“Un calvario come quello di papà” Profughi a Roma caos senza fine
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“Un calvario come quello di papà” Profughi a Roma caos senza fine
Anno IV - Numero 170 - Domenica 19 luglio 2015 Direttore: Francesco Storace Roma, via Giovanni Paisiello n. 40 Attualità Esteri Economia La crisi morde Caritas assediata Grecia-Germania, ancora tensione Troppe tasse, siamo... italiani a pag. 3 a pag. 8 a pag. 5 DALLA RIUNIONE DELL’ASSEMBLEA DEL PD RENZI CONTINUA A STUPIRE CON UNA SERIE INCREDIBILE DI PROMESSE, CHE NON POTRÀ MAI MANTENERE di Roberto Buonasorte e gli metteste indosso un paio di ray ban, un pantalone a campana color crema e una scarpa a punta, Matteo Renzi somiglierebbe a quei bulli che apparivano nelle commedie all’italiana degli anni Settanta. Arroganti, bugiardi, piacioni, in poche parole coatti di periferia. Ieri, durante i lavori dell’Assemblea del Pd, il bullo ha superato ogni altra performance. Mentre l’Italia sotto la sua guida continua ad inanellare una serie incredibile di dati negativi, con una faccia tosta senza precedenti il presidente del Consiglio ha promesso l’eliminazione della tassa sulla casa, l’Imu sui terreni agricoli, interventi su Ires ed Irap, e ancora su pensioni e scaglioni Irpef. Ma mentre nei film tipo “Napoli spara, Roma risponde” i protagonisti erano degli attori, nelle sceneggiate di Renzi e del Giglio magico purtroppo i protagonisti sono uomini e donne nelle cui mani sono riposti i destini del nostro Paese. Quando i governi di centrodestra toglievano le tasse sulla prima casa, i sindaci del centrosinistra scendevano in piazza protestando perché, dicevano, con quella scelta non riuscivano a garantire i servizi primari ai cittadini (servizi sociali, scuola, mense...) oggi Piero Fassino e i compagni che siedono ai vertici dell’Anci hanno perduto la parola? I dati sulla disoccupazione, soprattutto giovanile, hanno raggiunto percentuali mai toccate in precedenza, così come il debito pubblico, nonostante quello che dichiara ogni giorno Renzi, ha toccato nei mesi scorsi tetti mai raggiunti in passato. D’altra parte, nonostante un’informazione di regime senza precedenti, disoccupazione, immigrazione clandestina, sicurezza - per non parlare poi di Marino a Roma, Pisapia a Milano e Crocetta in Sicilia - stanno devastando il tessuto sociale di questa nostra Italia e lui, Renzi, pensa di poter continuare a prendersi gioco della credulità popolare senza che S AGLI ORDINI DI ANGELA Il premier più fasullo della storia farà la stessa fine di Tsipras, con una mano finge di dare, con l’altra scatta sugli attenti della Cancelliera nessuno, prima o poi, gliela faccia pagare? Anziché raccontarlo all’Assemblea del Pd con l’amplificazione di tv e giornaloni di regime, perché questo pacchetto incredibile di “riforme” Renzi non le propone alla Merkel? Semplice: perché dopo essersi messo sugli attenti, come fa ogni volta che la incontra, prenderebbe un bel calcio nel sedere. MANFREDI BORSELLINO PARLA DELLA VICENDA DELLA SORELLA LUCIA, E MATTARELLA LO ABBRACCIA Farà la stessa fine di Tsipras, il nostro premier, voce grossa in casa, supino a Francoforte e Bruxelles. A meno che... A meno che una nuova coalizione di centrodestra a vocazione sociale e popolare, sulla stessa linea che la Lega porta avanti in Europa con gli altri gruppi, e in Italia con FdI, non anteponga gli interessi del popolo E IL QUESTORE PROPONE IL... DASPO a quelli delle banche, investa anche su personaggi della società civile che possano attrarre i tanti elettori delusi dagli esempi più devastanti degli ultimi tempi. Renzi e il Pd, come dimostrano i casi di Roma e della Sicilia, non possono insegnare proprio niente nessuno, tocca a noi rimettere in campo la speranza, soprattutto nell’ambito di una profonda riforma del fisco e di una nuova politica monetaria che salvi imprese e famiglie. Noi possiamo farlo, non abbiamo firmato alcuna cambiale, Renzi può solo prometterlo, perché quando si troverà di fronte ai fatti concreti, Frau Angela glielo impedirà, esattamente com’è accaduto al premier greco. È MORTO BIANCHI, DOPO L’INCIDENTE DI 9 MESI FA NEL GRAN PREMIO DI FORMULA UNO IN GIAPPONE “Un calvario come quello di papà” Profughi a Roma caos senza fine Jules non ce l’ha fatta Traboni a pag. 2 Sarra a pag. 6 Di Rosa a pag. 12 2 Domenica 19 luglio 2015 ATTUALITA’ NUOVE PAROLE DI “FASTIDIO” SULL’EX ASSESSORE REGIONALE BORSELLINO. CROCETTA: “CON LEI ME LA VEDO IO” Sicilia scossa da altre intercettazioni Il presidente autosospesosi ha intanto disertato la cerimonia nel 23° della strage di via D’Amelio osario Crocetta non c’era ieri pomeriggio a Palermo ad accogliere il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella per le celebrazioni a 23 anni dalla strage di Via D'Amelio, in cui morì il giudice Paolo Borsellino, organizzate dall’associazione nazionale magistrati. Crocetta ha preferito glissare, dopo lo scandalo scoppiato in seguito presunta intercettazione in cui il suo medico personale, Matteo Tutino, gli avrebbe detto che l’ex assessore regionale alla Sanità "Lucia Borsellino va fatta fuori come il padre". Il giallo su questa telefonata prosegue, con una serie di conferme e smentite da parte della Procura di Palermo – che ha anche aperto un fascicolo di indagine, per ora contro ignoti - e del settimanale L’Espresso, che ha svelato l’intercettazione. Alla cerimonia, il presidente autosospesosi della Regione R Siciliana, Rosario Crocetta – con un’altra decisione che è apparsa quanto meno priva di un certo garbo istituzionale - ha inviato il neo assessore alla Sanità della Sicilia, Baldo Gucciardi, nominato al posto della Borsellino. Peraltro, nelle ore precedenti alla commemorazione, Rita Borsellino, sorella del giudice ucciso da Cosa nostra, aveva inviato un sms a Crocetta in cui gli chiedeva di non partecipare alle commemorazioni. Intanto ieri Il Giornale di Sicilia ha pubblicato altre intercettazioni che riguardano sempre Tutino, il medico ora ai domiciliari con l’accusa di truffa: nel marzo 2014, dopo la notifica di avvisi di garanzia allo stesso Tutino e al commissario straordinario dell'ospedale Villa Sofia di Palermo Giacomo Samperi, in una telefonata i due parlano di rapporto difficile con l'allora assessore regionale alla Salute, Lucia Borsellino: "La denuncio per illecito... Me ne sto fottendo, pure che si chiama Lucia Borsellino", dice Samperi, e Tutino risponde: "Bravo". Ma anche qui ci sarebbe un intervento di Rosario Crocetta che a Tutino, a proposito della revoca di Samperi dal suo incarico, avrebbe detto: "Ora ma viru io cu Lucia" (ora me la vedo io con Lucia). In un’altra chiamata ancora Tutino, parlando con il segretario particolare di Crocetta, Giuseppe Comandatore, dice: "Senti, lui (Crocetta, ndr) mi ha detto che domani gli devo portare la lista dei pretoriani del presidente". "Sì - risponde Comandatore - la porti, vieni al palazzo... lo visiti, gli guardi cose e via". E Tutino risponde: "Avremo bisogno di mezz'ora perché gli parlerò di ognuno con il curriculum in modo molto... Sono fedelissimi". Sulla presunta telefonata tra Tutino e Crocetta ieri è intervenuto, come al solito un po’ a scoppio ritardato, anche il ministro dell’Interno, An- gelino Alfano, che ha detto di credere alla smentita della Procura di Palermo, fatta dal procuratore Lo Voi. "Se l'intercettazione non è vera come dice Lo Voi chi ha fabbricato la bufala deve dimettersi. Se ci sono altri magistrati che sono in possesso dell' intercettazione tra Crocetta e Tu- tino, la cui esistenza è stata smentita dalla Procura di Palermo, che lo dicano. L'incertezza crea un clima insopIg.Tr. portabile". PARLA MANFREDI BORSELLINO E MATTARELLA LO ABBRACCIA “La storia di mia sorella Lucia ricorda quella di mio padre” a oltre un anno mia sorella Lucia era consapevole del clima di ostilità e delle offese subite solo per adempiere il suo dovere, in corsi e ricorsi drammatici che ricordano la storia di mio padre”. Così Manfredi Borsellino, uno dei figli del giudice Paolo, è intervenuto alla cerimonia di commemorazione a 23 anni dalla strage di via D’Amelio. “Lucia ha portato una croce: voleva una sanità libera in Sicilia. E’ rimasta in carica come assessore fino a giugno per amore della giustizia, per suo padre, per potere spalancare agli inquirenti le porte della sanità “D dove si annidano mafia e malaffare. Da oltre un anno era consapevole del clima di ostilità e delle offese che le venivano rivolte. La lettera di dimissioni dall’assessorato alla Salute ha prodotto un silenzio sordo da parte delle istituzioni. Ma quella lettere già diceva tutto e andrebbe riletta più volte” “Non posso entrare nel merito delle indiscrezioni giornalistiche che, indipendentemente dalle verifiche fatte dagli uffici giudiziari, hanno turbato tutti”, ha aggiunto Manfredi Borsellino. Il figlio del magistrato ucciso, oggi commissario di Polizia a Cefalù, ha quindi speso parole di elogio nei confronti del presidente Sergio Mattarella, che alla fine dell’intervento si è alzato per abbracciarlo calorosamente: “Oggi sono qui solo per lei, Presidente Mattarella – ha detto Manfredi - Lei è tra quelli che hanno voluto bene a mio padre, lei ha avuto il nostro stesso vissuto (il fratello del presidente, Piersanti, fu ucciso da Cosa nostra a Palermo nel 1980, ndr) e può comprendere cosa stiamo vivendo in questo preciso momento storico con le mie sorelle”. Ha quindi ricordato delle telefonate piene di reciproca stima tra suo padre e il futuro capo dello Stato. CONTROCANTO DI SPIDERITA Renzi dalla crocetta alla passione ettimana di passione per il Renzino che non proferisce parola sul caso siciliano emerso da un dossier pubblicato nel settimanale, di parte, l’Espresso; chi lo sa, forse potremmo dire chi tace acconsente, senza parlare poi del caso romano con l’affaire Marino e i deliri di Orfini. Possiamo solo immaginare le notti insonni del premier e non certo per la canicola estiva che attanaglia Palazzo Chigi. Le lacrime di Crocetta sono amare ma soprattutto rosse, simbolo di una faida interna al Pd, un storiaccia brutta ma esclusivamente della sinistra, condita dal sottosegretario Faraone che chiede immediatamente dopo l’uscita della notizia dell’intercettazione, un passo indietro al governatore siciliano dallo sbiancamento anale facile. Una battaglia di potere a colpi bassi ma dentro la stessa famiglia . Una famiglia a pezzi, frantumata e non basta al Renzino affrettarsi unitamente all’inquilino del Quirinale a telefonare alla figlia del magistrato ucciso esattamente come oggi il 19 luglio di ventitré anni fa, mentre la procura S smentisce l’esistenza negli atti di tale intercettazione e il giornale megafono della sinistra, prima citato, conferma. In questo modo Borsellino lo hanno ammazzato un’altra volta. In Calabria addirittura il neogovernatore ricambia e rifa' la giunta regionale per una nutrita serie di scandali. Tanto per restare nel mezzogiorno ritroviamo il guappo di cartone quasi confermato come governatore campano sempre sproloquiante e arrogante all’ennesima potenza ma sempre in attesa di sentenza più o meno definitiva. La sua è una sinistra d’assalto più affine ad una destra che non c’è più, che invade i media con fiumi di parole promettenti alle quali è raro seguano i fatti ma solo un maggiore radicamento di potere territoriale. Passiamo al Nord, dove incombe l’altro Matteo e dove ritroviamo l’ormai arcinota Serracchia che si propone anche quando non interpellata come panacea di ogni male, principessa incontrastata dalla logorrea inarrestabile e dai fatui e vuoti contenuti, insomma l’arte di dire sciocchezze fa parte del suo DNA. Un settentrione dove nel regno opposto della Serracchiani, l’altro emulo della sinistra, il sabaudo Chiamparino viene lambito da un nuovo scandalo, lo stesso che butto giù il suo predecessore Cota: il balletto delle firme false. Il tutto si svolge in un clima di gioco al massacro, e tra i cespugli all’ombra si lascia intravedere la sagoma di un complottista doc, il Toscano Verdini ex sodale del Cav oggi divenuto, a quanto pare, del Renzino. Quanti spettri popolano le notti afose del nostro premier, poveretto, ora abbiamo capito finalmente perché non ha tempo di occuparsi di noi, dovrà pure difendersi dai mostri, sfido io che di giorno poi dorme e non fa nulla se non copiare idee di chi lo ha preceduto. Un esempio su tutti la tanto declamata abolizione della tassazione sulla prima casa e la riduzione delle imposte nel 2016. Questo film lo abbiamo già visto e per me era meglio quello originale non il remake. Era meglio tenersi il Cavaliere tanto questo Via Giovanni Paisiello n.40 00198 Roma Tel. 06 85357599 - 06 84082003 Fax 06 85357556 email: [email protected] Direttore responsabile Francesco Storace Amministratore Roberto Buonasorte Capo Redattore Igor Traboni vuol fare le stesse cose. Ma attento, la Merkel è in agguato e non fa sconti a nessuno hai voglia a chiamarla Anghela, caro Matteo, quella ti farà piangere in diretta tv proprio come ha fatto con quella povera ragazza palestinese. Le tue lacrime saranno amare, nel momento in cui cadrai dal pero perché le tue saranno di colore rosso come il tuo credo e la tua storia, non scherzare con il fuoco. Chi di speranza vive disperato muore! Mala tempora currunt, una passione infinita e senza scampo che vi porterà verso l’implosione privandovi della resurrezione. Noi intanto nell’attesa accendiamo l’aria condizionata. Buona domenica. Rita di Rosa Progetto grafico Raffaele Di Cintio Società editrice Amici del Giornale d’Italia Sito web www.ilgiornaleditalia.org Per la pubblicità Responsabile Marketing Daniele Belli tel. 335 6466624 - 06 37517187 mail: [email protected] -----------------Autorizzazione del Tribunale di Roma n° 286 del 19-10-2012 3 Domenica 19 luglio 2015 ATTUALITA’ MOLTE STRUTTURE LOCALI GIÀ A METÀ ANNO SI RITROVANO SENZA FONDI, STANZIATI ALTRI SETTE MILIONI Siamo alla fame, la Caritas raddoppia Aumentano le famiglie italiane che chiedono aiuto per mangiare ma anche per bollette e mutui Q uattro milioni di italiani alla fame; intere famiglie che non riescono a mettere insieme il pranzo con la cena, e spesso neppure un pasto; una piaga senza fine – gli ultimi dati sono identici a quelli degli anni scorsi, senza alcun sintomo di miglioramento – particolarmente virulenta al Sud. Davanti ad un quadro del genere, e con sempre più persone che bussano ai centri d’ascolto, la Caritas italiana ha deciso per uno stanziamento aggiuntivo di quasi 7 milioni di euro rispetto a quanto già stanziato. Il fondo, istituito a livello nazionale, cerca di colmare le carenze del pubblico in grado di garantire a chi vive nel bisogno condizioni di vita almeno più dignitose. L’iniziativa anticrisi è scattata nel 2013 3 già l’anno scorso ha coinvolto ben 188 Caritas diocesane; in Italia queste strutture sono in tutto 220, il che vuol dire che l’85% del territorio italiano ha bisogno. E già nel 2013 due terzi delle Caritas italiane a metà anno aveva già esaurito i fondi Pagamento dell’affitto, rate del mutuo per la casa, bollette, visite mediche, una scuola decente per i figli tra libri e mensa: ecco cosa chiedono le famiglie che bussano alle Caritas. Il 56% dei rimborsi hanno riguardato le Caritas diocesane del Sud, il 25% sono andati al Nord e il 19% al Centro. Nel Mezzogiorno sono prevalse le spese per servizi e beni materiali. Una conferma – come documentato NO IN AUTO CON MINORI E DONNE INCINTE In arrivo altri divieti di fumo e limitazioni per la vendita ivieto di fumo in auto in presenza di minori e donne in gravidanza e divieto di vendita ai minori di sigarette elettroniche con nicotina. Lo prevede la bozza del decreto legislativo del Ministero della Salute, in accoglimento della direttiva europea sul tabacco. Il decreto, che con ogni probabilità diventerà operativo a settembre, prevede anche il divieto di vendita di sigarette e tabacco da arrotolare contenenti aromi (come mentolo, vaniglia, erbe e spezie) che possano modificare odore, gusto o intensità del fumo. Sarà inoltre vietata la vendita di prodotti del tabacco contenenti additivi che rendano più "attrattivo" il prodotto: quelli, cioè, che promettano "benefici per la salute ed effetti energizzanti". D da un servizio di Avvenire - che arriva, tra le altre, dalla Caritas di Agrigento che ha avuto 80mila euro di contributo, arrivando ad avere più di 2mila famiglie che gravitano nei propri Centri d’ascolto. «Il 70% di chi aiutiamo è italiano – ha detto Valerio Landri, direttore della Caritas di Agrigento, al quotidiano di ispirazione cattolica –. I contributi sono soprattutto per l’affitto e le bollette, ma cerchiamo di ac- compagnare tutta la famiglia e capire ciò di cui hanno bisogno: se ci sono figli disoccupati chiediamo loro di rivolgersi al nostro sportello di orientamento al lavoro, diamo un sostegno particolare se ci sono anziani e disabili a carico”. Ma anche nel ‘profondo’ Nord c’è poco da stare allegri e, anzi, è proprio in queste regioni che si registra la quota più alta di spese per l’attivazione di voucher lavoro. Il caso della Caritas diocesana di Mantova viene illustrato ancora da Avvenire: nella città lombarda si è scelto di utilizzare moltissimo i voucher lavoro all’interno delle stesse parrocchie per offrire “piccole opportunità di lavoro a chi ha bisogno” come illustrato da Giordano Cavallari, direttore della Caritas diocesana, “senza pensare di poter ricreare le condizioni di lavoro garantite da un Previsto pure il divieto di fumo negli ospedali, l'inasprimento delle sanzioni per la vendita di prodotti del tabacco ai minori fino alla revoca della licenza per l'attività e la verifica dei distributori automatici per controllare il funzionamento dei sistemi di rilevazione dell'età. Per quanto riguarda la pubblicità, le confezioni di sigarette dovranno presentare "avvertenze combinate" relative alla salute, composte da frasi e da un'immagine a colori, con informazioni utili come il numero verde Iss, che occuperanno il 65% (ora è il 30-40%) dello spazio. Inoltre, non compariranno più le indicazioni sul tenore di catrame, nicotina e monossido di carbonio ritenute "ingannevoli" per il consumatore. contratto vero e proprio, abbiamo ritenuto di poter dare una mano alle persone in difficoltà economiche, offrendo loro di ripitturare i muri degli oratori, occuparsi di orti sociali, fare piccoli lavori di artigianato per le parrocchie. Abbiamo cercato di coinvolgere anche i privati nell’acquisto di voucher lavoro coi quali pagare un giardiniere o una donna che aiuti in casa”. A EXPO MILANO DIFFUSI DA COLDIRETTI I DATI E GLI ESEMPI DELLE PRODUZIONI CHE DISTRUGGONO LE NOSTRE Made in Italy sfregiato in un Paese su quattro Dalla salsa al caffè “mafioso” in Belgio e Bulgaria agli spaghetti coreani fino al “parmesan” n almeno un Paese su quattro tra quelli che partecipano ad Expo sono realizzate e vendute fantasiose ed imbarazzanti interpretazioni di piatti e prodotti alimentari falsamente italiani, in sfregio all’identità del Made in Italy. E' quanto emerge da uno studio della Coldiretti divulgato in occasione dell'Assemblea nazionale ad Expo, dove per la prima volta è stata realizzata una esposizione con esempi scovati nei diversi continenti per denunciare pubblicamente l'oltraggio che si realizza a danno dell''identità e della reputazione della cultura alimentare nazionale. Dal Thai pesto che corregge in stile orientale la prestigiosa salsa ligure alla SauceMaffia del Belgio per intingere le patatine, dal kit statunitense per preparare in pochi giorni a casa il Parmigiano a quello per il vino Barolo, ma ci sono anche gli improbabili tortelloni con la polenta austriaci, i chapagetti coreani e il prosciutto San Daniele del Canada, oltre agli spaghetti alla bolognese, diffusi ovunque tranne che in Italia, tra gli esempi delle storpiature che è costretto a subire il patrimonio enogastronomico italiano nel mondo. I CRESCE ANCHE LA VOGLIA DI LAVORI PARZIALI IN ESTATE Sempre più giovani nei campi: aumento record degli occupati umento record del 12% nel 2015 dei giovani under 35 occupati in agricoltura, settore che si dimostra capace di offrire prospettive di lavoro sia a chi vuole intraprendere con idee innovative sia a chi vuole trovare una occupazione anche temporanea. Il dato emerge da uno studio presentato all’Expo nel corso dell’assemblea della Coldiretti; dai numeri si evidenzia pure che il boom dei giovani traina l'occupazione generale nel settore agricolo che fa registrare un incremento record del 6,2% nel numero di occupati, dieci volte superiore al valore medio totale dell''intera economia nel primo trimestre dell''anno. L'aumento dell'occupazione nelle campagne – fa notare la Coldiretti - è accompagnato nel trimestre dall'an- A "Non solo monumenti. Ad essere sfregiato nel mondo è anche il Made in Italy alimentare, dallo sfruttamento di antipatici stereotipi per fare marketing sulla pelle degli italiani alle maldestre rivisitazioni di antiche ricette, dalla ridicolizzazione di storici processi produttivi ai nomi storpiati, dalla banalizzazione delle denominazioni fino ai piatti tricolore inventati di sana pianta", ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che "l''Expo può rappresentare un momento di svolta per la tutela del patrimonio alimentare e culinario italiano che è il più apprezzato, ma anche il piu'' offeso nel mondo". L’elenco degli ‘orrori’ prosegue: il caffè Mafiozzo stile italiano della Bulgaria, il vino bordolino bianco dell''Argentina, in Messico dove si vende un Parma Salami Genova mentre dalla Romania arriva il barbera bianco, dal Brasile la pomarola, il salame toscana dalla Danimarca, il Chianti bianco della Svezia, dall'Egitto l'italiano pasta e dagli Usa il sugo all'arrabiatta mentre Prosecco e Parmesan, con tanto di scritta in cirillico, vengono dalla Russia che proprio ad Expo ha dovuto ritirare dal proprio padiglione alcuni formaggi di produzione nazionale che scimmiottavano palesemente quelli italiani con il marchio Prego "Italian Style" con una scritta Original Italian Recipe. A differenza di quanto avviene per altri articoli come la moda o la tecnologia, a taroccare il cibo italiano non sono - precisa la Coldiretti - i Paesi poveri, ma soprattutto quelli emergenti o i più ricchi, ma molto diffuse sono le imitazioni dei prodotti tipici e i piatti della cucina italiana completamente inventati come la "Pasta con mais, erbe e Parmesan" indicata sul sito ufficiale di Masterchef Australia. La situazione è ancora molto più grave negli Stati Uniti dove il 99 per cento dei formaggi di damento positivo del valore aggiunto del settore che ha fatto registrare un aumento dello 0,2% rispetto all'anno precedente. Un trend positivo che a quanto pare è stato colto dalle nuove generazioni, con più di due giovani italiani su tre (il 68% per la precisione) che "sognano" di lavorare d’estate in campagna, partecipando alla raccolta della frutta o alla vendemmia, secondo un sondaggio Coldiretti/ Ixe. Per gli studenti lavorare nei campi significa, oltre che prendere contatto con il mondo del lavoro, anche fare - sottolinea la Coldiretti - un'esperienza diretta in simbiosi con la natura, i suoi prodotti e una cultura che hanno fatto dell'Italia un Paese da primato a livello internazionale nell''offerta di alimenti e vini di qualità. tipo italiano è realizzato in California, Wisconsin e nello Stato di New York 4 Domenica 19 luglio 2015 ATTUALITA’ PER IL PROSSIMO ANNO SCOLASTICO SONO 1900 I POSTI A DISPOSIZIONE PER I RAGAZZI ITALIANI Studiare all’estero: necessità, non moda I Paesi europei e nordamericani restano quelli preferiti, ma si affacciano anche Brasile e Cina a ieri è on line, sul sito di Intercultura, il nuovo bando di concorso per i programmi all'estero 201617. Sono quasi 1.900 i posti a disposizione per 60 Paesi di tutto il mondo, riservati agli studenti che frequentano una scuola media superiore, nati tra il 1 luglio 1998 e il 31 agosto 2001. Per agevolare questa esperienza di vita e di formazione, anche nel prossimo anno scolastico i ragazzi delle scuole superiori italiane potranno concorrere per più di 1.000 borse di studio totali o parziali (nel 2015 le borse assegnate sono state 1.295). Circa la metà provengono dall'apposito fondo di Intercultura e sono già disponibili nel bando pubblicato online per consentire la partecipazione ai programmi degli studenti più meritevoli e bisognosi di sostegno economico (si va dalle borse che coprono totalmente la quota di partecipazione, a quelle che coprono una percentuale variabile tra il 20% e il 60% della stessa). A queste se ne aggiungeranno da metà settembre in poi altre centinaia, tra borse di studio totali e contributi sponsorizzati, grazie alla collaborazione tra la Fondazione Intercultura e diverse aziende, banche, fondazioni ed enti locali (l'elenco sarà via via aggiornato sul sito www.intercultura.it). Per gli studenti che frequentano all'estero l'intero anno scolastico, la normativa scolastica italiana rico- D nosce la possibilità di accedere alla classe successiva senza ripetere l'anno. Il Ministero dell''Istruzione ha chiarito che le esperienze di studio all''estero sono "parte integrante dei percorsi di formazione e di istruzione" e che sono "valide per la riammissione nell''istituto di provenienza". "Quest'estate, quasi 2.000 studenti da tutta Italia hanno iniziato un cammino che proseguirà per tutta la loro vita. Sono la prossima generazione di innovatori, di coloro che costruiranno il cambiamento". Così Roberto Ruffino, segretario generale dell''Associazione. Che aggiunge: "A partire dai nostri studenti, fino alle loro famiglie, alle loro scuole, alle loro comunità, i programmi di Intercultura cambiano la vita delle persone coinvolte. Coraggio, volontariato ed apprendimento sono parte del nostro dna della nostra organizzazione che, a livello internazionale, ha festeggiato 100 anni. Quale sarà l'impatto che queste persone avranno nel mondo? Sarà quello di creare il cambiamento. E' questo ciò che fanno. Questo è quello che chiamiamo l'effetto Intercultura" Dalla Cina alla Colombia, dall'Indonesia al Brasile, le destinazioni scelte dagli studenti di Intercultura per frequentare il nuovo anno scolastico all''estero. Al momento sono 1871 ragazzi tra i 15 e i 17 anni si stanno imbarcando, scaglionati nel corso di tutta l'estate. Il 69% di questi ragazzi per un totale di 1.295 di loro, parte con una Borsa di studio totale o parziale erogata dal fondo Borse di studio di Intercultura o da uno dei numerosi sponsor che investono nel futuro dei figli dei propri dipendenti o dei giovani più promettenti del loro territorio. Si conferma anche quest'anno il forte interesse verso i cosiddetti Paesi emergenti. La scomposizione in percentuale per continenti dei 1.871 studenti in partenza quest'estate rileva quote di tutto rispetto per l''America latina (22,7%) e l''Asia (13,8%), numeri largamente superiori a quelli che la stessa Intercultura registrava nell''anno Duemila. Paesi come la Cina, l'India, la Malesia, il Costarica, l'Honduras e l'Ecuador si sono presentati nel panorama degli scambi con quote di partecipazione significative. Quindi: Europa (35,6%), Nord America (22,0%), Oceania (4,8%) e Africa (1,1%). NON SOLO L’ITALIA, DOVE CONTINUANO A FARE SHOPPING DI TUTTO, NEL MIRINO DEI RICCHI CINESI Pechino senza confini all’assalto dell’Australia È soprattutto quel mercato immobiliare, dopo la bolla interna, ad interessare gli investitori on solo all’assalto dell’Italia, dove ai classici negozi a società, banche e aziende di prestigio stanno entrando un po’ dovunque, adesso i cinesi allargano il loro spettro d’azione, e di investimenti, e arrivano fino in Australia Le politiche economiche di Pechino, volte a frenare la crisi del mercato immobiliare cinese non sono infatti bastate ad allontanare lo spettro di una bolla immobiliare. E così in tutto il Paese si assiste a una brusca frenata delle vendite, a sempre meno cantieri in costruzione e a banche sempre più caute nella concessione di finanziamenti. Il recente crollo dei mercati finanziari legato all’estrema volatilità dei listini cinesi ha certamente alimentato le crepe alle fondamenta di un mercato, quello immobiliare, già ampiamente critico: intere città costruite in periodi non sospetti sono oggi vere e proprie città fantasma. Quello delle città fantasma è un fenomeno piuttosto diffuso in Cina: nelle città una casa su cinque risulta vuota. La metà di queste sono state vendute ma nessuno ci abita. Le restanti non sono mai state vendute. Cosa ha spinto i costruttori cinesi a investire così tanto? Prima di N tutto il massiccio processo di urbanizzazione che dal 2011 ha visto milioni di contadini spostarsi dalle zone rurali alle aree urbane in cerca di migliori condizioni di vita. Solo nel 2014 i cinesi che si sono spostati verso i grandi centri urbani sono stati 18 milioni. Quindi l’accessibilità al credito: le grandi aziende e i grandi gruppi immobiliari cinesi hanno sempre potuto contare sull’appoggio delle banche e sui prestiti garantiti. Terzo – ma non ultimo punto – il fatto che per i cinesi la casa è sacra e tutti puntano all’acquisto di un’abitazione di proprietà. La crisi cinese ha parzialmente frenato anche gli investitori stranieri. Al contrario, chi ha le possibilità economiche, sta cercando opportunità di investimento nel mercato immobiliare australiano. Secondo l’analisi di Casa.it sulla base dei dati raccolti dal portale cinese myfun.com, anch’esso facente parte di Rea Group, il mercato australiano si conferma una delle mete guardate con più interesse dai cinesi, tanto che la Cina è il secondo mercato per importanza per il paese. Sempre più cinesi, infatti, stanno cercando di diversificare la loro ricchezza in beni immobiliari all’estero : gli acquirenti cinesi stanno facendo shopping di proprietà australiane. L’interesse è talmente forte che molti agenti immobiliari australiani stanno creando sedi a Pechino e Shangai per approfittare dell’aumento della domanda. “Gli investitori cinesi sono molto esigenti e prediligono case moderne e nuove di zecca, in zone comode e ben servite, inoltre amano particolari che le rendono glamour e uniche – dichiara Daniele Mancini, General Manager European Operations per Rea Group e Amministratore Delegato di Casa.it -. I cinesi benestanti da circa due anni puntano in particolare al mercato australiano, anche se le operazioni immobiliari in Europa, Italia compresa, continuano ad aumentare di mese in mese. Le famiglie cinesi benestanti scelgono l’Oceania per garantire ai loro figli un buon grado di istruzione e per questo molto spesso acquistano lì proprietà immobiliari. In Australia studiano circa 150.000 studenti cinesi e i loro genitori acquistano case che oggi vengono utilizzate per il soggiorno durante gli studi e in futuro diventeranno un rifugio per la pensione”. RAPPORTO IPER-UGL SULL’ANDAMENTO DEI PREZZI Roma, Napoli e Milano restano le città più care ncora una volta sono Roma, Napoli e Milano le città più costose d'Italia, mentre i centri di provincia come Ascoli Piceno, Terni e Trieste sono più convenienti. Lo dichiara, in una nota, il segretario confederale Ugl Fiovo Bitti, illustrando i dati inseriti nel rapporto Iper-Ugl sull'andamento dei prezzi nei grandi centri urbani. In realtà, si legge nel rapporto, "non esiste differenza fra Nord, Centro e Mezzogiorno: il costo della vita è maggiore nelle città più popolose, con qualche eccezione come Torino e Palermo. Ad avere questo triste primato, infatti, sono ancora Roma, Milano e Napoli con il costo della vita mediamente più alto rispetto alla media nazionale del 25-30%. Bergamo, Trieste, Verona, Ascoli Piceno e Grosseto registrano una crescita dello 0,2%, il dato più alto del mese. Nessuna variazione, invece, si registra ad Ancona, Firenze, Perugia, Pisa, Roma, Caserta e Pescara". "Su base annua - conclude - il calo maggiore si registra al Nord (-0,11%), seguono il Centro (-0,06%) e il Sud (0,05%), mentre su base nazionale la diminuzione è dello 0,1%. A livello di città, il calo più consistente è a Bologna e Ancona (-0,5%); rispetto all'ultimo rilevamento, quando soltanto Roma e Bari erano in territorio positivo, sono in crescita i capoluoghi in cui si registra un incremento su base annua. Ciò nonostante, a livello nazionale il dato è ancora negativo dello 0,1%". A 5 Domenica 19 luglio 2015 ESTERI AD ATENE GIURANO I NUOVI MEMBRI DEL GOVERNO SCELTI DA TSIPRAS PER FAR FUORI L’ALA PIÙ ESTREMISTA DI SYRIZA Il sisma greco arriva fino in Germania Il ministro delle Finanze Schäuble dopo il braccio di ferro con la Merkel: “Pronto a dimettermi” di Igor Traboni nuovi ministri e viceministri scelti dal premier greco Alexis Tsipras per il rimpasto i governo, che di fatto ha portato ad eliminare tutti gli esponenti dell'ala più radicale di Syriza hanno prestato giuramento davanti al presidente della repubblica, Prokopis Pavlopoulos. In tre, tra i quali il nuovo viceministro delle Finanze Alexiadis Trifonas, hanno scelto la formula religiosa assistiti da un vescovo, mentre gli altri hanno optato per la formula civile. E mentre da Atene l’ex ministro e sodale di Tsipras,Yanos Varoufakis, fa sapere che a suo giudizio le riforme concordate tra Atene e l'Ue nel cosiddetto Agreekment "saranno un fallimento”, altre novità arrivano dalla Germania. Il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble sarebbe anche pronto ad un passo politicamente estremo, ovvero a dimettersi, qualora dovesse perdurare il braccio di ferro che lo vede contrapposto alla cancelliera Angela DOPO LA FIRMA SUL NUCLEARE I L’Iran attacca gli Usa, accordo già in fumo? pochi giorni dallo storico accordo di Vienna sul programma nucleare, a sorpresa – visto il clima più disteso che si era venuto a creare l'ayatollah Ali Khamenei ha di nuovo sferrato un attacco nei confronti degli Stati Uniti. Non cambierà - ha detto la guida suprema dell'Iran - la politica iraniana nei confronti del governo americano e della sua “arroganza”, né la politica di sostegno dell'Iran ai suoi "amici" nella regione. La "Repubblica islamica d'Iran non rinuncerà a sostenere i suoi amici nella regione, i popoli oppressi di Palestina, dello Yemen, i popoli e i governi siriani e iracheni, il popolo oppresso del Bahrein e i combattenti della resistenza in Libano e in Palestina. La nostra politica non A Merkel sulla cisi greca. E questo nonostante un certo riavvicinamento che c’è stato per il voto al Bundestag, con il via libera ad ulteriori aiuti nei confronti di Atene. L’altro ieri, come noto, la camera bassa del Parlamento tedesco ha infatti approvato a larga maggioranza il mandato negoziale per un terzo pacchetto di aiuti alla Grecia da 86 miliardi di euro. Dalla Cdu e dalla Csu sono comunque arrivati 60 dei 119 voti contrari. La possibilità che il ministro tedesco possa farsi da parte è stata adombrata ieri da Der Spiegel che ha raccolto proprio delle dichiarazioni del diretto interessato: "I politici hanno delle responsabilità dal loro incarico", ha detto il ministro delle Finanze al settimanale tedesco, spiegando che nessuno può obbligarli a compiere scelte contrarie alle loro convinzioni. "Se qualcuno ci dovesse provare, potrei andare dal presidente a ras- segnare le mie dimissioni". Nel colloquio con il sito internet del giornale, Schaeuble ha anche riconosciuto di aver avuto delle opinioni diverse da quelle di Angela Merkel in merito al salvataggio della Grecia: "Fa parte del gioco democratico avere opinioni diverse di tanto in tanto". Davanti al Bundestag Schaeuble ha difeso la sua conduzione dei negoziati nel corso della crisi greca, compresa la sua proposta di una Grexit tem- poranea. "Sono convinto che questa soluzione può funzionare", ha affermato il ministro cambierà di fronte all'arrogante governo americano", ha aggiunto Khamenei, le cui parole sono state accolte dagli oramai tradizionali cori di "morte all'America", "morte a Israele". Khamenei ha poi insistito sul fatto che "le politiche degli Stati Uniti nella regione sono opposte a quelle della Repubblica islamica d'Iran". Il numero uno iraniano, che è anche il capo delle forze armate, ha sottolineato la determinazione del suo Paese nel preservare intatte le capacità militari. "Per quel che riguarda la conservazione delle capacità militari e difensive, in particolare in questo clima di minaccia creato dai nemici, la Repubblica islamica non accetterà mai le richieste eccessive dei nemici", ha concluso il leader iraniano. cristiano-democratico parlando infine dell’accordo comunque raggiunto. OLTRE 100 LE VITTIME IN UN MERCATO Kamikaze fa strage in Iraq alla fine del Ramadan ontinua a salire con il passare delle ore il bilancio di un attacco suicida, rivendicato dall'Isis su twitter, avvenuto in un mercato a Khan Beni Saad, in Iraq, affollato da persone che festeggiavano la fine del Ramadan. Fino a ieri sera la triste contabilità dei morti era di 155 persone, comprese numerose donne e almeno 15 bambini, con altre cinquanta persone ferite, molte delle quali in maniera abbastanza grave. Khan Bani Saad è una città abitata prevalentemente da sciiti ed situata a 20 km a nord della capitale Baghdad. Il kamikaze ha fatto esplodere l’autobomba nel cuore della zona commerciale della città, che pullulava di gente uscita C per gli acquisti in preparazione di Eid al-Fitr, la festa che in tutto il mondo musulmano segna la fine del Ramadan. L’attentato, uno dei più gravi da quando l’Isis ha conquistate vaste zone del Paese, ha fatto crollare diversi edifici schiacciando sotto le macerie intere famiglie. Una parte della provincia di Diyala, nella quale si trova la cittadina, è stata presa lo scorso anno dai miliziani. L'esercito di Baghdad e i miliziani curdi hanno poi riconquistato quelle aree, ma gli scontri continuano. Il governo di Diyala ha proclamato tre giorni di lutto e ha ordinato la chiusura di tutti i parchi fino al termine della festività per motivi di sicurezza. 6 Domenica 19 luglio 2015 DA ROMA E DAL LAZIO NON È STATO CONVALIDATO L’ARRESTO DI GIORGIO MORI (FDI), SCHIERATOSI IN DIFESA DELLE DONNE DISTESE A TERRA IN SEGNO DI PROTESTA Profughi: difendi il territorio? Adesso rischi il Daspo Messaggi di solidarietà ai residenti di Casale San Nicola. Storace: “Se al prefetto Gabrielli piacciono le cariche di polizia, ne ordini una in Campidoglio. I nemici di Roma li trova da quelle parti” ietato difendere il proprio territorio. Si rischia il Daspo (Divieto di accedere alle manifestazioni sportive). Sì, perché il questore di Roma, Nicolò D’Angelo, ha aperto un fascicolo per l’erogazione del Daspo per tutti coloro che saranno individuati in esito alle indagini sui disordini di venerdì scoppiati a Casale San Nicola, a Roma Nord, per l’arrivo di 19 profughi ospitati nell’ex scuola Socrate. Grazie alla normativa introdotta dal governo l’estate scorsa, infatti, il divieto di assistere alle manifestazioni sportive può essere emesso nei confronti di chi si è macchiato di reati contro l’ordine pubblico. Eppure, quella andata in scena l’altro ieri, era inizialmente una manifestazione pacifica da parte dei residenti della zona, insieme a un gruppo di esponenti di Fratelli d’Italia e di Casapound. Un ‘muro’ umano di anziani, donne e uomini per dire no al centro di accoglienza. Poi gli scontri, preceduti dal diktat del prefetto di Roma, Franco Gabrielli: “Non faremo nessun passo indietro, rimuoveremo il blocco”, ricordando la regolarità del bando sull’ex scuola rimessa a nuovo V per ospitare 101 profughi. Con il conseguente plauso del Pd. La situazione è tornata alla normalità, ma resta il clima di tensione. I residenti non intendono mollare, rispondendo anche alle polemiche sul tricolore, avanzate, tra i tanti dell’area di sinistra, da Gad Lerner. “Se il problema è la bandiera italiana ditelo, altre bandiere qui al presidio San Nicola non ce ne sono e non ce ne saranno”, ha chiarito Ilaria Morichelli, con vena polemica, del comitato di quartiere. Mentre Francesca Sanchietti, sempre del comitato, ha invitato il sindaco Marino a recarsi a Casale San Nicola. “Non è mai intervenuto. Molte realtà in Italia, invece, si stanno risolvendo grazie all’intervento e alla vicinanza dei sindaci e delle istituzioni”, ha scandito. Tantissimi i messaggi di solidarietà e di sostegno per i residenti, ai quali si è unito Francesco Storace (La Destra):“Esprimo solidarietà e vicinanza ai cittadini di San Nicola. Se al prefetto Gabrielli piacciono le cariche di polizia, ne ordino una in Campidoglio. I nemici di Roma li trova da quelle parti”. Subito dopo i tafferugli sono state fermate due persone, Giorgio Mori (responsabile dell’immigrazione di FdI-An) e Stefano Caradonio di Militia, a cui è stato convalidato l’arresto ma senza misure cautelari. Non è stato, invece, convalidato il fermo per Mori, schieratosi a difesa delle donne distese a terra in protesta contro il trasferimento dei profughi, al quale ha portato solidarietà Giorgia Meloni, presidente di FdI. “Questa sentenza, che arriva dopo una notte passata in carcere, dimostra che abbiamo fatto anche questa volta il nostro lavoro. Abbiamo difeso i cittadini da una politica incapace – ha spiegato l’ex ministro, che ha atteso la sentenza del tribunale di piazzale Clodio all’ingresso del polo giudiziario - di affrontare seriamente il problema dell’immigrazione e continueremo a farlo a Casale San Nicola come su tutto il territorio della capitale e su tutto quello nazionale, fino a quando Renzi, Alfano, Marino e tutti i responsabili di queste politiche non capiranno che stanno producendo una guerra tra poveri”. Ha parlato anche Mori: “Quanto è accaduto è il frutto del clima di odio distribuito su tutto il territorio romano che deriva dall’assenza di controllo dell’immigrazione”, ha spiegato il dirigente di FdI-An, sottolineando che “oggi l’accoglienza viene imposta a colpi di business e di bandi. Milioni di euro vengono destinati per collocare indistintamente centri in qualsiasi punto del territorio della capitale. Noi rimaniamo al fianco delle forze dell’ordine - ha concluso - che sono state lasciate colpevolmente da sole”. SODDISFATTI IL SINDACO MARINO, LA MUNICIPALIZZATA E CGIL-CISL-UIL Atac: ecco il nuovo contratto Aurigemma (FI) contro il presidente dell’azienda Grappelli: “Chieda scusa ai cittadini per i disagi e le inefficienze” utto fatto. L’Atac e i sindacati principali, Cgil-Cisl-Uil, hanno messo nero su bianco il nuovo contratto dei dipendenti della più grande municipalizzata italiana. Un nuovo contratto non sottoscritto dall’Ugl, perché, a quanto trapela nei suoi ambienti, i provvedimenti presi non risolveranno i problemi del trasporto pubblico romano. Spazzati via tutti i vecchi bonus in busta paga, che venivano distribuiti a pioggia e senza alcun T legame con il rendimento dei singoli dipendenti. Compresa l’integrazione alla busta paga degli autisti introdotta anni fa per via delle particolari condizioni usuranti a cui erano sottoposti, pari a circa 350 euro. Un taglio che ha mandato su tutte le furie gran parte dei lavoratori, che, a loro volta, hanno chiesto il taglio degli stipendi dei dirigenti, almeno 80 contro i 30 dell’azienda del Comune di Milano. “Vogliono risanare l’azienda con i nostri stipendi”, hanno la- mentato alcuni autisti, aggiungendo: “Non c’è paragone fra le condizioni con cui lavoriamo rispetto a quelle dei nostri colleghi delle grandi città”. Ma i nuovi salari accessori saranno legati all’effettiva produttività dei lavoratori. Aumenta il monte ore, che passa da 736 a 950 ore all’anno, avvicinandosi così ai livelli di Milano e Napoli. “Lavoriamo solo qualche ora in meno rispetto ai colleghi di Milano”, hanno precisato invece gli autisti. Soddisfazione è stata espressa dal sindaco Ignazio Marino, che ha parlato di “un accordo straordinario” che “introduce il badge, orari di lavoro in linea con le altre città italiane e retribuzioni legate alla produttività. Grazie ad azienda e sindacati. Ora basta con i disagi intollerabili - ha aggiunto - delle ultime settimane”. Gli ha fatto eco l’assessore dimissionario ai Trasporti e alla Mobilità, Guido Improta, che ha ricordato alcune novità dell’accordo: “Macchinisti alla guida per 950 ore all’anno, autisti per 6 ore e 20 minuti al giorno, con turni a nastro. Sono stati inoltre 106 accordi che ridefiniscono la contrattazione di secondo livello di tutte le famiglie professionali”. Scaricando poi la palla sul governo e la Regione Lazio: “Ora tocca a Governo e Regione Lazio accettare la sfida di risolvere i problemi strutturali del trasporto pubblico a Roma”. Inoltre, le autofficine resteranno aperte h24 consentendo la manutenzione dei mezzi senza discontinuità. Un accordo che piace anche al presidente di Atac, Roberto Grappelli, che ha ringraziato l’amministratore delegato Danilo Broggi, il direttore generale Francesco Micheli e i vertici dei sindacali per il lavoro svolto. “Risultano a dir poco vergognose le parole del presidente Grappelli”, ha detto invece l’ex assessore alla Mobilità e capogruppo di Forza Italia alla Pisana, Antonello Aurigemma, bocciando l’accordo sul- l’aumento dei livelli di produttività, secondo cui “dovrebbe scusarsi con i cittadini e gli utenti per i disagi e le inefficienze che devono incontrare ogni giorno, proprio a causa dell’incapacità dell’amministrazione”. Mettendo in risalto le problematiche con cui sono costretti a convivere i romani, i pendolari e i turisti. “I cittadini, pensiamo ai pendolari della Roma Lido, sono esasperati, visto che sono costretti a viaggiare in condizioni insostenibili e molto spesso disumane. Forse Grappelli - ha concluso Aurigemma - doveva di questo parlare e forse doveva ‘ringraziare’ il management per gli errori commessi in questi mesi e per il totale abbandono in cui hanno lasciato utenti e pendolari”. ILEANA ARGENTIN, DEPUTATA PD, BACCHETTA IL SINDACO MARINO E L’ASSESSORE DANESE “Roma non è una città per disabili” Lo sfogo della parlamentare dem affetta da amiotrofia spinale oma non è una città per disabili. E’ il grido d’allarme di Ileana Argentin, affetta da amiotrofia spinale costringendola sulla carrozzina, deputata del Partito democratico. La parlamentare dem non ci sta e punta il dito nei confronti del sindaco Ignazio Marino e l’assessore alle Politiche sociali, R Francesca Danese, rei delle gravi problematiche con cui sono costretti a convivere i portatori di handicap nella Città Eterna, che dovrebbe essere accessibile a chiunque. “A Roma ancora grandi difficoltà per garantire alle persone con disabilità l’assistenza. Il Comune è allo stremo delle forze e ai minimi termini economicamente. Di conseguenza, vengono forniti sempre meno servizi sociali alle persone che vivono uno status di handicap. Cari assessora Danese e sindaco Marino, capisco tutte le beghe e il dramma di “mafia capitale” ma qualsiasi realtà sociale è ormai imprigionata da un immobilismo che fa sentire sempre più soli e trascurati gli ‘ultimi’”. E’ lo sfogo della Argentin, da sempre attiva sul fronte delle politiche sociali e portavoce dei disabili. Problematiche ampliate dal sole cocente di questi giorni. “Non possiamo continuare a guardare ha aggiunto - il caldo sta amplificando le sofferenze delle persone più deboli e i molti iscritti nelle liste d’attesa per ottenere l’assistenza domiciliare e indiretta non ce la fanno più”, ha scandito la parlamentare del Partito democratico, che è poi entrata nel vivo del toto-nomine sul più che certo rimpasto di giunta, travolta da “Mafia capitale”. “Leggo sui quotidiani che forse l’onorevole Marco Causi sarà il prossimo vice sindaco di Roma. Questo mi rassicura e mi dà fiducia per il domani, in quanto conosco bene Marco che insieme a me ed altri ha fatto parte dell’ex Giunta Veltroni. Morassut o Causi, purché la carica di vicesindaco abbia una punta di diamante. Se fosse Causi - ha concluso - sono certa che i conti torneranno”. Anche la Argentin ha bocciato senza mezzi termini i primi due anni dell’esperienza Marino. 7 Domenica 19 luglio 2015 STORIA GRANDE GUERRA / 52 Isonzo, atto secondo I guadagni territoriali per l’Italia sono minimi, moltissimi i caduti. Ma la guerra è “una faccenda aspra, dura e lunga assai” di Emma Moriconi lla vigilia della seconda battaglia dell'Isonzo, il 15 luglio le nostre truppe avevano occupato la cima di Falzarego, il 16 i passi di Venerocolo e di Brizio. Successi anche sui contrafforti che dal Col di lana giungono a Salasei e ad Agai. In generale, nell'estate del '15, il fronte trentino-carnico portò buoni risultati ai nostri uomini. Sull'altro fronte pure vi furono successi, sebbene più contenuti, con un avanzamento che, sebbene piccolo, fu pur sempre un avanzamento, purtroppo a costo di moltissime vite umane. 18 luglio 1915: inizia per l'Italia la seconda battaglia dell'Isonzo, che durerà fino alla metà di agosto. Le nostre truppe avanzeranno un poco, e lasceranno moltissimi caduti sul campo.Trentasei chilometri di fronte, obbiettivo il Monte San Michele, dove i nostri soldati giunsero il 20 luglio ma la conquista durò un solo giorno: il 21 vennero ricacciati indietro dagli austro-ungarici. Nel frattempo nella zona di Monfalcone si tentava di assaltare il Monte Cosich: anche qui tante perdite e pochi risultati. E lo stesso copione si ripete per gli assalti al Monte Sabotino e al Calvario. I nostri soldati subiscono le piogge e le raffiche di vento, nebbia, non hanno tregua. La situazione di stasi, le difficoltà della zona, il clima, le malattie sfiduciarono i nostri ragazzi ma anche il nemico era provato. Si parla di cinquantamila vittime italiane e di quasi altrettante austriache. La zona dell'Isonzo è aspra. Ecco uno stralcio del bollettino del 19 luglio: "Lungo la frontiera dell'Isonzo l'offensiva che le nostre truppe con lenta, ma aspra e diuturna lotta vi svolgono da qualche tempo, ha ieri conseguito sensibili successi. A Dopo risoluta e sanguinosa azione durante la quale l'accordo tra l'avanzata delle fanterie e l'appoggio delle artiglierie pesanti, e campali si rilevò perfetto, la nostra occupazione sull'altipiano del Carso poté progredire". I bollettini dei giorni successivi parlano di "lenti progressi" e di trinceramenti conquistati, di forti perdite nemiche e di prigionieri catturati. Il Monte dei Sei Busi venne "più volte conquistato e perduto, restando infine in gran parte in nostro possesso". E aggiunge: "L'avversario fece anche uso di bombe e granate producendo gas asfissianti, dai quali le nostre truppe si protessero con le masche- re". Una Stefani del 28 luglio diceva tra l'altro: "Gli Austriaci, sloggiati dalle loro trincee tentarono varie volte contrattacchi in grandi masse e con l'ordine perentorio di ricacciarci a qualunque costo oltre l'Isonzo; ma anche in questi casi le nostre artiglierie crearono ampie zone di fuoco e non consentirono più al nemico né l'attacco né la ritirata. E le nostre fanterie, con magnifici assalti alla baionetta compirono l'opera annientando interi riparti e facendo larghe retate di prigionieri. Alle belle azioni dei bravi cannonieri corrispose pienamente la risoluta offensiva degli eroici fucilieri [...] L'importanza dei nostri successi è dimostrata dalla pertinacia con cui il Comando austriaco volle contrastare la nostra avanzata e riconquistare le posizioni sull'altipiano del carso. Molte masse di truppe fresche ci furono lanciate contro nella speranza di spezzare le nostre linee e di ricacciarci dal monte nella valle e oltre il fiume". Segue un elenco di azioni eroiche dei nostri soldati, il clima di assoluta compostezza che li caratterizzava. In effetti eroici lo furono davvero, quei giovani. Sull'Isonzo ad ottobre ci sarà la terza offensiva. Benito Mussolini il 18 luglio scriveva sul Popolo d'Italia: "La guerra [...] è CULTURA E MEMORIA POETI IN TRINCEA Renato Serra: Monte Podgora, 20 luglio 1915 aggiù in città si parla forse ancora di partiti, di tendenze opposte, di gente che non va d'accordo. Ma io vivo in un altro luogo. In quell'Italia che mi è sembrata sorda e vuota quando la guardavo soltanto. Ma adesso sento che può essere piena di uomini come sono io, stretti dalla mia ansia e incamminati sulla mia strada, capaci di appoggiarsi l'uni all'altro, di vivere e di morire insieme”. Con queste parole Renato Serra, illustre critico letterario di famiglia benestante e di tradizione risorgimentale, descrive la sua Guerra. Nato nel 1884 a Cesena, Renato conclude gli studi a 16 anni, con altissimi voti. Poi si iscrive all'Università di Bologna e si laurea con una tesi su Petrarca. In seguito perfeziona i suoi studi a Firenze e, dopo aver assolto agli obblighi di leva, torna nella sua città natale, dove gli viene offerto un lavoro come bibliotecario. Nel frattempo continua a dedicarsi alle sue numerose passioni: latino, greco, filosofia, letteratura, critica. Inoltre collabora alla creazione di un dizionario Italiano – Latino e scrive articoli e saggi. Quando anche l'Italia entra nel Primo “L conflitto mondiale, Renato si arruola. E' l'inizio di aprile del 1915 e poco prima di partire, pubblica una delle sue opere più importanti: “Esame di coscienza di un letterato”. Al fronte arriverà soltanto il 6 luglio, dopo aver smaltito, a tempo di record, i gravissimi postumi di un incidente stradale. Anche in guerra Serra continua a scrivere: il suo diario, pubblicato in seguito, è la testimonianza diretta del vissuto di quello che alcuni hanno chiamato l'eroe intellettuale del sacrificio in trincea. Scrive della solitudine dei soldati e della guerra personale di ciascuno, fatta di paura e coraggio, stanchezza, istinto e intelligenza. Parlando di sé stesso scrive: “Tutto il mio essere è un fremito di speranza a cui mi abbandono. Il presente mi basta. Non voglio né vedere né vivere al di là di questa ora di passione. Comunque debba finire, essa è mia”. Finisce sul Podgora la vita di Renato Serra. Il 20 luglio, durante un combattimento, viene colpito in fronte. “Sotto il fuoco vivissimo di fucileria – si legge nella motivazione della medaglia che gli viene conferita – dava ai suoi bell'esempio una faccenda aspra, dura e - con tutta probabilità - lunga assai. Oh! Certo, sarebbe stato 'comodo' - troppo comodo! - volare di vittoria in vittoria: ogni passo, una conquista; ogni scontro, un successo. Che gioia per coloro che seguono - armati di bandierine - le operazioni di guerra sulle carte geografiche, potere ogni mattina piantare il vessillo sulle cime dei monti, lungo il corso dei fiumi, sulle città tanto a lungo agognate e finalmente redente! Ma la guerra non è così rapida come lo spostamento delle bandierine. Il Kaiser ad esempio - che aveva fissato un pranzo a Parigi per la metà di settembre si trova oggi - dopo dodici mesi - a ... digiuno". E, più avanti: "Quando il generale Cadorna annuncia che 'non vi è nulla di nuovo', bisogna rassegnarci e tacere. Se noi avessimo gli austriaci nel Veneto o, peggio, in Lombardia, come prevedevano - o vagheggiavano? - gli italiani del 'ben vengano', la 'situazione invariata' dovrebbe preoccuparci e rattristarci. Ma la nostra 'situazione invariata' è in territorio straniero, in alcuni luoghi a molte decine di chilometri dal vecchio confine, dobbiamo quindi sentire tanto maggiormente il dovere di rintuzzare la nostra curiosità, di frenare le nostre impazienze". Mentre iniziava la seconda battaglia dell'Isonzo, in Italia si concludeva la sottoscrizione del secondo prestito nazionale e sempre il 18 luglio 1915 il sommergibile austriaco U-4 affondò il nostro incrociatore corazzato Giuseppe Garibaldi, impegnato nel bombardamento della ferrovia Ragusa-Cattaro. Il Garibaldi era stato varato nel 1899 e durante la guerra italo-turca era stata la nave insegna dell'ammiraglio Thaon di Revel. Il relitto del Garibaldi fu rinvenuto vicino alle coste dalmate nell'agosto del 2009. [email protected] Gli eventi per celebrare l’illustre letterato ell'ambito delle iniziative organizzate in occasione del centenario della Grande Guerra, sono numerose, in provincia di Cesena, quelle dedicate al ricordo di Renato Serra. Il ricco programma prevede una serie di appuntamenti tra conferenze, presentazione di libri, musica, teatro, mostre, cinema, visite e itinerari cittadini sul filo della memoria, alla ricerca dei ricordi serriani e della Cesena di un secolo fa. Tra i vari eventi (dettagli indicati nel sito www.emiliaromagnaturismo.it) dedicati a Renato Serra, il 20 luglio presso il Chiostro di San Francesco - andrà in scena la narrazione per voci, musiche e suoni “Una coscienza in guerra”. Il 25 luglio è poi in programma “Renato Serra. Il letterato e l'apocalisse”. Il 2 e 3 dicembre prossimi, inoltre, il N di calma e disprezzo del pericolo. Cadeva ferito alla fronte sulla trincea nemica conquistata”. Aveva 31 anni. Cristina Di Giorgi Teatro Verdi ospiterà il reading “Renato Serra, il letterato in trincea”. Per quanto riguarda le mostre, il 3 ottobre aprirà “Caduti cesenati nella Grande Guerra”, con una vetrina dedicata a Serra con fotografie, cartoline spedite dal fronte e pagine autografe della sua opera più nota, “Esame di coscienza di un letterato”. Di notevole interesse, ancora, le “Camminate letterarie nella Cesena di Renato Serra”: passeggiate serali con cadenza mensile che “si dipaneranno lungo i luoghi serriani. Durante il percorso ci saranno soste in cui, di volta in volta, saranno proposte letture tratte da opere di vari autori del periodo bellico”. Infine, apertura straordinaria di Casa Serra dal 5 al 20 dicembre, con visite guidate a cura degli studenti dell'Istituto Tecnico “Renato Serra”. CdG 8 Domenica 19 luglio 2015 ECONOMIA LA PRESSIONE FISCALE DEL BELPAESE SUPERA QUELLA DI GERMANIA, INGHILTERRA, SPAGNA E PORTOGALLO Nessuno paga più degli italiani Se il carico fiscale fosse in linea con l’Europa risparmieremmo 904 euro l’anno. Ma rischiamo un altro aumento di Giuseppe Sarra ovecentioquattro euro. Sarebbe il risparmio di ogni italiano se il carico fiscale del nostro Paese fosse in linea a quello europeo. E’ quanto ha scoperto l’Ufficio studi della Cgia di Mestre, mettendo a confronto la pressione fiscale dei principali Stati membri dell’Unione europea registrata nel 2014. Il risultato, come era facilmente prevedibile, vede l’Italia occupare le primissime posizioni della graduatoria dei contribuenti più tartassati d’Europa. Il dato peggiora se mettessimo a confronto la media dei nostri stipendi con quelli dei cittadini degli altri Paesi europei. Tornando al sondaggio, tra i principali Paesi dell’Ue presi in esame, la pressione fiscale più elevata si riscontra in Francia. A Parigi, il peso complessivo di imposte, tasse, tributi e contributi previdenziali è pari al 47,8 per cento del Pil. Seguono il Belgio, con il 47,1 per cento, la Svezia, con il 44,5 per cento, l’Austria, con il 43,7 per cento e, al quinto posto, l’Italia. Ma lo scorso anno, e difficilmente migliorerà nel 2015, la pressione fiscale italiana si è fermata al 43,4 per cento del Pil, vantando così un primato europeo per nulla invidiabile. Analizzando la media dei 28 Paesi che compongono l’Ue, invece, emerge che la tassazione si è stabilizzata al 40 per cento; ben 3,4 punti in meno che da noi. Nella comparazione, l’Ufficio studi della CGIA ha deciso di calcolare anche i maggiori o minori versamenti che ognuno di noi “sconta” rispetto a quanto succede altrove. Ebbene, se la tassazione nel nostro Paese fosse in linea con la media europea, ogni italiano l’anno scorso avrebbe risparmiato 904 euro. N Quanto sborsiamo in più rispetto agli altri cittadini europei? I tedeschi pagano mediamente 1.037 euro all’anno in meno rispetto a noi. Analogamente, gli italiani erogano all’Erario 1.409 euro in più rispetto agli olandesi, 1.701 euro in più dei portoghesi, 2.313 euro in più degli inglesi, 2.499 euro in più degli spagnoli e ben 3.323 euro in più rispetto agli irlandesi. Gli austriaci, gli svedesi, i belgi e i francesi, dal canto loro, sborsano più di noi. Ma la qualità della vita e i servizi della pubblica amministrazione sono di gran lunga superiori a quelli dello Stivale. Insomma: l’italiano paga di più, ricevendo in cambio servizi più scadenti. La ricetta è sempre la stessa: razionalizzazione della spesa pubblica, tagli agli sprechi, agli sperperi e alle inefficienze della macchina pubblica. Ma che non sembra interessare alla classe dirigente italiana al di là degli annunci, smentiti puntualmente da qualsiasi rapporto degli istituti di ricerca o delle associazioni di categoria. L’italiano, però, potrebbe pagare ancora di più di quanto spende adesso. “Entro il prossimo 30 settembre, infatti, a seguito della mancata autorizzazione dell’Unione europea all’estensione del reverse charge alla grande distribuzione, il governo dovrà reperire 728 milioni di euro ha ricordato la Cgia di Mestre - altrimenti è previsto un aumento delle accise sui carburanti di pari importo”. E per evitare un nuovo aumento dei tributi, il governo Renzi dovrà sterilizzare una serie di clausole di salvaguardia estremamente “impegnative”. Ma le rassicurazioni del ministro Padoan non bastano. Palazzo Chigi e il Mef dovranno trovare oltre 16 miliardi per evitare un aumento delle entrate di pari importo per l’anno venturo con la prossima legge di stabilità. Tagli che dovranno salire a 25,4 miliardi nel 2017 e a 28,2 nel 2018.“Obbiettivi difficilmente da centrare - ha sentenziato la Cgia - visti i risultati di questi anni”. Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l’Innovazione dell’Agricoltura del Lazio L’ANALISI DELLA COLDIRETTI Agroalimentare tricolore: è boom grazie all’Expo ola l’export (a cominciare dal vino) grazie all’Expo. E’ aumentata, infatti, la domanda dei prodotti agroalimentari Made in Italy all’estero che va dal +19% in Usa al +36% in India fino al +57% in Cina. Ma risultati estremamente positivi si hanno anche nello stagnante mercato dell’Ue con un incremento del 5 per cento. E’ quanto è emerso da uno studio presentato all’Assemblea della Coldiretti sulla base dei dati Istat a maggio, dal quale si evidenzia che nel primo mese di inizio dell’Esposizione a Milano si è registrato un forte balzo del 5,9% nelle presenze alberghiere in Italia, grazie agli stranieri (+6,6%) mentre gli italiani crescono del 5,1%, secondo Federalberghi. Complessivamente a livello globale le esportazioni agroalimentari Made in Italy hanno fatto registrare - sottolinea la Coldiretti - un aumento record del 7 per cento per effetto della ripresa economica, del tasso di cambio più favorevole, ma certamente anche per l’impulso positivo dell’Esposizione universale. Un risultato ancora più incoraggiante se si considera - precisa la Coldiretti - il crollo delle spedizioni verso la Russia (grazie alle sanzioni imposte dall’Ue, volute anche dal premier Renzi) che ha colpito importanti comparti dell’agroalimentare, comportando un cedimento del 36% del valore delle esportazioni. V 9 8 Domenica 19 luglio 2015 DALL’ITALIA I DIFENSORI DI SABRINA PARLANO DI “COMPLOTTO CONTRO DI LEI” MENTRE PER LA PROCURA VA CONFERMATO L’ERGASTOLO Scazzi, il 24 luglio camera di consiglio Attesa per la pronuncia in secondo grado: la difesa mira all’assoluzione anche per la Serrano di Emma Moriconi issata nell'udienza di ieri per il 24 luglio la camera di consiglio dei giudici della Corte d'Assise d'Appello per la sentenza di secondo grado relativa all'omicidio di Sarah Scazzi, la quindicenne di Avetrana strangolata il 26 agosto 2010. Ancora qualche giorno di attesa per sapere come si sprimeranno i giudici dopo che la difesa avrà giocato le sue ultime carte. Il primo grado aveva condannate all'ergastolo Sabrina Misseri e Cosima Serrano, rispettivamente cugina e zia della piccola Sarah: omicidio volontario e sequestro di persona. Michele Misseri, zio della giovane vittima, ha una condanna a 8 anni di reclusione per occultamento di cadavere. Mentre il sostituto procuratore generale Antonella Montanaro ha chiesto la conferma delle condanne, la difesa intende battersi per l'assoluzione delle due donne: secondo la tesi che porta avanti, infatti, sarebbe Misseri il solo responsabile del delitto. Lo stesso "zio Michele" ha sempre detto di essere lui l'assassino di Sarah, ma le sue deposizioni sono state sempre contraddittorie e non attendibili. F L'accusa conferma la ricostruzione dei fatti emersa in primo grado: "Una la tratteneva, l'altra stringeva intorno al collo una cinta, con chiara volontà omicida. La difesa ha tentato di adattare la sua tesi ad alcune testimonianze ed orari, anticipando di un po' l'orario del delitto ma non regge. La difesa dice ancora - vorrebbe farvi credere che procura, investigatori, carabinieri, gip, giudici del Riesame, della corte d’assise e perfino della Cassazione hanno partecipato ad un complotto per incastrare Sabrina Misseri, ripetendo questa tesi all’infinito per farla sembrare vera ma questa tecnica di comunicazione funziona nei talk show non nelle aule di giustizia, qui si usano atti ed intercettazioni che vanno letti per intero”. Secondo la difesa invece il procuratore generale Ciro Saltalamacchia non avrebbe dovuto concedere un'intervista al settimanale "Oggi" in cui sosteneva la tesi dell'accusa. IN aula il Procuratore Generale ha detto, riferendosi all'aggressione nei confronti di Sarah: “La madre le diceva sempre di reagire, di farsi rispettare, di non uscire con la cugina se poi questa la maltrattava. Sarah ha pagato con la vita la sua reazione. Gelosia, rabbia, frustrazione sono i motivi che più frequentemente sono alla base dei delitti intra-familiari” ha aggiunto". Intanto è stato chiesto il rinvio a giudizio per Ilaria Cavo, la giornalista genovese e neoassessore, ac- cusata di diffamazione verso la criminologa Roberta Bruzzone e Daniele Galoppa, ex avvocato di Misseri. La Cavo avrebbe rilanciato le accuse di Misseri verso l'ex difensore e la criminologa: li aveva infatti incolpati di averlo spinto ad accusare del delitto la figlia Sabrina. Accuse che hanno portato la Bruzzone e Galoppa alla reazione che ha portato ora al rinvio a giudizio della giornalista. ORTIGIA (SIRACUSA): PREGHIERA E MASSAGGI, UNA GROTTA DEL VAPORE PER MEDITARE IN SILENZIO - SONO DIVERSI I SITI DI QUESTO TIPO IN ITALIA “Sorella spa”: le Orsoline e l’oasi di benessere i tratta di un vero e proprio boom di vacanze quello che caratterizza questa caldissima estate a Ortigia (Siracusa), con le Orsoline che alla comunità di Camaldoli si attrezzano sempre di più ad accogliere turisti in cerca di pace interiore e di meditazione. Vacanze e spiritualità, insomma, pace e meditazione per tornare ad apprezzare le meraviglie della vita e del mondo, coniugando relax ed elevazione spirituale. Quella a cui hanno dato vita le Orsoline ad Ortigia è una vera e propria spa dove è possibile fare S trattamenti estetici, curativi, con percorsi specifici. Le suore mettono a disposizione dei turisti anche una "doccia emozionale" con aromaterapia e cromoterapia è una grotta del vapore estremamente suggestiva in cui meditare in silenzio. C'è poi un percorso Kneipp, piscina, idromassaggio e centro estetico, oltre a un'area fitness alla Domus Mariae. La comunità monastica benedettina di Camaldoli è aperta a tutti, anche i non credenti sono accettati se sono "desiderosi di confrontarsi nel rispetto dei cammini personali", come spiegano i monaci allAdnKronos, precisando che "accolgono indistintamente laici e religiosi, single e famiglie". A quanto riferisce l'agenzia c'è affluenza anche a Bose, presso la comunità di padre Enzo Bianchi, dove "si raccomanda di portare sempre con sé Bibbia e lenzuola (o sacco a pelo)". E chi ha problemi economici non deve preoccuparsi: l'offerta è libera "a seconda delle possibilità". Per quanto riguarda l'orario nelle giornate feriali, ecco come funziona: alle ore 5.30 c'è la campana del risveglio e inizia il tempo per la colazione. Alle 12.30 è la volta della preghiera di mezzogiorno, alle 13 e alle 19 pranzo e cena e alle 20 ecco scattare l'ora del 'grande silenzio'. Nel monastero di Enzo Bianchi può entrare chiunque, "nessuno - spiega la comunità - deve essere escluso da questo luogo per motivi economici". Ma non basta: ci sono anche i monaci benedettini di Santa Scolastica a Subiaco, pronti ad accogliere single, gruppi misti, famiglie, pellegrini. A disposizione degli ospiti ci sono cinquanta camere e un ristorante con cinquecento posti. Anche a Farfa la comunità benedettina mette a disposizione le sue 14 camere e alle vacanze spirituali collaborano anche le dirimpettaie Brigidine. A Farfa sono infatti in allestimento altri due plessi per raccogliere gruppi più numerosi e famiglie. Al momento i gruppi più consistenti vengono alloggiati dalle suore dell'Ordine del Santissimo Salvatore di Santa Brigida: "le Brigidine, con spirito di carità e di servizio, gestiscono una casa di accoglienza affiancata all'abbazia". LIVORNO L’ONDATA DI ALTA PRESSIONE Stupra una giovane, ripreso dalle telecamere Caldo killer: quattro morti L’episodio su un treno di pendolari, l’aggressore è stato arrestato ggredita sul regionale che da Livorno conduce a Pisa, in uno scompartimento vuoto ma sorvegliato dalle telecamere: è successo ad una ragazza lo scorso sabato 11 luglio, il responsabile - che è stato arrestato nella giornata di ieri - sarebbe un ventenne extracomunitario senza precedenti e in possesso di carta di soggiorno. La giovane era salita nello scompartimento e l'uomo sin era seduto accanto a lei e aveva cominciato ad infastidirla. Lei aveva A cercato di allontanarsi ma era stata raggiunta, gettata a terra e stuprata. Nessuno era presente per poterla aiutare. L'aggressore era fuggito, la giovane aveva denunciato quanto avvenuto al capotreno che all'arrivo in stazione aveva allertato la Polfer. Ad incastrare l'uomo sono state le informazioni che la vittima ha potuto dare e le telecamere del vagone, che avevano ripreso l'accaduto. Gli agenti avevano così scovato l'aggressore, che si era nel frattempo nascosto nella toilette del treno. La dirigente della squadra mobile di Pisa Rita Sverdigliozzi ha posto l'attenzione sul prezioso apporto fornito dal sistema di videosorveglianza del treno, definendolo "una strategia capace di incrementare il senso di sicurezza dei cittadini". Ieri sono divampati novanta incendi, molte persone colpite da malore aldo torrido sul Bel Paese, con temperature record vicine ai 40 gradi, umidità su tutto lo Stivale e allerta meteo anche sui ghiacciai. I dati vanno oltre le statistiche, nella giornata di ieri, alle 14, il record delle temperature massime è per Foggia, Taranto e Terni, con 39 gradi. A seguire i 38 di Cesena e Firenze. Colpiti lavoratori e turisti, ovunque. Nello stabilimento siderurgico Marcegaglia a Gazoldo degli Ippoliti (Mantova) ieri sono state proclamate due ore di sciopero contro il caldo che si avvertiva in fabbrica. C A Marina di Grosseto un uomo di 50 anni si è accasciato sulla spiaggia, a Orbetello una donna di 83 anni ha avuto un malore mentre stava nuotando. Anche a Follonica un uomo di 60 anni, senese, è morto in spiaggia. A Dervio, nel Lecchese, è morto a causa del caldo un turista straniero. A Cosenza, poi, si sono verificati malori di alcuni anziani e di un giovane. , nel cosentino un incendio è divampato a Padula di San Pietro in Guarano, alcune case sono state evacuate. A Firenze un turista inglese di 53 anni ha avuto un malore nella salita del Cam- panile di Giotto. Nella sola giornata di ieri gli incendi divampati a causa del caldo, in Italia, sono stati novanta, ed hanno impegnato a lungo il personale del Corpo Forestale dello Stato. Sulle Dolomiti lo zero termico è addirittura a 4500 metri, a quota 3000 metri si sono registrati 15 gradi: lo ha riferito all'Ansa il meteorologo della Provincia autonoma di Bolzano Dieter Peterlin. A Cortina la temperatura ha segnato 28 gradi e, a quanto dice l'esperto all'Ansa, se agosto sarà così caldo, per il 2015 i ghiacciai saranno da dimenticare. 10 Domenica 19 luglio 2015 DALL’ITALIA BERGAMO: SCOPPIA IL CASO DEL BAR CON I CIMELI DEL VENTENNIO A colazione con il Duce Polemiche e tentativi di boicottaggio. Il gestore di “Colazione da Tiffany” fa spallucce “Sono fascista” di Cristina Di Giorgi PALERMO olevo portare alla vostra attenzione una situazione piuttosto fastidiosa in via san Bernardino, dove abito. Una mattina con mia madre ci siamo fermate a prendere un caffè al bar ‘Colazione da Tiffany’. Quello che mi si è presentato davanti agli occhi è stato del tutto inaspettato: busti di Mussolini, bandiere della Decima Mas, addirittura sul menù c'è il panino ‘Almirante’! Io molto imbarazzata verso mia madre (che ha combattuto contro il fascismo) l'ho fatta uscire e abbiamo cambiato bar. Mi chiedevo: è mai possibile che nel 2015 esistano ancora queste cose? E' mai possibile che nessuno metta dei limiti? Fino a prova contraria, l'apologia di fascismo è reato! La costituzione ce la siamo dimenticata? Vi invito ad andare a vedere con i vostri occhi, io sinceramente sono rimasta basita”. Questa lettera di una lettrice, pubblicata su Bergamo news, si riferisce al bar di Vinicio Morzenti, “fascista senza dubbio – aggiunge la redazione del quotidiano on line – e non fa nulla per nasconderlo”. La notizia di questo particolare esercizio commerciale trova spazio anche sulle pagine di cronaca locale del Corriere della Sera. Che descrivendo il colorito arredamento del Bar, con tanto di servizio fotografico che immortala in alcuni scatti gli elementi più caratteristici del locale (proprietario compreso), dà anche notizia della diffusione, nel quar- “V Apre la “Casa di Paolo”, scuola d’informatica L tiere circostante, di volantini di “allarme sulla presenza di simboli fascisti”. In essi, manco a dirlo anonimi, si legge che “è scandaloso e inaccettabile, ancora prima che illegale, che in un’attività di pubblico servizio vengano supportate azioni che inneggiano al fascismo”: il riferimento è alle riunioni di CPI, “famosa per le aggressioni a immigrati e oppositori” che si tengono nel Bar. Che con i suoi fasci littori, cimeli e foto del Duce evidentemente rappresenta una pericolosissima minaccia per gli antifascisti orobici, che con il loro invito anonimo al boicottaggio hanno dato ancora una volta prova di correttezza democratica. O presunta tale. Alcune persone sono state arrestate dalla polizia con l’accusa di tentata estorsione ai danni di commercianti ambulanti. La squadra mobile di Bari, diretta da Luigi Rinella, ha ricostruito il quadro criminale emerso in seguito alla denuncia delle vittime, alcune delle quali prese a schiaffi, che in occasione dei due concerti di Vasco Rossi dello scorso giugno nel capoluogo pugliese si sono viste chiedere somme tra gli 800 e i 1000 euro. La polizia, presente sul luogo per monitorare la situazione, aveva accertato le intimidazioni mediante l’utilizzo di telecamere poste nell’area dello Stadio San Nicola, luogo delle manifestazioni musicali. Le manette sono scattate ai polsi di quattro malviventi, mentre altri due sono ancora ricercati. Il gruppo, è ritenuto vicino ai clan malavitosi Strisciuglio – Telegrafo. POMPEI “ROBERTO BOLLE & FRIENDS” SI FARÀ:ACCORDO RAGGIUNTO Sembra rientrata la minaccia di un’assemblea che avrebbe costretto all’annullamento dello spettacolo di danza con protagonista Roberto Bolle nel teatro Grande di Pompei. Un comunicato congiunto delle principali sigle sindacali, diffuso al termine dell’incontro con la soprintendenza, informa infatti che è stato raggiunto un accordo che acco- dopo un lungo inverno. Qui ora si fa sul serio”. Ed il fratello Salvatore, che ha acquistato a sue spese i locali della vecchia farmacia di famiglia e, con l’aiuto di diverse donazioni, è riuscito a realizzare la struttura, ha aggiunto: “Voglio far tornare Paolo alla Kalsa, nel quartiere dove siamo nati. Questo non sarà un luogo di memoria e di lapidi. Vorrei far rinascere qui la tradizione dei ragazzi cresciuti in bottega, io sono un ingegnere informatico e vorrei dare un'opportunità ai giovani che vogliono sfuggire alla spirale perversa della mafia e della CdG povertà". CAIRO MONTENOTTE (SAVONA) IN BREVE BARI PIZZO AI COMMERCIANTI PER IL CONCERTO DI VASCO ROSSI a scuola di informatica dedicata al giudice Borsellino è stata inaugurata alla presenza di Rita e Salvatore Borsellino Nei locali di quella che una volta era la farmacia Borsellino (via della Vetriera 57, nel cuore del quartiere palermitano della Kalsa) ora è aperta la “Casa di Paolo”, una scuola di informatica per i giovani del quartiere. Il taglio del nastro è avvenuto ieri mattina alla presenza di Rita e Salvatore Borsellino. La sorella del giudice ucciso dalla mafia a via d’Amelio il 19 luglio 1992 ha commentato dicendo “E’ tornata la primavera glie le richieste dei lavoratori. La vertenza mirava a “definire il profilo organizzativo del corpo dei custodi degli Scavi e la composizione organica dello stesso” (con garanzie sull’incremento del personale e la regolarizzazione dei turni di lavoro). Tutto risolto dunque? Sembra purtroppo di no: nella giornata di ieri infatti, è stato riscontrato un pesante disservizio alle biglietterie, con code interminabili dovute all’abolizione della cassa che dava la precedenza alle guide con gruppi e visitatori con tariffa ridotta. GENOVA: ANNULLATO L’HOLI FUSION FESTIVAL PER FAR SPAZIO AGLI IMMIGRATI Il format olandese “Holi Fusion Festival”, previsto a Genova in queste ore negli spazi della Fiera, è stato annullato. Nonostante fosse già tutto pronto, con la giustificazione di dover testare le polveri colorate, elemento caratterizzante della festa, il Comune ha fatto dietrofront. Ne dà notizia Il Primato nazionale, che sottolinea la coincidenza della cancellazione della manifestazione con l’arrivo nel capoluogo ligure di un centinaio di migranti. Che verranno alloggiati proprio alla Fiera di Genova, trasformata così in un centro di accoglienza improvvisato. Con buona pace degli organizzatori dell’Holi Fusion Festival, evento commerciale di portata nazionale costruito da imprenditori C.L. italiani under 30. Ghanese scappa dal centro di accoglienza e rapisce una bimba Il ventunenne, che in precedenza aveva dato in escandescenze e preso a calci alcune auto, è stato arrestato n profugo ghanese, arrivato in Italia alcuni giorni fa ed ospitato nel centro di accoglienza “Villa Raggio” a Cairo Montenotte (in provincia di Savona), si è reso protagonista di una serie di eventi conclusasi in queste ore per fortuna senza gravi conseguenze. L’uomo, ventunenne originario del Ghana, il 15 luglio scorso intorno alle 23, in preda ad un eccesso di rabbia e agitazione aveva dato in escandescenze in mezzo alla strada (zona Porta Soprana), prendendo a calci – danneggiandole - le auto parcheggiate e insultando i passanti. A riportare la calma – riferiscono i quotidiani on line ivg.it e Savona news – erano stati i carabinieri di Altare, che non senza qualche difficoltà lo avevano calmato, fermato e trasferito all’ospedale San Paolo di Savona, dove era stato sottoposto a Trattamento sanitario obbligatorio. Per lui era inoltre scattata una denuncia a piede libero per resistenza a pubblico ufficiale. Successivamente al ricovero, il giovane era tornato nel centro di accoglienza. Dal quale però, la notte scorsa, è evaso. In mattinata si era poi messo in contatto con una coppia di connazionali da anni regolarmente residenti nella cittadina ligure, ai quali ha chiesto ospitalità. I coniugi, che hanno una bimba di appena U tre anni, lo hanno accolto in casa. Poco dopo, pare senza una ragione evidente, il ventunenne è scappato portando con sé la piccola. I genitori hanno immediatamente denunciato il sequestro ai carabinieri, che si sono subito messi sulle tracce dell’uomo il quale nel frattempo, sempre con la bambina in braccio, ha tentato di fermare con la forza un’auto che stava transitando nella zona per ru- barla e darsi alla fuga. Che non è durata a lungo: i militari del nucleo radiomobile di Cairo, giunti sul posto, hanno infatti provveduto ad effettuare l’arresto, in flagranza di reato. Il giovane, accusato di rapimento di minore e tentata rapina, è stato tradotto nel carcere savonese di Sant’Agostino in attesa di comparire di fronte al Gip per l’interrogatorio di conClara Lupi valida del fermo. 11 Domenica 19 luglio 2015 FOCUS A 70 ANNI DALLA SECONDA GUERRA MONDIALE, IL GIAPPONE NON È PIÙ FORZATAMENTE PACIFISTA La svolta nazionalista e armata di Shinzo Abe Il Parlamento approva la modifica alla legge che vieta missioni internazionali dell’esercito di Cristina Di Giorgi a partecipazione alla Seconda Guerra mondiale al fianco dell’Asse è costata tanto al Giappone: oltre alla sconfitta sul campo di battaglia e alla fine di molti elementi tradizionali dell’essenza di un Paese che affonda le sue radici nei secoli antichi, erano stati infatti imposti al Sol Levante dai vincitori una serie di limiti alla possibilità di impiegare le forze armate. Una sorta di “pacifismo coatto”, in forza del quale era vietato l’utilizzo dell’esercito al di fuori dei confini nazionali (in particolare, nell’art.9 della Costituzione, è sancita la rinuncia alla guerra come metodo di soluzione delle controversie). Questa, che in molti consideravano una violazione punitiva, a settant’anni di distanza sta per essere eliminata. E’ di queste ore infatti la notizia che la Camera bassa del Parlamento nipponico ha approvato una legge che autorizza le proprie forze armate a combattere all’estero, a sostegno di missioni di pace internazionali e per auto-difesa. Ora la parola passerà alla Camera alta, ma non si attendono sorprese sull’esito del voto. E nonostante le rassicurazioni dell’esecutivo in forza delle quali l’impiego militare sarà autorizzato “solo in caso di conflitti che mettano in pericolo la sicurezza della nazione” (il premier, nello specifico, ha dichiarato L che quelle approvate sono “misure necessarie a prevenire guerre”) l’opposizione di sinistra al momento del voto ha abbandonato l’aula. Stando a quanto riferiscono i media internazionali inoltre, le proteste pacifiste contro tale cambio di rotta non sono mancate, con manifestazioni e cortei in cui si è paventato il rischio che il sì al riarmo potrebbe provocare addirittura una nuova guerra nel Pacifico. Una previsione alquanto pessimistica, anche se è senz’altro vero che in quell’area geografica la situazione non è molto tranquilla: basti pensare, solo per fare un paio di esempi, all’incubo atomico in Corea del Nord e al boom delle spese militari cinesi, passate a 120 miliardi di euro (poca cosa contro i 36 miliardi del Giappone). Ed è proprio dalla Cina che viene la reazione più dura alla svolta di Abe: il ministro degli Esteri di Pechino ha infatti dichiarato che ora “è perfettamente legittimo chiedersi se il Giappone rinuncerà alla sua politica orientata alla difesa, abbandonando la linea dello sviluppo pacifico” (il timore, probabilmente, è quello di perdere, anche grazie all’appoggio Usa al riarmo del Giappone, la propria egemonia politica e commerciale nell’area). Una “prova di forza”, una “legge di guerra”, una “politica idiota”, una “normalizzazione dal punto di vista militare”. Queste sono soltanto alcune delle definizioni della recente svolta di Abe. Che si trova, dopo il drammatico coinvolgimento nelle vicende legate al terrorismo islamico (è di pochi mesi fa la decapitazione di due ostaggi giapponesi) e a cavallo della celebrazione degli anniversari bellici, a gestire un periodo non facile per il Paese anche dal punto di vista economico, politico e dell’equilibrio internazionale, non solo nel Pacifico, ma anche in Medio Oriente e nell’Oceano indiano (è stato infatti lo stesso premier a dichiarare la possibilità del coinvolgimento dei militari giapponesi con funzioni di supporto logistico in caso di conflitto in tali zone). E se la Cina continua a leggere le recenti modifiche normative giapponesi come un attacco alla propria posizione di predominio nell’area, al di là di ogni analisi geopolitica e storica resta la semplice considerazione che uno Stato sovrano in quanto tale ha – o dovrebbe avere – tutto il diritto di organizzarsi militarmente come meglio crede. E questo non ha nulla a che vedere con l’impiego della guerra (comunque legittimo se anche da utilizzare soltanto come extrema ratio) come mezzo di soluzione dei conflitti. IL SOL LEVANTE E I SUOI MARTIRI Ukon Takajama, samurai di Cristo Il signore feudale che ha rinunciato a tutto pur di mantenere la fede verrà forse beatificato a breve a storia del cristianesimo del Sol Levante è fatta di persecuzioni, assedi (celebre quello di Shimabara, 1637), martiri e anche atti di fede individuale. Come quello di Ukon Takajama, nato in una famiglia di proprietari terrieri intorno alla metà del 1500. E' il periodo in cui i missionari gesuiti attraversano il Giappone per diffondere la fede (il primo è stato, nel 1549, Francesco Saverio). Seguendo le orme di suo padre, Ukon a 12 anni si converte alla nuova religione. E quando lo shogun Toyotomi Hideyoshi sale al potere (1582) e proibisce il proselitismo missionario, quasi tutti i grandi feudatari che vi si erano convertiti rinnegano la fede. Ukon e suo padre invece non accettano l'imposizione e perdono carica, beni e posizione sociale. Padre Witwer, preside dell’Istituto di Spiritualità dell’Università Gregoriana, ha raccontato in proposito che Takayama ha scelto “la povertà per essere fedele alla vita cristiana. Molti cercarono di convincerlo ad abiurare perché era un nobile e una persona conosciuta. E anche perché non volevano uccidere un giapponese: per i persecutori era infatti più facile uccidere gli stranieri, mentre avevano difficoltà ad assassinare i cristiani giapponesi”. Quando lo shogun, nel 1614, bandisce definitivamente il cristianesimo, Ukon va in esilio ed insieme ad un gruppo di circa 300 cristiani, a L dicembre di quello stesso anno si reca nelle Filippine, a Manila, dove vive però appena 40 giorni: indebolito dagli stenti subiti e gravemente malato, muore il 4 febbraio 1615. Qui gli viene in seguito dedicata una statua (un’altra uguale è stata eretta anche nel parco municipale della sua Takatsuki), con le mani che impugnano al- l’altezza del petto la parte superiore di un crocifisso posto in verticale e appoggiato in terra, come fosse una spada: la rappresentazione più adatta per un samurai guerriero della fede. La cui storia esemplare secondo i massimi esponenti della chiesa nipponica “può servire come utile lezione per la gente di oggi, so- prattutto per i giapponesi. Ukon – ha detto il vescovo di Kyoto monsignor Yoshinao Otsuka – mise la sua fede sopra il desiderio di successo e salute e questo dice molto a chi vive in una società altamente competitiva. Il suo coraggio e la sua fede ebbero la meglio tutto”. Dal suo esempio, dicono ancora i vescovi, “i cristiani, soprattutto nella nostra epoca che propone diversi pseudo-valori, possono imparare a seguire il Signore senza deviazioni o errori”. Ed è proprio per questo che Ukon verrà molto probabilmente beatificato a breve (la decisione in merito sarà presa probabilmente entro l’estate): la Conferenza episcopale giapponese ha infatti presentato alla Congregazione per le cause dei Santi la documentazione necessaria per la causa di canonizzazione. Rispetto ai 42 santi e ai 393 beati – inclusi alcuni missionari europei – legati al Paese del Sol Levante, il caso di Takayama, laico, politico e militare, arriverebbe agli onori degli altari non per martirio ma per le sue virtù eroiche e personali. Il daimyo (signore feudale) di Takatsuki (cittadina tra Kyoto e Osaka) infatti, pur non essendo un martire in senso stretto – non è stato ucciso “in odium fidei” – viene comunque considerato tale perché ha scelto la via della povertà, dell'umiliazione e della perfetta obbedienza alla volontà di Dio piuttosto che scendere a compromessi. “Non ha esitato – scrive Paolo Affatato – a rinunciare ad una posizione sociale di alto rango, a nobiltà e ricchezza, ad una vita di agi e lusso, pur di restare aggrappato intimamente a Cristo e pubblicamente fedele al Vangelo”. Ed ha conCdG servato l'onore della coscienza. 12 Domenica 19 luglio 2015 SPORT MONDIALI 2015, CINQUE GIORNI AL VIA. BEN 75 LE MEDAGLIE DA ASSEGNARE, L’ITALIA SOGNA IN GRANDE A Kazan l’acqua si tinge di azzurro Dal nuoto al sincronizzato passando per la pallanuoto e i tuffi - La novità delle gare miste (uomo-donna) di Federico Colosimo RoadToKazan. Sulla strada per la Russia, verso la 16a edizione dei Mondiali di nuoto. L’hashtag è spopolato in tutte le piscine del mondo, ed è ora pronto ad essere accantonato. L’attesa è altissima, ma il countodwn sta per finire. Ancora cinque giorni e i “giochi” avranno finalmente inizio. Il grande evento (che scatterà il 24 luglio per concludersi il 9 di agosto), organizzato in pompa magna, accoglierà circa 25.000 atleti e 1.800 rappresentanti di 200 nazioni. Per una rassegna che segue quella di Barcellona 2013 e precede quella del 2017 di Budapest. Inizialmente avrebbe dovuto svolgersi a Gaudalajara, ma i messicani hanno preferito rinunciare per motivi economici. E così per la prima volta l’ha spuntata la Russia, con la sesta metropoli della nazione (per numero di popolazione) che si prepara a vestirsi a festa. Le discipline previste per questa attesissima edizione saranno sei. Esattamente 75 le medaglie da assegnare. Nuoto - Ben 42 per quel che riguarda il nuoto, due in più rispetto alla competizione spagnola per via della presenza, per la prima volta nella storia dei mondiali, delle “Mistaffette” (due uomini e due donne) 4x100 mista e 4x100 stile libero. Una vera e propria flotta di atleti verranno schierati dall’Italia: 37. Le speranze di medaglia sono riposte, naturalmente, sulla “star” Federica Pellegrini. L’avversaria numero uno nei 200 stile libero, per “Mafaldina”, è Katie Ladecky. La piccola dicias- # settenne americana sempre più grande e minacciosa, capace di riuscire a battere la campionessa mondiale in carica, nonché connazionale Missy Franklin ai campionati a stelle e strisce, vuole stupire il mondo. E’ un’autentica furia, pronta a infrangere ogni record. Per quanto riguarda i maschi, attesissimo il debutto in vasca di Gregorio Paltrinieri nei 1.500 metri sl. Pallanuoto - Il Settebello di Alessandro Campagna, vice campione olimpico in carica, vuole continuare a stupire e sognare. Il tecnico siracusano ha da poche ore scelto i 13 atleti chiamati a rappresentare un’intera nazione con l’obiettivo di centrare quantomeno il podio che significherebbe qualificazione a Rio 2016. Convocazioni coraggiose, le sue. Con il Ct che ha deciso di non puntare su giocatori mancini escludendo perfino un fuoriclasse del calibro di Valentino Gallo (Posillipo). Al capitano Tempesti il compito di chiudere la porta. Ai “cecchini” Giorgetti e Figlioli quello di trascinare la squadra a suon di reti. Al centroboa Aicardi (anche lui della Pro Recco) il peso dell’attacco sui due metri. L’Italia è inserita nel gruppo “B” con Grecia, U.S.A. e Russia. Un girone difficile, certamente non proibitivo. A seguire ottavi, quarti, semifinali e finali (fino al 7-8° posto). Meglio vincerle subito tutte, per evitare eventuali problemi nei successivi turni. Il Setterosa deve vendicare le ultime deludenti apparizioni. E se la vedrà con gli Stati Uniti, campionesse olimpiche in carica, il Brasile e il Giappone. In un gruppo, quello “C”, decisamente modesto. Anche per le ragazze di Conti il prosieguo della competizione dipenderà dallo scontro contro le rivali di oltreoceano. Tuffi - Il duo Cagnotto-Dallapè è pronto ad emozionare e incantare ancora la platea. Un doppio che da anni rappresenta sinonimo di garanzia e successi. Indimenticabile l’argento ottenuto nel 2013 dalle strepitose atlete nella capitale catalana. Sono 12, in questa disciplina, le medaglie da assegnare. Anche in questo caso, assisteremo al sincronizzato misto (uomo-donna) da 3 metri. Nuoto sincronizzato - Per questa fantastica competizione, l’Italia dovrà vedersela con la superpotenza Russia, la fortissima Cina e l’ammirevole Ucraina. L’obiettivo della squadra è quello di arrivare davanti al Canada cercando di avvicinare la Spagna in vista anche delle qualificazioni olimpiche per Rio previste per il prossimo aprile. Solo superando queste 2 formazioni le ballerine dell’acqua potranno coronare il loro sogno di centrare la qualificazione ai Giochi brasiliani. E’ l’ora dei sincronetti. Anche nel nuoto sincronizzato, finora esclusiva per sole donne, irrompono gli uomini. Nel doppio misto (programma tecnico e libero), il giovane Giorgio Minisini sarà affiancato dall’olimpionica (Londra 2012) Mariangela Perrupato e la “capitana” Manila Flamini. In questi due esercizi, sognare una medaglia è lecito. Tuffi d’altura - Una gara fenomenale, da brividi. Due i “riconoscimenti” da assegnare. Con gli uomini che si “lanceranno” da ben 27 metri di altezza, mentre le donne “scenderanno” da 20. Nuoto di fondo - Ultima disciplina, non certo per ordine di importanza, il nuoto di fondo. Con Martina Grimaldi, campionessa in carica della 25 km, che dovrebbe competere solo nella cinque. Nella specialità a cinque cerchi occhi puntati su Rachele Bruni, Aurora Ponselè e Simone Ruffini. Tutto il grande evento sarà trasmesso in diretta su Rai Sport ed Eurosport. Per una rassegna meravigliosa, con la spedizione azzurra che sogna in grande. #RoadToKazan, che il viaggio abbia inizio. IL PILOTA FRANCESE BIANCHI È MORTO NOVE MESI DOPO L’INCIDENTE SUL CIRCUITO DI SUZUKA, IN GIAPPONE Formula Uno in lutto, Jules non ce l’ha fatta La famiglia: “Ha combattuto fino alla fine, come faceva sempre” - Aveva venticinque anni on ce l’ha fatta Jules Bianchi, il giovane pilota francese del team della Marussia, entrato in coma dopo un terribile incidente verificatosi durante il Gran Premio di F1 del Giappone del 5 ottobre dell’anno scorso . Il cuore di Jules ha cessato di battere al Centre Hospitalier Universitaire, il centro medico specializzato di Nizza – la città francese in cui era nato nell’agosto del 1989 - dove era stato trasferito dal Giappone dopo lo schianto. L'annuncio è stato dato dalla famiglia del pilota, che in un comunicato ha fatto sapere come "Jules ha combattuto fino alla fine, come ha sempre fatto, ma ha perso la battaglia. Il dolore che proviamo è immenso ed indescrivibile. Vogliamo ringraziare lo staff medico del Centro ospedaliero di Nizza che lo ha seguito con amore e dedizione. Vogliamo anche ringraziare il General Medical Center del distretto di Mie in Giappone che ha prestato le N prime cure a Jules subito dopo l'incidente, così come ringraziamo tutti gli altri medici che si sono occupati di lui durante questi mesi". "Inoltre -conclude la nota della famiglia- ringraziamo tutti i colleghi, gli amici e i tifosi di Jules che hanno manifestato il loto affetto durante i mesi passati e ci hanno dato grande forza, aiutandoci ad affrontare questi momenti difficili. Ascoltare e leggere tanti messaggi ci ha fatto realizzare quanto Jules avesse toccato il cuore e la testa di così tante persone in tutto il mondo. Adesso chiediamo che, in questo difficile momento, la nostra privacy venga rispettata, mentre cerchiamo di venire a patti con la perdita di Jules". Quel giorno di nove mesi fa, mentre era in corso la gara automobilistica nipponica, Bianchi si era schiantato contro una gru presente ai bordi della pista e che stava recuperando la Sauber del pilota Adrian Sutil, rimasta ferma sul circuito di Suzuka: secondo il gruppo investigativo della Federazione internazionale automobilistica, che ha poi portato avanti la relativa inchiesta e ha analizzato l'incidente, il pilota della Marussa è uscito di strada perché "ha accelerato e frenato nello stesso tempo, usando entrambi i piedi" sui pedali, e nonostante le bandiere gialle esposte dai commissari "non ha rallentato a sufficienza per evitare di perdere il controllo". Jules Bianchi aveva già partecipato a 34 Gran premi durante le stagioni 2013 e 2014. Il suo dramma richiama alla mente l’ultimo in ordine di tempo per un pilota di Formula 1, ovvero quello accaduto nel 1994, quando il tre volte campione del mondo Ayrton Senna perse la vita durante il Gran Premio di San Marino. La famiglia del giovane pilota francese ha già vissuto un altro dramma legato allo sport e in particolare al mondo dei motori: nel 1969 il prozio di Jules, Lucien Bianchi, vincitore anche della 24 Ore di Le Mans del 1968 morì in un incidente sul circuito di Le Mans mentre stava provando una Alfa Romeo T33; l'auto uscì di strada e colpì un palo del Rita Di Rosa telegrafo.