“Un calvario come quello di papà” Profughi a Roma caos senza fine

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“Un calvario come quello di papà” Profughi a Roma caos senza fine
Anno IV - Numero 170 - Domenica 19 luglio 2015
Direttore: Francesco Storace
Roma, via Giovanni Paisiello n. 40
Attualità
Esteri
Economia
La crisi morde
Caritas assediata
Grecia-Germania,
ancora tensione
Troppe tasse,
siamo... italiani
a pag. 3
a pag. 8
a pag. 5
DALLA RIUNIONE DELL’ASSEMBLEA DEL PD RENZI CONTINUA A STUPIRE CON UNA SERIE INCREDIBILE DI PROMESSE, CHE NON POTRÀ MAI MANTENERE
di Roberto Buonasorte
e gli metteste indosso un
paio di ray ban, un pantalone a campana color crema
e una scarpa a punta, Matteo
Renzi somiglierebbe a quei
bulli che apparivano nelle commedie
all’italiana degli anni Settanta. Arroganti, bugiardi, piacioni, in poche
parole coatti di periferia.
Ieri, durante i lavori dell’Assemblea
del Pd, il bullo ha superato ogni
altra performance.
Mentre l’Italia sotto la sua guida
continua ad inanellare una serie incredibile di dati negativi, con una
faccia tosta senza precedenti il presidente del Consiglio ha promesso
l’eliminazione della tassa sulla casa,
l’Imu sui terreni agricoli, interventi
su Ires ed Irap, e ancora su pensioni
e scaglioni Irpef.
Ma mentre nei film tipo “Napoli spara, Roma risponde” i protagonisti
erano degli attori, nelle sceneggiate
di Renzi e del Giglio magico purtroppo i protagonisti sono uomini e
donne nelle cui mani sono riposti i
destini del nostro Paese.
Quando i governi di centrodestra
toglievano le tasse sulla prima casa,
i sindaci del centrosinistra scendevano in piazza protestando perché,
dicevano, con quella scelta non riuscivano a garantire i servizi primari
ai cittadini (servizi sociali, scuola,
mense...) oggi Piero Fassino e i compagni che siedono ai vertici dell’Anci
hanno perduto la parola?
I dati sulla disoccupazione, soprattutto
giovanile, hanno raggiunto percentuali mai toccate in precedenza, così
come il debito pubblico, nonostante
quello che dichiara ogni giorno Renzi, ha toccato nei mesi scorsi tetti
mai raggiunti in passato. D’altra
parte, nonostante un’informazione
di regime senza precedenti, disoccupazione, immigrazione clandestina, sicurezza - per non parlare poi
di Marino a Roma, Pisapia a Milano
e Crocetta in Sicilia - stanno devastando il tessuto sociale di questa
nostra Italia e lui, Renzi, pensa di
poter continuare a prendersi gioco
della credulità popolare senza che
S
AGLI ORDINI DI ANGELA
Il premier più fasullo della storia farà la stessa fine di Tsipras,
con una mano finge di dare, con l’altra scatta sugli attenti della Cancelliera
nessuno, prima o poi, gliela faccia
pagare? Anziché raccontarlo all’Assemblea del Pd con l’amplificazione
di tv e giornaloni di regime, perché
questo pacchetto incredibile di “riforme” Renzi non le propone alla
Merkel? Semplice: perché dopo essersi messo sugli attenti, come fa
ogni volta che la incontra, prenderebbe un bel calcio nel sedere.
MANFREDI BORSELLINO PARLA DELLA VICENDA
DELLA SORELLA LUCIA, E MATTARELLA LO ABBRACCIA
Farà la stessa fine di Tsipras, il nostro
premier, voce grossa in casa, supino
a Francoforte e Bruxelles. A meno
che...
A meno che una nuova coalizione
di centrodestra a vocazione sociale
e popolare, sulla stessa linea che la
Lega porta avanti in Europa con gli
altri gruppi, e in Italia con FdI, non
anteponga gli interessi del popolo
E IL QUESTORE PROPONE IL... DASPO
a quelli delle banche, investa anche
su personaggi della società civile
che possano attrarre i tanti elettori
delusi dagli esempi più devastanti
degli ultimi tempi.
Renzi e il Pd, come dimostrano i
casi di Roma e della Sicilia, non possono insegnare proprio niente nessuno, tocca a noi rimettere in campo
la speranza, soprattutto nell’ambito
di una profonda riforma del fisco e
di una nuova politica monetaria che
salvi imprese e famiglie.
Noi possiamo farlo, non abbiamo
firmato alcuna cambiale, Renzi può
solo prometterlo, perché quando
si troverà di fronte ai fatti concreti,
Frau Angela glielo impedirà, esattamente com’è accaduto al premier
greco.
È MORTO BIANCHI, DOPO L’INCIDENTE DI 9 MESI FA
NEL GRAN PREMIO DI FORMULA UNO IN GIAPPONE
“Un calvario come
quello di papà”
Profughi a Roma
caos senza fine
Jules non ce
l’ha fatta
Traboni a pag. 2
Sarra a pag. 6
Di Rosa a pag. 12
2
Domenica 19 luglio 2015
ATTUALITA’
NUOVE PAROLE DI “FASTIDIO” SULL’EX ASSESSORE REGIONALE BORSELLINO. CROCETTA: “CON LEI ME LA VEDO IO”
Sicilia scossa da altre intercettazioni
Il presidente autosospesosi ha intanto disertato la cerimonia nel 23° della strage di via D’Amelio
osario Crocetta
non c’era ieri pomeriggio a Palermo ad accogliere
il Presidente della
Repubblica Sergio Mattarella
per le celebrazioni a 23 anni
dalla strage di Via D'Amelio,
in cui morì il giudice Paolo
Borsellino, organizzate dall’associazione nazionale magistrati. Crocetta ha preferito
glissare, dopo lo scandalo
scoppiato in seguito presunta
intercettazione in cui il suo
medico personale, Matteo Tutino, gli avrebbe detto che
l’ex assessore regionale alla
Sanità "Lucia Borsellino va
fatta fuori come il padre". Il
giallo su questa telefonata
prosegue, con una serie di
conferme e smentite da parte
della Procura di Palermo –
che ha anche aperto un fascicolo di indagine, per ora
contro ignoti - e del settimanale L’Espresso, che ha svelato l’intercettazione.
Alla cerimonia, il presidente
autosospesosi della Regione
R
Siciliana, Rosario Crocetta –
con un’altra decisione che è
apparsa quanto meno priva
di un certo garbo istituzionale
- ha inviato il neo assessore
alla Sanità della Sicilia, Baldo
Gucciardi, nominato al posto
della Borsellino. Peraltro, nelle
ore precedenti alla commemorazione, Rita Borsellino,
sorella del giudice ucciso da
Cosa nostra, aveva inviato un
sms a Crocetta in cui gli chiedeva di non partecipare alle
commemorazioni.
Intanto ieri Il Giornale di Sicilia ha pubblicato altre intercettazioni che riguardano
sempre Tutino, il medico ora
ai domiciliari con l’accusa di
truffa: nel marzo 2014, dopo
la notifica di avvisi di garanzia
allo stesso Tutino e al commissario straordinario dell'ospedale Villa Sofia di Palermo Giacomo Samperi, in
una telefonata i due parlano
di rapporto difficile con l'allora assessore regionale alla
Salute, Lucia Borsellino: "La
denuncio per illecito... Me ne
sto fottendo, pure che si chiama Lucia Borsellino", dice
Samperi, e Tutino risponde:
"Bravo". Ma anche qui ci sarebbe un intervento di Rosario Crocetta che a Tutino, a
proposito della revoca di
Samperi dal suo incarico,
avrebbe detto: "Ora ma viru
io cu Lucia" (ora me la vedo
io con Lucia). In un’altra chiamata ancora Tutino, parlando
con il segretario particolare
di Crocetta, Giuseppe Comandatore, dice: "Senti, lui
(Crocetta, ndr) mi ha detto
che domani gli devo portare
la lista dei pretoriani del presidente". "Sì - risponde Comandatore - la porti, vieni al
palazzo... lo visiti, gli guardi
cose e via". E Tutino risponde:
"Avremo bisogno di mezz'ora
perché gli parlerò di ognuno
con il curriculum in modo
molto... Sono fedelissimi".
Sulla presunta telefonata tra
Tutino e Crocetta ieri è intervenuto, come al solito un
po’ a scoppio ritardato, anche
il ministro dell’Interno, An-
gelino Alfano, che ha detto
di credere alla smentita della
Procura di Palermo, fatta dal
procuratore Lo Voi. "Se l'intercettazione non è vera come
dice Lo Voi chi ha fabbricato
la bufala deve dimettersi. Se
ci sono altri magistrati che
sono in possesso dell' intercettazione tra Crocetta e Tu-
tino, la cui esistenza è stata
smentita dalla Procura di Palermo, che lo dicano. L'incertezza crea un clima insopIg.Tr.
portabile".
PARLA MANFREDI BORSELLINO E MATTARELLA LO ABBRACCIA
“La storia di mia sorella Lucia
ricorda quella di mio padre”
a oltre un anno mia sorella Lucia
era consapevole del clima di
ostilità e delle offese subite solo
per adempiere il suo dovere, in corsi e
ricorsi drammatici che ricordano la storia
di mio padre”. Così Manfredi Borsellino,
uno dei figli del giudice Paolo, è intervenuto
alla cerimonia di commemorazione a 23
anni dalla strage di via D’Amelio. “Lucia
ha portato una croce: voleva una sanità
libera in Sicilia. E’ rimasta in carica come
assessore fino a giugno per amore della
giustizia, per suo padre, per potere spalancare agli inquirenti le porte della sanità
“D
dove si annidano mafia e malaffare. Da
oltre un anno era consapevole del clima di
ostilità e delle offese che le venivano rivolte.
La lettera di dimissioni dall’assessorato alla
Salute ha prodotto un silenzio sordo da
parte delle istituzioni. Ma quella lettere già
diceva tutto e andrebbe riletta più volte”
“Non posso entrare nel merito delle indiscrezioni giornalistiche che, indipendentemente dalle verifiche fatte dagli uffici
giudiziari, hanno turbato tutti”, ha aggiunto
Manfredi Borsellino.
Il figlio del magistrato ucciso, oggi commissario di Polizia a Cefalù, ha quindi speso
parole di elogio nei confronti del presidente
Sergio Mattarella, che alla fine dell’intervento
si è alzato per abbracciarlo calorosamente:
“Oggi sono qui solo per lei, Presidente
Mattarella – ha detto Manfredi - Lei è tra
quelli che hanno voluto bene a mio padre,
lei ha avuto il nostro stesso vissuto (il fratello
del presidente, Piersanti, fu ucciso da Cosa
nostra a Palermo nel 1980, ndr) e può
comprendere cosa stiamo vivendo in questo
preciso momento storico con le mie sorelle”.
Ha quindi ricordato delle telefonate piene
di reciproca stima tra suo padre e il futuro
capo dello Stato.
CONTROCANTO DI SPIDERITA
Renzi dalla crocetta alla passione
ettimana di passione per il Renzino
che non proferisce parola sul caso siciliano emerso da un dossier pubblicato
nel settimanale, di parte, l’Espresso; chi lo
sa, forse potremmo dire chi tace acconsente,
senza parlare poi del caso romano con
l’affaire Marino e i deliri di Orfini. Possiamo
solo immaginare le notti insonni del premier
e non certo per la canicola estiva che
attanaglia Palazzo Chigi. Le lacrime di Crocetta
sono amare ma soprattutto rosse, simbolo
di una faida interna al Pd, un storiaccia
brutta ma esclusivamente della sinistra, condita dal sottosegretario Faraone che chiede
immediatamente dopo l’uscita della notizia
dell’intercettazione, un passo indietro al governatore siciliano dallo sbiancamento anale
facile. Una battaglia di potere a colpi bassi
ma dentro la stessa famiglia .
Una famiglia a pezzi, frantumata e non basta
al Renzino affrettarsi unitamente all’inquilino
del Quirinale a telefonare alla figlia del magistrato ucciso esattamente come oggi il 19
luglio di ventitré anni fa, mentre la procura
S
smentisce l’esistenza negli atti di tale intercettazione e il giornale megafono della
sinistra, prima citato, conferma. In questo
modo Borsellino lo hanno ammazzato un’altra
volta.
In Calabria addirittura il neogovernatore ricambia e rifa' la giunta regionale per una
nutrita serie di scandali. Tanto per restare
nel mezzogiorno ritroviamo il guappo di
cartone quasi confermato come governatore
campano sempre sproloquiante e arrogante
all’ennesima potenza ma sempre in attesa
di sentenza più o meno definitiva. La sua è
una sinistra d’assalto più affine ad una destra
che non c’è più, che invade i media con
fiumi di parole promettenti alle quali è raro
seguano i fatti ma solo un maggiore radicamento di potere territoriale.
Passiamo al Nord, dove incombe l’altro
Matteo e dove ritroviamo l’ormai arcinota
Serracchia che si propone anche quando
non interpellata come panacea di ogni male,
principessa incontrastata dalla logorrea inarrestabile e dai fatui e vuoti contenuti, insomma
l’arte di dire sciocchezze fa parte del suo
DNA. Un settentrione dove nel regno opposto
della Serracchiani, l’altro emulo della sinistra,
il sabaudo Chiamparino viene lambito da un
nuovo scandalo, lo stesso che butto giù il
suo predecessore Cota: il balletto delle firme
false. Il tutto si svolge in un clima di gioco al
massacro, e tra i cespugli all’ombra si lascia
intravedere la sagoma di un complottista
doc, il Toscano Verdini ex sodale del Cav
oggi divenuto, a quanto pare, del Renzino.
Quanti spettri popolano le notti afose del
nostro premier, poveretto, ora abbiamo
capito finalmente perché non ha tempo di
occuparsi di noi, dovrà pure difendersi dai
mostri, sfido io che di giorno poi dorme e
non fa nulla se non copiare idee di chi lo ha
preceduto. Un esempio su tutti la tanto declamata abolizione della tassazione sulla
prima casa e la riduzione delle imposte nel
2016.
Questo film lo abbiamo già visto e per me
era meglio quello originale non il remake.
Era meglio tenersi il Cavaliere tanto questo
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vuol fare le stesse cose. Ma attento, la
Merkel è in agguato e non fa sconti a
nessuno hai voglia a chiamarla Anghela,
caro Matteo, quella ti farà piangere in diretta
tv proprio come ha fatto con quella povera
ragazza palestinese. Le tue lacrime saranno
amare, nel momento in cui cadrai dal pero
perché le tue saranno di colore rosso come
il tuo credo e la tua storia, non scherzare
con il fuoco. Chi di speranza vive disperato
muore! Mala tempora currunt, una passione
infinita e senza scampo che vi porterà verso
l’implosione privandovi della resurrezione.
Noi intanto nell’attesa accendiamo l’aria condizionata. Buona domenica. Rita di Rosa
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Domenica 19 luglio 2015
ATTUALITA’
MOLTE STRUTTURE LOCALI GIÀ A METÀ ANNO SI RITROVANO SENZA FONDI, STANZIATI ALTRI SETTE MILIONI
Siamo alla fame, la Caritas raddoppia
Aumentano le famiglie italiane che chiedono aiuto per mangiare ma anche per bollette e mutui
Q
uattro milioni di italiani alla
fame; intere famiglie che
non riescono a mettere insieme il pranzo con la cena,
e spesso neppure un pasto;
una piaga senza fine – gli ultimi dati
sono identici a quelli degli anni scorsi,
senza alcun sintomo di miglioramento
– particolarmente virulenta al Sud.
Davanti ad un quadro del genere, e
con sempre più persone che bussano
ai centri d’ascolto, la Caritas italiana
ha deciso per uno stanziamento aggiuntivo di quasi 7 milioni di euro rispetto a quanto già stanziato.
Il fondo, istituito a livello nazionale,
cerca di colmare le carenze del pubblico in grado di garantire a chi vive
nel bisogno condizioni di vita almeno
più dignitose. L’iniziativa anticrisi è
scattata nel 2013 3 già l’anno scorso
ha coinvolto ben 188 Caritas diocesane; in Italia queste strutture sono in
tutto 220, il che vuol dire che l’85%
del territorio italiano ha bisogno. E
già nel 2013 due terzi delle Caritas
italiane a metà anno aveva già esaurito
i fondi
Pagamento dell’affitto, rate del mutuo
per la casa, bollette, visite mediche,
una scuola decente per i figli tra libri
e mensa: ecco cosa chiedono le famiglie che bussano alle Caritas. Il
56% dei rimborsi hanno riguardato
le Caritas diocesane del Sud, il 25%
sono andati al Nord e il 19% al Centro.
Nel Mezzogiorno sono prevalse le
spese per servizi e beni materiali.
Una conferma – come documentato
NO IN AUTO CON MINORI E DONNE INCINTE
In arrivo altri divieti di fumo
e limitazioni per la vendita
ivieto di fumo in auto in presenza
di minori e donne in gravidanza
e divieto di vendita ai minori di
sigarette elettroniche con nicotina. Lo
prevede la bozza del decreto legislativo
del Ministero della Salute, in accoglimento
della direttiva europea sul tabacco.
Il decreto, che con ogni probabilità diventerà operativo a settembre, prevede
anche il divieto di vendita di sigarette
e tabacco da arrotolare contenenti
aromi (come mentolo, vaniglia, erbe e
spezie) che possano modificare odore,
gusto o intensità del fumo. Sarà inoltre
vietata la vendita di prodotti del tabacco
contenenti additivi che rendano più "attrattivo" il prodotto: quelli, cioè, che
promettano "benefici per la salute ed
effetti energizzanti".
D
da un servizio di Avvenire - che arriva,
tra le altre, dalla Caritas di Agrigento
che ha avuto 80mila euro di contributo,
arrivando ad avere più di 2mila famiglie che gravitano nei propri Centri
d’ascolto. «Il 70% di chi aiutiamo è
italiano – ha detto Valerio Landri, direttore della Caritas di Agrigento, al
quotidiano di ispirazione cattolica –. I
contributi sono soprattutto per l’affitto
e le bollette, ma cerchiamo di ac-
compagnare tutta la famiglia e capire
ciò di cui hanno bisogno: se ci sono
figli disoccupati chiediamo loro di rivolgersi al nostro sportello di orientamento al lavoro, diamo un sostegno
particolare se ci sono anziani e disabili
a carico”.
Ma anche nel ‘profondo’ Nord c’è
poco da stare allegri e, anzi, è proprio
in queste regioni che si registra la
quota più alta di spese per l’attivazione
di voucher lavoro. Il caso della Caritas
diocesana di Mantova viene illustrato
ancora da Avvenire: nella città lombarda si è scelto di utilizzare moltissimo i voucher lavoro all’interno delle
stesse parrocchie per offrire “piccole
opportunità di lavoro a chi ha bisogno”
come illustrato da Giordano Cavallari,
direttore della Caritas diocesana,
“senza pensare di poter ricreare le
condizioni di lavoro garantite da un
Previsto pure il divieto di fumo negli
ospedali, l'inasprimento delle sanzioni
per la vendita di prodotti del tabacco ai
minori fino alla revoca della licenza
per l'attività e la verifica dei distributori
automatici per controllare il funzionamento dei sistemi di rilevazione dell'età.
Per quanto riguarda la pubblicità, le
confezioni di sigarette dovranno presentare "avvertenze combinate" relative
alla salute, composte da frasi e da
un'immagine a colori, con informazioni
utili come il numero verde Iss, che occuperanno il 65% (ora è il 30-40%)
dello spazio. Inoltre, non compariranno
più le indicazioni sul tenore di catrame,
nicotina e monossido di carbonio ritenute
"ingannevoli" per il consumatore.
contratto vero e proprio, abbiamo ritenuto di poter dare una mano alle
persone in difficoltà economiche, offrendo loro di ripitturare i muri degli
oratori, occuparsi di orti sociali, fare
piccoli lavori di artigianato per le
parrocchie. Abbiamo cercato di coinvolgere anche i privati nell’acquisto
di voucher lavoro coi quali pagare
un giardiniere o una donna che aiuti
in casa”.
A EXPO MILANO DIFFUSI DA COLDIRETTI I DATI E GLI ESEMPI DELLE PRODUZIONI CHE DISTRUGGONO LE NOSTRE
Made in Italy sfregiato in un Paese su quattro
Dalla salsa al caffè “mafioso” in Belgio e Bulgaria agli spaghetti coreani fino al “parmesan”
n almeno un Paese su quattro tra quelli che partecipano ad Expo sono realizzate e vendute fantasiose ed
imbarazzanti interpretazioni di
piatti e prodotti alimentari falsamente italiani, in sfregio all’identità del Made in Italy. E'
quanto emerge da uno studio
della Coldiretti divulgato in occasione dell'Assemblea nazionale ad Expo, dove per la prima
volta è stata realizzata una esposizione con esempi scovati nei
diversi continenti per denunciare pubblicamente l'oltraggio
che si realizza a danno
dell''identità e della reputazione
della cultura alimentare nazionale. Dal Thai pesto che corregge in stile orientale la prestigiosa salsa ligure alla SauceMaffia del Belgio per intingere le patatine, dal kit statunitense per preparare in pochi
giorni a casa il Parmigiano a
quello per il vino Barolo, ma ci
sono anche gli improbabili tortelloni con la polenta austriaci,
i chapagetti coreani e il prosciutto San Daniele del Canada,
oltre agli spaghetti alla bolognese, diffusi ovunque tranne
che in Italia, tra gli esempi delle
storpiature che è costretto a
subire il patrimonio enogastronomico italiano nel mondo.
I
CRESCE ANCHE LA VOGLIA DI LAVORI PARZIALI IN ESTATE
Sempre più giovani nei campi:
aumento record degli occupati
umento record del 12%
nel 2015 dei giovani under
35 occupati in agricoltura,
settore che si dimostra capace
di offrire prospettive di lavoro
sia a chi vuole intraprendere
con idee innovative sia a chi
vuole trovare una occupazione
anche temporanea. Il dato emerge da uno studio presentato all’Expo nel corso dell’assemblea
della Coldiretti; dai numeri si
evidenzia pure che il boom dei
giovani traina l'occupazione generale nel settore agricolo che
fa registrare un incremento record del 6,2% nel numero di
occupati, dieci volte superiore
al valore medio totale dell''intera
economia nel primo trimestre
dell''anno. L'aumento dell'occupazione nelle campagne – fa
notare la Coldiretti - è accompagnato nel trimestre dall'an-
A
"Non solo monumenti. Ad essere sfregiato nel mondo è anche il Made in Italy alimentare,
dallo sfruttamento di antipatici
stereotipi per fare marketing
sulla pelle degli italiani alle maldestre rivisitazioni di antiche
ricette, dalla ridicolizzazione di
storici processi produttivi ai
nomi storpiati, dalla banalizzazione delle denominazioni fino
ai piatti tricolore inventati di
sana pianta", ha affermato il
presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare
che "l''Expo può rappresentare
un momento di svolta per la
tutela del patrimonio alimentare
e culinario italiano che è il più
apprezzato, ma anche il piu''
offeso nel mondo".
L’elenco degli ‘orrori’ prosegue:
il caffè Mafiozzo stile italiano
della Bulgaria, il vino bordolino
bianco dell''Argentina, in Messico dove si vende un Parma
Salami Genova mentre dalla
Romania arriva il barbera bianco, dal Brasile la pomarola, il
salame toscana dalla Danimarca, il Chianti bianco della Svezia, dall'Egitto l'italiano pasta e
dagli Usa il sugo all'arrabiatta
mentre Prosecco e Parmesan,
con tanto di scritta in cirillico,
vengono dalla Russia che proprio ad Expo ha dovuto ritirare
dal proprio padiglione alcuni
formaggi di produzione nazionale che scimmiottavano palesemente quelli italiani con il
marchio Prego "Italian Style"
con una scritta Original Italian
Recipe.
A differenza di quanto avviene
per altri articoli come la moda
o la tecnologia, a taroccare il
cibo italiano non sono - precisa
la Coldiretti - i Paesi poveri,
ma soprattutto quelli emergenti
o i più ricchi, ma molto diffuse
sono le imitazioni dei prodotti
tipici e i piatti della cucina italiana completamente inventati
come la "Pasta con mais, erbe
e Parmesan" indicata sul sito
ufficiale di Masterchef Australia.
La situazione è ancora molto
più grave negli Stati Uniti dove
il 99 per cento dei formaggi di
damento positivo del valore aggiunto del settore che ha fatto
registrare un aumento dello 0,2%
rispetto all'anno precedente.
Un trend positivo che a quanto
pare è stato colto dalle nuove
generazioni, con più di due giovani italiani su tre (il 68% per
la precisione) che "sognano" di
lavorare d’estate in campagna,
partecipando alla raccolta della
frutta o alla vendemmia, secondo un sondaggio Coldiretti/
Ixe. Per gli studenti lavorare
nei campi significa, oltre che
prendere contatto con il mondo
del lavoro, anche fare - sottolinea
la Coldiretti - un'esperienza diretta in simbiosi con la natura,
i suoi prodotti e una cultura
che hanno fatto dell'Italia un
Paese da primato a livello internazionale nell''offerta di alimenti e vini di qualità.
tipo italiano è realizzato in California, Wisconsin e nello Stato
di New York
4
Domenica 19 luglio 2015
ATTUALITA’
PER IL PROSSIMO ANNO SCOLASTICO SONO 1900 I POSTI A DISPOSIZIONE PER I RAGAZZI ITALIANI
Studiare all’estero: necessità, non moda
I Paesi europei e nordamericani restano quelli preferiti, ma si affacciano anche Brasile e Cina
a ieri è on line, sul sito di
Intercultura, il nuovo bando di concorso per i programmi all'estero 201617. Sono quasi 1.900 i posti a disposizione per 60 Paesi di
tutto il mondo, riservati agli studenti
che frequentano una scuola media
superiore, nati tra il 1 luglio 1998 e
il 31 agosto 2001. Per agevolare
questa esperienza di vita e di formazione, anche nel prossimo anno
scolastico i ragazzi delle scuole superiori italiane potranno concorrere
per più di 1.000 borse di studio
totali o parziali (nel 2015 le borse
assegnate sono state 1.295). Circa
la metà provengono dall'apposito
fondo di Intercultura e sono già disponibili nel bando pubblicato online per consentire la partecipazione
ai programmi degli studenti più
meritevoli e bisognosi di sostegno
economico (si va dalle borse che
coprono totalmente la quota di partecipazione, a quelle che coprono
una percentuale variabile tra il 20%
e il 60% della stessa). A queste se
ne aggiungeranno da metà settembre in poi altre centinaia, tra borse
di studio totali e contributi sponsorizzati, grazie alla collaborazione
tra la Fondazione Intercultura e diverse aziende, banche, fondazioni
ed enti locali (l'elenco sarà via via
aggiornato sul sito www.intercultura.it).
Per gli studenti che frequentano all'estero l'intero anno scolastico, la
normativa scolastica italiana rico-
D
nosce la possibilità di accedere alla
classe successiva senza ripetere l'anno. Il Ministero dell''Istruzione ha
chiarito che le esperienze di studio
all''estero sono "parte integrante dei
percorsi di formazione e di istruzione" e che sono "valide per la riammissione nell''istituto di provenienza".
"Quest'estate, quasi 2.000 studenti
da tutta Italia hanno iniziato un cammino che proseguirà per tutta la
loro vita. Sono la prossima generazione di innovatori, di coloro che
costruiranno il cambiamento". Così
Roberto Ruffino, segretario generale
dell''Associazione. Che aggiunge:
"A partire dai nostri studenti, fino
alle loro famiglie, alle loro scuole,
alle loro comunità, i programmi di
Intercultura cambiano la vita delle
persone coinvolte. Coraggio, volontariato ed apprendimento sono parte
del nostro dna della nostra organizzazione che, a livello internazionale,
ha festeggiato 100 anni. Quale sarà
l'impatto che queste persone avranno
nel mondo? Sarà quello di creare il
cambiamento. E' questo ciò che fanno. Questo è quello che chiamiamo
l'effetto Intercultura"
Dalla Cina alla Colombia, dall'Indonesia al Brasile, le destinazioni
scelte dagli studenti di Intercultura
per frequentare il nuovo anno scolastico all''estero. Al momento sono
1871 ragazzi tra i 15 e i 17 anni si
stanno imbarcando, scaglionati nel
corso di tutta l'estate. Il 69% di
questi ragazzi per un totale di
1.295 di loro, parte con una Borsa
di studio totale o parziale erogata
dal fondo Borse di studio di Intercultura o da uno dei numerosi
sponsor che investono nel futuro
dei figli dei propri dipendenti o
dei giovani più promettenti del
loro territorio. Si conferma anche
quest'anno il forte interesse verso
i cosiddetti Paesi emergenti. La
scomposizione in percentuale per
continenti dei 1.871 studenti in
partenza quest'estate rileva quote
di tutto rispetto per l''America latina (22,7%) e l''Asia (13,8%), numeri largamente superiori a quelli
che la stessa Intercultura registrava
nell''anno Duemila. Paesi come la
Cina, l'India, la Malesia, il Costarica,
l'Honduras e l'Ecuador si sono presentati nel panorama degli scambi
con quote di partecipazione significative. Quindi: Europa (35,6%),
Nord America (22,0%), Oceania
(4,8%) e Africa (1,1%).
NON SOLO L’ITALIA, DOVE CONTINUANO A FARE SHOPPING DI TUTTO, NEL MIRINO DEI RICCHI CINESI
Pechino senza confini all’assalto dell’Australia
È soprattutto quel mercato immobiliare, dopo la bolla interna, ad interessare gli investitori
on solo all’assalto dell’Italia,
dove ai classici negozi a
società, banche e aziende
di prestigio stanno entrando un
po’ dovunque, adesso i cinesi allargano il loro spettro d’azione, e
di investimenti, e arrivano fino in
Australia
Le politiche economiche di Pechino, volte a frenare la crisi del
mercato immobiliare cinese non
sono infatti bastate ad allontanare
lo spettro di una bolla immobiliare.
E così in tutto il Paese si assiste a
una brusca frenata delle vendite,
a sempre meno cantieri in costruzione e a banche sempre più
caute nella concessione di finanziamenti. Il recente crollo dei mercati finanziari legato all’estrema
volatilità dei listini cinesi ha certamente alimentato le crepe alle
fondamenta di un mercato, quello
immobiliare, già ampiamente critico: intere città costruite in periodi
non sospetti sono oggi vere e
proprie città fantasma. Quello
delle città fantasma è un fenomeno
piuttosto diffuso in Cina: nelle città
una casa su cinque risulta vuota.
La metà di queste sono state vendute ma nessuno ci abita. Le restanti non sono mai state vendute.
Cosa ha spinto i costruttori cinesi
a investire così tanto? Prima di
N
tutto il massiccio processo di urbanizzazione che dal 2011 ha
visto milioni di contadini spostarsi
dalle zone rurali alle aree urbane
in cerca di migliori condizioni di
vita. Solo nel 2014 i cinesi che si
sono spostati verso i grandi centri
urbani sono stati 18 milioni. Quindi
l’accessibilità al credito: le grandi
aziende e i grandi gruppi immobiliari cinesi hanno sempre potuto
contare sull’appoggio delle banche e sui prestiti garantiti. Terzo –
ma non ultimo punto – il fatto che
per i cinesi la casa è sacra e tutti
puntano all’acquisto di un’abitazione di proprietà.
La crisi cinese ha parzialmente
frenato anche gli investitori stranieri. Al contrario, chi ha le possibilità economiche, sta cercando
opportunità di investimento nel
mercato immobiliare australiano.
Secondo l’analisi di Casa.it sulla
base dei dati raccolti dal portale
cinese myfun.com, anch’esso facente parte di Rea Group, il mercato australiano si conferma una
delle mete guardate con più interesse dai cinesi, tanto che la
Cina è il secondo mercato per
importanza per il paese.
Sempre più cinesi, infatti, stanno
cercando di diversificare la loro
ricchezza in beni immobiliari all’estero : gli acquirenti cinesi
stanno facendo shopping di proprietà australiane. L’interesse è
talmente forte che molti agenti
immobiliari australiani stanno creando sedi a Pechino e Shangai
per approfittare dell’aumento della
domanda.
“Gli investitori cinesi sono molto
esigenti e prediligono case moderne e nuove di zecca, in zone
comode e ben servite, inoltre
amano particolari che le rendono
glamour e uniche – dichiara Daniele Mancini, General Manager
European Operations per Rea
Group e Amministratore Delegato
di Casa.it -. I cinesi benestanti da
circa due anni puntano in particolare al mercato australiano, anche se le operazioni immobiliari
in Europa, Italia compresa, continuano ad aumentare di mese in
mese. Le famiglie cinesi benestanti scelgono l’Oceania per garantire ai loro figli un buon grado
di istruzione e per questo molto
spesso acquistano lì proprietà
immobiliari. In Australia studiano
circa 150.000 studenti cinesi e i
loro genitori acquistano case che
oggi vengono utilizzate per il
soggiorno durante gli studi e in
futuro diventeranno un rifugio per
la pensione”.
RAPPORTO IPER-UGL
SULL’ANDAMENTO DEI PREZZI
Roma, Napoli e Milano
restano le città più care
ncora una volta sono Roma, Napoli e Milano le
città più costose d'Italia, mentre i centri di
provincia come Ascoli Piceno, Terni e Trieste
sono più convenienti. Lo dichiara, in una nota, il
segretario confederale Ugl Fiovo Bitti, illustrando i dati
inseriti nel rapporto Iper-Ugl sull'andamento dei prezzi
nei grandi centri urbani. In realtà, si legge nel rapporto,
"non esiste differenza fra Nord, Centro e Mezzogiorno:
il costo della vita è maggiore nelle città più popolose,
con qualche eccezione come Torino e Palermo. Ad
avere questo triste primato, infatti, sono ancora Roma,
Milano e Napoli con il costo della vita mediamente più
alto rispetto alla media nazionale del 25-30%. Bergamo,
Trieste, Verona, Ascoli Piceno e Grosseto registrano
una crescita dello 0,2%, il dato più alto del mese.
Nessuna variazione, invece, si registra ad Ancona,
Firenze, Perugia, Pisa, Roma, Caserta e Pescara". "Su
base annua - conclude - il calo maggiore si registra al
Nord (-0,11%), seguono il Centro (-0,06%) e il Sud (0,05%), mentre su base nazionale la diminuzione è
dello 0,1%. A livello di città, il calo più consistente è a
Bologna e Ancona (-0,5%); rispetto all'ultimo rilevamento,
quando soltanto Roma e Bari erano in territorio positivo,
sono in crescita i capoluoghi in cui si registra un incremento su base annua. Ciò nonostante, a livello nazionale
il dato è ancora negativo dello 0,1%".
A
5
Domenica 19 luglio 2015
ESTERI
AD ATENE GIURANO I NUOVI MEMBRI DEL GOVERNO SCELTI DA TSIPRAS PER FAR FUORI L’ALA PIÙ ESTREMISTA DI SYRIZA
Il sisma greco arriva fino in Germania
Il ministro delle Finanze Schäuble dopo il braccio di ferro con la Merkel: “Pronto a dimettermi”
di Igor Traboni
nuovi ministri e viceministri scelti dal premier greco Alexis Tsipras per il rimpasto i
governo, che di fatto
ha portato ad eliminare tutti
gli esponenti dell'ala più radicale di Syriza hanno prestato
giuramento davanti al presidente della repubblica, Prokopis Pavlopoulos. In tre, tra i
quali il nuovo viceministro
delle Finanze Alexiadis Trifonas, hanno scelto la formula
religiosa assistiti da un vescovo, mentre gli altri hanno
optato per la formula civile.
E mentre da Atene l’ex ministro e sodale di Tsipras,Yanos
Varoufakis, fa sapere che a
suo giudizio le riforme concordate tra Atene e l'Ue nel
cosiddetto Agreekment "saranno un fallimento”, altre novità arrivano dalla Germania.
Il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble
sarebbe anche pronto ad un
passo politicamente estremo,
ovvero a dimettersi, qualora
dovesse perdurare il braccio
di ferro che lo vede contrapposto alla cancelliera Angela
DOPO LA FIRMA SUL NUCLEARE
I
L’Iran attacca gli Usa,
accordo già in fumo?
pochi giorni dallo storico
accordo di Vienna sul programma nucleare, a sorpresa – visto il clima più disteso
che si era venuto a creare l'ayatollah Ali Khamenei ha di nuovo
sferrato un attacco nei confronti
degli Stati Uniti.
Non cambierà - ha detto la guida
suprema dell'Iran - la politica
iraniana nei confronti del governo
americano e della sua “arroganza”, né la politica di sostegno
dell'Iran ai suoi "amici" nella regione. La "Repubblica islamica
d'Iran non rinuncerà a sostenere
i suoi amici nella regione, i popoli
oppressi di Palestina, dello Yemen, i popoli e i governi siriani
e iracheni, il popolo oppresso
del Bahrein e i combattenti della
resistenza in Libano e in Palestina. La nostra politica non
A
Merkel sulla cisi greca.
E questo nonostante un certo
riavvicinamento che c’è stato
per il voto al Bundestag, con
il via libera ad ulteriori aiuti
nei confronti di Atene. L’altro
ieri, come noto, la camera
bassa del Parlamento tedesco
ha infatti approvato a larga
maggioranza il mandato negoziale per un terzo pacchetto
di aiuti alla Grecia da 86 miliardi di euro. Dalla Cdu e
dalla Csu sono comunque arrivati 60 dei 119 voti contrari.
La possibilità che il ministro
tedesco possa farsi da parte
è stata adombrata ieri da Der
Spiegel che ha raccolto proprio delle dichiarazioni del
diretto interessato: "I politici
hanno delle responsabilità
dal loro incarico", ha detto il
ministro delle Finanze al settimanale tedesco, spiegando
che nessuno può obbligarli a
compiere scelte contrarie alle
loro convinzioni. "Se qualcuno
ci dovesse provare, potrei
andare dal presidente a ras-
segnare le mie dimissioni".
Nel colloquio con il sito internet del giornale, Schaeuble
ha anche riconosciuto di aver
avuto delle opinioni diverse
da quelle di Angela Merkel
in merito al salvataggio della
Grecia: "Fa parte del gioco
democratico avere opinioni
diverse di tanto in tanto". Davanti al Bundestag Schaeuble
ha difeso la sua conduzione
dei negoziati nel corso della
crisi greca, compresa la sua
proposta di una Grexit tem-
poranea. "Sono convinto che
questa soluzione può funzionare", ha affermato il ministro
cambierà di fronte all'arrogante
governo americano", ha aggiunto
Khamenei, le cui parole sono
state accolte dagli oramai tradizionali cori di "morte all'America",
"morte a Israele".
Khamenei ha poi insistito sul
fatto che "le politiche degli Stati
Uniti nella regione sono opposte
a quelle della Repubblica islamica
d'Iran". Il numero uno iraniano,
che è anche il capo delle forze
armate, ha sottolineato la determinazione del suo Paese nel
preservare intatte le capacità militari. "Per quel che riguarda la
conservazione delle capacità militari e difensive, in particolare in
questo clima di minaccia creato
dai nemici, la Repubblica islamica
non accetterà mai le richieste
eccessive dei nemici", ha concluso il leader iraniano.
cristiano-democratico parlando infine dell’accordo comunque raggiunto.
OLTRE 100 LE VITTIME IN UN MERCATO
Kamikaze fa strage in Iraq
alla fine del Ramadan
ontinua a salire con il passare delle ore il bilancio di
un attacco suicida, rivendicato dall'Isis su twitter, avvenuto in un mercato a Khan Beni
Saad, in Iraq, affollato da persone
che festeggiavano la fine del Ramadan. Fino a ieri sera la triste
contabilità dei morti era di 155
persone, comprese numerose
donne e almeno 15 bambini,
con altre cinquanta persone ferite,
molte delle quali in maniera abbastanza grave.
Khan Bani Saad è una città abitata
prevalentemente da sciiti ed situata a 20 km a nord della capitale
Baghdad. Il kamikaze ha fatto
esplodere l’autobomba nel cuore
della zona commerciale della
città, che pullulava di gente uscita
C
per gli acquisti in preparazione
di Eid al-Fitr, la festa che in tutto
il mondo musulmano segna la
fine del Ramadan. L’attentato,
uno dei più gravi da quando
l’Isis ha conquistate vaste zone
del Paese, ha fatto crollare diversi
edifici schiacciando sotto le macerie intere famiglie.
Una parte della provincia di Diyala, nella quale si trova la cittadina,
è stata presa lo scorso anno dai
miliziani. L'esercito di Baghdad
e i miliziani curdi hanno poi riconquistato quelle aree, ma gli
scontri continuano.
Il governo di Diyala ha proclamato
tre giorni di lutto e ha ordinato
la chiusura di tutti i parchi fino
al termine della festività per
motivi di sicurezza.
6
Domenica 19 luglio 2015
DA ROMA E DAL LAZIO
NON È STATO CONVALIDATO L’ARRESTO DI GIORGIO MORI (FDI), SCHIERATOSI IN DIFESA DELLE DONNE DISTESE A TERRA IN SEGNO DI PROTESTA
Profughi: difendi il territorio?
Adesso rischi il Daspo
Messaggi di solidarietà ai residenti di Casale San Nicola. Storace: “Se al prefetto Gabrielli piacciono
le cariche di polizia, ne ordini una in Campidoglio. I nemici di Roma li trova da quelle parti”
ietato difendere il proprio
territorio. Si rischia il Daspo (Divieto di accedere
alle manifestazioni sportive). Sì, perché il questore
di Roma, Nicolò D’Angelo, ha aperto
un fascicolo per l’erogazione del
Daspo per tutti coloro che saranno
individuati in esito alle indagini sui
disordini di venerdì scoppiati a Casale San Nicola, a Roma Nord, per
l’arrivo di 19 profughi ospitati nell’ex
scuola Socrate.
Grazie alla normativa introdotta dal
governo l’estate scorsa, infatti, il divieto di assistere alle manifestazioni
sportive può essere emesso nei confronti di chi si è macchiato di reati
contro l’ordine pubblico.
Eppure, quella andata in scena l’altro
ieri, era inizialmente una manifestazione pacifica da parte dei residenti
della zona, insieme a un gruppo di
esponenti di Fratelli d’Italia e di Casapound.
Un ‘muro’ umano di anziani, donne
e uomini per dire no al centro di accoglienza. Poi gli scontri, preceduti
dal diktat del prefetto di Roma, Franco Gabrielli: “Non faremo nessun
passo indietro, rimuoveremo il blocco”, ricordando la regolarità del
bando sull’ex scuola rimessa a nuovo
V
per ospitare 101 profughi. Con il
conseguente plauso del Pd.
La situazione è tornata alla normalità,
ma resta il clima di tensione. I residenti non intendono mollare, rispondendo anche alle polemiche sul tricolore, avanzate, tra i tanti dell’area
di sinistra, da Gad Lerner.
“Se il problema è la bandiera italiana
ditelo, altre bandiere qui al presidio
San Nicola non ce ne sono e non ce
ne saranno”, ha chiarito Ilaria Morichelli, con vena polemica, del comitato di quartiere. Mentre Francesca
Sanchietti, sempre del comitato, ha
invitato il sindaco Marino a recarsi
a Casale San Nicola.
“Non è mai intervenuto. Molte realtà
in Italia, invece, si stanno risolvendo
grazie all’intervento e alla vicinanza
dei sindaci e delle istituzioni”, ha
scandito.
Tantissimi i messaggi di solidarietà
e di sostegno per i residenti, ai quali
si è unito Francesco Storace (La Destra):“Esprimo solidarietà e vicinanza
ai cittadini di San Nicola. Se al prefetto
Gabrielli piacciono le cariche di
polizia, ne ordino una in Campidoglio. I nemici di Roma li trova da
quelle parti”.
Subito dopo i tafferugli sono state
fermate due persone, Giorgio Mori
(responsabile dell’immigrazione di FdI-An) e Stefano Caradonio di Militia,
a cui è stato convalidato
l’arresto ma senza misure
cautelari.
Non è stato, invece, convalidato il fermo per
Mori, schieratosi a difesa
delle donne distese a
terra in protesta contro
il trasferimento dei profughi, al quale ha portato
solidarietà Giorgia Meloni, presidente di FdI.
“Questa sentenza, che
arriva dopo una notte
passata in carcere, dimostra che abbiamo fatto
anche questa volta il nostro lavoro. Abbiamo difeso i cittadini da una
politica incapace – ha
spiegato l’ex ministro,
che ha atteso la sentenza del tribunale di piazzale Clodio all’ingresso
del polo giudiziario - di affrontare
seriamente il problema dell’immigrazione e continueremo a farlo a
Casale San Nicola come su tutto il
territorio della capitale e su tutto
quello nazionale, fino a quando Renzi,
Alfano, Marino e tutti i responsabili
di queste politiche non capiranno
che stanno producendo una guerra
tra poveri”.
Ha parlato anche Mori: “Quanto è
accaduto è il frutto del clima di odio
distribuito su tutto il territorio romano
che deriva dall’assenza di controllo
dell’immigrazione”, ha spiegato il
dirigente di FdI-An, sottolineando
che “oggi l’accoglienza viene imposta a colpi di business e di bandi.
Milioni di euro vengono destinati
per collocare indistintamente centri
in qualsiasi punto del territorio della
capitale. Noi rimaniamo al fianco
delle forze dell’ordine - ha concluso
- che sono state lasciate colpevolmente da sole”.
SODDISFATTI IL SINDACO MARINO, LA MUNICIPALIZZATA E CGIL-CISL-UIL
Atac: ecco il nuovo contratto
Aurigemma (FI) contro il presidente dell’azienda Grappelli:
“Chieda scusa ai cittadini per i disagi e le inefficienze”
utto fatto. L’Atac e i sindacati
principali, Cgil-Cisl-Uil, hanno messo nero su bianco il
nuovo contratto dei dipendenti
della più grande municipalizzata
italiana. Un nuovo contratto non
sottoscritto dall’Ugl, perché, a
quanto trapela nei suoi ambienti,
i provvedimenti presi non risolveranno i problemi del trasporto
pubblico romano.
Spazzati via tutti i vecchi bonus
in busta paga, che venivano distribuiti a pioggia e senza alcun
T
legame con il rendimento dei singoli dipendenti. Compresa l’integrazione alla busta paga degli autisti introdotta anni fa per via delle
particolari condizioni usuranti a
cui erano sottoposti, pari a circa
350 euro. Un taglio che ha mandato su tutte le furie gran parte
dei lavoratori, che, a loro volta,
hanno chiesto il taglio degli stipendi
dei dirigenti, almeno 80 contro i
30 dell’azienda del Comune di Milano. “Vogliono risanare l’azienda
con i nostri stipendi”, hanno la-
mentato alcuni autisti, aggiungendo: “Non c’è paragone fra le
condizioni con cui lavoriamo rispetto a quelle dei nostri colleghi
delle grandi città”.
Ma i nuovi salari accessori saranno
legati all’effettiva produttività dei
lavoratori. Aumenta il monte ore,
che passa da 736 a 950 ore all’anno, avvicinandosi così ai livelli
di Milano e Napoli.
“Lavoriamo solo qualche ora in
meno rispetto ai colleghi di Milano”, hanno precisato invece gli
autisti.
Soddisfazione è stata espressa
dal sindaco Ignazio Marino, che
ha parlato di “un accordo straordinario” che “introduce il badge,
orari di lavoro in linea con le altre
città italiane e retribuzioni legate
alla produttività. Grazie ad azienda
e sindacati. Ora basta con i disagi
intollerabili - ha aggiunto - delle
ultime settimane”.
Gli ha fatto eco l’assessore dimissionario ai Trasporti e alla Mobilità, Guido Improta, che ha ricordato alcune novità dell’accordo:
“Macchinisti alla guida per 950
ore all’anno, autisti per 6 ore e 20
minuti al giorno, con turni a nastro.
Sono stati inoltre 106 accordi che
ridefiniscono la contrattazione di
secondo livello di tutte le famiglie
professionali”. Scaricando poi la
palla sul governo e la Regione
Lazio: “Ora tocca a Governo e
Regione Lazio accettare la sfida
di risolvere i problemi strutturali
del trasporto pubblico a Roma”.
Inoltre, le autofficine resteranno
aperte h24 consentendo la manutenzione dei mezzi senza discontinuità.
Un accordo che piace anche al
presidente di Atac, Roberto Grappelli, che ha ringraziato l’amministratore delegato Danilo Broggi,
il direttore generale Francesco Micheli e i vertici dei sindacali per il
lavoro svolto.
“Risultano a dir poco vergognose
le parole del presidente Grappelli”,
ha detto invece l’ex assessore alla
Mobilità e capogruppo di Forza
Italia alla Pisana, Antonello Aurigemma, bocciando l’accordo sul-
l’aumento dei livelli di produttività,
secondo cui “dovrebbe scusarsi
con i cittadini e gli utenti per i
disagi e le inefficienze che devono
incontrare ogni giorno, proprio a
causa dell’incapacità dell’amministrazione”.
Mettendo in risalto le problematiche
con cui sono costretti a convivere
i romani, i pendolari e i turisti.
“I cittadini, pensiamo ai pendolari
della Roma Lido, sono esasperati,
visto che sono costretti a viaggiare
in condizioni insostenibili e molto
spesso disumane. Forse Grappelli
- ha concluso Aurigemma - doveva di questo parlare e forse
doveva ‘ringraziare’ il management per gli errori commessi in
questi mesi e per il totale abbandono in cui hanno lasciato utenti
e pendolari”.
ILEANA ARGENTIN, DEPUTATA PD, BACCHETTA IL SINDACO MARINO E L’ASSESSORE DANESE
“Roma non è una città per disabili”
Lo sfogo della parlamentare dem affetta da amiotrofia spinale
oma non è una città per disabili. E’
il grido d’allarme di Ileana Argentin,
affetta da amiotrofia spinale costringendola sulla carrozzina, deputata del
Partito democratico.
La parlamentare dem non ci sta e punta il
dito nei confronti del sindaco Ignazio
Marino e l’assessore alle Politiche sociali,
R
Francesca Danese, rei delle gravi problematiche con cui sono costretti a convivere
i portatori di handicap nella Città Eterna,
che dovrebbe essere accessibile a chiunque.
“A Roma ancora grandi difficoltà per garantire alle persone con disabilità l’assistenza. Il Comune è allo stremo delle forze
e ai minimi termini economicamente. Di
conseguenza, vengono forniti sempre
meno servizi sociali alle persone che
vivono uno status di handicap. Cari assessora Danese e sindaco Marino, capisco
tutte le beghe e il dramma di “mafia
capitale” ma qualsiasi realtà sociale è
ormai imprigionata da un immobilismo
che fa sentire sempre più soli e trascurati
gli ‘ultimi’”. E’ lo sfogo della Argentin, da
sempre attiva sul fronte delle politiche
sociali e portavoce dei disabili.
Problematiche ampliate dal sole cocente
di questi giorni.
“Non possiamo continuare a guardare ha aggiunto - il caldo sta amplificando le
sofferenze delle persone più deboli e i
molti iscritti nelle liste d’attesa per ottenere
l’assistenza domiciliare e indiretta non
ce la fanno più”, ha scandito la parlamentare del Partito democratico, che è
poi entrata nel vivo del toto-nomine sul
più che certo rimpasto di giunta, travolta
da “Mafia capitale”.
“Leggo sui quotidiani che forse l’onorevole
Marco Causi sarà il prossimo vice sindaco
di Roma. Questo mi rassicura e mi dà
fiducia per il domani, in quanto conosco
bene Marco che insieme a me ed altri ha
fatto parte dell’ex Giunta Veltroni. Morassut
o Causi, purché la carica di vicesindaco
abbia una punta di diamante. Se fosse
Causi - ha concluso - sono certa che i
conti torneranno”.
Anche la Argentin ha bocciato senza mezzi
termini i primi due anni dell’esperienza
Marino.
7
Domenica 19 luglio 2015
STORIA
GRANDE GUERRA / 52
Isonzo, atto secondo
I guadagni territoriali per l’Italia sono minimi, moltissimi i caduti.
Ma la guerra è “una faccenda aspra, dura e lunga assai”
di Emma Moriconi
lla vigilia della seconda
battaglia dell'Isonzo, il 15
luglio le nostre truppe
avevano occupato la cima
di Falzarego, il 16 i passi
di Venerocolo e di Brizio. Successi
anche sui contrafforti che dal Col di
lana giungono a Salasei e ad Agai.
In generale, nell'estate del '15, il
fronte trentino-carnico portò buoni
risultati ai nostri uomini. Sull'altro
fronte pure vi furono successi, sebbene più contenuti, con un avanzamento che, sebbene piccolo, fu pur
sempre un avanzamento, purtroppo
a costo di moltissime vite umane.
18 luglio 1915: inizia per l'Italia la
seconda battaglia dell'Isonzo, che
durerà fino alla metà di agosto. Le
nostre truppe avanzeranno un poco,
e lasceranno moltissimi caduti sul
campo.Trentasei chilometri di fronte,
obbiettivo il Monte San Michele,
dove i nostri soldati giunsero il 20
luglio ma la conquista durò un solo
giorno: il 21 vennero ricacciati indietro dagli austro-ungarici. Nel frattempo nella zona di Monfalcone si
tentava di assaltare il Monte Cosich:
anche qui tante perdite e pochi risultati. E lo stesso copione si ripete
per gli assalti al Monte Sabotino e
al Calvario. I nostri soldati subiscono
le piogge e le raffiche di vento, nebbia, non hanno tregua. La situazione
di stasi, le difficoltà della zona, il clima, le malattie sfiduciarono i nostri
ragazzi ma anche il nemico era provato. Si parla di cinquantamila vittime
italiane e di quasi altrettante austriache. La zona dell'Isonzo è aspra.
Ecco uno stralcio del bollettino del
19 luglio: "Lungo la frontiera dell'Isonzo l'offensiva che le nostre truppe con lenta, ma aspra e diuturna
lotta vi svolgono da qualche tempo,
ha ieri conseguito sensibili successi.
A
Dopo risoluta e sanguinosa azione
durante la quale l'accordo tra l'avanzata delle fanterie e l'appoggio delle
artiglierie pesanti, e campali si rilevò
perfetto, la nostra occupazione sull'altipiano del Carso poté progredire". I bollettini dei giorni successivi
parlano di "lenti progressi" e di trinceramenti conquistati, di forti perdite
nemiche e di prigionieri catturati. Il
Monte dei Sei Busi venne "più volte
conquistato e perduto, restando infine
in gran parte in nostro possesso". E
aggiunge: "L'avversario fece anche
uso di bombe e granate producendo
gas asfissianti, dai quali le nostre
truppe si protessero con le masche-
re". Una Stefani del 28 luglio diceva
tra l'altro: "Gli Austriaci, sloggiati
dalle loro trincee tentarono varie
volte contrattacchi in grandi masse
e con l'ordine perentorio di ricacciarci a qualunque costo oltre l'Isonzo;
ma anche in questi casi le nostre artiglierie crearono ampie zone di fuoco e non consentirono più al nemico
né l'attacco né la ritirata. E le nostre
fanterie, con magnifici assalti alla
baionetta compirono l'opera annientando interi riparti e facendo larghe
retate di prigionieri. Alle belle azioni
dei bravi cannonieri corrispose pienamente la risoluta offensiva degli
eroici fucilieri [...] L'importanza dei
nostri successi è dimostrata dalla
pertinacia con cui il Comando austriaco volle contrastare la nostra
avanzata e riconquistare le posizioni
sull'altipiano del carso. Molte masse
di truppe fresche ci furono lanciate
contro nella speranza di spezzare le
nostre linee e di ricacciarci dal monte
nella valle e oltre il fiume". Segue
un elenco di azioni eroiche dei nostri
soldati, il clima di assoluta compostezza che li caratterizzava. In effetti
eroici lo furono davvero, quei giovani.
Sull'Isonzo ad ottobre ci sarà la terza
offensiva.
Benito Mussolini il 18 luglio scriveva
sul Popolo d'Italia: "La guerra [...] è
CULTURA E MEMORIA
POETI IN TRINCEA
Renato Serra: Monte Podgora, 20 luglio 1915
aggiù in città si parla forse ancora di partiti, di tendenze opposte, di gente che non va d'accordo. Ma io vivo in un altro luogo. In
quell'Italia che mi è sembrata sorda e
vuota quando la guardavo soltanto. Ma
adesso sento che può essere piena di
uomini come sono io, stretti dalla mia
ansia e incamminati sulla mia strada, capaci di appoggiarsi l'uni all'altro, di vivere
e di morire insieme”. Con queste parole
Renato Serra, illustre critico letterario di
famiglia benestante e di tradizione risorgimentale, descrive la sua Guerra.
Nato nel 1884 a Cesena, Renato conclude
gli studi a 16 anni, con altissimi voti. Poi
si iscrive all'Università di Bologna e si
laurea con una tesi su Petrarca. In seguito
perfeziona i suoi studi a Firenze e, dopo
aver assolto agli obblighi di leva, torna
nella sua città natale, dove gli viene offerto
un lavoro come bibliotecario. Nel frattempo continua a dedicarsi alle sue numerose passioni: latino, greco, filosofia,
letteratura, critica. Inoltre collabora alla
creazione di un dizionario Italiano – Latino
e scrive articoli e saggi.
Quando anche l'Italia entra nel Primo
“L
conflitto mondiale, Renato si arruola. E'
l'inizio di aprile del 1915 e poco prima
di partire, pubblica una delle sue opere
più importanti: “Esame di coscienza di
un letterato”. Al fronte arriverà soltanto il
6 luglio, dopo aver smaltito, a tempo di
record, i gravissimi postumi di un incidente
stradale.
Anche in guerra Serra continua a scrivere:
il suo diario, pubblicato in seguito, è la
testimonianza diretta del vissuto di quello
che alcuni hanno chiamato l'eroe intellettuale del sacrificio in trincea. Scrive
della solitudine dei soldati e della guerra
personale di ciascuno, fatta di paura e
coraggio, stanchezza, istinto e intelligenza.
Parlando di sé stesso scrive: “Tutto il mio
essere è un fremito di speranza a cui mi
abbandono. Il presente mi basta. Non
voglio né vedere né vivere al di là di
questa ora di passione. Comunque debba
finire, essa è mia”.
Finisce sul Podgora la vita di Renato
Serra. Il 20 luglio, durante un combattimento, viene colpito in fronte. “Sotto il
fuoco vivissimo di fucileria – si legge
nella motivazione della medaglia che gli
viene conferita – dava ai suoi bell'esempio
una faccenda aspra, dura e - con
tutta probabilità - lunga assai. Oh!
Certo, sarebbe stato 'comodo' - troppo comodo! - volare di vittoria in
vittoria: ogni passo, una conquista;
ogni scontro, un successo. Che gioia
per coloro che seguono - armati di
bandierine - le operazioni di guerra
sulle carte geografiche, potere ogni
mattina piantare il vessillo sulle cime
dei monti, lungo il corso dei fiumi,
sulle città tanto a lungo agognate e
finalmente redente! Ma la guerra
non è così rapida come lo spostamento delle bandierine. Il Kaiser ad
esempio - che aveva fissato un pranzo
a Parigi per la metà di settembre si trova oggi - dopo dodici mesi - a
... digiuno". E, più avanti: "Quando il
generale Cadorna annuncia che 'non
vi è nulla di nuovo', bisogna rassegnarci e tacere. Se noi avessimo gli
austriaci nel Veneto o, peggio, in
Lombardia, come prevedevano - o
vagheggiavano? - gli italiani del
'ben vengano', la 'situazione invariata'
dovrebbe preoccuparci e rattristarci.
Ma la nostra 'situazione invariata' è
in territorio straniero, in alcuni luoghi
a molte decine di chilometri dal
vecchio confine, dobbiamo quindi
sentire tanto maggiormente il dovere
di rintuzzare la nostra curiosità, di
frenare le nostre impazienze".
Mentre iniziava la seconda battaglia
dell'Isonzo, in Italia si concludeva la
sottoscrizione del secondo prestito
nazionale e sempre il 18 luglio 1915
il sommergibile austriaco U-4 affondò
il nostro incrociatore corazzato Giuseppe Garibaldi, impegnato nel
bombardamento della ferrovia Ragusa-Cattaro. Il Garibaldi era stato
varato nel 1899 e durante la guerra
italo-turca era stata la nave insegna
dell'ammiraglio Thaon di Revel. Il
relitto del Garibaldi fu rinvenuto vicino alle coste dalmate nell'agosto
del 2009. [email protected]
Gli eventi per celebrare
l’illustre letterato
ell'ambito delle iniziative
organizzate in occasione del centenario della
Grande Guerra, sono numerose, in provincia di Cesena,
quelle dedicate al ricordo di
Renato Serra.
Il ricco programma prevede
una serie di appuntamenti tra
conferenze, presentazione di
libri, musica, teatro, mostre,
cinema, visite e itinerari cittadini sul filo della memoria,
alla ricerca dei ricordi serriani
e della Cesena di un secolo
fa. Tra i vari eventi (dettagli
indicati nel sito www.emiliaromagnaturismo.it) dedicati
a Renato Serra, il 20 luglio presso il Chiostro di San Francesco - andrà in scena la narrazione per voci, musiche e
suoni “Una coscienza in guerra”. Il 25 luglio è poi in programma “Renato Serra. Il letterato e l'apocalisse”. Il 2 e 3
dicembre prossimi, inoltre, il
N
di calma e disprezzo del pericolo. Cadeva
ferito alla fronte sulla trincea nemica conquistata”. Aveva 31 anni.
Cristina Di Giorgi
Teatro Verdi ospiterà il reading
“Renato Serra, il letterato in
trincea”.
Per quanto riguarda le mostre,
il 3 ottobre aprirà “Caduti cesenati nella Grande Guerra”,
con una vetrina dedicata a
Serra con fotografie, cartoline
spedite dal fronte e pagine
autografe della sua opera più
nota, “Esame di coscienza di
un letterato”.
Di notevole interesse, ancora,
le “Camminate letterarie nella
Cesena di Renato Serra”: passeggiate serali con cadenza
mensile che “si dipaneranno
lungo i luoghi serriani. Durante
il percorso ci saranno soste
in cui, di volta in volta, saranno
proposte letture tratte da opere
di vari autori del periodo bellico”. Infine, apertura straordinaria di Casa Serra dal 5 al
20 dicembre, con visite guidate
a cura degli studenti dell'Istituto
Tecnico “Renato Serra”. CdG
8
Domenica 19 luglio 2015
ECONOMIA
LA PRESSIONE FISCALE DEL BELPAESE SUPERA QUELLA DI GERMANIA, INGHILTERRA, SPAGNA E PORTOGALLO
Nessuno paga più degli italiani
Se il carico fiscale fosse in linea con l’Europa risparmieremmo 904 euro l’anno. Ma rischiamo un altro aumento
di Giuseppe Sarra
ovecentioquattro euro. Sarebbe il risparmio di ogni italiano se il carico
fiscale del nostro Paese fosse in linea
a quello europeo. E’ quanto ha scoperto
l’Ufficio studi della Cgia di Mestre, mettendo
a confronto la pressione fiscale dei principali
Stati membri dell’Unione europea registrata
nel 2014.
Il risultato, come era facilmente prevedibile,
vede l’Italia occupare le primissime posizioni
della graduatoria dei contribuenti più tartassati
d’Europa. Il dato peggiora se mettessimo a
confronto la media dei nostri stipendi con
quelli dei cittadini degli altri Paesi europei.
Tornando al sondaggio, tra i principali Paesi
dell’Ue presi in esame, la pressione fiscale
più elevata si riscontra in Francia. A Parigi, il
peso complessivo di imposte, tasse, tributi e
contributi previdenziali è pari al 47,8 per
cento del Pil. Seguono il Belgio, con il 47,1
per cento, la Svezia, con il 44,5 per cento,
l’Austria, con il 43,7 per cento e, al quinto
posto, l’Italia.
Ma lo scorso anno, e difficilmente migliorerà
nel 2015, la pressione fiscale italiana si è
fermata al 43,4 per cento del Pil, vantando
così un primato europeo per nulla invidiabile.
Analizzando la media dei 28 Paesi che compongono l’Ue, invece, emerge che la tassazione
si è stabilizzata al 40 per cento; ben 3,4 punti
in meno che da noi.
Nella comparazione, l’Ufficio studi della CGIA
ha deciso di calcolare anche i maggiori o
minori versamenti che ognuno di noi “sconta”
rispetto a quanto succede altrove. Ebbene, se
la tassazione nel nostro Paese fosse in linea
con la media europea, ogni italiano l’anno
scorso avrebbe risparmiato 904 euro.
N
Quanto sborsiamo in più rispetto agli altri cittadini europei? I tedeschi pagano mediamente
1.037 euro all’anno in meno rispetto a noi.
Analogamente, gli italiani erogano all’Erario
1.409 euro in più rispetto agli olandesi, 1.701
euro in più dei portoghesi, 2.313 euro in più
degli inglesi, 2.499 euro in più degli spagnoli
e ben 3.323 euro in più rispetto agli irlandesi.
Gli austriaci, gli svedesi, i belgi e i francesi,
dal canto loro, sborsano più di noi. Ma la
qualità della vita e i servizi della pubblica
amministrazione sono di gran lunga superiori
a quelli dello Stivale. Insomma: l’italiano paga
di più, ricevendo in cambio servizi più scadenti.
La ricetta è sempre la stessa: razionalizzazione
della spesa pubblica,
tagli agli sprechi, agli
sperperi e alle inefficienze della macchina
pubblica. Ma che non
sembra interessare alla
classe dirigente italiana
al di là degli annunci,
smentiti puntualmente
da qualsiasi rapporto
degli istituti di ricerca
o delle associazioni di
categoria.
L’italiano, però, potrebbe pagare ancora di
più di quanto spende
adesso.
“Entro il prossimo 30
settembre, infatti, a seguito della mancata autorizzazione dell’Unione
europea all’estensione
del reverse charge alla
grande distribuzione, il
governo dovrà reperire 728 milioni di euro ha ricordato la Cgia di Mestre - altrimenti è
previsto un aumento delle accise sui carburanti
di pari importo”. E per evitare un nuovo aumento dei tributi, il governo Renzi dovrà sterilizzare una serie di clausole di salvaguardia
estremamente “impegnative”.
Ma le rassicurazioni del ministro Padoan non
bastano. Palazzo Chigi e il Mef dovranno
trovare oltre 16 miliardi per evitare un aumento
delle entrate di pari importo per l’anno venturo
con la prossima legge di stabilità.
Tagli che dovranno salire a 25,4 miliardi nel
2017 e a 28,2 nel 2018.“Obbiettivi difficilmente
da centrare - ha sentenziato la Cgia - visti i risultati di questi anni”.
Agenzia Regionale per lo Sviluppo
e l’Innovazione dell’Agricoltura del Lazio
L’ANALISI DELLA COLDIRETTI
Agroalimentare
tricolore: è boom
grazie all’Expo
ola l’export (a cominciare dal vino) grazie
all’Expo. E’ aumentata, infatti, la domanda
dei prodotti agroalimentari Made in Italy
all’estero che va dal +19% in Usa al +36% in
India fino al +57% in Cina. Ma risultati estremamente positivi si hanno anche nello stagnante
mercato dell’Ue con un incremento del 5 per
cento. E’ quanto è emerso da uno studio presentato all’Assemblea della Coldiretti sulla base
dei dati Istat a maggio, dal quale si evidenzia
che nel primo mese di inizio dell’Esposizione a
Milano si è registrato un forte balzo del 5,9%
nelle presenze alberghiere in Italia, grazie agli
stranieri (+6,6%) mentre gli italiani crescono
del 5,1%, secondo Federalberghi.
Complessivamente a livello globale le esportazioni agroalimentari Made in Italy hanno fatto
registrare - sottolinea la Coldiretti - un aumento
record del 7 per cento per effetto della ripresa
economica, del tasso di cambio più favorevole,
ma certamente anche per l’impulso positivo
dell’Esposizione universale. Un risultato ancora
più incoraggiante se si considera - precisa la
Coldiretti - il crollo delle spedizioni verso la
Russia (grazie alle sanzioni imposte dall’Ue,
volute anche dal premier Renzi) che ha colpito
importanti comparti dell’agroalimentare, comportando un cedimento del 36% del valore
delle esportazioni.
V
9
8
Domenica 19 luglio 2015
DALL’ITALIA
I DIFENSORI DI SABRINA PARLANO DI “COMPLOTTO CONTRO DI LEI” MENTRE PER LA PROCURA VA CONFERMATO L’ERGASTOLO
Scazzi, il 24 luglio camera di consiglio
Attesa per la pronuncia in secondo grado: la difesa mira all’assoluzione anche per la Serrano
di Emma Moriconi
issata nell'udienza di ieri
per il 24 luglio la camera
di consiglio dei giudici
della Corte d'Assise d'Appello per la sentenza di
secondo grado relativa all'omicidio
di Sarah Scazzi, la quindicenne di
Avetrana strangolata il 26 agosto
2010. Ancora qualche giorno di
attesa per sapere come si sprimeranno i giudici dopo che la difesa
avrà giocato le sue ultime carte. Il
primo grado aveva condannate all'ergastolo Sabrina Misseri e Cosima
Serrano, rispettivamente cugina e
zia della piccola Sarah: omicidio volontario e sequestro di persona. Michele Misseri, zio della giovane vittima, ha una condanna a 8 anni di
reclusione per occultamento di cadavere. Mentre il sostituto procuratore
generale Antonella Montanaro ha
chiesto la conferma delle condanne,
la difesa intende battersi per l'assoluzione delle due donne: secondo
la tesi che porta avanti, infatti, sarebbe
Misseri il solo responsabile del delitto. Lo stesso "zio Michele" ha sempre detto di essere lui l'assassino di
Sarah, ma le sue deposizioni sono
state sempre contraddittorie e non
attendibili.
F
L'accusa conferma la ricostruzione
dei fatti emersa in primo grado:
"Una la tratteneva, l'altra stringeva
intorno al collo una cinta, con chiara
volontà omicida. La difesa ha tentato
di adattare la sua tesi ad alcune testimonianze ed orari, anticipando
di un po' l'orario del delitto ma non
regge. La difesa dice ancora - vorrebbe farvi credere che procura,
investigatori, carabinieri, gip, giudici
del Riesame, della corte d’assise e
perfino della Cassazione hanno
partecipato ad un complotto per
incastrare Sabrina Misseri, ripetendo questa tesi all’infinito per farla
sembrare vera ma questa tecnica
di comunicazione funziona nei talk
show non nelle aule di giustizia,
qui si usano atti ed intercettazioni
che vanno letti per intero”. Secondo
la difesa invece il procuratore generale Ciro Saltalamacchia non
avrebbe dovuto concedere un'intervista al settimanale "Oggi" in cui
sosteneva la tesi dell'accusa. IN aula
il Procuratore Generale ha detto,
riferendosi all'aggressione nei confronti di Sarah: “La madre le diceva
sempre di reagire, di farsi rispettare,
di non uscire con la cugina se poi
questa la maltrattava. Sarah ha pagato con la vita la sua reazione. Gelosia, rabbia, frustrazione sono i
motivi che più frequentemente sono
alla base dei delitti intra-familiari”
ha aggiunto".
Intanto è stato chiesto il rinvio a
giudizio per Ilaria Cavo, la giornalista genovese e neoassessore, ac-
cusata di diffamazione verso la criminologa Roberta Bruzzone e Daniele Galoppa, ex avvocato di Misseri. La Cavo avrebbe rilanciato le
accuse di Misseri verso l'ex difensore e la criminologa: li aveva infatti
incolpati di averlo spinto ad accusare del delitto la figlia Sabrina.
Accuse che hanno portato la Bruzzone e Galoppa alla reazione che
ha portato ora al rinvio a giudizio
della giornalista.
ORTIGIA (SIRACUSA): PREGHIERA E MASSAGGI, UNA GROTTA DEL VAPORE PER MEDITARE IN SILENZIO - SONO DIVERSI I SITI DI QUESTO TIPO IN ITALIA
“Sorella spa”: le Orsoline e l’oasi di benessere
i tratta di un vero e proprio
boom di vacanze quello che
caratterizza questa caldissima estate a Ortigia (Siracusa),
con le Orsoline che alla comunità
di Camaldoli si attrezzano sempre
di più ad accogliere turisti in cerca
di pace interiore e di meditazione.
Vacanze e spiritualità, insomma,
pace e meditazione per tornare
ad apprezzare le meraviglie della
vita e del mondo, coniugando
relax ed elevazione spirituale.
Quella a cui hanno dato vita le
Orsoline ad Ortigia è una vera e
propria spa dove è possibile fare
S
trattamenti estetici, curativi, con
percorsi specifici. Le suore mettono a disposizione dei turisti
anche una "doccia emozionale"
con aromaterapia e cromoterapia
è una grotta del vapore estremamente suggestiva in cui meditare
in silenzio. C'è poi un percorso
Kneipp, piscina, idromassaggio e
centro estetico, oltre a un'area
fitness alla Domus Mariae. La comunità monastica benedettina di
Camaldoli è aperta a tutti, anche i
non credenti sono accettati se
sono "desiderosi di confrontarsi
nel rispetto dei cammini personali",
come spiegano i monaci allAdnKronos, precisando che "accolgono indistintamente laici e religiosi, single e famiglie". A quanto
riferisce l'agenzia c'è affluenza
anche a Bose, presso la comunità
di padre Enzo Bianchi, dove "si
raccomanda di portare sempre
con sé Bibbia e lenzuola (o sacco
a pelo)". E chi ha problemi economici non deve preoccuparsi:
l'offerta è libera "a seconda delle
possibilità". Per quanto riguarda
l'orario nelle giornate feriali, ecco
come funziona: alle ore 5.30 c'è
la campana del risveglio e inizia il
tempo per la colazione. Alle 12.30
è la volta della preghiera di mezzogiorno, alle 13 e alle 19 pranzo
e cena e alle 20 ecco scattare
l'ora del 'grande silenzio'. Nel monastero di Enzo Bianchi può entrare
chiunque, "nessuno - spiega la
comunità - deve essere escluso
da questo luogo per motivi economici".
Ma non basta: ci sono anche i
monaci benedettini di Santa Scolastica a Subiaco, pronti ad accogliere single, gruppi misti, famiglie,
pellegrini. A disposizione degli
ospiti ci sono cinquanta camere
e un ristorante con cinquecento
posti. Anche a Farfa la comunità
benedettina mette a disposizione
le sue 14 camere e alle vacanze
spirituali collaborano anche le
dirimpettaie Brigidine. A Farfa
sono infatti in allestimento altri
due plessi per raccogliere gruppi
più numerosi e famiglie. Al momento i gruppi più consistenti
vengono alloggiati dalle suore dell'Ordine del Santissimo Salvatore
di Santa Brigida: "le Brigidine, con
spirito di carità e di servizio, gestiscono una casa di accoglienza
affiancata all'abbazia".
LIVORNO
L’ONDATA DI ALTA PRESSIONE
Stupra una giovane,
ripreso dalle telecamere
Caldo killer: quattro morti
L’episodio su un treno di pendolari, l’aggressore è stato arrestato
ggredita sul regionale
che da Livorno conduce
a Pisa, in uno scompartimento vuoto ma sorvegliato
dalle telecamere: è successo
ad una ragazza lo scorso sabato 11 luglio, il responsabile
- che è stato arrestato nella
giornata di ieri - sarebbe un
ventenne extracomunitario senza precedenti e in possesso
di carta di soggiorno. La giovane era salita nello scompartimento e l'uomo sin era seduto
accanto a lei e aveva cominciato ad infastidirla. Lei aveva
A
cercato di allontanarsi ma era
stata raggiunta, gettata a terra
e stuprata. Nessuno era presente per poterla aiutare. L'aggressore era fuggito, la giovane
aveva denunciato quanto avvenuto al capotreno che all'arrivo in stazione aveva allertato
la Polfer. Ad incastrare l'uomo
sono state le informazioni che
la vittima ha potuto dare e le
telecamere del vagone, che
avevano ripreso l'accaduto. Gli
agenti avevano così scovato
l'aggressore, che si era nel
frattempo nascosto nella toilette
del treno. La dirigente della
squadra mobile di Pisa Rita
Sverdigliozzi ha posto l'attenzione sul prezioso apporto fornito dal sistema di videosorveglianza del treno, definendolo
"una strategia capace di incrementare il senso di sicurezza
dei cittadini".
Ieri sono divampati novanta incendi, molte persone colpite da malore
aldo torrido sul Bel Paese, con temperature record vicine ai 40 gradi,
umidità su tutto lo Stivale e
allerta meteo anche sui ghiacciai. I dati vanno oltre le statistiche, nella giornata di ieri,
alle 14, il record delle temperature massime è per Foggia,
Taranto e Terni, con 39 gradi.
A seguire i 38 di Cesena e Firenze. Colpiti lavoratori e turisti, ovunque. Nello stabilimento siderurgico Marcegaglia a Gazoldo degli Ippoliti
(Mantova) ieri sono state proclamate due ore di sciopero
contro il caldo che si avvertiva
in fabbrica.
C
A Marina di Grosseto un uomo
di 50 anni si è accasciato sulla
spiaggia, a Orbetello una donna di 83 anni ha avuto un malore mentre stava nuotando.
Anche a Follonica un uomo di
60 anni, senese, è morto in
spiaggia. A Dervio, nel Lecchese, è morto a causa del
caldo un turista straniero.
A Cosenza, poi, si sono verificati malori di alcuni anziani e
di un giovane. , nel cosentino
un incendio è divampato a Padula di San Pietro in Guarano,
alcune case sono state evacuate. A Firenze un turista inglese di 53 anni ha avuto un
malore nella salita del Cam-
panile di Giotto.
Nella sola giornata di ieri gli
incendi divampati a causa del
caldo, in Italia, sono stati novanta, ed hanno impegnato a
lungo il personale del Corpo
Forestale dello Stato.
Sulle Dolomiti lo zero termico
è addirittura a 4500 metri, a
quota 3000 metri si sono registrati 15 gradi: lo ha riferito all'Ansa il meteorologo della Provincia autonoma di Bolzano
Dieter Peterlin. A Cortina la
temperatura ha segnato 28
gradi e, a quanto dice l'esperto
all'Ansa, se agosto sarà così
caldo, per il 2015 i ghiacciai
saranno da dimenticare.
10
Domenica 19 luglio 2015
DALL’ITALIA
BERGAMO: SCOPPIA IL CASO DEL BAR CON I CIMELI DEL VENTENNIO
A colazione con il Duce
Polemiche e tentativi di boicottaggio. Il gestore di “Colazione da Tiffany” fa spallucce “Sono fascista”
di Cristina Di Giorgi
PALERMO
olevo portare alla vostra
attenzione una situazione
piuttosto fastidiosa in via
san Bernardino, dove abito. Una mattina con mia madre ci siamo
fermate a prendere un caffè al bar
‘Colazione da Tiffany’. Quello che mi
si è presentato davanti agli occhi è
stato del tutto inaspettato: busti di Mussolini, bandiere della Decima Mas, addirittura sul menù c'è il panino ‘Almirante’! Io molto imbarazzata verso mia
madre (che ha combattuto contro il
fascismo) l'ho fatta uscire e abbiamo
cambiato bar. Mi chiedevo: è mai possibile che nel 2015 esistano ancora
queste cose? E' mai possibile che nessuno metta dei limiti? Fino a prova
contraria, l'apologia di fascismo è reato!
La costituzione ce la siamo dimenticata?
Vi invito ad andare a vedere con i
vostri occhi, io sinceramente sono rimasta basita”. Questa lettera di una
lettrice, pubblicata su Bergamo news,
si riferisce al bar di Vinicio Morzenti,
“fascista senza dubbio – aggiunge la
redazione del quotidiano on line – e
non fa nulla per nasconderlo”.
La notizia di questo particolare esercizio
commerciale trova spazio anche sulle
pagine di cronaca locale del Corriere
della Sera. Che descrivendo il colorito
arredamento del Bar, con tanto di servizio fotografico che immortala in alcuni
scatti gli elementi più caratteristici del
locale (proprietario compreso), dà anche notizia della diffusione, nel quar-
“V
Apre la “Casa di Paolo”,
scuola d’informatica
L
tiere circostante, di volantini di “allarme
sulla presenza di simboli fascisti”. In
essi, manco a dirlo anonimi, si legge
che “è scandaloso e inaccettabile, ancora prima che illegale, che in un’attività di pubblico servizio vengano supportate azioni che inneggiano al fascismo”: il riferimento è alle riunioni
di CPI, “famosa per le aggressioni a
immigrati e oppositori” che si tengono
nel Bar. Che con i suoi fasci littori,
cimeli e foto del Duce evidentemente
rappresenta una pericolosissima minaccia per gli antifascisti orobici, che
con il loro invito anonimo al boicottaggio hanno dato ancora una volta
prova di correttezza democratica. O
presunta tale.
Alcune persone sono state arrestate dalla polizia con l’accusa di
tentata estorsione ai danni di
commercianti ambulanti. La squadra mobile di Bari, diretta da
Luigi Rinella, ha ricostruito il
quadro criminale emerso in seguito alla denuncia delle vittime,
alcune delle quali prese a schiaffi,
che in occasione dei due concerti
di Vasco Rossi dello scorso giugno nel capoluogo pugliese si
sono viste chiedere somme tra
gli 800 e i 1000 euro. La polizia,
presente sul luogo per monitorare
la situazione, aveva accertato le
intimidazioni mediante l’utilizzo
di telecamere poste nell’area dello
Stadio San Nicola, luogo delle
manifestazioni musicali. Le manette sono scattate ai polsi di
quattro malviventi, mentre altri
due sono ancora ricercati. Il gruppo, è ritenuto vicino ai clan malavitosi Strisciuglio – Telegrafo.
POMPEI
“ROBERTO BOLLE & FRIENDS”
SI FARÀ:ACCORDO RAGGIUNTO
Sembra rientrata la minaccia di
un’assemblea che avrebbe costretto all’annullamento dello
spettacolo di danza con protagonista Roberto Bolle nel teatro
Grande di Pompei. Un comunicato congiunto delle principali
sigle sindacali, diffuso al termine
dell’incontro con la soprintendenza, informa infatti che è stato
raggiunto un accordo che acco-
dopo un lungo inverno. Qui ora
si fa sul serio”.
Ed il fratello Salvatore, che ha acquistato a sue spese i locali della
vecchia farmacia di famiglia e,
con l’aiuto di diverse donazioni, è
riuscito a realizzare la struttura,
ha aggiunto: “Voglio far tornare
Paolo alla Kalsa, nel quartiere
dove siamo nati. Questo non sarà
un luogo di memoria e di lapidi.
Vorrei far rinascere qui la tradizione
dei ragazzi cresciuti in bottega, io
sono un ingegnere informatico e
vorrei dare un'opportunità ai giovani che vogliono sfuggire alla
spirale perversa della mafia e della
CdG
povertà".
CAIRO MONTENOTTE (SAVONA)
IN BREVE
BARI
PIZZO AI COMMERCIANTI PER
IL CONCERTO DI VASCO ROSSI
a scuola di informatica dedicata al giudice Borsellino
è stata inaugurata alla presenza di Rita e Salvatore Borsellino
Nei locali di quella che una volta
era la farmacia Borsellino (via
della Vetriera 57, nel cuore del
quartiere palermitano della Kalsa)
ora è aperta la “Casa di Paolo”,
una scuola di informatica per i
giovani del quartiere. Il taglio del
nastro è avvenuto ieri mattina alla
presenza di Rita e Salvatore Borsellino. La sorella del giudice
ucciso dalla mafia a via d’Amelio
il 19 luglio 1992 ha commentato
dicendo “E’ tornata la primavera
glie le richieste dei lavoratori.
La vertenza mirava a “definire il
profilo organizzativo del corpo
dei custodi degli Scavi e la composizione organica dello stesso”
(con garanzie sull’incremento
del personale e la regolarizzazione
dei turni di lavoro).
Tutto risolto dunque? Sembra
purtroppo di no: nella giornata
di ieri infatti, è stato riscontrato
un pesante disservizio alle biglietterie, con code interminabili
dovute all’abolizione della cassa
che dava la precedenza alle guide
con gruppi e visitatori con tariffa
ridotta.
GENOVA: ANNULLATO
L’HOLI FUSION FESTIVAL PER
FAR SPAZIO AGLI IMMIGRATI
Il format olandese “Holi Fusion
Festival”, previsto a Genova in
queste ore negli spazi della Fiera,
è stato annullato. Nonostante
fosse già tutto pronto, con la giustificazione di dover testare le
polveri colorate, elemento caratterizzante della festa, il Comune
ha fatto dietrofront. Ne dà notizia
Il Primato nazionale, che sottolinea la coincidenza della cancellazione della manifestazione con
l’arrivo nel capoluogo ligure di
un centinaio di migranti. Che verranno alloggiati proprio alla Fiera
di Genova, trasformata così in
un centro di accoglienza improvvisato. Con buona pace degli organizzatori dell’Holi Fusion Festival,
evento commerciale di portata
nazionale costruito da imprenditori
C.L.
italiani under 30.
Ghanese scappa dal centro
di accoglienza e rapisce una bimba
Il ventunenne, che in precedenza aveva dato in escandescenze
e preso a calci alcune auto, è stato arrestato
n profugo ghanese, arrivato in Italia
alcuni giorni fa ed ospitato nel centro
di accoglienza “Villa Raggio” a
Cairo Montenotte (in provincia di Savona),
si è reso protagonista di una serie di
eventi conclusasi in queste ore per fortuna
senza gravi conseguenze.
L’uomo, ventunenne originario del Ghana,
il 15 luglio scorso intorno alle 23, in preda
ad un eccesso di rabbia e agitazione
aveva dato in escandescenze in mezzo
alla strada (zona Porta Soprana), prendendo a calci – danneggiandole - le auto
parcheggiate e insultando i passanti.
A riportare la calma – riferiscono i quotidiani on line ivg.it e Savona news –
erano stati i carabinieri di Altare, che
non senza qualche difficoltà lo avevano
calmato, fermato e trasferito all’ospedale
San Paolo di Savona, dove era stato sottoposto a Trattamento sanitario obbligatorio. Per lui era inoltre scattata una
denuncia a piede libero per resistenza
a pubblico ufficiale.
Successivamente al ricovero, il giovane
era tornato nel centro di accoglienza.
Dal quale però, la notte scorsa, è evaso.
In mattinata si era poi messo in contatto
con una coppia di connazionali da anni
regolarmente residenti nella cittadina
ligure, ai quali ha chiesto ospitalità. I
coniugi, che hanno una bimba di appena
U
tre anni, lo hanno accolto in casa. Poco
dopo, pare senza una ragione evidente,
il ventunenne è scappato portando con
sé la piccola. I genitori hanno immediatamente denunciato il sequestro ai carabinieri, che si sono subito messi sulle
tracce dell’uomo il quale nel frattempo,
sempre con la bambina in braccio, ha
tentato di fermare con la forza un’auto
che stava transitando nella zona per ru-
barla e darsi alla fuga. Che non è durata
a lungo: i militari del nucleo radiomobile
di Cairo, giunti sul posto, hanno infatti
provveduto ad effettuare l’arresto, in flagranza di reato. Il giovane, accusato di
rapimento di minore e tentata rapina, è
stato tradotto nel carcere savonese di
Sant’Agostino in attesa di comparire di
fronte al Gip per l’interrogatorio di conClara Lupi
valida del fermo.
11
Domenica 19 luglio 2015
FOCUS
A 70 ANNI DALLA SECONDA GUERRA MONDIALE, IL GIAPPONE NON È PIÙ FORZATAMENTE PACIFISTA
La svolta nazionalista
e armata di Shinzo Abe
Il Parlamento approva la modifica alla legge che vieta missioni internazionali dell’esercito
di Cristina Di Giorgi
a partecipazione alla Seconda Guerra mondiale
al fianco dell’Asse è costata tanto al Giappone:
oltre alla sconfitta sul
campo di battaglia e alla fine di
molti elementi tradizionali dell’essenza di un Paese che affonda le
sue radici nei secoli antichi, erano
stati infatti imposti al Sol Levante
dai vincitori una serie di limiti alla
possibilità di impiegare le forze
armate. Una sorta di “pacifismo
coatto”, in forza del quale era vietato l’utilizzo dell’esercito al di
fuori dei confini nazionali (in particolare, nell’art.9 della Costituzione, è sancita la rinuncia alla
guerra come metodo di soluzione
delle controversie). Questa, che
in molti consideravano una violazione punitiva, a settant’anni di distanza sta per essere eliminata. E’
di queste ore infatti la notizia che
la Camera bassa del Parlamento
nipponico ha approvato una legge
che autorizza le proprie forze armate a combattere all’estero, a sostegno di missioni di pace internazionali e per auto-difesa.
Ora la parola passerà alla Camera
alta, ma non si attendono sorprese
sull’esito del voto. E nonostante le
rassicurazioni dell’esecutivo in forza delle quali l’impiego militare
sarà autorizzato “solo in caso di
conflitti che mettano in pericolo
la sicurezza della nazione” (il premier, nello specifico, ha dichiarato
L
che quelle approvate sono “misure
necessarie a prevenire guerre”)
l’opposizione di sinistra al momento del voto ha abbandonato
l’aula. Stando a quanto riferiscono
i media internazionali inoltre, le
proteste pacifiste contro tale cambio di rotta non sono mancate, con
manifestazioni e cortei in cui si è
paventato il rischio che il sì al riarmo potrebbe provocare addirittura
una nuova guerra nel Pacifico. Una
previsione alquanto pessimistica,
anche se è senz’altro vero che in
quell’area geografica la situazione
non è molto tranquilla: basti pensare, solo per fare un paio di esempi, all’incubo atomico in Corea del
Nord e al boom delle spese militari
cinesi, passate a 120 miliardi di
euro (poca cosa contro i 36 miliardi
del Giappone). Ed è proprio dalla
Cina che viene la reazione più
dura alla svolta di Abe: il ministro
degli Esteri di Pechino ha infatti
dichiarato che ora “è perfettamente
legittimo chiedersi se il Giappone
rinuncerà alla sua politica orientata
alla difesa, abbandonando la linea
dello sviluppo pacifico” (il timore,
probabilmente, è quello di perdere, anche grazie all’appoggio
Usa al riarmo del Giappone, la
propria egemonia politica e commerciale nell’area).
Una “prova di forza”, una “legge
di guerra”, una “politica idiota”,
una “normalizzazione dal punto di
vista militare”. Queste sono soltanto
alcune delle definizioni della recente svolta di Abe. Che si trova,
dopo il drammatico coinvolgimento nelle vicende legate al terrorismo islamico (è di pochi mesi fa
la decapitazione di due ostaggi
giapponesi) e a cavallo della celebrazione degli anniversari bellici,
a gestire un periodo non facile
per il Paese anche dal punto di
vista economico, politico e dell’equilibrio internazionale, non
solo nel Pacifico, ma anche in Medio Oriente e nell’Oceano indiano
(è stato infatti lo stesso premier a
dichiarare la possibilità del coinvolgimento dei militari giapponesi
con funzioni di supporto logistico
in caso di conflitto in tali zone). E
se la Cina continua a leggere le
recenti modifiche normative giapponesi come un attacco alla propria posizione di predominio nell’area, al di là di ogni analisi geopolitica e storica resta la semplice
considerazione che uno Stato sovrano in quanto tale ha – o dovrebbe avere – tutto il diritto di
organizzarsi militarmente come
meglio crede. E questo non ha
nulla a che vedere con l’impiego
della guerra (comunque legittimo
se anche da utilizzare soltanto
come extrema ratio) come mezzo
di soluzione dei conflitti.
IL SOL LEVANTE E I SUOI MARTIRI
Ukon Takajama, samurai di Cristo
Il signore feudale che ha rinunciato a tutto pur di mantenere la fede verrà forse beatificato a breve
a storia del cristianesimo del Sol Levante
è fatta di persecuzioni, assedi (celebre
quello di Shimabara, 1637), martiri e
anche atti di fede individuale. Come quello di
Ukon Takajama, nato in una famiglia di proprietari terrieri intorno alla metà del 1500. E'
il periodo in cui i missionari gesuiti attraversano
il Giappone per diffondere la fede (il primo è
stato, nel 1549, Francesco Saverio). Seguendo
le orme di suo padre, Ukon a 12 anni si
converte alla nuova religione. E quando lo
shogun Toyotomi Hideyoshi sale al potere
(1582) e proibisce il proselitismo missionario,
quasi tutti i grandi feudatari che vi si erano
convertiti rinnegano la fede. Ukon e suo padre
invece non accettano l'imposizione e perdono
carica, beni e posizione sociale.
Padre Witwer, preside dell’Istituto di Spiritualità
dell’Università Gregoriana, ha raccontato in
proposito che Takayama ha scelto “la povertà
per essere fedele alla vita cristiana. Molti cercarono di convincerlo ad abiurare perché era
un nobile e una persona conosciuta. E anche
perché non volevano uccidere un giapponese:
per i persecutori era infatti più facile uccidere
gli stranieri, mentre avevano difficoltà ad assassinare i cristiani giapponesi”.
Quando lo shogun, nel 1614, bandisce definitivamente il cristianesimo, Ukon va in esilio ed
insieme ad un gruppo di circa 300 cristiani, a
L
dicembre di quello stesso anno si reca nelle
Filippine, a Manila, dove vive però appena 40
giorni: indebolito dagli stenti subiti e gravemente
malato, muore il 4 febbraio 1615. Qui gli viene
in seguito dedicata una statua (un’altra uguale
è stata eretta anche nel parco municipale della
sua Takatsuki), con le mani che impugnano al-
l’altezza del petto la parte superiore di un crocifisso posto in verticale e appoggiato in terra,
come fosse una spada: la rappresentazione
più adatta per un samurai guerriero della fede.
La cui storia esemplare secondo i massimi
esponenti della chiesa nipponica “può servire
come utile lezione per la gente di oggi, so-
prattutto per i giapponesi. Ukon – ha detto il
vescovo di Kyoto monsignor Yoshinao Otsuka
– mise la sua fede sopra il desiderio di successo
e salute e questo dice molto a chi vive in una
società altamente competitiva. Il suo coraggio
e la sua fede ebbero la meglio tutto”. Dal suo
esempio, dicono ancora i vescovi, “i cristiani,
soprattutto nella nostra epoca che propone diversi pseudo-valori, possono imparare a seguire
il Signore senza deviazioni o errori”. Ed è proprio per questo che Ukon verrà molto probabilmente beatificato a breve (la decisione in
merito sarà presa probabilmente entro l’estate):
la Conferenza episcopale giapponese ha infatti
presentato alla Congregazione per le cause
dei Santi la documentazione necessaria per la
causa di canonizzazione.
Rispetto ai 42 santi e ai 393 beati – inclusi
alcuni missionari europei – legati al Paese del
Sol Levante, il caso di Takayama, laico, politico
e militare, arriverebbe agli onori degli altari
non per martirio ma per le sue virtù eroiche
e personali. Il daimyo (signore feudale) di Takatsuki (cittadina tra Kyoto e Osaka) infatti,
pur non essendo un martire in senso stretto –
non è stato ucciso “in odium fidei” – viene comunque considerato tale perché ha scelto la
via della povertà, dell'umiliazione e della perfetta obbedienza alla volontà di Dio piuttosto
che scendere a compromessi. “Non ha esitato
– scrive Paolo Affatato – a rinunciare ad una
posizione sociale di alto rango, a nobiltà e ricchezza, ad una vita di agi e lusso, pur di
restare aggrappato intimamente a Cristo e
pubblicamente fedele al Vangelo”. Ed ha conCdG
servato l'onore della coscienza.
12
Domenica 19 luglio 2015
SPORT
MONDIALI 2015, CINQUE GIORNI AL VIA. BEN 75 LE MEDAGLIE DA ASSEGNARE, L’ITALIA SOGNA IN GRANDE
A Kazan l’acqua si tinge di azzurro
Dal nuoto al sincronizzato passando per la pallanuoto e i tuffi - La novità delle gare miste (uomo-donna)
di Federico Colosimo
RoadToKazan. Sulla strada per la Russia, verso
la 16a edizione dei Mondiali di nuoto. L’hashtag
è spopolato in tutte le
piscine del mondo, ed è ora pronto
ad essere accantonato. L’attesa è altissima, ma il countodwn sta per finire. Ancora cinque giorni e i “giochi” avranno finalmente inizio.
Il grande evento (che scatterà il 24
luglio per concludersi il 9 di agosto),
organizzato in pompa magna, accoglierà circa 25.000 atleti e 1.800
rappresentanti di 200 nazioni. Per
una rassegna che segue quella di
Barcellona 2013 e precede quella
del 2017 di Budapest. Inizialmente
avrebbe dovuto svolgersi a Gaudalajara, ma i messicani hanno preferito
rinunciare per motivi economici. E
così per la prima volta l’ha spuntata
la Russia, con la sesta metropoli
della nazione (per numero di popolazione) che si prepara a vestirsi
a festa.
Le discipline previste per questa
attesissima edizione saranno sei.
Esattamente 75 le medaglie da assegnare.
Nuoto - Ben 42 per quel che riguarda
il nuoto, due in più rispetto alla competizione spagnola per via della
presenza, per la prima volta nella
storia dei mondiali, delle “Mistaffette” (due uomini e due donne)
4x100 mista e 4x100 stile libero.
Una vera e propria flotta di atleti
verranno schierati dall’Italia: 37. Le
speranze di medaglia sono riposte,
naturalmente, sulla “star” Federica
Pellegrini. L’avversaria numero uno
nei 200 stile libero, per “Mafaldina”,
è Katie Ladecky. La piccola dicias-
#
settenne americana sempre più
grande e minacciosa, capace di riuscire a battere la campionessa mondiale in carica, nonché connazionale
Missy Franklin ai campionati a stelle
e strisce, vuole stupire il mondo. E’
un’autentica furia, pronta a infrangere
ogni record.
Per quanto riguarda i maschi, attesissimo il debutto in vasca di Gregorio Paltrinieri nei 1.500 metri sl.
Pallanuoto - Il Settebello di Alessandro Campagna, vice campione
olimpico in carica, vuole continuare
a stupire e sognare. Il tecnico siracusano ha da poche ore scelto i 13
atleti chiamati a rappresentare un’intera nazione con l’obiettivo di centrare quantomeno il podio che significherebbe qualificazione a Rio
2016. Convocazioni coraggiose, le
sue. Con il Ct che ha deciso di non
puntare su giocatori mancini escludendo perfino un fuoriclasse del
calibro di Valentino Gallo (Posillipo).
Al capitano Tempesti il compito di
chiudere la porta. Ai “cecchini”
Giorgetti e Figlioli quello di trascinare la squadra a suon di reti. Al
centroboa Aicardi (anche lui della
Pro Recco) il peso dell’attacco sui
due metri. L’Italia è inserita nel
gruppo “B” con Grecia, U.S.A. e Russia. Un girone difficile, certamente
non proibitivo. A seguire ottavi, quarti, semifinali e finali (fino al 7-8° posto). Meglio vincerle subito tutte,
per evitare eventuali problemi nei
successivi turni.
Il Setterosa deve vendicare le ultime
deludenti apparizioni. E se la vedrà
con gli Stati Uniti, campionesse olimpiche in carica, il Brasile e il Giappone. In un gruppo, quello “C”, decisamente modesto. Anche per le
ragazze di Conti il prosieguo della
competizione dipenderà dallo scontro contro le rivali di oltreoceano.
Tuffi - Il duo Cagnotto-Dallapè è
pronto ad emozionare e incantare
ancora la platea. Un doppio che da
anni rappresenta sinonimo di garanzia e successi. Indimenticabile
l’argento ottenuto nel 2013 dalle
strepitose atlete nella capitale catalana. Sono 12, in questa disciplina,
le medaglie da assegnare. Anche
in questo caso, assisteremo al sincronizzato misto (uomo-donna) da
3 metri.
Nuoto sincronizzato - Per questa
fantastica competizione, l’Italia dovrà
vedersela con la superpotenza Russia, la fortissima Cina e l’ammirevole
Ucraina. L’obiettivo della squadra
è quello di arrivare davanti al Canada cercando di avvicinare la Spagna in vista anche delle qualificazioni olimpiche per Rio previste
per il prossimo aprile. Solo superando queste 2 formazioni le ballerine dell’acqua potranno coronare
il loro sogno di centrare la qualificazione ai Giochi brasiliani.
E’ l’ora dei sincronetti. Anche nel
nuoto sincronizzato, finora esclusiva
per sole donne, irrompono gli uomini. Nel doppio misto (programma
tecnico e libero), il giovane Giorgio
Minisini sarà affiancato dall’olimpionica (Londra 2012) Mariangela
Perrupato e la “capitana” Manila
Flamini. In questi due esercizi, sognare una medaglia è lecito.
Tuffi d’altura - Una gara fenomenale, da brividi. Due i “riconoscimenti” da assegnare. Con gli uomini
che si “lanceranno” da ben 27 metri
di altezza, mentre le donne “scenderanno” da 20.
Nuoto di fondo - Ultima disciplina,
non certo per ordine di importanza,
il nuoto di fondo. Con Martina Grimaldi, campionessa in carica della
25 km, che dovrebbe competere
solo nella cinque. Nella specialità a
cinque cerchi occhi puntati su Rachele Bruni, Aurora Ponselè e Simone Ruffini.
Tutto il grande evento sarà trasmesso
in diretta su Rai Sport ed Eurosport.
Per una rassegna meravigliosa, con
la spedizione azzurra che sogna in
grande.
#RoadToKazan, che il viaggio abbia inizio.
IL PILOTA FRANCESE BIANCHI È MORTO NOVE MESI DOPO L’INCIDENTE SUL CIRCUITO DI SUZUKA, IN GIAPPONE
Formula Uno in lutto, Jules non ce l’ha fatta
La famiglia: “Ha combattuto fino alla fine, come faceva sempre” - Aveva venticinque anni
on ce l’ha fatta Jules Bianchi, il giovane pilota francese del team della Marussia, entrato in coma dopo
un terribile incidente verificatosi durante il Gran Premio di
F1 del Giappone del 5 ottobre
dell’anno scorso . Il cuore di
Jules ha cessato di battere al
Centre Hospitalier Universitaire,
il centro medico specializzato
di Nizza – la città francese in
cui era nato nell’agosto del
1989 - dove era stato trasferito
dal Giappone dopo lo schianto.
L'annuncio è stato dato dalla
famiglia del pilota, che in un
comunicato ha fatto sapere
come "Jules ha combattuto fino
alla fine, come ha sempre fatto,
ma ha perso la battaglia. Il dolore che proviamo è immenso
ed indescrivibile. Vogliamo ringraziare lo staff medico del
Centro ospedaliero di Nizza
che lo ha seguito con amore e
dedizione. Vogliamo anche ringraziare il General Medical
Center del distretto di Mie in
Giappone che ha prestato le
N
prime cure a Jules subito dopo
l'incidente, così come ringraziamo tutti gli altri medici che
si sono occupati di lui durante
questi mesi". "Inoltre -conclude
la nota della famiglia- ringraziamo tutti i colleghi, gli amici
e i tifosi di Jules che hanno
manifestato il loto affetto durante
i mesi passati e ci hanno dato
grande forza, aiutandoci ad affrontare questi momenti difficili.
Ascoltare e leggere tanti messaggi ci ha fatto realizzare
quanto Jules avesse toccato il
cuore e la testa di così tante
persone in tutto il mondo. Adesso chiediamo che, in questo
difficile momento, la nostra privacy venga rispettata, mentre
cerchiamo di venire a patti con
la perdita di Jules".
Quel giorno di nove mesi fa,
mentre era in corso la gara
automobilistica nipponica,
Bianchi si era schiantato contro
una gru presente ai bordi della pista e che stava recuperando la Sauber del pilota
Adrian Sutil, rimasta ferma
sul circuito di Suzuka: secondo
il gruppo investigativo della
Federazione internazionale
automobilistica, che ha poi
portato avanti la relativa inchiesta e ha analizzato l'incidente, il pilota della Marussa
è uscito di strada perché "ha
accelerato e frenato nello stesso tempo, usando entrambi i
piedi" sui pedali, e nonostante
le bandiere gialle esposte dai
commissari "non ha rallentato
a sufficienza per evitare di
perdere il controllo".
Jules Bianchi aveva già partecipato a 34 Gran premi durante le stagioni 2013 e 2014.
Il suo dramma richiama alla
mente l’ultimo in ordine di
tempo per un pilota di Formula
1, ovvero quello accaduto nel
1994, quando il tre volte campione del mondo Ayrton Senna perse la vita durante il Gran
Premio di San Marino.
La famiglia del giovane pilota
francese ha già vissuto un altro dramma legato allo sport
e in particolare al mondo dei
motori: nel 1969 il prozio di
Jules, Lucien Bianchi, vincitore
anche della 24 Ore di Le
Mans del 1968 morì in un incidente sul circuito di Le Mans
mentre stava provando una
Alfa Romeo T33; l'auto uscì
di strada e colpì un palo del
Rita Di Rosa
telegrafo.