilegia gli
approcci metodologici e innovativi efficaci, che nelle varie fasce target si
propongono di dare una visione sistemica dell’approccio di promozione, prevenzione e assistenza, scegliendo tali buone pratiche tra le eccellenze nazionali grazie al contributo dei coordinatori di rete.
Nel pomeriggio ci saranno due percorsi distinti: da una parte si entrerà
più nel dettaglio pratico rispetto ai temi della mattina, dall’altra si farà
un approfondimento monotematico dedicato alla salute e sicurezza
del porto. Nella sessione che affronta la continuità con la mattina, le migliori buone pratiche selezionate dal comitato scientifico si metteranno a disposizione dei partecipanti focalizzando due punti di vista molto importanti:
uno che accende l’attenzione nei confronti dell’adesione agli standard
del Manuale HPH, l’altro che mantiene la suddivisione per target di età.
In entrambi i casi, dovranno emergere i criteri di empowerment, intersettorialità, reti, alleanze e sistemi sostenibili di governance.
Nel workshop dedicato alla salute e sicurezza del porto, si prevede un incontro tra gli esperti di diverse realtà regionali, sia della Sanità che degli
Enti e delle Istituzioni coinvolti nelle alleanze.
Seguirà la tavola rotonda fra tutti gli stakeholder della comunità, a dimostrazione che una volta stabilite le modalità di azione più efficaci
all’interno della sanità, ci si può rivolgere all’esterno per definire insieme
agli altri decisori della comunità le linee progettuali e conoscere gli altri
sistemi organizzativi per meglio interagire a favore del benessere dei
cittadini.
La fase conclusiva sarà dedicata alla premiazione dei poster.
Per informazioni sul programma www.retehphfvg.it,
SIPS - SOCIETÀ ITALIANA PER LA PROMOZIONE DELLA SALUTE
N
el gennaio 2012 è nata la SIPS – Società
Italiana per la Promozione della Salute, società scientifica con organizzazione nazionale e
articolazione territoriale a livello regionale. I soci
fondatori provengono da sette regioni italiane.
Scopo principale della Società è di promuovere
la cultura della promozione della salute in campo istituzionale, sociale, politico, scientifico e
professionale.
La Società si prefigge di:
a) favorire le ricerca e lo sviluppo scientifico relativamente alla promozione della salute;
b) sviluppare e diffondere conoscenze scientifiche, competenze professionali e buone pratiche in tema di promozione della salute basate
su evidenze scientifiche;
c) promuovere la cultura dell’interdisciplinarità,
della interprofessionalità, della intersettorialità,
della integrazione interistituzionale, della partecipazione individuale e sociale in funzione del
miglioramento della salute della popolazione;
d) supportare le politiche di promozione della
salute condotte da amministrazioni locali, regionali, nazionali ed internazionali, nonché da
parte di organizzazioni, associazioni ed aziende
impegnate in quest’ambito;
e) promuovere attività di carattere scientifico,
formativo e divulgativo in materia di promozione della salute;
f) fornire consulenza scientifica, collaborare ed
interagire con quelle Società, Associazioni ed
Enti locali, regionali, nazionali ed internazionali
che operano nel campo della promozione della
salute.
Tra gli organi statutari si evidenzia il Consiglio
nazionale, formato dai componenti del Comitato Direttivo e dai Presidenti delle Delegazioni
regionali. Molti di essi sono
componenti della rete italiana HPH & HS. Il Consiglio
nazionale è organo consultivo del Comitato Direttivo;
può esprimere proposte,
anche di propria iniziativa,
su ogni aspetto della vita
e dell’attività della Società.
Anche la Valle d’Aosta, attraverso l’azienda USL, ha
aderito alla neo costituita
Società scientifica. Presidente provvisorio della
delegazione regionale è
Giorgio Galli, direttore della SC
Comunicazione e coordinatore
della rete regionale HPH & HS.
Per informazioni e adesioni:
SIPS - Società Italiana Promozione della Salute
Sede legale presso Il Centro Nazionale del Volontariato
Via Catalani, 158 – 55100 Lucca
Tel: +393356146737
Email: [email protected]
http://www.sipsalute.it
10
trimestrale di informazione dell’unità sanitaria locale valle d’aosta
DIARIO DI BORDO A cura della SC Comunicazione
Riepilogo dei principali eventi
23 luglio – Sede USL, Aosta
Conferenza stampa di presentazione
del progetto “PREMIA IN TOUR 2012”
sia dei pazienti valdostani (specie quelli residenti nella Media Valle) sia
dei pazienti provenienti da altre regioni.
Presentato agli organi di informazione il progetto “PREMIA IN TOUR”
– edizione 2012. Le operatrici del Ser.T, col supporto del “camper della salute”, hanno garantito la loro presenza in occasione di numerose
sagre dislocate su tutto il territorio regionale. Il debutto è avvenuto in
occasione della Festa di San Giorgio e Giacomo, ad Aosta, transitando
per Saint-Pierre, Arnad, Chambave. Il tour si concluderà a Donnas il 6 e
12 ottobre. Le due operatrici presenti dalle 19,00 alle 2,00 si sono occupate di testare il tasso alcolico, di fornire informazioni (sia di gruppo che
individualizzate) all’interno del camper sui rischi connessi all’abuso di
alcol con evidenti rischi per la guida. E stato anche distribuito un questionario, al fine di quantificare l’uso o l’abuso di bevande alcoliche da
parte dei presenti. Premia In Tour è giunto alla sua seconda edizione.
Alla conferenza stampa erano presenti, oltre al direttore del Ser.T, Lindo
Ferrari, il direttore generale, Stefania Riccardi e l’Assessore alla Sanità,
Albert Lanièce.
21 luglio – Saint-Vincent
INAUGURAZIONE DEL NUOVO CENTRO DIALISI
Alla presenza di numerose autorità (tra queste il Presidente della Regione, Augusto Rollandin, l’Assessore alla Sanità, Albert Lanièce, il Direttore generale dell’AUSL, Stefania Riccardi, il Sindaco di Saint-Vincent,
Adalberto Perosino), è stato ufficialmente inaugurato il Centro Dialisi,
ubicato nei pressi del nuovo stabilimento termale. La nuova struttura,
diretta dal dott. Pier Eugenio Nebiolo, si compone di 8 posti letto per i
trattamenti dialitici e di un ambulatorio dedicato alle visite nefrologiche. Il Centro, dotato delle più moderne tecnologie, sarà a disposizione
27 luglio – Arnad
INAUGURAZIONE DEL NUOVO
CENTRO PRODUZIONE PASTI
L’inaugurazione del nuovo Centro Produzione Pasti, gestito dalla Società Vivenda Spa, è avvenuta ad Arnad il 27 luglio scorso. Il Centro sorge
nei pressi della Ditta Bertolin, con la quale la Vivenda ha stipulato un
accordo di collaborazione per la valorizzazione del prodotto tipico valdostano. La nuova tecnologia “cook & chill” consentirà una produzione
maggiormente programmata, monitorata e controllata nei parametri
igienico-sanitari. Il miglioramento del servizio di ristorazione riguarda
anche l’ampliamento delle possibilità di scelta da parte dei degenti,
trimestrale di informazione dell’unità sanitaria locale valle d’aosta
11
direttore dei distretti 3 e 4, Adriana Brusa e le Grand Maistre della Commanderie Vallée d’Aoste des Anysetiers, Anna Maria Traversa.
con 8 differenti menù per il pranzo e la cena. Presenti alla cerimonia
di inaugurazione numerose autorità regionali: tra queste il Presidente
della Regione, Augusto Rollandin, l’Assessore alla Sanità, Albert Lanièce
e la direzione strategica aziendale al completo.
6 agosto – Sede USL, Aosta
DONATA UNA FIAT PANDA ALL’AZIENDA USL
Una Fiat Panda, destinata al Poliambulatorio di Donnas, è stata donata
all’Azienda sanitaria valdostana dalla Commanderie Vallée d’Aoste de
l’Ordre International des Anysetiers.
Alla cerimonia di consegna delle chiavi erano presenti il direttore generale, Stefania Riccardi, il direttore amministrativo, Lorenzo Ardissone, il
24-25 agosto – Courmayeur
“Résamont2” - Evento divulgativo
internazionale dedicato
alla medicina di montagna
I mezzi di informazione, anche quelli di
portata nazionale, hanno dato ampia eco
all’iniziativa. Ricordiamo che Résamont2
ha lo scopo di diffondere i risultati di anni
di collaborazione transfrontaliera tra Italia
e Francia in tema di medicina di montagna.
Frutto della collaborazione tra Fondazione
Montagna Sicura, Azienda USL Valle d’Aosta e Ifremmont (Institut de formation et
de recherche en médecine de montagne)
di Chamonix, la manifestazione ha promosso laboratori, conferenze e
incontri pensati per divulgare buone prassi e mettere in mostra i frutti
della cooperazione intorno al Monte Bianco. Il primo appuntamento è
stato la conferenza “Medicina di montagna per tutti”, organizzata presso il Centro Congressi di Courmayeur il 24 agosto.
12
trimestrale di informazione dell’unità sanitaria locale valle d’aosta
A SCUOLA DI SALUTE PASSO DOPO PASSO
Piccoli sommeliers crescono
di Renata Cane e Francesco Macrì – dietisti SS Dietologia e Nutrizione Clinica
I
dietisti del servizio di Dietologia e Nutrizione Clinica hanno incontrato, nei mesi scorsi,
i bambini valdostani delle scuole dell’infanzia
e primarie con l’obiettivo di sviluppare fin
dalla tenera età sensibilità ai differenti gusti e
attenzione alla scelta degli alimenti.
Questi veri e propri laboratori di educazione
al gusto, intitolati “Piccoli sommeliers crescono”, sono inseriti all’interno del progetto
Regionale “LA SYNCHRONIE DU BIEN-ETRE”
coordinato dalla SC Pediatria (Direttore Dott.
Cesare Arioni) in collaborazione con la SS di
Dietologia e Nutrizione Clinica (Responsabile
Dott.ssa Cinzia Bodrato).
Il progetto si pone l’obiettivo di strutturare
su tutto il territorio regionale un percorso di
promozione della salute stabile nel tempo,
che attraverso l’aiuto di molteplici figure professionali (insegnanti, pediatri territoriali e
ospedalieri, psicologi, nutrizionisti, igienisti,
assistenti sanitari, educatori, ecc.), consenta al bambino e alla famiglia di sviluppare
gradualmente competenze inerenti la sana
alimentazione, l’attività fisica e l’autostima/
bellezza autentica. Attraverso un percorso
didattico chiamato “A Scuola di salute passo dopo passo”, che coinvolge il 70% delle
istituzioni scolastiche valdostane, il bambino
- dalla scuola dell’infanzia alla scuola secondaria di II grado - impara step by step nozioni
pratiche che gli consentiranno di adottare
comportamenti salutari sempre più appropriati e consapevoli.
L’obiettivo di questi incontri è quello di modificare l’atteggiamento puramente didattico,
basato sulle classiche lezioni frontali di educazione alimentare, introducendo un metodo induttivo, basato sull’esperienza, che porti i
bambini a dedicare attenzione al cibo attraverso la conoscenza e l’uso dei sensi. Educare alla
curiosità, favorire il superamento di pregiudizi
alimentari, imparare a discriminare, valutare
e scegliere in autonomia gli alimenti sono gli
elementi che permettono nel tempo di agire
concretamente sulla modifica delle scelte e
comportamenti alimentari dei bambini.
Gli incontri offrono ai piccoli e vivaci partecipanti la possibilità di vivere esperienze guidate che permettono loro di riconoscere e interpretare gli stimoli sensoriali e diventare più
consapevoli della differenza tra i diversi cibi.
I laboratori sono stati sviluppati dai dietisti
dell’USL nei mesi di aprile e maggio 2012 con
il coinvolgimento di più di 450 bambini
appartenenti a 40 classi di scuole dislocate
sul tutto il territorio regionale. Indispensabile per la riuscita del progetto è stata la
sensibilità e la motivazione dimostrata dal
corpo docenti dei vari plessi scolastici che
hanno partecipato all’iniziativa.
Per i bambini dai 4 ai 7 anni si è puntato
sull’esperienza concreta attraverso l’utilizzo del gioco. In particolare sono state sviluppate attività ludiche connesse al riconoscimento dei sapori primari e all’utilizzo
dei 5 sensi. Uno specifico gioco ha messo
in evidenza, per esempio, l’influenza del
colore sulle scelte alimentari.
Per i bambini dagli 8 ai 10 anni si è puntato,
oltre che sull’esperienza concreta, anche sulla
formazione. Sono stati illustrati i principi base
della corretta alimentazione e alcuni concetti
quali calorie, carboidrati, proteine, gruppi alimentari, giornata alimentare bilanciata. Il tutto proposto in una formula in cui il gioco (per
esempio il cruciverbone finale) ha permesso
di verificare l’effettivo apprendimento.
Visti i risultati positivi e l’apprezzamento
dell’iniziativa da parte di bambini e insegnanti, gli incontri saranno riproposti anche nel
prossimo anno scolastico in modo da poter
avere una presenza capillare su tutto il territorio valdostano e porre in maniera sempre
più consistente le basi di una corretta attenzione alla scelta dei cibi già dalle giovani generazioni.
La dott.ssa Anita Mombelloni
è entrata a far parte del
Consiglio Direttivo Nazionale dell’Alrespa
I
n occasione della riunione annuale tenutasi a Roma nel mese di
giugno, la dott.ssa Anita Mombelloni, Responsabile del Servizio
Prevenzione e Protezione dell’Azienda USL, è stata nominata componente del Consiglio Direttivo e del Comitato Tecnico-Scientifico
dell’AIrespsa, Associazione Italiana dei Responsabili dei Servizi di
Prevenzione e Protezione delle aziende sanitarie.
13
trimestrale di informazione dell’unità sanitaria locale valle d’aosta
Com’è difficile ‘sto “Clostridium difficile”!!!
Agire per non diffondere – Le precauzioni da adottare
di Gianluca Del Vescovo - Direzione Sanitaria Ospedaliera
I
l clostridium difficile è un bacillo gram positivo, anaerobio, sporigeno e largamente diffuso
nel suolo, presente nel tratto intestinale degli
animali e che colonizza il 3% degli adulti sani.
L’infezione in ambiente ospedaliero rappresenta uno dei problemi prioritari per gli operatori
che si occupano di sorveglianza e prevenzione
delle I.C.A. (infezioni correlate all’assistenza).
L’infezione si manifesta come una diarrea lieve,
si verifica a seguito di trasmissione fecale-orale,
ovvero per ingestione di spore del bacillo presenti nell’ambiente, spore che sopravvivono
nell’ambiente acido dello stomaco.
Chi è il soggetto a rischio?
Una persona con un’età superiore a 60 anni,
con una terapia antibiotica recente alle spalle,
ospedalizzato da diversi giorni o che dimora in
una struttura socio-sanitaria (R.S.A., micro comunità per anziani, ecc.).
Altri fattori di rischio sono: sistema immunitario
compromesso (persone con terapia cortisonica, sottoposti a chemioterapia, con nutrizione
enterale artificiale tramite sondino o PEG, sottoposti a interventi chirurgici addominali, con
malattie infiammatorie intestinali).
Che esame microbiologico va richiesto?
La ricerca delle tossine del clostridium difficile
nelle feci diarroiche. Il prelievo va inviato il più
presto possibile in laboratorio.
Come gestire un paziente con clostridium difficile in una camera di degenza?
Qualsiasi informazione sull’assistenza ad un
paziente con infezione da clostridium difficile è
presente nello strumento Germe Stop, la pagina web reperibile nella intranet aziendale.
Le azioni prioritarie rimangono comunque le
seguenti:
- collocare la persona in una camera singola
con bagno dedicato e se ciò non è possibile
mettere in atto le precauzioni assistenziali da
contatto.
- igienizzare le mani prima e dopo l’assistenza. Dopo l’assistenza lavarsi le mani con acqua e
sapone liquido per rimuovere meccanicamente le spore dalle mani; l’azione antisettica del
gel idroalcolico non è efficace.
- indossare guanti e camice monouso per
l’assistenza al paziente nelle attività di base
(igiene, mobilizzazione, esecuzione medicazione, somministrazione dei pasti); smaltire tutto
il materiale utilizzato nelle immediate vicinanze
dell’unità malato in un contenitore per lo smaltimento rifiuti a rischio infettivo.
- rinnovare le lenzuola quotidianamente e
smaltirle nel sacco rosso con sacco idrosolubile
all’interno.
- informare il paziente e i famigliari dell’infezione e dei comportamenti da attuare ai fini di non
diffondere il germe nell’ambiente.
- informare gli operatori della presenza dell’infezione se la persona si deve recare in altri ser-
vizi (Radiologia, palestra, Ambulatorio gastro,
ecc).
- eseguire, alla dimissione della persona, un’accurata pulizia e disinfezione dell’unità malato
con un disinfettante a base di cloro, seguendo
le diluizioni raccomandate e diffuse nelle strutture ospedaliere a inizio anno dalla Direzione
Sanitaria di presidio.
Il motto per una corretta assistenza, che riassume anche lo strumento Germe-Stop, rimane
sempre
Agire per non diffondere
GRAZIE AL NIDO AZIENDALE
Riceviamo e pubblichiamo questa lettera di ringraziamento rivolta a tutto il personale del Nido
Aziendale “Le Marachelle” che conferma l’elevata
qualità del servizio.
S
ono una dipendente USL la cui famiglia ha
frequentato per quasi 5 anni il Nido Aziendale “Le Marachelle”. La nostra avventura è
partita nel novembre 2007 quando il
mio primo figlio di 9 mesi iniziava l’inserimento seguito dopo circa 3 anni dal
suo fratellino, dopo un periodo in un’altra struttura.
Ad agosto 2012 si è conclusa la nostra
collaborazione e devo dire che un po’
mi dispiace. I motivi? Lasciamo un gruppo di educatrici che, con professionalità
e umanità, hanno accompagnato i miei
bimbi nella crescita e nello sviluppo
delle varie abilità e competenze, ma mi
sento di affermare che anche io e mio
marito ci siamo sentiti accompagnati e
seguiti. Infatti le educatrici sono state
sempre disponibili per colloqui individuali in cui accogliere preoccupazioni e
richieste di tutti i tipi, mostrando tanta
empatia e una profonda conoscenza
dei nostri figli. Belle sono state anche
tutte le iniziative organizzate, dalle fe-
ste dei nonni al quadernone che accompagna
i piccoli verso l’ingresso alla Scuola dell’Infanzia; nelle riunioni organizzate per spiegare ai
genitori la programmazione abbiamo sempre
sentito, oltre alla professionalità, entusiasmo e
coinvolgimento di tutto il personale che, nonostante i cambiamenti nel corso degli anni, si è
sempre mostrato un gruppo coerente e coeso.
Sebbene la struttura
abbia qualche piccola
carenza, tutto è reso accogliente e a misura di
bambino, ma in fondo
quando un genitore la-
scia serenamente il proprio figlio per andare
a lavorare, a mio avviso, non è così importante
l’architettura dei luoghi o la presenza dell’area
verde. Mi resta un’ultima cosa e cioè ringraziare
tutte le persone che gestiscono il Nido: dall’Ufficio di Coordinamento in via G. Rey, alla Coordinatrice pedagogica per arrivare a tutte le
educatrici, una per una, sia quelle che ci sono,
sia quelle che ci sono state. In un mondo in cui
siamo sempre tutti capaci solo a lamentarci
quando le cose vanno male, mi piacerebbe per
una volta lodare pubblicamente un servizio
che invece funziona! Grazie a tutti di cuore!
La mamma di Fabio e Gianluca
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trimestrale di informazione dell’unità sanitaria locale valle d’aosta
L’oncologia si fa in rete
Sostenere il capitale umano e strutturare le attività
del personale per promuovere la ricerca clinica.
Un esempio ne dimostra i vantaggi.
a cura di Elisa Pasini – SC Comunicazione
Dottoressa Cristina Baré, ci racconta come
ha cominciato il suo lavoro?
Sono laureata in biologia e ho iniziato il mio lavoro come Responsabile tecnico della Ricerca
clinica in Cardiologia nel 2008, con una borsa di
studio della Fondazione “Per il tuo cuore” resa
possibile anche grazie ai medici di questa struttura ospedaliera. Il periodo di formazione è stato impegnativo, ma allo stesso tempo molto
interessante. Uno stage teorico nel Centro Studi ANMCO di Firenze e uno pratico al Cardiocentro Ticino di Lugano mi hanno permesso
di capire quale fosse realmente il mio compito
e come dovesse essere organizzato un centro
specializzato in sperimentazioni cliniche. Ho
iniziato così a gestire le prime sperimentazioni
e, dopo un paio d’anni di attività dedicata alla
Cardiologia, ho iniziato a prendere in carico gli
studi dell’Oncologia. Grazie al finanziamento della Rete oncologica del Piemonte e della
Valle d’Aosta, ho frequentato nel 2010-2011
un master universitario per Data Manager di
sperimentazioni cliniche, presso l’Università di
Medicina del Piemonte Orientale.
E oggi?
Mi occupo di predisporre la documentazione
per le varie fasi della sperimentazione, raccogliere i dati, verificare i kit per gli esami, processare i campioni in laboratorio e seguire l’invio
a laboratori centralizzati, gestire la contabilità
del farmaco con la collaborazione della Farmacia, e curare le relazioni con il Comitato Etico,
i medici referenti, le aziende farmaceutiche,
gli sponsor, gli altri centri di ricerca e i pazienti. Sono queste le attività principali di un “data
manager”, una nuova figura professionale che
va diffondendosi (ne è presente almeno una
in tutte le Oncologie ospedaliere italiane), anche se con denominazioni non univoche (nelle
cardiologie viene anche definito supporter alla
ricerca o referente unità di ricerca clinica).
Quali sono i vantaggi di una migliore organizzazione della ricerca clinica?
Con la presenza di una figura dedicata, le proposte di ricerca sono aumentate in numero e
per livello di qualità riconosciuto, le sperimentazioni hanno una maggiore attendibilità e remunerazione perché maggiore è il numero di
pazienti coinvolti. Partecipare a una sperimentazione dà l’opportunità di valutare in maniera
più critica l’entrata in commercio di alcuni farmaci e, quindi, di sceglierli con più accuratezza.
Soprattutto, emerge che il personale che acquisisce l’attitudine alla ricerca e alla sperimentazione si relaziona con il paziente con maggior attenzione, verifica in modo approfondito
tutte le variabili che possono influire sul suo
benessere e lavora di più in équipe.
Come si sta progettando di sviluppare la
sperimentazione clinica?
Nel nostro ospedale si svolgono molti studi
sperimentali di fase 2 e 3, che hanno una durata media di 5 anni, oltre a quelli osservazionali
e spontanei (esempi di questi ultimi sono molti
studi realizzati dall’oncologia con gli altri cen-
tri della Rete oncologica). Tuttavia si potrebbe
fare molto di più con strutture e locali dedicati,
non solo per gestire il carico di lavoro, ma anche per dare un punto di riferimento chiaro ai
pazienti che partecipano alle sperimentazioni.
In questa prospettiva, si stanno muovendo
i primi passi per la costituzione di un ufficio
studi clinici. Per ora si tratta di un progetto
dell’Oncologia e della Cardiologia, ma l’obiettivo è renderlo una struttura aziendale a disposizione di tutti i reparti interessati e attivi nella
ricerca. Per svolgere al meglio le attività e per
incrementare il numero di sperimentazioni,
l’Ufficio dovrebbe avvalersi di almeno un altro
data manager, di un infermiere di ricerca, di un
amministrativo, oltre che di un medico responsabile dell’Ufficio (attualmente per l’Oncologia
questa figura è la dottoressa Malossi, oncologa).
Il 26 ottobre si terrà l’incontro di formazione “Il
comitato etico e le sperimentazioni cliniche:
la realtà locale”, un’occasione in più per approfondire il tema.
NOTIZIE FLAS H
NUOVI ORARI DI APERTURA AL PUBBLICO
DELLO SPORTELLO CARTELLE CLINICHE
Con decorrenza dal 3 settembre, lo Sportello
Cartelle Cliniche, preposto al rilascio di copia
della documentazione sanitaria agli utenti, ha
differenziato gli orari in base ai giorni della settimana. Questa la nuova articolazione oraria:
lunedì – mercoledì – venerdì - ore 8,00-11,00
martedì e giovedì - ore 9,30-12,30
Lo Sportello è ubicato presso il box dell’atrio
principale dell’ospedale “Parini”.
AGGIORNAMENTO COSTO BUONO PASTO
DAL 1° SETTEMBRE
Come già ampiamente comunicato con altri
strumenti (ANDROMEDA ed e-mail inviata al
gruppo TUTTI) dal 1° settembre 2012 il contributo del dipendente è passato a euro 1,45 (corrispondente al 20% del costo per l’Azienda pari
a euro 6,99, oltre IVA 4%). Di conseguenza sono
aumentati, con identica proporzione, i buoni
pasto del personale convenzionato.
CAMBIANO GIORNO E ORARIO DI APERTURA DELL’AMBULATORIO DI MEDICINA DI
BASE PER GLI STRANIERI
A decorrere dal 10 settembre 2012 l’ambulatorio di medicina di base per gli straneri provenienti da Paesi extra UE, è aperto il lunedì mattina dalle ore 8,00 alle ore 10,00 (anziché il
giovedì pomeriggio). Come sempre l’accesso è
diretto (non occorre prenotazione) e gratuito.
L’ambulatorio è ubicato presso il reparto di
Medicina Interna (piano 2°) dell’ospedale regionale “U. Parini”. Si rammenta che, di norma,
prima di recarsi nell’ambulatorio, è necessario
presentarsi al SISI (Sportello Informativo per la
Salute degli Immigrati), presso l’Ufficio Relazioni con il Pubblico, per il rilascio del codice STP
– Straniero Temporaneamente Presente.
Il SISI si trova presso la sede centrale dell’Azienda USL, in via Guido Rey, 1 – piano terra.
Per contatti: tel. 0165-544418 oppure 544688
e-mail [email protected]
TRASFERITA LA STRUTTURA
DI TERAPIA DEL DOLORE
Dallo scorso mese di giugno la struttura di
Terapia del Dolore, diretta dal dott. Lorenzo
Pasquariello, si è trasferita all’interno del Day
Hospital di reg. Borgnalle, alle porte di Aosta.
La segreteria della struttura è attiva dal lunedì
al venerdì, dalle 8,00 alle 15,00. Le prenotazioni per la prima visita devono essere effettuate
tramite CUP.
NUOVI ORARI DI APERTURA DELL’AMBULATORIO INFERMIERISTICO DEL SER.T NEI
POLIAMBULATORI DI CHATILLON E VERRES
Per ragioni di carattere organizzativo, a decorrere dal 17 settembre, sono stati modificati gli
orari di apertura degli ambulatori infermieristici del Ser.T nei poliambulatori di Châtillon e
Verrès. Di seguito i nuovi orari:
lunedì: Châtillon - ore 07,00-10,00
Verrès - ore 12,30-14,30
venerdì Châtillon - ore 07,00-10,00
Verrès - ore 13,30-15,30
La variazione non comporta alcuna diminuzione degli orari di apertura degli ambulatori. Non
vi sono variazioni riguardo le attività delle altre
figure professionali del Ser.T (assistenti sociali,
psicologi, educatori professionali).
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trimestrale di informazione dell’unità sanitaria locale valle d’aosta
Servizio di Consulenza Giuridica
servizio fornito dall’Azienda USL Valle d’AIlosta risponde alla finalità di sostenere le
famiglie, specialmente nei momenti di crisi e
difficoltà, attraverso il rilascio di pareri in materia di diritto di famiglia. Le attività consistono
nell’informare, proporre, consigliare ed indirizzare i cittadini e le cittadine verso le differenti
opportunità giuridiche nell’ambito dei rapporti familiari, comprendendovi, in particolare, le
questioni relative a separazioni, divorzi, affidamento dei figli, successioni, amministrazione
di sostegno.
L’attività del Servizio di Consulenza Giuridica
non va confusa in nessun modo con la difesa
tecnica, compito istituzionale degli avvocati
iscritti al relativo ordine professionale.
Il servizio è a pagamento (€ 70,00 a prestazione) ed è fornito da un Dirigente dell’Azienda
USL con particolare preparazione giuridica.
Dove si trova e come si accede:
Day Hospital di Regione Borgnalle, 10 – AOSTA
venerdì dalle ore 16,30 alle ore 19,00
sabato dalle ore 09,00 alle ore 13,00
l servizio si accede prenotando al CUP (Centro
Unificato Prenotazioni) ai numeri sottoindicati:
telefono: 0165 54 34 57 / 0165 54 34 58
fax 0165 54 32 95
Il servizio prenotazione è operativo dal lunedì
al venerdì dalle ore 13:30 alle ore 19:30. Negli
altri orari è attiva la casella vocale.
Modalità di pagamento: Il pagamento della
prestazione si effettua presso le emettitrici automatiche situate all’interno del Day Hospital
di reg. Borgnalle o nelle sedi dell’Azienda USL.
AL DI LÀ DELL’USL A cura della SC Comunicazione
Rubrica di libri, cultura, spettacolo e tempo libero
Il libro consigliato
FIGLI
DEL
VENTO
Storie di crudeltà, di amore e di speranza”
di Giorgio Galli – Direttore SC Comunicazione
M
ai sottotitolo fu più esplicativo. Un contrasto di sentimenti, amore e crudeltà che si alternano tra le pagine, storie di
sofferenza e di speranza. Il protagonista è
quello che viene considerato il miglior amico dell’uomo (peccato che troppo spesso
non avviene il contrario), ovvero il cane, in
questo caso il levriero, animale splendido,
ma purtroppo destinato con troppa frequenza a divenire oggetto di maltrattamenti e sevizie. Il libro è un concentrato di crudeltà umana
e di gioia, storie incrociate di splendidi animali
che grazie all’aiuto e all’interessamento di gruppi di volontari sono usciti dal baratro in cui gli
uomini li stavano gettando, animali dal destino
che sembrava oramai segnato e che invece hanno ritrovato una nuova casa, carezze, cibo e tanto
amore. Sono storie vere di umana crudeltà, fortunatamente a lieto fine. Ma per quanti greyound l’epilogo è stato drammaticamente diverso? La storia
di Bryce, il levriero adottato dall’autrice del libro, è
emblematica. Ecco cosa scrive: “Programmato fin
dalla nascita per diventare un campione di velocità
e alimentare il redditizio business delle corse e delle
scommesse, viene acquistato e avviato alle gare, ma
si rivela poco competitivo. Viene allora rivenduto ad
un allevatore che vuole utilizzarlo per la riproduzione. Passa da una gabbia all’altra, senza mai ricevere
l’attenzione e l’affetto di cui ogni essere vivente ha
bisogno e, alla fine, viene abbandonato al buio, al
freddo, privo di cibo e in mezzo ai suoi stessi escrementi”. E’ stato salvato in extremis, in terra d’Irlanda,
da un gruppo di volontari, quando oramai era in
condizioni disperate. Non mi dilungo. Il libro va
letto e meditato. Chi vuole può contribuire a salvare queste vite spezzate, a dare a questi animali
docili, affettuosi e generosi una nuova speranza
di vita. Il sito www.progettoanimalistaperlavita.
org può essere di aiuto: tra le decine di cani abbandonati che cercano famiglia vi sono anche
i levrieri. In alternativa potete rivolgervi direttamente all’autrice (che ne possiede ben due).
Il libro “Figli del vento”, pubblicato nel 2010
dalla casa editrice L’Età dell’Acquario, è stato scritto da Roberta Mombelloni (abita a
Sarre). Non è una lettura vacanziera, questo
lo potete immaginare. E’ un libro verità, un
libro denuncia, un libro scritto più col cuore
che con la penna. Assolutamente consigliato.
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trimestrale di informazione dell’unità sanitaria locale valle d’aosta
L’angolo del Gambero Rosso
C
ome già accadeva in passato, cerchiamo di portare i
lettori “al di là dell’USL”. E allora eccoci qui, pronti ad
inaugurare la nuova rubrica “L’angolo del Gambero Rosso”,
dedicata alle ricette che i lettori sono invitati ad inviarci.
L’importante è che i piatti, soprattutto quelli legati alla tradizione popolare e che magari stanno scomparendo, siano semplici, fattibili e…appetitosi. Inviate le vostre ricette
a [email protected]
Ricetta in tempo di crisi : come usare
il pane raffermo per preparare
PISAREI E FASò
di Roberta Oriani – tutor c/o CLI
P
er chi è stato almeno una volta a mangiare
dalle parti di Piacenza non potrà non avere
visto sul menù del ristorante i “Pisarei e fasò”.
Si tratta di una antica ricetta emiliana, che si
tramanda di generazione in generazione, di
mamma in figlia, costituita da gnocchetti di
farina e pangrattato conditi con sugo di pomodoro e fagioli. Mia mamma li prepara così.
Ingredienti :
per i pisarei
• pane secco macinato (usate quello che
avanzate e fatelo seccare in forno) e farina
in pari quantità
• latte tiepido
• 1 uovo (permette una maggiore consistenza dei pisarei)
• sale
per il sugo
• pomodori passati 200 ml
• fagioli borlotti lessati 300 gr
• olio di oliva
• una piccola cipolla
sotto il pollice, in modo da ottenere
uno gnocchetto vuoto all’interno.
I pisarei si possono anche preparare
in grandi quantità e congelare.
La parte più lunga nella preparazione della ricetta dei pisarei e fasò
consiste nel mettere a bagno i fagioli
(se li utilizzate secchi) e portarli quasi a cottura; i fagioli borlotti vanno
lasciati per una notte in ammollo in
acqua, dopodiché vanno lessati fino
a metà cottura. Se li cuocete completamente rischierebbero di spappolarsi successivamente, durante la
cottura del sugo.
Per preparare il sugo soffriggete la
cipolla tritata fine con l’olio e ag-
Per preparare i pisarei, versate in una ciotola il
pangrattato, l’uovo, la farina e il sale e via via il
latte tiepido necessario ad ottenere un impasto elastico e morbido.
Staccate dall’impasto delle palline di composto
e formate delle biscette (diametro ½ cm circa).
Prendete una piccola parte (1 cm circa) di queste e fatela rotolare su un piano ben infarinato,
Trimestrale di informazione dell’Azienda USL
Valle d’Aosta
Direzione e Redazione:
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Grafica
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Hanno collaborato a
questo numero:
Lorenzo Ardissone
Paola Bocco
Renata Cane
Cristiana Charrère
Gianluca Del Vescovo
Sonia Fiacchi
Carla Foletto
Giorgio Galli
Stefania Lasciandare
Francesco Macrì
Anna Melli
Gianmauro Numico
Roberta Oriani
Elisa Pasini
Poldina
Carla Stefania Riccardi
Daniela Tarello
giungete i fagioli. Versate la passata di pomodoro e portate a termine la cottura. Assaggiate
e regolate di sale.
Nel frattempo cuocete i pisarei in abbondante acqua salata; a bollore avvenuto buttateli
nell’acqua e una volta riaffiorati in superficie
scolateli e fateli insaporire qualche istante insieme al sugo. Site oramai giunti al termine:
servite i pisarei e fasò ben caldi con una spolverata di parmigiano e un filo di olio extravergine d’oliva.
Vino consigliato: Gutturnio frizzantino, vino
rosso tipico dei colli piacentini.
Buon appetito!